il dorsale
Aspettando tempi migliori
di
Gian Paolo Pinton
s
iamo un Paese afflitto da infiniti problemi, che vanno al di là delle conseguenze della pandemia: crisi economica generale, le deficienze croniche della pubblica amministrazione, la burocrazia tossica che crea sofferenze sia ai privati cittadini che alle imprese, la crisi di identità dei partiti, la giustizia violentata sia da magistrati privi di etica che dai tempi dei processi. Sono tutti problemi sociopolitici che stanno ancorando l’Italia all’immobilismo, impedendo di fare quel salto di qualità che i cittadini stanno aspettando da decenni. Servirebbe una leadership istituzionale, che non abbiamo a causa della mancanza di profili politici che possano aspirare al ruolo di Premier, dopo il “passaggio storico” di Mario Draghi. Non vedo, infatti, all’orizzonte figure adatte a ricoprire il ruolo determinante di Presidente della Repubblica, se non Draghi stesso. Come non vedo un candidato potenzialmente Premier, nonostante i sondaggi siano favorevoli a Salvini e Meloni. Non riesco ad immaginarmeli come figure che possano competere con i leader europei. Entrambi non sanno una parola di inglese, entrambi hanno una cultura politica provinciale e antieuropea (anche se entrambi hanno cambiato idea). Non è solo questo il pessimo quadro generale che attanaglia il futuro dei nostri giovani. Il vero problema planetario è la crisi dell’ecosistema e l’incoscienza nel non voler considerare
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TRASPORTARE OGGI luglio 2021
la gravità dei cambiamenti climatici in atto da anni e i relativi danni geourbanistici nei diversi territori del pianeta. Siamo arrivati ad una situazione che ci sta portando sull’orlo del cataclisma ambientale. Solo alcuni leader mondiali si sono resi conto della gravità dello stato delle cose. Certo finché nel mondo ci sono personaggi come Trump, che ha potuto sbeffeggiarsi dei diritti umani, dei trattati internazionali per il controllo delle emissioni di CO2, sarà molto più difficile attuare quelle politiche ambientali oramai condivise da tutti i leader politici dei Paesi più responsabili. L’atteggiamento consapevole del neopresidente degli Usa, la prudenza dei leader cinesi, la posizione ambigua, ma realistica dei russi, affiancate alle concrete politiche ambientaliste dei leader europei, possono rappresentare un cammino preciso da seguire, utile anche per i Paesi, relativamente ancora non consapevoli. Purtroppo, alcuni di questi sono responsabili di una ecopolitica a forte impatto inquinante, causa il mancato rispetto delle norme di sicurezza, sia per quanto riguarda disastri ambientali quali lo scarico della plastica in mare che per quanto riguarda la vetustà delle flotte che solcano gli oceani. Il recente affondamento di una nave cargo sta causando il più grande disastro ambientale dello Sri Lanka. Ma ricordiamo che altre acque inquinate hanno portato tumori e morti in quel di Taranto, dove imprenditori, politici e organi di controllo, del tutto irresponsabili
Aspettando Godot.
hanno lasciato che l’ILVA inquinasse, per anni, la falda acquifera urbana e l’acqua del mare circostante. E adesso, soprattutto i politici, si dichiarano sorpresi della condanna. Solo un pagliaccio come l’ex presidente della Regione può pensare di non avere responsabilità civili e penali. Di quelle morali non parliamo, tanto l’etica per quella tipologia di politici non esiste. Presumo che gli ex proprietari multimiliardari, vista la lungaggine della giustizia italiana, non faranno un solo giorno di carcere. Teoria valida anche per i banchieri veneti che hanno truffato i risparmiatori per miliardi di euro, senza dover mettere, per il momento, i loro piedi in una cella. Così come per gli amministratori del vecchio Monte dei Paschi e per quelli della Banca Popolare di Bari, così come per le quattro banche “saltate e salvate” dell’Italia centrale. Scandali, truffe, ruberie, corruzione. In alcuni Paesi del mondo la corruzione è punita con l’ergastolo o anche la pena di morte. Casi estremi, lontani dalla civiltà giuridica italiana. Ma forse non tutti sanno che anche il nostro codice penale – tra uno spacchettamento e una depenalizzazione – punisce più o meno severamente la corruzione: basti pensare che nei casi più gravi – per esempio la corruzione in atti giudiziari aggravata – la pena massima può arrivare a 20 anni. Eppure tutti i grandi scandali dove gli appalti sono stati inquinati da bustarelle, dove i soldi pubblici a volte sono stati utilizzati per finanziare campagne elettorali, dove i colletti bianchi ubbidivano a logiche da criminalità organizzata, si sono dissolti in pene che raramente superano i 3 anni. Non c’è altro spazio, il resto alla prossima puntata. Non perdetevi di leggere questo libro, che vi aiuterà a rilassarvi: Il mondo di Sofia di J.Gaarder Romanzo sulla storia della filosofia. Ed. Tea Longanesi euro 12.