THE BAG Biennale Architettura Guide - 17. International Architecture Exhibition - Venezia

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CURATORE PADIGLIONE ITALIA

ALESSANDRO MELIS

intervista di Mariachiara Marzari

IN TERVISTA CON ALESSANDRO MELIS

LIVE

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Lei teorizza una “nuova architettura radicale” sottoposta, come gli esseri viventi, alle leggi dell’evoluzione e dell’adattamento. Prima di entrare nel Padiglione, ci delinea in sintesi le basi del suo pensiero di architetto?

Q

uando mi approccio al mondo della ricerca, parto dal presupposto che una delle principali cause della crisi che stiamo attraversando sia da ricercarsi nel modo in cui concepiamo le costruzioni. Mi riferisco in primo luogo al modo in cui le costruzioni sono concretamente portate a termine, visto e considerato che il 36 % delle emissioni di CO2 derivano direttamente dall’utilizzo degli edifici. È opinione ampiamente diffusa che l’emissione di CO2 derivi in larga misura dall’utilizzo di combustibili fossili nei trasporti, ma dalle ricerche che abbiamo portato avanti attraverso il Cluster for Sustainable Cities, l’istituto di ricerca che dirigo in Inghilterra, sappiamo in realtà che la variabile che più di ogni altra influisce sul volume complessivo di queste emissioni è il modo in cui le città vengono disegnate, con soluzioni che favoriscono l’incremento o il calo di queste stesse emissioni. Noi architetti siamo molto permalosi e amiamo dire che il problema non riguarda l’architettura in senso strettamente disciplinare, ma il modo in cui l’umanità concepisce i propri insediamenti, l’inveramento dei quali ci ha portato a vivere la più grande crisi ambientale che l’homo sapiens si sia mai trovato ad affrontare prima d’ora. Un’esperienza del tutto nuova che in realtà vede l’architettura chiamata in causa in una duplice veste e direzione: in quanto corresponsabile di questa stessa crisi e in quanto disciplina che potrebbe avere un ruolo cruciale nella sua risoluzione. Personalmente non sono così ambizioso da arrivare ad auspicare una “nuova architettura radicale”, non ho le capacità per cimentarmi in un compito così arduo. Mi sforzo piuttosto di lavorare in una direzione più semplice che chiama a raccolta differenti discipline, le quali, pur investite da cambiamenti magari meno rivoluzionari rispetto a quelli apparentemente vissuti dall’architettura, hanno visto stravolte le rispettive tassonomie e le corrispondenti scale di valori. In uno scenario di tali profonde mutazioni è quanto mai significativo perciò registrare come la tassonomia dell’architettura sia invece in linea di massima la stessa da 2000 anni a questa parte. Ciò considerato, non mi sento certo in grado, con il Padiglione Italia che ho l’onore quest’anno di curare, di proporre nientedimeno che una nuova concezione di architettura. Sono convinto, e cercherò di esprimerlo anche in questa importante occasione, semplicemente del fatto che ci troviamo di fronte ad una rivoluzione che l’architettura non può attraversare percorrendo una linea retta. In quasi tutti i contesti disciplinari ogni 30 o 40 anni interviene una rivoluzione a sovvertire completamente l’ordine delle cose. In tutta sincerità non vedo come l’architettura possa essere esclusa da questo processo di fatto ineluttabile. ALESSANDRO MELIS Architetto e docente, direttore del Cluster for Sustainable Cities presso l’University of Portsmouth in Inghilterra, curatore del Padiglione Italia alla Biennale Architettura di Venezia 2021, Alessandro Melis è uno dei più influenti ricercatori nel campo dell’architettura radicale. Ha fondato, assieme a Gian Luigi Melis, lo studio Heliopolis 21. È autore inoltre di diversi libri e innumerevoli saggi sui temi della sostenibilità radicale e sulla resilienza urbana. Di recente pubblicazione una monografia sul suo lavoro dal titolo Alessandro Melis. Utopic Real World.


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