Acquedotto I 2023

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FUTURO

FUTURO

Lo svela

Lo svela

Vito Di Bari

AMBIENTE Le Grotte di Castellana

Vito Di Bari di Castellana

ARTE Scatti dalla Puglia

RESPONSABILI PER IL DOMANI

ARTE Scatti

L’ACQUEDOTTO2023N.1

Rigenerazione: una parola chiave per il futuro. La si declina in vari ambiti, da quello urbano a quello sociale. Un termine di largo respiro che identifica processi diversi fra loro, ma accomunati dal tratto della prospettiva di visione a medio-lungo termine e dalla piena condivisione necessaria per sostenerla. I nuovi progetti strategici si scrivono e si tessono insieme, le sfide del domani si colgono dal basso, i processi di riappropriazione degli spazi pubblici si nutrono di innovazione e sostenibilità, la qualità complessiva degli interventi progettati sul piano urbanistico ed architettonico si accompagna sempre all’attivazione sociale e culturale dei territori e delle comunità che li abitano. Una sfida moderna, prima di tutto culturale, che coinvolge tutti, partendo da pratiche e sperimentazioni locali attivando energie non solo economiche e produttive ma anche “umane”. Perché possa esserci rigenerazione urbana e sociale è dunque necessario che si produca un “apprendimento” costante sia nelle istituzioni sia in corrispondenza dei molteplici attori sociali che sostengono e partecipano a questo complesso disegno, a garanzia della sua sostenibilità, credibilità e durabilità.

E allora parlare nel 2023 di un futuro che già qui ed ora, come si racconta in diversi articoli di questo numero, significa aprire lo sguardo ad un virtuoso mix di competenze, saperi e risorse, abilmente orchestrate in un lavoro di cogenerazione e ripensamento diffuso del quotidiano, che metta al centro i giovani e i luoghi cardine della loro formazione e della loro espressione creativa. Di fronte ai cambiamenti che riguardano tutti e’ allora proprio ai giovani che ci si riferisce e in qualche modo ci si affida. Lì dove la geografia di molti dei nostri luoghi muterà, con i tanti progetti che ridisegneranno i centri e le periferie, ci possa dunque esser spazio alla loro visione, tenacia, coraggio e capacità di sognare, per accompagnare e nutrire il cambiamento in una forma il più possibile partecipata e virtuosamente partecipante. Solo così si promuoverà la prospettiva di una sana rigenerazione urbana unita alla più delicata, complessa e felice "innovazione sociale", rispettando persone e luoghi sostenendo la capacità di “traghettare” insieme il futuro.

LA PRIMA ACQUA | L’Editoriale 1
SOMMARIO 2
FUTURO
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- pag.
» ARTE CULTURA BELLEZZA - pag. 14 » FUTURO - pag.

Sommario

4 FUTURO

Verso il 2030

10 FUTURO

Puglia modello di sostenibilità

14 ARTE CULTURA BELLEZZA

Wiki Loves Puglia

22 IL CONTAGOCCE

55.400 mc di acqua potabile

24 AMBIENTE

Goccia dopo goccia. Le Grotte di Castellana

31 sott'acqua

No-digs, un robot che pulisce le fogne

32 FUTURO

Prospettive Waterfront

39 parole come gocce

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Puglia modello di sostenibilità

L’ACQUEDOTTO | 2022 | N. 3 3
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L’ACQUEDOTTO | 2023 | N. 1
AMBIENTE - pag. 24
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VERSO IL 2030

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Nel 2030 il nostro mondo cambierà, così come sta già cambiando quello che abitiamo adesso, giorno dopo giorno, perché il futuro non è qualcosa di inimmaginabile e lontano, ma qualcosa che sotto i nostri occhi si disvela quotidianamente. Tra meno di una decina d'anni le giornate scorreranno nell'assoluta normalità, in maniera ordinaria, ma saranno rese straordinarie dagli strumenti e dai mezzi tecnologici che utilizzeremo. Basta chiudere gli occhi e questo futuro appare già qui, a due passi da noi. Avremo frigoriferi intelligenti che ci segnaleranno cibi e bevande che stanno per  terminare  o scadere; avremo automobili in grado di connettersi con tutti gli altri veicoli in transito e con la segnaletica digitale, per evitare collisioni e per permetterci di poter riposare durante i lunghi tragitti percorsi; ci saranno uffici interattivi in grado di accendersi e avviarsi all'arrivo del lavoratore e  robot intelligenti capaci di comunicare fra loro rendendo alcune mansioni più celeri, precise e agili. Ma la rivoluzione più importante sarà in ambito sanitario, con simulazioni di interventi chirurgici a distanza da parte di equipe mediche o check-up vitali in tempo reale attraverso l'uso di dispositivi in grado di trasmettere tutte le informazioni in ottica salvavita e prevenzione. Tutto questo e molto altro ancora sarà esperienza ordinaria. Una rivoluzione tecnologica e digitale che aprirà le porte alla realtà mista, mix tra realtà immersiva e quella

virtuale, accompagnandoci nel metaverso. Transizione ecologica e digitale connotano già oggi la direzione del nostro futuro. Una sfida che tocca direttamente più livelli di responsabilità, quello istituzionale, economico-produttivo, sociale e culturale. Nessuno può prescindere allora da una riflessione sul mondo che ci aspetta domani e quali siano le leve da considerare perché le opportunità siano superiori alle sfide ed ai rischi che ogni cambiamento inevitabilmente dischiude. Istituzioni, Università e centri di ricerca, imprese, associazioni datoriali, associazioni culturali e del terzo settore, singoli cittadini di fronte ad uno scenario sempre dinamico, con così grandi accelerate e con non poche incognite, si interrogano continuamente. Ma, come stanno cambiando le nostre priorità, aspettative e strategie? Si è davvero consapevoli della dirompenza di que-

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Vito Di Bari

sto scenario e soprattutto si è in qualche modo pronti e predisposti ad un così grande cambio di passo?

Le proiezioni futuriste, come le case intelligenti, i sistemi di informazioni del traffico automatizzati, alter-ego virtuali, proiezioni maxi-olografiche, macchine che monitorizzano i guasti, microchip nella pelle che allertano in caso di emergenza, sono basate su tecnologie esistenti o in fase di ricerca e sviluppo, come documentato nel libro “The Future is Already Here (But We Don’t Know It Yet)”, del prof. Vito Di Bari, studioso esperto di futuro, barese di origine, oggi negli Stati Uniti al fianco di numerose imprese e centri di ricerca. Abbiamo chiesto a lui, presente anche ad un evento al Teatro Petruzzelli organizzato da Acquedotto Pugliese, di raccontarci dal suo osservatorio privilegiato internazionale, gli scenari che abbiamo di fronte rispetto a macro temi quali Mobilità, Energia, Domotica e non solo, alla luce di studi, ricerche, sperimentazioni e progetti che pongono sempre al centro un domani che è già “oggi”.

Per il prof Di Bari, “transizione ecologica e digitale sono ambiti che convivono secondo un trend divergente, perché quella ecologica purtroppo sta precipitando su valori molto poco consoni rispetto alla qualità della vita nostra e del nostro Pianeta con preoccupanti alert da considerare, mentre quella digitale si sta spostando in maniera esponenziale verso un futuro assolutamente aperto, gesti-

bile, controllabile e soprattutto amico. Allora queste due tendenze che correttamente vengono messe insieme perché sono le due che determinano la direzione del nostro futuro andrebbero riallineate e viste in ottica di collaborazione sinergica l’una con l'altra”. I dubbi e le perplessità però di certo non mancano. “Al mondo vi sono diverse scuole di pensiero. Io appartengo a quella dei cosiddetti futuristi umanisti e quindi ottimisti per definizione. Sono persuaso che il controllo derivante dall'utilizzo corretto delle potenzialità degli strumenti di intelligenza artificiale ci consentirà di gestire al meglio anche quelle risorse naturali che abbiamo sperperato negli ultimi 100 anni, a partire dalla nostra preziosissima acqua. Non basterà ovviamente la mano tecnologica, come in tutte le rivoluzioni, ma sarà necessario un altro fattore sempre più importante, quale è la coscienza civica diffusa. Non riusciremo a svoltare la curva del depauperamento delle risorse naturali se non sapremo applicare il fattore della responsabilità umana alla evoluzione esponenziale delle tecnologie. Esse sono qui solo per aiutarci e ancora una volta dipenderà dall'uso che ne faremo noi e quindi dalla coscienza civica che guiderà le nostre azioni. Questo ci richiama anche un ruolo di responsabilità sull’educazione e formazione continua, perché le giovani generazioni ci stanno dando segnali di disponibilità e di apertura, che vanno coltivati mettendoli al centro di questa rivoluzione. Allora diamo spazio e fiducia ai giovani!”

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Dinanzi a questo profondo cambiamento, una delle più grandi prove dell'era moderna sarà proprio quella dell’approvigionamento energetico, una sfida che sarà affidata alle multiutilities, il cui ruolo inevitabilmente sarà centrale.

Su questo tema prosegue Vito Di Bari:

“La necessità di porre l'accento sulla produzione di nuova energia per supportare questa grande iniezione di innovazione tecnologica ci porrà inevitabilmente di fronte a sfide e scelte. Va fatta una distinzione fra multiutilies pubbliche e quelle private. Il ruolo “pubblico” sarà di grande supporto perché le soluzioni siano guidate dagli interessi delle comunità e dei territori. Acquedotto pugliese ad esempio è in questo contesto probabilmente un campione di eccellenza. Dove le multiutilies sono private ovviamente cercheranno di combinare il pro-

prio interesse privato con la scarsità di risorse con un inevitabile  approccio diverso sul mercato dell'energia”.

E allora, in questo scenario globale in grande accelerazione, come si colloca il Mezzogiorno in generale e la Puglia nello specifico?

“Per me la Puglia potrà giocare una grande partita e non lo dico solo da  barese legato alla propria  terra. Sarà un nodo essenziale così come lo fu  ai tempi delle Repubbliche marinare Venezia, per la sua posizione strategica di collegamento fra i Paesi attualmente evoluti e quelli in via di sviluppo e per la sua capacità di attrazione. Io ritengo che se guidata bene la Puglia possa concretamente  diventare la Silicon Valley del futuro per le sue potenzialità, per l’influenza e la prossimità che essa avrà sui paesi del Mediterraneo, in grande espansione

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Oggi siamo ad un passo da un altro grande salto epocale, con le energie alternative rinnovabili, l'economia circolare e le reti veloci 5G. E a questo punto dovremo ridisegnare il mondo che conosciamo e gli oggetti intorno a noi, modificando il nostro modo di fare le cose.
Bari

di domanda e appetibili interlocutori rispetto alle sfide  tecnologiche. Credo si trovi strategicamente in una posizione assolutamente vantaggiosa, e sono convinto possa avere un grande futuro davanti. Lo dobbiamo credere fino in fondo anche per il valore delle intelligenze e per la qualità delle risorse e dei modelli di sua

gestione, che sono virtuosi e di grande esempio e ispirazione già oggi per tanti”.

Anche la sfida del PNRR in questo senso potrà accompagnare con investimenti strategici le azioni messe in campo da tutti gli stakeholders del territorio, nel segno di una leadership tecnologica e sostenibile a sostegno del cambiamento.

VISIONI CONDIVISE IN UNA GIORNATA COMUNE

Sul palco del Teatro Petruzzelli di Bari, il prof Vito Di Bari ha parlato alla grande squadra di Acquedotto Pugliese, nel corso di un evento di formazione interna, raccontando quello che sarà l’andamento di una comune giornata di noi tutti in un futuro non troppo lontano. Ha documentato quanto monitora, al fianco del suo team di collaboratori e ricercatori, con il suo osservatorio sulle tecnologie emergenti ed i progetti di R&D più avanzati nel mondo. Una occasione per condividere stimoli di riflessione anche nel contesto territoriale pugliese, interrogandosi rispetto alle sfide del cambiamento che tutti i players hanno di fronte, da gestire con visione, concretezza e proattività.

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Sostenibilità, Puglia modello per Università e Imprese

Più che una novità è una conferma: il 2023 sarà l'anno dell'innovazione sostenibile. Chiaro segnale della tendenza è l'indirizzo che i corsi di studio universitari hanno dato ai propri programmi e progetti, sempre più orientati a mettere a punto sistemi per ridurre le ripercussioni delle attività umane sull'ambiente e sulle persone. Il mondo accademico in questo modo riflette le necessità del settore imprenditoriale, ormai giunto alla consapevolezza che le azioni orientate alla sostenibilità rappresentano un investimento e non un costo. È quanto è emerso ad esempio da un'analisi svolta dall'Università Lum “Giuseppe Degennaro”.

“Lo scorso anno – ha spiegato il Rettore Antonello Garzoni – abbiamo condotto una ricerca con Confindustria Giovani Puglia per capire la propensione alla sostenibilità degli imprenditori del territorio. Sono tutti dell'idea che la sostenibilità sia un investimento imprescindibile. Inoltre abbiamo gestito a maggio la tappa pugliese del Salone dell'Innovazione nella camera di commercio con ottimi risultati in termini

di rapporti e progetti sviluppati. È chiaro ora come gli studenti e le imprese abbiano necessità di dialogare”.

Altro esempio è quello fornito dall'Università degli Studi del Salento che ha messo a punto una piattaforma on line grazie alle quale imprenditori e stakeholders possono osservare i dettagli e lo stato di avanzamento delle ricerche condotte dall'Ateneo.

“Abbiamo già prodotto ottimi risultati in questo senso – ha spiegato il Rettore di UniSalento, Fabio Pollice - come un progetto per il riutilizzo degli scarti ittici e un altro, brevettato, per per trasformare gli scarti della lavorazione della pelle in materiali rigenerati e riutilizzabili nel settore tessile”.

Il tessuto produttivo comincia dunque a prendere consapevolezza del fatto che la sostenibilità sia un'opportunità, tuttavia ciò non deve indurre a pensare che il risultato sia già stato ottenuto. È ancora il Rettore di UniSalento, Fabio Pollice, a spiegare come il lavoro sia ancora molto. “Abbiamo creato un corso in Sviluppo

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Sostenibile e Cambiamenti Climatici, in collaborazione con il CMCC (Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici). In questo caso però la risposta non è stata significativa, ma forse perché c'è un problema di interpretazione legato a questa nuova professionalità. Allora - ha concluso- dobbiamo fare uno sforzo per far comprendere alle istituzioni e alle imprese, ma anche agli studenti, che una figura capace di interpretare le necessità dell'ambiente è fondamentale all'interno di un'azienda”.

C'è ancora un altro aspetto da prendere in considerazione. Il concetto di Sostenibilità, anche alla luce del conflitto che sta sconvolgendo l'Europa, non può che essere legato al concetto di Pace. “Dobbiamo comprendere che senza pace non ci può essere sostenibilità”, ha sottolineato il rettore dell'Università degli Studi di Bari

A. Moro Stefano Bronzini in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico. “I corsi di studio infatti sono ora orientati a progettare la sostenibilità legata al futuro. Stiamo ampliando in questo senso i servizi agli studenti garantendo nuovi spazi di dialogo con le tante imprese che vogliono confrontarsi con noi”.

Esempio concreto sono le potenzialità della Blue Economy, ossia l'economia legata all'utilizzo delle risorse del mare in modo equo. A inizio anno è stato infatti sottoscritto un protocollo d'intesa tra l'Università degli Studi di Bari Aldo Moro e

la Società Italian Blue Growth, tra le principali in Europa del settore. Si tratta di un accordo finalizzato alla promozione della collaborazione in ambito di ricerca trasferimento tecnologico, innovazione e chiaramente formazione.

“Per quanto riguarda la Blue Economy abbiamo programmato più investimenti su ricerca e formazione che significa più dottorati di ricerca, più corsi di laurea legati alla sostenibilità, all’ecologia, alla tutela del mare. In questo percorso – ha dichiarato il Rettore dell’Università di Bari Stefano Bronzini – la collaborazione con IBG rappresenta un'ulteriore spinta alla crescita di un modello culturale ed economico che grazie alla ricerca e all’innovazione sia più sostenibile e rispettoso dell’ambiente”.

A inizio febbrario Uniba ha ospitato un incontro su scala nazionale per parlare del futuro delle Università. Si tratta del convegno GEO-CRUI. Tema centrale: le strategie da mettere in campo per lo sviluppo della qualità nella didattica universitaria. Il Convegno ha visto la partecipazione di alcuni importanti atenei italiani ed e' stato organizzato in continuità con il precedente confronto nazionale, tenutosi sempre all’Università di Bari nel 2018, con oltre 300 responsabili di 37 Atenei.

Collaborazione e sviluppo. Dopotutto i numeri parlano chiaro: nella sola città di Bari negli ultimi due anni sono approdate 10 “big” del mondo dell'innovazione digitale e del busi-

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Le università pugliesi e le imprese del territorio sono d'accordo che innovazione e sostenibilità debbano andare di pari passo con la formazione per essere un modello 'Puglia'.

ness dei servizi informatici. Nei prossimi mesi sono previste oltre 5mila assunzioni. E quindi occorre accelerare sulla formazione. Il rettore del Politecnico di Bari, Francesco Cupertino, è intervenuto in più occasioni per promuovere “la formazione di un Polo della ricerca e di una cittadella dell'innovazione”.

Ancora una volta si sottolinea la necessità di dar voce al coinvolgimento e alla partecipazione della società. Da qui nasce l'iniziativa de laboratorio “Riapro”, patrocinata dal Politecnico di Bari con tutte le Università pugliesi durante la pandemia. Allora c'era l'esigenza di riconvertire le produzioni per realizzare dispositivi di protezione individuale. L'iniziativa partita in un periodo emergenziale è e si ripropone di riconvertire l'industria verso attività più sostenibili. É stata quindi realizzata una rete di laboratori

all'interno dell'università pugliesi che possono dialogare soprattutto con le piccole e medie imprese del territorio per aiutarle a decifrare delle logiche, delle regole, che spesso non sono facilissime per loro, ad esempio la questione della certificazione del materiale sanitario.

“Questo tipo di problematiche si riflette nella quotidianità di molte delle imprese del territorio – ha spiegato ancora il Rettore- che forse anche per questo rimangono alcune volte tagliate fuori da alcuni processi che potrebbero permettere loro di affrontare magari anche mercati internazionali”.

Insomma nella corsa a un modello di sviluppo sostenibile la Puglia ha dunque tutte le carte in regola per giocare un ruolo di punta diventando un modello da imitare.

NUOVE FIGURE E COMPETENZE NELLA SQUADRA AQP

Acquedotto Pugliese alla fonte della gioventù tecnica e tecnologica, nel cuore del Politecnico di Bari, per individuare e selezionare giovani ingegneri da inserire nella sua grande famiglia. Nel mese di dicembre, la società partecipata ha organizzato un recruiting day, al quale hanno partecipato oltre 500 laureati in Ingegneria. “Un doppio filo lega il Poliba ad AQP – ha spiegato Francesco Cupertino, rettore del Politecnico – la scuola di ingegneria nacque a Bari proprio per sostenere lo sviluppo dell'Acquedotto Pugliese. Le necessità ora sono cambiate, basti pensare al tema della produzione di energia”. Nel prossimo futuro infatti la società partecipata si trasformerà in una multiutility, entrando quindi anche nel mondo dell'energia e dei rifiuti. “Per questo – ha dichiarato Domenico Laforgia, presidente di AQP – è per noi necessario individuare nuove figure con nuove competenze da inserire nella nostra squadra”. E tra le parole chiave di questa iniziativa c'è la parola “squadra”, perchè, come sottolineato da Francesca Portincasa, direttrice generale di Acquedotto Pugliese, “ormai abbiamo la certezza che da soli non si va da nessuna parte e in questa catena del valore fondamentali sono le soft skills di ciascun candidato: la capacità quindi di lavorare in team e di problem solving”. Tra le prove affrontate dagli ingegneri anche il gaming, una sorta di gioco digitale e interattivo, in grado di definire il profilo psicologico e caratteriale del candidato.

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WIKI LOVES PUGLIA

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É una delle passeggiate di Bari la protagonista della foto vincitrice di Wiki Loves Monuments (edizione pugliese), realizzata da Giuseppe Lorusso. Nella pagina seguente: Tramonto a Biccari, foto di Sergio Santamaria. A pp. 14-15: Tramonto sulla Cattedrale di Trani, foto di Sergio Santamaria.

Uno scatto per raccontare la bellezza della Puglia: anzi più di mille! É la magia compiuta dal concorso fotografico Wiki Loves Puglia giunto alla quarta edizione. Si tratta della costola locale del più grande concorso fotografico del mondo, Wiki Loves Monuments. Il contest pugliese è organizzato da Wikimedia Italia, Associazione Cine_fotografica Kaleidos Club con il contributo di Banca Popolare Pugliese e il patrocinio di Pugliapromozione e Regione Puglia. Sono state 1,838 le fotografie ritraenti oltre 960 monumenti dislocati in 70 comuni.

“Abbiamo cercato di raccontare e documentare i monumenti della Puglia, grazie all'impegno dei cittadini – ha spiegato Ferdinando Traversa, il coordinatore regionale per la Puglia di Wiki Loves Monuments – In totale oltre 4mila

foto. Le fotografie sono disponibili su Wiki media commons. A livello nazionale abbiamo vantato per tre anni i primi tre posti del podio, quest'anno i primi due”.

Wiki Loves Puglia è nato dall'iniziativa di Ferdinando Traversa nel 2019, quando frequentava la scuole medie a Bari e aveva ancora 13 anni. Un progetto ambizioso per un ragazzo capace da subito di guardare lontano. Il punto di partenza tuttavia resta la passione. Ferdinando ha voluto condividere con gli altri il suo amore per la fotografia cercando uno spazio per “liberalizzare” le immagini realizzate dagli appassionati nella sua città. Da una semplice chiacchierata l'iniziativa è stata notata dalle istituzioni e da fotografi professionisti. In pochi anni la costola locale del contest nazionale ha si è allargata a macchia d'olio, raggiungendo in sostanza tutti gli anfratti più suggestivi

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della regione. Monumenti, cammini, borghi, parchi naturali... il tutto raccontano da migliaia di occhi diversi nel più grande museo che esiste al mondo, quello del Web.

“Io ho mosso i miei primi passi su wikipedia nel 2012. Nel 2016 mi sono iscritto a wikimedia Italia e allora mi sono detto, perché non portarlo anche in Puglia che ha tantissimi monumenti di altissimo valore? E Quindi mi sono attivato. Abbiamo costruito questo concorso che si è rivelato un'iniziativa di alto valore per tutti. Abbiamo avuto il patrocinio della Regione Puglia e di Pugliapromozione. L'obiettivo è semplice: raccontare le nostre bellezze attraverso gli occhi dei cittadini, promotori in prima persona. Le fotografie sono disponibili per tutti attraverso Wikipedia e il suo database Wiki media commons, lì si riversano tutte le foto ”.

La qualità raggiunta dal concorso è da subito stata altissima. Il lavoro della giuria è infatti attento e meticoloso, come spiega Ennio Cusano noto fotografo di Bari e componente della giuria:

“Avendo fatto foto da una vita sappiamo bene i punti chiave di una foto: dalla luce alla post produzione. Ci sono tanti fattori. La prima selezione è molto rapida. Poi però diventa meticolosa. Uno dei fattori più importanti è che una foto deve emozionare, al di là della tecnica, deve dare qualcosa al lettore. La conoscenza del soggetto immortalato ha una minima influenza, sia in positivo che in negativo. Quest'anno il contest nazionale è stato vinto da una foto di Castel del Monte, è una bella foto. Ma noi pugliesi conosciamo bene il luogo, infatti nel contest regionale è stata premiata una foto inedita che lo ritrae dall'alto”.

La Puglia ha conquistato anche la classifica nazionale, nel 2022 incentrata sui manieri d'Italia. Il primo posto se l'è aggiudicato Castel del Monte. La giuria è stata ammaliata dallo scatto in bianco e nero di Cristina Paveri, ingegnere appassionata di fotografia del patrimonio storico e archeologico-industriale. L'immagine racconta un'affascinante gioco di luci e ombre. Vincitore del contest pugliese è stato Giuseppe Lorusso, con l'opera “la pioggia colorata”. Im-

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mortala il dettaglio di uno degli iconici lampioni del lungomare di Bari durante una passeggiata sotto la pioggia.

“Ho l'abitudine, specialmente il sabato – ha spiegato Giuseppe – di attraversare Bari vecchia di mattina. Quella mattina ero solo e pioveva molto. I lampioni erano accesi e ho pensato: scattiamo. È stata una foto fatta d'istinto, come sono la maggior parte delle mie foto. Io non vado alla ricerca dello scatto perfetto, come come in quel caso. Ciò che ne è venuto fuori alla fine è stato un pensiero: il nostro bellissimo lungomare riesce a rendere colorata anche una brutta giornata di pioggia! Anzi rende colorata persino la pioggia”.

Da Bari a Lecce per il secondo posto. Stavolta il bianco e nero della Chiesa di San Matteo e il suo parroco, ritratti da Alfonso Piccareta, raccontano il passato proiettato verso il futuro in un melange tra nostalgia e futuro. È la bellezza

del “Tramonto sulla cattedrale di Trani” ritratta da Sergio Santamaria a conquistare il terzo posto del concorso regionale. Un'atmosfera che porta lo spettatore indietro nel passato dove il porto della città segna l'ideale confine tra cielo e mare.

La magia di Wiki Loves Monuments è quella di restituire sguardi autentici e innovativi della quotidianità che ci circonda. Castel del Monte, che come si diceva ha conquistato la vetta della classifica nazionale, è anche il soggetto immortalato dal fotografo, e presidente dell'associazione Foto Digital Puglia, Domenico Belfiore. Il suo sguardo ha volato alto, grazie all'utilizzo di un drone.

“Questa immagine – ha spiegato – dal titolo “Castel del Monte la corona di Puglia” è stata realizzata con un drone, oggigiorno è diventato comunque uno strumento fondamentale per tutti coloro che si vogliono occupare di

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Castel del Monte la corona di Puglia, foto di Domenico Belfiore. Nella pagina seguente: Il castello in una cornice naturale, foto di Teodoro Savina. A pag. 2 : Torre di Torre Specchia Ruggieri, foto di Raffaele Martano.

fotografia paesaggistica. Lo scopo è, attraverso il drone, di mostrare le fotografie con un punto di ripresa diverso da quelli tradizionali. Lo scatto è stato realizzato durante le prime ore del giorno… dal castello si nota la strada che circonda tutte le geometrie perfette del maniero. La bellezza di questo concorso è che ci permette di raccontare il nostro patrimonio culturale in modo personale praticamente a chiunque nel mondo. Sono venuto a conoscenza di Wiki Loves attraverso la FIAF, che è anche promotrice del concorso”.

La FIAF, Federazione italiana associazioni fotografiche, è la più grande realtà associativa d'Italia per gli appassionati di fotografia.

A Spiegare lo spirito con cui la FIAF ha appoggiato il progetto è Tiziana Rizzi, delegata regionale:

“Il nostro obiettivo è promuovere la fotografia in pieno spirito collaborativo. La Fiaf è partner di Wikipedia anche a livello nazionale sin dalla prima edizione del concorso fotografico. Assieme a Ferdinando, qui in Puglia, abbiamo organizzato non solo il concorso ma anche le “Wiki gite”, escursioni collettive per scoprire i luoghi che poi fotografiamo. Da San Severo a Grottaglie, Brindisi, Bari ovviamente, e poi ancora a Monopoli... abbiamo coperto un po' tutta la Puglia cercando di far conoscere e di diffondere la fotografia del territorio. Il vero piacere è quello di fare rete con le altre associazioni”.

L'attività degli appassionati non ha una valenza esclusivamente “estetica”. Nel tempo Wiki Loves Monuments ha permesso infatti di realizzare un vero e proprio archivio dei monumenti. Diventa quindi una vera e propria fonte storica.

"La documentazione è molto importante –conferma Tiziana Rizzi – perché il territorio cambia negli anni. Quindi avere una documentazione è una cosa importante da un punto di vista più pratico della tutela del territorio. La nostra attività ci permette di inserire il monumento o il paesaggio in un contesto sociale e soprattutto storico”.

A fine 2022 la mostra degli scatti vincitori Wiki Loves Monuments Puglia è stata ospitata

a nel salone del palazzo della città metropolitana di Bari. A gennaio di quest'anno invece l'esposizione è arrivata a Brindisi, nelle sale del Palazzo Granafei-Nervegna, riscuotendo in ogni tappa ampio successo di visitatori, appassionati e curiosi.

È già tempo di pensare alla prossima edizione, che come di consueto si svolgerà per tutto il mese di settembre. La partecipazione è chiaramente gratuita e aperta a tutti. Basta soltanto caricare sul sito wikimedia commons la propria fotografia. Quelle relative alla Puglia saranno poi vagliate dalle giuria e dagli altri “wikimediani” entrando automaticamente in concorso anche nell'edizione nazionale e, qualora selezionate, in quella internazionale. Non resta altro che preparare gli obiettivi!

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POLIGNANO DA VIVERE 365 GIORNI L'ANNO

Panorami meravigliosi, mare cristallino e cibo eccellente: Polignano a mare è uno dei luoghi più accogliente del mondo (11esima edizione dei Traveller Review Awards).

© Franco Cappellari

il contagocce

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Sono i metri cubi giornalieri di acqua potabile che potranno essere trattati dal dissalatore delle sorgenti del fiume Tara. L'impianto ultratecnologico rappresenta un'opera strategica per il territorio, ideata per produrre ogni giorno l'equivalente del fabbisogno idrico di 385mila persone, vale a dire un quarto della popolazione della Penisola Salentina tra le zone più a rischio idrico della Puglia. La realizzazione del dissalatore permetterà di acquisire una nuova fonte, autonoma e alternativa, per l’approvvigionamento di acqua. Altro aspetto da valutare è la possibilità di ridurre i consumi elettrici. Utilizzando acqua salmastra al posto di quella marina sarà ridotto il consumo di energia. L’opera sarà il primo moderno dissalatore idropotabile di grandi dimensioni della Puglia e sorgerà nei pressi dell’impianto di presa delle acque del Tara. Con la sua realizzazione si potrà far fronte all’incremento delle richieste estive e ridurre nel contempo il prelievo della risorsa dai pozzi, contribuendo al miglioramento dello stato delle falde sotterranee.

GOCCIA DOPO GOCCIA

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Gooccia dopo goccia, l'acqua con la sua forza e tenacia, con la sua pazienza e determinazione, ha dato vita ad un mondo incantato, meraviglioso, luccicante, che nel corso degli anni ha ammaliato migliaia di persone. Le Grotte di Castellana, scavate nella roccia proprio dall'acqua, hanno infatti origini antichissime. Risalgono al periodo del Cretaceo, quindi circa cento milioni di anni fa,  quando la Puglia era sommersa da un antico mare nel quale vivevano vaste colonie di molluschi e vegetali marini.

“La prima grotta è quella più grande con i suoi 60 metri di altezza, 100 metri di lunghezza e 50 di larghezza, è l'unica caverna aperta delle Grotte di Castellana – ha spiegato Loredana

Romanazzi, speleologa – Migliaia di anni fa la volta è collassata, permettendo così alle grotte di connettersi con il mondo esterno”.

La “Meraviglia d'Italia”, così come sono state definite dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso della sua visita in occasione degli 80 anni delle Grotte di Castellana, sono state scoperte solo nel 1938, dallo

speleologo lodigiano Franco Anelli. Prima infatti non c'erano né i mezzi né gli strumenti per potervi accedere.

“Il percorso nelle grotte – ha spiegato ancora Loredana Romanazzi – si sviluppa per circa 3 km ad una profondità media di 70 metri, ma gli speleologi attraverso dei pozzi interni, hanno raggiunto persino una profondità di 128 metri. Uno dei limiti delle grotte pugliesi è infatti la presenza eccessiva di anidride carbonica, che non permette agli speleologi di andare più in profondità”.

Passando di grotta in grotta, circondati da stalattiti e stalagmiti, si può percepire anche come vi sia un cambiamento nella temperatura. La prima gotta, chiamata anche grave, ha infatti una temperatura variabile, avendo un'apertura sulla volta, nelle altre grotte invece la temperatura resta costante e si aggira intorno ai 17 gradi.

E sono davvero tante le concrezioni particolari che affascinano i visitatori lungo il percorso, come la grande colonna di 12 metri, che si trova in alto nel “Cavernone dei monumenti”, il luogo dove terminò la prima discesa di Franco Anelli. La colonna, che poggia entrambe le

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estremità alla parete, si allontana però nella parte centrale e questa sua posizione fa capire come sia stabile il territorio da un punto di vista sismico. “Se ci fosse una forte scossa di terremoto – ha precisato la speleologa – questa sarebbe la prima struttura a collassare”.

Un luogo davvero magico, a tratti scintillante, che meraviglia e stupisce per le forme e per i colori che qui si possono ammirare.

Ma come si formano stalattiti e stalagmiti?

“L'acqua piovana, dopo aver incontrato l'anidride carbonica, attraversa la roccia calcarea, assorbendone il carbonato di calcio – ha spiegato Loredana Romanazzi - Quando poi l'acqua arriva in uno spazio vuoto, avviene un processo inverso, la gocciolina staccandosi dalla roccia, deposita nuovamente il carbonato di calcio, formando così la stalattite. Se cadendo avviene lo stesso fenomeno, si forma la stalagmite. In questo caso, dall'unione di que-

ste concrezioni prendono forma le colonne. Ci sono poi altre strutture particolari, le cortine, che si sviluppano quando l'acqua non cade perpendicolarmente dalla volta della caverna, ma si lascia scivolare su una parete inclinata. Le cortine possono crescere di un centimetro ogni 100 anni, mentre le stalattiti un centimetro ogni 50 anni”.

Un tempo quindi lunghissimo, proprio per questo ogni visitatore è chiamato a rispettare questo luogo, non toccando queste strutture, perchè come precisato dalla speleologa, “il grasso delle mani potrebbe renderle impermeabili, ponendo fine al processo di accrescimento”.

È quindi un luogo che va tutelato e protetto, perchè si tratta di un vero e proprio ecosistema che cresce e respira millennio dopo millennio, e nella cui pancia vivono alcune specie di animali, in primis i pipistrelli che qui trascorrono anche il proprio periodo di letargo, e poi altre

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Le Grotte di Castellana sono state definite la Meraviglia d'Italia: un percorso lungo tre km ad una profondità di 70 metri.

specie chiamate troglobi, esseri viventi non abituati alla luce del sole e per questo ciechi e depigmentati, che potrebbero risentire in maniera negativa di eventuali variazioni interne alle grotte, causati proprio dai profondi cambiamenti climatici che stiamo vivendo. Si tratta infatti di specie animali cavernicole, e nuove generazioni di organismi che si sono adattate alla difficile vita ipogea e che in grotta sono riuscite a trovare un ecosistema che li ha protetti dall’estinzione.

All'interno delle caverne grazie alla guida di speleologi e studiosi è possibile anche ricostruire la storia della terra. Un esempio è il cosiddetto “Corridoio del deserto”, ovvero una grande faglia, creatasi a seguito di un violento terremoto precedente alla formazione delle caverne stesse, che ha provocato una profonda spaccatura nella roccia, dove l'acqua si è poi insinuata dando vita alle grotte.

Al termine del lungo percorso alla scoperta di questa meraviglia tutta pugliese, si giunge infine nella famosa Grotta Bianca, a 72 metri

di profondità, dove si è quasi abbagliati dalla lucentezza e dallo splendore candido delle concrezioni qui presenti. Fu scoperta nel dicembre del 1939 dallo speleologo castellanese Vito Matarrese, che nel corso di una esplorazione, giunse davanti ad una parete, vicino la quale la fiammella del suo caschetto iniziò a muoversi in maniera importante, facendogli intuire che dietro quella parete, ci fosse uno spazio vuoto. Decise così di abbatterla con il suo piccone, scoprendo la meravigliosa Grotta Bianca. “Qui ci sono conformazioni particolari – ha raccontato Loredana Romanazzi – le concrezioni a pannocchia, che si formano perchè al centro hanno una forte presenza di ossido di ferro che permette all'acqua di rimanere aggrappata, anche per via della forte umidità, qui infatti – ha concluso – siamo intorno al 99% di umidità relativa e quindi la cristallizzazione dell'acqua avviene in maniera strana ”. Le Grotte di Castellana, nel corso degli anni, sono state visitate da migliaia di persone, tra queste numerosissimi sono stati i visitatori il-

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All'interno delle caverne è possibile ricostruire la storia della Terra. Ogni anno questo gioiello naturale attira migliaia di turisti.

lustri, come Luigi Einaudi, Aldo Moro, Enrico Mattei, Gina Lollobrigida, Silvana Pampanini, Margareth d’Inghilterra e Tito Schipa. Ma anche il mondo del cinema non è rimasto indifferente al fascino esercitato da questo luogo magico, dove nel corso degli anni sono stati girati otto lungometraggi. Ogni anno, sempre più, le grotte registrano numeri importanti nel flusso turistico. “Quest'anno – ha raccontato Francesco Manghisi, presidente delle Grotte di Castellana srl – abbiamo rilevato una percentuale maggiore nel numero di turisti stranieri che hanno deciso di visitare questi luoghi. Sono arrivati dalla Francia, dalla Danimarca, dalla Svezia, dal Canada e dagli Stati Uniti. Un luogo – ha proseguito il presidente Manghisi – che attrae ogni anno non solo i turisti ma anche famiglie e scolaresche, queste ultime dopo il periodo di pandemia, stanno finalmente tornando. Infatti, qui si organizzano non solo visite guidate, ma anche laboratori coordinati dalle nostre guide. Infine, nelle grotte organizziamo numerosi eventi culturali, penso ad esempio al presepe vivente nel mese di dicembre o allo spettacolo Hell in the cave, la divina commedia nelle grotte, uno spettacolo

straordinario”. Ma ci sono anche eventi dedicati, come le speleo family, adatte a tutta la famiglia, e le speleo night, per coloro che desiderano scoprire le grotte di notte e con poca luce. Insomma, un luogo adatto davvero a tutti, infatti esistono visite e percorsi specifici per permettere ai portatori di disabilità di poter godere appieno di così tanta bellezza e meraviglia. Le Grotte di Castellana non hanno però ancora rivelato tutti i loro segreti e misteri. Una depressione alla base della parete nord della caverna, scoperta in seguito a dei lavori di ripulitura dell’abisso della Grave, lascia infatti intuire che ci possano essere nuovi angoli da scoprire e nuove cavità da esplorare. Inoltre, alcune ricerche geofisiche di superficie hanno persino consentito d’ipotizzare l’esistenza di nuove diramazioni, che partirebbero proprio dalla voragine iniziale. Un luogo quindi che ha ancora tanto da raccontare alle generazioni presenti e soprattutto a quelle future, per questo è nostro compito proteggerlo e tutelarlo, affinchè possa continuare ad essere conosciuto nel mondo e possa continuare a far sognare tutti coloro che hanno la fortuna di scoprirlo.

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ARTE CULTURA BELLEZZA

SOTT ACQUA

Riportare le reti alle condizioni iniziali di funzionamento, prevenire le esondazioni e quindi tutelare il mare: sono gli obiettivi principali dell'ampio intervento che a partire da settembre dello scorso anno Acquedotto Pugliese ha eseguito nella città di Bari. Entrando nello specifico si tratta di operazioni di disincrostazione e di pulizia delle tubazioni delle reti fognarie. I primi interventi sono stati eseguiti nella frazione di Bari Santo Spirito dove per molto tempo si sono verificati dei fenomeni di esondazione soprattutto in concomitanza con le piogge abbondanti.

Un problema che è stato risolto poiché le operazioni di pulizia hanno permesso di ripristinare la portata originale delle tubature. Successivamente i lavori si sono concentrati nell'area di San Giorgio e quindi nelle frazioni a sud di Bari. Il programma è ampio e riguarda tutta la città. Con l'inizio del nuovo anno infatti le operazioni hanno riguardato i quartieri centrali del Murattiano, Madonnella e naturalmente del lungomare.

Si tratta di un progetto innovativo, condotto da AQP in modo sperimentale. Le operazioni di ispezione, disincrostazione e pulizia sono infatti svolte in telecontrollo attraverso la tecnica no-dig. Il tutto è reso possibile dall'utilizzo di un robot che viene calato all'interno delle tubature e restituisce in tempo reale la condizione delle condotte. Si tratta della prima macchina di videoispezione di cui si è dotato Acquedotto Pugliese. Questo tipo di tecnologia permette di velocizzare le operazioni e soprattutto riduce gli impatti sul territorio e il disagio ai cittadini. Non viene infatti intaccato il manto stradale.

“Nell'ultimo periodo – ha spiegato l'ingegner Piervito Lagioia manager della Struttura Territoriale Operativa Bari-Bat - la città di Bari è interessata da importanti investimenti sulla rete fognaria. Stiamo inoltre preparando il varo della nuova condotta sottomarina di Bari Ovest e nel frattempo si procede con la progettazione esecutiva della condotta Bari Est. A breve saranno avviati i lavori per la seconda premente dell'impianto di sollevamento di Torre del diavolo”.

Le reti idriche fognarie insomma sono al centro della programmazione dell'Autorità Idrica Pugliese che per il 2023 ha previsto una spesa pari a 57 milioni su tutto il territorio pugliese.

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NO-DIG, UN ROBOT CHE PULISCE LE FOGNE
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PROSPETTIVE WATERFRONT

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Ibaresi e il mare, una lunga storia d'amore, rinsaldata da un nuovo modo di pensare il waterfront. Ad accorciare ulteriormente le distanze, interventi di riqualificazione, indispensabili per rinnovare l'antico legame. Nella seconda metà del mese di febbraio 2023, partiranno interventi che riguarderannoil tratto di costa di fronte la città vecchia. In particolare, dalla Basilica di San Nicola fino al molo intitolato al santo patrono. Un intervento di 22milioni e mezzo di euro, che prevede in primis la riqualificazione del molo Sant'Antonio, con la demolizione e la conseguente ricostruzione della struttura lì presente, il potenziamento e l'allungamento dei frangiflutti, per smorzare la forza delle onde che, specialmente nelle giornate di mare mosso, si abbattono sul molo stesso. “Questo intervento – ha spiegato

Giuseppe Galasso, assessore ai Lavori Pubblici di Bari – permetterà a turisti e residenti di fruire maggiormente di questo luogo, dove sarà presto realizzato un nuovo locale di circa mille metri quadri, dove sarà realizzato il museo del mare, con accesso ad una terrazza panoramica che offrirà una vista unica e meravigliosa sulla città”. I lavori proseguiranno poi nella zona del Teatro Margherita e sul molo San Nicola, co-

nosciuto dai baresi come “N-dèrr'a la lanze”; qui sarà salvaguardato il punto di ritrovo della movida barese già presente, verrà inoltre interamente riqualificato il pergolato già esistente e saranno realizzati dei locali per permettere ai pescatori di continuare a commercializzare il pesce crudo, come vuole la tradizione folkloristica barese.

Un secondo importante intervento, i cui lavori inizieranno concretamente entro la fine del 2023, riguarda la costa a sud del capoluogo pugliese. Un intervento finanziato interamente dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con un importo complessivo di 86 milioni di euro. “Complessivamente – ha spiegato l'assessore Galasso – con questi lavori andremo a riqualificare il tratto di costa compreso tra la spiaggia cittadina di Pane e Pomodoro e il quartiere Sant'Anna, anche se il masterplan originario arriva fino a Lama San Giorgio. Si tratta – ha proseguito Giuseppe Galasso – di un territorio che è stato suddiviso in sei lotti di progettazione ed esecuzione”. Nel dettaglio, sarà realizzato il parco litoraneo “Pane e Pomodoro” e quello di “Torre Quetta”; il parco litoraneo “Torre Carnosa” e il parco “Valenzano”, dove si procederà ad una rinaturalizzazione dell'alveo della lama. Tra i sei lotti

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c'è anche il parco “Agricolo Reticolare”, dove si procederà alla realizzazione di orti urbani, nuove piantumazioni e piste ciclabili e pedonali. Infine, il parco “Bellavista”, che comprende l’area attualmente occupata dall'omonimo centro sportivo e la linea ferroviaria esistente, quest'ultima sarà del tutto smantellata per ricucire e rinsaldare il rapporto tra i residenti e il mare. In questa zona saranno implementate le attrezzature sportive e saranno realizzate piste ciclabili e pedonali.

Infine, un terzo grande intervento sulla costa barese, in qualche misura inserito nel progetto Costa Sud, riguarderà il tratto di costa di Pane e Pomodoro. “Questo tratto verrà infatti ripensato ed esteso – ha spiegato ancora l'assessore ai Lavori Pubblici - L’intervento di trasformazione del litorale a sud non si limita agli aspetti fisici o ambientali, ma mira ad una riqualificazione sociale, con lo sviluppo di un’autentica socialità del mare”. In particolare, il progetto prevede una sostanziale riqualificazione del tratto costiero tra le due spiagge

pubbliche cittadine: lungo l’arenile verranno realizzate delle ampie aree pavimentate, completamente drenanti. Saranno inoltre realizzati due nuovi chioschi in legno che ospiteranno bar, punti ristoro o edicole con l’obiettivo di migliorare l’attuale offerta. Ancora, l’area ora utilizzata a parcheggio verrà resa drenante e, nella parte a ridosso del mare, verranno eliminati i posti auto per lasciare spazio ad un’ampia zona sportiva che prevede la realizzazione di un campo da calcio a 5, tre campi da beach tennis, beach volley e due da paddle oltre a un'ampia zona attrezzata con macchine per esercizi a corpo libero. Sarà inoltre realizzato un parcheggio protetto per bici e monopattini e una stazione di bike sharing, oltre ad una pista ciclabile affiancata a un percorso fitness che, partendo dalla spiaggia di Pane e Pomodoro, raggiungerà l’ingresso di Torre Quetta. Più spazio quindi allo sport ma anche al verde, con la piantumazione di piante e arbusti tipici della macchia mediterranea in linea con quelle già esistenti.

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Un grande progetto per la città di Bari finanziato per 75 milioni di euro (fondi Pnrr) suddiviso in sei grandi aree verdi.

Il restyling del waterfront di Bari non sarà di certo l'unico in Puglia. Anche la città di Taranto infatti sarà presto interessata da lavori di riqualificazione. Città dei due mari. E due sono le aree di intervento, appunto, per il Mar Grande e per il Mar Piccolo. Riqualificazione a ogni livello, perché della risorsa acqua la città sta facendo la chiave di volta per creare nuovi indirizzi di sviluppo economico che siano alternativi alle logiche legate alla sola monocultura dell'acciaio. La blue economy è il chiodo fisso dell'amministrazione Melucci, la quale ha indirizzato la città verso una svolta culturale, sociale, ambientale. A tutto questo servirà anche il nuovo affaccio sul mare, spiega l'assessore ai Lavori pubblici, Mattia Giorno: "I lavori sono coordinati e monitorati dall'assessorato all'Urbanistica, di cui ha delega il sindaco. Noi seguiamo il suo indirizzo politico e facciamo sì che sia seguita una linea. Ci sono due waterfront in Città vecchia: Mar Grande e Mar Piccolo. Il primo vede un sistema di progettazione che va avanti con l'Autorità di Sistema Portuale del

Mar Ionio. Lì stiamo incastrando due tipi di cantieri: quello delle mura aragonesi e quello del waterfront stesso. L'intervento per il Mar Piccolo è diviso in tre lotti. I primi due sono stati già aggiudicati: parliamo dell'area che va dal canale alla chiesa di San Giuseppe, divisa nei lotti 1 e 2, e per i quali i lavori di riqualificazione sicuramente partiranno per il 2023. Poi c'è l'ultimo lotto che finisce alla pensilina Liberty e che invece è in fase di progettazione, quindi nel 2024 abbondante saremo in grado di partire e completare tutto il waterfront mar Piccolo". Il progetto è ambizioso perché coinvolgerà la Città vecchia: "Parliamo di una zona tra le più simboliche per lo sviluppo di Taranto, per la quale ci sono cantieri per oltre centocinqunta milioni, che supereranno i duecento milioni – prosegue Giorno – Città vecchia non è semplicemente un quartiere, un centro storico come nelle altre realtà, ma si consideri che era una città con più di trentamila residenti". Quanto al waterfront Mar grande, più nel dettaglio, sedici milioni sono stati finanziati dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità

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Anche Taranto avrà un suo nuovo waterfront. Un'operazione dalla doppia valenza: restituire ai tarantini un grande polmone verde e attirare turisti.

Sostenibili. Sedici milioni che si aggiungono ad altrettanti garantiti dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio, con cui il progetto è stato ideato e realizzato in piena pandemia. Finanziamenti grazie ai quali l'affaccio su Mar Grande, che va da Porta Napoli alla fine del lungomare Vittorio Emanuele III, cambierà radicalmente volto.

"Questo intervento – dichiara il sindaco, Rinaldo Melucci – restituirà il rapporto della città storica con il Mar Grande, consentendo

la fruizione di spazi fino a oggi preclusi, ma di assoluto fascino, come la linea di costa ai piedi delle Mura Aragonesi in Città Vecchia". Un'accelerata agli interventi di riqualificazione degli affacci sul mare sarà dettata anche dalla scadenza dei XX Giochi del Mediterraneo nel 2026, con la realizzazione anche della nuova piscina olimpionica che sarà prospisciente proprio il Mar Grande. Un percorso che conferma il claim dettato da una amministrazione che parla di Taranto Città di mare.

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Parole come gocce

IL LIBRO DELL'ACQUA E DI ALTRI SPECCHI

AUTORE: Nadeem Aslam

EDITORE: Add editore

PAGINE: 408 pagine

EURO: 18,00

Un segreto inconfessabile, capace di mettere a repentaglio la vita di chi lo nasconde, ma che può al tempo stesso svelare la reale natura dell'essere umano. Su questa base si costruisce la delicata e fitta trama raccontata dalla penna di Nadeem Aslam nel romanzo “Il libro dell'acqua e di altri specchi” edito in Italia nel 2019 da Add Editore. Nadeem Aslam è nato in Pakistan nel 1966, ma è stato costretto a fuggire all'età di 14 anni poiché suo padre era considerato un dissidente politico. La storia è ambientata proprio in una città fittizia del Pakistan, Zamana, e racconta la storia d'amore di Nargis e Massud. Sono due architetti uniti da un sentimento che nel tempo è stato capace di superare ogni avversità. Nargis ha però tenuto nascosto al marito un segreto forse più grande di lei: è infatti nata cristiana con il nome di Margaret, ma nel tempo si è finta musulmana. Una maschera le ha salvato così la vita. L'esistenza di Nargis va in frantumi quando Massud resta ucciso in uno scontro a fuoco. È solo l'inizio di una terribile parabola di eventi tragici. Senza alcuna spiegazione dai minareti della città qualcuno inizia a raccontare i peccati, i segreti e le dissolutezze degli abitanti di Zamana. La vera identità di Nargis è quindi in pericolo e sarà costretta a fuggire nuovamente. L'acqua fa da cornice al racconto, nella descrizione delle suggestive ambientazioni e soprattutto come grande metafora dello specchio naturale, di fronte al quale ogni uomo è costretto a camuffarsi per sopravvivere. Nadeem Aslam racconta quindi di amore, ma anche della corruzione, della resistenza e del terrore dello spirito umano. Un romanzo dalla potente forza evocativa capace di rompere il muro della solitudine dietro al quale ogni persona si nasconde.

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