Centri Media & Concessionarie
Smart Working
Il giusto mix fra ‘presenza’ e ‘distanza’ L’effetto più dirompente della pandemia è spesso identificato con il balzo in avanti del processo di digitalizzazione degli italiani, che nel momento in cui è stato necessario ricorrere allo smart working non si sono fatti trovare impreparati o si sono organizzati in tempi sorprendentemente rapidi. Ma quali saranno le implicazioni di lungo periodo sull’organizzazione del lavoro nella ‘nuova normalità’? L’ambiente della comunicazione era già profondamente cambiato negli ultimi anni: il riferimento non è tanto al ‘mood’ o al ‘sentiment’, quanto al vero e proprio ‘layout’ di gran parte delle sedi di agenzie e concessionarie. Molte di loro avevano già avuto tempo e modo di sperimentare procedure e condizioni di lavoro meno ortodosse del classico ‘9-to-5, ciascuno dietro alla sua scrivania’. Ma un conto sono test ed esperimenti, ben altro è trovarsi da un giorno all’altro obbligati a lavorare da casa. Con il sali-scendi del numero dei contagi e della diffusione del Coronavirus, risulta a tutt’oggi impossibile sapere o prevedere se e per quanto siano destinate a rimanere le misure con cui il governo ha effettivamente imposto lo smart working fin dai mesi del primo lockdown primaverile – misure inizialmente draconiane, poi allentate, poi di nuovo stringenti col susseguirsi dei DPCM. Certo è che dallo scorso mese di marzo sono ben poche le aziende che hanno riaperto ‘come prima’, e in attesa di una nuova normalità, ancora lontana dal realizzarsi, non ci si può non domandare quali saranno gli effetti di lungo periodo di un simile scenario. E se molti auspicano un pieno ritorno alla normalità ‘pre-Covid’, altrettanto numerosi sono quelli che manifestano l’intenzione di proseguire, a volte definitivamente, con la modalità
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di lavoro in remoto. Ma lavorare da casa è davvero così ‘smart’ per un settore che vive di relazioni e di idee che necessitano di teamwork e di confronto continuo? Sono possibili e desiderabili soluzioni ‘ibride’? Quali rischi e quali benefici ci si possono attendere da questo punto di vista? Come gli operatori si stanno adattando e quali nuove opzioni stanno considerando?
Alessandro Loro IGPDecaux Smart working non vuol dire semplicemente lavorare ‘da casa’ ma ‘da dove ti serve in quel preciso momento’. Qualcuno lo ha infatti più correttamente ribatttezzato ‘Everywhere working’. Inoltre, dal punto di vista della definizione giuridica, non stiamo neppure parlando di ‘telelavoro’, che è una situazione in cui non solo si lavora da casa ma in cui alle persone sono stati dati compiti definiti, le si è dotate di una strumentazione idonea, sono controllate in quello che fanno… E questo spesso non si è potuto applicare allo ‘smart working’ come è stato inteso in questi mesi. Sono convinto che si dovranno trovare per forza di cose soluzioni ibride: in un’attività di vendita come quella pubblicitaria, in cui, a volte, si parla di centinaia di