Centri Media & Concessionarie
UPA/UNA/FCP
Una guida condivisa per gare media ‘migliori’ L’intesa in 20 punti siglata alla fine dello scorso anno da UPA, UNA e FCP sulla gestione delle gare media intende rappresentare un salto di qualità sotto il profilo della trasparenza, dell’efficacia e dell’efficienza: ma le raccomandazioni sono ‘non vincolanti’ e richiedono a tutti gli attori della filiera l’adozione di comportamenti responsabili, ma che ancora faticano a diventare ‘regola’. Presentate inizialmente lo scorso dicembre, le ‘Linee guida per la gestione delle gare media’ messe a punto e controfirmate dalle tre associazioni più rappresentative della filiera pubblicitaria italiana – UPA per i clienti, UNA per le agenzie, FCP per le concessionarie – si propongono come uno strumento fondamentale per rendere il processo di gestione delle gare più efficace e più efficiente: ancor di più in un momento in cui il mercato soffre il fortissimo calo di investimenti causato dalla pandemia, facendo riemergere problematiche come la ‘caccia allo sconto’ e la ‘tentazione dei DN’ che nei 20 principi condivisi sono invece discussi e chiariti per tutte le parti in causa. In occasione del webinar organizzato lo scorso luglio per illustrare i dettagli dell’iniziativa, tutti i firmatari si sono dichiarati ottimisti sulla sua applicazione, confermando le buone intenzioni e la voglia di non lasciare solo sulla carta un protocollo che potrebbe innescare un circolo virtuoso di cui il mercato avrebbe, oggi più che mai, estremo bisogno. Con la piena consapevolezza che, pur non essendo vincolanti (non sarebbe giuridicamente ammissibile prevedere alcun tipo di misura punitiva per chi non le rispettasse), la vera ‘sanzione’ non scritta è il rischio di distruzione dell’intero mercato. “Stiamo cercando di uscire da una fase economica a dir poco delicata – ha dichiarato in quella occasione Lorenzo Sassoli de Bianchi, Presidente UPA –, in cui fare bilanci
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Lorenzo Sassoli De bianchi, Presidente UPA
e previsioni è impossibile: i consumi soffrono e cresce il risparmio degli italiani, perché sono prudenti ma anche perché manca fiducia nel futuro. Un’incertezza che ha forti ricadute anche sugli investimenti pubblicitari: quasi tutte le aziende li hanno tagliati, le pianificazioni sono frammentate, i ritorni sempre più difficili da calcolare e la visibilità è molto ridotta. Di conseguenza diventa centrale la ricerca di efficacia degli investimenti e la gestione dei budget e il controllo delle pianificazioni assumono ancora più importanza”.