ISSN 2612-5595
Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, LO Brescia
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Rivista bimestrale di ANCE Brescia
FOTOVOLTAICO? TRASFORMA L’ENERGIA IN GUADAGNO IMMEDIATO PER LA TUA AZIENDA SCEGLIENDO IL FOTOVOLTAICO POTRAI RIDURRE IMMEDIATAMENTE I COSTI PER L’UTILIZZO DELL’ENERGIA ELETTRICA E GUADAGNARE PRODUCENDO ENERGIA PULITA. Forte dell’esperienza decennale maturata nell’installazione di sistemi fotovoltaici per conto delle migliori ditte italiane del settore, la Gandellini Beniamino si pone oggi in prima persona nella realizzazione di impianti fotovoltaici per l’industria nazionale. Professionalità, puntualità nel servizio, competenza e innovazione rendono ogni lavoro garantito e certificato.
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Editoriale / 1
Superbonus: si sblocchi la liquidità e si faccia chiarezza Il Superbonus è stato certamente accolto positivamente dal settore delle costruzioni, pesantemente provato da 12 anni di crisi. Un’occasione che ha permesso di rimettere mano a un patrimonio vetusto, energivoro e poco sicuro dal punto di vista della sismoresistenza. Al posto di valorizzare però quanto intercorso in questi due anni di bonus edilizi, si sta entrando in un tunnel pericoloso, minato su più fronti da criticità e continui cambiamenti normativi, frutto di un’incertezza legislativa che non giova né all’economia del Paese né ai cittadini. Un esempio: il blocco della cessione dei crediti che, da ormai diversi mesi, sta mettendo al muro le imprese, oggi a rischio fallimento, con un possibile effetto domino sull’intera filiera, che coinvolge anche lavoratori, famiglie e committenti. Insieme agli enti bilaterali e alle sigle sindacali di categoria, la nostra Associazione ha espresso una forte preoccupazione per le pesanti ripercussioni sulle imprese edili, oggi private della possibilità di monetizzare il proprio cassetto fiscale pieno di crediti. Milioni di imprese si trovano in una strada senza via d’uscita, impossibilitate ad acquisire nuove commissioni e con la necessità di ottenere subito liquidità per pagare fornitori e lavoratori. I dati bresciani confermano la complessa e allarmante situazione. Dai dati raccolti ed elaborati dall’Ufficio Studi del Sistema Ance Brescia, basatosi su un significativo campione di imprese, il mercato potenziale riferito alle agevolazioni edilizie nella nostra provincia è pari a 1,7 miliardi di euro. I lavori eseguiti ammontano a 480 milioni, mentre sono pari a 250 milioni i lavori potenziali i cui committenti e/o NEL 2021 IL SETTORE DELLE proprietari di immobili non parrebbero COSTRUZIONI HA DETERMINATO IL 33% DELLA CRESCITA DEL SISTEMA interessati o non possono procedere per PRODUTTIVO BRESCIANO, A RIPROVA difficoltà tecniche. Ci sono poi cantieri DEL FATTO CHE IL COMPARTO, CHE per 970 milioni di euro, dei quali 380 miIMPATTA DIRETTAMENTE SU 31 lioni sono relativi a contratti in sospeso. SETTORI DELLA FILIERA, NON PUÒ L’importo dei crediti in sofferenza, pari ESSERE OSTACOLATO E PENALIZZATO SIA A LIVELLO LOCALE, alla mancanza di liquidità delle imprese, SIA IN UNA ANCOR PIÙ DELICATA ammonta a 590 milioni di euro. Di questi FASE DI CRESCITA DEL PAESE ultimi, 195 milioni sono già nel cassetto fiscale delle imprese; 177 sono già stati fatturati, ma devono essere caricati nel cassetto fiscale delle aziende e 218 sono ancora da fatturare in funzione dello stato di avanzamento dei lavori. Confidiamo che il decreto Aiuti, che recepisce alcune istanze proposte da Ance per la riapertura delle cessioni, possa evitare che il Superbonus si trasformi in un boomerang distruttivo. L’auspicio è che la politica possa trovare risposte adeguate e intervenga per scongiurare le gravissime ripercussioni che si potrebbero presentare. A penalizzare il Superbonus e gli altri incentivi fiscali per l’edilizia, la malaburocrazia, che genera confusione e non permette la pianificazione dei processi di lavorazione delle imprese. Occorrono più fiducia e coraggio con piani a lungo termine: il 110 non deve essere una misura eccezionale e temporanea, ma un percorso strutturale, programmato e con regole certe, che consenta di raggiungere una politica industriale tesa a valorizzare qualità e sicurezza degli interventi e a competere nelle sfide che guardano a innovazione e sostenibilità. Come hanno evidenziato i dati dell’Analisi economico-finanziaria elaborata dalla nostra Associazione, insieme a Camera di commercio e Ordine dei commercialisti di Brescia, nel 2021 le costruzioni hanno determinato il 33% della crescita del sistema produttivo bresciano, a riprova del fatto che il comparto, che impatta direttamente su 31 settori della filiera, non può essere ostacolato e penalizzato sia a livello locale, sia in una ancor più delicata fase di crescita del Paese. Massimo Angelo Deldossi Presidente Ance Brescia
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Rigenerare Brescia
Un lavoro di squadra
Via Ugo Foscolo, 6 - 25128 Brescia tel. 030399133 - info@ancebrescia.it www.ancebrescia.it
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Editoriale / 2
Rigenerazione e cambiamento per invertire la rotta
Ad agosto, precisamente il primo giorno che apre il mese estivo, Ance Brescia soffia le candeline. Ognuna di queste segna un anno di crescita e cambiamento costruito insieme. Ne è passato di tempo da quando i primi rappresentati delle 117 imprese edili riuniti hanno dato inizio ad una bellissima storia di sviluppo, in difesa degli ideali del lavoro e degli interessi degli imprenditori edili bresciani. Quest’anno la candelina sulla nostra torta è imponente, ingrandita dai traguardi raggiunti e dai profondi cambiamenti affrontati. A maggio, in occasione dell’Assemblea, abbiamo aperto le porte della nostra nuova casa, rinnovata, anzi rigenerata, che rispecchia il profondo cambiamento ad oggi intrapreso sia a livello organizzativo sia associativo. Brescia è la seconda realtà del sistema Ance nel Paese, inoltre sono diverse le cariche di rappresentanza ricoperte dai nostri imprenditori all’interno dell’organigramma nazionale, senza dimenticare i traguardi raggiunti da Campus Edilizia Brescia che contribuiscono a conferire alla provincia visibilità. Lo spirito associativo nei costruttori bresciani è stato sempre molto vivo, rivelatore di un genio avanguardistico e comunitario. Questa nuova casa ora ci rappresenta. È l’immagine di quell’edilizia trasformata e da sempre promossa dall’Associazione. Un’edilizia all’avanguardia, digitalizzata, curata e riqualificata. Innovazione e rigenerazione sono i capi saldi del progetto di ristrutturazione. L’adozione di sistemi domotizzati delle aree, la realizzazione del nuovo auditorium con una regia audio-video di qualità e la strumentazione informatica all’interno delle saLO SPIRITO ASSOCIATIVO le a disposizione degli imprenditori, rendono NEI COSTRUTTORI BRESCIANI È STATO SEMPRE MOLTO VIVO, chiara l’attività di promozione della digitalizRIVELATORE DI UN GENIO zazione che l’intero sistema edile bresciano rapAVANGUARDISTICO presenta anche con l’impegno degli enti bilaE COMUNITARIO. QUESTA NUOVA terali, Cape ed Eseb. CASA ORA CI RAPPRESENTA. Ma soprattutto è ormai imprescindibile l’attenÈ L’IMMAGINE DI QUELL’EDILIZIA TRASFORMATA zione all’ambiente. Le conseguenze del cambiaE DA SEMPRE PROMOSSA mento climatico sono evidenti. Il 14 luglio la DALL’ASSOCIAZIONE. Commissione europea ha adottato il pacchetto climatico Fit for 55, che avanza proposte legislative per raggiungere entro il 2030 gli obbiettivi del Green Deal. In particolare, la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 55% rispetto ai livelli del 1990, per arrivare alla carbon neutrality prima del 2050. Raggiungere il 55% in otto anni è estremamente ambizioso. Per fare una comparazione, dal 1990 al 2020 le emissioni nell’Unione europea si sono ridotte del 20%. Il Green Deal intende ridurre le emissioni dal 20 al 55% in meno di dieci anni. Ciò non sarà possibile senza il coinvolgimento diretto del settore, edile e in generale della filiera del costruito, che più di tutti può invertire la rotta. L’Associazione si è posta come esempio e guida nei confronti della collettività, di committenti, progettisti e imprese. I lavori di rinnovo della sede si sono concentrati sull’efficientamento e sulla sostenibilità della struttura. Abbiamo realizzato la Fabbrica dell’aria nell’atrio, una serra in grado di ripulire l’aria dagli agenti inquinanti, segno di sensibilità dei costruttori alla sostenibilità ambientale. Un messaggio di trasformazione e perfezionamento, che dobbiamo impegnarci ad accogliere e portare avanti come baluardo dello sviluppo futuro. Il cambiamento non è né un male né un bene, ma è sempre un’opportunità. Chi opera in un’impresa sa benissimo quanto questo rappresenti l’anima dello sviluppo, la scintilla che dà inizio all’evoluzione: se non la si coglie si smette di crescere. L’edilizia è il primo settore generatore della trasformazione, dal quale trae linfa vitale e nutrimento. Oggi siamo chiamati a costruire non solo strutture, ma a progettare la sostenibilità, un concetto composito che incrocia, tecnologia, ambiente, cultura, economia, finanza e sociale. Alessandro Scalvi Direttore Ance Brescia
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sommario luglio-agosto 2022
Rivista bimestrale di ANCE Brescia
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editoriale/1 Superbonus: si sblocchi la liquidità e si faccia chiarezza di Massimo Angelo Deldossi editoriale/2 Rigenerazione e cambiamento per invertire la rotta di Alessandro Scalvi
30-38 / focus Analisi economicofinanziaria delle imprese edili bresciane
fotonotizia
a cura della redazione
Rivista bimestrale del collegio costruttori edili di Brescia e provincia anno 4 - numero 4 Editore: C.E.R. srl Unipersonale Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia Direttore responsabile Adriano Baffelli Redazione e Direzione ANCE Brescia - Collegio Costruttori Edili di Brescia e provincia Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia Comitato di redazione Stefano Assini, Ferruccio Benetelli Roberto Facchetti, Emanuele Plona Fabio Rizzinelli, Francesca Scolari Pubblicità: C.E.R. srl Unipersonale Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia t. 030 392895 - f 030 381798 info@cerbrescia.it
a@collegiocostruttori.ancebrescia @ancebrescia Ance Brescia
8 in primo piano La sede dell’Associazione si rinnova 14 sinergie Revoca dei contributi per la sostenibilità ai Comuni 16 ance nazionale Elezioni per il quadriennio 2022-2025 18 siti iconici Il labirinto della Masone di Franco Maria Ricci
44 capitale della cultura La ciclovia culturale Brescia-Bergamo 46 idee innovative Sunflower school complex 54 eseb L’istituto basco Eraiken Gasteiz in visita a Eseb 57 leggi&decreti End of Waste. Filiera edile in allarme 58 bilanci di sostenibilità Normativa, sviluppo e opportunità 60 cape Le imprese pronte ad assumere oltre 11 mila lavoratori
20 economia Una sfida senza sosta tra crisi energetica e inflazione
63 ance informa
26 storia per il domani L’autostrada Brescia-Milano: il primato italiano degli anni Venti del secolo scorso
Registrazione del Tribunale di Brescia: 5 settembre 1951, n. 54 Numero singolo anno 2022: euro 10,00 Quote di iscrizione, che danno diritto a ricevere tutte le pubblicazioni curate da ANCE Brescia Collegio Costruttori Edili, escluse quelle destinate riservatamente ai soci: z Gruppo Corrispondenti: euro 120,00 + IVA 22% Pari a euro 146,40; z Architetti, ingegneri, geometri iscritti ai rispettivi Albi: euro 60,00; z Gruppo Giovani Costruttori: euro 30,00 La collaborazione alla Rivista è aperta a tutti. Gli articoli devono essere trasmessi alla Redazione e la loro pubblicazione è subordinata al giudizio insindacabile del Comitato di Redazione. L’accettazione di uno scritto non implica da parte del Comitato di Redazione e di ANCE Brescia-Collegio Costruttori Edili, di cui la Rivista è l’organo, riconoscimento od approvazione delle teorie o delle opinioni dell’autore. Gli articoli non pubblicati non vengono restituiti. La riproduzione, anche parziale, di articoli o disegni è subordinata alla citazione della fonte. Progetto grafico e impaginazione
Stampa: LITOS srl, Gianico (Bs)
40 rigenerazione urbana Com’è bella la città 42 il futuro dell’edilizia I criteri ESG e le imprese di costruzioni
48 incontri
Elena Bonetti di Adriano Baffelli
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Il tram a Brescia PRESENTATO IL PROGETTO CHE PREVEDE LA REALIZZAZIONE DI UNA LINEA TRANVIARIA AD ALIMENTAZIONE ELETTRICA CHE DALLA PENDOLINA ARRIVERÀ FINO ALLA FIERA DI BRESCIA E VICEVERSA, SEGUENDO UN PERCORSO LUNGO 11,6 KM CON 24 FERMATE, COPRENDO LE ZONE OVEST DELLA CITTÀ OGGI NON SERVITE DALLA METRO E INTERCETTANDO IN ZONA FIERA IL TRAFFICO AUTOMOBILISTICO PROVENIENTE DA OVEST. I LAVORI INIZIERANNO A PARTIRE DAI PRIMI MESI DEL 2024.
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La sede dell’Associazione si rinnova
Riqualificata la casa delle imprese edili bresciane. Le testimonianze delle realtà coinvolte nei lavori ell’ambito della ricorrenza dei suoi 75 anni di presenza attiva sul territorio, l’Associazione dei costruttori di Brescia ha anche deciso di rinnovare la propria sede per ammodernare spazi esterni e locali interni, rendendo gli ambienti più funzionali alle attuali esigenze di dipendenti, associati e ospiti esterni. L’intervento più significativo ha riguardato il nuovo auditorium, intitolato ai Capimastri, che omaggia le fondamenta su cui si basa l’anima dell’Associazione. In una fase storica sempre più attenta agli aspetti della qualità della vita e del lavoro, fornendo un concreto modello di riqualificazione dell’esistente, Ance Brescia ha riorganizzato gli spazi della propria sede per farsi esempio di un cambiamento che interessa tutto il settore, orientato sempre più al futuro, alla rigenerazione, alla volontà di evolvere grazie alle moderne tecnologie e opportunità degli ultimi anni. Dalla struttura agli impianti, dall’arredamento all’illuminotecnica, da soluzioni in verde stabilizzato a innovative serre indoor per migliorare la qualità dell’aria, lasciamo che si susseguano le testimonianze di chi ha lavorato in prima linea per dare una nuova veste ad ambienti e spazi di lavoro e di incontro.
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L'Associazione costruttori edili di Brescia ringrazia le realtà e i professionisti impegnati nei lavori di riqualificazione della sede di via Ugo Foscolo: ABTech Solution, Agenzia Fariello, Aliprandi Arredi, Berardi Pubblicità, Elitable, Elma, Enpower, Essedi, Eurocarpet, Fratelli Fassoli, Ortisgreen, Pnat, Fabio Racheli, Ri.Pa, Riva Arredamenti, Rossini e l'architetto progettista Luigi Serboli
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Modifiche strutturali e impianti
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a prima realtà è l’impresa edile Rossini, impegnata, in stretta sinergia con gli installatori idraulici (F.lli Fassoli Srl) ed elettrici (Enpower Srl), con il geometra Mauro Rizzinelli che ha coordinato i lavori, con il presidente Deldossi, il direttore Scalvi e tutte le donne e gli uomini che lavorano in Ance Brescia, a portare al compimento il progetto dell’architetto Luigi Serboli. “Aver avuto l’opportunità di realizzare le opere edili dell’intervento di riqualificazione di Ance Brescia, la nostra casa, è per noi motivo di grande orgoglio e soddisfazione” racconta l’impresa edile. “Orgoglio per aver conferito quella tridimensionalità edificatoria, propria solo del nostro mestiere, che ci dona tante soddisfazioni, alla casa dei costruttori bresciani. Per noi casa è sinonimo di stabilità e coesione, aspetti propri dell’associazionismo nel quale da sempre
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crediamo. Soddisfazione, di tutta la dirigenza delle maestranze, passando per il nostro capocantiere Vincenzo e il geometra Davide, per aver costruito e concretamente dato forma al progetto dell’architetto Serboli”. Rossini è associata Ance Brescia sin dalla sua fondazione, nel 1974, e nel raccontare le operazioni di riqualificazione, non manca di far trasparire il proprio coinvolgimento professionale e personale per l’ottimo risultato ottenuto dopo numerosi e operosi mesi di intenso lavoro. “Minuti, ore e giorni — precisa l’impresa — nei quali, singolarmente, ogni figura che si è adoperata per realizzare i lavori ha dato il meglio di sé”.
“L’
invito a contribuire al rinnovo della sede Ance Brescia, realizzando gli impianti di condizionamento e trattamento dell’aria del nuovissimo auditorium, era certamente stimolante e attraente, ma allo stesso tempo alimentava non poca apprensione, perché ci investiva di grande responsabilità, data
dal mettersi al servizio della storica associazione dei Costruttori edili di Brescia e provincia” commenta l’ingegner Alberto Fassoli della F.lli Fassoli Srl. “L’obbiettivo era realizzare un impianto all’avanguardia, interconnesso con il sistema di domotica interno e telecontrollabile, capace di adattarsi rapidamente all’affollamento repentino tipico di una sala conferenze, garantendo alti livelli di qualità dell’aria e ricambio continuo”. La soluzione richiesta alla F.lli Fassoli doveva essere di facile gestione, installata mentre la sede associativa continuava ad essere operativa e nascosta agli occhi del pubblico per assicurare il massimo risultato estetico. “Difficile soddisfare tutte le richieste, ma ci siamo riusciti grazie alla scelta di materiali all’avanguardia, a tantissimo impegno e a un meticoloso controllo delle fasi di lavoro” continua l’ingegner Fassoli. “Grande lo spirito di condivisione e collaborazione con tutti gli operatori - dal presidente, al direttore, a tutti i professioni-
sti, i tecnici e i D.L., gli operai e i lavoratori — che ha dato prova dell’essenza dell’associazione Ance: la collaborazione e il lavoro di squadra per ottenere il migliore dei risultati. Oggi l’auditorium è certamente una perla per i suoi contenuti tecnologici”. La F.lli Fassoli è stata incaricata anche di ammodernare buona parte dei restanti impianti della sede, sempre con l’obbiettivo del sostituire solo il necessario, senza sprechi. “Ci siamo sentiti a casa” conclude Alberto Fassoli. “Ance dimostra, anche con questi lavori di riqualificazione, di essere sicuramente proiettata nel futuro, ed esempio per la rigenerazione del costruito”.
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articolare attenzione è stata rivolta anche al risparmio energetico con l’aiuto di Enpower Srl, che ha realizzato gli impianti elettrici e speciali dell’auditorium. “Abbiamo fornito ad Ance Brescia impianti altamente tecnologici, che impiegano materiali di ultima generazione, all’avanguardia per quanto concerne l’efficientamento
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Rivestimenti interni e arredi
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nnn L'impresa edile Rossini porta a compimento il progetto dell'architetto Luigi Serboli per il rinnovamento dell'auditorium dell'Associazione
energetico, creando così un’ottima sinergia tra comfort e impatto ambientale” spiega l’ingegner Carlo Del Pietro, fondatore dell’azienda. “Per l’impianto di domotica, realizzato con protocollo Konnex, è stato utilizzato un sistema bus, conforme alle principali normative mondiali, che permette di migliorare e ottimizzare sia il comfort sia la sicurezza, con un risparmio energetico e dell’impatto ambientale fino al 50%. Ringraziamo Ance Brescia per averci scelto come partner in questo progetto, permesso di arricchire il nostro bagaglio di esperienze e reso partecipi nella realizzazione di un auditorium che possiamo definire bello dentro e bello fuori”.
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er gli spostamenti tra i vari piani della struttura, Elma Spa ha installato, in un vano di corsa metallico successivamente rivestito con pannelli di cartongesso e legno, un elevatore Auxilia 3, conforme alle norme per il superamento delle barriere architettoniche, con porte di piano e di cabine in acciaio inox satinato scotch brite, specchio su tutta una parete laterale e corrimano.
i.Pa Spa si è invece occupata dei rivestimenti interni, con la fornitura e posa di gres porcellanato. “Oltre ad essere state usate piastrelle in formato 60x120, abbiamo eseguito anche lavorazioni particolari, quali gradoni a pezzo unico preassemblati, che danno l’idea di un prodotto monolite, tagli ad idrogetto eseguiti vicino ad ogni postazione dell’auditorium, in modo che potessero essere inserite torrette elettriche, pavimento sopraelevato in sala regia che può essere rimosso per favorire eventuali ispezioni e, infine, il piastrellamento dei servizi (bagni) ha completato l’opera” racconta Simona Rabaioli dell’ufficio marketing dell’azienda di Roè Volciano. Ad affiancare le opere edili e le lavorazioni di finitura, lo studio di soluzioni di arredo su misura, curate da Riva Arredamenti e Aliprandi Arredi. “Abbiamo realizzato elementi di arredo funzionali, che sposassero i nuovi spazi, predisposto apparecchiature multimediali, schermi e altoparlanti con vari profili acustici, installando poltrone assembleari customizzate, attrezzate con tavoletta a scomparsa, prese elettriche, usb e microfono personale. Particolarmente impegnativa è stata la disposizione su archi concentrici con accoppiamento delle poltrone ad angoli diversi” ci riferisce il direttore generale di Riva Arredamenti Benedetta Riva. “Per migliorare l’acustica del nuovo auditorium, la nostra azienda si è occupata dell’applicazione distanziata a parete di pannelli fresati/forati con caratteristiche fonoassorbenti e con funzione di mascheratura degli impianti di condizionamento e illuminazione. È stato realizzato anche un controsoffitto ad isole, a controllo di riverberazione, con sistemi originali di ispezione per le attrezzature soprastanti”.
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liprandi Arredi è intervenuto su sedute, tavoli, sedie per i tavoli della sala riunioni, armadi per gli uffici, rinnovando parte degli esistenti e inserendone di nuovi quando non era possibile il recupero. “Abbiamo realizzato l’armadio presente al quarto piano in noce, inclusa la copertura dei server e quello della portineria” dichiara Flavio Aliprandi, titolare dell’azienda. “Ci saranno inoltre degli altri interventi di risistemazione della sala riunioni al terzo piano con una rielaborazione degli intagli presenti. Abbiamo utilizzato mdf laccato per le ante e il nobilitato melaminico con rifinitura in grafite per le strutture portanti. L’idea progettuale ha seguito le indicazioni date dall’architetto Serboli e dal general contractor, insieme alle richieste del direttore. Il colore delle finiture ha rispettato i colori di Ance Brescia, abbinando le pareti blu con le scrivanie. Unica differenza rispetto alle tonalità del marchio associativo è riscontrabile nella sala al terzo piano, che ha mantenuto le sfumature degli arredi in noce, in particolare il tavolo centrale della sala”.
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nche Eurocarpet Srl ha coniugato il restyling degli uffici in chiave moderna con le esigenze di miglioramento acustico negli ambienti, utilizzando tende in tipologie, colori e forme diverse, confezionate su misura con tessuti fonoassorbenti specifici, dalle caratteristiche performanti e corrispondenti alle richieste dell’Associazione. “Un occhio di riguardo è stato dato anche alla sostenibilità, utilizzando Planet Ignis, una fibra rispettosa dell’ambiente, ricavata principalmente da materiali riciclati” spiega Veronica Vivaldi. “Completano il nostro intervento i tappeti su misura per ogni ambiente, prodotti con materiali a bassissimo spessore e antiscivolo, dall’aspetto moderno e lineare, e la realizzazione di zerbini tecnici in alluminio e in polipropilene personalizzati con logo Ance Brescia intarsiato e posizionati agli ingressi della sede”. luglio/agosto/2022
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Illuminazione e insegne
Controllo accessi e rilevazione presenze in Cloud
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li stessi pannelli e totem che riportano il marchio associativo prestano attenzione al risparmio delle risorse energetiche: “La nostra azienda, la Berardi Pubblicità, ha collaborato al rinnovamento della sede e dell’auditorium di Ance Brescia con la realizzazione e installazione di insegne esterne luminose scatolate, di segnaletica interna e targhe, utilizzando materiali come plexiglas, alluminio composito (dibond) e impianti di illuminazione a led (per insegne) che forniscono maggiore luminosità a basso consumo energetico. Il tutto è stato realizzato per soddisfare le esigenze e le linee guide dell’Associazione” afferma Silvia Berardi.
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alto contenuto tecnologico previsto nel progetto di rinnovamento della sede Ance Brescia è riprovato anche dal sofisticato sistema di controllo accessi predisposto dall’azienda ABTech Solution, che consente di effettuare il riconoscimento della persona, con l’associazione tra la richiesta di accesso e l’anagrafica della figura che lo richiede, di accertare le abilitazioni di un badge, per verificare il consenso o meno al transito e fornisce una reportistica d’accesso. Per Ance Brescia ABTech Solution ha progettato e sviluppato anche un’applicazione in Cloud per semplificare il più possibile la rilevazione presenze dei dipendenti, operanti sia in sede sia fuori sede. “La rilevazione e gestione delle presenze è un elemento strategico per la gestione aziendale. I sistemi automatici a badge Rfid riducono il tempo di elaborazione delle presenze, snelliscono notevolmente il lavoro dell’ufficio del personale, ne riducono gli errori e di conseguenza i costi di gestione” afferma Fausto Scaroni, fondatore dell’azienda.
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l progetto illuminotecnico ha invece pensato l’Agenzia Fariello di Castegnato che ha messo a disposizione la sua pluriennale esperienza sui temi della luce affiancando, nelle scelte progettuali, lo studio di architettura Serboli. “Gli elementi di base che si sono presi in considerazione sono lo stile identificativo, espresso dalla committenza e dallo studio di architettura, come design di prodotto e la normativa che regola la luce negli ambienti lavorativi, la Uni En 12464-1” spiega Simone Allegri, product specialist dell’agenzia. “Utilizzando per lo più apparecchi lineari con delle caratteristiche tecniche spinte sulle performance di prodotto, sono stati raggiunti gli obbiettivi di integrare ogni elemento in modo coerente nel progetto architettonico e di ottenere i risultati illuminotecnici che possono garantire il pieno rispetto della normativa, garantendo il giusto comfort visivo”.
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Impianti multimediali audio-video
nnn Le sofisticate soluzioni tecnologiche di ABTech Solution per il controllo degli accessi e l'elaborazione delle presenze
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el nuovo auditorium, di supporto agli incontri associativi, è stato sviluppato uno spazio tecnologicamente all’avanguardia, dove i veri protagonisti sono gli utilizzatori, grazie ad un’esperienza semplice e intuitiva, alla massima flessibilità nella gestione delle diverse attività e scenari di collaborazione, all’impatto visivo e sonoro di grande effetto scenico. “Abbiamo previsto una zona relatori comprensiva di podio, dotata di microfonia wireless con tecnologia Dante, display di cortesia e touch panel domotico” ci illustra nel dettaglio Elena Garue, direttore commerciale e marketing di Essedi. “Per la platea è stato previsto un videowall 6x2 in formato panoramico, composto da 12 monitor professionali 55 pollici, mentre ogni seduta è dotata di microfono personale a incasso per gli interventi in sala. La ripresa video è affidata a quattro telecamere motorizzate con definizione fino a 4K, posizionate in modo da garantire l’inquadratura più frontale possibile sia degli oratori che del pubblico in sala. L’inqua-
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nnn Flower design, verde stabilizzato e serre indoor per migliorare la qualità dell'aria
dratura avviene in maniera automatica in base al microfono attivo. Grande attenzione anche per l’impianto di diffusione sonora di sala, costituito da Line Array ultra sottili integrati da subwoofer ad incasso, scelti per le prestazioni tecniche ma anche per il ridottissimo impatto estetico, in un contesto di arredi raffinati e moderni che rispecchiano allo stesso tempo la solidità e storicità dell’Associazione”. “L’allestimento — continua la dottoressa Garue — è modulare e predisposto all’integrazione di nuove tecnologie e funzionalità qualora ne sorgesse l’esigenza”.
Verde stabilizzato e qualità dell’aria
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on Ortisgreen Srl l’Associazione ha rivisitato i propri spazi in chiave green e sostenibile sfruttando il verde stabilizzato, una soluzione naturale che non necessita di manutenzione e che deriva da un processo totalmente ecologico che consiste nel rimpiazzare la linfa naturale con un conservante biodegradabile. “Grazie a questa tecnica di conservazione naturale — chiarisce l’azienda , le piante e i fiori stabilizzati conservano la loro flessibilità e la loro freschezza senza alcun bisogno di manutenzione. Costituiscono un’alternativa al verde vivo, non necessitano d’acqua, potatura, particolari condizioni di luce e calore o di altri trattamenti. Il verde stabilizzato è particolar-
mente indicato per allestire spazi in cui piante vive deperirebbero nel breve periodo e garantisce un forte impatto visivo”. Tra le aree interessate dall’intervento di Ortisgreen rientra la zona di ingresso dell’auditorium. Qui è stata installata una fascia orizzontale di verde stabilizzato, una nicchia dalle sfumature sobrie, riempita di essenze che non intralciano la zona di passaggio: pittosporo, edera, felce arborea ed eucalyptus cinerea, che creano un’alternanza di colori e forme quasi speculare donando dinamicità alla composizione.
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na serra indoor altamente tecnologica è quanto studiato invece da Pnat per migliorare la qualità dell’aria degli spazi associativi. Società che nasce come spin-off dell’Università di Firenze e studia la capacità delle piante di purificare l’aria degli uffici, delle abitazioni, e degli spazi pubblici, Project Nature ha ideato e predisposto per Ance Brescia una Fabbrica dell’Aria, in grado di amplificare la naturale capacità delle piante di purificare l’aria. “Un aspiratore posizionato nella parte superiore del volume vetrato mette in depressione la teca, forzando l’aria a passare attraverso il substrato di crescita, l’apparato radicale, e poi la parte aerea delle piante. In questo percorso gli inquinanti atmosferici, grazie al sistema Stomata, vengono intercettati, degradati e assorbiti nella biomassa delle piante. Il risultato è aria pura. Un sistema di sensori misura
la qualità dell’aria in ingresso e in uscita dalla Fabbrica dell’Aria, permettendo quindi di quantificare in tempo reale la quantità di inquinanti che sono stati rimossi dal sistema” spiega il direttore tecnico Pnat Antonio Girardi. “L’installazione di Fabbrica dell’Aria per Ance Brescia è una parte importante nel processo di rinnovamento dell’edificio. Studiata per integrarsi nella configurazione architettonica generale, aggiunge una componente high-tech all’intervento architettonico sull’ingresso principale e migliora in maniera sostanziale la qualità dell’aria dell’atrio e degli spazi di distribuzione degli uffici al piano primo. La presenza di uno schermo integrato alla struttura permette di leggere in tempo reale i dati rilevati dai sensori di monitoraggio atmosferico, rendendo evidenti i risultati del sistema in funzione”.
L’
ingresso della sede e gli spazi dell’Auditorium sono stati impreziositi anche dalle creazioni del flower designer Fabio Racheli. “Tutto è partito come sempre da un sopralluogo che ha fatto scattare la scintilla creativa. Fatta “decantare” è nata così nei giorni successivi la mia proposta progettuale con cui ho cercato di reinterpretare comuni materiali di costruzione edile, dandogli un nuovo valore, se possibile, curioso e suggestivo. Reti di carpenteria, forati, cemento e materiali di rivestimento sono stati gli ingredienti che hanno dato vita a opere non banali e integrate perluglio/agosto/2022
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sinergie Revoca dei contributi per la sostenibilità ai Comuni Ance Brescia e Collegio dei geometri avvertono: la burocrazia rallenta le procedure, serve una piattaforma unica per il caricamento dei dati. A rischio anche il Pnrr.
“I
ter troppo complessi e frammentati. Serve un’unica piattaforma per l’inserimento dei dati”. Asseriscono così all’unisono Ance Brescia e il Collegio Geometri della provincia sul caso innescato dal ministero degli Interni a causa della revoca ad oltre quattromila Comuni italiani dei fondi richiesti per gli interventi di sostenibilità previsti dalla legge 160 del 2019 della norma Fraccaro. “La complessità burocratica messa in moto per la gestione dei contributi e per i pagamenti è inaudita. Si parla di una frammentazione fra numerose piattaforme per il caricamento dei dati necessari alla richiesta, che non comunicano tra loro. Quattro piattaforme gestite da tre diversi ministeri: Bilancio e Programmazione economica, Economia e Finanze, Interno. Si tratta dei portali Cig e Simog della piattaforma Anac,
con decine di informazioni da abbinare alla piattaforma Cup e convalidare. Altra piattaforma Bdap da alimentare con centinaia di informazioni e menù a tendina ingannevoli e variabili nel tempo, da collegare poi ai Cig. Il tutto in varie fasi. Poi successiva alimentazione di una quarta piattaforma, la Tibel per caricare i certificati di regolare esecuzione. Prova ne è che ben 4.467 pagamenti di interventi già realizzati riguardanti la metà dei Comuni italiani sono bloccati per questi malintesi burocratici, appesantendo ulteriormente gli uffici già oberati da una mole di lavoro enorme”, dichiara il presidente dei Geometri bresciani Giuseppe Zipponi. “Assistiamo all’ennesima confusione generata dalla ‘mala’ burocrazia. La digitalizzazione deve semplificare i processi e non complicarli, ma occorre organizzarla con chiarezza e coerenza”, afferma
nnn Troppo complesse e poco chiare le procedure per la richiesta di fondi per gli interventi di sostenibilità previsti dalla legge 160 del 2019 della norma Fraccaro.
L’impennata dei prezzi dei materiali Variazione % 1° trimestre 2022 / 1° trimestre 2021 (fonte: elaborazione Ance su dati Bulletin, Prometeia e Argus)
+39%
+39%
+40%
Legname (€/mc)
Polistirene
Ferro
+27% +21%
Polietilene (Ldpe) 14
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Polipropilene
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Rame
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Massimo Angelo Deldossi, presidente di Ance Brescia. A dar vita alla denuncia delle due rappresentanze è stata una lettera inviata dal Ministero degli Interni, a più di quattromila Comuni in tutta Italia, i quali avevano fatto richiesta per l’ottenimento del finanziamento 2020-2021 previsti dalla legge 160/2019 della norma Fraccaro, nata per sovvenzionare interventi di efficientamento energetico e sviluppo sostenibile. Secondo l’organo di Stato la richiesta non sarebbe stata accettata a causa dell’invio scorretto dei dati da parte delle amministrazioni comunali. La risposta ha provocato una vera e propria rivolta, date le gravi ripercussioni che avrebbe provocato. Infatti, solo nel bresciano tale recesso avrebbe causato la perdita di quasi undici milioni di euro. Parrebbe che il ministero abbia in seguito ritirato la revoca, chiedendo ai Comuni la reintegrazione dei dati mancanti. Secondo le due realtà di rappresentanza il caso sussiste e chiedono l’uniformazione delle piattaforme per la gestione delle pratiche della pubblica amministrazione. La problematica, infatti, non coinvolge solo la richiesta dei fondi Fraccaro, ma pesa su numerosi iter burocratici, tanto che nello stesso Pnrr è stato necessario l’inserimento di una mission dedicata alla semplificazione dei processi attraverso la digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni. “Ma anche nell’applicazione delle mission occorrono coerenza e strategia. In varie audizioni sono state avanzate proposte concrete per la realizzazione di una piattaforma unica, le quali evidentemente non sono ancora giunte ad una fase avanzata di progettazione”, dichiara il presidente dei Costruttori edili bresciani, concludendo con un inciso: “Se questi sono i presupposti, come pensiamo di portare a termine nei tempi previsti le mission del Pnrr?”.
Caro materiali Ance Brescia e Acb firmano il protocollo per l’avvio del tavolo di monitoraggio dei prezzi Ance Brescia e Acb firmano il protocollo d’intesa per dare inizio ai lavori del tavolo “tecnico politico legale”, che ha lo scopo di monitorare i prezzi dei principali materiali da costruzione e individuare le difficoltà di approvvigionamento. L’accordo dà seguito alle attività di dialogo intraprese già ad inizio anno fra i rappresentanti degli imprenditori edili e dei Comuni, per gestire l’emergenza attuale dei contratti in corso, per trovare soluzioni condivise. “Le dinamiche pregresse e tuttora in corso di assoluta emergenza, continuano ad ostacolare le imprese di costruzioni, a causa dell’aumento spropositato dei prezzi e della difficoltà di approvvigionamento, e le stazioni appaltanti che devono fare i conti con gli inevitabili slittamenti dell’esecuzione delle opere. Ad oggi i rimedi proposti al problema da parte del Governo sono risultati insufficienti ed ancora non si è riusciti a giungere ad una modalità di controllo dell’oscillazione dei prezzi che permetta la valutazione preventiva del mercato. Con l’istituzione di questo tavolo intendiamo supportare ogni soggetto coinvolto nella fase di realizzazione delle opere, fornendo uno strumento che possa sopperire a tali mancanze, per assicurare un tempestivo riequilibrio negoziale”, ha commentato il presidente di Ance Brescia, Massimo Angelo Deldossi. “Il percorso prende il via dall’interesse condiviso a non veder interrotti interventi fondamentali per la riqualificazione e realizzazione di opere pubbliche, in un momento storico in cui i Comuni hanno tentato e stanno tentando di fare la loro parte, con investimenti ingenti, dando impulso al settore dell’edilizia e delle costruzioni, fondamentali per la filiera che può far ripartire e per le conseguenze in termini di benessere economico e sociale per tutte le Comunità di riferimento” ha ricordato il presidente ACB Gabriele Zanni. Secondo quanto stabilito dal protocollo, la squadra designata al monitoraggio è costituita da due esperti tecnici scelti da ambo le parti, Acb e Ance Brescia, più un terzo componente in possesso della competenza ed esperienza necessaria per la progettazione delle opere pubbliche nominato da Campus Edilizia Brescia, realtà al servizio dell’intera filiera del costruito e delle Pubbliche amministrazioni. Con cadenza programmata i dati raccolti ed elaborati saranno messi a disposizione delle stazioni appaltanti, dei responsabili unici del procedimento, dei direttori dei lavori e delle imprese, come strumento indicativo per valutare la situazione dei singoli contratti, in modo da offrire la possibilità di avviare i processi di negoziazione.
+88%
GAS NATURALE +429%
+68% +61% +45%
ENERGIA ELETTRICA +318%
Bitume
Pvc
Petrolio
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ance nazionale Superbonus: migliaia di imprese a rischio
Massimo Angelo Deldossi è il nuovo vicepresidente con delega a Tecnologia e Innovazione di Ance nazionale. La nomina è avvenuta a Roma in occasione delle elezioni della nuova squadra a capo dell’Associazione dei costruttori edili per il quadriennio 20222025. Un traguardo che testimonia la valenza di Brescia a livello nazionale quale seconda realtà di rappresentanza del settore. “Sento la responsabilità di assumere un incarico delicato e di grande responsabilità, che accetto con determinazione, onorato di tale nomina e di far parte di questa squadra. Siamo pronti e motivati per lavorare a supporto del settore, la cui rilevanza in termini di contributo al Pil e all’occupazione si è manifestata con forza anche nel recente periodo. In questa fase le opportunità di lavoro sono tante e lo scopo è di consentire alle imprese, dalla più piccola alla più strutturata, di poterle coglierle. Per 16
Elezioni per il quadriennio 2022-2025 L’imprenditrice napoletana Federica Brancaccio, prima donna alla guida dei costruttori, eletta al primo turno con una maggioranza del 71%. Il presidente di Ance Brescia, Massimo Angelo Deldossi è il nuovo vicepresidente all’Innovazione e Tecnologia per il quadriennio 2022-2025 questo è essenziale essere uniti, con l’obiettivo di vincere le sfide ambiziose che ci attendono”, dichiara l’ingegner Deldossi. L’imprenditore bresciano sale ai vertici a supporto del nuovo presidente Federica Brancaccio, eletta alla prima votazione con una netta maggioranza di voti, il 71%, prima donna alla guida dell’Associazione dei costruttori nazionale, della quale era vicepresidente della Commissione Relazioni Industriali e Affari Sociali
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e componente del Consiglio Generale, oltre che già presidente di Ance Napoli e Federcostruzioni. In merito ai prossimi impegni che attendono l’Ance, la neopresidente ha affermato che “sono tanti i dossier aperti e le sfide che l’Associazione deve affrontare nei prossimi mesi per dare un concreto sostegno alle imprese, in questo momento di grandi tensioni politico-economiche”. La squadra dei vicepresidenti proposta dalla Brancaccio è stata ap-
provata con una maggioranza del 94% dei voti. Oltre al presidente di Ance Brescia, Massimo Angelo Deldossi, per il prossimo quadriennio questi i vicepresidenti di Ance con le rispettive deleghe: Carlo Trestini, Relazioni industriali e Affari sociali, Domenico De Bartolomeo, Rapporti interni, Luigi Schiavo, Opere pubbliche, Stefano Betti, Edilizia e territorio, Vanessa Pesenti, Economico fiscale tributario, Piero Petrucco, Centro studi. Stefano Frangerini sarà il tesoriere. Delega speciale a Marco Dettori per la transizione ecologica, fortemente voluta dalla presidente che ha posto grande attenzione al tema già nel suo programma.
nnn Nella fotografia la presidente e i vicepresidenti di Ance per il quadriennio 2022-2025. Da sinistra, Carlo Trestini, Domenico De Bartolomeo, Vanessa Pesenti, Stefano Betti, Federica Brancaccio, Piero Petrucco, Luigi Schiavo, Massimo Angelo Deldossi e Stefano Frangerini.
A poche settimane dalla sua elezione, tra i primi punti sollevati all’attenzione del Paese, la neo-presidente dell’Associazione costruttori lancia l’allarme in merito alle drammatiche conseguenze del blocco della cessione dei crediti per imprese e lavoratori. Nonostante il decretolegge Aiuti sembrasse aver trovato una soluzione, il blocco dell’acquisto dei crediti continua a gravare sul settore edile che, dopo due anni in balia del richiestissimo Superbonus e dei precedenti incentivi per facciate e ristrutturazioni, rischia ora un effetto “boomerang” e il fallimento di migliaia di imprese. Alle testate nazionali la presidente Brancaccio ha così argomentato la situazione d’emergenza che minaccia di piegare il settore edile: “Le nostre imprese hanno i cassetti fiscali pieni di crediti di imposta che non riescono a monetizzare dopo che a novembre sono cambiate le regole. Le banche, e ancora prima le piattaforme di Cassa depositi e prestiti e Poste, hanno chiuso l’acquisto dei crediti. O li sblocchiamo o si rischia una tempesta perfetta di fallimenti, disoccupazione, contenziosi con i condomini”. Ance suggerisce una exit strategy da questa incerta e mutevole situazione, che mette le imprese con le spalle al muro: “Bisogna puntare a una rimodulazione sostenibile dei bonus, oltre che all’obbligo di qualificazione per chi svolge lavori agevolati. A questo si deve aggiungere una politica industriale di medio e lungo periodo per il settore delle costruzioni, che integri una strategia forte per il risparmio energetico sul patrimonio immobiliare in linea con le raccomandazioni europee”.
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siti iconici
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el cuore della Bassa Parmense, in quella fetta ubertosa di terra adagiata tra il Po a Nord e la Via Emilia a Sud, a Fontanellato, conosciuto per la sua quattrocentesca Rocca, uno dei sogni di Franco Maria Ricci, eclettico editore, ha preso forma: il Labirinto della Masone. Considerato la struttura labirintica più grande al mondo, il complesso è sorto nel 2015 appunto da un’idea di Franco Maria Ricci, oltre che editore, designer, collezionista d’arte, bibliofilo, e da una promessa da lui fatta nel 1977 allo scrittore argentino Jorge Luis Borges, affascinato da sempre dal simbolo del labirinto sia in chiave metafisica che come metafora della condizione umana. “Sognai per la prima volta di costruire un Labirinto circa trent’anni fa, nel periodo in cui, a più riprese, ebbi ospite, nella mia casa di campagna vicino a Parma, un amico, oltreché collaboratore importantissimo della casa editrice che avevo fondato: lo scrittore argentino Jorge Luis Borges”, affermò lo stesso Franco Maria Ricci commentando i primi passi dell’affascinante struttura. Visitandolo si percepisce l’alchimia tra immaginazione e realtà, “Proprio come lo ha pensato e progettato il suo ideatore insieme agli architetti Pier Carlo Bontempi e Davide Dutto”, si legge nella presentazione dell’iniziativa. È un parco culturale che si estende per otto ettari e racchiude al suo interno una rigogliosa vegetazione, diverse costruzioni che ospitano collezioni d’arte e di libri, una caffetteria, un ristorante-bistrò e uno spazio gastronomico parmigiano, tutti curati dallo chef Andrea Nizzi e dallo staff dei “12 Monaci”, a cui si aggiungono due lussuose suites dove è possibile pernottare. “Fin dalla sua apertura — affermano i responsabili della struttura — il Labirinto della Masone è un luogo in cui gli spazi ampi e il con18
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Il labirinto della Masone di Franco Maria Ricci nel segno di Jorge Luis Borges Riflessioni sul rapporto con il costruito
di Adriano Baffelli
CARLO VANNINI
MARCO CAMPANINI
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Il Labirinto Ispirato all’antica forma romana dei labirinti classici, ma rielaborata introducendo qua e là bivi e vicoli ciechi, è realizzato interamente con quasi trecentomila piante di bambù di una ventina di specie diverse, alte tra i trenta centimetri e i quindici metri. È stato scelto il bambù perché è una pianta sempreverde, elegante, flessuosa, vigorosa, rapida nella crescita. La sua forza è l’elevata fotosintesi che riduce l’anidride carbonica restituendo ingenti quantità di ossigeno. Percorrendo questo intricato e affascinante dedalo verde lungo oltre tre chilometri, è possibile
Museo, biblioteca, casa editrice nnn Il Labirinto della Masone visto dall’alto. Corridoio all'interno del labirinto di bambù. La specie usata è il Phyllostachys bissetii. Collezione Franco Maria Ricci. Particolare della Sala del Novecento..
tatto con la natura e la bellezza sono una caratteristica essenziale del luogo, non tutti i labirinti hanno Minotauri, ma ce ne sono alcuni che sono giardini di delizie, veri e propri eden in cui ci si può perdere e ritrovare in una dimensione senza tempo, in totale sicurezza e tranquillità”. Camminando nei suoi meandri, osservandolo da varie posizioni, si rimane ammirati e un poco smarriti, non solo in senso fisico, percependone la semplice complessità. Si fa largo, anche, il naturale rimando al costruito, alle strutture antiche, storiche, moderne o contemporanee: se ci riflettiamo presentano talvolta incroci straordinari
tra la complessità architettonica e la semplicità della loro fruizione. Labirinto, quale metafora della nostra capacità di perderci fisicamente, apparentemente o realmente, mantenendo però saldo il timone interiore della nostra rotta professionale, morale, emotiva, a seconda delle circostanze, delle personali preferenze o priorità. Costruito, casa, ufficio, fabbrica, infrastrutture pubbliche, non luoghi, secondo la felice definizione dell’antropologo Marc Augé, come gli aeroporti, solida custodia delle nostre vite, dei nostri affetti, delle nostre fatiche, dei nostri sogni plasmati in viaggi.
Il Museo della Masone ospita la vasta collezione d’arte di Franco Maria Ricci. Circa quattrocento opere fra pitture, sculture e oggetti d’arte che, nella loro sorprendente varietà, rispecchiano appieno l’eclettismo del loro collezionista. Dalla grande scultura del Seicento, a quella neoclassica; dalle nature morte d’epoca napoleonica, alla pittura romantica e popolare dell’Ottocento. Opere di grandi artisti coabitano con quelle di artisti minori o popolari in un allestimento che procede per
conoscere, grazie ai pannelli posti tra i viali, la storia dei labirinti, a partire dal mito di Creta, passando per il Medioevo e il Rinascimento, sino ad arrivare ai giorni nostri. Un altro percorso a tappe racconta la storia del suo ideatore, Franco Maria Ricci: gli studi di Geologia, la passione per le grotte e i cunicoli e quell’incontro con Jorge Luis Borges a cui promise, proprio nel campo in cui oggi sorge il Labirinto, la realizzazione di questa immensa opera. Al centro del labirinto, si erge una cappella a forma piramidale: a simboleggiare l’antico legame tra labirinti e fede, vi si celebrano matrimoni e concerti di musica classica. associazioni. Parallelamente, tre ampie sale ospitano mostre temporanee. Lungo il percorso sono visibili e consultabili molti libri tra quelli stampati da Franco Maria Ricci, inoltre nelle sale del Museo sono esposti anche alcuni dei volumi più significativi stampati da Giambattista Bodoni, facenti parte della collezione raccolta da Franco Maria Ricci, una delle più ampie e complete tra quelle private, oltre alle edizioni di un altro importante esponente della bibliofilia italiana, Alberto Tallone. L’imponente struttura accoglie inoltre gli uffici della rinata Casa Editrice Franco Maria Ricci e un bookshop, dove sono disponibili per i collezionisti e gli appassionati tutte le sue edizioni.
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economia
Per l’economia bresciana e per il comparto delle costruzioni prospettive che delineano uno scenario non privo di ostacoli
Una sfida senza sosta tra crisi energetica e inflazione
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nche il sistema economico bresciano resta in balìa di un contesto condizionato da tensioni e incertezze, alimentate - tra l’altro - dagli effetti del conflitto tra Russia e Ucraina, senza dimenticare la nuova ondata della pandemia da Covid-19 e la corsa dell’inflazione. Un quadro nel quale si sono inserite e si inseriscono alcune analisi destinate a non passare inosservate. «Nel 2022, per la crisi energetica, ci sarà un extra costo sul sistema industriale italiano di circa 50 miliardi di euro, che significano 50 miliardi in meno di investimenti», ha evidenziato, recentemente e senza troppi giri di parole, Antonio Gozzi, presidente di Federacciai e leader del gruppo Duferco Italia Holding. Gozzi ha messo in evidenza un «calcolo» che vede l’industria manifatturiera italiana passare da una bolletta di circa 11 miliardi di euro nel 2019 a una - nelle condizioni attuali di 60 miliardi da pagare a fine anno. Un impatto stimato in almeno 3 miliardi di euro per le aziende manifatturiere bresciane che, nel frattempo, rinnovano l’impegno e la volontà per essere protagoniste sui mercati internazionali forti anche dell’andamento registrato nella fase iniziale del nuovo anno. Nel primo trimestre del 2022 - come testimoniato dall’indagine condotta dal Servizio studi della Camera di commercio territoriale su base Unioncamere Lombardia - la produzione
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industriale ha segnato una variazione positiva rispetto al quarto trimestre del 2021 dell’1,1%; nel confronto con il dato di marzo 2021 ha fatto registrare un +11,6%, grazie a un’attività assicurata dagli ordini in crescita da alcuni trimestri. Un andamento migliore nel confronto con la dinamica regionale: in Lombardia l’incremento tendenziale è stato del 10,7%, mentre la variazione congiunturale si è attestata a +1,8%, quindi a un livello leggermente inferiore. Hanno fatto da traino gli ordini esteri, cresciuti del 3,7% rispetto al trimestre precedente; bene anche la domanda interna aumentata del 2,3%. Tuttavia - evidenzia l’ente camerale di Brescia - «l’intensità della crescita per entrambe le componenti è rallentata rispetto al trimestre scorso». Il fatturato a prezzi correnti ha mostrato un incremento, rispettivamente dell’1% (su dicembre) e del 19,1% (su marzo 2021), anche per effetto degli aumenti dei prezzi di vendita applicati dalle imprese. Tutti i settori nell’industria hanno riscontrato un recupero consistente sul primo trimestre 2021: incrementi tendenziali sopra la media per meccanica (+16,2%) e carta-stampa (+13,7%). Positiva, ma sotto la media, la dinamica per minerali non metalliferi (+9%), gommaplastica (8,9%), degli alimentari (+7,8%), mezzi di trasporto (+5,1%) e siderurgia (+5,1%).
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L’occupazione per l’industria ha fatto emergere un saldo positivo (+0,7% saldo tra tasso di ingresso e uscita nel trimestre). Stabile il ricorso alla cassa integrazione: la quota di aziende che ha dichiarato di aver utilizzato l’ammortizzatore sociale si è posizionata al 5,9% e la quota sul monte ore all’1,2%. Le aspettative a breve delle imprese industriali bresciane restano nel complesso positive ma, risen-
tono delle non poche incognite a livello globale. E a livello internazionale il made in Brescia, anche nella fase iniziale del nuovo anno, ha continuato a macinare record. Nel primo trimestre 2022 - come delineato dai dati Istat elaborati dal Centro studi di Confindustria Brescia -, l’export bresciano ha raggiunto i 5.510 milioni di euro, il valore più alto di sempre, con un +28% sullo stesso periodo del 2021 e un +43,7% su quello del 2020. Anche per gli acquisti dall’estero una cifra record (3.735 milioni di euro) e a una crescita significativa su base annua (+54,2%) e sul 2020 (+82%). Il saldo commerciale è risultato pari a 1.774 milioni, valore an-
cora ampiamente positivo pur condizionato dall’impennata delle importazioni. La crescita delle esportazioni bresciane nei primi tre mesi è risultata più intensa di quanto rilevato in Lombardia (+23,6%) e in Italia (+22,9%). Il saldo commerciale nazionale, dopo dieci anni, è negativo (7.122 milioni di euro), indicatore di una situazione complessa per l’economia italiana. La dinamica positiva del commercio mondiale (+4,8% nel primo trimestre) e l’incremento del prezzo di vendita hanno impattato sulla dinamica delle vendite all’estero nei primi tre mesi del 2022. Allo stesso tempo, l’indebolimento dell’euro sul dollaro e i forti rialzi dei prezzi delle principali materie prime industriali (ad esempio le variazioni rispetto al primo trimestre dell’anno scorso del rottame ferroso +30,9%, rame +17,8%, alluminio +55,4%), in alcuni casi arrivate ai massimi storici, hanno spiegato in parte la notevole impennata delle importazioni. In uno scenario non privo di sfide si inserisce anche il comparto delle costruzioni, impegnato - non solo - anche a fare i conti con le continue incertezze sul fronte del Superbonus e delle altre detrazioni. Ad aprile di quest’anno - ultimo dato disponibile - l’indice destagionalizzato della produzione nel comparto è sceso dell’1,3% rispetto a marzo. Lo ha stimato l’Istat precisando che si tratta della «prima flessione congiunturale dopo otto mesi consecutivi di crescita. D’altra parte - ha osservato l’Istituto nazionale di statistica - i livelli produttivi restano assai elevati: per trovarne di analoghi occorre risalire al 2011». Su base tendenziale si registra ancora una crescita robusta, seppure in rallentamento. L’indice corretto per gli effetti di calendario cresce del 16,9% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 19 contro i 21 di aprile 2021), mentre l’indice grezzo ha registrato un incremento dell’8,1%. Nella media del trimestre febbraio-aprile 2022 la produzione nelle costruzioni è migliorata del 7% nel raffronto con il trimestre precedente. Mentre nella media dei primi quattro mesi del 2022, l’indice sempre corretto per gli effetti di calendario è aumentato del 19% rispetto allo stesso periodo dell’anno prima e l’indice grezzo si è incrementato del 17,7%.
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novità dalle aziende
Emergenza idrica: uno scenario sempre più estremo, ma c’è molto che possiamo fare L’acqua piovana è una risorsa preziosa, che va raccolta e riutilizzata Sono numerose le voci, tra le istituzioni e le associazioni, che indicano in questa soluzione un primo intervento in grado di arginare, almeno parzialmente, l’inesorabile impoverimento del nostro patrimonio idrico. L’idea è corretta perché, se da una parte, negli ultimi anni, è cambiata la dinamica delle precipitazioni (eventi estremi e improvvisi con rovesci abbondantissimi, ma molto meno frequenti rispetto al passato), dall’altra hanno continuato a crescere i consumi. Questo significa che, anche quando gestite correttamente, le risorse idriche del nostro territorio vengono utilizzate sempre più intensivamente, in un trend che non accenna a rallentare. Integrare il ricorso a tali risorse creando delle riserve, dunque, è sicuramente un’ottima idea, tantopiù che una volta realizzate le infrastrutture per la raccolta dell’acqua piovana, non vi sono costi di approvvigionamento da sostenere. Inoltre, oggi il mercato propone già diverse soluzioni ampiamente collaudate proprio per questa applicazione. Ne abbiamo parlato con Matteo Bettinsoli e Ibsen Taesi – Product Manager di Valsir che si occupano di impianti per il drenaggio, per la raccolta e il trattamento delle acque – che ci hanno fornito qualche dettaglio in più.
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Ancora una volta, un Paese ricco d’acqua come il nostro si trova ad affrontare una carenza di risorse grave e diffusa, con ripercussioni su larga scala. Eppure, ormai conosciamo piuttosto bene il problema: ne abbiamo isolato i fattori e sappiamo che sono molte le aree di intervento su cui possiamo lavorare, come sappiamo che i tempi per intervenire si riducono progressivamente. E, se in queste settimane, i media rilanciano soprattutto il fattore climatico, è perché è ormai indiscutibile che la situazione sia destinata soltanto ad aggravarsi, e che alcune delle misure da mettere in atto – già tardivamente, a questo punto – non possono semplicemente essere più rimandate.
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INFORMAZIONE COMMERCIALE
Rainplus, il sistema per il drenaggio sifonico delle acque pluviali
attraversato dall’impianto per il trasporto dell’acqua recuperata verso una vasca di raccolta, il risultato è un ingombro molto significativo (e antieconomico).
Nel nostro Paese, il D.lgs 152/2006 sancisce che l’acqua piovana destinata a riutilizzo debba necessariamente provenire dalle coperture degli edifici.
Il sistema di drenaggio sifonico Rainplus, proposto da Valsir, utilizza al contrario tubazioni dal diametro contenuto, che non richiedono alcuna pendenza e che possono essere posizionate al di sotto della copertura con grande flessibilità progettuale: la chiave del sistema è nel riempimento totale delle condotte, che determina un’efficienza complessiva anche dieci volte superiore a quella di un “comune” impianto pluviale.
È una premessa molto importante, perché la realizzazione degli impianti di drenaggio nei grandi fabbricati (quelli più idonei alla raccolta, considerata la superficie utile) pone alcuni limiti: i sistemi pluviali tradizionali necessitano – soprattutto per gestire notevoli intensità di pioggia – di tubazioni dalle dimensioni rilevanti, che vanno installate con una pendenza che può oscillare tra lo 0,5% e il 2%. Nel caso di un edificio di tale grandezza, che debba essere in buona parte
Una volta rimossi i residui più grossolani, attraverso un filtro meccanico, l’acqua viene convogliata verso una vasca di raccolta (Valsir propone appositi serbatoi rotostampati in polietilene, con capacità di
Ridurre gli sprechi rimane prioritario È questo un altro punto centrale quando ragioniamo di risorse idriche in Italia. Più o meno tutti sappiamo che uno dei problemi più gravi legati alla dispersione idrica nel nostro Paese è quello delle condizioni disastrose della rete nazionale: circa il 42% dell’intero volume d’acqua immesso in rete ogni anno è disperso a causa di perdite e danneggiamenti. Si tratta di più di 150 litri al giorno pro capite! Pochi invece sanno che più del 30% dei consumi idrici della famiglia media è legato all’utilizzo del WC (e ricordiamo che si tratta quasi sempre di acqua potabile). Nei nostri bagni, infatti, sono ancora molto diffuse le cassette monoscarico tradizionali, che utilizzano da 9 a 12 litri d’acqua per singolo risciacquo.Anche in questo caso, le alternative ci sono. Tutti i modelli di cassette da incasso Valsir, ad esempio, prevedono un settaggio standard di 6 litri per lo scarico completo e 3 litri per il mezzo scarico, ma permettono anche di regolare il volume dello scarico, riducendo i consumi fino a 4,5/3 e persino 4/2 litri. In questo modo,
12.000 litri, che possono essere installati in parallelo per aumentare la capacità di accumulo e a seconda del modello possono essere interrati o installati fuori terra) che dispone di un’elettropompa per rilanciare l’acqua verso le utenze e, nel caso di allacciamento all’acquedotto, di apposita centralina per gestire i flussi. L’acqua così recuperata viene destinata solitamente all’irrigazione, ma può essere utilizzata (a seconda delle normative locali) anche come riserva antincendio o per il lavaggio di aree esterne. Non dimentichiamo però che il medesimo D.lgs 152/2006 prescrive già la realizzazione di reti duali anche nei nuovi insediamenti abitativi, in modo da utilizzare le acque “meno pregiate” per molti altri scopi, come ad esempio il risciacquo delle cassette WC.
una famiglia di 4 persone potrebbe “risparmiare” fino a 72 litri al giorno: si tratta, in un anno, di 26.000 litri d’acqua! E per chiarezza aggiungiamo che stiamo parlando di cassette WC progettate per utilizzare anche acqua non potabile in totale sicurezza. Insomma, ridurre il consumo idrico non soltanto è ampiamente possibile, ma è una misura indispensabile e inevitabile, che stiamo semplicemente rimandando da troppo tempo. Se consideriamo che – secondo i rilevamenti Istat 2018 – è italiano il primato europeo per il prelievo annuo di acqua dolce per uso potabile dai corpi idrici superficiali e sotterranei, con più di 9.200.000.000 di metri cubi, diventa assolutamente chiaro come il nostro approvvigionamento idrico vada completamente riorganizzato. E se pensiamo al numero di strutture, nell’intero territorio nazionale, che potrebbero essere adibite alla raccolta di acqua piovana (il sistema Rainplus può essere installato sulle coperture di fabbricati agricoli, industriali, residenziali, strutture ricettive, impianti sportivi...), possiamo facilmente renderci conto che non sono le opportunità a mancare.
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Superbonus 110% «senza pensieri» Network & Knowledge, società tra professionisti iscritta all’Albo dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, stringe una partnership con Ance Brescia per aiutare, insieme all’Associazione costruttori, le imprese edili meno strutturate a gestire, per conto dei loro Committenti, contratti di appalto aventi ad oggetto interventi associati alle agevolazioni edilizie (Superbonus 110% per efficientamento energetico e interventi antisismici, recupero del patrimonio al 50%, bonus facciate al 90% e interventi di riqualificazione energetica al 50-65%). NK affianca le Imprese curando gli aspetti fiscali, legali e finanziari dell’intera operazione, partendo dall’analisi dell’intervento fino alla pratica di cessione del credito, il tutto in stretta collaborazione con i tecnici incaricati del progetto. NK si propone infatti come soggetto di riferimento unico, d'intesa con Ance Brescia, per le Imprese meno strutturate assistendole in tutto il processo: 1) nell’analisi di pre-fattibilità iniziale per la verifica dell’esistenza delle condizioni richieste dalla normativa in vigore per accedere ad una o più agevolazioni edilizie, con la conseguente stima del risparmio fiscale potenziale; 2) nella predisposizione della contrattualistica con i Committenti e le Imprese subappaltatrici; 3) nella richiesta di affidamenti bancari per soddisfare le esigenze finanziarie del cantiere; 4) nella gestione dello sconto in fattura (modalità tecniche e fatturazione); 5) nella richiesta a Istituti Bancari o a Poste Italiane di plafond per l’acquisto del credito originato dalla sconto in fattura; 6) nell’assistenza al caricamento di tutta
la documentazione sulla piattaforma dell’Istituto Bancario; 7) nella pratica di cessione del credito successiva allo sconto in fattura e al rilascio del visto di conformità. Nella sostanza, NK ha l’obiettivo di permettere all’impresa, che non è strutturata con un proprio apparato tecnico e amministrativo, di concentrarsi su quello che meglio sa fare, ovvero la realizzazione dell’intervento, potendo contare su un Partner “a portata di mano” che si occupa per lei di tutti gli aspetti burocratici legali allo sconto in fattura e alla successiva cessione del credito, mettendola così nelle condizioni di accettare lavori che, altrimenti, andrebbero ad appannaggio delle società concorrenti più strutturate. Tutte le competenze integrate della nostra Società sono infatti messe al servizio delle Imprese per governare a 360 gradi le procedure di ottenimento del beneficio fiscale e per assisterle in ogni problematica che potrebbe emergere nelle varie fasi dell’intervento, evitando future e spiacevoli contestazioni, e consentendo all’Impresa di lavorare serenamente “senza pensieri”.
Chi fosse interessato ai servizi NK può fin da ora contattare in Ance Brescia il Rag. Enrico Massardi (enrico.massardi@ancebrescia.it - 030 399133), oppure il Dott. Nicolò Marini, responsabile del Team Superbonus in NK (info@n-k.it - 030 983333)
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storia per il domani
L'autostrada Brescia-Milano: il primato italiano degli anni Venti del secolo scorso
di Franco Robecchi, ingegnere e autore
seguito di un martellante sistema di disinformazione per motivi politici, pochissimi sanno che, fra le molte acquisizioni urbanistiche, infrastrutturali e amministrativo-sociali di Brescia in epoca fascista, brilla la sua dotazione di un’autostrada, la Brescia-Bergamo, che proseguì la già esistente Bergamo-Milano. Gli studi per l’autostrada erano già iniziati nel 1925, mentre il progetto fu del 1927. I lavori iniziarono nel 1929 e l’autostrada fu aperta nel 1931. Il casello di ingresso si trovava in via Flero, nei pressi dei Pilastroni. Ma facciamo un passo indietro. Nel 1922 esisteva una personalità di alta statura nel campo delle imprese di costruzioni. Era l’ingegnere milanese Piero Puricelli, figlio di un costruttore importante, specializzato in opere stradali. Nell’ambito della sua notevolissima capacità imprenditoriale svolse importanti lavori in tutta Italia e all’estero, operando anche nel settore delle cave. Ma la sua fama è soprattutto dovuta alla geniale ideazione di un tipo di strada particolare, per collegamenti di lungo tragitto, fra città e città, senza incroci e quindi tale da garantire alle automobili, che erano le sole autorizzate a fruirne, l’opportunità unica di abbinare velocità e sicurezza. La strada sarebbe stata anche accessibile solo dietro il pagamento di un pedaggio, che avrebbe costituito la chiusura del cerchio economico per l’investitore-costrut-
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tore. Era un’idea azzardata perché l’uso dell’automobile, e anche dei veicoli industriali, era ancora molto ridotto e la rapidità di percorrenza poteva non sembrare un requisito così richiesto. Ma Puricelli vedeva lontano. Intravedeva il grande ampliamento dei bacini di mercato, la mobilità del lavoro, che implicavano viaggi sempre più rapidi e distanze di pari passo sempre più accorciate. Intravedeva, contemporaneamente, uno sviluppo crescente della motorizzazione, anche se, all’epoca, i veicoli a motore in Italia non superavano il numero di 75.000 unità. I primi veicoli per il trasporto merci, gli autocarri, avevano visto la prima apparizione (Fiat) solo nel quadro della Prima Guerra Mondiale, nell’ambiente militare. Ancora, nel 1922, nessuno pensava che la rapidità dei trasporti avrebbe rivoluzionato il mondo. Invece Puricelli volle tentare la novità e scelse un collegamento singolare per il primo progetto autostradale: Milano-Gallarate, pensando al futuro collegamento con Varese per quella che, considerata la posizione baricentrica di Varese, fu chiamata l’autostrada Milano-Laghi. Per laghi si intendevano, ovviamente, il Lago Maggiore e il Lago di Como. Sembrerebbe una strada veloce per chi avesse voluto raggiungere un luogo di ridente relax per il weekend. Ma non era solo così, anche perché un’utenza basata solo sui ricchi che il fine settimana lo volevano trascorrere nelle proprie ville sul lago sarebbe stata fonte di un sicuro fallimento. La zona di Gallarate era invece anche a forte presenza industriale, presenza d’avanguardia, poiché fu la
nnn Il cantiere per la costruzione delle arcate del ponte sull’Oglio.
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storia per il domani
nnn L’articolo della rivista francese sulle autostrade italiane. La carta geografica delle autostrade italiane nel 1932, capostipiti di ogni autostrada nel mondo. Un brano di articolo sulle autostrade italiane uscito in altra rivista francese. Si nota che nel titolo la parola è scritta in italiano, autostrade, e non in francese.
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culla dell’aviazione italiana, nella quale nacquero importanti industrie aeronautiche e anche l’aeroporto di Malpensa. Ma allora era tutto molto embrionale. Di certo la passione e anche l’interesse economico per i motori rientravano fortemente nella personalità di Puricelli. Non a caso egli fu anche il maggiore protagonista della progettazione e della costruzione, proprio in quegli stessi anni, dell’autodromo di Monza. Va detto, però, che la Lombardia era la regione di gran lunga più dotata di automobili, con circa la metà del parco macchine in Italia, e già l’industria lombarda in campo automobilistico contava aziende importanti come l’Alfa Romeo e l’Om. Altrettanto privata fu l’iniziativa per l’autostrada Brescia-Bergamo, la cui società nata ad hoc fu creatura dell’industriale bresciano Giulio Togni. L’idea della prima autostrada fu quindi privata e si trattò della Milano-Gallarate, aperta nel 1923. L’anno successivo fu inaugurato il tratto GallarateVarese. Va quindi senza incertezza affermato, osservando le date citate, che la realizzazione della Milano-Laghi costituì il primo esempio al mondo di autostrada. E per autostrada si intende una strada ad esclusivo uso da parte di veicoli a motore, senza incroci, semmai risolti con passaggi su cavalcavia o con sottopassi, e con pedaggio. Neppure gli Stati Uniti avevano avuto una simile idea. Il primato italiano durò più di 10 anni e comunque il riferimento all’iniziativa italiana fu unanimemente ritenuto, sul piano internazionale, come obbligatorio ed esemplare. Gli storiografi dell’urbanistica, antifascisti militanti, cioè il 99,9% fino a una ventina d’anni fa, per pregiudizio e conformismo ideologico, mani sugli occhi e sulle orecchie, hanno naturalmente negato questa realtà, tacendo anche sui dati obiettivi e sulle fonti straniere,
non sospette di compiacere il fascismo. Si sono quindi impegnati per smentire il primato italiano nel settore rivoluzionario delle autostrade attribuendo la convinzione alla megalomania fascista e alla connivenza di alcuni storici, mosche bianche, subito tacciati di revisionismo. Qui si vuole approfittare dell’occasione per rendere conto di un articolo apparso in Francia nel gennaio del 1932, sulla rivista “Science et Monde”, sotto il titolo La renaissance industrielle de l’Italie, la rinascita industriale dell’Italia. Come si vede nella carta geografica pubblicata, gli unici due tratti di autostrada costruiti riguardavano la MilanoLaghi e la Milano-Brescia, essendo proprio in quei mesi inaugurato il tratto BresciaBergamo. Tralasciando i tratti ancora in progetto, l’articolo si riferiva alle due realtà già operative di cui si è detto. Persino il nome era adottato in omaggio al concepimento italiano. Si diceva che le strade “autoroute” era meglio chiamarle “autostrade”, che, nonostante la pronuncia alla francese (otostrad) costituiva comunque una pugnalata allo sciovinismo linguistico francese. “Se la Francia — scriveva la rivista — è ancora impegnata nel tracciare sul suo territorio simili strade riservate alle automobili (alcuni progetti sono stati minuziosamente studiati) l’Italia è già passata da tempo alla realizzazione” e citava i tratti Milano-Varese, di 49 km, del 1924, nonché le ramificazioni Gallarate-Sesto Calende e Lainate-Como, del 1925. “Ora — continuava l’articolo — più grandi progetti sono allo studio, come l’autostrada Torino-Milano-Venezia, parte della quale è già stata costruita e aperta alla circolazione, da Milano a Brescia attraverso Bergamo (94 km). Il primo tronco è stato terminato nel 1927 e il tratto Berga-
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nnn Il grande ponte sull’Oglio, pubblicato nella rivista francese. Un disegno divulgativo pubblicato in Francia per un’elogiativa raffigurazione del livello d’avanguardia dell’autostrada Bergamo-Brescia. Il grande raccordo circolare costruito per la giunzione dei tratti autostradali Milano-Bergamo e Bergamo-Brescia, nonché per il collegamento con la rete stradale urbana di Bergamo. Veduta della carreggiata dell’autostrada Brescia-Bergamo, con, in primo piano, uno dei frequenti giunti di dilatazione, sigillati con bitume.
mo-Brescia è stato aperto nel 1931”. Giustamente l’articolo francese sottolineava alcune caratteristiche dell’autostrada italiana che, per il tratto Milano-Laghi, aveva ampiezza sufficiente (14 metri) per due corsie agevoli e sicure, adatte all’incrocio dei due sensi di marcia e al sorpasso, con pendenze minime, non più del 3%, raggi di curvatura molto grandi, almeno 500 metri. La pavimentazione, resistente, omogenea e non scivolosa, era in calcestruzzo. Ma l’asfalto era alle porte. Naturalmente ancora non si parlava di doppie corsie di marcia, né di separazione con spartitraffico o di raccordi a quadrifoglio. Il primo esempio sarebbe stato tedesco, nel 1934, per la Francoforte-Heidelberg, con doppia corsia di larghezza complessiva di 24 metri.
Il tratto Bergamo-Brescia aveva una larghezza inferiore, di 8 metri, con 14 curve dai raggi che andavano dai 300 agli 800 metri e 418 cavalcavia e sottopassi. Emergeva l’impegno progettuale e costruttivo del ponte sul fiume Serio, lungo 166 metri con 8 archi in cemento armato, del ponte sull’Adda, lungo 176 metri con un solo arco di 80 metri, alto 40 metri sull’acqua, del ponte sul Brembo, con un arco parabolico di 50 metri e del grande ponte sul fiume Oglio, lungo 284 metri con tre arcate di 61 metri, alte sull’acqua 38 metri. Lo spessore del calcestruzzo della pavimentazione era di 22 cm al centro della carreggiata e di 17 sui bordi, con un giunto di dilatazione ogni 12 metri. Sui ponti la pavimentazione era in granito. Il raccordo con la rete stradale ordinaria di
Bergamo era ottenuto con una rampa che correva su un percorso circolare dal diametro di 100 metri. I francesi, chiedendosi se in Francia esistesse un territorio così densamente abitato e così economicamente produttivo come la Lombardia di Milano, Varese-Brescia e Bergamo, tale da rendere realistico l’investimento di immensi capitali, ricordavano anche che l’autostrada italiana non era dello stato, ma dei privati, che si erano riservata la proprietà e l’esercizio per 50 anni. La Milano-Bergamo era costata 54 milioni di lire. Si evidenziava quindi l’essenziale misura del pedaggio, che in Italia era stato adottato in proporzione alla categoria e al peso del veicolo. La Milano-Laghi costava da 10 a 75 lire, e non era poco. I francesi, considerato il contesto
economico, ipotizzavano come possibile percorso di una loro, prima autostrada la Parigi-Lille-Roubaix. Gli imitatori dell’Italia in campo autostradale si sarebbero attivati solo negli anni Trenta, dieci anni dopo Mussolini. Giustamente il giornale francese concludeva: “Les Italiens sont, a juste titre, fiers de cette réalisation. Nos routes françaises sont excellentes, mais nous voterons un triple ban au ministre des Travaux publics qui nous donnera la première autostrade”: gli italiani vanno giustamente fieri di questa loro realizzazione. Le nostre strade francesi son eccellenti, ma noi tributeremmo una tripla ovazione al ministro dei lavori pubblici che ci regalasse la prima autostrada. Naturalmente i più continueranno a dire che nel Ventennio non si fece niente di buono. luglio/agosto/2022
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Analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane 2016-2020
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Per il terzo anno consecutivo Ance Brescia, Ordine dei Dottori Commercialisti e Camera di Commercio prendono in esame tutti i bilanci presentati dalle imprese bresciane del settore delle costruzioni per fornire elementi di riflessione sull’evoluzione che interessa il comparto, aggiornando il quadro dell’edilizia nella nostra provincia
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focus analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane
Il settore bresciano delle costruzioni Una panoramica dall’analisi economico-finanziaria 2016-2020
L
o studio che Ance Brescia elabora dal 1990 è giunto al suo 33° anno di pubblicazione e, per il terzo anno consecutivo, prende in esame tutti i bilanci resi noti dalle aziende iscritte al Registro delle imprese di Brescia, appartenenti al settore “F Costruzioni”, ripartito nelle tre divisioni: “F41 Costruzione di edifici”, “F42 Ingegneria civile” e “F43 Lavori di costruzione specializzati”, secondo l’attuale classificazione delle attività economiche ATECO2007, indipendentemente
INIZIATIVA COFINANZIATA E PATROCINATA DALLA CAMERA DI COMMERCIO DI BRESCIA
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dalla forma giuridica assunta. L’analisi è frutto del lavoro di elaborazione e di sintesi di un gruppo tecnico composto, oltre che dall’Associazione dei costruttori edili di Brescia, dalla Camera di Commercio di Brescia e dall’Ordine dei Dottori commercialisti ed Esperti contabili di Brescia, e ha il duplice obiettivo: quello di analizzare struttura imprenditoriale, andamento demografico e dinamica del settore delle costruzioni nel periodo 20122020 e di illustrare l’analisi delle condizioni di economici-
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tà delle imprese edili, rette in forma di società di capitali. Il lavoro svolto può essere ritenuto un’utile indicazione per l’individuazione di benchmark di settore a rilevanza locale, di cui le singole imprese edili potranno disporre per un raffronto con le proprie risultanze di bilancio, e un supporto per gli operatori economici interessati al settore edile bresciano, siano essi istituti finanziari, industrie manifatturiere o pubbliche amministrazioni. Lo studio evidenza che, nonostante lo stop “forzato” a causa della pandemia, già nel corso del 2021, grazie anche alla spinta fiscale all’innovazione e alla crescita promossa dal Governo, gli interventi in costruzioni sono cresciuti del 16,4% e la produzione del 24,1%. I lavori in edilizia residenziale e non nel corso del 2021 sono aumentati di circa il 10%; medesimo andamento per gli investimenti nelle opere pubbliche, che evidenziano un aumento rispetto all’esercizio precedente del 15%. In questo roseo scenario, in fase di forte rilancio grazie alle opportunità concesse dal Pnrr e dagli incentivi fiscali, inflazione, difficoltà di approvvigionamento e conflitto russo-ucraino, rappresentano però fattori di rischio anche per il comparto edile. L’aumento del costo delle materie prime, il caro energia e una generale spinta inflazionistica potrebbero creare un nuovo arresto nella crescita del settore, impattando negativamente sulle positive ricadute che esso crea. Da diversi mesi, inoltre, le banche hanno bloccato l’acquisto dei crediti derivati dalle agevolazioni fiscali legate ai bonus per il costruito. Un fattore che minaccia pesantemente l’avanzamento dei lavori delle opere già contrattualizzate o in corso di svolgimento.
Un costruito a misura di futuro Ospitata nell’Auditorium Ance Brescia, la presentazione dell’analisi economico-finanziaria 2016-2020 ha fatto il punto sullo stato di salute del mercato delle costruzioni, fornendo uno spaccato dell’attuale andamento economico e finanziario del settore edile bresciano, con lo scopo di individuare le possibili strategie da pianificare per lo sviluppo futuro. Presenti al tavolo dei relatori alcuni professionisti del comitato tecnico-scientifico: Patrizia Apostoli, Simona Cherubini e Giovanni Simonelli, dell’Ordine dei Dottori commercialisti di Brescia e provincia, Enrico Massardi di Ance Brescia e Maria Elena Russo della Camera di Commercio di Brescia. A seguire il confronto dei presidenti delle tre realtà capofila dello studio: Massimo Angelo Deldossi, Roberto Saccone e Michele de Tavonatti, che oggi ricopre il ruolo di vicepresidente nazionale dell’Ordine dei Dottori commercialisti ed Esperti contabili. A moderare l’evento Gianni Bonfadini, giornalista economico del Giornale di Brescia.
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nnn Presentazione dei dati dell’”Analisi economico finanziaria delle imprese edili bresciane 2016-2020” nel nuovo auditorium Ance Brescia. Lo studio esamina l’andamento del mercato edile locale con lo scopo di individuare le possibili strategie da pianificare per lo sviluppo futuro.
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Le testimonianze dei presidenti
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Roberto Saccone
Massimo Angelo Deldossi
Michele de Tavonatti
presidente Camera di Commercio di Brescia
presidente Ance Brescia
vicepresidente Consiglio Nazionale dei Dottori commercialisti ed Esperti contabili
Nel lungo periodo di crisi indotto dalla pandemia, il settore edile ha dimostrato notevole resilienza e complessivamente, meglio di altri, ha superato le difficoltà emerse, anche grazie ai programmi previsti nell’ambito del Pnrr, al Superbonus 110% e ad altre forme di incentivo. Per tutto il 2021 il settore delle costruzioni ha evidenziato, dal punto di vista della nascita di nuove imprese, una dinamica brillante che ha consentito di chiudere l’anno con un’importante crescita pari al 2,1% (382 imprese in più rispetto al 2020), alla quale ha contribuito la ritrovata vitalità degli artigiani edili (198 imprese in più rispetto allo scorso anno). Complessivamente, al 31/12/2021, risultavano iscritte al RI della Camera di Commercio di Brescia 18.310 imprese del settore costruzioni.
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Il settore delle costruzioni è protagonista di trasformazioni che lo collocano tra i principali attori del cambiamento socioeconomico contemporaneo. Dopo il freno forzato dettato dalla crisi pandemica, come dimostrano i dati e le considerazioni riportati nel presente studio, l’edilizia nel corso del primo trimestre 2021 è stata determinante per tracciare la strada della ripartenza nazionale post-Covid 19. Allo stesso modo, il costruito bresciano si connota quale settore primario dell’economia locale e, stimolato da un’iniziativa imprenditoriale in crescita, arriva a contare a fine 2020 quasi 18 mila imprese registrate al Registro della Camera di Commercio di Brescia, con una diffusione sempre più estesa di forme organizzative maggiormente strutturate.
L’analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane del periodo 2016-2020, realizzata dal Gruppo di lavoro costituito d’intesa tra Ance Brescia, l’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Brescia e la Camera di Commercio di Brescia, rappresenta uno strumento analitico utile all’interpretazione del comparto a livello provinciale e ne lascia intravedere le tendenze sia pure in un momento storico dove tutte le previsioni sono state superate da eventi che hanno influenzato l’economia su scala mondiale.
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Alcuni dati estratti dal volume pubblicato
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onostante la pandemia da Covid-19, il settore delle costruzioni, pur risentendo del rallentamento economico globale, ha sostanzialmente mantenuto la sua peculiare connotazione quale uno dei settori primari nell’economia bresciana. Segnali di netta ripresa, non solo dal comparto della nostra provincia, si hanno a livello nazionale nel corso del primo trimestre 2021, periodo che segna i primi passi della lenta ripresa dell’economia nazionale. Dopo lo shock recessivo innescato dall’emergenza sanitaria, infatti, secondo le stime della Commissione europea, nel 2021 il Pil italiano ha riportato un forte rimbalzo, tra i migliori in Europa, pari a un aumento del 6,5% rispetto al 2020. La crescita italiana è stata trainata dalla domanda interna e, tra i settori produttivi, spicca il rilevante contributo fornito dalle costruzioni, comparto che ha svolto un ruolo trainante per l’economia. Il percorso di crescita intrapreso nel 2021 dal comparto
Analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane 2016-2020 Studio sullo stato ed evoluzione del settore
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è stato stimolato dalla coesistenza di diversi elementi scaturiti dalla pandemia: a partire dalla ripresa degli investimenti pubblici, fino agli incentivi per gli interventi sul patrimonio residenziale (tra cui quelli relativi al Superbonus 110%), che hanno innescato una ripresa veloce e diffusa. In base alle stime dell’Ance, nel 2021 il settore delle costruzioni ha registrato un significativo incremento, pari a un +16,4% in termini reali, derivante da aumenti generalizzati in tutti i comparti. Una crescita significativa, che il settore non registrava da moltissimi anni e che non costituisce solo un mero rimbalzo statistico a seguito dello shock pandemico. Il confronto con il 2019 - anno pre-pandemico - rimane, infatti, positivo (+9,1%), a conferma che le costruzioni si sono avviate verso una graduale ripresa. Tuttavia, il gap produttivo con l’inizio della crisi settoriale resta ancora elevato (-28,8% di investimenti rispetto al 2007, ovvero una perdita di 60 miliardi annui di investimenti in costruzioni). Nel corso del 2021 sono emerse però delle forti criticità, dovute all’indisponibilità di una serie di materie prime e di prodotti intermedi a livello globale; alla crescita vertigi-
In base alle stime dell’Ance, nel 2021 il settore delle costruzioni ha registrato un significativo incremento, pari a un +16,4% in termini reali, derivante da aumenti generalizzati in tutti i comparti
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focus analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane
nosa dei prezzi di alcune delle principali materie prime utilizzate nelle attività edilizie, quali metalli, materie plastiche derivate dal petrolio, legno, calcestruzzo e bitume. Di fronte a questa situazione, le imprese di costruzioni si sono trovate in difficoltà, dovendo sopportare un aggravio economico nella realizzazione di opere per rispettare gli impegni assunti con contratti già stipulati. Da fine anno, inoltre, è esploso l’aumento dell’inflazione spinta dall’incremento sostenuto dei prezzi, in particolare dei beni energetici. Il 2021 ha visto, oltre all’adozione di misure di rilancio dell’economia (quali gli incentivi per gli interventi sul patrimonio residenziale), l’approvazione del Pnrr, la cui attuazione ha enormi potenzialità per una crescita sostenuta nel lungo periodo. Ma lascia in eredità un’incognita molto importante, derivante dagli elevati aumenti dei prezzi delle materie prime connesse a tutte le attività economiche, non solo delle costruzioni, e dal sostenuto aumento dell’inflazione. Elementi che rischiano di limitare l’espansione dell’economia italiana prevista per il 2022. A questi si aggiunge la critica questione del blocco della cessione dei crediti fiscali derivanti dai bonus edilizi, Superbonus in particolar modo, che minaccia il fallimento delle imprese e il licenziamento di migliaia di lavoratori.
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Andamento delle imprese del settore delle costruzioni a Brescia Gli effetti degli incentivi per agevolare gli interventi sul patrimonio residenziale (tra cui quelli relativi al Superbonus 110% approvato a luglio 2020), adottati per contrastare la crisi economica generata dalla pandemia, hanno stimolato l’iniziativa imprenditoriale portando un rimbalzo degli avvii d’impresa che ha permesso di chiudere il 2021 con un numero di imprese edili attive in provincia pari a 18.310 unità, in sensibile recupero rispetto al periodo pre-pandemico, ma ancora lontano dai livelli del 2012. L’aumento del 2021 è del 2,1% sul 2020, corrispondente a 382 realtà imprenditoriali in più in un anno. Il settore delle costruzioni bresciano nell’ultimo decennio ha subito un forte ridimensionamento, ma ha intrapreso, al contempo, una significativa trasformazione che riflette i cambiamenti normativi, sociali ed economici avvenuti nello stesso periodo. Dopo anni di flessioni che hanno portato le imprese edili bresciane dalle 20.148 unità del 2012 al minimo storico di 17.919 toccato nel 2019, la ripresa dell’iniziativa imprenditoriale già iniziata nel 2020, nonostante la crisi pandemica, nel 2021 si intensifica. L’avvio di nuove imprese in provincia è stato particolarmente vigoroso, il rimbalzo è comprovato dal tasso di natalità imprenditoriale che tra il 2020 e il 2021 è passato dal 4,4% al 6,1%. Bisogna tornare indietro al 2010 per trovare un tasso più alto (6,8%).
nnn Al tavolo dei relatori Maria Elena Russo della Camera di Commercio, Patrizia Apostoli, Simona Cherubini e Giovanni Simonelli dell’Ordine dei Commercialisti. Nella pagina precedente, in alto, il giornalista Gianni Bonfadini, moderatore dell’incontro e sotto Enrico Massardi di Ance Brescia.
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La struttura organizzativa e dimensionale
Andamento delle imprese del settore delle costruzioni a Brescia (2012-2021) 30.000 25.000
20.148 19.664
20.000
19.221
18.865
18.508
18.336
18.016
17.919
17.928
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
18.310
15.000 10.000 5.000 0
2012
2013
Variazione percentuale rispetto al 2020 delle imprese edili bresciane suddivise per organizzazione giuridica 8,0 6,0
5,8 4,0 2,0 0,0
1,5 -2,6
-2,0 -4,0 -6,0
-5,4 Imprese individuali
Società di persone
Società di capitali
Fonte: elaborazioni Ance Brescia su dati Registro Imprese di Brescia-Infocamere
Il settore delle costruzioni bresciano nell’ultimo decennio ha subito un forte ridimensionamento, ma ha intrapreso, al contempo, una significativa trasformazione che riflette i cambiamenti normativi, sociali ed economici avvenuti nello stesso periodo
Altre forme
2021
Dall’analisi della struttura organizzativa si evidenzia un aumento nel 2021 delle forme organizzative più strutturate. Le società di capitale sono, infatti, aumentate del 5,8% rispetto al 2020 (corrispondenti a 287 società di capitali in più rispetto al 2020), per effetto di una maggiore crescita delle stesse nel comparto della costruzione di edifici. Anche le imprese individuali, dopo anni di costante flessione, tornano a crescere. Diminuiscono, di contro, le imprese edili costituite in società di persone e sotto le altre forme. L’avvio di nuove realtà imprenditoriali e l’aumento dell’occupazione nelle imprese esistenti hanno avuto riflessi significativi sulla struttura dimensionale: le imprese di grandi dimensioni (50 addetti e più) sono cresciute del 24,5% sul 2020, attestandosi allo 0,5% del totale delle imprese del settore (era lo 0,4% nel 2020); le medie imprese (10-49 addetti) incrementano la loro base dell’11,1% sul
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37
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focus analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane
Confronto anni 2012 e 2021 della composizione delle imprese delle costruzioni bresciane suddivise per comparto di attività
2012
2021
35,7%
32,5%
F 41 Costruzione di edifici
F 41 Costruzione di edifici
0,8%
1,0%
F 42 Ingegneria civile
F 42 Ingegneria civile
63,5%
66,5%
F 43 Lavori di costruzione specializzati
F 43 Lavori di costruzione specializzati
Fonte: elaborazioni Ance Brescia su dati Registro Imprese di Brescia-Infocamere
2020, contando il 5,5% delle imprese edili (erano il 5,1% nel 2020). Le imprese di più piccole dimensioni, pur aumentando di numero (+2%) rispetto al 2020, perdono quote di mercato. Le imprese con un solo addetto, che rappresentano la componente prevalente, sono passate dal 61,8% del 2020 al 61,4% del 2021. Le imprese con 2-9 addetti mantengono stabile la loro quota attestandosi al 32,6% del totale.
38
Imprese delle costruzioni bresciane per classi di addetti nel 2021
luglio/agosto/2022
Le imprese di più piccole dimensioni, pur aumentando di numero (+2%) rispetto al 2020, perdono quote di mercato
0,5%
32,6%
50 e più
2-9 addetti
61,4%
5,5%
1 addetto
10-49 addetti
Fonte: elaborazioni Ance Brescia su dati Registro Imprese di Brescia-Infocamere
L’impatto della pandemia sul settore “F Costruzioni” Seppur in un contesto di cali generalizzati, il comparto dei lavori di costruzione specializzati (F43) è il segmento che meno ha risentito degli effetti delle precedenti crisi economiche. Nell’ultimo quinquennio è cresciuto beneficiando
degli incentivi fiscali legati alla riqualificazione del patrimonio abitativo esistente, adottati per dare una spinta al settore delle costruzioni. Ne deriva che le imprese che operano nei lavori di costruzione specializzati, che è il comparto più numeroso del settore delle costruzioni in provincia, hanno acquisito incidenza passando da una quota del 63,5% del
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2012 al 66,5% del 2021.Per il comparto delle attività di costruzione di edifici (F41), la crisi è stata molto intensa: tra il 2012 e il 2020 sono uscite fuori dal sistema produttivo più di 1.330 imprese. Le imprese attive nei lavori di costruzione di edifici hanno, di conseguenza, perso quote di mercato: nel 2021 la loro incidenza sul totale è pari al 32,6% contro il 35,7% del 2012. Per il segmento dei lavori di ingegneria civile (F42) il peso sul totale si è mantenuto sostanzialmente stabile.
Positivo rialzo dei livelli di occupazione Il rimbalzo delle attività d’impresa e il miglioramento dell’attività economica si sono riflessi positivamente sull’occupazione del settore. Secondo i dati del Registro delle imprese delle Camere di Commercio, le imprese bresciane attive nelle costruzioni a fine 2021 occupano complessivamente 42.641 addetti, un numero significativamente supe-
riore al 2020 (+10,1%) quando il numero degli addetti si attestava a 38.744 unità. Si tratta di un risultato che riduce il gap con i livelli occupazionali di dieci anni fa. Tra il 2012 e il 2020 il settore delle costruzioni ha perso oltre 6.400 addetti.
Le imprese bresciane attive nelle costruzioni a fine 2021 occupano 42.641 addetti, un numero superiore al 2020 (+10,1%) quando il numero degli addetti si attestava a 38.744 unità
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rigenerazione urbana
Com’è bella la città Evento dell’Ance a Parma sulla rigenerazione urbana di Adriano Baffelli
Con l’iniziativa “Com’è bella la città” Ance riflette sul tema e propone il Decalogo per la Rigenerazione urbana 40
luglio/agosto/2022
L
a rigenerazione urbana, il ruolo delle città, dei progettisti, degli urbanisti e ovviamente dei costruttori, le considerazioni di amministratori e politici, la presentazione dei risultati del progetto “Verso Parma 2022” dopo il lavoro di oltre un anno del gruppo di lavoro “Urban Renovation Lab”, si sono condensati dinamicamente nell’iniziativa “Com’è bella la città”, ospitata dal Teatro Regio della città emiliana, già regno di Maria Luigia d’Austria. Nell’occasione Ance ha consegnato alla collettività un corposo “Decalogo per la rigenerazione urbana”, utile vademecum su un tema da molti anni al centro dell’attenzione, senza che siano stati chiaramente indicati gli obiettivi principali e soprattutto gli strumenti necessari ad attuarla. L’urgenza di arrivare a una proposta concreta è accresciuta dall’imperdibile opportunità offerta dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, che dedica una parte rilevante dei fondi e delle riforme al tema della città. È emerso, fra il resto, come si sia assistito a 76 provvedimenti, in 26 anni, per provare a scrivere una nuova legge urbanistica, ma il Parlamento non è mai arrivato fino in fondo. Da qui la necessità di una legge nazionale per la rigenerazione urbana che faccia da cappello con-
sentendo ai singoli territori di esprimere le proprie potenzialità, favorendo il loro sviluppo. Dal palco del Regio l’Ance ha inteso presentare nuovi chiavi di lettura e strumenti per interpretare e positivamente gestire i nuovi paradigmi della riqualificazione urbana. Ad iniziare dal citato decalogo che nelle intenzioni degli estensori e promotori dovrebbe risultare utile alla collettività. Una richiesta è stata forte e chiara: “Le proposte che presentiamo devono diventare realtà in tempi brevissimi. Lo richiedono le mutate condizioni e la necessità di recuperare il tempo perduto sulla strada della rinascita delle nostre città”. L’appello dei vertici di Ance ha trovato riscontro nelle riflessioni e nelle considerazioni emerse da una serie di interessanti interventi: l’amministratore delegato di Generali Real Estate, Paolo Mazzocco, l’ad di Redo Sgr, Fabio Carlozzo, l’amministratore delegato e direttore generale di Crédit Agricole Italia, Giampiero Maioli, la fondatrice di T-Studio Guendalina Salimei, il Senior partner di “Cittamoderna” Spa, Angelo Prezioso. Un’indicazione è emersa univoca: i nuovi progetti debbono essere anzitutto sostenibili sui versanti ambientale e sociale e rispettare i criteri Esg. Lo debbono essere intrinsecamen-
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Un Decalogo per la rigenerazione Oggi non è più possibile governare le trasformazioni in atto con leggi e decreti che risalgono al 1942 (legge urbanistica) o al 1968 (decreto sugli standard urbanistici). Serve finalmente una legge di principi statale! Ance chiede una nuova governance per la politica urbana nazionale e propone un Decalogo: incentivi, semplificazioni, un nuovo sistema di fiscalità immobiliare e misure specifiche per la riqualificazione energetica e sismica.
Dieci passi verso la città del futuro
1
Definizione di rigenerazione urbana e dichiarazione di interesse pubblico degli interventi
te per molti motivi e, aspetto non secondario, qualora non lo fossero non sarebbero finanziati. Nemmeno se di taglio minimo. Ai sindaci la rigenerazione urbana piace, soprattutto se supportata dal Pnrr, come hanno evidenziato le testimonianze dei primi cittadini di Bergamo, Giorgio Gori e di Cagliari, Paolo Trezzu. La presidente di Assimpredil Ance (Milano, Lodi e Monza Brianza), Regina De Albertis, ha posto l’accento sui tempi tuttora eccessivi per realizzare un’opera pubblica, auspicando un provvedimento legislativo a breve che possa davvero risolvere la situazione. In un italiano fluente e dimostrando padronanza della materia e capacità di rendere semplici gli aspetti complessi, in netta controtendenza rispetto a molti politici, all’assise di Ance ha partecipato da remoto da Bruxelles anche il vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans. Quasi conoscesse la situazione italiana nei dettagli, ha evidenziato l’urgenza di introdurre semplificazioni e insieme di accelerare gli iter autorizzativi: “Non possiamo più permetterci di attendere anche sette anni per ottenere un permesso di costruzione. Non l’hanno più i cittadini così come le imprese, servono interventi adeguati dell’Unione europea”. Anche il vicepresidente della Commissione europea sostiene la necessità di una duplice cornice, quella quadro centrale, affiancata, però, dalla necessaria flessibilità, citando espressamente Parma e ricordando che presenta una situazione completamente differente a quella di Co-
2
Governance per la nuova politica urbana nazionale e partecipazione dei cittadini
3
Contenimento del consumo di suolo
4
Nuova perequazione per la città contemporanea
5
Nuova disciplina degli standard urbanistici
6
Contributo di costruzione
10
Semplificazione per gli interventi di riqualificazione energetica e miglioramento sismico degli edifici esistenti
7
Modifiche alle destinazioni d’uso, incentivi e semplificazioni
8
Centri e nuclei storici
9
Fiscalità immobiliare e coinvolgimento del risparmio privato
penaghen, la capitale danese. Di rilievo l’anticipazione di Timmermans sul Piano energetico imperniato sull’idrogeno al quale sta lavorando l’Unione europea coinvolgendo anche paesi mediterranei come Algeria e Marocco. Presentando il Decalogo di Ance è stato richiamata la necessità del coraggio di affrontare la rigenerazione urbana. Coraggio perché si deve superare uno steccato culturale all’interno del quale il mondo del costruito è stati confinato da troppi anni. C’è bisogno di coraggio per andare oltre, quando si parla di densificare. Barbara Lori, assessore alla Programmazione territoriale della Regione Emilia-Romagna ha dichiarato di considerare utile
sotto molti punti di vista una legge sulla Rigenerazione urbana, mentre Paolo Giandebiaggi, docente di Architettura dell’Università degli Studi di Parma ha condiviso i risultati del caso studio di Parma, risultato interessante per l’applicazione di innovativi parametri di analisi economicofinanziaria e dell’impatto in termini di sostenibilità ambientale, sociale, economica. Per il sociologo Francesco Morace, evocando Renzo Piano e il suo concetto di rammendo delle città, è necessario ragionare in termini di tessuto sociale e sulla catena della fiducia che deve essere ricostruita. Insomma, com’è bella città, ma rigenerata lo è ancor di più e diviene più accogliente. luglio/agosto/2022
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il futuro dell’edilizia
I criteri ESG e le imprese di costruzioni di Angelo Luigi Camillo Ciribini DICATAM & eLux Lab, Università degli Studi di Brescia
L
a digitalizzazione, che include il Building Information Modeling (BIM), è una tematica relativamente poco diffusa, all'atto pratico, nella maggior parte delle imprese di costruzioni. Al contempo, per quanto si parli spesso di Costruzione 4.0, e, addirittura, di Gemello digitale del processo cantieristico, l'istanza principale che vi è sottesa, vale a dire quella del misurare l'efficienza e l'efficacia dello stesso processo, le sue prestazioni, ovvero sia gli esiti, che, peraltro, devono scontare una irriducibilità rispetto al modello manifatturiero, appare piuttosto parziale o embrionale, di là della retorica propria di una certa pubblicistica. In buona sostanza, proprio a partire dai cosiddetti modelli informativi 4D BIM e 5D BIM, la capacità di rendere certe metodologie e certi strumenti realmente utili sotto il profilo gestionale, rimandano a una pregressa diffusione dei sistemi di controllo di gestione relativi sia all'azienda in quanto tale, sia alle commesse e ai cantieri di cui è composto il proprio portafoglio.
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luglio/agosto/2022
In altre parole, servirebbe introdurre o potenziare nell'impresa di costruzioni i temi della economia aziendale e della gestione integrata dell'informazione, del rischio e della commessa. Si tratta del primo livello di una relazione, legata alla nozione di cultura industriale, che potrebbe giovare nel miglioramento dei rapporti che si instaurano con il mondo della finanza, coinvolto ora direttamente, ad esempio, nel sistema dei bonus, sismici ed energetici, ma, soprattutto, attore fondamentale, oltreché del rilascio delle tradizionali linee di credito, delle politiche di finanziamento e di investimento per la rigenerazione urbana. Sotto questo profilo, termini quali «ambiente di condivisione dei dati» oppure «piattaforma digitale» evocano la necessità di mettere a disposizione, appunto, dei finanziatori e degli investitori indicatori prestazionali utili a condividere con le istituzioni finanziarie determinate metriche e specifici indicatori. Ciò che, tuttavia, attualmente sta emergendo è che, in virtù di regolamentazioni
di carattere comunitario, istituti di credito, compagnie assicurative, società di gestione del risparmio, fondi pensione e altre entità finanziarie si trovano a dover sottostare ai criteri ESG (Environmental Social Governance), dedicati alle tematiche ambientali, sociali e organizzative, e a doverne verificare la conformità presso gli attori delle catene di fornitura che coinvolgono gli investimenti immobiliari e infrastrutturali, tanto come sviluppo quanto come gestione dei cespiti, ivi incluse le imprese di costruzioni. La qual cosa si accompagna all'esigenza di non limitarsi al ricorso ai servizi di valutazione offerti dalle agenzie di rating (basate su approcci non normalizzati a punti eterogenei), ovvero ai diversi marchi volontari dedicati ai temi disparati inerenti, bensì di disporre di metriche computazionali che, più che alla descrizione e alla narrazione delle attività e delle misure intraprese, si rivolgano ai risultati effettivamente conseguiti, agli outcome. Si parla, in questo caso, di una gamma di azioni che possano comprendere: dal Pia-
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Servirebbe introdurre o potenziare nell'impresa di costruzioni i temi della economia aziendale e della gestione integrata dell'informazione, del rischio e della commessa
no ambientale di cantierizzazione, inclusi gli aspetti relativi al consumo di acqua, alla tutela del suolo e alla preservazione della biodiversità, al Piano di gestione dei rifiuti, dalla Strategia di efficientamento energetico del cantiere al Piano operativo di sicurezza, al Piano di de-carbonizzazione della produzione manifatturiera e cantieristica (e di rendicontazione delle emissioni), alla elettrificazione e alla interconnessione del parco macchinari, dalla selezione di materiali low carbon al packaging inteso a ridurre l'emissione di gas a effetto serra e a favorire la circolarità e la riduzione degli sfridi, dalle soluzioni tecnologiche digitali che permettano l'incremento della presenza di genere o di etnìa nel cantiere ai Piani di comunicazione e di coinvolgimento delle comunità e delle popolazioni nelle aree interessate dai lavori (o di Stakeholder Engagement in senso lato), dai piani di formazione digitale e sostenibile del capitale umano alle strategie per contrastare i fenomeni corruttivi.
L'elencazione qui proposta evidenzia, tra l'altro, come la focalizzazione sulla tematica si stia lentamente spostando, per le emittenti e per i finanziatori, sia entro gli obblighi regolamentari, sia all'interno della percezione da parte degli investitori istituzionali di un sistema valoriale che influisca sempre più sui rendimenti, dall'aspetto energetico e ambientale dei processi produttivi e dei cantieri a quelli sociali, sanitari, inclusivi, etici, talché, appunto, forse i manifesti, pur utili, non appartengano alla sfera delle aspettative di cui si è detto, che agiscono sulla selezione dei fornitori e sul merito di credito. Si tenga peraltro conto che l'utilizzo della Data Intelligence per la valutazione dei criteri ESG è oggi prevalentemente incentrata sulla gestione degli edifici e delle infrastrutture, interconnessi con soluzioni legate all'Internet of Things, piuttosto che non sulla loro realizzazione, È chiaro, allora, da questo punto di vista, quale possa essere il ruolo della digitalizzazione nel facilitare e nell'abilitare una
simile ipotesi, proprio nell'ottica di restituire all'impresa di costruzioni una centralità che non si limiti alla sola esecuzione materiale degli interventi, specie laddove la rigenerazione urbana coinvolga entità eterogenee e connesse, quali gli edifici, le infrastrutture e le reti. Nell'ambito di uno scenario così vasto e così evolutivo, una prima iniziativa orientata potrebbe consistere nella configurazione di modelli 4D BIM, aggiornabili in tempo reale e condivisibili in remoto con le istituzioni finanziarie e con i rater, dei processi cantieristici nei quali compaia, accanto alla visualizzazione tridimensionale diacronica e all'andamento delle curve a S dell'Earned Value Management, una dashboard che, a titolo esemplificativo, riporti in tempo reale e in remoto alcuni indicatori relativi, ad esempio, alle condizioni ambientali del cantiere in termini di emissioni di gas a effetto serra, dell'impiego di materiali e di componenti ispirati alla economia circolare e alla decarbonizzazione, al risparmio energetico dei mezzi e degli apprestamenti, alla salute, alla sicurezza, alla regolarità, alla parità di genere e di etnìa dei lavoratori. Parimenti, una diversa versione della soluzione immaginata potrebbe essere utilizzata per il coinvolgimento delle comunità interessate: si pensi all'impatto della costruzione di linee metropolitane negli isolati urbani o alle campagne di comunicazione relative a interventi di restauro nei centri storici. Queste soluzioni digitali potrebbero, infine, essere collegate a Modelli organizzativi e gestionali, attagliati alle caratteristiche delle tipologie di imprese di costruzioni finalizzati ai criteri ESG. luglio/agosto/2022
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capitale della cultura
4
View Points
Bergamo
#BSBG23 percorso dalle strutture alle culture
Sesta tappa:
la ciclovia culturale Brescia-Bergamo Due ruote di libertà, turismo e cultura grazie alla ciclovia tra due poli patrimonio Unesco
17
Anelli culturali
34
Centri storici e borghi
di Adriano Baffelli
Settantasei chilometri immersi tra natura e cultura, lontano dall’asfalto, a contatto con panorami emozionanti
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ue ruote di libertà, di turismo e di cultura. Potremmo definire così la bella iniziativa legata al 2023, anno che vedrà Brescia e Bergamo insieme salire sulla vetta più alta del sapere nazionale, rivestendo l’univoco ruolo di Capitale della Cultura, imperniata sulla realizzazione della ciclovia culturale Brescia-Bergamo. Settantasei chilometri che potranno essere percorsi vivendo un’esperienza unica, grazie anche agli interventi previsti lungo il tracciato, nel segno dell’arte e della cultura. Una ciclovia che ai due poli, indifferentemente di partenza o arrivo, vanta sin dall’esordio una cospicua dote immateriale di enorme valore: i siti patrimonio Unesco Complesso di San Salvatore e Santa Giulia insieme all’area archeologica del Capitolium a Brescia; le mura venete a Bergamo. Ad unirli un percorso che si snoda tra colline, parchi, riserve, ville, monasteri, borghi antichi, monasteri, abbazie, castelli. Per non parlare dei veri e propri giacimenti enogastronomici che le due laboriose terre offrono in forma generosa e appetitosa.
L’infrastruttura, ora parziale e senza continuità e riconoscibilità, pare proprio possa divenire realtà, grazie all’avanzato iter del progetto di fattibilità tecnico-economica e al protocollo d’intesa per la progettazione esecutiva definitiva. Se rimanesse anche solo quest’opera al tramonto del 2023 e della celebrazione della condivisa Capitale italiana della Cultura tra le due cugine Brescia e Bergamo, beh, potremmo dirci soddisfatti. Settantasei chilometri immersi tra natura e cultura, lontano dall’asfalto e dai pericoli sempre più grandi che comporta per i cicloturisti, a contatto con panorami emozionanti. Senza contare gli altri settantaquattro chilometri rappresentati dagli anelli culturali, diciassette in totale, ideati e realizzati per raggiungere luoghi ad alto valore aggiunto, posti nelle vicinanze del percorso principale. Un percorso che riprende un tracciato già previsto dall’itinerario ciclabile nazionale e regionale, denominato “Pedemontana Alpina”, che attraverso borghi, angoli di natura intatti, vegetazione rigogliosa consente a locali e turisti di vedere, conoscere, visitare, ammirare non meno di
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10
76
Punti di ricarica ebike
Km di lunghezza del percorso
23 Cantieri culturali
872
Beni di interesse storico-culturale
3
Parchi Regionali
870 siti di sicuro interesse culturale. Prevista anche la migliore interazione possibile del percorso ciclabile con le stazioni ferroviarie, per favorire al meglio la mobilità sostenibile. La Franciacorta, il Sebino e parte della Valcalepio rappresentano l’ideale cuore della ciclovia, offrendo magnifici scorci e occasione plurime di sosta per visite culturali e per altrettanto intriganti occasioni conviviali culinarie all’insegna di cibo e vino d’eccellenza. Chi già conosce e frequenta l’attuale ciclabile Brescia-Paratico, oggi decisamente sottotono e con molti punti da sistemare e migliorare, come appunto avverrà con la nuova ciclovia culturale, è consapevole della coinvolgente atmosfera che si respira in molti tratti percorrendola. Il vostro cronista ripensa, anche, all’indescrivibile misto di emozione e soddisfazione provate ogni volta che ha raggiunto sui pedali il Castello di Brescia, da entrambi i versanti e il magnetico colle di Bergamo Alta. La gioia di essere immersi in panorami unici, di sfiorare tanta bellezza urbanistica, ambientale e architettonica fa dimenticare ogni fatica.
Un progetto tecnico guidato dalla valenza culturale L’infrastruttura dovrebbe essere realtà entro il mese di aprile 2023, grazie soprattutto all’impegno, anche tecnico, del Comune e della Provincia di Brescia, per la progettazione del tratto bresciano dell’opera. La prima fase è resa possibile da un finanziamento regionale di sei milioni di euro, suddivisi in egual misura tra i due territori. La seconda fase prevede un investimento di euro di poco più di nove milioni e mezzo, per un costo complessivo di oltre quindici milioni e cinquecentomila euro. Il progetto di fattibilità
Brescia
tecnico-economica della ciclovia culturale Brescia-Bergamo si basa sulla valenza culturale del percorso come guida fondamentale della sua ideazione. Si tratta di un filo che permette di fare una esperienza di immersione nel paesaggio culturale fra le due città, che i progettisti considerano composto da: Patrimoni Unesco (mura venete di Bergamo città fortificata, Complesso di San
CICLOVIA CULT TURALE BERGAMO BRESCIA
Salvatore e Santa Giulia e area archeologica del Capitolium); castelli, monasteri, ville, centri storici, borghi, cascine; sistemi museali, grandi musei e musei del territorio; insediamenti di archeologia industriale, filande, mulini, dighe; aree naturali, siti naturali, ambiti fluviali, torbiere del Sebino (in punta di piedi); archeologia del territorio e riscoperta delle antiche strade di collegamento (via Gallica), vie medioevali e ferrovie storiche; patrimoni immateriali (tradizioni, espressioni orali, arti dello spettacolo, rituali, eventi festivi, artigianato, pratiche agricole); paesaggi enogastronomici, vigenti, uliveti, terrazzamenti, cantine, agriturismi; paesaggi lacunari, navigazione, imbarchi, lungolaghi.
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idee innovative Sistema costruttivo sostenibile Dal punto di vista costruttivo il progetto presenta delle soluzioni innovative che tengono conto del luogo e del contesto bioclimatico, sfruttando a proprio vantaggio le risorse fornite
dalla natura. Un complesso che incarna perfettamente il concetto di sostenibilità e si basa su un sistema costruttivo che si integra con le risorse presenti in loco. Il ciclo è progettato in ogni sua fase a partire dai materiali locali scelti, fino alle tecniche di costruzioni supportabili per i mezzi a disposizione dei lavoratori del luogo, pensando inoltre alla formazione stessa
Sunflower school complex Il progetto realizzato dal giovane architetto bresciano Matteo Defendini, insignito del premio di miglior architetto d’Europa under 40
di Valentina Epifani
L
e nuove generazioni portano alto il nome di Brescia nel mondo. I leoncini fanno incetta di premi e riconoscimenti in ogni settore, dalla musica, allo sport, dall’ingegneria, all’edilizia. Nello numero 22022 di Costruire il futuro abbiamo intervistato Marzia Bolpagni, la giovane ingegnere specia-
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lizzata nel Bim e premiata con numerosi riconoscimenti nel mondo. In questo numero continuiamo il viaggio fra le brillanti menti bresciane con una nuova storia di successo. Lui è Matteo Defendini, il giovane architetto originario di Dello, che ha ricevuto a dicembre dello scorso anno ad Atene il premio
della manodopera locale. “Il progetto sorge nella savana, dove non c’è nulla e i materiali come i mezzi non sono facili da reperire. Quindi, è importante fornire un sistema costruttivo che possa aiutare la manodopera locale nell’utilizzo del materiale che hanno a disposizione per rendere effettivamente realizzabile il progetto” dichiara il
“Europe 40 Under 40" che celebra i quaranta migliori architetti europei under 40, promosso dal “European Centre for Architecture Art Design and Urban studies” e dal “Chicago Athenaeum: Museum of Architecture and Design”, due fra le più importanti realtà al mondo di design e architettura. Il riconoscimento mira a supportare una nuova generazione di talenti che, grazie ai loro progetti, pensieri e teorie, sta influenzando ed influenzerà lo sviluppo futuro dei nostri territori, del nostro ambiente e delle nostre città, europee ed internazionali. Il trentenne bresciano è fra i più giovani vincitori del premio ed ha conquistato la giuria composta da rinomati architetti, accademici e editorialisti provenienti da ogni parte del globo, con il progetto Sunflower school complex: un campus scolastico in Tanzania formato da una scuola, un dormitorio ed alcuni alloggi per i professori, che riporta soluzioni architettoniche e costruttive innovative ed avveniristiche.
giovane bresciano. Ogni cupola che compone la struttura è realizzata con mattoni di terra compatta e cotta, una lavorazione tipica del luogo, disposti in ordine e in circolo grazie ad un rudimentale strumento dalle sembianze di un compasso. Il supporto si posiziona o in un punto centrale o in due laterali, in base alla forma della struttura da costruire, e
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gradualmente si solleva dirigendo i lavori e aiutando a posizionare ordinatamente i mattoni lungo il perimetro del raggio. A livello planimetrico, gli ambienti sono organizzati in ventiquattro cupole (i “petali”) disposte radialmente intorno a un portico (“corolla esterna”) e al patio centrale (“corolla interna”). Le strutture perimetrali presentano tre dimensioni distinte per rispondere in maniera ottimale al clima locale. Le nove cupole che si trovano a est
e ospitano le classi dei bambini dai sette ai dodici anni, sono le più grandi e poste a contatto tra loro, senza aperture esterne, per bloccare il forte vento e la sabbia provenienti da oriente. A nord e a sud, le otto mediane relative agli spazi sociali e amministrativi sono illuminate uniformemente tutto l'anno grazie alla traiettoria del sole tipica della zona equatoriale. A ovest quelle più piccole, per la scuola dell'infanzia, sono separate tra loro per permettere un contatto
visivo con la natura circostante e l'imbocco dell'aria fresca di ponente. L'intersezione delle ventiquattro cupole del porticato, invece, è stata studiata al fine di convogliare e raccogliere l'acqua pluviale verso una cisterna sotterranea, posta in corrispondenza di un pozzo centrale, fondamentale in un clima arido come quello di Ikengwa. Le aule sono interrate sino all’altezza di un metro e cinquanta centimetri da una parte per favorire il
Matteo Defendini, giovane di orgini dellesi, è il titolare della società di architettura Defendini architects. Bresciano Doc ma cittadino del mondo, come ama definirsi dopo dieci anni vissuti all’estero dove ha viaggiato in più di cinquanta paesi. Grazie alla sua esperienza formativa e professionale in Italia e all’estero, Matteo ha sviluppato un modo di pensare e fare architettura che provvede sempre ad offrire soluzioni creative e sostenibili in una comunicazione continua fra costruzione e progettazione. Laureato in Architettura in Svizzera presso l’Accademia di architettura di Mendrisio ed in Francia presso l’Ecole nationale d’architecture de Paris Belleville, Matteo ha sviluppato progetti che sono già stati pubblicati in riviste e libri internazionali ed insigniti di importanti riconoscimenti, tra cui, da ultimi del premio Eurasia, sezione “architettura istituzionale”, e del premio “Europe 40 under 40” che seleziona i 40 migliori giovani architetti emergenti in Europa. Relatore al XXV Congresso mondiale dell’Unione internazionale degli architetti che si è tenuto a Durban in Sud Africa nel 2014, visiting professor presso l’Università del Valle a Cali in Colombia nel 2018, è stato inoltre nominato dal Ministero della cultura e dalla Farnesina Ambasciatore del design italiano a Riad in Arabia Saudita.
Il ciclo è progettato in ogni sua fase a partire dai materiali locali scelti, fino alle tecniche di costruzioni supportabili per i mezzi a disposizione dei lavoratori del luogo Il progetto della scuola girasole Il progetto è stato commissionato ante Covid dalla congregazione missionaria delle sorelle di Santa Gemma Galgani, che hanno conosciuto l’architetto mentre era impegnato nella realizzazione di un centro per i disabili, sempre in Africa, in Burkina Faso. Rimaste colpite dall’estro del giovane bresciano, le suore missionarie hanno richiesto la realizzazione di una struttura scolastica a Ikengwa in Tanzania, che potesse ospitare 350 alunni. Come suggerito dallo
contesto climatico e rendere più fresco l’ambiente, dall’altra per recuperare la terra che serve alla realizzazione dei mattoni utilizzati per la struttura. Sebbene la Scuola girasole abbia riscosso un successo internazionale, purtroppo, in seguito alla pandemia, la realizzazione si è arenata. Il progetto ora attende un nuovo investitore che voglia regalare un futuro ricco di speranza ai giovani studenti di Ikengwa.
stesso nome del progetto, per l’appunto “Sunflower” ossia girasole in lingua anglosassone, il complesso sorge in un campo di girasoli, dal quale prende spunto anche per la sua forma: un fiore composto da ventiquattro cupole che rappresentano i petali, disposte radialmente attorno ad un portico, che sarebbe la corolla esterna, e il patio come corolla interna. “Non era facile riuscire a progettare una struttura rispettosa del contesto naturale in cui si inserisce. L’idea principale che mi ha ispirato sono stati i girasoli, sempre esposti verso la luce, come simbolo di nuova vita. Infatti, volevo dare ai giovani il fiore più bello, grande e luminoso che potessero mai vedere: la propria scuola. Inizialmente non sapevo come riuscire a rappresentare l’idea del progetto che avevo in mente. Così, passando da un fruttivendolo un giorno ho avuto l’ispirazione. Su un tagliere ho disposto a raggiera dei pomodorini tagliati a metà e al centro il gambo con le foglie del pomodorino. In quel semplice modello era rappresentata l’essenza della scuola: le cupole, il patio e un albero dove ruota tutto intorno, simbolo stesso di nascita e di vita” Matteo Defendini ricorda con emozione, attraverso un simpatico aneddoto, la nascita dell’intero progetto rimasto sulla carta in attesa di vedere la luce.
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incontri
Elena Bonetti GIÀ MINISTRA NEL GOVERNO CONTE II, ELENA BONETTI NON NASCOSE LE POSIZIONI DI CRITICA AL PREMIER APPARSO DAL NULLA E, TRA IL DICEMBRE 2020 E IL GENNAIO 2021, INSIEME ALLA MINISTRA BELLANOVA, ENTRAMBE ESPONENTI DI ITALIA VIVA, ESPRESSE CON ULTERIORE CHIAREZZA LA NECESSITÀ DI UN CAMBIO DI PASSO. ERA LA PREMESSA DELLA SUCCESSIVA CRISI DI GOVERNO, PREMESSA PER LA NUOVA STAGIONE AVVIATA CON LA PRESIDENZA DI MARIO DRAGHI. NELL’OCCASIONE LA MINISTRA MANTOVANA ALLE PARI OPPORTUNITÀ E ALLA FAMIGLIA COMMENTÒ: “LA MAGGIORANZA C'È QUANDO SOSTIENE UN PROGETTO DI GOVERNO. ABBIAMO RITENUTO DI USCIRE E DI DARE LE DIMISSIONI PER RICOSTRUIRE UN PERCORSO PER IL PAESE, CHE SIA UTILE E REALIZZABILE. LO ABBIAMO FATTO IN MODO INEDITO, PERCHÉ POCHI LASCIANO LE POLTRONE”.
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Conosciamo la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia Impegnata per garantire a tutte e tutti Pari opportunità e fare della famiglia il pilastro della comunità di Adriano Baffelli
Il Dipartimento per le Pari opportunità è un’articolazione della Presidenza del Consiglio dei ministri e coordina le iniziative normative e amministrative in tutte le materie attinenti alla progettazione e all’attuazione delle politiche di Pari opportunità. La vicinanza del ministero presidiato dalla politica lombarda di Italia Viva con Palazzo Chigi è anche fisica. Gli uffici, infatti, hanno sede a Largo Chigi, a duecento metri dal palazzo governativo.
Ministra Bonetti, a che punto siamo con le pari opportunità in Italia? Nel nostro Paese certamente permangono delle difficoltà in tema di accesso alle opportunità e soprattutto di accesso al lavoro, benché siano entrambi garantiti dalla nostra Costituzione. Il raggiungimento della parità di genere è ancora lontano dall’essere realizzato. Mancano ruoli di leadership delle donne in quasi tutti i settori, mentre sulle donne grava ancora la gran parte dei carichi di cura familiare. Ma siamo intervenuti, come Governo, con la riforma del Family Act, frutto di un disegno organico di misure pensate per le famiglie con figli, e con gli investimenti del Pnrr sugli asili nido e sull’empowerment femminile. L’obiettivo principale è
sostenere la genitorialità e la funzione sociale ed educativa delle famiglie, valorizzare la crescita delle bambine, dei bambini e dei giovani e favorire l’armonizzazione della vita familiare con il lavoro. Il Family Act fa leva sulle pari opportunità per favorire lo sviluppo sociale ed economico di tutta la società, in linea con gli obiettivi del Pnrr, prevedendo una politica non “riparativa” ma di sviluppo. Si notano dei cambiamenti nell’atteggiamento comune in tema di parità di diritti e di opportunità, oppure permangono visioni arcaiche difficili da estirpare? Certamente vediamo ancora in essere i tratti di una subcultura di prevaricazione sulle donne. Passi avanti ne abbiamo compiuti ma molto rimane da fare, soprattutto per le nuove generazioni. Dobbiamo lavorare per costruire relazioni positive tra i generi e le generazioni, e per questo serve accompagnare le famiglie in tutto l’arco della loro vita, con una particolare attenzione ai bambini e ai ragazzi. Durante la pandemia si è visto quanto possa essere dannoso per le giovani generazioni l’essere esclusi dai processi decisionali e lasciati da parte come elementi passivi della società, che subiscono le decisioni del mondo adulto, e quanto sia necessario valorizzarli e aiutarli ad assumere il proprio ruolo da protagonisti.
Se la situazione delle pari opportunità è migliorabile, cosa dire in tema di rispetto delle donne di fronte al quotidiano bollettino di violenze e di omicidi, in primis tra le mura domestiche? Si tratta di un fenomeno aberrante, terribile. Ad essere colpite sono le donne e, in molti casi, anche i loro figli. Durante la pandemia i numeri della violenza sono aumentati drammaticamente, ma il lockdown ha solo portato ad emersione una realtà purtroppo assai radicata. Per contrastarla abbiamo messo in campo una nuova Strategia nazionale con una visione ampia e sistemica, coordinata con tutti i soggetti potenzialmente coinvolti nella presa in carico delle donne vittime. Con le ministre Lamorgese e Cartabia abbiamo lavorato a un nuovo pacchetto di misure antiviolenza, che ora è all’esame del Senato. E dal mio ministero abbiamo attivato il Microcredito di Libertà e il Reddito di Libertà, iniziative con le quali sosteniamo le donne che hanno subito violenza nel ricominciare una nuova vita con una prospettiva di autonomia economica, non dovendo più dipendere dal partner violento. Non trova che la politica abbia considerato con troppa superficialità il tema demografico? È un tema che in passato è stato sottovalutato nelle politiche pubbliche e non è stato affronluglio/agosto/2022
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Nata ad Asola, in provincia di Mantova sotto il segno dell’ariete, Elena Bonetti risiede a Mantova. È sposata con Davide Boldrini, responsabile del centro San Simone della Caritas della Diocesi di Mantova e mamma di Tommaso e Chiara. Si è laureata in matematica nel 1997 quale alunna del Collegio Ghisleri all’Università di Pavia e ha conseguito il PhD in Matematica all’Università degli Studi di Milano nel 2002. Collabora con numerose Università ed enti di ricerca italiani e internazionali. La Bonetti è professore associato di Analisi
matematica all’Università degli Studi di Milano, dopo essere stata ricercatrice all’Università di Pavia. Da sempre impegnata nel mondo giovanile ed educativo dello scoutismo, considera la politica come servizio e si dichiara impegnata a fare del suo meglio per garantire a tutte e tutti pari opportunità e fare delle famiglie il pilastro della comunità. Dal 13 febbraio 2021 è ministra per le Pari opportunità e la Famiglia del governo Draghi. Dal 5 settembre 2019 al 14 gennaio 2021 ha ricoperto la stessa carica nel governo Conte II. Esponente dell’area
Credo che il settore edile possa essere particolarmente importante per promuovere un processo di transizione e innovazione che integri l’elemento della qualità della produzione con i nuovi indicatori della sostenibilità, e dentro la sostenibilità non metto solo quella energetica ed ecologica, ma anche quella di genere
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cattolica e dello scoutismo, inizia l’impegno politico nel 2017 nel Pd guidato da Matteo Renzi, che la chiama nella segreteria nazionale come responsabile nazionale giovani e formazione. Alla nascita di Italia Viva ha seguito Renzi dopo aver in precedenza coordinato i comitati di Azione Civile, voluti dall’ex Presidente del Consiglio fiorentino.
tato con sufficiente incisività. Tutto questo lo abbiamo cambiato: per la prima volta abbiamo un investimento strutturale e strategico nelle politiche familiari, la riforma del Family Act, che ha l’obiettivo di invertire la tendenza del calo demografico. Lo si fa però in modo integrato, con un investimento sull’autonomia dei giovani, sui servizi educativi e sul lavoro femminile. Tra gli strumenti già attivi del Family Act assume un particolare rilievo l’assegno unico e universale, con un investimento di venti miliardi all’anno, dei quali sette aggiuntivi. Le prime stime dell’erogazione ci dicono che sta già avendo effetti benefici sulla stabilità e la progettualità delle famiglie. Ministra, in concreto cosa si può fare per aiutare le donne che lavorano? Innanzitutto, creare condizioni lavorative che rendano un lavoro dignitoso, di qualità, capace di mettere in campo tutte le competenze e potenzialità delle donne. La certificazione per la parità di genere per le imprese, che porterà vantaggi fiscali anche nell’ambito degli appalti pubblici, è uno stru-
mento che migliorerà la pratica e l’organizzazione del mondo del lavoro, dando una direzione chiara d’investimento nei talenti e nelle energie femminili. Il Family Act prevede poi un investimento nei servizi educativi, a partire dagli asili nido, di fatto raddoppiando la disponibilità sul territorio. Attualmente registriamo una media di 27 posti per 100 bambini: dobbiamo arrivare, da qui al 2026, a 50 posti per i bambini nella fascia 0-3 anni. Questo ovviamente in tutte le regioni d’Italia: in particolare vedremo effetti significativi nel Sud del Paese, dove in alcune regioni oggi la percentuale di copertura arriva solo al 10%. Oltre a questo, la riforma dei congedi parentali introduce un principio di condivisione paritaria dei carichi di cura tra donne e uomini, compreso il congedo obbligatorio di paternità. E poi anche forme di organizzazione del mondo del lavoro: lo smart working, i servizi offerti a lavoratrici e lavoratori, non solo alle donne, per conciliare meglio l’esperienza familiare con quella lavorativa. Gli stessi strumenti devono essere adeguati e ricalibrati per
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E quando possono diventare realtà questi enunciati? Non sono enunciati. L’assegno è già in erogazione dallo scorso marzo, e il Family Act è una legge delega entrata in vigore il 12 maggio scorso, e in questa fase stiamo lavorando ai decreti attuativi. La strategia per la parità di genere è già stata adottata e ha già visto alcune misure messe in campo con i fondi del Pnrr: le misure per FOTOLIVE
le donne e gli uomini che svolgono una libera professione, le partite iva, le imprenditrici e gli imprenditori. La grande novità del Family Act è che ha uno sguardo universalistico. L’assegno unico e universale, ad esempio, per la prima volta estende a lavoratrici e lavoratori autonomi quelli che erano prima misure, come gli assegni al nucleo familiare, destinate solo a lavoratori dipendenti.
l’imprenditoria femminile, per gli asili nido, la certificazione per la parità di genere, sono già realtà. Abbiamo obiettivi chiari, da raggiungere con indicatori già puntualmente individuati: da qui al 2026 migliorare in maniera significativa la condizione complessiva delle donne nel nostro Paese. Qual è il suo rapporto con il mondo del costruito e che idea ha del settore edile? Credo che il settore edile possa essere particolarmente importante per promuovere un processo di transizione e innovazione che integri l’elemento della qualità della produzione con i nuovi indicatori della sostenibilità, e dentro la sostenibilità non metto solo quella energetica ed ecologica, ma anche quella di genere. Sono convinta che la certificazione per la parità di genere aiuterà questo settore ad attivare quelle misure, che ovviamente devono essere calibrate secondo la tipologia di settore, necessarie a far sì che le donne possano essere con il contributo del loro lavoro una leva di sviluppo per tutte e tutti. L’edilizia può essere un settore traino del Paese anche per un poten-
ziale effetto filiera, considerata la sua presenza in diversi ambiti della nostra società e per la possibilità di contribuire alla progettazione di un mondo più capace di creare opportunità e valorizzare talenti. Da docente, indirizzerebbe un invito ai ragazzi e alle famiglie esortandole a verificare le molte opportunità offerte dagli istituti tecnici e dagli Its? Sì, è fondamentale. La formazione tecnica fa parte oggi di uno degli assi di investimento della nostra formazione. In particolare, l’ambito scientifico-tecnologico è uno dei settori nei quali dobbiamo aumentare il numero di presenza delle ragazze. Le competenze Stem sono necessarie per affrontare le sfide dell’innovazione nei processi di transizione che stiamo attivando e le donne non solo non possono esserne escluse ma senza di loro questi processi non saranno davvero compiuti. È un investimento importante, su cui puntare per aumentare le opportunità del nostro sviluppo. Come è possibile fare politica e non perdere il contatto con la realtà, con i bisogni delle persone e delle imprese? luglio/agosto/2022
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Tra gli strumenti già attivi del Family Act assume un particolare rilievo l’assegno unico e universale, con un investimento di venti miliardi all’anno, dei quali sette aggiuntivi. Le prime stime dell’erogazione ci dicono che sta già avendo effetti benefici sulla stabilità e la progettualità delle famiglie.
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Mantenendo il vissuto che ciascuno ha, incontrando, ascoltando, studiando e dando una dimensione di concretezza e di finalità alle nostre politiche, che devono sempre confrontarsi con la realtà dei bisogni e delle attese dei cittadini. Ma la politica deve anche saper portare avanti una visione strategica del futuro, capace di indirizzare le scelte. Quando parlate tra voi ministri, affrontate temi come l’eccesso dannosissimo della burocrazia? Il tema è stato affrontato e questo Governo ha iniziato a risolverlo in modo efficace. I provvedimenti per la semplificazione dei processi, anche burocratici, che abbiamo attivato proprio per rendere efficaci i progetti del Pnrr dicono che non solo abbiamo riconosciuto la necessità di intervenire, ma che siamo intervenuti.
Ministra Bonetti, nel 2023 ci saranno le elezioni politiche. Permanendo l’attuale legge elettorale sarà possibile la formazione di un Governo stabile? Il tema non è la legge elettorale, ma la necessità di dare stabilità e continuità ad un metodo pragmaticamente riformatore di governo, che abbiamo visto possibile e che funziona. Per questo ritengo che si debba animare una nuova proposta politica riformista e di centro. Nel suo, seppur poco, tempo libero che cosa le piace fare? Stare con la mia famiglia, passare più tempo possibile con i miei figli. Tornare alla normalità della vita che questo lavoro invece non concede. Qualche viaggio, la montagna e il mare, le cene con gli amici di sempre e la famiglia di mia sorella.
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Concorso fotografico
FotografiAMO il futuro Obiettivo sull’edilizia Innovazione, design e sostenibilità: il nuovo volto del comparto delle costruzioni attraverso gli scatti di fotografi e fotoamatori CANDIDATURE DAL 1/05/2022 AL 31/08/2022
Con il patrocinio di
Termini e modalità di partecipazione su: www.fotografiamoilfuturo.it Per i primi sei classificati un compenso in buoni acquisto. Le fotografie vincitrici appariranno in copertina sulla rivista bimestrale “Costruire il futuro” Iniziativa esclusa Ar t. 6 dPR 430/2001 promossa da Ance Brescia - Collegio dei Costruttori di Brescia e provincia, valida dal 1/5/202 2 al 31/8/202 2
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eseb L’istituto basco Eraiken Gasteiz in visita a Eseb per apprendere nuovi metodi di didattica
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ono millequattrocento i chilometri che separano Brescia dai Paesi Baschi. Due territori diversi fra loro e quasi agli antipodi per cultura, storia e conformazione geopolitica. Eppure nessuna distanza è incolmabile se si è spinti dal desiderio di apprendere. Inizia così una inusuale storia di “formazione” che ha per protagoniste due scuole lontane ma con una passione comune: l’edilizia. Eseb ha avuto il piacere di ospitare alcuni membri dell’istituto professionale edile Eraiken Gasteiz, della città di Vitoria-Gasteiz, capoluogo de facto della comunità autonoma dei Paesi Baschi a pochi chilometri dal confine con l’Andorra. Un incontro che si è rivelato costruttivo per condividere insieme esperienze e considerazioni
In partenza questo autunno il corso post-diploma per diventare coordinatore dell’ambiente costruito Il percorso biennale in Digital Construction Manager dell’Its Cantieri dell’Arte è ospitato negli spazi Eseb ed è valido come praticantato per l’esame di Stato
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Sin dalla sua fondazione Eseb è impegnata a proporre ai giovani studenti una formazione all’avanguardia, che sappia rispondere alle esigenze specifiche delle figure e delle competenze richieste dal settore, come il nuovo corso post-diploma, in partenza questo autunno, che prepara i Digital construction manager del futuro
In campo per formare giovani professionisti da inserire nel comparto delle costruzioni, Fondazione Its Cantieri dell’Arte propone a Brescia e a Milano corsi post-diploma mirati al raggiungimento di competenze operative spendibili da subito nel mondo del lavoro. Per l’anno 2022, l’istituto tecnico superiore ha in programma una specializzazione biennale che permette di conseguire il titolo di “Tecnico superiore per l’innovazione e la qualità delle costruzioni” a indirizzo “Digital Construction Manager”, per diventare coordinatore dell’ambiente costruito, una figura trasversale che assume incarichi organizzativi e di responsabilità all’interno di imprese edili e affini, studi tecnici o agenzie immobiliari. Il corso si svolgerà a partire da ottobre a Brescia negli spazi di Eseb. “Le imprese del settore delle costruzioni sono alla continua ricerca di personale qualificato da inserire nel proprio organico da subito” dichiara l’architetto Aldo Palladini, responsabile dei corsi della sede di Brescia. “Prima di avviare uno dei nostri corsi, infatti, abbiamo già raccolto le richieste di aziende del territorio che possono assicurare l’assunzione in apprendistato alta formazione dei nostri studenti”. Il percorso biennale
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sul binomio edilizia e istruzione. L’obiettivo dello scambio culturale, dichiarato dai componenti del gruppo in visita, è stato quello di conoscere una realtà europea simile, per apprendere nuove metodologie di didattica e di approcci laboratoriali da mettere in pratica. Accompagnati dai professori del polo studentesco bresciano, gli ospiti sono stati guidati per visitare gli ambienti e gli spazi che compongono il comprensorio: dalle aule, sino all’auditorium e i laboratori didattici. “È stato un incontro interessante e una piacevole esperienza utile al confronto, che spero possa ripetersi presto. Durante la visita i colleghi hanno apprezzato la varietà di attrezzature e macchine messe a disposizione per l’apprendimento pratico, oltre ai numerosi corsi innovativi rivolti alla specializzazione degli studenti” ha dichiarato Arianna Dorici, insegnante di tecnologia dei materiali in Eseb. Il continuo aggiornamento e la proposta di un percorso didattico attento alle nuove tendenze del settore sono infatti i punti di forza della Scuola edile bresciana. Sin dalla sua fondazione Eseb è impegnata a proporre ai giovani studenti una formazione all’avanguardia, che sappia rispondere alle esigenze specifiche delle figure e delle competenze richieste dal settore, come il nuovo corso post-diploma, in partenza questo autunno, che prepara i Digital construction manager del futuro. Un percorso biennale di specializzazione per diventare coordinatore dell’ambiente costruito, figura trasversale e molto richiesta dal settore in grado di assumere incarichi organizzativi e di responsabilità all’interno delle imprese. In preparazione al nuovo corso, per fornire agli studenti tutti i supporti digitali necessari all’apprendimento, la scuola sta già organizzando un laboratorio “media room”, dove gli studenti potranno apprendere l’utilizzo delle nuove tecnologie dell’edilizia 4.0, fra visori di realtà virtuale, laser scanner e stampanti 3D. La durata complessiva del corso è di duemila ore alterate fra parte pratica ed esperienze dirette di stage in azienda.
2000 ore di corso di cui
760
in stage ospitati da imprese del territorio
100%
di assunti nella precedente edizione
conclusosi lo scorso anno ne è un esempio concreto, con 24 ragazzi inseriti con contratto a tempo indeterminato in altrettante imprese. “Il corso di Coordinatore dell’ambiente costruito, valido come praticantato per l’esame di Stato, garantisce un’occupabilità del 100 per cento e gli studenti acquisiscono competenze tecnicomanageriali di alto profilo per operare in diversi campi professionali legati all’edilizia”. La durata complessiva del corso è di duemila ore, di cui 760 dedicate a esperienze di stage ospitate da aziende del settore. All’apprendimento in aula si alterna una parte pratica che consente di imparare sul campo, vivendo in prima persona il mondo dell’impresa. Le materie di studio approfondiscono temi cardine dell’edilizia moderna: dall’analisi del processo edilizio, con attenzione ad aspetti quali l’economia circolare e i Cam (criteri ambientali minimi), all’efficientamento energetico e all’adeguamento antisismico degli immobili, dalla programmazione dei lavori, al Bim in 6d, per l’analisi delle prestazioni e in 7d, per la gestione operativa e il facility management dell’edificio.
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Coordinatore dell’ambiente costruito
Le imprese cercano te
Specializzazione post-diploma biennale che offre competenze manageriali per gestire aziende edili, dell’ambiente costruito, studi tecnici e agenzie immobiliari
Il corso si svolge negli spazi di
Via della Garzetta, 51 - 25133 Brescia
Per informazioni www.eseb.it Per contatti e iscrizioni info@eseb.it tel. 030.2007193
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leggi&decreti
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l decreto End of Waste per i rifiuti da costruzione e demolizione continua a far discutere. Per Ance Brescia la bozza di regolamento per la cessazione della qualifica di rifiuto formulata dal ministero della Transizione ecologica rischia di avere pesanti ripercussioni sul settore dell’edilizia e del riciclaggio dei rifiuti, soprattutto nell’area lombarda, che arriva a riciclare fino a 15 milioni di tonnellate di rifiuti da costruzione e demolizione ogni anno. Non ancora pubblicato, dopo il consueto passaggio alla Commissione europea e il parere consultivo del Consiglio di Stato, nonostante i termini indicati al 30 giugno scorso, il decreto contiene numerose criticità che minacciano di bloccare le iniziative per lo sviluppo dell’economia circolare messe in campo negli ultimi anni. Lo stesso Pnrr inserisce il regolamento End of Waste tra le riforme da adottare per garantire la corretta gestione dei rifiuti generati dagli interventi di efficientamento energetico finanziati con l’Ecobonus. Nei tavoli di confronto con gli imprenditori del settore del recupero di rifiuti da costruzione e demolizione (C&D), risulta l’impossibilità per tali rifiuti di superare alcune limitazioni poste dal decreto. Visti i limiti più restrittivi previsti dal decreto End of Waste, i ri-
End of Waste
Filiera edile in allarme
Si stima che possano essere circa 1.800 gli impianti presenti sul territorio nazionale per il recupero dei rifiuti da costruzione e demolizione che, da inizio 2023, potrebbero cessare l’attività fiuti proveniente di C&D, rischiano, pur essendo stati sottoposti a corretto processo di riciclo, di dover essere conferiti a discarica invece di essere utilizzati come materia prima seconda. Questo, oltre a una diretta ritorsione sul sistema edile bresciano, vista l’impossibilità di apertura di nuove discariche per inerti fino al 2029, porterà a un dirottamento e ad un ulteriore accumulo dei rifiuti verso i siti esistenti, ad oggi già eccessivamente sollecitati, con un conseguente aumento del prezzo di conferimento. Nella nostra provincia, in numerose situazioni, la possibilità di conferimento rifiuti inerti in discarica è già limitata ad alcune decine di autocarri al giorno. Si stima, inoltre, che possano es-
sere circa 1.800 gli impianti presenti sul territorio nazionale per il recupero dei rifiuti da costruzione e demolizione che, da inizio 2023, potrebbero cessare la propria attività non potendo produrre prodotti conformi a partire da questa tipologia di rifiuti o ritenendo troppo rischioso e dispendioso in termini economici accettare rifiuti da C&D poi impossibili da riutilizzare. L’Associazione continua a lavorare attivamente per trovare soluzioni alle criticità del decreto End of Waste, mentre domanda al Mite di dialogare con gli operatori del settore per trovare una soluzione ai limiti riportati nel documento, che non disincentivi il riciclo effettivo degli inerti da C&D.
La produzione dei rifiuti speciali non pericolosi per attività economica Valori percentuali, anno 2019 Costruzioni Trattamento rifiuti e attività di risanamento Attività manifatturiere Servizi, trasporto, commercio Acqua, gestione reti fognarie
I dati di Ance Lombardia La Lombardia, che da sola conta più del 20% dei rifiuti inerti prodotti in Italia e che allo stesso tempo rappresenta la regione più virtuosa in termini di percentuale di materia recuperata (circa il 93%), sarebbe la regione più danneggiata dall'applicazione del decreto, qualora non si intervenisse per tempo con delle precise misure correttive.
I dati del Laboratorio REF Ricerche su dati Ispra I rifiuti C&D rappresentano quasi la metà (in peso) dei rifiuti complessivamente prodotti nel nostro Paese. Si tratta, secondo i dati Ispra riportati nel Rapporto Rifiuti speciali 2021, di circa 70 milioni di tonnellate di rifiuti. Come sostenuto anche dal Laboratorio REF Ricerche: “È principalmente in questa filiera che serve trovare la chiave di volta verso la transizione ecologica e la chiusura del ciclo in ottica produttiva, ma ciò può avvenire solo superando i limiti normativi e i fallimenti di mercato che finora ne hanno frenato lo sviluppo, e che non sembrano essere stati superati nemmeno dal nuovo decreto End of Waste”. Nel 2019, la produzione dei rifiuti da C&D segna un incremento del 28% rispetto al 2016. A fronte di statistiche ufficiali che indicano tassi di avvio a recupero superiori al 78%, rispetto al valore minimo di recupero definito al 70% dalla direttiva 2008/98/CE. Le stime di settore e le percezioni degli operatori segnalano uno scenario molto più problematico: “Fino a oggi – commenta il Laboratorio REF Ricerche – i rifiuti da C&D sono stati oggetto di un quadro di regolazione eccessivamente farraginoso e a tratti schizofrenico”.
Altro Fonte: elaborazioni Laboratorio REF Ricerche su dati ISPRA
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bilanci di sostenibilità
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ra i diversi attori del processo edilizio o infrastrutturale, l’impresa di costruzioni sarà sempre più soggetta alla conformità ai criteri Esg (enviromental, social, governance), che hanno tradizionalmente visto l'interesse maggiore degli investitori istituzionali, ma che attraggono oggi anche i privati. La spinta da parte dell’Europa per trasformare le aziende in chiave sostenibile riscuote i propri frutti e sono numerose le imprese che avviano un percorso di miglioramento. Il modello di sviluppo di tipo lineare che ha caratterizzato l’occidente moderno concentrato esclusivamente sul profitto è ormai superato. Nell’attualità acquisiscono un ruolo di rilevanza per l’impresa due aspetti cruciali: ambiente e sociale. Infatti, il termine sostenibilità è spesso utilizzato impropriamente per definire le attività che riguardano solo l’ambiente. Un’appropriazione indebita per un concetto ben più ampio che interessa e coinvolge l’intero processo di produzione, evolvendo e ottimizzando l’assetto dell’impresa. Il percorso di cambiamento verso la sostenibilità deve partire dal vertice aziendale per poi propagarsi agli altri periferici. Si tratta di un approccio globale che non interessa solo un’area, ma è pervasivo e deve coinvolgere ogni aspetto dell’Esg. Rivoluzionare la propria impresa per approcciarsi alla sostenibilità è dunque una scelta che richiede tempo, ma che allo stesso momento porta vantaggi quali: conoscere meglio la propria impresa, gestire rischi a livello integrato, costruire fiducia nei confronti dei propri stakeholder, migliorare le attività e i processi aziendali, recuperare delle risorse nel medio e lungo periodo grazie alla riduzione dei costi e sprechi, aumentare la capacità di innovazione come processo evolutivo di sviluppo, migliorare la reputazione dell’azienda e il clima interno. Essere sostenibile è una scelta strategica per l’impresa e non un obbligo, ma la tendenza globale spinge con impeto verso la richiesta di un impegno maggiore e presto ciò che poteva apparire un parametro effimero sarà invece imprescindibile per essere competitivi sul mercato. Per far emergere i valori sociali e ambientali dell’attività svolta e avere un metro di paragone utile a comprendere se la strategia di cambiamento sta procedendo a dovere, l’impresa ha uno strumento a sua disposizione: il bilancio di sostenibilità. Il suo scopo è informare gli stakeholder dei risultati economici, sociali e ambientali generati dall’impresa nello svolgimento delle proprie attività.
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Bilanci di sostenibilità Normativa, sviluppo e opportunità
L’approccio alla sostenibilità delle imprese contribuisce a valorizzare aspetti intangibili, ma che ricoprono un ruolo decisionale nella fase di scelta da parte del committente
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La normativa
Come fa un’impresa ad individuare quali obiettivi perseguire? Il consiglio degli esperti è scegliere dai cinque ai sette punti e parametrarli rispetto agli aspetti economici, individuando quale può generare un beneficio maggiore nel medio e lungo periodo.
Per la predisposizione dei bilanci di sostenibilità si fa riferimento alla normativa del 2016 (d.lgs. n. 254/2016), in recepimento alla direttiva europea del 2014, che definisce l’obbligo della rendicontazione solo per le aziende di interesse pubblico, quali banche, assicurazioni e società quotate, che superino almeno due dei parametri indicati: dipendenti maggiori di 500 unità, totale attivo maggiore di 20 milioni e fatturato maggiore di 40 milioni. Parametri che potrebbero variare, dato che è in corso di recepimento una nuova proposta di direttiva che estende l’obbligo della rendicontazione anche alle imprese non quotate, abbassando i parametri di soglia dei dipendenti da 500 a 250. Il rendiconto di sostenibilità può essere riportato nella relazione sulla gestione o in un allegato separato e deve contenere le informazioni richieste dalla direttiva e l’attestazione. Anche questo aspetto potrebbe variare con la nuova proposta, perché il rendiconto di sostenibilità verrà incluso nella Relazione sulla gestione e dovrà essere in linea con la tassonomia europea.
La tassonomia europea
I diciassette obiettivi di sostenibilità L’attenzione alla sostenibilità nasce dalla consapevolezza che il modello attuale applicato sino ad oggi non è più attuabile. Il 25 settembre 2015, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, ha sottoscritto e approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, vale a dire un programma d’azione mondiale per le persone il pianeta e la prosperità. Il piano è incentrato su diciassette obiettivi, denominati “goals”, che fanno riferimento a un insieme di questioni importanti per lo sviluppo. Gli obiettivi prendono in considerazione in maniera equilibrata le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile — economica, sociale ed ecologica — e mirano a porre fine alla povertà, a lottare contro l‘ineguaglianza, ad affrontare i cambiamenti
La tassonomia è un regolamento europeo che determina i criteri per stabilire se un’attività economica può essere considerata ecosostenibile. La disciplina introduce specifici indicatori, che devono essere rendicontati, al fine di rendere i bilanci paragonabili fra un’impresa e un’altra, per valutare che gli obiettivi siano effettivamente raggiungibili. Una guida che sarà sempre più un punto di riferimento futuro per i governi, aziende e banche, perché definisce inoltre sei obiettivi da raggiungere entro tempistiche specifiche. Imminente la scadenza dei primi due punti, che sono adattamento al cambiamento climatico e mitigazione, in cui l’edilizia e le attività immobiliari sono i principali settori interessati. Il regolamento della tassonomia, avendo impatti diretti sulle grandi realtà, riguarda l’intera filiera edile, incluse le piccole e medie imprese. Le aziende saranno sempre più propense a sviluppare intere filiere sostenibili, selezionando solo fornitori il cui modello di business possa soddisfare i propri criteri.
climatici e costruire società pacifiche che rispettino i diritti umani. I diciassette obiettivi di sostenibilità sono anche i target che un’impresa può considerare di acquisire e portare avanti nella propria azienda, scegliendo i più consoni alla propria realtà, rendicontandoli nella stesura del bilancio di sostenibilità. Alcuni esempi di obiettivi inclusi nel gruppo delle tematiche ambientali sono: la lotta al cambiamento climatico, il miglioramento della gestione dei rifiuti, l’impegno all’utilizzo di energie rinnovabili e alla riduzione dell’inquinamento di acqua aria e suolo e la promozione di un’economia circolare. Una seconda categoria di obiettivi sono i sociali che interessano i dipendenti, il capitale umano e la comunità territoriale. Fra le tematiche sociali emergono l’impegno a garantire pari opportunità di genere e di retribuzione, il miglioramento alle condizioni di lavoro dei dipendenti anche nella riduzione dei rischi, il monitoraggio delle competenze dei lavoratori rispetto ai compiti assegnati, l’attrazione del personale con una ritenzione dei talenti cercando di sviluppare la carriera o con piani di welfare e le relazioni con clienti e i fornitori e la comunità territoriale. La terza categoria di obiettivi è raggruppabile nella governance. Sono i meno conosciuti, ma i più fondamentali, perché riguardano la struttura sulla quale si basa la costruzione di un impianto per il raggiungimento dei goals sociali e di sostenibilità. Fra questi sono inclusi la gestione dell’aspetto reputazionale ed etico, il ruolo degli organi di amministrazione nel cambiamento con una remunerazione legata anche a fattori di sostenibilità, la lotta alla corruzione, sistemi di controllo e gestione dei rischi e l’incoraggiamento a procedure note come “whistleblowing”, ossia denunce in forma anonima che i lavoratori possono fare all’interno per evidenziare carenze soprattutto in ambito di sicurezza, salute e benessere. Come fa un’impresa ad individuare quali obiettivi perseguire? Il consiglio degli esperti è scegliere dai cinque ai sette punti e parametrarli rispetto agli aspetti economici, individuando quale può generare un beneficio maggiore nel medio e lungo periodo. Ad esempio, se l’azienda decide di investire con piani di sviluppo alla carriera, il personale sarà più incentivato a restare nella società. Mentre nel medio e lungo periodo si traduce in un risparmio in costi di reclutamento e costi in formazione del personale da sostituire. luglio/agosto/2022
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cape Il rapido balzo di crescita registrato dal settore, se da una parte ha ampliato le opportunità di impiego, dall’altra ha procurato un aumento della difficoltà di reperimento dei profili in particolare del personale specializzato; infatti, quasi il 58% di questi soggetti risulta difficile da individuare. Assodata anche l’assenza di nuovi giovani lavoratori nel settore
Le imprese pronte ad assumere oltre 11 mila lavoratori Lo affermano i dati occupazionali Cassa edile riferiti al periodo 2016-2020
I
l settore edile lascia definitivamente alle spalle il lungo periodo di crisi e conferma il trend di crescita. È quanto emerso dai dati della Cassa edile di Brescia, esposti in occasione dell’evento di presentazione dell’Analisi economico finanziaria delle imprese edili 2016-2020 dal titolo “Un costruito a misura di futuro”. L’incontro annuale ha lo scopo di esporre i risultati del lavoro di indagine dell’andamento economico finanziario del settore edile del territorio realizzato da Ance Brescia, in collaborazione con l’Ordine dei dottori commercialisti e la Camera di Commercio di Brescia. Un’occasione di riflessione sugli attuali aspetti di rilievo, per individuare insieme possibili strategie future di crescita. Anche quest’anno i dati diffusi da Cassa edile sull’occupazione e sulle imprese, hanno fornito spunti utili alla lettura dell’andamento del mercato del costruito bresciano. Si individua, infatti, una performance positiva dell’occupazione già a partire dal 2021, anno caratterizzato da una crescita degli iscritti alla Cassa edile del 21,5% rispetto al precedente. 60
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Ore lavorate dagli operai iscritti alla Cape di Brescia 21,0
19,23 17,30
18,0
14,85
15,0
13,36
13,42
13,95
14,30
2014
2015
2016
2017
16,11
15,12
14,96
12,0 9,0 6,0 3,0 0
2012
2013
2018
2019
2020
2021
Variazione percentuale annua ore lavorate e operai iscritti alla Cape di Brescia 28,5
30,0 25,0
21,3
20,0 15,0 10,1
10,0
7,2 4,0
5,0 0,4
7,1
5,8
7,2
6,5
2,5
0,0
-0,2
-0,5 -5,0
-7,1
-10,0 -15,0 -20,0
-9,3 -10,0
-11,6 -14,2
2013
Operai iscritti 2014
2015
Fonte: elaborazioni Ance Brescia su dati Cape di Brescia
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Ore lavorate 2020
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Anche le ore di impiego risultano in aumento, con un incremento del 28% registrato in un solo anno, a partire dal 2020 sino al 2021. Dati che si confermano positivi anche se confrontati con i risultati del periodo pre-pandemico, dal 2016 sino al 2018. Dalla valutazione della frequenza di utilizzo della cassa integrazione si rafforzano le testimonianze di miglioramento dell’occupazione. Nel 2021 si registra un calo vertiginoso delle ore di cassa integrazione autorizzate e in riassorbimento rispetto all’aumento esponenziale dell’anno precedente, ossia il 2020, caratterizzato dall’allargamento dei criteri di accesso necessari per salvaguardare l’occupazione. Ma le imprese continuano la ricerca di nuove figure da integrare all’interno del proprio organico, con non poche difficoltà. Nel 2021 il 65,5% delle imprese edili bresciane ha in programma di assumere oltre 11 mila lavoratori. Un valore che conferma e sancisce l’effettivo avvio del motore della ripresa, con il settore in forte fermento e pieno di opportunità, ma con un problema atavico e non ancora superato: la carenza di manodopera. Nel 2019 la differenza tra domanda e offerta è aumentata di quasi 17 punti percentuali, a fronte dei 4 punti registrati dagli altri settori economici. Il rapido balzo di crescita registrato dal settore, se da una parte ha ampliato le opportunità di impiego, dall’altra ha procurato un aumento della difficoltà di reperimento dei profili in particolare del personale specializzato; infatti, quasi il 58% di questi soggetti risulta difficile da individuare. Assodata anche l’assenza di nuovi giovani lavoratori nel settore. I risultati raccolti a partire da ottobre dello scorso anno evidenziano come l’età media degli operai attivi si aggiri attorno ai 44 anni, mentre solo il 6,98% degli occupati ha dai 20 ai 24 anni e il 6,12% dai 25 ai 29 anni. Percentuali decisamente inferiori se le si confronta con quelle degli operai rientranti nella fascia di età dai 40 ai 49 che raggiunge quasi il 30% oppure quella che va dai 50 ai 59 con una percentuale del 29%.
Restyling del logo Cape e nuova campagna adv Un’evoluzione di immagine per la Cassa edile di Brescia, che trasforma il proprio marchio e si presenta a lavoratori e imprese con un logo più pulito, fresco ed essenziale e una nuova campagna advertising. Mantenendo i caratteristici colori rosso e nero, il marchio è stato rivisitato secondo le linee guida di un branding moderno ed efficace. Nel pittogramma il richiamo al settore delle costruzioni, con la sagoma di un edificio stilizzato tridimensionale, che accompagna il logotipo con l’acronimo “Cape”. Un restyling volto a rafforzare la brand identity, spronato da quella voglia di rinnovarsi che interessa l’intero comparto edile. Al logo si affianca una nuova campagna promozionale strutturata su diverse immagini che metaforicamente rappresentano la Cassa edile al fianco di imprese, consulenti e lavoratori per garantire sicurezza, indicare la strada da seguire e fornire assistenza e supporto in caso di emergenza.
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UN SUPPORTO PER I LAVORATORI E LE IMPRESE EDILI INNOVAZIONE E WELFARE
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ance brescia
Dai notiziari mensili di luglio e agosto 2022, una panoramica su alcune delle ultime novità in tema di tributi, rifiuti, lavoro e lavori pubblici. Tutte le notizie sono riportate anche sul sito internet dell’Associazione: ancebrescia.it
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SU P P L E M E N T O N. 1 AL N. 12 / 2018 DEL NOT IZ I A RIO DEL COL L EGIO COS T RU T TORI
ISSN 24 65 -3101
V ia U. F oscolo, 6 - 25128 Brescia Registr azione del Tr ibunale di Brescia del 5 set tembre 1951 n. 5 4 Diret tore responsabile: Adr iano B a f felli P o s t e I t a l i a n e S . p. A . - S p e d . i n a b b. p o s t . D.L . 35 3/ 20 0 3 ar t. 1, comma 1, DCB Brescia (Conv. L . 27/ 02 / 20 0 4 n. 4 6)
luglio / Superbonus 110%: l’Agenzia delle Entrate aggiorna la guida Dalle nuove regole sulla cessione del credito, alla proroga a settembre per gli interventi sulle “unifamiliari”, dal divieto di cessioni parziali del credito, alla necessità del Ccnl in edilizia per i lavori che accedono all’agevolazione. Queste sono alcune delle novità contenute nella guida “Superbonus 110%” aggiornata dall’Agenzia delle Entrate a giugno 2022 e disponibile online sul sito www.agenziaentrate. gov.it.
proposta di modifica al Piano cave adottato La Direzione generale Ambiente e Clima di Regione Lombardia comunica che sono disponibili per la consultazione i documenti relativi alle modifiche introdotte, a seguito dell’istruttoria condotta dagli uffici della Giunta regionale, alla proposta di Piano cave adottata dalla Provincia con d.c.p. n. 28 del 13/07/2021.
LAVORO
RIFIUTI
luglio / L’obbligo di iscrizione in Cassa edile discende dall’attività effettivamente svolta. Sentenze del Tribunale di Campobasso
luglio / Nuovo Piano cave provinciale: deposito della
L’orientamento secondo cui l’iscrizione in Cassa edile discende dall’attività
effettivamente svolta dall’impresa ottiene un’ulteriore conferma nella giurisprudenza di merito grazie a due sentenze del Tribunale di Campobasso. In queste ultime i giudici, richiamando il principio enunciato dalla Corte di Cassazione, con ordinanza 26 maggio 2020, n. 9803, hanno affermato che “l’obbligo di iscrizione alla Cassa edile non deriva dall’adesione a un Ccnl piuttosto che a un altro, ma dall’oggettivo svolgimento di attività rientrante nel settore edile”.
luglio / Inl. Lavori edili presso abitazione privata: insussistenza limiti al potere di ispezione da parte del Ministero. Sentenza Corte d’Appello di Lecce Per l’interesse che, in prospettiva, la pronuncia potrebbe avere nell’innalzamento del tasso di legalità nel settore, segnaliamo la pronuncia della Corte d’Appello di Lecce n. 502 del 2022, con cui i Giudici di secondo
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ance brescia
nnn
Costruttori junior di Ance Brescia attenti all’innovazione e sensibili alla sicurezza. Così si può sintetizzare il clima del partecipato incontro organizzato dal Gruppo Giovani di Ance Brescia dal titolo Aperi-Check, svoltosi nella sede dei costruttori edili in città. Un aperitivo informale di presentazione di Check, il software gratuito “made in Brescia”, disponibile su tutto il territorio nazionale, per la gestione e organizzazione del cantiere digitale. Uno strumento all’avanguardia nato con l’obiettivo di migliorare qualità, sicurezza e rispetto delle norme, come ribadito in coro dal presidente del Gruppo Giovani, Santo Prandelli e dal vicepresidente di Ance Brescia, Fabio Rizzinelli. Le funzioni e i vantaggi della piattaforma sono stati presentati dall’esperto di Cassa edile Brescia, Nicolò Depellegrin, relatore principale dell’incontro.
prevede le modalità di redazione del rapporto biennale sulla situazione del personale maschile e femminile da parte delle imprese pubbliche e private che occupano più di 50 dipendenti, sia in relazione al complesso delle unità produttive e delle dipendenze, che in riferimento a ciascuna unità produttiva con oltre 50 dipendenti.
LAVORI PUBBLICI grado del Tribunale salentino hanno riconosciuto la legittimità dell’ordinanza di ingiunzione emessa da un Ispettorato territoriale del lavoro nei confronti dei proprietari di un’abitazione privata in cui erano stati svolti lavori edili con utilizzo di lavoratori “in nero”. 64
luglio / Rapporto biennale sulla situazione del personale: modalità per la redazione Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha informato in merito alla pubblicazione del decreto interministeriale del 29 maggio 2022, che
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luglio / Legge delega in materia di contratti pubblici pubblicata in Gazzetta ufficiale È stata pubblicata in Gazzetta ufficiale n. 146 del 24 giugno u.s. la Legge 21 giugno 2022, n. 78, recante “Delega al Governo in
materia di contratti pubblici”, in vigore dal 9 luglio. Frutto di un complesso iter di approvazione, in cui l’Associazione ha dato il suo contributo, traccia la rotta per l’elaborazione della nuova disciplina degli appalti pubblici, rispettando la scadenza imposta sul punto dal Pnrr. Maggiori informazioni su www.ancebrescia.it.
luglio / Caro materiali: Ance ha ottenuto che il decreto 11 novembre 2021 sulle rilevazioni dei prezzi del primo semestre 2021 vada rivisto con un supplemento di istruttoria da parte del Mim. La documentazione versata in giudizio evidenzia come le
risultanze inerenti agli incrementi di prezzo dei materiali monitorati, confluite nel D.M., si collochino a valle di un processo svolto dal Mims che presenta forti criticità. Dall’esame dei dati riferiti al prezzo di alcuni dei materiali monitorati, emergono esorbitanti — e non facilmente giustificabili - differenze idonee a minarne la complessiva attendibilità. Ciò emerge dal raffronto dei dati resi all’esito delle rilevazioni effettuate dai provveditorati, e dalle camere di commercio dall’altro; il disallineamento tra la media prezzi ricavate dai due istituti di rilevazione si palesa talmente ampio, da rendere evidente la presenza di anomalie nel reperimento e nell’elaborazione dei dati stessi.
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