2022- Costruire il futuro n°4 - luglio agosto

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il futuro dell’edilizia

I criteri ESG e le imprese di costruzioni di Angelo Luigi Camillo Ciribini DICATAM & eLux Lab, Università degli Studi di Brescia

L

a digitalizzazione, che include il Building Information Modeling (BIM), è una tematica relativamente poco diffusa, all'atto pratico, nella maggior parte delle imprese di costruzioni. Al contempo, per quanto si parli spesso di Costruzione 4.0, e, addirittura, di Gemello digitale del processo cantieristico, l'istanza principale che vi è sottesa, vale a dire quella del misurare l'efficienza e l'efficacia dello stesso processo, le sue prestazioni, ovvero sia gli esiti, che, peraltro, devono scontare una irriducibilità rispetto al modello manifatturiero, appare piuttosto parziale o embrionale, di là della retorica propria di una certa pubblicistica. In buona sostanza, proprio a partire dai cosiddetti modelli informativi 4D BIM e 5D BIM, la capacità di rendere certe metodologie e certi strumenti realmente utili sotto il profilo gestionale, rimandano a una pregressa diffusione dei sistemi di controllo di gestione relativi sia all'azienda in quanto tale, sia alle commesse e ai cantieri di cui è composto il proprio portafoglio.

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In altre parole, servirebbe introdurre o potenziare nell'impresa di costruzioni i temi della economia aziendale e della gestione integrata dell'informazione, del rischio e della commessa. Si tratta del primo livello di una relazione, legata alla nozione di cultura industriale, che potrebbe giovare nel miglioramento dei rapporti che si instaurano con il mondo della finanza, coinvolto ora direttamente, ad esempio, nel sistema dei bonus, sismici ed energetici, ma, soprattutto, attore fondamentale, oltreché del rilascio delle tradizionali linee di credito, delle politiche di finanziamento e di investimento per la rigenerazione urbana. Sotto questo profilo, termini quali «ambiente di condivisione dei dati» oppure «piattaforma digitale» evocano la necessità di mettere a disposizione, appunto, dei finanziatori e degli investitori indicatori prestazionali utili a condividere con le istituzioni finanziarie determinate metriche e specifici indicatori. Ciò che, tuttavia, attualmente sta emergendo è che, in virtù di regolamentazioni

di carattere comunitario, istituti di credito, compagnie assicurative, società di gestione del risparmio, fondi pensione e altre entità finanziarie si trovano a dover sottostare ai criteri ESG (Environmental Social Governance), dedicati alle tematiche ambientali, sociali e organizzative, e a doverne verificare la conformità presso gli attori delle catene di fornitura che coinvolgono gli investimenti immobiliari e infrastrutturali, tanto come sviluppo quanto come gestione dei cespiti, ivi incluse le imprese di costruzioni. La qual cosa si accompagna all'esigenza di non limitarsi al ricorso ai servizi di valutazione offerti dalle agenzie di rating (basate su approcci non normalizzati a punti eterogenei), ovvero ai diversi marchi volontari dedicati ai temi disparati inerenti, bensì di disporre di metriche computazionali che, più che alla descrizione e alla narrazione delle attività e delle misure intraprese, si rivolgano ai risultati effettivamente conseguiti, agli outcome. Si parla, in questo caso, di una gamma di azioni che possano comprendere: dal Pia-


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