L'Espresso 43

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Massimo Cacciari

Parole nel vuoto

Opposizione divisa e senza radici

S

i è così formato il primo governo italiano presieduto da una don- ni, di confondere dappertutto res publica na, e da una giovane donna. E questo è un fatto storico, piaccia o no. e res privata. L’arrendersi agli effetti della Meditino coloro che di successi simili non sono stati capaci. Per ora globalizzazione in termini di aumento delle il “sovranismo” ha partorito un forte incoraggiamento per la dieta disuguaglianze, della “distanza sociale”, ilmediterranea e il “made in Italy”, e un vetero-paternalismo il solito, ludendosi di poterli correggere con qualche retorico appello al Dovere e al Merito. I grandi rischi per la nostra democrazia placebo. Nessuna efficace azione nell’ambito non mi sembrano proprio venire da questa destra. Ne vedo piuttosto per que- dell’Unione europea perché valessero i pilasta destra stessa quando dovrà affrontare debito e tasse. Se poi volesse metter stri della solidarietà e sussidiarietà accanto, mano a diritti ormai acquisiti dal comun sentire salterebbe per aria seduta almeno, al dogma della stabilità - e ciò fino stante. Ma non mi pare che il/la Presidente sia persona poco perspicace. all’emergenza Covid. È stata perduta la sfida Mi appassionerebbe maggiormente sapere che cosa intendano fare le oppo- di una sinistra europea all’altezza della nuosizioni. Attendere lungo il fiume il cadavere dell’avversario, magari nell’attesa va epoca inaugurata con la fine della terza che ci pensino “potenze alleate”? O piuttosto su alcuni problemi-chiave nu- guerra mondiale. Le sue macerie un po’ in trono la virtuosa intenzione di tentare un accordo? Quali siano è noto a tutti: tutti i paesi europei sono lì a dimostrarlo. la difesa dei redditi più bassi soffocati nella morsa di inflazione e recessione, Ma sfide di questo genere si perdono sempre senza dover incidere ulteriormente sul debiquando si smarrisce il “filo buono” del proto; quindi una manovra fiscale fortemente prio passato. Quel passato era anche penredistributiva; una profonda revisione dei siero critico, capacità di interpretare le conmeccanismi del reddito di cittadinanza, protraddizioni del sistema economico e sociale prio allo scopo di difenderlo dagli attacchi del proprio tempo, prassi volta a liberare che certamente subirà da parte del governo; classi e individui da ogni subalternità politiuna politica attiva dell’immigrazione, se voca alle “leggi” che questo sistema vorrebbe gliamo salvare migliaia e migliaia di imprese imporre quasi come naturali. All’assenza di e settori della nostra economia. E infine alquesto sforzo critico si è rimediato, anche meno un minimo comun denominatore in durante la campagna elettorale, e oggi anpolitica estera: la coscienza del tremendo pecora, col mantra patetico del pericolo fasciricolo che si corre se continua la guerra e se sta. Eppure già quel Pasolini che qualche lequesta finisce col diventare a tutti gli effetti ader o ex leader della sinistra nostrana finge una guerra tra Nato e Russia. Le attuali optanto di amare diceva mezzo secolo fa che il posizioni avrebbero il dovere di formare una fascismo attuale non è quello archeologico opposizione con proposte concrete su tutti del saluto romano e della camicia nera, ma questi temi; ma come potrebbero riuscirvi quello della normalità omologante, del neo-capitalismo senza patrie, del fesenza “federatore” tra loro? Anzi, esse sono ticismo consumistico. Un pericolo, dunque, ammesso lo si ritenga tale, che apparse dopo la batosta elettorale ancora non ha più alcun senso chiamare fascismo. È il dominio concertato delle più divise di prima. E il dramma è che queste grandi potenze tecnico-economiche per la gestione della perenne emergendivisioni non hanno motivi tattici, ma sono za prodotta dalla loro stessa logica di indefinito sviluppo. I totalitarismi nol’effetto di una crisi culturale e politica che le vecenteschi non servono più. La domanda di sicurezza, ansiosa di soffocare affligge tutte e viene da molto lontano. ogni parola che ci suoni straniera, che ci sembri mettere a rischio la nostra Essa è parte di quella crisi che ha colpito casa, viene fatta emergere con prepotenza dall’individuo stesso, nella sua tutte le forze della sinistra europea dopo la perfetta solitudine fatta di infinite connessioni. Lo sgretolamento della sicaduta del Muro. Una rincorsa spesso affan- nistra europea deriva logicamente dall’impotenza critica nei confronti di nosa a mascherare con un po’ di pensiero questo stato di cose, dall’ignorare perfino la domanda sulla sua possibile liberale il liberismo neo-conservatore pro- trasformazione. Se il Pd non porrà questa domanda alla base del suo conveniente dal Campidoglio americano. Con fronto congressuale, questo non segnerà che l’atto finale della storia della conseguenti “liberalizzazioni” giunte fino al sinistra italiana in quanto forza politica. limite di “metter sul mercato” beni comu-

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30 ottobre 2022

Illustrazione: Ivan Canu

Se il Pd non riparte dalla critica dell’esistente e dalla necessità di cambiamento il suo destino sarà segnato


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