La propaganda del Cremlino
DOVE OSANO I TRO AFRICA E AMERICA LATINA SONO LE NUOVE FRONTIERE DELLA FABBRICA DEL RANCORE ANTI OCCIDENTALE ALLESTITA DALLA RUSSIA. CON VELENI PIÙ SUBDOLI IN PAESI CON MENO ANTIDOTI DI UN’EUROPA GIÀ INTOSSICATA
A
frica e America Latina: se il vostro lavoro fosse quello di essere agenti della disinformazione e della propaganda russa e filoputinana, è lì che stareste guardando. Altro che le piazze, complicate e, del resto, ormai sature di Europa e Nord America. L’Eldorado della disinformazione, delle teorie del complotto, delle bufale e della propaganda, ormai, è altrove. Si trova in società di Paesi che, per varie (e per lo più storicamente fondate) ragioni sono già intrise di sentimenti di ostilità e di rancore verso Europa e Usa e che, dunque, sono meglio disposte a bere le nefandezze che, inventate o meno, vengono dette sul loro conto. Così da qualche tempo (grosso modo una decina di anni, ma con maggiore forza negli ultimi mesi, dopo lo scoppio della guerra) la propaganda via social e via fake news che origina (non solo, ma soprattutto) da Mosca, mira a ripetere con le opinioni pubbliche di Africa e Asia lo stesso giochino che le è riuscito con quelle europee, balcaniche e statunitensi: dividere per controllare, inquinare per intossicare, menLuciana Grosso tire per delegittimare. Giornalista La ragione per cui lo fa è 60
30 ottobre 2022
sempre la solita: indebolire l’Occidente e le istituzioni internazionali e rafforzare se stessa. Solo che la strategia per farlo, specie dall’inizio della guerra, non è più quella vecchia, dritta, diretta esplicitamente al pubblico occidentale. Ma una più obliqua, di sponda, che mira a diffondere contenuti antioccidentali e antimultilateralismo, non solo nelle opinioni pubbliche occidentali, ma anche tra quelle tra i loro vicini di casa, così che il risentimento e la deligittimazione siano globali, condivisi. Le società dei Paesi di Africa e Sud America si prestano eccezionalmente bene al compito: sia perché, appunto, già predisposte a una certa (comprensibile) diffidenza verso l’Occidente e le istituzioni internazionali, sia perché già, e per i fatti loro, frammentate, divise, fragili, spesso povere e corrotte. Inoltre, a rendere quelle società più appetibili e permeabili, c’è anche il fatto che sono ancora prive del dedalo di regole e regolamenti anti fake news che, negli ultimi tempi, hanno preso forma in Occidente e, in particolare, in Europa. «Quando è iniziata la guerra della Russia in Ucraina, Facebook, Twitter e altri giganti dei social media si sono mossi per bloccare o limitare la portata degli account della macchina di propaganda del Cremlino in Occidente. Lo sforzo, tuttavia, è stato limitato dalla geografia e dalla lingua, creando un mosaico di restrizioni piutto-
Foto: Shutterstock
DI LUCIANA GROSSO