Economia Magazine febbraio

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POLITICA INTERNAZIONALE

RUSSIA-UCRAINA CONFLITTO ALLE PORTE DELL’EUROPA L’ex ministro degli esteri Giulio Terzi di Sant’Agata: «la guerra c’è già: in campo due visioni diverse dell’ordine internazionale» Da una parte la cronaca, le notizie che ogni giorno giungono dal confine tra Ucraina e Russia con il rischio di una guerra dagli esiti imprevedibili. Dall’altro le dinamiche geopolitiche e i trattati internazionali. Giulio Terzi di Sant’Agata, diplomatico di lungo corso, ambasciatore e ministro degli Esteri tra il 2011 e il 2013, ha visto da vicino scontri e tentativi di dialogo tra stati in una carriera vissuta, in rappresentanza dell’Italia, anche all’interno di diversi organismi internazionali. Con lui cerchiamo di allargare lo sguardo sulle origini dell’escalation degli ultimi mesi al confine russo-ucraino, e sul più ampio quadro di politica internazionale in cui è inserita. Qual è la lettura generale che possiamo dare a quello che sta succedendo alle porte dell’Europa? Credo che i fatti di queste settimane siano la cartina di tornasole di un più ampio scontro in corso tra due visioni del mondo profondamente diverse, due modi diversi di porsi nei confronti del concetto di ordine e di sicurezza 20

internazionale. Dopo la seconda guerra mondiale Stati Uniti e paesi europei propongono un modello di rapporti tra gli stati, che si è poi diffuso sempre più, secondo cui tutta l’attenzione è rivolta alla soluzione non violenta dei conflitti tra interessi diversi che, inevitabilmente, emergono in tutto il mondo. Un modello sostenuto da specifiche norme - l’ordinamento giuridico internazionale - e istituzioni - quelle libere della democrazia -, insomma dalla centralità dello Stato di Diritto. Tutto questo è stato messo a dura prova prima durante la Guerra Fredda e poi dai conflitti regionali degli anni ’90. Da almeno dieci anni a questa parte si sono aperti quindi tre scenari di crisi che mostrano come questo concetto di ordine internazionale sia contestato, contrastato quotidianamente, sottoposto a spinte “revisioniste”. Il primo scenario è l’Europa, lo abbiamo visto con questo enorme dispiegamento di forze militari operato dalla Russia, il secondo è l’Asia con la corsa della Cina al controllo del Pacifico e, nel lungo periodo, all’egemonia globale, e

il terzo è il Medio Oriente con l’Iran, il cui obiettivo è il dominio sull’Islam e sull’intera regione. In questo caso, però, sembra che ci siano gli interessi degli Stati Uniti da una parte, quelli russi dall’altra, e in mezzo quelli dei paesi europei, che devono tenere conto dei rapporti economici con la Russia e della dipendenza energetica da Mosca. Non credo. Penso piuttosto che Stati Uniti ed Europa siano coesi nel difendere il diritto internazionale vigente, che invece la Russia non rispetta: per esempio, Putin continua a ripetere che quello ucraino è un popolo di russi che vivono fuori dalla Russia, nonostante l’Atto finale di Helsinki, firmato nel 1975 anche dall’Unione Sovietica, abbia chiarito


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