Biancoscuro Art Magazine #48

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biAncoscuro r i v i s tA d ’ A r t e Numero 48 - ottobre/novembre 2021 - Bimestrale d’Arte, Cultura e Informazione

In questo numero

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ISSN 2385-1708

50º Art Basel La Regina è tornata! BIANCOSCURO Art Contest Tutti i premiati ed il nome del vincitore Jeff Koons A Palazzo Strozzi anche il suo “Rabbit” Oliviero Toscani A Milano i ritratti del suo Warhol Passeggiando all’indietro Mongolia del Sud

Mark Kostabi American Dream


December 2 – 4, 2021 Photograph taken by Mateo Garcia / Belle & Company Franz Ackermann, About Sand, 2018, City of Miami Beach Art in Public Places


M A R K KO S T A B I

Dream come true, 2021, oil on canvas, 60 x 50 cm.

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biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e Bimestrale d’Arte, Cultura e Informazione

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L’Editoriale di Vincenzo Chetta

BIANCOSCURO Art Contest. Tutti i nomi dei vincitori

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Claude Monet a Milano Il più importante rappresentate dell’Impressionismo

50º Art Basel La Regina è tornata!

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Colorno Photo Life Uno sguardo… Un ritratto

Lo stupore è il sale della terra. La più completa mostra antologica dedicata a M. C. Escher

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Jeff Koons illumina Palazzo Strozzi. Tra le opere, anche il “Rabbit”

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Viva la Revolución! L’arte ribelle di Frida

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​​ subconscio di Mirò. La Il mostra alla Fondazione Magnani-Rocca

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Tra Oriente ed Occidente Cipro e la cultura dei popoli

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I poco noti, resi protagonisti. Ricerca e valorizzazione alla Galleria Sabauda

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Street Art Mrfijodor Experience, Italia/Albania

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In copertina: (on the cover) Mark Kostabi American Dream

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​​ ina Modotti T Libera e anticonformista

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Oliviero Toscani A Milano i ritratti del suo Warhol

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Foto/Industria a Bologna La quinta edizione della Biennale di Fotografia dell’Industria e del Lavoro

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Niedermayr a Torino Ultimi giorni per visitare la mostra

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I​​ rving Penn I suoi scatti alla Cardi Gallery

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Mongolia del Sud: sulle tracce della memoria perduta Introduzione ai percorsi del mito [25ª puntata]

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Over the Cover: Quistello - La piccola Parigi Francesco De Molfetta e Peter Hide311065

QUESTA è LA VERSIONE FREE di BIANCOSCURO 014

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biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e

48 ISSUE October / November 2021

Bimestrale di Arte, Cultura e Informazione

ART FAIRS

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SPECIALS

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Art Fair. Fiere ed esposizioni internazionali Vernice Art Fair. La fiera romagnola finalmente in presenza

ART Innsbruck 2021… Un anniversario speciale! Artissima 2021. Torna anche la sua versione digital Arte Padova. La 31ª edizione dal 11 novembre 2021 Art Parma Fair. I vincitori del Biancoscuro Art Contest Art International Zurich. Fino al 3 ottobre 2021 Mia photo Fair Dal 7 al 10 ottobre, a Milano Francesco Mazzi. Un nuovo concetto di arte totale, un palcoscenico dove l’arte si esibisce

Leone per le Arti Visive A Venezia il grande evento artistico

Viaggio pittorico dell’Andalusia Excellence Art Gallery in mostra itinerante

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EXHIBITIONS

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Mario Zammit-Lewis. L’artista maltese in Italia Gianni Depaoli. Premiate la sua denuncia sociale Anastasia Yanchuk - Nati. La bellezza delle donne Gabriele Marchesi. L’iperrealismo poetico Due Collezioni in dialogo. I protagonisti della pittura di Seicento, Settecento e Barocco romano A riveder le stelle... Dante. Gli occhi e la mente Les Italiens de Paris. Campigli, de Chirico, de Pisis, Paresce, Savinio, Severini e Tozzi, a Torino

Un pioniere nell’arte dell’animazione. Preziose opere originali dagli Archivi Disney

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Storia di una profonda amicizia. Tornabuoni Arte presenta la Collezione privata di Salman Ali Galliani | Puglisi | Tintoretto. All’Art Museum Riga Torino Design of the City. Torna la rassegna Dario Brevi in mostra. Un dialogo con Russolo Gennaro Mele. La mostra antologica a Seregno La fotografia di eterni presenti. Massimo Vitali nella “storia dell’uomo normale” 038

MANAGING EDITOR Daniela Malabaila CONTRIBUTORS Giuseppe Carnevale, Franco Crugnola, Vincenzo Chetta, Flavio Ennante, Mario Gambatesa, Lucia Garnero, Daniela Malabaila, Rebecca Maniti, R.Molino, Ettore Tiretto. PHOTOGRAPHERS Adele Arati, Luigi Caracappa, Vincenzo Chetta, Liberementi, Enrico Mangano, Isabella Rigamonti, Luca Erba, Daniele Bottallo, Fabiano Caputo, Elena Parisi, Elenice Guarani, A. Mole, Locuratolo Francesco, D.Jungle, Giorgio Colombo.

PRINTING Pixartprinting SpA Via 1° Maggio, 8 30020 Quarto d’Altino (VE) Printed on certified paper FSC® C147178 (www.fsc.org)

Del vero, dal vero. L’evoluzione del paesaggio

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EDITORSHIP & GRAPHIC Liberementi viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.liberementi.it

PUBLISHER Biancoscuro viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.biancoscuro.it

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BI-MONTHLY OF ARTS, CULTURE AND INFORMATION EDITOR IN CHIEF Vincenzo Chetta

Miart. Chiusa con successo la prima fiera d’arte a tornare in presenza in Italia

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BIANCOSCURO Art Magazine

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SOCIAL NETWORK Facebook.com/BiancoscuroArtMagazine Instagram.com/BiancoscuroMag Twitter.com/BiancoscuroMag The publisher is available for persons entitled for any iconographic sources. Manuscripts, photos or other materials even if unpublished are not given back. In addition to the signed articles, texts published on Biancoscuro Art Magazine are taken from the mentioned sources or text available l under the creative commons license. s Reg. Trib. Pavia n.4 of 21/1/2014. ISSN 2385-1708 © BIANCOSCURO 2021. Reserved artistic and literary copyright. Reproduction in whole or parts is forbidden save with the written permission of the publisher.

BIANCOSCURO Rivista d’Arte NUMERO 48 ottobre / novembre 2021 BIMESTRALE DI ARTE, CULTURA E INFORMAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE Vincenzo Chetta REDAZIONE & GRAFICA Liberementi viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.liberementi.it CAPOREDATTORE Daniela Malabaila COLLABORATORI Giuseppe Carnevale, Vincenzo Chetta, Franco Crugnola, Flavio Ennante, Mario Gambatesa, Lucia Garnero, Daniela Malabaila, Rebecca Maniti, R.Molino, Ettore Tiretto. FOTOGRAFI Adele Arati, Luigi Caracappa, Vincenzo Chetta, Liberementi, Enrico Mangano, Isabella Rigamonti, Luca Erba, Daniele Bottallo, Fabiano Caputo, Elena Parisi, Elenice Guarani, A. Mole, Locuratolo Francesco, D.Jungle, Giorgio Colombo. EDITORE Biancoscuro viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.biancoscuro.it STAMPA Pixartprinting SpA Via 1° Maggio, 8 30020 Quarto d’Altino (VE) Stampato su carta certificata FSC® C147178 (www.fsc.org) SOCIAL NETWORK Facebook.com/BiancoscuroArtMagazine Instagram.com/BiancoscuroMag Twitter.com/BiancoscuroMag L’Editore è a disposizione degli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche non individuate. Manoscritti, foto o altri materiali inviati alla redazione anche se non utilizzati non verranno restituiti. Oltre agli articoli firmati, i testi pubblicati su Biancoscuro Rivista d’Arte sono tratti dalle fonti citate oppure da testi disponibili l secondo le licenze creative commons. s Registrazione al Tribunale di Pavia n.4 del 21/1/2014. ISSN 2385-1708 © BIANCOSCURO 2021. Tutti i diritti di produzione in qualsiasi forma, compresa la messa in rete, che non siano espressamente per fini personali o di studio sono riservati. Per qualsiasi utilizzo che non sia individuale è necessaria l’autorizzazione scritta dell’Editore.


BAC winter edition - APERTURA ISCRIZIONI 21 DICEMBRE 2021 20 Premi 20 Prizes:

6 Premi “Mostra Collettiva” assegnati dalla Commissione Critica 1 16 Prizes “Collective Exhibition” assigned by the critic committee 1 Premio “Mostra Collettiva” assegnato giuria popolare (Facebook+Instagram) 1 Prize “Collective Exhibition” assigned by popular jury (Facebook + Instagram)

2 Premi Copertina Biancoscuro assegnati dalla Commissione Critica 2 Prize Biancoscuro Magazine cover assigned by the critic committee 1 Super Premio finale (Valore di 3.000 Euro) 1 Final Super Prize (Value 3.000 Euro)

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Tutte le opere saranno pubblicate sulla rivista BIANCOSCURO e sul nostro sito!

All the artworks will be published on the BIANCOSCURO magazine and on our website!

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l’Editoriale di Vincenzo Chetta

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mesi di attesa. Una tensione pari a quella del primo giorno di scuola. Era da giugno 2019 che aspettavo il ritorno di Art Basel, e proprio come la riapertura dell’anno scolastico, a settembre siamo ritornati “in classe” per scoprire le novità e le conferme: l’attesa è stata ampiamente ripagata! Avere su questo numero le foto della 50ª edizione della Regina delle fiere d’arte non ha prezzo (sui profili ufficiali Instagram e Facebook puoi trovare il servizio fotografico completo)! Come sempre, a Messeplatz le performance catturano gli sguardi dei passanti: Cecilia Bengolea ha presentato una video installazione con l’invito al pubblico ad unirsi all’azione tra suoni, musica e balli. Monster Chetwynd invece ha presentato “Tears”, uno show ispirato a Salvador Dalì. La Messeplatz si è trasformata in un insolito spazio popolato da danzatori e artisti racchiusi in enormi Zorb (palloni trasparenti in movimento). L’atmosfera sulla piazza (nonostante l’enorme padiglione per le certificazioni covid) è decisamente leggera, ma si percepisce l’energia che ci attende all’interno: le migliori gallerie del mondo con i mostri sacri dell’arte. Cattelan con i

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suoi piccioni, visibili negli stand di Massimo De Carlo gallery, Galerie Perrotin e Marian Goodman gallery, oppure Tornabuoni con un solo show di Castellani o le 8 magnifiche opere di Griffa da Lorcan O’Neill. E poi, come non parlare di UNLIMITED, la fiera nella fiera, con Giovanni Carmine per la prima volta a selezionare i progetti, al posto di Gianni Jetzer per anni a capo della sezione delle opere monumentali. Opere che difficilmente trovi altrove: un Hockney gigantesco da quasi 20 metri, il profumo di pane, o meglio, il profumo della casa di pane di Urs Fischer, e molti altri progetti per un complessa esposizione appagante da tutti i suoi punti di di vista. Arriva il momento di tornare alla realtà, smettere di sognare e tornare a lavorare, ma il bello di lavorare nel mondo dell’arte è proprio questo: il sogno non finisce mai, e lo scopri quando sei alla Biennale oppure quando ti trovi a Basilea e dirigi una rivista d’arte, disponibile all’interno della fiera insieme a riviste che in gioventù mi hanno sempre appassionato e che tuttora seguo con stima e interesse. A voi, che avete in mano BIANCOSCURO, auguro una buona lettura, molti altri appassionati d’arte come voi in giro per il mondo, la stanno leggendo.

Art Basel 2021 - Unlimited A sinitra: David Hockney “Pictures at an Exhibition, 2018/2021 Sopra:Urs Fischer “Untitled (Bread House)”, 2004 - 2006

Vincenzo Chetta

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GIANMARIA

POTENZA -VENEZIA-

“SOLE” - Mosaico di smalto vetroso ø 100 cm

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“TORRE DI CAVALLI” Bronzo, fusione a cera persa 40 x 40 x h 147 cm 11


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Claude Monet a Milano Il più importante rappresentate dell’Impressionismo di Daniela Malabaila

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ella settimana dell’arte milanese, a Palazzo Reale è stata inaugurata l’attesissima mostra “Monet. Dal Musée Marmottan Monet, Parigi”. Promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Arthemisia, la mostra è curata da Marianne Mathieu ed è realizzata in collaborazione con il Musée Marmottan Monet di Parigi, da cui proviene l’intero corpus di opere, e l’Académie Des Beaux Arts - Institut de France. “Organizzare una mostra così importante per la cultura europea e mondiale in un momento di ripartenza come quello che stiamo vivendo dopo la pandemia, rinnova la vocazione internazionale di Milano e conferma il suo ruolo di centro cul-

turale europeo”, commenta così il Sindaco di Milano, mentre Érik Desmazières, Direttore del Musée Marmottan Monet, ringrazia per l’opportunità di rinnovare il legame fra le due istituzioni: “L’eccezionale insieme di opere di Monet presentato in tale occasione; un insieme attraverso cui sarà possibile ricostruire l’itinerario di un artista straordinario, pioniere della modernità: dai capolavori della giovinezza all’apoteosi delle ultime tele. Non sarebbe stato possibile realizzare questo evento senza la partecipazione attiva di Domenico Piraina, Direttore di Palazzo Reale, e la professionalità e l’impegno di Iole Siena, presidente del gruppo Arthemisia, e del suo team.” Il percorso espositivo divide le 53 opere presenti in diverse sezioni, non prima però di aver reso omag-

gio a Paul Marmottan, il fondatore del Musée Marmottan Monet, con un allestimento che vuole richiamare le origini del museo ed il periodo napoleonico. Nella prima sezione si scoprono le opere legate all’origine del Musée Marmottan Monet, di quando nel 1932 Paul Marmottan lasciò in eredità il suo palazzo e le collezioni in esso contenute all’Académie des Beaux-Arts che, secondo le sue volontà, trasformò l’edificio in un museo. Si prosegue con il classico “La pittura en plein air”, dove ammiriamo le opere frutto dei viaggi di Monet. Nella terza sezione, “La luce impressionista”, sono allestite le opere che più rappresentano la forza delle variazioni luminose colte dall’artista, mentre in “Da Londra al giardino: nuove prospettive” vediamo come Monet ad un certo punto abbia concentrato tutta la composizione su un particolare del suo giardino d’acqua: l’inquadratura è audace, la linea dell’orizzonte è sparita. Non mancano le “Ninfee dell’Orangerie”, custodite nella sala de “Le grandi decorazioni”, che anticipa “Monet e l’astrazione”, che comprende le opere create con Claude Monet - Barca a vela. Effetto sera 1885, olio su tela, 54x65 cm. Parigi, Musée Marmottan Monet, lascito Michel Monet, 1966 Inv. 5171 © Musée Marmottan Monet, Académie des beaux-arts, Paris A destra, in alto: Claude Monet - Le rose 1925-1926, olio su tela, 130x200 cm. Parigi, Musée Marmottan Monet, lascito Michel Monet, 1966 Inv. 5096 © Musée Marmottan Monet, Académie des beaux-arts, Paris

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MONET. Dal Musée Marmottan Monet, Parigi Palazzo Reale, Milano September 18, 2021 - January 30, 2022

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n 18 September, the autumn season at the Palazzo Reale in Milan will be inaugurated by the much awaited exhibition devoted to the leading representative of Impressionism: Claude Monet. The exhibit itinerary features 53 works by Monet. This is an extraordinary loan, not just because it brings together some real gems from Monet’s artistic output, but also considering how difficult it is to move artworks from one country to another in this period. The chronological itinerary covers the Impressionist master’s entire artistic trajectory, interpreted through works that the artist himself regarded as fundamental, private ones – so much so that he kept them in his home in Giverny. These paintings, which Monet always refused to sell, express powerful emotions associated with his artistic genius. The exhibition provides an overview of the Impressionist master’s entire artistic career: from his very first works illustrating the new method of en plein air painting – small-size canvases – to the rural and urban landscapes of Lon-

don, Paris, Vétheuil, Pourville, and the artists’ many dwellings. This is Monet’s world, with its rich yet delicate brush-strokes and the sometimes dim, sometimes glaring light that has ensured the fame of masterpieces such as The Beach at Trouville (1870), The Stroll (1875), and Charing Cross (1899‐1901). But there is more to it. Verdant weeping willows, dream-like rose paths, and solitary Japanese bridges; monumental water-lilies, wisterias with evanescent hues, and a portrayal of nature in each of its fleeting instants. The Musée Marmottan Monet possesses the world’s largest collection of Monet artworks, stemming from a generous donation that in 1966 his son Michel made to the museum. Subdivided into 7 sections and curated by Marianne Mathieu – an art historian and the scientific director of the Musée Marmottan Monet in Paris – the exhibition leads visitors to discover key works in the history of Impressionism and in Monet’s artistic research on light reflections and changes – the alpha l and omega of his artistic approach. s

l’aggravarsi della cataratta. Queste opere non più nitide saranno di ispirazione per i pittori della seconda metà del Novecento. L’ultima sezione si intitola “Le rose”, si sà, i fiori hanno accompagnato tutta la vita di Monet, e quest’ultima opera dipinta nell’anno della sua scomparsa, vuole rendere omaggio alla natura che ha saputo l raffigurare così bene. s MONET

Dal Musée Marmottan Monet, Parigi 18 settembre 2021 - 30 gennaio 2022

(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Palazzo Reale, Milano INFO T. +39 02 88445181 Da martedì a domenica 10.00 - 19.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.palazzorealemilano.it

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“Lo stupore è il sale della terra” La più completa mostra antologica dedicata a M.C. Escher di Lucia Garnero

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Maurits Cornelis Escher - Mano con sfera riflettente - 1935, litografia, 31,1x21,3 cm. Olanda, Collezione Escher Foundation All M.C. Escher works © 2021 The M.C. Escher Company The Netherlands. All rights reserved www.mcescher.com

naugurata il 9 settembre e con apertura prevista fino al 22 febbraio 2022, Palazzo Ducale a Genova ospita la più grande e completa mostra antologica dedicata al grande genio olandese Maurits Cornelis Escher, uno dei più grandi e più amati artisti a livello mondiale. Con oltre 200 opere e i suoi lavori più rappresentativi come “Mano con sfera riflettente” (1935), “Vincolo d’unione” (1956), “Metamorfosi II” (1939), “Giorno e notte” (1938) e la serie degli “Emblemata”, la mostra Escher presenta, in 8 sezioni, un excursus dell’intera e ampia produzione di un artista i cui mondi impossibili sono entrati nell’immaginario collettivo, rendendolo una vera icona del mondo dell’arte moderna e fonte di ispirazione di generazioni di artisti provenienti da qualsiasi settore della creatività. L’evento non intende offrire al pubblico esclusivamente le sue rappresentazioni in gran numero e con una straordinaria cornice espositiva, ma anche la sua tecnica, il suo pensiero, la capacità di indagine e di rappresentazione della realtà, che ne fanno uno degli artisti più vicini al mondo della scienza. In tale contesto narrativo, il percorso di Genova prevede inedite sale immersive e strutture impossibili, messe a confronto con opere di grandi artisti visionari del calibro di Giovanni Battista Piranesi (1720 - 1778) e di Victor Vasarely (1906 - 1997).

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Tra arte, matematica, scienza, fisica, natura e design, la mostra offre la possibilità di conoscere un artista inquieto, riservato, ma indubbiamente geniale. L’attento studio sugli effetti della luce e del modo in cui è in grado di modificare le immagini sono punti di interesse centrale per Escher. Il rifiuto assoluto della visione monoculare della tradizione pittorica è l’impulso che spinge l’artista olandese ad immergersi nella dimensione illusoria del disegno e della figurazione. Paradossi prospettici, geometrici e compositivi che stanno alla base delle sue opere ne fanno uno degli aspetti maggiormente rappresentativi e degni di nota. Non è un caso, infatti, che la celebrità di questo pittore sia venuta, in un primo momento, non dalla critica d’arte e dai frequentatori degli ambienti intellettuali, ma dalla comunità scientifica, dai matematici e dai cristallografi che hanno saputo cogliere l’ingegno e l’originalità di un creativo capace di spingersi oltre ciò che è osservabile attraverso l’occhio umano. La mostra illustra come Escher, a partire dalle prime opere di impronta Art-Nouveau risalenti al periodo della formazione presso la scuola di Jessurun de Mesquita, e attraverso il suggestivo viaggio in Italia, ispirandosi all’arte a lui contemporanea e del passato, declini costruzione geometrica e rigore nel segno visionario della ricerca estetica più pura. Nelle diverse sezioni vengono approfonditi gli aspetti sia tecnici, come la tassellazione e lo specchio convesso, che filosofici, come le continue trasformazioni di forme in altre

In alto: Maurits Cornelis Escher Metamorfosi II 1939, xilografia, 19,2x389,5 cm. Olanda, Collezione Escher Foundation All M.C. Escher works © 2021 The M.C. Escher Company The Netherlands. All rights reserved www.mcescher.com

In basso: Maurits Cornelis Escher - Buccia 1955, xilografia in colori nero, marrone, grigio-blu e grigio, stampata in due blocchi, 32x23,5 cm. Olanda, Collezione Escher Foundation All M.C. Escher works © 2021 The M.C. Escher Company The Netherlands. All rights reserved www.mcescher.com

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ESCHER

9 settembre 2021 - 20 febbraio 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Palazzo Ducale, Genova INFO T. +39 010 986391 ctalfani@palazzoducale.genova.it Lunedì 14.00 - 19.00 Martedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica 10.00 - 19.00 Venerdì 10.00 - 21.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.mostraescher.it

In basso: Maurits Cornelis Escher Flor de Pasqua - Madonna 1921, xilografia, 11,9x9,2 cm. Collezione privata, Italia All M.C. Escher works © 2021 The M.C. Escher Company The Netherlands All rights reserved www.mcescher.com

In alto: Koloman Moser - Forellenreigen - 1899, stampa, 21,3x19,3 cm. Collezione privata, Italia All M.C. Escher works © 2021 The M.C. Escher Company The Netherlands. All rights reserved www.mcescher.com Pagina a lato, in alto: Maurits Cornelis Escher Giorno e notte febbraio 1938, xilografia, 39,1x67,7 cm. Olanda, Collezione Escher Foundation All M.C. Escher works © 2021 The M.C. Escher Company The Netherlands. All rights reserved www.mcescher.com

forme. I lavori di Escher sono diventati riconoscibili e popolarissimi. La sua arte si è trasformata non solamente in francobolli, t-shirt e fumetti, ma anche in copertine di album (come la cover di un album dei Pink Floyd -, e abiti di note case di moda - Matthew Williamson). Promossa e organizzata dal Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Comune di Genova, Regione Liguria e Arthemisia, in collaborazione con M. C. Escher Foundation, la mostra è curata da Mark Veldhuysen – CEO della M.C. Escher Company – e Federico Giudiceandrea, uno dei più importanti esperti di Escher al l mondo. s

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ESCHER Palazzo Ducale, Genoa September 9, 2021 – February 20, 2022 (Check the opening on the site)

alazzo Ducale in Genoa host, from 9 September 2021 to 20 February 2022, the largest and most complete anthological exhibition dedicated to the great Dutch genius Maurits Cornelis Escher, today one of the most globally loved artists whose impossible worlds have entered the collective imagination, making him a true icon of the modern art world. With more than 200 works and his most representative works, such as Hand with Reflecting Sphere (1935), Bond of Union (1956), Metamorphosis II (1939), Day and Night (1938) and the “Emblemata series”, the exhibition presents in 8 sections an excursus of his entire and wide-ranging artistic production. For the first time in Genoa, the public will be able to experience Escher’s imaginative universe through unprecedented immersive rooms and impossible structures that will be compared with works by great visionary artists such as Giovanni Battista Piranesi (1720 - 1778) and Victor Vasarely (1906 - 1997). Escher, who loved to say “wonder is the salt of the earth”, must be credited for expanding the imaginative powers of graphic works, inspiring a sense of wonder into all who have the opportunity to admire his creations, where everything – science, nature, analytical vision, and contemplation – finds a connection. Starting from his early art-nouveau works from his years at Jessurun de Mesquita’s scho-

In basso: Matthew Williamson Abito, 2006 Abbigliamento Collezione privata, Italia All M.C. Escher works © 2021 The M.C. Escher Company The Netherlands. All rights reserved www.mcescher.com

ol, this exhibition mainly focuses on Escher’s sojourn in Italy. Finding inspiration from the art of his day and of the past, the artist interprets geometry and rigour in the visionary framework of the purest aesthetic research. Escher was a versatile and contemporary artist who in his work has been able to anticipate future artistic movements, such as Surrealism and Optical Art, of which he can be considered an exponent ahead of time. Numbers, geometry and mathematics are in fact not the only themes informing his creative universe. His complex genius drew from a variety of forms of expression mixing them in a new captivating discourse, that can, in this respect, be considered as a unique experience in the art of all times and that never fails to captivate the greater public. Displaying about 200 works, the exhibition is divided into 8 sections. Between art, science, physics, nature and design, the Escher exhibition is an unique event to get to know more about a restless, reserved but brilliant artist and to actively measure oneself against the many paradoxes of perspective, geometry and composition that lie at the heart of his works and that still continue to inspire generations of new artists in every field. The exhibition is curated by Mark Veldhuysen - M. C. Escher Company’s CEO - and Federico Giudiceandrea - one of the world’s leading l Escher experts. s

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Jeff Koons illumina Palazzo Strozzi Tra le opere, anche il coniglietto da (quasi)100 milioni di dollari di Rebecca Maniti

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alla prima mostra personale nel 1980, le sue opere sono state esposte nelle principali gallerie e istituzioni di tutto il mondo. Lo hanno celebrato musei come il Whitney Museum of American Art, il Centre Pompidou di Parigi ed il Guggenheim Museum di Bilbao. È noto per le sue opere iconiche e per gli incredibili record d’asta da Christie’s, dove nel 2013 “Balloon Dog (Orange)” viene battuta per 58,4 milioni di dollari, record battuto nel 2019 quando la scultura “Rabbit” (fusione in acciaio inossidabile di un coniglio gonfiabile) viene venduta a più di 91 milioni, divenendo l’opera d’arte più costosa del mondo realizzata da un artista vivente. Stiamo ovviamente parlando di Jeff Koons, di cui possiamo ammirare le iconiche opere d’arte grazie alla mostra in scena a Palazzo Strozzi a Firenze, fino al 30 gennaio prossimo: “Jeff Koons. Shine”. L’esposizione vanta la cura di Arturo Galansino e Joachim Pissarro, che hanno dato una originale chiave di lettura centrata sul gioco di ambiguità tra splendore e bagliore, essere e apparire. Spiega questo concetto Arturo Galansino Direttore Generale Fondazione Palazzo Strozzi

e co-curatore della mostra: “Koons trova nell’idea di “lucentezza” (shine) un principio chiave delle sue innovative sculture e installazioni che mirano a mettere in discussione il nostro rapporto con la realtà ma anche il concetto stesso di opera d’arte. Per Koons il significato del termine shine è qualcosa che va oltre una mera idea di decorazione o abbellimento e diviene elemento intrinseco della sua arte. Dotate di proprietà riflettente, le sue opere accrescono la nostra percezione metafisica del tempo e dello spazio, della superficie e della profondità, della materialità e dell’immateriale.”

Jeff Koons - Rabbit 1986, acciaio inossidabile, 104,1x48,3x30,5 cm. Edizione: 1 di un’edizione di 3, più una PA Chicago, Museum of Contemporary Art Museum of Contemporary Art Chicago, partial gift of Stefan T. Edlis and H. Gael Neeson, 2000.21. © Jeff Koons

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Il lavoro dell’artista consiste in un gesto con l’obiettivo di mostrare alle persone qual è il loro potenziale. Non si tratta di creare un oggetto o un’immagine; tutto avviene nella relazione con lo spettatore. È qui che avviene l’arte.

Pisarro, Professore di Storia dell’Arte e Direttore dell’Hunter College Art Galleries, curatore della mostra, interviene al riguardo facendo presente una distinzione tra il tedesco, “schein”, che riguarda l’apparenza, e l’inglese “to shine”, che indica di solito il diffondere luce, essere raggiante, splendente, illuminare. La distinzione tra shine e schein occupa una posizione importante in tutta la storia della filosofia e sicuramente può aprire grandi dibattiti. “Shine”, grazie a prestiti dalle più importanti collezioni e dai maggiori musei internazionali, mostra al grande pubblico (ormai tornato a visitare dal vivo gli eventi culturali) una selezione delle più celebri opere di Koons, create dalla metà degli anni Settanta a oggi. La mostra è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi ed è sostenuta da: Comune di Fi-

Jeff Koons

Sopra: Jeff Koons - Seated Ballerina 2010-2015, acciaio inossidabile lucidato a specchio con verniciatura trasparente, 210,8x113,5x199,7 cm. Edizione di 3 più una PA © Jeff Koons

Sotto: Jeff Koons - Inflatable Flowers (Four Tall Purple with Plastic Figures), 1978, vinile, specchi e plastica, 40,6x145,4x48,3 cm. Collezione dell’artista © Jeff Koons

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renze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze, Fondazione CR Firenze e dal Comitato dei Partner di Palazzo Strozzi. Koons colleziona successi, e le conseguenti critiche si sprecano, una situazione che possiamo dire si presenti in ogni campo del lavoro e della vita (non ne siamo usciti migliori purtroppo), così commenta Galansino questa predisposizione alla critica invidiosa di qualcuno: “Spesso per Jeff Koons, artista dei record, si sprecano i superlativi: il più grande, il più importante, il più influente, il più famoso, il più sovversivo, il più controverso, il più caro, il più ricco, il più criticato... Confidiamo che la mostra di Palazzo Strozzi, con la sua indagine sopra

e sotto la pelle delle sue opere, potrà portare a inserire nuovi aggettivi in questa lista, ricordando che Koons ha lavorato per rendere l’arte più inclusiva, più aperta, più democratica, più spirituale.” La sua arte unisce pop, concettuale e postmoderno, dimostrando come l’arte possa essere la metafora più ampia della società. Questa mostra è l’ennesimo forte segnale della ripartenza culturale del paese dopo la pandemia, e fa proseguire il dialogo fra tradizione e contemporaneità che Palazzo Strozzi sta seguendo con continuità. Un evento da non perdere, così da poter (per una volta) criticare l’arte vedendola l dal vivo. s Jeff Koons - Italian Woman 1986, acciaio inossidabile, 76,2x45,7x27,9 cm. Edizione: 3 di un’edizione di 3, più una PA Collection of Barbara Bertozzi Castelli © Jeff Koons Ph. Douglas M. Parker Studios, Los Angeles. A sinistra: Jeff Koons - Balloon Dog (Red) 1994-2000, acciaio inossidabile lucidato a specchio con verniciatura trasparente, 307,3x363,2x114,3 cm. Edizione: 1 di 5 versioni uniche Collezione privata © Jeff Koons Ph. Mike Bruce, Gate Studios, London Courtesy the Royal Academy of Arts, London

JEFF KOONS. SHINE

02 ottobre 2021 - 30 gennaio 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Palazzo Strozzi, Firenze INFO T. +39 055 2645155 Tutti i giorni 10.00 - 20.00 Giovedì 10.00 - 23.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.palazzostrozzi.org

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Viva la Revolución! L’arte ribelle di Frida di Mario

Gambatesa

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i è inaugurata l’11 settembre scorso, a Napoli, la mostra intitolata “Il caos dentro” dell’artista più conosciuta al mondo: Frida Kahlo. L’esposizione, organizzata nelle sale di Palazzo Fondi, è un coinvolgente viaggio nel mondo interiore dell’artista messicana. La poliomielite segnò la sua infanzia così come l’incidente vissuto a diciotto anni con terribili conseguenze durate per tutta la vita, sembrano aver temprato ancor di più un carattere estremamente forte e fiero unito ad un inarrestabile amore per la vita, che ha contribuito a restituirla al mito. Aperta al pubblico fino al 9 gennaio 2022, la mostra è curata da Milagros Ancheita, Antonio Arévalo, Alejandra Matiz, Maria Rosso, ed è realizzata con il sostegno del Comune di Napoli. Il percorso, inizia presentando il dipinto originale “Piden aeroplanos y les dan alas de petate” (Chiedono ali e gli danno ali di paglia) attribuito a Frida, per la prima volta in Italia, insieme ad altre opere originali dell’artista e marito DieSopra: Leo Matiz - Frida Kahlo 1944, fotografia a colori Coyoacàn, Città del Messico © Fondazione Leo Matiz

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Dal momento che i miei soggetti sono stati sempre le mie sensazioni, i miei stati mentali e le reazioni profonde che la vita è andata producendo in me, ho di frequente oggettivato tutto questo in immagini di me stessa, che erano la cosa più sincera che io potessi fare per esprimere ciò che sentivo dentro e fuori di me.

go Rivera, mai esposte prima al pubblico: lettere, pagine di diario e fotografie, emissioni filateliche, accanto a riproduzioni digitali di autoritratti e murales messicani, riproduzioni a grandezza reale di ambienti come la camera da letto, lo studio e il giardino di Frida Kahlo. Il concept dell’esposizione propone al visitatore l’occasione di entrare con tutti i sensi nel variegato, sofferto, caotico e vitale universo della stella danzante Frida Kahlo, con un intenso percorso in cui vengono scandagliati diversi tratti della sua sensibilità e della personalità eclettica. La mostra racconta la vera Frida mettendo in evidenza l’aspetto culturale, la politica in cui l’artista visse, il suo essere fragile e al tempo stesso rivelatrice di una forza estrema. In esposizione sono presenti delle riproduzioni in dimensioni reali degli ambienti quotidiani di Casa Azul, dove Frida visse sino alla morte (oggi è un frequentatissimo museo che ospita opere di Frida, di Diego

Frida Kahlo

Rivera e di altri artisti come Paul Klee e Marcel Duchamp), insie-

Frida Kahlo La colonna spezzata 1944, olio su tela incollato su masonite, 30,5x40 cm. Museo Dolores Olmedo, Messico Videoproiezione animata © Banco de México Diego Rivera & Frida Kahlo Museums Trust, México D.F. A sinistra: Frida Kahlo Lettera al dottor Leo Eloesser, 1935-40 Sotto: Frida Kahlo - Il cervo ferito 1946, olio su masonite, 22,4x30 cm. Collezione privata. Riproduzione formato Modlight © Banco de México Diego Rivera & Frida Kahlo Museums Trust, México D.F.

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… Aveva una dignità ed una sicurezza di sé del tutto inusuali, e negli occhi le brillava uno strano fuoco...

Diego Rivera

me a murales di artisti messicani del primo Novecento, abiti, accessori e oggetti amati e usati da Frida introdurranno il pubblico al clima culturale, politico, e familiare del Messico in cui si formò. La mostra affida ad alcune pagine di lettere e di diario, invece, il racconto intimo della storia d’amore e tormento con il marito Diego Rivera, artista messicano, di cui “Il Caos Dentro” rende visibili per la prima volta in assoluto sei litografie acquerellabili originali, provenienti da una collezione privata. Il percorso espositivo si snoda dunque nei 700 metri quadri del monumentale Palazzo Fondi, attraverso un ricchissimo corpus di opere, installazioni, oggetti, documenti fotografici, autografi e tributi provenienti da tutto il mondo. Negli ultimi quindici anni Frida Kahlo è diventata un’icona di culto e di ribellione, sono stati, questi, anni di costruzione di nuovi modelli femminili e femministi, di grande emancipazione, anche professionale, delle donne. I soggetti dei suoi quadri sono i suoi stati mentali e le reazioni profonA sinistra: Frida Kahlo Autoritratto con scimmie 1943, olio su tela, 81,5x63 cm. Collezione Jacques - Natasha Gelman (Città del Messico, Messico) Riproduzione formato Modlight Banco de México Diego Rivera & Frida Kahlo Museums Trust, México D.F. Nella pagina accanto: [1] Mostra Frida Kahlo – Il Caos Dentro Particolare dello Studio di Frida - Casa Azul (Tavolo scrittoio con Diario e colori), 1946 Coyoacàn, Città del Messico © NAVIGARE Srl [2] Frida Kahlo Autoritratto con collana di spine e colibrì 1940, olio su lamina metallica, 63,5x49,5 cm. Harry Ranson Center, USA Riproduzione formato Modlight Banco de México Diego Rivera & Frida Kahlo Museums Trust, México D.F. [3] Leo Matiz - Frida Kahlo Xochilmico, Messico, 1941, fotografia B/N © Fondazione Leo Matiz

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de che la vita giorno dopo giorno le ha costruito dentro. La sua arte, raccontata in tutto il mondo, l’ha resa straordinaria, stravolgendo i parametri oggettivi della pittura, offrendo al mondo un modo nuovo e rivoluzionario di vedere le cose, attraverso gli occhi di una donna che conosceva bene il l significato di rivoluzione. s FRIDA KAHLO Il Caos Dentro

11 settembre 2021 - 09 gennaio 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto)

[1]

Palazzo Fondi, Napoli INFO T. +39 388 8507930 prenotazioni@mostrafridakahlo.it Da lunedì a venerdì 09.30 - 20.00 Sabato, domenica e festivi 9.30 - 21.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.mostrafridakahlo.it

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Il subconscio di Mirò La mostra alla Fondazione Magnani-Rocca di Flavio Ennante

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a nuova stagione dell’arte in provincia di Parma si apre con la mostra dedicata all’artista spagnolo Joan Mirò: “Miró. Il colore dei sogni”. Visitabile fino al 12 dicembre presso la Fondazione Magnani-Rocca, è curata da Stefano Roffi, Direttore scientifico della Fondazione, ed è realizzata in collaborazione con Fundación MAPFRE di Madrid, inoltre vanta il contributo di studiosi sia spagnoli che italiani.

È proprio a Roffi che affidiamo un primo commento sull’artista e sul perchè è così adatta la Fondazione Magnani-Rocca ad ospitare questa esposizione: “Miró dipinge ispirandosi alle forme della natura, ma anche alla musica; per un periodo compone poesie di stile surrealista, seguendo meccanismi psicologici simili a quelli adottati in pittura. Egli aspirava chiaramente al divino e la musica e la poesia erano le sue fonti di ispirazione. Talvolta le parole compaiono anche nei quadri, costituendo

la loro chiave di lettura. Un rapporto fra pittura-musica-poesia che ben si accorda con gli interessi e la sensibilità di Luigi Magnani, fondatore della Magnani-Rocca”. Miró fu uno dei più radicali teorici del surrealismo, si può descrivere come il più surrealista fra tutto il gruppo; non si dedicava solo alle tele, ma creò anche sfusi di ceramica e sculture di bronzo. Negli ultimi anni di vita, dunque negli anni ‘80, Miró concepì le sue idee più radicali, interessandosi alla scultura gassosa ed alla pittura quadridimensionale. Il percorso espositivo conta circa cinquanta opere, e si snoda come uno spartito musicale, evidenziando così la sfida continua dell’artista nei confronti della pittura tradizionale. “É chiaro in opere come “Cheveaux mis en fuite par un Claude Monet (1840-1926) Iris vers 1924-1925, huile sur toile, 105x73 cm. Paris, musée Marmottan Monet, legs Michel Monet, 1966. Inv. 5076 © Musée Marmottan Monet, Académie des beaux-arts, Paris A destra: Claude Monet (1840-1926) Nymphéas vers 1916-1919, huile sur toile, 130x152 cm. Paris, musée Marmottan Monet, legs Michel Monet, 1966. Inv. 5098 © Musée Marmottan Monet, Académie des beaux-arts, Paris

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oiseau” dove Mirò letteralmente massacra - evidenzia il curatore la pittura comunemente intesa, con un certo parallelismo con l’Espressionismo americano nell’idea che la pittura dovesse essere un getto continuo scaturito da una profonda esplosione creativa, pur garantendo alle proprie forme una dirompente integrità individuale malgrado le metamorfosi subite”. Attraverso questo viaggio nel mondo onirico e surreale, possiamo ammirare tele di grande formato, prevalentemente volte all’astrazione, sulle quali si muovono i temi ricorrenti che Mirò reinventa con l’uso costante di simboli (le stelle, gli uccelli o la donna), oltre alle fantasiose rappresentazioni di teste a sottolineare varie influenze (la tradizione popolare, la calligrafia asiatica o i graffiti urbani). Alcuni quadri presenti in mostra fanno pensare a cieli stellati, come “Personnage, oiseau, ètoiles” del 1944 o “Après les constellations” del 1976. Il catalogo della mostra (Silvana editoriale) presenta interessanti saggi di studiosi spagnoli, tedel schi e italiani, da non perdere. s

Sentivo un profondo desiderio di evasione. Mi richiudevo liberamente in me stesso. La notte, la musica e le stelle cominciarono ad avere una parte sempre più importante nei miei quadri.

Joan Mirò

MIRÓ

Il colore dei sogni

11 settembre - 12 dicembre 2021 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Fondazione Magnani-Rocca, Mamiano di Traversetolo INFO T. +39 0521 848327 info@magnanirocca.it Da martedì a venerdì 10.00 - 18.00 Sabato, domenica e festivi 10.00 - 19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.magnanirocca.it

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ANTONELLA LAGANÀ antonella.lagana.12 - lagana2.al@gmail.com - www.laganaantonella.it

Liberté, Égalité, Fraternité 2021, acrilico su tela, 100x100 cm. Opera in esposizione permanente al Museo Artingenium di Pisa

antonellalagan


PADOVA 2021 31a MOSTRA MERCATO D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

12 - 15 NOVEMBRE 2021 Fiera di Padova

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ArtePadova arte.padova Con il Patrocinio di:

Segreteria Organizzativa 049 8800305

Provincia di Padova

Comune di Padova


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Mark Kostabi American Dream di Vincenzo Chetta

L Sopra: (Above:) “The dream continues“ olio su tela (oil on canvas) 2021 25x30 cm.

Sotto: (Below:) “The fascination“ olio su tela (oil on canvas) 2020 120x90 cm.

a prima volta che vidi un dipinto di Kostabi ne fui folgorato… Uno sfondo metafisico alla “De Chirico” con figure senza volto simili a quelle di Keith Haring, ma più armoniose, definite e soprattutto colorate. Conoscevo le sue opere con personaggi senza volto e per me lui era un artista senza volto. All’inizio della sua carriera era istrionico, capelli dalle tonalità punk, occhiali da sole e look anni ‘80, era quello che lui consiglia oggi “essere personaggio” : ogni suo passaggio è stato un tassello fondamentale nel percorso artistico che lo ha accompagnato per oltre 40 anni di attività. Ad oggi è Kostabi l’artista in attività con la più alta produzione di opere d’arte, croce e delizia dell’artista, criticato e osannato allo stesso tempo (o lo ami o lo odi), in realtà le critiche arrivano da chi invidia il suo essere riuscito a coronare il sogno americano: “American Dream”, speranza che attraverso il duro lavoro e la determinazione sia possibile raggiungere un migliore tenore di vita e la prosperità economica, qualunque sia il punto di partenza. Mark è un grande artista con spiccate doti creative e imprenditoriali, simpatico, saggio e dispensatore di consigli. Pochi sono gli artisti con tutte queste qua-

lità. Ho avuto il piacere di incontrarlo nuovamente e poter fare due chiacchiere in tranquillità dopo questi mesi pandemici che hanno reso difficili i suoi soliti spostamenti tra New York e Roma, dove il suo spiccato senso estetico lo ha spinto verso una delle zone più belle della città eterna, a due passi dal Colosseo. Vincenzo Chetta: Ciao Mark, come va? È un po’ che non ci vediamo, questa pandemia ha allontanato fisicamente tutti noi. Come è stato per te questo periodo, sia dal punto di vista artistico che dal punto di vista personale? Mark Kostabi: Ciao Vincenzo, provo enorme empatia per tutti coloro che stanno soffrendo per la pandemia, ma sono al tempo stesso sollevato per la mia situazione: la mia vita, l’arte, la musica e gli affari sono fiorenti. Sono stato molto fortunato per non aver sofferto. Il mio unico disagio è dover indossare la mascherina, che è fastidiosa, ma necessaria per l’umanità. Sono stato vaccinato e non sento più il bisogno di indossare la mascherina, ma lo faccio per rispettare le regole. Artisticamente, sono stato più produttivo e ispirato che mai e sono felice che le vendite siano state buone! Ho una lunga lista d’attesa per i miei quadri. V.C.: Ora fortunatamente ci sono i vaccini che ci semplificano un po’ le cose, in Italia per gli ingressi in Musei, fiere ed eventi è obbligatorio il green pass, tu come la pensi? Credi che sia il modo migliore per poter tenere aperti i luoghi di cultura? M.K.: Sì, sono vaccinato e spero che tutti gli altri facciano lo stesso. Non ho paura dei vaccini e credo negli scienziati. Finora tutto quello che hanno detto si è sempre rivelato corretto. Hanno detto che in seguito dell’inoculazione ci sarebbe stato qualche disagio, e seppur lieve c’è stato, ma ora mi sento protetto, e in base alle statistiche lo sono. Cono-

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sco molte persone che sono no vax e quando chiedo loro perché, di solito dicono che hanno paura. Bene, io sono una delle tante prove che dimostrano che non c’è pericolo nel farsi vaccinare. Può solo aiutare, e lo farà... V.C.: Torniamo in pieno a parlare d’arte. Mark, tu hai evoluto il concetto di ripetibilità, da non confondere con la ripetibilità dell’arte digitale, inserendo i tuoi soggetti in contesti differenti, anche traendo ispirazione tra grandi nomi del passato. Ci puoi spiegare come giochi sull’emotività del messaggio collocando in un contesto differente la stessa figura, ed ottenendo quindi un nuovo quadro ed una lettura completamente differente? M.K.: Sto cercando di creare l’arte più interessante possibile. Voglio che la mia arte resista alla prova del tempo. Come l’opera dei pittori di Pompei prima dell’eruzione del Vesuvio. C’era un certo aspetto in tutti quei grandi affreschi. Voglio che i dipinti di Kostabi abbiano lo stesso status stilistico storico artistico, ma con un’ironia concettuale. V.C.: Uno dei tuoi primi consigli (ne parlammo anche su BIANCOSCURO #18) è “Sii personaggio”. Warhol la parrucca, Dalì i baffi, tu sei riconosciuto anche perchè sei il primo artista con una batteria di artisti (finemente selezionati) che dipingono per te. All’inizio questa cosa ha fatto scandalo, poi il programma televisi-

M.K.: L’odio è la strada sbagliata e porta solo a più miseria per coloro che la scelgono. È meglio considerare la situazione degli altri che potenzialmente stai odiando.

Sto cercando di creare l’arte più interessante possibile. Voglio che la mia arte resista alla prova del tempo... I’m basically trying to create the most interesting art possible. I want my art to stand the test of time...

vo “Lifestyles of the Rich and Famous” ti ha dedicato una puntata. Avendo solo 6 collaboratori hai ben pensato di aggiungere amici al tuo staff per dare l’idea, durante le riprese, di avere una grossa factory ed è stata una mossa geniale poiché hai avuto un’enorme pubblicità per la tua arte e hai davvero potuto assumere più persone. Cosa vorresti rispondere ai tuoi haters?

Sopra: (Above:) “Essential family“ olio su tela (oil on canvas) 2020 60x80 cm. Sotto: (Below:) “Synesthetic introspection“ olio su tela (oil on canvas) 2021 35,6x53,3 cm.

Anch’io sono stato tentato di odiare certe persone, ma è una perdita di tempo. Meglio dare l’esempio e ignorare gli haters o offrirsi di aiutarli pagando l’istruzione universitaria dei loro figli ad esempio. V.C.: Ultimamente ho letto questo tuo pensiero su Facebook: “Circa 15 anni fa, un ex-mercante d’arte arrabbiato dell’East Village (che mi deve ancora 150 dollari)

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Sopra: (Above:) “The dawn is ours“ olio su tela (oil on canvas) 2021 100x130 cm.

Sotto: (Below:) “Immortal Moment“ olio su tela (oil on canvas) 2020 70x50 cm.

mi urlò contro nel ristorante Pink Pony su Ludlow Street, dicendo: “Non sei un artista! Sei solo un businessman!”. Oggi, un ex critico d’arte di Brooklyn, ora con sede in Canada, mi ha inviato un messaggio che dice: “Hai fatto i soldi come una persona d’affari. Non sei rispettato come artista”. Questo tuo post ha generato molte reazioni e molti commenti su Facebook e si ricollega alla mia introduzione. Io vedo il gallerista invidioso del tuo successo, ed il critico invece cerca solo di smontarti definendoti “artista non rispettato”, qual’è il tuo parere? M.K.: Purtroppo questi atteggiamenti persistono. Molte persone sprecano il loro tempo ad attaccare gli altri invece di essere proattive nel migliorare la propria vita. Questa dinamica autodistruttiva è incoraggiata dal fatto che i profitti dei media formano raccontando storie di conflitto. Lavoro e mi batto per il giorno in cui l’umanità scoprirà che siamo tutti alla stessa cena e tutti brindiamo: “Alla vita!” V.C.: Tu affermi che molti artisti parlano troppo e non ascoltano niente, lo ritengo davvero appropriato, alcuni artisti hanno

un ego enorme, ma se ciò da un lato è bene, dall’altro questa incapacità di ascolto fossilizza la loro carriera. Anche a te è capitato di conoscere dei bravissimi artisti che non hanno avuto successo per la loro mente chiusa? M.K.: Avere un enorme ego è una cosa positiva per un artista. Il rischio sta nel vantarsi di quell’ego in modo poco attraente. L’umiltà è attraente, ma non devi apparire debole. La cosa migliore è sapere che sei il migliore, dentro di te, ma non vantartene pubblicamente. Parla di te solo quando ti viene chiesto. V.C.: Ho visto su YouTube un video della TEDx Talks dove esponi i tuoi preziosi consigli per gli artisti (vedere anche BIANCOSCURO #18) in quell’occasione ne hai aggiunti ancora 2 molto preziosi: “Credi in te stesso” e “Non dimenticarti degli amici”... M.K.: Sì, credo davvero in queste due regole aggiuntive, meno aggressive. Sono molto grato a tutti i miei amici che mi hanno aiutato lungo la strada: Gino Natoni, Gene Luntz, Paul Kostabi, Walter Robinson, Lisa Rosen, Gene Pritsker, Paul Bridgewater, Mol-

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ly Barnes, Don Lagerberg, Enrico Baj, Tony Esposito, Lucio Dalla, Heidi Follin, Wilfredo Arias, Shelly Fireman, Thomas McEvilley, George Segal, Suzanne Vega, Greesi Desiree Langovits e Ornette Coleman. V.C.: Una tua grande mostra si è appena conclusa: “From Renoir to Kostabi”, Park West Museum, Honolulu, Hawaii, puoi darci qualche curiosità su questo evento? M.K.: Ho avuto l’onore di lavorare con molte grandi gallerie, come Molly Barnes, Ronald Feldman, Larry Gagosian, Martin Lawrence Galleries, Semaphore, Stux, Gio Marconi, Studio d’Arte Raffaelli, Pio Monti, Guastalla, Galleria Mirò, Trifoglio Arte , Tri Art, Farina Art Group e molti altri, ma recentemente ho anche iniziato a lavorare con la Park West Gallery, famosa per aver operato su oltre 100 navi da crociera, aste di hotel e trasmissioni televisive. Hanno oltre 1.000 dipendenti e una vasta e interessante infrastruttura per vendere e consegnare arte a un pubblico molto più ampio, rispetto ai tradizionali canali di marketing artistico. Ora vendono regolarmente i miei dipinti per 150.000 dollari e oltre. Lavorare con Park West, da gennaio 2020, è stata un’avventura divertente, stimolante e redditizia nonostante gli ostacoli della pandemia. V.C.: Fra le tue prossime mostre, ne terrai una a novembre al Kingston Pop Museum (Kingston, New York): “The Kostabi Brothers”, Puoi parlarci di questa mostra che farai con Paul? M.K.: John Stavros è il direttore di quel museo. Amo Kingston! Uno dei miei migliori amici, il grande fotografo Jean Kallina, vive lì. Anche il grande bassista Tony Levin, con cui ho avuto l’onore di collaborare alla musica, vive a Kingston. John Stavros è stato ospite del mio game show, The Kostabi Show, un programma televisivo a New York in cui le celebrità competono per intitolare i miei quadri e ricevere premi in denaro. Da allora è diventato amico di mio fratello, Paul Kostabi, anche lui un artista con cui collaboro. Entrambi vivono a nord di Manhattan e in qualche modo questo spettacolo è nato. non vedo l’ora! Anche Paul Kostabi ha recentemente inizia-

to a lavorare con la Park West Gallery, quindi aspettati più mostre museali per Paul e prezzi in rapido aumento! Magari anche una cover story di Biancoscuro! V.C.: Avere Paul sulla Copertina di BIANCOSCURO sarà un grosso onore! È sempre un piacere parlare con te ed avere le tue opere sulle pagine di BIANCOSCURO. Siamo sempre felici del tempo l trascorso a parlare di arte con te. s

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Sopra: (Above:) “Inside Job“ olio su tela (oil on canvas) 2021 25x30 cm.

Sotto: (Below:) “Radical Blue“ olio su tela (oil on canvas) 2019 90x60 cm.

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Mark Kostabi American Dream by Vincenzo Chetta

T

Sopra: (Above:) “Glimpsing the infinite“ olio su tela (oil on canvas) 2021 26,6x 43,2 cm.

Sotto: (Below:) “The unanswered question“ olio su tela (oil on canvas) 2020 120x90 cm.

he first time I saw a painting by Kostabi I was struck by it... A metaphysical “De Chirico” background with faceless figures similar to those of Keith Haring, but more harmonious, defined and especially colorful. I knew his works of faceless characters and for me he was a faceless artist. At the beginning of his career he was histrionic, hair from punk shades, sunglasses and look 80s, was what he recommends today “be a character” : each step was a fundamental part of the artistic career that has accompanied him for over 40 years of activity. Today Kostabi is the artist in activity with the highest production of works of art, “cross and delight of the artist”, criticized and acclaimed at the same time (or love or hate), in reality the criticism comes from those who envy his having succeeded in crowning the American dream, hope that through hard work and determination it will be possible to achieve a better standard of living and economic prosperity, whatever the starting point.

Mark is a great artist with strong creative and entrepreneurial skills, funny, wise and dispenser of advice. Few are the artists with all these qualities... I had the pleasure of meeting him again and having a quiet chat after these pandemic months that have made difficult his usual commutes between New York and Rome, where the strong aesthetic sense of Kostabi pushed him towards one of the most beautiful areas of the eternal city, a stone’s throw from the Colosseum. Vincenzo Chetta: Hi Mark, how’s it going? It’s been a while since we’ve seen each other, this pandemic has physically alienated all of us. How this period has been for you, both from the artistic point of view and from the personal point of view? Mark Kostabi: I feel tremendous empathy for all those who are suffering and extremely grateful for my own situation: my life, art, music and business have been great, thriving. I am fortunate that I have not suffered. My only inconvenience is having to wear a mask, which is annoying, but necessary for humanity. I’ve been vaccinated (Pfizer) and don’t feel I need to wear the mask much anymore, but I do so to go along with the rules. (Third World problems.) Artistically I’ve been more productive and inspired than ever and I’m grateful that sales are so good! I have a long waiting list for my paintings. V.C.: Now fortunately there are vaccines that simplify things a bit, in Italy for the entrance in museums, fairs and events is mandatory the green pass, you as you think, you think it is the best way to keep open places of culture? M.K.: Yes, I’m vaccinated and I hope everyone else does the same. I have no fear of the vaccines. I believe in the scientists.

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So far everything they said was correct. They said there would be some discomfort for about 3 days after every shot, and there was. But now I feel protected, and based on statistics, I am. I know a lot of people who are anti-vax and when I ask them why, they usually say they’re afraid. Well, I am one of many millions of reasons to prove why there is no danger in getting vaccinated. It can only help, and it will.

stand the test of time. Like the work of painters of Pompeii before the Vesuvius eruption. There was a certain look to all those great frescoes. I want Kostabi paintings to have that same art historical stylistic status, but with conceptual irony. V.C.: One of your first tips (we also talked about it in BIANCOSCURO #18) is “Be a character”. Warhol the wig, Dalì the moustache, you are recognized also

Avere un enorme ego è una cosa positiva per un artista. Il rischio sta nel vantarsi di quell’ego in modo poco attraente. Having an enormous ego is a positive thing for an artist to have. The risk lies in boasting about that ego in an unappealing way.

V.C.: Let’s get back to art. Mark, you have evolved the concept of repeatability, not to be confused with the repeatability of digital art, inserting your subjects in different contexts, even drawing inspiration from the big names of the past... Can you explain how you play on the emotionality of the message by placing the same figure in a different context, and thus obtaining a new picture and a completely different reading? M.K.: I’m basically trying to create the most interesting art possible. I want my art to

because you are the first artist with a battery of artists (finely selected) who paint for you. At first this thing made a scandal, then “Lifestyles of the Rich and Famous” dedicated an episode to you. Having only 6 collaborators you thought well to add friends to your staff to give the idea, during the shooting, to have a big factory and it was a brilliant move because you had a huge publicity for your art and you really could hire more people. What would you like to answer to your haters?

Sopra: (Above:) “The rythm of contemplation“ olio su tela (oil on canvas) 2020 43x27 cm.

Sotto: (Below:) “The secret in the garden“ olio su tela (oil on canvas) 2021 25x30 cm.

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Sopra: (Above:) “Masquerade“ olio su tela (oil on canvas) 2021 35,6x54,3 cm.

Sotto: (Below:) “Luring the past“ olio su tela (oil on canvas) 2020 120x90 cm.

M.K.: Hating is the wrong street and only leads to more misery for those who choose it. It’s better to consider the situation of the others who you are potentially hating. I too have been tempted to hate certain people, but it’s a waste of time. Better to lead by example and ignore the haters or offer to help pay for their kid’s college education. V.C.: I’ve been reading this on Facebook lately: ”About 15 years ago, an angry, ex-East Village art dealer (who still owes me $150) yelled at me in the Pink Pony restaurant on Ludlow Street, saying: “You’re not an artist! You’re just a businessman!”. Today, an ex-Brooklyn based art critic, now based in Canada, sent me a message saying: “You made money as a business person. You are not respected as an artist.” This post has generated many reactions and many comments on Facebook and relates to my introduction. I see the gallerist envious of your success, and the critic instead just tries to disassemble you calling you “unfulfilled artist”, what’s your opinion? M.K.: Unfortunately these attitudes persist. Many people waste their time attacking others instead of being proactive in impro-

ving their own lives. This self-destructive dynamic is encouraged by the fact that the media profits form telling tales of conflict. I work for the day that humanity learns that we’re all at the same dinner party and we all toast: “To life!” V.C.: You say that many artists talk too much and don’t listen to anything, I think it is really appropriate, some artists have huge egos, but if this is good on the one hand, on the other this listening capacity fossilizes their career. You too happened to know some very good artists who were not successful for their closed mind? M.K.: Having an enormous ego is a positive thing for an artist to have. The risk lies in boasting about that ego in an unappealing way. Humility is appealing, but you must not appear weak. The best thing is to know you’re the best ,within yourself, but not to brag about it publicly. Only speak about yourself when you’re asked to. V.C.: I saw on Youtube a video of Tedx Talks where you expose your valuable tips for artists (see also BIANCOSCURO #18) on that occasion you added 2 very precious: “Believe in yourself ” and “Don’t

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forget friends”... M.K.: Sì, Yes, I truly believe in these two additional, less aggressive rules. I’m so grateful for all my friends who have helped me along the way: Gino Natoni, Gene Luntz, Paul Kostabi, Walter Robinson, Lisa Rosen, Gene Pritsker, Paul Bridgewater, Molly Barnes, Don Lagerberg, Enrico Baj, Tony Esposito, Lucio Dalla, Heidi Follin, Wilfredo Arias, Shelly Fireman, Thomas McEvilley, George Segal, Suzanne Vega, Greesi Desiree Langovits and Ornette Coleman. V.C.: A great exhibition of yours has just ended: “From Renoir to Kostabi”, Park West Museum, Honolulu, Hawaii, can you give us some curiosity about this event? M.K.: I’ve had the honor to work with many great galleries, like Molly Barnes, Ronald Feldman, Larry Gagosian, Martin Lawrence Galleries, Semaphore, Stux, Gio Marconi, Studio d’Arte Raffaelli, Pio Monti, Guastalla, Galleria Mirò, Trifoglio Arte, Tri Art, Farina Art Group and many others, but recently I’ve also started working with Park West Gallery, famous for operating on over 100 cruise ships, hotel auctions and telecasts. They have over 1,000 employees and a vast, interesting infrastructure for selling and delivering art to a much wider public, compared to traditional channels of art marketing. They are now routinely selling my paintin-

Sopra: (Above:) Vincenzo Chetta e Mark Kostabi nel suo studio di Roma al termine dell'intervista Vincenzo Chetta in Mark Kostabi’s studio in Rome, at the end of the interview

gs for $150,000 and more. It’s been a fun, inspiring and profitable adventure, working with Park West, since January 2020 – despite the obstacles of the pandemic. V.C.: Among your next exhibitions, you’ll have one in November at Kingston Pop Museum (Kingston, New York): “The Kostabi Brothers”, Can you tell us about this show you’re doing with Paul?? M.K.: John Stavros is the director of that museum. I love Kingston! One of my best friends, the great photographer Jean Kallina, lives there. Also the great bassist Tony Levin, who I’ve had the honor to collaborate with on music, lives in Kingston. John Stavros was a guest on my game show, The Kostabi Show, a TV show in New York where celebrities compete to title my paintings for cash awards. Since then, he became friends with my brother, Paul Kostabi, also an artist who I collaborate with. They both live north of Manhattan and somehow this show came to be. I can’t wait! Paul Kostabi has also recently started working with Park West Gallery, so expect more museum shows for Paul and rapidly rising prices! Maybe even a BIANCOSCURO cover story! V.C.: Thank you Mark, of course, having Paul as Biancoscuro cover story will be a big honor! It is always a pleasure to talk to you and have your works on BIANCOSCURO pages. We are always happy with the l time spent talking about art with you. s

Sopra: (Above:) “Reading between the lines“ olio su tela (oil on canvas) 2021 80x60 cm.

Sotto: (Below:) “Forever’s gonna start tonight“ olio su tela (oil on canvas) 2021 44x44 cm.

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Francesco Mazzi

Un nuovo concetto di arte totale, un palcoscenico dove l’arte si esibisce di Vincenzo Chetta

F Sopra: Amore di pigna tecnica mista con olio e metalli preziosi su tela Sotto: Francesco Mazzi e l’opera “Onda d’Amore”, tecnica mista con olio e metalli preziosi su tela

rancesco Mazzi, artista italiano residente in Giappone (dove ha aperto una Galleria d’arte, MAZZI FINE ART, creato il logo MF e registrato un brevetto internazionale, il 3D FRAME PUSH UP), presenta le sue opere “fuori dalla cornice” al mondo dell’arte. Avvalendosi della collaborazione di un artigiano che produce le cornici utilizzando il miglior legno giapponese, le sue opere, non più costrette all’interno delle cornici, “escono” e risaltano maggiormente, anche sottolineando i dettagli realizzati con oro e pietre preziose. Ecco che l’innovazione di Mazzi, il citato sopra 3D FRAME PUSH UP, trasforma il telaio in un palcoscenico dove l’arte si esibisce. Mazzi è convinto che l’arte abbia una sua memoria e raggiunga un grado di “esperienza”,

così come capita a noi: le sue opere d’arte sono tutte dense di significato e nascono proprio dalla memoria storica. Nella realizzazione, l’artista si ispira ai miti ed alle leggende per creare oggetti con una memoria e forza propria. Grazie alla sua mente sempre alla ricerca di novità, realizza opere eleganti, non convenzionali che evocano attrazione mistica. Appassionato di storia e archeologia, mostra le qualità estetiche dei tempi antichi come un ricordo ancestrale che prende vita tramite la sua filosofia ed esperienza: ammirando le sue opere, d’incanto tutti gli input della vita moderna vengono annientati facendo emergere il nostro “io primordiale”. Opere minimal e sofisticate, con un fortissimo messaggio antico, ma al tempo stesso contemporaneo. Vincenzo Chetta: Buongiorno Francesco e grazie mille per aver accettato la nostra intervista. Com’è la vita del gallerista e dell’artista in Giappone? Francesco Mazzi: Buongiorno Vincenzo e grazie a voi per il vostro interesse. Da oltre 15 anni vivo in questo magico paese, e sono sicuro che non avrei potuto aprire altrove la Mazzi Fine Art, non esiste altro paese dove antiche tradizioni e modernità convivono da sempre. Non noto differenze nel creare tra Giappone e Italia, ma affinità dovute all’incredibile patrimonio storico denso di miti e leggende di questi paesi, dove in entrambi mi sento a casa. La gallerista è Maki Saegusa, mia partner e moglie. Lei ha un passato di livello essendo figlia d’arte,

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il nonno famoso pittore, il padre architetto e la madre gallerista; si occupa di tutto il lato commerciale della compagnia, attraverso la sua sensibilità e intuito capisce subito i gusti dei clienti e sa come indirizzarli. In passato ha studiato a Firenze, e la sua preparazione artistica è speciale. V.C.: Perché hai deciso di aprire la Galleria proprio ad Osaka? F.M.: La baia di Osaka ci ha offerto le migliori opzioni, vicinanza all’aeroporto internazionale ed una bellissima villa in stile giapponese con il giardino interno. Qui abbiamo sviluppato una galleria non convenzionale, l’atelier, l’ufficio e la casa. V.C.: Come è nata l’originale 3D FRAME PUSH UP e che effetto ha sull’opera? F.M.: È la volontà di un nuovo inizio, quello di comunicare un linguaggio artistico mai esistito prima. Dal desiderio di interpretare il proprio tempo e pensando al futuro, la tela viene montata esternamente e liberata dalla funzione classica della cornice, che si trasforma in un palco dove l’opera si esibisce. Il rapporto simbiotico funziona grazie ai particolari rilievi e colori della creazione che comunicano con il telaio, anch’esso lavorato e decorato secondo la visione della Mazzi Fine Art, che detiene i diritti di questo modello di utilità. V.C.: Innovativo anche nell’utilizzo di materiali come oro 24K, platino, diamanti e legni antichi, parlami di come vengono combinati con la tradizionale pittura a olio. F.M.: Nel mio caso la pittura a olio diventa una “alchimia di consistenze pregiate”. Essendo un autodidatta ho avuto modo di sperimentare e pensare fuori dagli schemi. Tratto questi materiali preziosi come ingredienti, attraverso una loro precisa calibrazione raggiungo canoni estetici superiori inusuali, dove l’aspetto dell’opera ricorda una scultura e le sue consistenze, i metalli. V.C.: Tu stesso definisci i tuoi dipinti un grande investimento... F.M.: Sono un’arte basata sul nuovo rapporto tra tela e cornice, è stata definita “arte totale”. Creo pochi pezzi all’anno, venduti

quasi subito, ogni lavoro è unico e realizzato con i migliori materiali possibili. Utilizzo pitture all’olio rare e tecniche miste, che danno vita a opere uniche. Un MF è pensato per durare, un oggetto importante che fluttua tra l’opera d’arte e il brand; in meno di 2 anni ho superato il centinaio di pezzi venduti, chi ha comprato inizialmente e condiviso la mia visione trova ora e il valore iniziale quasi quadruplicato. V.C.: Qual’è la tua opera alla quale sei più affezionato e perché? F.M.: La prossima opera è sempre la più importante, un lavoro intellettuale applicato alle arti estetiche dove genio e visione s’incontrano, è perfetta come solo l’uomo non sarà mai in grado di realizzarla. Vivo in zona chiamata Lunigiana, terra antichissima chiamata anche “terra della luna” dopo avere visitato diversi siti, penso alla femminilità e bellezza di questo astro e a i culti a lei dedicati, vorrei anch’io celebrarla, specialmente la sua “pelle”... V.C.: Hai un artista che prediligi? F.M.: Ho un grande rispetto per molti artisti per ciò che hanno creato e tuttora rappresentano. Penso anche che ogni artigiano del bello cerchi di creare ciò che crede meglio per il tempo e l’ambiente che lo circonda. In termini di preferenze come uomo

Sopra: Gioielli di mare tecnica mista con olio e metalli preziosi su tela. Sotto: una vista della galleria a Osaka e l’opera “La forma della bellezza”, tecnica mista con olio emetalli preziosi su tela.

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del 21° secolo, parlerei di periodo storico più che di nomi. Dalla preistoria, all’età dei metalli, l’arte rupestre e all’architettura lapidea legate ai luoghi di culto: mi affascina la semplicità dei segni e il loro valore comunicativo, creato da uomini ancora impermeabili al concetto di arte come disciplina estetica, ma devoti a oggetti propiziatori e magici. Sebbene non rappresentino i miei pensieri in termini assoluti, sono fonte di ispirazione per la filosofia Mazzi Fine Art “guardando al passato diamo forma al futuro”. V.C.: Parlaci dell’opera “Onda d’Amor”, un omaggio al maestro Hokusai… F.M.: Un’onda impetuosa e spumeggiante testimonia l’estasi dell’atto d’amore, tra la femminilità del volo di una farfalla, che si contrappone alla virilità del monte Fuji. La vera protagonista dell’opera è la figura femminile e i suoi richiami sono molteplici, le curve marine, il colore rosso cartamo derivato dai fiori simbolo di forza e potere utilizzato dalle donne in tempi antichi, la dualità della figura della farfalla a rappresentanza del sole, come la dea Amaterasu nella cultura nipponica. V.C.: Un’opera bellissima. Quali saranno

i prossimi progetti della Galleria? F.M.: Preferiamo non anticipare nulla per sorprendere il nostro pubblico. Abbiamo diversi progetti e nuove idee per rendere la Mazzi Fine Art la compagnia di riferimento per Art&Design in un futuro non troppo lontano. Posso solo anticipare che al momento stiamo valutando l’acquisto di un atelier più grande in Italia... V.C.: Non vediamo l’ora di saperne di più! Francesco, che consiglio daresti ad un giovane che vorrebbe intraprendere la carriera d’artista? F.M.: Essere artista è un lavoro a tempo pieno e per distinguersi da un’offerta illimitata, bisogna essere dei professionisti con le idee chiare su ciò che si vuole realizzare e a quale clientela si vuole puntare. In una situazione socio culturale mondiale dove lo scambio d’informazione avviene in tempo reale, e si può comprare arte a tutti i prezzi, l’artista deve ragionare come un businessman e non solo lasciare fluire le sue pulsioni. Consiglierei di essere coraggiosi e pragmatici, osare e innovare! V.C.: Francesco ti ringrazio molto per la tua disponibilità e per l’attenzione, ti aspettiamo presto in Italia! s l

In alto: Albero della rinascita tecnica mista con olio e metalli preziosi su tela. Al centro: I colori della bellezza tecnica mista con olio e metalli preziosi su tela. In basso: I frutti del sole tecnica mista con olio e metalli preziosi su tela. A destra: Francesco Mazzi e la gallerista Maki Saegusa, posano all’ingresso della Galleria Mazzi Fine Art a Osaka, Giappone.

Maggiori info su: www.mazzifineart.com

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M A U R O PA VA N

“Silenzio 21/4” - 2021, acrilico su tela, 100x100cm.

w w w. p a v a n a r t . c o m

visualartist58@gmail.com


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Un’immagine dall’allestimento della mostra “Cipro. Crocevia delle civiltà” Ph. Daniele Bottallo - DB Studio per Musei Reali di Torino

Tra Oriente ed Occidente Cipro e la cultura dei popoli di Mario

Gambatesa

D

al 29 giugno scorso si è inaugurata la mostra internazionale intitolata “Cipro. Crocevia delle civiltà”, ospitata nelle Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino fino al prossimo 9 gennaio 2022. La mostra è realizzata in

collaborazione con l’Università degli Studi di Torino, con il patrocinio della Città di Torino e della Regione Piemonte. Curata da Luca Bombardieri, docente dell’Ateneo torinese, ed Elisa Panero, curatrice delle collezioni archeologiche dei Musei Reali, l’esposizione è un’occasione unica

per lasciarsi conquistare da una delle isole mediterranee più misteriose, il cui incanto è a tutt’oggi immutato. La mostra si delinea intorno alla più importante collezione cipriota italiana, quella dei Musei Reali di Torino, ed è arricchita da numerosi e unici prestiti provenienti da illustri istituzioni

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straniere, tra cui il British Museum di Londra, il Metropolitan Museum of Art di New York, il Fitzwilliam Museum di Cambridge, il Medelhavetmuseet di Stoccolma, il Kunsthistorisches Museum di Vienna ed il Museo di Cipro a Nicosia. L’esposizione è divisa in sette sezioni tematiche, che permettono di inquadrare i materiali nella storia e nel mito legato all’isola. Una delle sezioni è dedicata al ruolo della donna in tutte le sue espressioni (madre, sacerdotessa, dea) con statue, gioielli e dipinti provenienti dalla Galleria Sabauda. Tra i pezzi più significativi, esposti in questa affascinante mostra a cavallo tra mito e realtà, si evidenziano alcuni reperti conservati presso il Museo di Antichità, tra cui una testa di divinità, in terracotta, risalente al 625-550 a.C.; un unguentario a forma di dattero, in vetro, della prima età imperiale, contenente probabilmente una sostanza oleosa a base del frutto tropicale; una statua della dea Afrodite seduta sul trono, arrivata a Torino nel marzo del 1847, il cui corpo e testa risalgono a età diverse, montate insieme secondo un uso caratteristico del collezionismo antiquario dell’epoca. Arriva invece da Vienna la statua di dea assisa in trono del periodo cipro-arcaico, in prestito dal Kunsthistorisches Museum, mentre del The Metropolitan Museum of Art di In alto: Askos fittile configurato a forma di anatra, della collezione di Alessandro Palma di Cesnola arrivata al Museo di Antichità con la donazione di Arturo Palma di Cesnola, et. ellenistica (Torino, Musei Reali – Museo di Antichità, inv. 89333) A destra: Un’immagine dall’allestimento della mostra “Cipro. Crocevia delle civiltà” Ph. Daniele Bottallo - DB Studio per Musei Reali di Torino

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GIAN REVERBERI

New York troviamo una statua votiva in abito assiro, in calcare, datata tra 550–525 a.C., per la prima volta esposta al pubblico. In mostra sono presenti installazioni multimediali interattive ed esperienze multisensoriali che coinvolgono olfatto e udito e ne arricchiscono la visita, che si conclude con il ritorno a Torino, luogo di partenza e insieme di arrivo di un viaggio che nella sua parte finale si concentra su quanto scoperto e messo in luce dalle più recenti missioni italiane sull’isola. Cipro è uno dei luoghi più affascinanti del pianeta, che ha segnato i destini del Mediterraneo, in cui le grandi civiltà portarono cultura e ricchezza, e tutt’ora continua a marcare la linea di confine tra Oriente ed Occidente. Una mostra da non perdere che esplora i culti, i simboli e le ritualità tipiche dei popoli e le contaminazioni tra lingue, scritture e potere, che nei secoli si sono l generate. s

CIPRO

Crocevia delle civiltà

29 giugno 2021 - 9 gennaio 2022 (Verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Musei Reali di Torino - Sale Chiablese, Torino INFO T. +39 011 19560449 Da martedì a domenica 10.00 - 19.00

In alto: Statua di dea assisa in trono. Da Cipro, prima met. del VI secolo a.C. (Periodo cipro-arcaico); calcare, H 81 cm, L 54 cm, W 43 cm (Wien, Kunsthistorisches Museum – Antikensammlung, I 1548)

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.museireali.beniculturali.it

Sotto: Un’immagine dall’allestimento della mostra “Cipro. Crocevia delle civiltà” Ph. Daniele Bottallo - DB Studio per Musei Reali di Torino

Grattacielo Gigante tecnica mista h.440 cm

gian.reverberi@tim.it

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Due Collezioni in dialogo I protagonisti della pittura di Seicento, Settecento e Barocco romano di Rebecca Maniti

P

alazzo Baldeschi al Corso a Perugia ospita la mostra “#Incursioni”, occasione perfetta per rendere al pubblico il dialogo tra le opere della Galleria Nazionale dell’Umbria e quelle della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia. “Questa mostra, il cui percorso si sviluppa attraverso le incursioni generate dalla presenza delle opere della Galleria Nazionale dell’Umbria negli spazi espositivi della collezione permanente della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia,

vuole collocarsi nel solco delle ricerche avviate e delle precedenti rassegne espositive, focalizzando l’attenzione su alcuni dei fenomeni artistici che hanno contraddistinto il territorio. Come installazioni contemporanee, le opere che si inseriscono nel tessuto connettivo delle sale fungeranno da innesti per il fiorire di associazioni, confronti e dialoghi. Per questo motivo, coerentemente con le scelte museografiche che ordinano la collezione permanente della Fondazione, si è scelto di non seguire una linea strettamente cronologica, ma di discu-

Pietro Montanini, detto Pietruccio Perugino (Perugia, 1626-1689) Paesaggio con alberi e figure 1658-1689, olio su tela, 55,8x96,7 cm. Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, acquisto 2004

tere delle opere e degli artisti secondo la loro collocazione all’interno del percorso espositivo”,racconta la curatrice della mostra, Carla Scagliosi, conservatrice delle raccolte moderne e contemporanee del museo perugino. Le scelte espositive sottolineano i rapporti fra le opere e gli artisti presenti nelle due collezioni e la

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varietà dei generi pittorici. Marco Pierini, Direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria, commenta questo riuscito progetto artistico culturale: “La sfida di riuscire a produrre un’ammirazione inedita intorno a qualcosa che si credeva già noto è proprio ciò che ci ha stimolati a progettare le incursioni d’arte (documentate anche nel catalogo) che quindi non sono solo il mero titolo di una mostra, ma rappresentano proprio la sua filosofia, il suo stesso concept, per usare un termine alla moda.” - e prosegue parlando della collaborazione fra le due Istituzioni - “La

mutualità tra Galleria Nazionale dell’Umbria e Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia nella costruzione di progetti comuni ha radici antiche e profonde, ma questa “ospitalità” delle nostre opere ragionata ad hoc stringe una relazione inedita anche e più specificatamente con il museo e centro espositivo di Palazzo Baldeschi al Corso che, sono certo, potrà produrre anche altri frutti in un futuro neppure troppo lontano.” In mostra si ha l’opportunità di ammirare le opere di Giacinto Boccanera dedicate a episodi dell’Antico Testamento, i bellissiIn alto: Gian Lorenzo Bernini (Napoli, 1598-Roma, 1680) Ritratto di gentiluomo (Johann Paul Schor?) 1655-1660 circa, olio su tela, 54,5x45 cm. Comune di Perugia, Collezione Martinelli inv. 252, in deposito presso la Galleria Nazionale dell’Umbria, Perugia A sinistra: Giovanni Baglione (Roma, 1569-1643) San Martino dona il mantello al povero 1632-1639, olio su tela, 289x208 cm. Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, acquisto 1999

mi paesaggi di Pietro Montanini, i dipinti di Giovanni Baglione e Valentin de Boulogne, i lavori del perugino Giovanni Antonio Scaramuccia e Gian Domenico Cerrini di cui è esposta la “Sacra Famiglia con i santi Giovannino e Anna”. La grande stagione del Barocco romano è rappresentata da Mola, Bernini, Schor, Velázquez e Pietro da Cortona, il “Bacco fanciullo” attribuito a Elisabetta Sirani e Luigi Scaramuccia. Conclude il percorso una selezione di disegni che offre un’ulteriore e diversificata visione sugli artisti protagonisti o sui temi individuati nelle #INCURSIONI. Cristina Colaiacovo, Presidente della Fondazione Cassa di Rispar-

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Mattia Preti, detto il Cavalier Calabrese Studio per san Giovanni evangelista 1650-1651, matita rossa, tocchi di biacca su carta grigia, 58x45 cm. Comune di Perugia,Collezione Martinelli inv.134,in deposito presso la Galleria Nazionale dell’Umbria,Perugia

mio di Perugia, afferma: “Ai dialoghi ed ai confronti che questa mostra ha già generato in fase progettuale si aggiungeranno quelli che essa certamente stimolerà tra i visitatori. Il tema in sé presenta d’altronde un’indubbia suggestione. Suggerisce l’idea di una visita o viaggio, appunto di un’incursione, in luoghi non adeguatamente conosciuti alla scoperta di opere che a loro volta, in alcuni casi, non si sono mai viste o non sono state fruite come invece meriterebbero. Muoversi fuori dagli spazi consueti e definiti implica sempre un margine di rischio e incertezza, ma ci offre la possibilità di scoprire cose nuove e dunque di arricchirci sul piano della conoscenza e delle relazioni.” Accompagna la mostra uno speciale catalogo “Happy touch” di Fabrizio Fabbri Editore con un innovativo sistema di stampa certifi-

cato capace di abbattere la carica batterica: un’evoluzione tecnologica nel bookshop, figlia dell’attuale situazione epidemiologica, sperando di non vedere più la l chiusura dei siti culturali. s #INCURSIONI

Un dialogo fra le opere della Galleria Nazionale dell’Umbria e della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia 07 luglio – 14 novembre 2021

(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Palazzo Baldeschi al Corso, Perugia INFO T. +39 075 5734760 Da martedì a venerdì 15.30 - 19.30 Sabato e domenica 10.30 - 13.30 /15.30 - 19.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.fondazionecariperugiaarte.it

STEFANIA SIMANSCHI “Tremate, tremate, le locuste sono tornate, e il volo libero delle cavallette si manifesta ovunque”

L’Invasione - 2020, olio su tela, 100x100x4 cm.

stefaniasimanschi@yahoo.it

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Antonella Pecoraro NINNI

“Le opere di Ninni non sono del tutto astratte o informali: nascono da abbinamenti cromatici apparentemente privi di forma, e tali potrebbero essere se la pittrice non abbinasse loro un titolo che suggerisce allo spettatore ciò che dovrebbe vedere (o meglio: sentire) nella tela” Domenico Iacaruso

Ninni - “Abisso blu” - 2021 - acrilico su tela - 140x100 cm.

Pecoraro Antonella

antonella@artecultura.net


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I poco noti, resi protagonisti Ricerca e valorizzazione alla Galleria Sabauda di

Lucia Garnero

N

ello Spazio Scoperte della Galleria Sabauda, i Musei Reali di Torino, fino al 7 novembre 2021, offrono al pubblico l’insolita mostra “Come parla un ritratto. Dipinti poco noti dalle collezioni reali” che si concentra sui temi della ritrattistica e sulla vivacità della cultura figurativa presso la corte sabauda. L’esposizione, nata nell’ambito di un progetto didattico-formativo avviato nel 2018 con il Dipartimento Studi Storici dell’Università degli Studi di Torino, a partire da un tema complesso, con un gruppo di quaranta studenti del Corso di Laurea magistrale in Storia dell’Arte, in dialogo con docenti, studiosi, conservatori e restauratori, propone una serie di ipotesi che meritano nuovi approfondimenti, sia da un punto di vista iconografico che attributivo. Suddivisa in quattro sezioni tematiche (L’immagine del potere, La corte femminile, Legami di famiglia. L’infanzia, Alleanze internazionali) attraverso cui si evidenziano i vari aspetti della ritrattistica sabauda ed europea, la mostra ripercorre tre secoli di storia, con uno sguardo sulle

Louis Elle, detto Ferdinand Anna Maria Luisa d’Orléans, duchessa di Montpensier 1647 - 1652, olio su tela Torino, Musei Reali - Galleria Sabauda

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strategie diplomatiche elaborate dalle corti, sul valore dei ritratti femminili come omaggio al potere, sulle istantanee familiari inviate a corte per possibili accordi matrimoniali e sulle immagini dei bambini, simbolo di una fanciullezza posta in mostra e contemporaneamente taciuta e, inevitabilmente, negata. La sequenza dei ritratti presi in esame, che alternano la ripresa di modelli internazionali (da Tiziano a Clouet, da Van Dyck a Meytens) alle suggestive reinterpretazioni locali, mette in evidenza il ruolo che hanno svolto nella rappresentazione celebrativa del potere politico e militare, nella descrizione della ricchezza e del prestigio, ma anche degli affetti, della fisicità e degli aspetti psicologici dei personaggi effigiati. In particolare, nell’interpretazione di un’opera, lo sguardo e l’espressione dei volti, palesandone emozioni e inclinazioni, permettono di vedere oltre le apparenze per catturare le personalità di coloro che sono raffigurati. A definire e a portare a compimento la rappresentazione contribuiscono anche la posa, i gesti delle mani e lo spazio circostante; trattasi di aspetti che, quasi sempre, all’interno della società di corte, rispondono a regole sociali rigidamente definite e codificate. Ruolo fondamentale è inoltre svolto dalle iscrizioni, dagli elementi araldici, dagli abiti e dai gioielli indossati dai personaggi, nonché dagli ornamenti e dalle onorificenze che testimoniano lo stato sociale, il potere e la ricchezza conquistati. Spesso le figure umane sono accompagnate da Alcune immagini della mostra “Come parla un ritratto”. Ph. Daniele Bottallo

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elementi che alludono a funzione e significato del ritratto: animali evocativi delle virtù dei soggetti rappresentati e altri elementi che, molto spesso, in misura di dinamiche e fattori sociali non noti, risultano di difficile interpretazione. I ritratti, funzionali al cerimoniale degli antichi palazzi di corte e alla storia dinastica, possono aver subito manipolazioni nel corso del tempo con false iscrizioni per aggiornamenti iconografici, modifiche delle dimensioni o inserimenti in cornici successive o ancora problemi attributivi, ad oggi quasi del tutto insormontabili, a causa della rarità di opere documentate con le quali proporre confronti. La volontà di affrontare un tema di così vasta complessità con un gruppo di studenti ha dato riscontro all’importante obiettivo di avvicinare i giovani alle esigenze della conservazione, della ricerca e della valorizzazione, grazie alla messa in campo delle competenze di altissimo livello di due importanti istituzioni, i Musei Reali di Torino e l’Università l degli Studi di Torino. s

Sotto: un momento dell’inaugurazione della mostra “Come parla un ritratto” Ph. Daniele Bottallo

Pittore attivo alla corte sabauda (bottega di Giovanni Battista Curlando?) Vittorio Amedeo II duca di Savoia 1700 - 1713, olio su tela Torino, Musei Reali - Palazzo Reale, piano nobile, appartamento della Regina

COME PARLA UN RITRATTO

Dipinti poco noti dalle Collezioni Reali 08 luglio - 07 novembre 2021

(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Musei Reali, Torino INFO T. +39 011 19712375 museirealitorino@spin-to.it Da martedì a domenica 9.00 - 19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.museireali.beniculturali.it

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ORNELLA DE ROSA - DRO

OMAGGIO A MICHELANGELO acrilico su tela, 100x100 cm. DRO 2021 N. 6

FB page: DRO ARTE

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FB profile: Ornella De Rosa

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A riveder le stelle… Dante. Gli occhi e la mente di Mario

Gambatesa

A

l MAR di Ravenna una mostra racconta l’epopea popolare di Dante Alighieri e del suo poema. Una narrazione di parole, suoni e immagini, dal cinema alle canzoni, dalla pubblicità ai fumetti, dal writing alla miriade di oggetti che ne riproducono la celebre icona, fino alle visioni dell’arte contemporanea con nomi della scena

internazionale. “Un’Epopea POP”, aperta al pubblico dallo scorso 25 settembre al prossimo 9 gennaio 2022, è curata da Giuseppe Antonelli, docente di linguistica italiana all’Università di Pavia. Dopo Inclusa est flamma e Le Arti al tempo dell’esilio, “Un’Epopea POP” conclude il ciclo espositivo “Dante. Gli occhi e la mente”. Intersecato alla mostra, un percorso d’arte

contemporanea a cura di Giorgia Salerno, responsabile del coordinamento culturale e conservatrice del MAR. La fortuna popolare di Dante comincia già nel Trecento e arriva fino a quell’universo culturale che chiamiamo genericamente “POP”. I suoi versi più celebri, entrati nel linguaggio comune degli italiani, sono stati riprodotti in tutto il mondo, negli almanacchi e nei calendari, nei poster e nelle magliette; li vediamo scritti nei muri; li riconosciamo nelle pubblicità e nelle canzoni. La Commedia, tradotta in un centinaio di lingue, si è diffusa attraverso migliaia di edizioni popolari illustrate, commenti e riassunti, riduzioni cinematografiche e parodie televisive, album di figurine, giochi da tavolo, storie a fumetti e cartoni animati. La mostra si divide in diverse sezioni: “La memoria di Dante”, “Dante e l’immagine”, “Dante e la pubblicità”, “La divina parodia”, “Dante personaggio”, “Dante e Beatrice”, con più di un centinaio di opere e oggetti tra i più disparati. Per ogni tema scelto sono stati individuati uno o più artisti e, ad aprire il percorso, con il tema delle anime, si può ammirare nel chiostro cinquecenIn alto a sinistra: Riccardo Zangelmi Indiante 2019, 50x31x81.5 cm. 12.000 pezzi ©lego, Ravenna MAR Museo d’Arte della città di Ravenna

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tesco del MAR una grande architettura di Edoardo Tresoldi che rileggerà idealmente il Nobile Castello o Castello degli Spiriti Magni, luogo emblematico che Dante cita nel quarto canto dell’Inferno. All’interno della sezione dedicata alle figure femminili saranno Letizia Battaglia, Tomaso Binga, Irma Blank, Rä di Martino, MaDANTE. GLI OCCHI E LA MENTE Un’Epopea POP

25 settembre 2021 - 09 gennaio 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) MAR - Museo d’Arte della città di Ravenna, Ravenna INFO T. +39 0544 482477 info@museocitta.ra.it Da martedì a domenica 9.00 - 18.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.mar.ra.it

ria Adele Del Vecchio, Giosetta Fioroni, Elisa Montessori e Kiki Smith a reinterpretare, attraverso le loro opere, le donne di Dante. La mostra prosegue con il tema del sogno e a rappresentarlo non potevano mancare le 34 tavole dell’Inferno di Robert Rauschenberg, artista fra i principali esponenti della pop art americana, e a raccontare il viaggio saranno, invece, le opere del padre della Land Art, Richard Long. A conclusione l’opera di Gilberto Zorio intitolata “Stella-acidi”, un rimando al sommo poeta e al tema della luce e alla sua frase emblematica: “... E quindi uscimmo l a riveder le stelle”. s [1] Teodoro Wolf Ferrari Affiche Olivetti M1 1912, manifesto su carta, 32.6x21.8x1 cm. [2] Etichetta Dante, Vermouth tipo Torino Jesus Rodriguez, Velazquez de Leon, Mexico 16,5x12,5 cm. Collezione privata [3] Edoardo Tresoldi - Sacral Ph. Fabiano Caputo

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Les Italiens de Paris

Campigli, de Chirico, de Pisis, Paresce, Savinio, Severini e Tozzi, a Torino di Flavio Ennante

A destra: Alberto Savinio Ritratto di Jeanne Castel (Ritratto di Mme Castel o La figura) 1929, olio su tela, 78x65 cm. Pistoia, Collezione Gori (inv. n. 0031) Sotto: Giorgio de Chirico Le cabine misteriose (Bagni misteriosi o I Bagni misteriosi) 1934, olio su tela, 78,5x64,7 cm. Fondazione Musei Civici di Venezia, Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro – Collezione privata

I

l Museo Accorsi-Ometto di Torino sarà la location ideale, dal 21 ottobre, per una mostra interessante ed originale, incentrata su un determinato periodo e su un gruppo di artisti in particolare: Les Italiens de Paris. Massimo Campigli, Giorgio de Chirico, Filippo de Pisis, René Paresce, Alberto Savinio, Gino Severini e Mario Tozzi sono quindi i protagonisti di “Parigi era viva. De Chirico, Savinio e Les italiens

de Paris (1928-1933)”, curata da Nicoletta Colombo e Giuliana Godio. La rassegna è suddivisa in sezioni, ognuna delle quali è dedicata ad uno degli artisti del “Gruppo dei sette”, la cui vicenda inizia ufficialmente nel 1928, anche se tutti i componenti sono presenti e operativi nella Ville Lumière da tempo. In quale contesto ci troviamo e come mai si è trovato a crearsi questo gruppo di italiani a Parigi? La situazione culturale sui due fronti nazionali era ribaltata specularmente: la Francia cosmopolita richiamava e affascinava gli italiani, che migrando approdavano in una nazione in cui la cultura italiana e mediterranea era di moda, al punto che gli artisti italiani residenti a Parigi parevano riconquistare la propria identità nazionale vivendo sul suolo francese. La mostra restituisce il clima artistico propositivo, dialogante e provocatorio di un crocevia spazio-temporale unico e irripetibile: attraverso una settantina di

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opere si ritrova tutta quella tensione europeista esplosa tra la fine degli anni Venti e l’inizio degli anni Trenta. Il linguaggio dei Sept, al di là delle diversità tematiche

e stilistiche individuali, si orienta verso un nuovo classicismo mediterraneo, spiegato dalla curatrice Nicoletta Colombo: “La reale posizione dei sette italiani a Parigi coincideva con la consapevolezza di un’identità nazionale, ma al tempo stesso si esprimeva in prospettiva internazionale. Il loro linguaggio non era classicista, ma classico nel senso di espressione mediterranea, sufficientemente avanguardista da avere elaborato le prospettive metafisiche e dell’inconscio”. Una mostra interessante sotto diversi punti di vista, in cui rivivere il clima del gli anni Venti a Parigi. s

A sinistra: Gino Severini Maison Rosenberg 1928, china e acquerello su carta riportato su cartone, 33,5x25,3 cm. Collezione privata Sotto: Filippo de Pisis La Coupole (Le Quai Voltaire o Quai Voltaire o La Sorbona) 1928 olio su cartone, 54x45,5 cm. Ferrara, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea “Filippo de Pisis”. Donazione Franca Fenga Malabotta, 1996 (inv. n. 2777)

“PARIGI ERA VIVA”

de Chirico, Savinio e Les Italiens de Paris (1928-1933) 21 ottobre 2021 - 30 gennaio 2022

(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto, Torino INFO T. +39 011 837 688 Da martedì a venerdì 10.00 - 18.00 Sabato, domenica e festivi 10.00 - 19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.fondazioneaccorsi-ometto.it

Roberto Pino roby70.art@gmail.com robys__art roby.arts sites.google.com/view/robys-art Le ninfee - 2021, stucco smalto e acrilico su masonite, 70x50 cm.

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Un pioniere nell’arte dell’animazione Preziose opere originali dagli Archivi Disney di

Ettore Tiretto

A

bituati a vedere come “arte” solo quella che possiamo ammirare in musei, gallerie, fiere del settore e istituzioni varie, dimentichiamo determinati settori che nulla hanno da invidiare al panorama artistico in generale. Fra questi c’è l’arte di raccontare storie senza tempo con le immagini, riuscendo a incantare il pubblico. “Disney. L’arte di raccontare storie senza tempo”, al MUDEC di Milano fino al 13 febbraio 2022, è la mostra che racconta al pubblico il processo creativo, frutto di anni di studio e di ricerca, che porta alla realizzazione di un intero film d’animazione firmato Walt Disney. La mostra, promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE, a cura della Walt Disney Animation Research Library, con la collaborazione di Fede-

A destra: Biancaneve e i Sette Nani, 1937 Disney Studio Artists composizione con acetato, inchiostro e pittura su acetato e guazzo su carta (riproduzione dell’originale) © Disney Sotto: Robin Hood, 1973 Disney Studio Artist concept art, guazzo, pennarello e inchiostro su carta © Disney

rico Fiecconi, storico e critico del fumetto e del cinema di animazione, propone un percorso con diverse chiavi di lettura. I film Disney prendono spunto dai miti, dalle leggende medievali, dal folklore, e qui in mostra possiamo conoscere le origini delle storie originali, comprendendo così anche le scelte stilistiche della grafica che illustra questi racconti e le loro morali. Mentre il valore simbolico delle storie nei decenni è rimasto intatto, sono le tecniche di produzione a essersi evolute: questa è la seconda chiave di lettura del percorso della mostra, che racconta al pubblico come nasce un capolavoro di animazione, il ‘dietro le quinte’ di alcuni dei più grandi film d’animazione di tutti i tempi firmati Disney, entrando nel vivo dello studio e del processo artistico. Ci vogliono infatti anni di lavoro per produrre un film d’animazione: un processo creativo lento, continuativo e molto meticoloso che, da un’idea iniziale, costruisce un intero film attraverso migliaia di immagini che via via prendono vita. Svariate le tecniche artistiche utilizzate (disegno a grafite, matite colorate e pastelli, carboncini, acquerelli, tempere, acrilici, collages): la computer grafica, che oggi assiste nello studio e nella realizzazione delle scene di un film, è solo l’evoluzione di quelle tecniche tradizionali, e riguarda soprattutto i successivi step di animazione e colorazione. Infine, il visitatore viene incoraggiato a diventare un narratore e potrà percorrere le sale della mostra come attore protagonista. L’obiettivo è quello di costruire il proprio racconto, che si comporrà in un libretto da portare con sé a casa. Attraverso le postazioni interattive ed un allestimento che evoca gli scenari dei grandi capolavori dell’animazione Disney, sarà lo stesso percorso di visita a fornire gli strumenti ad ogni storyteller in erba. Si potranno sperimentare gli elementi strutturali fondamentali per dare vita a qualsiasi narrazione (ambientazione, personaggi, plot narrativo) fino a provare l’emozione di immedesimarsi nel lavoro di un artista dell’animazione attraverso le stesse tecniche dei Disney Studios. l Un evento unico ed affascinante! s [1] Jin Kim - Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle, 2019 concept art, disegno digitale su carta © Disney [2] Milt Kahl - Robin Hood, 1973 disegno definitivo per l’animazione grafite e matita colorata su carta © Disney [3] Glen Keane - La Sirenetta, 1989 preliminare per l’animazione, grafite su carta © Disney [4] Ollie Johnston - Pinocchio, 1940 disegno definitivo per l’animazione grafite e matita colorata su carta © Disney

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DISNEY The Art of Telling Timeless Stories MUDEC, Milano September 02, 2021 - February 13, 2022

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elling timeless stories succeeding in enchanting the public is considered a true art, but behind the artistic result lies years of creative exploration, generally unknown to those that enjoy these stories. “Disney. The Art of Telling Timeless Stories”, at the MUDEC of Milan from the 2nd September to the 13th February 2022, is an exhibition that will illustrate this creative process to visitors. Once upon a time there was Walt Disney, a pioneer in the art of animation. His innovative, creative approach to storytelling created some of the most beautiful and famous films of the 20th century including Snow White and the Seven Dwarfs, Pinocchio and Fantasia. The exhibition features precious original works from the films of Walt Disney Animation Studios, including Hercules, The Little Mermaid all the way to Frozen 2, created by the artists and filmmakers deeply inspired by Walt’s legacy. The exhibition will illustrate Walt Disney’s masterpieces to visitors by bringing back the stories - that are familiar to all of us in the Disney version– to their ancient origin of epical tradition: these are the myths, the medieval legends and the folklore, the fables and fairytales that have been for centuries the archetype narrative heritage of the different cultures of the world, a true melting pot between the various continents. These will also be the thematic sections of the exhibition, in which the most famous stories from which Disney’s films derive find their place and are presented in a narrative interpretation through the exhibition of the preparatory sketches which focus on the characters, l the settings and narrative plots. s

DISNEY

L’arte di raccontare storie senza tempo 02 settembre 2021 - 13 febbraio 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) MUDEC, Milano INFO T. +39 02 54917

ATHINA KOTSONI

Nanuka smiley olio su tela, 60x80 cm.

La famosa pittrice Athina Kotsoni Sinetou continua a stupire con la sua serie di opere Nanuka lavora con fantasia Allegra e divertente in mostre in tutto il mondo con grande successo donando allo spettatore un senso dell’umorismo e con colori che anche divertono e decorano lo spazio.

Lunedì 14.30 - 19.30 Martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30 - 19.30 Giovedì e sabato 09.30 - 22.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.mudec.it

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www.athinakotsoni.gr


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Del vero, dal vero L’evoluzione del paesaggio di

Mario Gambatesa

L

ecco, la città dei promessi sposi, ospita dallo scorso 17 luglio al prossimo 21 novembre 2021, la mostra “Paesaggi Possibili. Da De Nittis a Morlotti, da Carrà a Fontana”. La rassegna, curata da Simona

Bartolena, prodotta e realizzata da ViDi – Visit Different in collaborazione con il Comune di Lecco ed il Sistema Museale Urbano Lecchese, avrà come sede il Palazzo delle Paure e Villa Manzoni. L’esposizione vuole analizzare, attraverso 100 opere, come il tema

iconografico del paesaggio sia stato interpretato da grandi maestri italiani, quali Massimo d’AzePompeo Mariani I fiori alla mia mamma a Monza (dalla finestra di Villa Keller) 1887, olio su tavola, 50x75 cm. Archivio Pompeo Mariani, Milano

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A sinistra: Telemaco Signorini Presso l’Arno alla Casaccia olio su cartone, 12,5x21, 2 cm. Collezione privata Sotto: Cesare Tallone Campi arati olio su cartone, 40x32 cm. Collezione privata Courtesy Quadreria dell’800, Milano

glio, il Piccio, Telemaco Signorini, Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Gaetano Previati, Giacomo Balla, Carlo Carrà, Ennio Morlotti, Lucio Fontana e molti altri autori illustri. Il tema del paesaggio è stato più volte indagato, studiato con grandi mostre e pubblicazioni, facendo riferimento, soprattutto, alla scenario francese, con il Romanticismo, la scuola di Barbizon, gli Impressionisti ed i Post-Impressionisti, fino ad arrivare alle Avanguardie, coprendo un arco temporale che dall’epoca romantica giunge fino al secondo dopoguerra. Questa rassegna vuole mettere in luce la relazione tra artista e paesaggio, come mimesi del vero, come luogo dell’immaginazione e del sogno, come simbolo, come proiezione del sé, come concetto spaziale, rivelando la progressiva tendenza all’astrazione che l’ha condotto fino alle soglie dell’Informale e oltre. Si tratta di un racconto che si snoda dalla classicità del Paysage Historique dei romantici all’indagine del vero dei macchiaioli, per giungere alle visioni divisioniste ed alle sperimentazioni delle Avanguardie di inizio Novecento, fino alle soglie del contemporaneo, quando, con artisti come Morlotti e Fontana,

il paesaggio si traduce in istinto emotivo o in concetto spaziale. Il paesaggio è ormai un tema ico-

nografico in continua evoluzione oggi assai diffuso nelle arti visive, la sua autonomia come genere

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pittorico è molto recente. Solo nel XIX secolo, infatti, gli venne riconosciuto un ruolo indipendente,

un tema a se stante, un momento esatto di osservazione del vero dal vero, occasione di sperimenLucio Fontana - Ambiente spaziale 1948, gouache su carta, nero su fondo viola, 33,5x24 cm. Collezione privata Courtesy Tornabuoni Arte, Firenze © Fondazione Lucio Fontana, Milano autorizzata

PAESAGGI POSSIBILI

Da De Nittis a Morlotti, da Carrà a Fontana 17 luglio – 21 novembre 2021

(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Palazzo delle Paure, Lecco INFO T. +39 0341 286729 Martedì 10.00 - 13.00 Mercoledì e giovedì 14.00 - 18.00 Venerdì, sabato e domenica 10.00 - 18.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.vidicultural.com

tazione tecnica ed espressione poetica. Come conferma anche Simona Bartolena: “Sebbene il paesaggio sia un tema iconografico oggi assai diffuso, la sua autonomia come genere pittorico è molto recente.” Dalla natura sublime della generazione romantica agli scorci dal vero dei pittori di Barbizon e dei loro numerosi eredi, l’Ottocento è, in tutta Europa, il secolo in cui il paesaggio trova se stesso. Questo tema affronta un’evoluzione del paesaggio, che muta trasformandosi progressivamente da scenografia per narrazioni bibliche storiche o letterarie, a luogo del vero, a luogo dell’anima. Uno spazio collettivo diventa inevitabilmente spazio mentale estendendosi a protagonista della rapida evoluzione che ha condotto l’arte verso la conteml poraneità. s

BERARDINO MASTROPASQUA info@lamiaarte.net

CAMMEO

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2020 - lavorazione a mano su conchiglia cassis - 35x45 mm. RIVISTA

d’ARTE

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Storia di una profonda amicizia

Tornabuoni Arte presenta la Collezione privata di Salman Ali di

Flavio Ennante

T

ornabuoni Arte ha presentato, lo scorso 14 settembre, la collezione privata di Salman Ali, frutto di regali da parte dell’amico fraterno Alighiero Boetti, in una mostra visitabile sino al 14 ottobre e dal titolo “Salman Alighiero Boetti”. I lavori esposti sono di altissima qualità, ed alcuni di questi sono già stati esposti in musei internazionali, questa però è la prima volta in cui si possono ammirare tutti insieme, scoprendo così questa preziosa collezione nella sua intierezza. Insieme alle opere di Boetti, sono esposte anche diverse immagini fotografiche che ritraggono Salman Ali con Alighiero, in momenti di vita privata e lungo i loro viaggi. Alcune di queste fotografie sono molto note, ma è interessante scoprire quelle inedite (tra le quali alcune scattate da Giorgio Colombo, Bruno Corà e Clino Castelli) che permettono di raccontare la straordinaria vicenda dell’uomo più vicino ad Alighiero Boetti e del suo rapporto con

lo stesso artista. L’occasione della mostra è data dall’uscita della autobiografia di Salman, che racconta i 23 anni passati accanto a Boetti. Forse non tutti sanno che Salmamenbron Ali conobbe Boetti nel 1971 a Kabul, dove l’artista aveva aperto il famoso One hotel, albergo nel quale Salman trovò velocemente un impiego. Due anni dopo divenne l’assistente di Boetti, ma fu più di questo, diventò un membro della famiglia e come tale si prendeva cura di loro, sia nella vita privata che nel lavoro. Testimone dell’intera vicenda umana e professionale dell’artista torinese, Salman Ali è ancora oggi indissolubilmente legato alla famiglia Boetti e a tutto il “mondo di Boetti”, e questo traspare fortemente, l in maniera autentica. s Sotto: Alighiero Boetti - Mappa 1990, ricamo su tessuto, 118x220 cm. A destra: Alighiero Boetti - Segno e disegno 1994, ricamo su tessuto, 28,3x29 cm.

SALMAN ALIGHIERO BOETTI 14 settembre - 14 ottobre 2021 Tornabuoni Arte, Milano INFO T. +39 02 6554841 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.tornabuoniart.com

25.03.1987, Salman Ali, Alighiero Boetti inaugurazione mostra Galleria Stein Ph. ©Giorgio Colombo

Alberto

FORNAI Alberto Fornai albertofornai@gmail.com

Gunter Brus - 2012, acrilico su tela, 100x100 cm.


salvatore falco “Fare arte con la fotografia”

CORRENTE

fotografia digitale (macro) 70x50 cm.

Galliani | Puglisi | Tintoretto La mostra all’Art Museum Riga Bourse di

Ettore Tiretto

L

a mostra “Self-reflection. Omar Galliani, Lorenzo Puglisi, Tintoretto” è in corso all’Art Museum Riga Bourse, sezione del Latvian National Museum of Art specializzato nella promozione dell’arte internazionale. Questa mostra propone una riflessione sull’autoritratto e lo fa mettendo in relazione le opere di Omar Galliani e Lorenzo Puglisi, scegliendo di affiancarli ad un maestro del passato: il Tintoretto (una curiosità da sapere se non è mai visitata Riga, è che il Museo ha la sede in un edificio della seconda metà dell’800 che richiama nella sua struttura architettonica proprio la “sua” Venezia). La rassegna è stata resa possibile grazie alla collaborazione con le Gallerie degli Uffizi, la Teterev Foundation e l’Ambasciata d’Italia di Riga, ed è curata da Astrida Rogule, che ha scelto Omar Galliani e Lorenzo Puglisi per questo dialogo sull’autoritratto italiano. Non è nuovo l’affiancamento delle loro opere, infatti hanno esposto insieme in diversi e suggestivi luoghi, ed ora continuano la proficua collaborazione creativa oltre i confini italiani. Nel grande salone principale, Galliani e Puglisi presentano ciascuno sei opere di grandi dimensioni ed un autoritratto (già acquisito per la collezione delle Gallerie degli Uffizi) con le quali si pongono in un dialogo empatico ed oltre il tempo con il “Ritratto d’uomo” di Tintoretto. L’intento è di far riflettere sull’atto della creazione artistica, laddove ad essere rappresentato è il mondo interiore dell’artista che sublima nelle sembianze di sé anche il mondo esteriore: il frutto di un processo di “autoriflessione” l sempre avvenuto in epoche diverse. s

In alto a destra: Lorenzo Puglisi - Natività 2016, olio su tela, 300x200 cm.

SELF-REFLECTION

Omar Galliani | Lorenzo Puglisi | Tintoretto 21 agosto - 14 novembre 2021 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) The Art Museum Riga Bourse, Riga - LV INFO T. +371 67 22 52 09 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.lnmm.lv

Sotto: Omar Galliani - Breve storia del tempo 1999, matita su tavola, 251x652 cm. (TRITTICO)

SENZA TITOLO fotografia digitale (macro) 50x70 cm.

“DA DATO REALE AD ASTRAZIONE DAL REALE”

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Primal urge 2018, acrilico su tela estroflessa 80x80 cm.

Open your mind n.5 2021, acrilico su tela e rubinetto 30x30 cm.

EUGENIO CERRATO cerrrato.eugenio Cerrato Eugenio eugeniocerrato@alice.it

Photo by Gasparetto


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Torino Design of the City

Torna la rassegna internazionale con un ricco programma di eventi di

Daniela Malabaila

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In alto: Graphic Days A destra: Portici dArtista Sotto: Alla scoperta dei Compassi d’Oro Piemontesi

al 15 settembre al 31 ottobre, torna Torino Design of the City, giunta alla sua quinta edizione, con tanti appuntamenti, incontri, esposizioni, in un confronto multidisciplinare volto a far riscoprire la dimensione umana nelle città. È una comunità inclusiva, sostenibile, capace di fare rete e immaginare il futuro quella a cui guarda il progetto della rassegna torinese, che interessa circa 50 soggetti pubblici e privati. A settembre si sono tenuti i “GRAPHIC DAYS TOUCH” e l’ “HUMANIZING TECHNOLOGY”; proseguono fino al 31 ottobre “OBIETTIVO. L’arte datapoietica che ci rende sensibili ai problemi del mondo” ad Opera Barolo e “TORINO MOBILITY LIVING LAB” nel Quartiere San Salvario. “EXPOCASA” si terrà all’Oval Lingotto Fiere fino al 3 ottobre, mentre “DISTRIBUITI E CONNESSI. 5 anni di Hackability: tecnologia e design come infrastruttura di innovazione” si terrà dal 4 all’8 ottobre presso Rinascimenti Sociali, ed alla sua conclusione sarà la volta di “UTOPIAN HOURS” (fino al 10 ottobre) alla Centrale Nuvola Lavazza. Verranno inaugurati il 16 ottobre i “#PORTICI D’ARTISTA” presso Galleria MPR/ HUB; “QUEI TEMERARI DELLE STRADE BIANCHE. Nuvolari, Varzi, Campari e altri eroi alla Cuneo-Colle della Maddalena” si potrà visitare dal 26 ottobre 2021 al 9 gennaio 2022 al MAUTO; interessantissimo l’incontro “ALLA SCOPERTA DEI COMPASSI D’ORO PIEMONTESI” che si terrà il 30 ottobre alla Centrale Nuvola Lavazza. Tanti appuntamenti da non perdere per scoprire le innovazioni del design ed l il suo ritorno alla dimensione umana. s

TORINO DESIGN OF THE CITY 15 settembre - 31 ottobre 2021

(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Varie sedi, Torino Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.torinodesigncity.it

BIANCOSCURO 66

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Guglielmo Meltzeid

G. Meltzeid - La Villa - 2021, acrilico su tela, 70x100 cm.

BIANCOSCURO gmeltzeid@gmail.com RIVISTA d’ARTE Ordina la versione cartacea o PDF su https://artshop.biancoscuro.it Uffici stampa, gallerie ecc. possono chiedere il PDF gratuito a info@biancoscuro.it

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meltzeid.com


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Trofeo Leone per le Arti Visive A Venezia il grande evento artistico di

Flavio Ennante

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l 7 agosto scorso si è tenuta a Venezia la Cerimonia per il conferimento del Trofeo Leone d’Oro per le arti visive. In una location di eccellenza, le opere selezionate dalla Commissione sono diretta espressione di

Sopra: alcuni momenti dell’evento.

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un panorama artistico contemporaneo vivo e poliedrico. In questa occasione sono stati sottolineati il merito artistico internazionale e l’eccellenza degli artisti ammessi e delle loro pregiate opere d’arte, infatti si è parlato molto dei tratti stilistici e del potere espressivo delle opere analizzate. Oxana Albot, componente della Commissione, ha consigliato: “L’artista, per poter dare voce all’attualità personale e collettiva, dovrebbe andare alla ricerca della felicità interiore, proprio per dare voce alla propria personalità creativa”. Tutte le opere premiate sono state rese visibili anche a chi non è potuto intervenire grazie alla diretta streaming, uno strumento ormai indispensabile. Durante la premiazione gli artisti hanno ricevuto il trofeo simbolo della città di Venezia, oltre che una attenta motivazione critica che ha descritto l’opera con cura. Le critiche personalizzate sono state redatte dalla Dott. ssa Rosanna Chetta, dalla Dott. ssa Oxana Albot, e dalla curatrice dell’evento Mariarosaria Belgiovine. Durante il discorso di presentazione, il Dott. Giorgio Bolla, che ha preso parte alla cerimonia, ha constatato l’importanza, nella vita professionale di un artista, della sua capacità di relazionarsi col mercato dell’arte, mentre la Dott. ssa Rosanna Chetta ha

fatto una riflessione riguardo l’importanza dell’arte nella nostra vita e sul fatto che l’arte sia lo spazio più eloquente nel rispecchiare il nostro io interiore, ma anche ciò che ci circonda. Si è parlato poi del valido strumento che sono i servizi pubblicitari rivolti al grande pubblico e le fiere del settore con la rivista BIANCOSCURO. “Ricevere il Trofeo Leone d’Oro è stata un’importante occasione di conferma in campo artistico e non solo; a tutti coloro che lo hanno ricevuto, vanno i miei migliori complimenti e auguri per un avvenire sempre più ricco di onorificenze”, commenta Rosanna Chetta, prima di lasciare la parola alla Belgiovine:“È stata davvero una giornata eccezionale, finalmente un evento in presenza e con importanti artisti internazionali che hanno scelto la città lagunare anche per soggiornare in occasione del conferimento del Trofeo Leone d’Oro per le Arti visive, un riconoscimento che gratifica gli Artisti nel loro percorso artistico e creativo. Durante la cena sul Canal Grande, a fine serata, abbiamo avuto la sorpresa dell’acqua alta, che ha invaso piacevolmente e inaspettatamente la veranda (senza creare molti disagi), accolta con molta allegria: un ricordo indelebile che accompagnerà gli artisti, non solo per la loro premiazione, ma anche per l’esperienza emotiva che solo una città come Venezia sa dare”. s l

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Un interessante dialogo con Luigi Russolo di

Rebecca Maniti

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ltimi giorni per visitare una interessante mostra dedicata al dialogo fra le opere di Dario Brevi e Luigi Russolo. La mostra è in corso a Portogruaro, alla Art Agency Aiap Bolzicco Arte, e sarà aperta fino al 9 ottobre. Così racconta il curatore, Boris Brollo: “Dario Brevi opera tutt’oggi con la suddivisione della pittura per linee, ma soprattutto per campiture cromatiche in dissonanza timbrica, stese in maniera piatta. Ma questo avviene non sulla tela, bensì su MDF, un materiale che sarebbe piaciuto ai Futuristi. Questo scombussola la spazialità costruita per fasi alternate di vuoti e pieni dinamicamente inseriti nello spazio compositivo. Quasi un’eco di linee che si svolgono concentricamente come quando si lancia un sasso nell’acqua. Così ricordano i quadri di Luigi Russolo : “Profumo” (1910), o ancora, “Dinamismo di un’Automobile” (1912) Sotto: Dario Brevi - Non mi piacciono gli aerei che sganciano le bombe (ai bambini di aleppo) - 2016, acrilici su mdf, 185x100 cm. A destra: Dario Brevi - Un mondo sottosopra 2017, acrilici su mdf, 120x100 cm.

e “Movimenti simultanei di una Donna” (1913). Abbiamo presenti queste opere di Russolo quando guardiamo i quadri di Dario Brevi, che intimamente rimandano a queste divagazioni rizomatiche nei suoi lavori. Lavori che si espandono nei colori puri, e resi lucidi dalle vernici da assomigliare a smaglianti carrozzerie automobilistiche. Lo sviluppo della sua figurazione si muove sempre da un nucleo centrale per ripartirsi in linee rifrangenti di echi del concetto iniziale. Così come quando Russolo si ritrae in maniera simbolista con dei cerchi concentrici dietro la testa dilatandone le forme pittoriche allusive, così Dario Brevi riprende l’onda di un Futurismo a campiture (come tessere di puzzle) che si ritrova pure in Fortunato Depero, su fino a Nespolo, continuandone l’idea iniziale. Dario Brevi è presente in mostre personali e collettive in Italia ed all’estero, sia in gallerie private che in spazi pubblici e musei. Del suo lavoro si sono occupati numerosi critici d’arte con saggi e scritti pubblicati sui maggiori quotidiani e periodici di l settore”. Una mostra inedita, da non perdere! s

TOVE ANDRESEN

Dario Brevi in mostra

Sunbeam acrylic on canvas, 2019 135 x135 cm. VERSUS

Dario Brevi vs Luigi Russolo 18 settembre - 09 ottobre 2021

(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto)

INFO T. +39 392 902 2903 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.dariobrevi.net

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www.tove-a.dk

Art Agency Aiap - Bolzicco Arte / Androne 51, Portogruaro


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La Piccola Parigi

A Quistello torna la giornata dedicata all’arte contemporanea di

Flavio Ennante

L’

evento è nato nel 2012, per portare allegria nella piazza di Quistello, paesino mantovano che ha dato i natali ad artisti come Viani, Semeghini, Gorni, Teresita Vincenzi e Claudia Moretti, indatti Quistello purtroppo è stata recentemente sconvolta da un sisma, e l’evento “ La piccola Parigi” nasce appunto quasi 10 anni fa per cercare di riportare nel paese una sorta di normalità. L’idea è dell’artista quistellese Caterina Borghi, fortemente sostenuta dal sindaco Luca Malavasi e dall’Amministrazione Comunale con un gruppo di volontari coordinati da Roberto Alessandria. Nel 2018 sono iniziate le opere fisse sui muri di messa in sicurezza con l’artista Cibo, nel 2019 sono proseguite con Leonardo Gambini, Morden Gore, Fabio Weick, Geos, Sasha, Egon Zuodar. La street art in 3D con Victor Boni, Ketty Grossy, Valentina Sforzini e Fabio Fedele. Quest’anno la “piccola Parigi”, sia La mostra fotografica di Isabella Rigamonti

pure in scala ridotta, è stata una prova di ritorno alla vita. L’arte ha potuto trasformare disastri e disgrazie in un sogno in cui tutto è possibile. Ospiti d’onore Francesco De Molfetta, che ha donato alla città una scultura dal titolo “Screencess”, e Peter Hide311065 che ha realizzato un opera site-specific di estrema forza emotiva che ha cambiato faccia alla piazza cittadina. Leonardo Gambini, Geos e Giorgio Maggiorelli hanno eseguito opere murali permanenti dipingendo sulla staccionata del Municipio. Presente anche “Il collettivo Felipe Cardena” che ha occupato tutti i balconi della piazza con installazioni di grande impatto, insieme a Florencia Martinez, Marta Mez e Livorno Volpini. Gaia Moltedo, scenografa de “L’Amica Geniale” (HBO, Rai 1) ha portato la sua vela, installazione per le Api, che proseguirà per l’orto botanico di Palermo. Caterina Borghi, partendo dall’installazione “Peluches” del 2017, benaugurante per i lavori del Municipio, ha illustrato il libro di Ilaria Perfetti “Quistello nel cuore”, 63 tavole in rosa, di tutti i negozi dal 1950 al 2000, negozi che attualmente sono inutilizzati, ma dove durante l’evento ci sono state le mostre di Isabella Rigamonti, Marcomini, Darra e Giuseppe Gradella. In piazza lo scultore del legno Radames ed i suoi allievi, hanno realizzato dal vivo diverse sculture. Numerosi i visitatori, tra i quali non è mancato il fedele collezionista Paolo Corbellani. s l

L’intervento site specific di Peter Hide311065

Peter Hide311065, l’opera finita

Francesco De Molfetta - Screencess (particolare)

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Viaggio pittorico dell’Andalusia Excellence Art Gallery in mostra itinerante di

Ettore Tiretto

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ll’inizio del mese, la Excellence Art Gallery di Massimo Cedrini ha aperto le porte del suo salone espositivo per la mostra personale di di José Rivas. Curata da Giuseppe Carnevale, erano presenti la dott.ssa Carmen Diaz, Direttore Generale della Cultura di Morbello e la dott.ssa Carmen Sanchez, Delegato territoriale andaluso per l’Impiego ed il Lavoro. Le 14 opere d’arte che rappresentano l’Andalusia come protagonista sono state esposte dal lunedì al venerdì nella rinomata galleria spagnola, che ha sede nella famosa “Milla de Oro”. Consuelo Buesa, una delle artiste in esclusiva alla Excellence Art Gallery, ha invece esposto le sue opere alla Paris Art Fair. Consuelo, originaria di Barcellona, è

membro del “Real Cercle de Bellas Artes de Barcelona”, il suo lavoro è stato recentemente esposto all’ “Art Show Puerto Banus” ed alla “Monte-Carlo Art Fair”. Dal 2015, la Excellence Art Gallery ha promosso artisti internazionali in tutto il mondo, in mostre, rassegne e fiere del settore a Miami, New York, Monte-Carlo e Parigi. La galleria procede quindi con costanza nel portare avanti con tenacia e coerenza i suoi progetti di promozione d’arte, mantenendo vivo il suo impegno nei confronti degli artisti, garantendo il sogno di una galleria “aperta” e “indipendente”, per molti anni a venire, con grinta e costanza, nonostante le difficoltà l dei tempi che stiamo vivendo. s [1] Opere di Consuelo Buesa con Massimo Cedrini e Giuseppe Carnevale. [2] Il gruppo di ballerine di flamenco durante il vernissage

[1]

[2]

INFO Excellence Art Gallery www.excellenceartgallery.com excellenceartgallery

EXCELLENCEARTGALLERY

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Gennaro Mele

La mostra antologica a Seregno di

Flavio Ennante

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al 30 ottobre al 14 novembre, presso la Galleria Civica Ezio Mariani di Seregno, si terrà la mostra antologica dedicata a Gennaro Mele, con l’intento di porre all’attenzione del pubblico uno dei suoi molteplici tratti artistici: il tempo. Il percorso espositivo è articolato su tre blocchi di opere, con circa 40 pezzi,

molti dei quali inediti, provenienti da collezioni private: i ritratti, i paesaggi e le “astrazioni”. La sua indagine pone l’attenzione sul concetto di trasformazione costante della materia, mostrandone un istante in modo analitico. Le sue opere catturano l’attenzione per i colori lucenti, talvolta aggressivi, immel diati alla percezione. s

SENZA TEMPO

mostra antologica su Gennaro Mele 30 ottobre - 14 novembre 2021

(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Galleria Civica Ezio Mariani, Seregno INFO T. +39 0362 263311 Da martedì a venerdì 17.00 - 19.30 Sabato e domenica 10.00/12.30 - 15.00/19.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.gennaromele.it

Gennaro Mele Al calar del sole 2021, smalto su tela, 70x35 cm. Courtesy Archivio Gennaro Mele

DANIELA BUSSOLINO daniela.bussolino@gmail.com

daniela_bussolino

Daniela Bussolino Artista www.danielabussolino.com

Mio dolce amore - 2019, polimaterico e acrilico su tela, 50x40x3 cm.


LUIGI MAPELLI “MAPO”

L.Mapelli “Mapo” - La genitrice - olio su tela - 70x90 cm.

info@artemape.com

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w w w. a r t e m a p e . c o m


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Chi e l’Artista Maltese MARIO ZAMMIT-LEWIS

M

ario Zammit-Lewis (Marsaskala, Malta - 1949), nato a Msida Malta 72 anni fa, si trasferisce a Torino nel 63, dove passa la sua adolescenza. Comincia a dipingere a 16 anni, partecipando a mostre estemporanee e frequentando il Liceo Artistico Vittorio Veneto, dove ha come maestro il pittore Raffaele Pontecorvo. La sua prima mostra personale si tiene nel 1970 ed è seguita da una seconda nel ‘71, entrambe a Torino. Negli anni successivi, giungono due nomine: nel 1979 ad accademico d’Italia con medaglia d’oro, e nel 1982 a Maestro di pittura a Salsomaggiore Terme. Partecipa poi a diverse collettive in svariati Paesi e, dopo una pausa, riprende a dipingere nel 2000 a Hong Kong e di

nuovo nel 2011 nelle Filippine, fino a quando nel 2015 si trasferisce a Malta, dove attualmente risiede in pensione come Artista Pittore ad olio. Nel 2020 partecipa a diverse competizioni: al “Premio Guglielmo II” tenutosi a Palermo, presso il Museo di Monreale (dove arriva 2° su 680 Artisti), oltre che ad altri concorsi a Roma, Budapest, Firenze, Parma, Lussemburgo (2019 e 2020) e New York. In ottobre è uscita la sua biografia artistica in 3 lingue. Le sue opere sono state pubblicate su “il Narciso”, sull’annuario artistico “TUTTARTE” e su “Artes” nel 1972, su “il Centauro” nel 1982, su tutti i numeri di ARTNOW pubblicati tra marzo 2020 e giugno 2021, su “Art Leader - Guida all’investimento” di Angelo Crespi, oltre che su vari quotidiani e riviste italiani e maltesi. Molti suoi lavori si trovano inol-

tre in giro per il mondo ed è apparso su ODEON TV nella loro serie “Storie di Artisti” con commento scritto e narrato dalla Dott.ssa Leonarda Zappulla. È stato inoltre selezionato da quest’ultima e da Vittorio Sgarbi per essere tra i 50 artisti di cui si parlerà nel programma di ART TV “I NARRATORI del nostro TEMPO”, commentato da Vittorio Sgarbi e disponibile per un anno via app; le opere mostrate nel programma verranno in aggiunta pubblicate in un volume d’eccezione. A seguito delle chiusure causate dal COVID, pubblica su Facebook e YouTube 6 video-esposizioni personali. A maggio 2021 partecipa ad un’esposizione a Palermo ed al Premio Caravaggio a Cesenatico, mentre una sua stampa viene esposta a Parigi; a giugno partecipa al Premio Michelangelo di Roma e, dal 15 dello stesso mese, i quadri della sua trilogia dantesca vengono esposti all’Istituto Italiano di Cultura a La Valletta, a Malta, dove rimarranno fino al 15 Settembre. Questa trilogia, realizzata in occasione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, è composta da Inferno, Purgatorio e Paradiso, ed è stata mostrata sulla rete televisiva maltese NET TV nel programma “Life & Style” condotto da Lea Hogg; a luglio, il quadro dedicato all’Inferno e andato in video proiezione sia a Firenze, durante la celebrazione dei 700 anni di Alighieri, che al Festival Cultura Identità Arte Viva di Casale Monferrato. A luglio ed agosto a preso parte alla Biennale di Cesenatico. Dal 2 al 7 luglio 3 opere verranno esposte a Roma in Via Margutta nella Galleria Area Contesa Arte, esposizione virtuale di 10 opere dal 10 Luglio al 10 Agosto a “VARRAGGIO 2021” a Varazze in Liguria, mentre il 7 agosto a ritirato a Venezia il suo “Trofeo Leone d’Oro”. Partecipa a BIANCOSCURO Contest 8a edizione a Monte-Carlo, sempre a Monte-Carlo all’OSCAR Della Creatività il 16 Ottobre 2021. Partecipa al “Premio ECCELLENZE STILISTICHE 2021 – Sguardi sull’Arte Contemporanea. Dal 30 Luglio al 15 Ottobre 2021 una sua Personale al FEUDO San Giorio in Valle di Susa (Piemonte) Esattamente 50 anni dopo la sua personale a Torino all’Hotel Alessandria nel 1971, esposizione passata il 16 Agosto 2021 su RETESETTE TV. Gli viene richiesto di partecipare a l’esposizione “Premio Internazionale Isabella d’Este” a Ferrara dal 29 0ttobre al 1 Novembre 2021 con il suo “S d’O RIP

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dipinto a olio 60x80cm”. Inoltre Leonarda Zappulla scriverà la recensione su 4 pagine di ARTISTI22 distribuito da Mondadori in collaborazione con ARTNOW. Sarà in Video esposizione con un’opera a Malta dal 1 Novembre al 31 Dicembre al MSA (Malta Society of Art) in quanto membro. Per Gennaio Covid permettendo ci sarà la sua “Mostra Personale Antologica“ all’ingresso del Nuovo Parlamento Maltese a Valletta progettato da Renzo Piano, Gennaio 2022. Sempre per il 2022 altri progetti in Europa e specialmente in Asia come Hong l Kong e Cina. s

Who is Maltese artist MARIO ZAMMIT-LEWIS?

M

ario Zammit-Lewis (Marsaskala, Malta – 1949) was born in Msida, Malta. He moved to Turin, Italy in 1963 as a teenager. He started painting at 16 and took part in exhibitions while studying at the Liceo Artistico Vittorio Veneto under master painter Raffaele Pontecorvo. His first personal exhibition was in 1970, followed by another in 1971, both held in Turin. In 1979, he received a gold medal from the Italian academy and in 1982 he was named Maestro di Pittura in Salsomaggiore Terme. He then went on to take part in exhibits around the world. After a break, he took to painting again in the year 2000 when he was in Hong Kong and again in 2011 while living in the Philippines. In 2015, he moved back to Malta and has been doing oil paintings ever since. In 2020, he entered various competitions: the Premio Guglielmo II, in Parlemo, in the Monreale Museum (he finished 2nd out of 680 artists) and other competitions in Rome, Budapest, Florence, Parma, Luxembourg (2019 and 2020) and New York. In October 2020, he published his biography, available in 3 languages. His work has been published in magazines such as Il Narciso, TUTTARTE and Artes in 1972, Il Centauro in 1982 and in all the editions of ARTNOW from March 2020 to August 2021. He also appeared in Art LEADER – A guide for art investment by Angelo Crespi as well as various newspapers both in Italy and Malta. Many of his paintings can be found around the world. He was featured on ODEON TV in their segment “Storie di Artisti” with com-

ments by Leonarda Zappulla. He was also selected by Ms Zappulla and Vittorio Sgarbi to be among the 50 artists that will be featured on ART TV in the segment “I NARRATORI del nostro TEMPO”, commented by Vittorio Sgarbi and available for a year on the app. The artwork presented in the programme will be published in an exceptional book. Because of COVID restrictions, he published 6 videos featuring his personal work, both on Facebook and Youtube. In May 2021 he took part in an exhibition in Palermo and in the Premio Caravaggio competition in Cesenatico. At the same time, one of his paintings was presented in an art gallery in Paris. In June, he entered the Premio Michelangelo competition in Rome. On June 15th, his trilogy on Dante Alighieri was hung up at the Italian Institute of Culture in Valletta, Malta where they will be available to see until September 15th. The trilogy was painting to commemorate the 700-year anniversary of Dante’s death. It depicts Hell, the Purgatory and Paradise and it appeared on Maltese channel NET TV in the “Life & Style” programme, presented by Lea Hogg. In July, the painting representing Hell was shown through video projection in Florence, Italy for the 700-year celebrations as well as at the Festival Cultura Identità Arte Viva in Casale Monferrato. In July and August, in took part in the Biannual in Cesenatico. From July 2nd to July 7th, 3 of his paintings were presented in a Gallery Area Contesa Art in Via Margutta in Rome. 10 of his

paintings were also shown during a virtual exhibit from July 10th to August 10th during the “Varraggio 2021” in Varazze, Italy. On August 7th, he travelled to Venice to receive the “Leone d’Oro” trophy. He is currently part of the 8th edition of the BIANCOSCURO contest in Monte-Carlo as well as the Oscar Della Creatività that will be held on October 16th 2021 also in Monte-Carlo. He took part in the “Premio ECCELLENZE STILISTICHE 2021 – Sguardi sull’Arte Contemporanea”. From July 30th to October 15th 2021, his work will be featured at the FEUDO San Giorio, in Valle di Susa, nel Piemonte. That exhibition happens exactly 50 years after his first personal exhibition in Turin at the Hotel Alessandria, back in 1971. The exhibition was featured in RETESETTE TV on August 16th, 2021. Leonarda Zappulla will also publish him with 4 pages in ARTISTI22 distributed by MONDADORI in cooperation of ARTNOW. FROM 29 Octobre to 1st Novembre he has been asked to be present with his oil painting 60x80cm “ S d’O RIP” at the Premio Int.le Isabella d’Este in Ferrara with the presents of V. Sgarbi. 1st November to 31 Decembre 2021 Video exhibition DREAM WORLD true MSA (Malta Society of Art) as he is a member.In January 2022, if Covid permits, his work will be featured in a personal exhibition at the entrance of the Maltese Parliament, in Valletta, the one designed by Renzo Piano. Other projects await for 2022 both in Europe l and in Asia. s

Mario Zammit-Lewis con il critico d’arte Vittorio Sgarbi

Facebook: “Mario Zammit-Lewis” YouTube: “Mario R. Zammit-Lewis” Google: “Mario Zammit-Lewis” Instagram: “mariozammitlewis” e-mail: alimarcpb@gmail.com - zlmario1@hotmail.com

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biancoscuro

BIaNCOSCURO ART CONTEST

Tutti i vincitori del

BIANCOSCURO Art Contest 18 settembre 2021 - Cerimonia di Premiazione a Milano. Conferiti i premi: “BAC Prize”, “Copertina”,

“Mostra Personale”, “ArtManagement”, “Menzione d’onore”, “Segnalazione di Merito” ed i premi “Mostra Collettiva”. di Flavio Ennante

A

nche quest’anno le votazioni delle opere in concorso al BIANCOSCURO Art Contest sono state impegnative. Talento e buona tecnica, spesso a far passare le ultime selezioni, per solo qualche punto, sono state le singole votazioni su creatività, tecnica ed esecuzione. Il 2021 vede la conferma del “BAC Prize”, assegnato quest’anno a Gianni Depaoli, vinto con l’opera “ventiventi”, realizzata utilizzando pelle e inchiostro di calamaro fissato al supporto in fibra con metacrilato. L’opera, valutata 3.000 €, entrerà a far parte della “Collezione BIANCOSCURO” insieme a grandi nomi dell’arte contemporanea come Morandini, Laveri, Moya, Rapetti Mogol, Potenza, Kostabi, e tanti altri. Come sempre, stretto riserbo sui risultati fino all’ultimo, i vincitori sono stati annunciati solo nella serata della Cerimonia di Premiazione, il 18 settembre a Milano, presso le sale del prestigioso Grand Visconti Palace. A tutti i presenti in sala è stata consegnata una copia del catalogo ufficiale, dove sono pubblicate tutte le opere iscritte, un pregiato catalogo con copertina in Soft Touch. Questo catalogo, oltre a raccogliere tutte le opere partecipanti all’edizione 2021 contiene un estratto delle opere della “Collezione BIANCOSCURO”. Durante la cerimonia di premiazione, a

veder riconosciuto il loro impegno in questa splendida cornice, tutti gli artisti iscritti che hanno potuto così ritirare l’attestato di partecipazione e conoscere una parte della Giuria. Doverosi i complimenti a tutto lo staff che lavora dietro le quinte per far sì che l’organizzazione di tutto il concorso sia perfetta, dalle iscrizioni ai vari servizi omaggio inclusi con la partecipazione, dai controlli anti-contagio da Covid alla assistenza durante la Cerimonia: ogni singola persona che ha collaborato alla riuscita dell’evento ha dato il meglio di sè. Nonostante le difficoltà incontrate a causa delle restrizioni e dei vari protocolli da rispettare, anche nel 2021 la cerimonia è perfettamente riuscita, è stato un momento di vera condivisione fra tutti i partecipanti. Il Direttore Vincenzo Chetta ha voluto aggiungere:“Vogliamo ringraziare anche quest’anno chi, non vincendo nessuno dei premi in palio, si è comunque complimentato con la Giuria, per l’attento lavoro svolto. Questo ci rende molto orgogliosi del nostro team!”. Un contest dalle basi solide, ormai affermato e punto cardinale nella società artistica, trampolino e conferma della buona arte contemporanea. I risultati sono stati resi pubblici anche sui siti internet www.biancoscuro.it e artcontest.biancoscuro.it, oltre che sulle pagine social di BIANCOSCURO e BIANCOl SCURO Art Contest. s

I cataloghi ufficiali 2021

Il pubblico presente in sala

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Vincenzo Chetta, Francessco De Molfetta, Franco Crugnola, Gianni Cella, Isabella Rigamonti e Daniela Malabaila

Il vincitore del BAC PRIZE “Collezione BIANCOSCURO”

GIANNI DEPAOLI “ventiventi”


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BIaNCOSCURO ART CONTEST PITTURA

FRANCESCO DABBICCO “Legami e distanza”

SCULTURA GRAFICA I 4 vincitori del PREMIO COPERTINA

IGOR GRIGOLETTO “Lacquered glass 004”

FOTOGRAFIA

MARIA TERESA RIZZUTI “La morte di Ninco Nanco”

STEFANO BARATTINI “Geometrie rurali - trittico 04”

I 4 vincitori del PREMIO MOSTRA PERSONALE

MATTIA CONSONNI “Sicily (Pino Daniele)”

MASSIMO SAVIO “Frammentazione di una forma cablata”

FRANCESCO CASOLARI “Pica Party”

BRUNO SALVATORE LATELLA “Stay away 2020”

I 4 vincitori del PREMIO ART MANAGEMENT

CLAUDIO ELLI “Il muro... Silenzio da riempire”

CAMILLA CUSUMANO “te attraverso me”

SANTO ANTONINO COPPOLA “Veduta di Scilla”

GIORGIO TONIOLO “Evolution”

Le Menzioni d’onore e le Segnalazioni di Merito Menzione d’onore: Elisabetta Bosisio, Rosanna Carlini, Barbara Clara Pereira. Segnalazione di Merito: Roberta Martinoli, Cinzia Inglese, Fabrizia Folchitto, Raquel Della Pina, Luca Speranza, Anastasia Yanchuk - Nati, Mariella Orsini, Stefania Zoppellaro.

I vincitori del PREMIO MOSTRA COLLETTIVA Gabriele Marchesi, Salvatore Privitera, Widmer Tassinari, Claudio Detto, Marco Fiaschi, Pierangelo Bertolo, Umberto Pettene, Paola Esposito, Pier Paolo Lorenzini, Simonetta Rossetti, Massimo Pelagagge, Mauro Martin, Mario Voria, Davide Ricchetti, Federica Rota, Vincent Messelier, Matteo Brambilla. 77


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“Silence Kills” 2018, tecnica mista su fibra, pelle e inchiostro di calamaro, metacrilato, 100x35x25 cm. Ph. Elena Parisi

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Gianni Depaoli

Premiato a Venezia per le sue opere di denuncia sociale di Vincenzo Chetta

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o scorso agosto, all’Hotel Principe di Venezia, Gianni Depaoli è stato insignito del Leone d’Oro per le Arti Visive. Depaoli è originario di Candia Canavese, in provincia di Torino, dove ancora oggi risiede e dove ha creato il “Museo Menotrenta”, ex magazzino frigo famoso per custodire lavori realizzati con pelli e inchiostri di cefalopodi dell’artista, ma al tempo stesso anche suo studio e laboratorio creativo. Luogo affascinante e pieno di opere emozionanti, l’ho visitato diverse volte, ma l’emozione più grande forse l’ho provata quando ho visto “Silence Skill”, proprio l’opera premiata a Venezia insieme a “Porzioni di Mare”. “Silence Skill” è un’opera unica dove tagli, incisioni, strappi, ferite, segnano in modo indelebile la materia. Un’installazione che denuncia il dramma della violenza sulle donne. Ominidi accecati

dal desiderio di prevalere e consci della perdita della loro supremazia, si vendicano picchiando e marchiando il loro possesso come animali, con segni permanenti, ferite, lividi, lacerazioni da acido. È composta da una scultura lacerata crudelmente, realizzata con pelle di cefalopodo, e da corpetti/armatura che la circondano e la proteggono, che simboleggiano gli strumenti di difesa della donna. Combattendo questa piaga con le loro forze, le donne ne subiscono le drammatiche conseguenze, perché non supportate in seguito all’avvenuta denuncia dei soprusi subìti. Questa l’opera di Depaoli ha conquistato la commissione artistica del premio insieme all’opera “Porzioni di Mare”, un progetto dalle tematiche attuali che porta ad evidenziare il problema della plastica nei mari. Mari e oceani sono invasi dalla plastica, al punto che si sono formate delle

Porzioni di mare 2019, tecnica mista su legno, resina, pelle di pesce, plastica, resina, 60x40x70 cm.

vere e proprie isole: le cosiddette Plastic island. La risonanza di questi riconoscimenti è arrivata ovunque e Depaoli è stato anche selezionato ed invitato ad esporre alla Triennale di Roma. Sono molto orgoglioso del percorso artistico di Gianni Depaoli e dei continui riconoscimenti che riceve sia dal pubblico che dalla critica. Voglio ringraziarlo a nome di BIANCOSCURO per il suo impegno, la costanza e la coerenza che mette nel suo lavoro, la sua carriera in continua ascesa dimostra forza e concretezza nel creare opere affascinanti, l ma dense di significato e mai banali. s Gianni Depaoli (1961). Artista materico, vive e lavora a Candia Canavese in un ex magazzino frigorifero, ribattezzato dall’artista Museo “Menotrenta”. Dal 2007 partecipa a mostre e installazioni sul degrado ambientale e umano, progetti itineranti sostenuti da musei e da Enti Istituzionali: Mare Nero Museo di Bergamo, Allarme Ambiente Museo di Scienze Genova, Rossomare Galleria di Arte Moderna di Genova, Biennale Italia-Cina, Biennale Venezia Padiglione Italia, Fondazione Piaggio, G.A.M. Genova, Ambasciata Monaco ospitano le sue opere. La nuova sperimentazione lo porta dal 2012 a utilizzare un materiale nobile organico, “le pelli e l’ inchiostro dei pesci e cefalopodi”, che seleziona in Asia Sud Orientale e Nord Europa dove ha fatto esperienza. Premiato in numerose manifestazioni tra le quali la Biennale di Asolo, GemLucArt Montecarlo; invitato al Museo del Porto di Portofino con un’opera site-specific. Quando non è impegnato nel suo studio, si dedica alle sue altre passioni: legge libri d’arte, si rilassa dipingendo e ascoltando musica. È possibile contattarlo scrivendogli all’indirizzo di posta elettronica arte@giannidepaoli.it o Facebook e Instagram.

Gianni Depaoli riceve il Leone per le arti Visive a Venezia

www.giannidepaoli.it Instagram.com/ giannidepaoli Facebook.com/gianni.depaoli.773

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FLORA

UN TECHNIQUE, UN LANGAGE, UN STYLE...

Alcune immagini della mostra “ART RIVIERA TOUR “ svoltasi a Saint Jean Cap Ferrat Costa Azzurra, a luglio. L’evento ha avuto la cura di Multi Arts Events Gallery Monaco by Wendy Lauwers, in collaborazione con l’agenzia Azur Nacré - Cannes

www.newartpromotion.it/flora


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Anastasia Yanchuk - Nati La bellezza delle donne di

Daniela Malabaila

L’

artista russa Anastasia Yanchuk, conosciuta nel mondo dell’arte con lo pseudonimo Nati, si racconta sulle pagine di BIANCOSCURO. Nata a Mosca, fin da piccola ha dimostrato un forte interesse verso le arti; sarà verso i sedici anni che deciderà di seguire questa sua inclinazione frequentando i corsi di disegno e pittura della Russian State University for the Humanities RGGU, incanalando successivamente il suo percorso formativo verso la International Academy of Business and Management, dove si è laureata in Design e Arredamento d’interni. Quest’ultimo corso di studi ha limitato la sua possibilità di espressione e di sperimentazione, ma subito dopo ha ripreso la sua ricerca personale senza più sottostare a regole stilistiche imposte, iniziando così di fatto la sua carriera artistica.

Trasferitasi in Italia, ha preso parte attivamente alla vita artistica a livello regionale, nazionale ed internazionale partecipando a numerose mostre collettive e fiere di settore, mostrando al pubblico la sua produzione e ricevendo numerosi, e meritati, consensi. Nati trae ispirazione per le sue opere dalla musica e dai viaggi che le fanno conoscere tradizioni e culture diverse. Oggi possiamo affermare che il tema principale della sua arte è rivolto verso la femminilità e verso l’immagine delle donne che varia nelle diverse culture ed identità etniche. Le opere di Nati focalizzano l’attenzione sulle differenze, sulle particolarità ed anche sulle imperfezioni, proprio per enfatizzare ancora di più il concetto di unicità di ogni donna, ciascuna illuminata dalla proprio bellezza. Il colore rosso riempie la scena, l’attenzione ai particolari non è generica, ma posta solo sui dettagli che vuole mostrare. Ogni artista crea per lanciare un messaggio: l’obiettivo di Anastasia è riuscire, attraverso le sue opere d’arte, ad ispirare e motivare le donne, verso una maggiore conl sapevolezza di loro stesse. s

Sopra: Anastasia Yanchuk (Nati) Kiss (Lips) 2020, tecnica mista, 50x50cm. Sotto: Anastasia Yanchuk (Nati) Dreaming About You 2021, acrilico su tela, 50x100 cm.

INFO anastasia.yanchuk@gmail.com Anastasia Nati anastasia_nati A sinistra: Anastasia Yanchuk (NATI) Summertime 2021, acrilico su tela, 60x60 cm.

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Gabriele Marchesi L’iperrealismo poetico

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i rado, al giorno d’oggi, capita di poter ammirare delle opere d’arte che, seppur nei binari dell’iperrealismo, evochino freschezza e contemporaneità: succede con le opere di Gabriele Marchesi. Dedito all’arte sin da giovanissimo, alla naturale abilità manuale ed al talento artistico affianca negli anni, validi percorsi di ricerca e studio. Seguendo la sua naturale evoluzione, notiamo come sia rimasto sempre fedele alla figurazione, certo cambiando nei temi ed evolvendo nei concetti e nei materiali, ma tutte le sue opere sono ben riconoscibili, che siano esse degli esordi o attuali. Nel tempo,

i soggetti ritratti si sono arricchiti di sentimento ed emozione: Marchesi, senza mai trascurare la precisione tecnica, è riuscito a dare un’anima ai corpi raffigurati. Le sue opere sono sicuramente il frutto di talento e dedizione, nulla è lasciato al caso, tutto viene studiato minuziosamente nei bozzetti preparatori (custoditi gelosamente nel suo laboratorio, ulteriori prove della professionalità dell’artista, se mai ce ne fosse necessità...), e poi trasportato sul supporto scelto (la tavola è solitamente la base preferita) utilizzando grafite e pastelli con diverse tecniche. Prendendo in esame le opere degli ultimi vent’anni, praticamente dal momento in cui Marchesi rivolge la sua ricerca

verso il taglio fotografico tipico della pubblicità, comprendiamo che non si tratta solo di una evoluzione nel percorso artistico, ma anche di una crescita personale portata nelle sue creazioni. Ogni sua opera, che raffiguri lo sguardo pieno di ricordi e fiero di un anziano canuto o una ragazza nel fiore degli anni, porta con sé un’emozione, una morale, un messaggio, o semplicemente un racconto. La tecnica perfetta gli permette di disegnare non solo ciò che è visibile agli occhi, ma anche tutto il carico emotivo del protagonista del suo quadro. Qui possiamo ammirare una sua opera del 2015 dal titolo “Sarà di nuovo primavera”: una donna curva sotto il peso del passato, stanca, sfinita anche fisicamente. Notiamo però come la sua mente stia fiorendo, ed ecco che non vediamo più solo la fragilità emotiva e la stanchezza fisica. La vediamo rialzare la testa, percepiamo la sua rinascita, la sua forza, la sua caparbietà. Marchesi ha partecipato a molte mostre personali e collettive, le sue opere hanno vinto numerosi premi e sono pubblicate in diversi volumi e riviste del settore: si conferma, ancora una volta, un punto saldo nel panorama artistico contemporaneo. Daniela Malabaila INFO contatto@gabrielemarchesi.pavia.it Gabriele Marchesi Sarà di nuovo primavera 2015, grafite e pastello su tavola, 100x100 cm.

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Art Fair

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Fiere, manifestazioni ed esposizioni internazionali International fairs, exhibitions and exhibitions

Italia

MiArt 1-3 aprile 2022 www.miart.it

BERGAMO Bergamo Arte Fiera 14-16 gennaio 2022 www.bergamoartefiera.it BOLOGNA Arte Fiera 21-23 gennaio 2022 www.artefiera.it

FORLI’-CESENA Vernice ArtFair 18-22 marzo 2022 www.verniceartfair.it

Grand Art da definire www.grandart.it

MONTICHIARI (BS) Expo Arte 6-8 maggio 2022 www.expoarteweb.it PADOVA Arte Padova 12-15 novembre 2021 www.artepadova.com

TORINO Artissima 5-7 novembre 2021 www.artissima.art

Flashback 5-7 novembre 2021 www.flashback.to.it Paratissima 5-7 novembre 2021 www.paratissima.it

AMSTERDAM (NL) Affordable Art Fair october 28-31, 2021 www.affordableartfair.com BARCELONA (E) Loop Fair november 16-18, 2021 www.loop-barcelona.com BASEL (CH) Art Basel june 16-19, 2022 www.artbasel.com

VENEZIA La Biennale di Venezia 23 apr. - 27 nov. 2022 www.labiennale.org Liste Basel june 13-19, 2022 www.liste.ch

Arte Forlì Contemporanea data da definire www.fieracontemporanea.it GENOVA Arte Genova 11-14 febbraio 2022 www.artegenova.com

Europe

Rhy Art Salon Basel june 16-19, 2022 www.rhy-art.com PARMA ArtParma 2-3 e 8-10 ottobre 2021 www.artparmafair.it

VERONA ArtVerona 15-17 ottobre 2021 www.artverona.it

PER INFORMAZIONI: SEGRETERIA ORGANIZZATIVA: +39 049 8800305

BERLIN (D) Berlin Art Week september 14-18, 2022 www.berlinartweek.de

PAVIA PaviArt da definire www.paviart.it MILANO Mia Photo Fair 7-10 ottobre 2021 www.miafair.it

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Pavia Art Talent 11-12 dicembre 2021 www.patpavia.it

VICENZA Arte Vicenza data da definire www.artevicenza.net

Positions Berlin september 15-18, 2022 www.positions.de


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BRUXELLES (B) Art Brussels (online) april 28-may 1, 2022 www.artbrussels.com

MADRID (E) Art Madrid february 23-27, 2022 www.art-madrid.com

Brafa january 23-30, 2022 www.brafa.be

MARBELLA (E) Art Marbella november 4-14, 2021 www.marbellafair.com

CHESTER (ENG) Chester Arts Fair november 12-14, 2021 www.chesterartsfair.co.uk COLOGNE (D) Art Cologne november 17-21, 2021 www.artcologne.com

MONTE-CARLO (MC) Art Monte-Carlo may 1-3, 2022 www.artmontecarlo.ch MONTREUX (CH) Montreux Art Gallery november 10-14, 2021 www.mag-swiss.com

GENEVE (CH) Art Genève january 27-30, 2022 www.artgeneve.ch KARLSRUHE (D) Art Karlsruhe february 17-20, 2022 www.art-karlsruhe.de INNSBRUCK (A) Art Innsbruck october 28-31, 2021 www.art-innsbruck.at

PARIS (F) Fiac october 21-24, 2021 www.fiac.com Art Paris april 7-10, 2021 www.artparis.com SALZBURG (A) Art Salzburg Contemporary september, 2022 art-salzburg-contemporary.com

World CHICAGO (USA) Expo Chicago april 7-10, 2022 www.expochicago.com DUBAI (UAE) Art Dubai march 10-12, 2022 www.artdubai.ae HONG KONG (CN) Art Basel Hong Kong march 24-26, 2022 www.artbasel.com

Affordable Art Fair august, 2022 www.affordableartfair.com MELBOURNE (AUS) Affordable Art Fair march 17-20, 2022 www.affordableartfair.com MEXICO CITY (MEX) Zona MACO february 9-13, 2022 www.zonamaco.com

ISTANBUL (TR) CI contemporary istanbul – 20 GENNAIO 20192021 october 7-10, O FIERA INNSBRUCK contemporaryistanbul.com

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VIENNA (A) LONDON (ENG) Vienna Contemporary Frieze London september 22-25, 2022 october 13-17, 2021 www.viennacontemporary.at www.frieze.com ART SALZBURG CONTEMPORARY & ANTIQUES INTERNATIONAL ZURICH (CH) London Art19 Fair– 21 OTTOBRE Art International 2018 Zurich CENTRO FIERA DI SALISBURGO january 19-23, 2022 sep. 30-oct. 3, 2021 www.londonartfair.co.uk www.art-zurich.com

MIAMI BEACH (USA) Art Basel Miami Beach december 2-5, 2021 www.artbasel.com

MOSCOW (RUS) Cosmoscow september, 2022 www.cosmoscow.com NEW DELHI (IND) India Art Fair february 3-6, 2022 www.indiaartfair.in NEW YORK (USA) ArtExpo NewYork november 18-21, 2021 www.artexponewyork.com Affordable Art Fair september, 2022 www.affordableartfair.com SHANGHAI (CN) Shanghai Art Fair september, 2022 www.sartfair.com SINGAPORE (SGP) Affordable Art Fair november 12-14, 2021 www.affordableartfair.com TOKYO (J) Art Fair Tokyo march 11-13, 2022 www.artfairtokyo.com TORONTO (CDN) Art Toronto october 28-31, 2021 www.arttoronto.ca VANCOUVER (CDN) Art! Vancouver may 5-8, 2022 www.artvancouver.net Per visualizzare l’elenco completo aggiornato inquadra con il tuo smartphone il codice QR e collegati al nostro sito ufficiale: w w w.b ian c o s c u ro.it /ar t -fai r s

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50º Art Basel La Regina è tornata! Di Vincenzo Chetta

Il piazzale di Art Basel 2021 Monster Chetwynd con la performance “Tears” [1]

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inalmente ha potuto festeggiare i 50 anni in grande stile, presentando 272 gallerie da tutto il mondo che hanno esposto le migliori opere d’arte disponibili sul mercato: Art Basel è tornata! Oltre a mostrare arte eccezionale all’interno delle sezioni “Galleries”, “Features”, “Statements” ed “Edition”, Art Basel ha presentato 62 opere d’arte monumentali in “Unlimited”; 20 progetti site specific in “Parcours”; due interventi performativi degli artisti Monster Chetwynd e Cecilia Bengolea; un ambizioso “Film program”, così come la famosa serie di conferenze della fiera “Conversations”. “La portata e l’ambizione di Unlimited e di Parcours di quest’anno testimoniano la dedizione delle nostre gallerie partecipanti. Stanno presentando audacemente progetti complessi, molti concepiti prima della pandemia, che ora assumono un nuovo significato”, ha affermato Marc Spiegler, Direttore globale di Art Basel. Unlimited è la sezione di Art Basel per progetti su larga scala, sculture monumentali, vaste pitture murali e vaste serie fotografiche che trascendono il tradizionale concetto di “esposizione” da fiera d’arte. Ancora una volta nel padiglione 1, Unlimited è stato curato per la prima volta da Giovanni Carmine, Direttore della Kunst Halle Sankt Gallen. In mostra le opere di Carl Andre, Robert [1] David Hockney “Pictures at an Exhibition, 2018/2021 [2] Maurizio Cattelan “Smoke”, Marian Goodman Gallery [3] Enrico Castellani - Tornabuoni Art

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Rauschenberg, Urs Fischer, Etel Adnan, Frank Bowling, Russell Lee, Carrie Mae Weems, Marion Baruch, David Hockney. Giovanni Carmine commenta: “La pandemia ha amplificato il nostro bisogno di un impegno diretto con gli ‘originali’. I nostri incontri con l’arte si sono intensificati: la nostra attenzione e la nostra voglia di confronto sono in aumento. In questo contesto, Unlimited si rivela il palcoscenico ideale per vivere queste sensazioni in uno spazio reale, per assaporarle, per rifletterci sopra”. La Messeplatz di Basilea si conferma attrazione principale con due interventi site-specific selezionati dai curatori di Unlimited e Parcours. Monster Chetwynd ha realizzato un’installazione ed una performance a cura di Giovanni Carmine, mentre il curatore di Parcours, Samuel Leuenberger ha lavorato con Cecilia Bengolea su una video installazione e una performance allestita all’interno della fontana della Messeplatz. Sviluppati in modo indipendente, i progetti di Bengolea e Chetwynd hanno coinvolto con successo i visitatori della fiera in un dialogo emozionante. Un successo annunciato. l Come sempre! s [4] Philipp Timischl “The embedded mentality of self-sufficiency”, 2021 [5] Urs Fischer “Untitled (Bread House)”, 2004 - 2006 [6] Liam Gillick “The Lights are no Brighter at the Centre”, 2017 [7] Kris Lemsalu “Holy Hello”, 2018 [8] Julius von Bismarck “Die Mimik der Tethys”, 2018/2020 [9] Maurizio Cattelan “Smoke”, Perrotin Gallery [10] Maurizio Cattelan “Smoke”, Massimo De Carlo Gallery [11] Giorgio Griffa - Lorcan O’Neill Gallery

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Vernice Art Fair

La fiera romagnola finalmente in presenza Di Ettore Tiretto

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i è tenuta il 17 settembre, presso i padiglioni della Fiera di Forlì, l’inaugurazione della 18esima edizione di Vernice Art Fair, con il taglio del nastro alla presenza del Sindaco di Forlì Gian Luca Zattini, il presidente della Fiera di Forlì Valerio Roccalbegni, la curatrice dell’evento Francesca Caldari e il presidente di Romagna Fiere Hazel Tedaldi. Numerosi, ma spaziati, i visitatori che hanno ammirato tutte le opere, non sono mancate come di consueto le mostre collaterali, 6 quelle organizzate quest’anno: Lumachine in viaggio, Tempo liquido, Io nel pensier mi finto, QuattroXquattro.com, EuroExpoArt, Ciao Dante. “Cammina, cammina... Striscia, striscia... hanno fatto un lungo viaggio in tutta Europa, fino a tornare in Italia e riposarsi 3 giorni a Vernice Art Fair”, sono le #lumachineinviaggio di Vittorio Valente, un simbolo, la trasfigurazione dell’artista e del suo percorso che unisce chi crea l’opera e chi ne entra in possesso e, attraverso questa, viaggia nello spazio e

nel tempo. Una metafora dell’arte e della storia, un continuo e incessante movimento di persone e idee. Impossibile da arrestare. “Io nel pensier mi fingo” è l’installazione proposta a Vernice Art Fair da Ignazio Fresu, artista che da anni collabora con la manifestazione forlivese dandole lustro. L’opera trae spunto da L’Infinito di Leopardi: “La visione è interiore. Questo è anche il luogo in cui è possibile “fingersi” le cose importanti della vita: l’amore, l’infinito, ciò che non vediamo ma che sappiamo esistere perché di esso ne abbiamo l’intuizione. L’ immaginazione è la via d’accesso che consente di esplorare la dimensione non governata dalla ragione. Queste scatole di pietra che contengono il mare sono un invito alla creatività, a riappropriarci della nostra immaginazione, a vivere i nostri sogni”, ci racconta l’artista. Vernice Art Fair 2021 si è conclusa il 19 settembre, rinnovando già l’appuntamento alla prossima edizione, nuovamente primaverile, e che si terrà dal l 18 al 22 marzo 2022. s

Il Sindaco e gli organizzatori al vernissage

Le lumachine in viaggio di Vittorio Valente

Nel pensier mi fingo di Ignazio Fresu

Pino Nania naniap@alice.it

“L’opera si compone di un pannello azzurro con rilievi che esprimono il mare. In sovrapposizione due sagome in alluminio su cui sono dipinte la nave di Ulisse che veleggia verso Itaca e l’immagine di Penelope su un fondo con venature del legno di ulivo. In primo piano, la strategica tela. Le due forme accostate profilano l’incontro in un abbraccio, proiezione spirituale dei due protagonisti. Sarà proprio l’osservatore dunque, a percepire il lieto fine della narrazione.”

BIANCOSCURO RIVISTA d’ARTE

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Miart

Chiusa con successo la prima fiera d’arte a tornare in presenza in Italia di Vincenzo Chetta

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i è conclusa domenica 19 settembre, con ottimi risultati, l’edizione di miart 2021, la prima fiera d’arte in Italia a ritornare “in presenza”. Organizzata da Fiera Milano, giunta alla sua venticinquesima edizione, è diretta per il primo anno da Nicola Ricciardi. Gli espositori che hanno partecipato alla manifestazione sono stati 142, provenienti da 19 Paesi oltre all’Italia, tradizionalmente divise in 5 sezioni: Established Contemporary, Established Masters, Emergent, Decades, Generations. La versione tradizionale è stata affiancata da miart digital che, attraverso la suddivisione in aree tematiche, ha arricchito l’esperienza dei visitatori con contenuti multimediali originali. Miart digital ha permesso, inoltre, un collegamento web diretto con Investec Cape Town Art Fair, la fiera d’arte sudafricana organizzata da Fiera Milano che si è svolta esclusivamente in digitale durante gli stessi giorni di miart. Quest’anno miart ha rivolto particolare attenzione alla parola poetica, interpretata come forma di linguaggio universale, a partire dal titolo scelto per accompagnare l’edizione 2021: “Dismantling the silence”, dall’omonima raccolta di versi del poeta statunitense di origine serba Charles Simić, a cinquant’anni dalla sua pubblicazione. Questo interesse è stato declinato in una serie di

iniziative pensate per valorizzare nuovi dialoghi tra passato e presente, storia e sperimentazione, e promuovere lo sbocciare di nuove forme di comunicazione tra tutti i soggetti che da sempre animano la fiera milanese. Animata dal desiderio di “mettere insieme, pezzo dopo pezzo, i mondi stellari”, miart ha coinvolto molte delle realtà milanesi chiedendo agli artisti protagonisti delle mostre di settembre di condividere versi, citazioni e frammenti di poesie significativi o influenti per il loro lavoro. Numerosi gli artisti coinvolti nel progetto: Maurizio Cattelan per Pirelli Hangar Bicocca, Simon Fujiwara per Fondazione Prada, Alessandro Pessoli per i Chiostri di Sant’Eustorgio, Nairy Baghramian per Fondazione Furla, Zehra Dogan per PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, Adrian Paci per ArtLine, Elisabetta Benassi per Fondazione Adolfo Pini, Simone Fattal per Fondazione ICA, Corrado Levi per Triennale Milano, Vincenzo Agnetti per Archivio Vincenzo Agnetti e Tõnu Kõrvits per MiTo Settembre Musica. Questa antologia-costellazione è stata presentata all’interno di miart digital, in quella che è stata a tutti gli effetti una mappa poetica della città di Milano. La prossima edizione di miart è fissata dal 1 al 3 aprile 2022, sarà la 26a e sarà diretta da Nicola l Ricciardi. s

Sopra alcune viste della 25ª edizione di miart

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biancoscuro

ART Innsbruck 2021 Dal 28 al 31 ottobre, la 25ª edizione di

Ettore Tiretto

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ernissage fissato per mercoledì 27 ottobre alle ore 17.30 all’Olympiaworld, momento in cui le personalità e gli appassionati d’arte del capoluogo tirolese si danno appuntamento, come ormai da 25 anni a questa parte, per vedere le novità delle gallerie internazionali e le provocazioni degli artisti, oltre che le importanti mostre collaterali che ogni anno aumentano di livello. Il merito di

questo longevo successo a va alla direttrice Johanna Penz, coadiuvata come sempre dal suo team, e BIANCOSCURO conferma anche per quest’anno il sodalizio, partecipando per la settima edizione consecutiva. s

Marchesi “Sarà di nuovo primavera”

l

25ª ART INNSBRUCK 28- 31 ottobre 2021 - Messe Innsbruck Vernissage ufficiale 27 ottobre 2021 Giovedì – Domenica: 11:00 – 19:00 Olympiaworld, Olympiastrasse 10, Innsbruck

BIANCOSCURO, esporrà ad Art Innsbruck le opere di:

Anna Badagliacca, Francesco Campanella, Paolo Camporota, Flora Castaldi, Maurizio Diana, Albert Ettori, Fabrizia Folchitto, Mario Ghizzardi, Khrissy, Gabriele Marchesi, Marlo, Alyona Lahertu, Sigrun Neumann, Meries Nunziata, Gabriella Pimpinicchio, Roberto Pino, Giuseppe Portella, Gian Reverberi, Gianluca Giuseppe Seregni

Portella “196 bugie”

Badagliacca “Untitled”

Campanella “Untitled”

Flora “Lunessance”

Ghizzardi “Tra graffi e mescolanze”

Seregni “VALUABLE SIGN”

Formacolor “Monde Actuel”

Khrissy “Eventide”

Folchitto “Les voiles”

Nunziata “Cube hologram”

Pino “Life disequalities”

Ali Lahertu “Mercury Planet”

Camporota “Disperazione”

Reverberi “Forma 3”

Diana “New Horizons”

Neumann “Homage a Nefertiti”

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... Anniversario speciale! In mostra le opere di Hundertwasser Di Ettore Tiretto

“M

ai gettare la spugna e mai arrendersi”, con questa intenzione Johanna Penz ha fondato 25 anni fa ART Innsbruck trasformandola in un appuntamento popolare e controverso nel calendario fieristico internazionale. “Da sempre siamo una fiera diversa dalle altre. Da noi trovate più glamour, più colore e una grande varietà di opere, un fatto che ha suscitato grande attenzione e ampie discussioni. E ha dimostrato di essere esattamente ciò che il nostro pubblico apprezza e ama di ART Innsbruck. Con un grandioso programma fieristico dimostreremo, con il cipiglio di sempre, che ART Innsbruck è un’istituzione ancora al passo con i tempi dopo 25 anni”, afferma Penz. La presentazione speciale di quest’anno della galleria WOS di Pfäffikon (Svizzera) è dedicata a Friedensreich Hundertwasser (1928-2000), uno dei più

importanti artisti del modernismo del dopoguerra. Le opere di Hundertwasser possono essere ammirate solo nei musei. Verranno esposti 50 pezzi unici, in parte mai resi pubblici, provenienti da una collezione privata. In tempi di crisi climatica, l’attivista ecologista Friedensreich Hundertwasser, a più di 20 anni dalla sua morte, è ancora noto in tutto il mondo non solo per le sue eccezionali opere d’arte, ma anche per le sue iniziative per la protezione dell’acqua e delle foreste pluviali, così come per la sua battaglia a favore di una società che bandisce i rifiuti, tema ancora una volta in piena attualità. La galleria WOS presenta inoltre le migliori opere d’arte moderna classica di Pablo Picasso. ART Innsbruck si conferma anche per il 2021 una splendida opportunità per fare rete con artisti e persone interessate, sol prattutto collezionisti e amanti dell’arte. s

Olympiaworld Innsbruck © Olympiaworld

Friedensreich Hundertwasser “Blaue Tränen” 1997, 76x49,7 cm.

MARCELLO SASSOLI

Il banchiere e la moglie

msassoli@skynet.be

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Gianluca Giuseppe

S E R E G N I

"OVERTURE TO PAINT" tecnica mista su tela sintetica, 60x40 cm.

santiepresepe@gmail.com


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Artissima 2021

Torna anche la sua versione digital, fortemente sperimentale di

Rebecca Maniti

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er la ventottesima edizione di Artissima, torna anche Artissima XYZ, con una novità: le sezioni, oltre a essere ospitate sulla piattaforma digitale, avranno uno spazio fisico. Nella Fiera tradizionale, tre le sezioni presenti: Present Future, curata da Ilaria Gianni e Fernanda Brenner; Back to the Future, curata da Lorenzo Giusti e Mouna Mekouar e Disegni, curata da Bettina Steinbrügge e Lilou Vidal. Come anticipato, per la 28ª edizione della fiera, Artissima XYZ presenterà anche tre mostre fisiche all’Oval, una per ogni sezione, con lavori selezionati dalle gallerie partecipanti. Le sezioni vivranno in uno spazio digitale cross-mediale capace di andare oltre la classica struttura delle viewing-room e dei cataloghi online, offrendo contenuti esperienziali. Evocando gli assi del sistema di riferimento cartesiano, il nome XYZ richiama l’approccio pluridimensionale e multimediale adottato dalla piattaforma, pen-

sata per restituire l’esperienza fisica attraverso quella virtuale. Il visitatore potrà così apprezzare il valore dell’opera d’arte non solo vedendola, ma anche ascoltando la sua lettura critica e scoprendone la genesi creativa attraverso contenuti fotografici e video che vedranno protagonisti gli stessi artisti, i galleristi ed i curatori. Artissima XYZ già nel 2020 si è affermata come un’esperienza originale, coinvolgente e di valore, sia per i collezionisti più esperti, sia per chi desidera approfondire l’arte contemporanea facendosi accompagnare dalle voci di coloro che tradizionalmente in una fiera, sia essa fisica o digitale, ne scrivono il racconto. Artissima XYZ concretizza quindi ancora una volta l’approccio fortemente sperimentale di Artissima. L’edizione di quest’anno è dedicata al concetto di “controtempo”, termine mutuato dall’ambito musicale, qui eletto a metafora della capacità dell’arte di battere sugli accenti deboli trasformandoli in punti di forza e creando un l contrasto di voce dominante. s

Yuli Yamagata ”Sopa”, 2020 Courtesy the artist and Madragoa, Lisbon

Joseph Grigely “Fuck You v.1”, 2020 Courtesy the artist and Air de Paris, Romainville

Tadáskía “língua preta”, 2019, photograph 35 mm. Courtesy Sé Galeria, São Paulo - Ph. Elenice Guarani

Ernest T., Article de démonstation n°104 Courtesy Semiose, Paris - Ph. A. Mole

Roberto Modenese Presente ad Arte Padova presso “Falzone Arte Contemporanea” Padiglione 4 - Stand 42

www.robertomodenese.it “Mezzanotte di luna”, acrilico su tela, 60x70 cm.

“Diversità”, acrilico su tela, 60x80 cm.


rosanna carlini

“Calma apparente” 2021 - olio su tela - 28 x 35 cm.

L’opera rappresenta un leopardo a riposo, apparentemente calmo, ma pronto ad una repentina reazione. L’immagine è metaforicamente collegata alla nostra vita che in questo ultimo periodo ha subito un arresto forzato, durante il quale ha aleggiato un apparente calma che però celava un senso di imminente pericolo, che ci ha costretti a rimanere vigili e attenti. L’opera è stata esposta dal 27 al 29 agosto 2021 all’Art3f - Salone Internazionale d’Arte Contemporanea Monte-Carlo, Monaco

Il catalogo della Fiera organizzata da art 3f a Monte-Carlo

rcsinclair68@yahoo.it cr_rosannacarlini

Arte Padova

La 31ª edizione dal 11 novembre 2021 di

Rebecca Maniti

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novembre, dal 12 al 15, con vernissage l’11 novembre, i padiglioni 1, 7 e 8 di Padova Fiere torneranno ad ospitare ArtePadova, dopo aver approntato tutti gli interventi in materia di rispetto dei protocolli sanitari, per la tutela di lavoratori, espositori e pubblico. Giunta ormai alla 31ª edizione, una tra le più longeve manifestazioni artistiche italiane, avrà la sua inaugurazione su invito, il 12 novembre alle ore 18.00, presso il quartiere fieristico di Padova di via Tommaseo. Quattro giorni dedicati all’arte moderna e contemporanea, oltre 15.000 opere in mostra su 28.000 mq di superficie, la partecipazione di oltre 300 espositori e una media di 26.000 visitatori per anno, in uno dei distretti fieristici più produttivi d’Europa dalla forte risonanza internazionale. ArtePadova, ricordiamo, non è solo una fiera d’arte dedicata alle gallerie con le loro notevoli proposte di moderno e contemporaneo, ma una fiera che dedica un intero padiglione (il pad.1) agli artisti emergenti. Presenti nella sezione CATS Contemporary Art Talent Show, giunto ormai alla 10a edizione, associazioni, artisti indipendenti, collettivi e gallerie dedite alla promozione emergente possono presentare al pubblico

opere d’arte dal costo inferiore ai 5000 euro. La sezione è quest’anno arricchita quest’anno dal Premio C.A.T. e dalla 3a edizione del Premio Mediolanum, da sempre sensibile all’arte e agli artisti emergenti del panorama contemporaneo, Banca Mediolanum, mette a disposizione un premio in denaro riservato agli artisti emergenti, il tutto a conferma del primato di ArtePadova l nella promozione del domani dell’arte. s Sotto alcune viste della passata edizione di Arte Padova

Art Parma Fair - Autunno 2021

I vincitori nuovi e vecchi del Biancoscuro Art Contest Di Ettore Tiretto

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Parma Fiere, dal 2 al 10 ottobre 2021 BIANCOSCURO avrà il piacere di esibire la sua selezione di artisti contemporanei vincitori nel 2021 al BIANCOSCURO Art Contest insieme ai premiati del BAC Winter Edition 2020. Gli artisti presenti nello stand BIANCOSCURO saranno: Pierangelo Bertolo, Matteo Brambilla, Eugenio Cerrato, Mario Cobàs, Claudio Detto, Claudio Elli, Rafael Espada, Paola Esposito, Laura Fasano, Marco Fiaschi, Igor Grigoletto, Mario Lensi, Francesco Loliva, Pier Paolo Lorenzini “COTTE”, Guido Mannini, Gabriele Marchesi, Arnaldo Marini, Mauro Martin, Vincent Messelier, Massimo Pelagagge, Umberto Pettene “UpArt”,Salvatore Privitera, Davide Ricchetti, Simonetta Rossetti, Federica Rota, Widmer Tassinari, Mario Voria “Miniz”. I buoni scambi commerciali delle precedenti edi-

zioni e l’ottimo afflusso eterogeneo di visitatori, appassionati e collezionisti da tutta Europa (grazie anche alla concomitanza del Mercanteinfiera) fanno si che una piazza come Parma, si possa collocare negli eventi commerciali più floridi del nord Italia. Importante e da tenere a mente che, anche nel 2021, Parma sarà Capitale Italiana della Cultura. Questo a dimostrazione e ricompensa degli sforzi fatti dall’amministrazione comunale l nel 2020 e negli anni precedenti. s

Art Parma - Edizione 2020

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Art International Zurich Dal 30 settembre al 3 ottobre 2021 Di Ettore Tiretto

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nche nel 2021, Art International Zurich tornerà nel Puls 5, un’ex fonderia protetta dai beni culturali. Grazie alla sua architettura aperta ed al soffitto alto, la sala è molto ventilata su tutti i lati e nella parte superiore e le distanze possono essere facilmente mantenute. Questo formato espositivo ha già dimostrato la sua validità nel 2020 durante la pandemia. L’affascinante architettura industriale dispone di molta luce naturale e crea un ambiente moderno e suggestivo. Con standard elevati ed una gamma internazionale di opere d’arte, la rassegna si è affermata negli anni come fiera d’arte nel cuore di Zurigo. Dal 1999 offre opportunità di contatti, vendita e scambio. Con la sua internazionalità, è diventata una delle preferite a Zurigo, per molti visitatori è una data fissa. Art International Zurich non è solo una mostra mercato, ma anche un forum per lo scambio individuale e la comunicazione. La mostra è uno spazio interdisciplinare ed un luogo di incontro per galleristi, collezionisti e artisti. Le opere di Art International Zurich sono diverse e affascinanti quanto gli artisti stessi, che spesso sono presenti di persona. Art International Zurich è diventa una fiera

Elisabetta

Bosisio

architetto - pittrice - scultrice

della scoperta. Così, anche lontano dagli accattivanti stand del white cube, si possono trovare presentazioni d’arte di successo e personali. Questo concetto espositivo di spazi esperienziali ha un potenziale futuro e rappresenta il cambial mento nel settore fieristico. s Sotto la passata edizione di Art International Zurich

FRAMMENTO n.1 2021 - tecnica mista pigmenti naturali, terre armene, cenere e frammenti di vetro raccolti, su tela, 30x30 cm.

“Percorsi di Luce e di Vita , nella cenere dei giorni ,che si consumano…”

Mia photo Fair

Dal 7 al 10 ottobre, al Superstudio maxi di Milano di

Rebecca Maniti

L

a più importante fiera italiana dedicata alla fotografia ritorna con le visite in presenza e lo fa con molte novità: nuove date, nuova sede, nuove sezioni, un panel di 90 gallerie a cui si aggiungono 50 espositori tra editoria, design e progetti speciali che portano il numero totale a 140. Un anno di sospensione che non è passato invano. Sono davvero molte e interessanti le novità che il pubblico troverà dal 7 al 10 ottobre 2021. Un’edizione tutta speciale, a partire dall’artista che cura l’immagine coordinata: il fotografo britannico Rankin che si è sempre contraddistinto, durante la sua lunga carriera, per l’approccio audace dietro l’obiettivo. Un estro capace di dar vita a immagini incisive, ritratti che rientrano a pieno titolo nell’iconografia contemporanea. Per dare un volto “inedito” alla fiera, Rankin ha utilizzato le immagini tratte dal suo progetto Saved by the Bell.

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Mia Fair non poteva dimenticare di rendere omaggio a uno dei suoi più cari amici, Giovanni Gastel, recentemente scomparso: il progetto espositivo che il fotografo milanese aveva ideato per l’edizione 2020, sarà infatti proposto nell’edizione l di ottobre. s

LUNA ROSSA 2021 - tecnica mista pigmenti naturali armeni e cenere su tela, 60x60 cm. “La Luna dei Poeti e degli Amanti, si tinge di rosso e… si ammanta di cenere. La sua diafana luce rifulge solo un poco, In questo Tempo sospeso nel Silenzio del Mondo”

Liu Bolin “Duomo, Milano” 2019, Stampa a getto d’inchiostro. Courtesy: Galleria Gaburro, Verona

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ividere o unire? Anche se non ricordavo chi fossi, sentivo di essere propensa alla scelta di unire o perlomeno di trovare una via di mezzo tra le parti. Questo meditavo, ogni giorno in più, vivendo da vicino la Mongolia. Le Terre di Mezzo dell’Asia Centrale, nella storia, sono pensate come luoghi da temere, vissuti da temibili guerrieri, ma in un’antica realtà non era così, è da sempre è una terra libera e predisposta ad un crocevia di etnie. La paura si era configurata nel leggendario Gengis Khan che nel 1200 d.C. riuscì a conquistare ed unificare tutto l’Oriente, sconfiggendo una moltitudine di popoli e arrivando sino all’Oceano Pacifico. Molto prima dei grandi conflitti, questo territorio era una leggendaria patria d’unione tra fratelli (ed una sorella) di sangue, il cuore d’incontro di un’unica grande cultura matriarcale e patriarcale, con un antico sapere dimenticato. Eravamo alla ricerca di tavolette, trasportate anticamente dall’India, che narravano dell’ancestrale popolo “00”, quell’ancestrale DNA fantasma che pervade un quarto del nostro patrimonio genetico, denominatore di tutti i popoli. Questi, da sempre, hanno in origine una lingua madre Ta_Senzar ed un principale obiettivo di vita, cancellato dalla storia a causa delle sovrapposizioni e della dispersione delle lingue dei popoli. Eve, essendo genetista, sapeva che dal 2009 i dati sul genoma completo e sul DNA antico (la nuova scienza del passato dell’umanità), hanno fatto vacillare opinioni in campo ar-

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96 Mongolia del Sud © Photo by Adele Arati

[25ª puntata]

Le terre di mezzo, i percorsi del mito, il cammino piramidale dell’essere

Mongolia del Sud: sulle tracce della memoria perduta

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cheologico, storico, antropologico e linguistico. Lo studio del genoma spiega chi siamo e può trovare la prova del salto di specie tra animali e umani. Era il 12 luglio 2013, erano passati 331 giorni dalla visita nella grotta di Tsagaan Agui, ma ciò che mi risuonava in testa da quella notte era la voce di Eve che mi sussurrava: “Un giorno ti salverò”. Eravamo rimaste solo io e lei a continuare le esplorazioni al Sud di questa nazione di libero passaggio, ma al nostro piccolo gruppo di ricerca si aggiunsero tre donne: Adele, Arivle e Margot (la Direttrice), che mi dissero che per prolungati studi, saremmo rimaste in Mongolia un altro anno. Ancora nessuna traccia sulla mia identità, se non fosse stato per la borsa consegnatami da Arivle: dalla curiosità la aprii. Non conteneva molto, solo una collana con 8 strani simboli e con un punto posto dopo i primi tre. La trovai bella, la indossai e nel guardarmi allo specchio, passai una mano alla gola. Nonostante il monile, a sensazione tattile, mi sembrò mancare ancora qualcosa. Questo territorio a Sud è raggiungibile con i vagoni della Transmongolica da Mosca a Pechino, poi si dirama tra le capitali Ulan-Bator e cinese. In alternativa si possono usare dei potenti fuoristrada. Personalmente non sapevo come arrivai al Ger Camp vicino ai monasteri di Ongiin Khiid, era un mistero; la cosa certa è che ripresi coscienza all’incirca un anno dopo, quella notte passata alla grotta di Tsagaan. Un altro buio temporale si aggiungeva alla mia storia, come un treno in corsa su rotaie perse nel nulla. In quel momento mi trovavo al punto di sosta per le carovane, che arrivavano o partivano per attraversare i deserti di Gobi e del Taklamakan, per raggiungere il sud della Mongolia e la Via della Seta. Mi stavo preparando all’incontro con nuove scoperte di viaggio ed entrai in uno dei templi che erano sul mio cammino, mi aveva attirato la vibrazione che proveniva dal suo interno, sembrava di una conchiglia. La musica, come i nodi spiraliformi, è un aspetto simbiotico per questi popoli, che ancor prima di camminare imparano ad andare a cavallo, a cantare le leggende della storia ed a captare il suono matematico dell’acqua. Mongolia del Sud © Photo by Adele Arati

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Una volta uscita dal tempio, vidi una Yurta lì accanto, e naturalmente entrai a curiosare. Questa abitazione tipica dei nomadi dell’Asia Centrale è ricoperta di feltro di lana, per resistere alle rigide temperature di notte e quelle altissime di giorno: è come un’energia che, proteggendo, dona la forma. Qui trovai dei reperti archeologici della zona, tra cui delle tavolette di pietra che si narra provengano da Khara Khoto e Tsagaan Agui, appartenenti all’esteso complesso monastico distrutto durante la rivoluzione del 1921. Questa tipologia di struttura è universale, presente anche in altri luoghi con nomi differenti. Poi notai all’interno una decorazione a forma di croce come quelle dipinte nell’edificio sacro a fianco, e riscontrai fosse simile o uguale a quelle viste in altre parti del mondo, in particolare simile a dei pittogrammi preistorici dell’Italia e del Perù. La croce Andina chiamata ChaKana, simboleggia i tre livelli di vita ed è l’unione rappresentativa di universi paralleli (questa mi riconduceva all’Albero del mondo e della Vita che collega i tre mondi). La stessa Gher (altro nome con cui chiamano questa abitazione) è concepita come un microcosmo di un bi-universo e ben descritta dalle icone presenti. Il suo colore predominante è solitamente l’arancione, come il potente sole delle albe e dei tramonti di questa terra, infatti l’ingresso è quasi sempre rivolta a Est, come tutti i luoghi rituali della terra. Potei constatare che anche la stessa abitazione era un reperto sopravvissuto, che si perdeva alle origini della storia Da Ongi verso Bayanzag, finalmente eravamo a Sud alla volta del deserto del Gobi, e dopo avere rintracciato alcune tavolette, andammo in perlustrazione all’interno delle Flaming Cliffs, le formazioni rocciose infuocate. Il sito è ricco di fossili, essendo depositi marini con spessi strati di argilla cementati da calcare bianco. 135 milioni di anni fa, nel Cretacico, qui c’era il mare, ma nel Paleocene le forze tettoniche sotto all’altopiano hanno innalzato le falesie e con l’azione dell’erosione sono usciti allo scoperto i tesori nascosti: rivoli di un fiume e resti di dinosauri. È bene ricordare che in questi luoghi, tra il 1922 e il 1925, una spedizione americana guidata da Andrews Roy Chapman, ha portato Mongolia del Sud © Photo by Adele Arati

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alla luce importanti reperti paleontologici risalenti a milioni di anni fa, tra cui due giganteschi Tarbosauri, parenti coevi dei Tirannosauri Americani. Nel passare del tempo ci inoltrammo nelle coste rocciose di Tsagaan Suvraga, fenditure che tagliano il terreno da est a ovest e centinaia di millenni di anni fa sommersi da ricche acque fluviali. Poi a 30 km, alle pendici del complesso montuoso, visitammo le pitture e i graffiti rupestri di Khavtsagait, i quali ci narrano del rapporto tra animali giganteschi e strani esseri, e della vita nomade dei popoli che qui hanno vissuto. Scene già viste in antiche raffigurazioni su pietra, di altri luoghi della Terra e senza ancora una datazione certa. Recentemente, nella Regione Autonoma della Mongolia ed in Cina settentrionale, sono state rintracciate tantissime grotte intatte, con affreschi recenti e pitture rupestre antichissime, oggi sotto protezione dello Stato. 24c) apPunto: “Trame d’autore, antichi saperi segreti, verità nascoste (a chi non sa come interpretarli) e conservate così, nell’antica roccia. L’aRTé li ha conservati per restituirceli in futuro...” Ormai era l’11 luglio 2014, era passato un altro anno e riuscivo a tirare nuovi fili. Intanto, con Adele l’artiStà (una delle mie compagne di viaggio), avevamo Crea_R_Evoluto un progetto artistico: <aaRTI.ram>. Dopo soli tre giorni, il 14 luglio, Adele e Margot tornarono alla sede dell’Istituto a Parma. Arivle come era apparsa era scomparsa, mentre io e Ave partimmo per l’ultima tappa in Mongolia, al confine con la Cina: passando per il Gobi più meridionale, le Khongoryn Els e verso la leggendaria Khara Khoto: dovevamo unire e trovare la via di mezzo, una verità sulle tracce della Memoria Perduta. Adele Arati

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[...] continua sul prossimo numero di BIANCOSCURO

Ogni riferimento a cose e persone è puramente casuale, le parti culturali sono vere, ma intrecciate dai fili della fantasia Crea_R_ Evolutrice. Testi tratti dal primo romanzo artistico Fanta-ma-Scientifico n°00 by adele arati: “Il suono Matematico dell’Acqua”.

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Giulio Di Meo - “Anticorpi Bolognesi”. ColornoPhotoLife

Colorno Photo Life Uno sguardo… Un ritratto di Mario

Gambatesa

L’

autunno alla Reggia di Colorno è dedicato alla fotografia: il festival fotografico “COLORNO PHOTO LIFE” si terrà fino all’8 dicembre 2021 tra la Reggia e L’Aranciaia. In questa occasione, la Reggia apre al pubblico alcune sale recentemente restaurate che saranno inserite nell’itinerario di visita alla sontuosa dimora di Maria Luisa di Asburgo-Lorena, Duchessa di Parma e Piacenza e Imperatrice di Francia. Sono in programma due monografiche celebri, a cura di Sandro Parmiggiani e organizzate da Antea in collaborazione con la Provincia di Parma e dal Gruppo Fotografico Color’s

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Light e grazie ai prestigiosi prestiti del Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università degli Studi di Parma. Filo conduttore dei due eventi espositivi è il ritratto, in particolare quello di scrittori, intellettuali e attori di teatro. La prima, in ordine temporale, inaugurata il 12 settembre scorso, è “Ferdinando Scianna. Due scrittori: Leonardo Sciascia e Jorge Louis Borges”; la seconda, visitabile dal 16 ottobre, sarà “Carla Cerati. Uno sguardo di donna su volti, corpi, paesaggi”. Così Sandro Parmiggiani anticipa i contenuti delle due rassegne: “Ferdinando Scianna, nei 44 ritratti di Leonardo Sciascia e di Jorge Luis Borges, scava nei volti e nei corpi

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di due scrittori a lui molto cari. Più ampia è la rassegna di immagini di Carla Cerati. Le 88 fotografie in mostra, tutte provenienti dal fondo Cerati presso lo CSAC di Parma che le presta per l’occasione, ritraggono personaggi che lei ebbe modo di frequentare: scrittori, artisti, architetti e gente di teatro. Altrettanto significativi sono i nudi di donna in bianco e nero ed i paesaggi, soprattutto quelli delle Langhe, che evocano le atmosfere di Cesare Pavese e di Beppe Fenoglio, in sintonia con le ricerche sul segno nell’arte e nella fotografia degli anni Sessanta”. La Reggia di Colorno dunque stupisce ancora, questa volta con il tema del ritratto, che è sempre stato una materia importante della fotografia, una rapida fulminea organizzazione della realtà, un magnetismo, un sentimento, né prima né dopo, ma in quel preciso istante immortalato per sempre. Le due mostre rientrano nel programma del festival, che intende offrire agli appassionati di fotografia di ogni livello l’occasione di esporre le proprie opere al fianco di quelle dei maestri e vedere le ultime tendenze nell’ambito della fotografia nazionale. Proprio per la mission della rassegna, molto importanti sono le mostre di giovani autori emergenti site nello spazio museale del MUPAC di Colorno, nel locale settecentesco dell’Aranciaia dove, solo fino al 10 ottobre,

Sopra: Luigi Ottani - “Shooting in Sarajevo”. Credit ColornoPhotoLife Sotto: Giulio Di Meo - “Anticorpi Bolognesi”. ColornoPhotoLife

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Sopra: Francesca Artoni, dalla mostra “Ruggine”. Credit ColornoPhotoLife Sotto: Matteo Placucci. Credit ColornoPhotoLife

si possono visitare: “Il condominio” di Veronica Benedetti; “Brain Damage” di Michele Di Donato, a cura di Loredana De Pace come “Crossing the Balkans” di Matteo Placucci, che proseguirà poi fino al 7 novembre. A quest’ultima si aggiungeranno le mostre “Anticorpi Bolognesi” di Giulio Di Meo in collaborazione con Stop - piccolo festival indipendente di fotografia; “Ruggine” di Francesca Artoni (vincitrice Colornophotolife 2020); “Della presenza” di Maria Cristina Comparato; “Shooting in Sarajevo” di Luigi Ottani, su progetto di Roberta Biagiarelli e Luigi Ottani e la collettiva Color’s Light. Altre esposizioni mostreranno i risultati dei laboratori tematici “L’uomo e L’umanità” del dipartimento cultura della FIAF in rappresentanza dei festival gemellati (“FacePhotoNews”, “Una penisola di Luce”, “CARPI Foto Festival”) e dei gruppi fotografici Bottega Fotografica Boretto RE e del GF Colibrì di Modena, saranno diffuse nel paese, al piano terra dell’Aranciaia, all’interno della Venaria, nella sala civica “Mulino Ducale” e in diversi spazi commerciali.

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Colorno Photo Life si propone di essere un punto di riferimento per i giovani fotografi che vogliono fare della passione per la fotografia un lavoro, oltre che creare un momento di confronto in cui dispensare e trovare consigli per migliorarsi ed evolvere la l propria visione della fotografia. s COLORNOPHOTOLIFE Il fattore umano

12 settembre - 08 dicembre 2021 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Reggia di Colorno / MUPAC, Colorno INFO T. +39 0521 312545 / 0521 313790 info@colornophotolife.it Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.colornophotolife.it

In alto a destra: Veronica Benedetti - Strati di me, Cambiare Volto dalla mostra “Il Condominio”. Credit ColornoPhotoLife A destra: Maria Cristina Comparato - dalla mostra “Della presenza”

KHRISSY CLEMENT

Gravity digital Fine art photography - Alu printed, framed 104,6/104,6 cm. Print Edition: 1/5 ©Khrissy.Clément

contact@khrissyphotography.com - www.khrissyphotography.com


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Tina Modotti Libera e anticonformista di Rebecca Maniti

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ochi giorni ancora per poter visitare una grande mostra al Mudec di Milano, quella dedicata ad una delle più grandi interpreti femminili dell’avanguardia artistica del secolo scorso: Tina Modotti. Nata ad Udine nel 1896, fotografa, ma anche attivista e attrice, è considerata una delle più grandi fotografe dell’inizio del XX secolo. Le fotografie da lei scattate in Messico, dove si trasferì, illustrano la sua militanza politica, umana e politico-sociale. Proprio a causa del suo impegno nell’attivismo politico, venne ingiustamente accusata di complici-

tà nell’assassinio del suo compagno, il giornalista cubano Mella, e poi di aver preso parte all’atten-

tato al presidente messicano. Cacciata dal Messico, gli Stati Uniti l’avrebbero accolta solo se avesse rinunciato alle sue convinzioni politiche, offerta che naturalmente declinò, vivendo in seguito da rifugiata politica in Germania e in Russia, per poi impegnarsi nella guerra di Spagna in soccorso delle vittime del conflitto. Verrà accolta nuovamente in Messico, dove visse nell’ombra i suoi ultimi anni accanto a Vittorio Vidali. La sua riscoperta iniziò negli anni Settanta proprio grazie a lui che, In alto: Tina Modotti Prospettiva con fili elettrici 1925, Messico © Tina Modotti A sinistra: Tina Modotti Concha Michel suona la chitarra 1928, Messico © Tina Modotti

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rientrato in Italia e divenuto senatore, iniziò a scrivere di Tina e a rendere pubblico il suo lascito artistico. Con la nascita del Comitato Tina Modotti nel 1973 e con l’apporto determinante di Vidali, si avviò la ricostruzione della collezione al tempo più esaustiva delle sue opere e dei documenti che riguardano la sua vita. La mostra “Tina Modotti. Donne, Messico e libertà”, aperta al pubblico fino al 7 novembre 2021, fa parte del palinsesto del Comune di Milano “I talenti delle donne”, è promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE, e in collaborazione con SUDEST57, il Comitato Tina Modotti di Udine. La cura è affidata a Biba Giacchetti, l’esposizione comprende un centinaio di fotografie, stampe originali ai sali d’argento degli anni Settanta realizzate a partire dai negativi di Tina (negativi che Vittorio Vidali consegnò al fotografo Riccardo Toffoletti) e video che raccontano la sua vita, fatta di miseria e di fama, di arte e di impegno politico. Attraverso questa mostra possiamo scoprire quanto la Modotti sia sempre rimasta fedele a se stessa in tutte le fasi della sua esistenza. Che si trovasse in agio o in grande difficoltà, i suoi pensieri e le sue

azioni non cambiarono mai. La coerenza fece di Tina un simbolo, ancora attuale, della donna emancipata e moderna. In una società come quella odierna, in cui non solo le donne, ma anche gli uomini vengono ostacolati e perseguiti per le proprie idee di libertà su ogni fronte politico, sociale e umano, l’esempio di questa artista dovrebbe essere ricordato e tramandato, non solo nelle collezioni dei più importanti musei del mondo, per far crescere (e diventare) individui l migliori. s Alcune viste del percorso espositivo della mostra “Tina Modotti. Donne, Messico e libertà” A destra: Tina Modotti Eleganza e povertà fotomontaggio, 1928, Messico © Tina Modotti

TINA MODOTTI

Donne, Messico e libertà 01 maggio - 07 novembre 2021

(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) MUDEC – Museo delle Culture, Milano INFO T. +39 02 54917 Lunedì 14.30 - 19.30 Martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 10.00 - 19.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.mudec.it

ANTONIO MANCINI Pittore di Pensiero

Mostra Antologica oltre cinquant’anni di ricerca Presentazione di Fabrizio Rovesti

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Dal 2 al 17 ottobre 2021 - Inaugurazione sabato ore 17.00 Orari: sabato 15.00 - 19.00 domenica 10.30/12.30 - 15.00/19.00

Pinacoteca del Castello - Via Castello 1, Legnano

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Oliviero Toscani A Milano i ritratti del suo Warhol di Ettore Tiretto

U A destra: Oliviero Toscani Senza Titolo 1971-1975 stampa fotografica 39x59 cm. Sotto: Oliviero Toscani Senza Titolo 1971-1975 stampa fotografica 100x68 cm.

na nuova mostra personale di Oliviero Toscani si è inaugurata lo scorso 16 settembre a Milano, presso la Antonio Colombo Arte Contemporanea: “Photographs of Andy Warhol”. La cura della mostra è stata affidata a Luca Beatrice e le fotografie esposte sono state selezionate personalmente da Toscani: scattate tra il 1971 e il 1975, sono in gran parte inedite e sono sia la testimonianza dei suoi anni newyorkesi, che la dimostrazione di un’estetica tipica del reportage, immediata. Possiamo infatti scoprire, attraverso questa mostra, come

Toscani abbia ritratto Warhol, non per trasmettere celebrità, ma per mostrare il vero, l’autentico momento vissuto con naturalezza. Conosciuto a livello internazionale, creatore di immagini corporate e comunicazione aziendale, Toscani non è solo quello di “non avrai altro jeans all’infuori di me”, ha infatti realizzato campagne di interesse e impegno sociale dedicate alla sicurezza stradale, all’anoressia, alla violenza contro le donne, al degrado del paesaggio italiano, all’osteoporosi, al randagismo, all’integrazione. A New York conosce un Andy Warhol sopravvissuto all’attentato del 1968, e ne

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OLIVIERO TOSCANI Photographs of Andy Warhol Antonio Colombo Arte Contemporanea, Milano September 16 - October 30, 2021

A

ntonio Colombo Arte Contemporanea is pleased to present Photographs of Andy Warhol, a solo exhibition by the Italian photographer Oliviero Toscani, curated by Luca Beatrice. In 1975 Oliviero Toscani was one of the leading figures of Italian and international photography. Just past 30, he had already produced the ad campaign that made him famous and controversial. With Jesus Jeans and the famous slogans “he who loves me will follow me” and “you shall have no other jeans before me,” he tackled the first storm of criticism in his long career, which would lead one decade later to the long relationship with Benetton, a true Copernican revolution of advertising imagery. At the time, New York meant Andy Warhol. After surviving a murder attempt in 1968, Warhol was going through a phase of rethinking of his work: he concentrated on the silkscreen portraits by commission, produced an experimental trilogy of Paul Morrissey, Flash, Heat, Trash with Joe Dallesandro, and above all he was busy with his latest discovery, the Polaroid, which enabled him to shoot thousands of instant images of those who came to see him at the Factory, which in the meantime had been moved to Union Square. The frequent visitors to the Factory included Oliviero Toscani, with his camera, who captured the flamboyance of Warhol, using him as the model and protagonist of this cycle of black and white shots, in a rough, immediate approach, without any retouching or correction, capturing the improvised creative frenzy of a place whose fascinating energy lives on in the images.For this exhibition, Toscani has personally selected 50 photographs taken from 1971 to 1975, most of which have never been shown elsewhere, including little-known images that bear witness to his years in New York. The immediate impact resembles that of photojournalism, where the personalities are at the center of the scene, but the fulcrum is represented precisely by the camera, as an appendix of the body, a tool of investigation. Dressed like a gentleman at leisure, with his taste for Brooks Brothers shirts, Toscani’s Warhol is more ordinary than usual. When he is not making photos, he is ordering contact prints, talking with friends, and only rarely strikes a pose. With respect to other “official” photographers of the Factory, like Stephen Shore, Billy Name and Nat Finkelstein, Oliviero Toscani’s gaze is less clinging, less inclined to succumb to Warhol’s “divinity”; instead, it bears witness to very natural moments of life, to something authentic that l has never faded with the passing decades. s

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coglie il lato vanesio utilizzandolo come modello e protagonista di questo ciclo di immagini in bianco e nero, dal taglio ruvido e immediato, senza alcun ritocco né aggiustamento, dove testimoniare la frenesia creativa improvvisata di un luogo che ha mantenuto inalterato il suo fascino. Visitabile fino al 30 ottobre, questa mostra si rivela un’ottima occasione per indagare non solo l’autore, ma anche il modello, magicamente connessi in l questi scatti degli anni ‘70. s

DENISE

B er n asconi

dalla serie DARKO fotografia digitale 75x50 cm.

“Only the people who wait watch the Sky burn”

OLIVIERO TOSCANI

Photographs of Andy Warhol 16 settembre - 30 ottobre 2021

(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) ANTONIO COLOMBO ARTE CONTEMPORANEA, Milano INFO T. +39 02 29060171

dalla serie DARKO fotografia digitale 75x50 cm.

Da martedì a venerdì 10.00/13.00 - 15.00/19.00 Sabato 15.00 - 19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.colomboarte.com (ala rnati peri lfuturo _where_the_earth_ends_ denise96.bonetti@gmail.com


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FOTO/INDUSTRIA a Bologna

La quinta edizione della Biennale di Fotografia dell’Industria e del Lavoro di Daniela Malabaila

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OTO/INDUSTRIA, la prima Biennale al mondo dedicata alla fotografia dell’Industria e del Lavoro, si svolgerà a Bologna dal 14 ottobre al 28 novembre. Curata da Francesco Zanot, quest’anno il tema della Biennale sarà il cibo. La rassegna vanta numerosi eventi dislocati in diversi importanti punti culturali bolognesi, ne sono i protagonisti: Hans Finsler (“Schokoladenfabrik” a San Giorgio in Poggiale); Ando Gilardi (“Fototeca”, Fondazione MAST); Jan Groover (“Laboratory of forms” al MAMbo); Mishka Henner (“In the belly of the beast”, Palazzo Zambeccari – Spazio Carbonesi); Takashi Homma (“M + TRAILS”, Padiglione dell’Esprit Nouveau); Herbert List (“Favignana”, Palazzo Fava); Maurizio Montagna (“Fisheye”, Collezione di Zoolo-

gia); Bernard Plossu (“Factory of original Desires”, Palazzo Fava); Vivien Sansour (“Palestine heirloom seed library”, Palazzo Boncompagni); Lorenzo Vitturi (“Money must be made”, Palazzo Pepoli Campogrande); Henk Wildschut (“Food”, Fondazione del Monte - Palazzo Paltroni). La protagonista indiscussa di tutte le mostre è l’industria alimentare.“Il cibo è un fondamentale indicatore per analizzare e comprendere intere civiltà”, scrive nel testo introduttivo del catalogo della Biennale il direttore artistico Francesco Zanot, che prosegue:“Le modalità attraverso cui gli alimenti vengono prodotti, distribuiti, venduti, acquistati e consumati sono in costante cambiamento e racchiudono i caratteri distintivi di un’epoca, un periodo storico o un ambito culturale e sociale...”. Cibo e fotografia sono legati dall’evoluzione della tecnologia che li crea, ma soprattutto sono entrambe linguaggio, trasmettono e diffondono messaggi.

Da non perdere il catalogo che racchiude anche un libro di cucina autonomo e funzionale, con lo chef e scrittore Tommaso Melilli che interpreta le immagini e i temi di ogni mostra attraverso l una ricetta originale. s FOTO/INDUSTRIA 2021

V BIENNALE DI FOTOGRAFIA DELL’INDUSTRIA E DEL LAVORO 14 ottobre - 28 novembre 2021

(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) varie sedi, Bologna INFO info@fondazionemast.org Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.fotoindustria.it

In alto: Bernard Plossu 1972, Parigi, Francia © Bernard Plossu A sinistra: Herbert List Tonno issato dopo la cattura Favignana Italia, 1951 Collezione MAST. Courtesy of The Herbert List Estate / Magnum Photos

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GIUSEPPE PORTELLA

TRANSUMANESIMO - ciclo della cinetica rivisitata - 2021 - resine e acciaio su tavola - 61x61 cm.

giuseppe.portella

www.giuseppeportella.it

www.newartpromotion.it/giuseppe-portella


Mauro Martin

Ritratto di Francesca in posa rinascimentale - 2021 - fotorealismo - 60x90 cm.

www.wikiarte.com

mauromrtn@alice.it

www.mauromartin.it


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Niedermayr a Torino

Ultimi giorni per visitare la mostra a Camera di

Ettore Tiretto

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ltimi giorni per visitare la mostra personale di Walter Niedermayr, uno fra i più importanti fotografi italiani contemporanei, nelle sale di CAMERA, a Torino. Intitolata “Transformations”, l’esposizione è curata da Walter Guadagnini, con la collaborazione di Claudio Composti e Giangavino Pazzola ed è realizzata in collaborazione con la galleria Ncontemporary di Milano. Il percorso espositivo è un viaggio negli scatti degli ultimi vent’anni di ricerca artistica di Niedermayr attraverso i temi ricorrenti della sua opera come i paesaggi alpini, le architetture ed il rapporto fra lo spazio pubblico e lo spazio privato. Sono esposti in mostra anche due dittici inediti realizzati a seguito di una committenza che ha permesso a Niedermayr di scattare, ad inizio anno, nel cantiere di Palazzo Turinetti a Torino che diventerà la quarta sede delle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo. Le sue opere fotografiche continuano ad indagare il rapporto tra uomo e ambiente, e qui si possono ammirare una cinquantina di immagini in cui il tema del paesaggio viene riletto sia dal punto di vista concettuale che formal le. Il catalogo è edito da Silvana Editoriale. s

Walter Niedermayr - Portrait, 36 2012, trittico, 49,5x39 cm. Courtesy Ncontemporary Milano, Galerie Nordenhake Berlin/Stockholm © Walter Niedermayr

FEDERICA ROTA f e d e r i c a r o t a 2 0 0 3 @ y a h o o . i t

Walter Niedermayr - Hintertuxergletscher, 23/2004, dittico, 131x211 cm. Courtesy Ncontemporary Milano, Galerie Nordenhake Berlin/Stockholm, Galerie Johann Widauer Innsbruck © Walter Niedermayr

WALTER NIEDERMAYR Transformations

29 luglio – 17 ottobre 2021 (verifica l’effettiva apertura della mostra sul sito di riferimento) CAMERA, Torino INFO T. +39 011 0881150 Dal mercoledì al lunedì 11.00 - 19.00 Giovedì 11.00 - 21.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www. camera.to

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100% Equality 2020, pittura digitale, 35x55 cm.

“Non importa da quale parte del mondo vieni o di che colore sia la tua pelle, l’opera rappresenta tutti questi bambini insieme, tutti esattamente uguali e tutti rappresentanti dell’unica speranza di pace per un futuro libero da pregiudizi e contaminazioni di ogni genere. Perchè ogni vita conta davvero!”

federicarota_art

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widmer.tassinari@gmail.com

WIDMER TASSINARI

2020, tecnica mista 100x150 cm.

Il disordine perfetto 2019, tecnica mista 100x150 cm.

Le Baiser


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Irving Penn

I suoi scatti alla Cardi Gallery Flavio Ennante

La fotografia è solo lo stadio attuale della storia visiva dell’uomo.

dunque ammirare opere prodotte dall’artista tra gli anni Quaranta e gli anni Novanta, ripercorrendo così i momenti salienti della carriera artistica di Penn. Ricordiamo i suoi esordi come artista per la rivista di moda Harper’s Bazaar, per poi passare ad American Vogue negli anni Quaranta. Sarà in seguito all’incoraggiamento di Liberman, direttore editoriale di Vogue, che Penn focalizzò la propria attenzione professionale sulla fotografia, coltivando al contempo una pratica artistica personale. Il resto è storia, sono sue infatti le fotografie di oltre 150 copertine di Vogue, celebrate per la loro semplicità formale e l’uso della luce. Il suo primo amore per la pittura ha fatto sì che utilizzasse la fotografia come un artista, espandendo il potenziale creativo del mezzo in un’era in cui l’immagine fotografica era vista principalmente l come mezzo di comunicazione. s

CARDI GALLERY Una vista della mostra “IRVING PENN” Ph. Tommaso Logorio

Loredana BOLDINI w w w . l o r e d a n a b o l d i n i . i t loredana@loredanaboldini.it l_bold28graphic

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BENTORNATA VITTORIA MUSA IMMORTALE - 2021, acrilico su tela, 50x60 cm.

IRVING PENN

09 settembre - 22 dicembre 2021 Cardi Gallery, Milano

INFO T. +39 02 45478189 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.cardigallery.com

Irving Penn - Bee (A), New York, 1995 © The Irving Penn Foundation

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lla Cardi Gallery di Milano è possibile ammirare una piacevolissima esposizione dedicata al famoso Irving Penn. Le immagini del fotografo, considerato uno dei maggiori del Novecento, esplorano un lato forse meno conosciuto del suo lavoro, quello che sottolinea il suo legame con l’Italia. Naturalmente non mancano le fotografie di moda, quelle per le quali Irving è maggiormente conosciuto. La mostra è curata in collaborazione con The Irving Penn Foundation e sarà possibile visitarla fino al 22 dicembre di quest’anno. In mostra sono presenti alcuni dei suoi contenuti più iconici, scatti che spaziano dalle immagini accattivanti delle star a impressioni del mondo naturale, fino ai rifiuti abbandonati in strada, e a nature morte surreali, a testimonianza della sua costante ricerca di autenticità. Lungo il percorso espositivo si possono

Irving Penn

Irving Penn - Still Life with Triangle and Red Eraser, New York, 1985 © The Irving Penn Foundation

di


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La fotografia di eterni presenti Massimo Vitali nella “storia dell’uomo normale” di

Lucia Garnero

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partire dal 25 giugno fino al 10 ottobre, è allestita negli spazi del Forte di Belvedere, nell’ambito del progetto “Ieri, oggi, do-

mani. Italia autoritratto allo specchio”, la mostra “Pienovuoto” di Massimo Vitali, realizzata a cura di Sergio Risaliti, direttore artistico del Museo Novecento. Con spiagge assolate, gremite di

gente in vacanza e luoghi in cui gli individui ritrovano relazioni primigenie con la natura, il progetto intende esaltare lo sguardo di un fotografo che sa cogliere il delicato equilibrio tra densità e assenza, tra calca e solitudine, tra ambienti affollati e contesti in cui la figura umana è in larga misura o quasi del tutto assente. Massimo Vitali nasce a Como nel 1944. Terminate le scuole superiori, si trasferisce a Londra dove studia fotografia al London College of Printing. Inizia la sua carriera come fotogiornalista, collaborando con agenzie e giornali italiani ed europei. Conosce Simon Guttman, il fondatore dell’agenzia Report; l’incontro si rivela fondamentale per la sua crescita professionale. All’inizio degli anni Ottanta, maturati ed approfonditi alcuni aspetti importanti della fotografia, inizia a collaborare come direttore della fotografia per cinema e televisione. Nel 1995 da’ inizio alla sua famosa serie dei panorami delle spiagge italiane, molti dei quali sono esposti in questa occasione nella Palazzina del Forte di Belvedere. La fotografia di Massimo Vitali attinge alla storia dell’arte e non solo a quella della fotografia. Con una visione internazionale e attenta all’evolversi della ricerca d’avanguardia a cavallo tra il secolo Massimo Vitali - JBP Pink, 2019 Massimo Vitali - Rosignano Milk Maddalena Penitente, 2020

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Massimo Vitali - Desiata Shoe, 2017 Sotto: alcune viste del percorso espositivo

PIENOVUOTO Massimo Vitali Forte di Belvedere, Firenze June 25 – October 10, 2021 (Check the opening on the site)

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or the summer of 2021, Forte di Belvedere focuses on photography with a project with a very evocative and current title: Yesterday, today, tomorrow. Italy’s self-portrait at the mirror, a project of the Museo Novecento born under the artistic direction of Sergio Risaliti, director of the museum in Piazza Santa Maria Novella. It open to the public from June, 25 to October, 10. Pienovuoto, one of two large photographic exhibitions curated by Sergio Risaliti, artistic director of the Museo Novecento, involves the great photographer Massimo Vitali, known throughout the world for his ‘metaphysical’ shots. The photos on display are a portrait of our contemporary society amidst solitudes, multitudes, full spaces, gatherings and empty landscapes, where nature or cities seem to have isolated a few survivors in the midst of grandiose, sublime architecture and landscapes, which still dominate undisputed life. Massimo Vitali’s work aesthetically draws on the history of art and not only on photography. Italian of origin, Anglo-Saxon by training and with an international vision and attentive to the evolution of avant-garde

research at the turn of the last century and the present one, the artist appears as a photographer inclined to leave no traces in his works of moments linked to identifiable historical facts. His world appears as if suspended in a cinematic still image. There are never any details that can be identified with historical or current events, except for the titles which, at times, refer to crowded gatherings or evenings of fun at the disco. “Massimo Vitali is able to stage an Italy according to completely peculiar points of view – explains Sergio Risaliti – His vision of our Country is a universal theater, now stormed, now at the opposite still represented as a space of extensive measures and solitudes, amidst gatherings and multitudes of crowded beaches and discos filled beyond belief. For Vitali, time is not so much relative as it is outside of time: photography does not certify what it was, but what could always be, an eternal present. Life is fixed in terms of metaphysics, and the real is transformed into a miseen-scène, whose iconic truth seems to be born with the photographic mutation of the content in an absolute and indepenl dent form.” s

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scorso e quello attuale, l’artista non lascia tracce, nelle sue opere, di momenti legati a fatti storici o di attualità identificabili. Il suo mondo appare sospeso in un fermo immagine cinematografico. La sua produzione appare come esito di una fase “illuminista”, in cui vengono registrati luoghi che, al di là del loro interesse storico, geografico o paesaggistico, vengono catturati da un occhio straordinariamente preciso per quantità di dettagli e particolari immortalati. Come spiega Sergio Risaliti, curatore della mostra: “Il tempo per Vitali è non tanto relativo

quanto fuori del tempo: la fotografia non certifica cosa è stato, ma quello che potrebbe essere sempre un eterno presente. […] il reale si trasforma in una messa in scena, la cui verità iconica sembra nascere con la mutazione fotografica del contenuto in forma assoluta e a sé stante”. “A me piace la storia dell’uomo normale. Odio le belle fotografie”, spiega Massimo Vitali. “Ieri, oggi, domani. Italia autoritratto allo specchio”, è un’iniziativa promossa dal Comune di Firenze e organizzata da MUS.E con la Fondazione CR Firenze, l Unicoop Firenze e Mazzoleni. s

Massimo Vitali - Viareggio Air Show, 1995

PIENOVUOTO Massimo Vitali

25 giugno - 10 ottobre 2021 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Forte di Belvedere, Firenze INFO T. +39 055 2768224 info@musefirenze.it Da martedì a venerdì 16.00 - 21.00 Sabato e domenica 10.00 - 21.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.musefirenze.it

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MASSIMO CEDRINI ARTISTA

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T r A t e e r t S T r A t e e Str Mrfijodor Experience

Torino, Italia. Valona, Albania. Montesilvano, Italia di

Flavio Ennante

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a stagione passata si è conclusa ed una nuova si apre con un inedito ciclo di eventi con una serie di lavori in giro per l’Italia e per l’Europa, firmati Mrfijodor. “The Urban Boat”, dedicato al valore della casa, del viaggio e della collaborazione, è un’opera che Mrfijodor ha dipinto sul muro esterno della sede del “Collettivo Barca” al Parco della Confluenza di Torino. L’intervento è nato da un “viaggio” creativo e mentale, insieme ai membri del collettivo, per evidenziare il valore della casa in quanto tale e quello della sua importanza all’interno, non solo delle città, ma anche del nostro quotidiano. In occasione del 1º weekend della Jam di

MurArte 2021 - Urban Art Convention Bramante, Mrfijodor realizza un lavoro caotico e spontaneo: “Cloud Of Chaos”. L’opera raffigura una grande nuvola di spazzatura che sovrasta minacciosa una ruspa (dalle espressioni umane) intenta a salvare un uomo-pesce spada, evidentemente l’unico essere vivente rimasto in quello che sembra un completo caos di rifiuti. MurArte è un progetto della Città di Torino, nato nel 1999 per promuovere il muralismo, la street art ed i graffiti sul territorio cittadino. L’opera si trova in Corso Bramante, angolo Via Bona. Mrfijodor ha poi partecipato alla prima edizione del Pulpa Festival, festival iti-

nerante di Arte Urbana, musica e street food a Montesilvano, in Abruzzo. Tema del “Volume 1” del festival è stato l’ambiente come paesaggio e luogo da ammirare, vivere e averne cura. Per l’occasione Mrfijodor ha realizzato “Bip Trip Chic” (20x4 m): un’isola con le sembianze di una tartaruga in un oceano buio e pieno di rifiuti. L’animale-isola è simbolo di lentezza, intesa come opposizione al consumismo sfrenato che caratterizza le nostre vite. Nonostante la profondità del mare di rifiuti la tartaruga guarda speranzosa oltre questa “mareggiata” e il faro che porta sul guscio illumina l’orizzonte come incentivo a non demordere su nuove e più consapevoli scelte nel nostro

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Cloud of Chaos Ph.Locuratolo Francesco

The Urban Boat

Nell’ultimo periodo ho coronato un sogno, dopo 15 anni sono riuscito a dipingere i bunker albanesi, chi mi conosce sa da quanti anni ne parlo. Prossima tappa Super Wall per la Biennale della Street Art di Padova Mrfijodor

quotidiano. L’artista è stato chiamato fuori confine, insieme a Checko’s art e Davide DPA, a partecipare al progetto ACAP “Azione Comunitaria per la Conservazione delle Aree Protette dell’Albania”, un’iniziativa volta a proteggere il patrimonio artistico, la promozione di aree protette e lo sviluppo di una nuova sostenibilità nelle aree di Valona, Gjrokaster e Berat. Proprio a Valona, grazie al fondo di subgranting CAF - Community Action Fund, Mrfijodor ha realizzato una serie di interventi su alcuni bunker presenti al termine del sentiero naturalistico dell’Area Protetta di Vjosw-Narte. Le opere rappresentano sono un chiaro mes-

Progetto ACAP - Bunkers Delisuf a Vjosa-Narta Protected Landscape 2021

saggio ad un uso consapevole dei rifiuti e alla salvaguardia della fauna. Valona è poi teatro di un altro intervento realizzato in in combo con Checko’s art e Davide DPA allo stabilimento industriale abbandonato dell’Ish-SODA. Una delle aree più colpite dalla de-industrializzazione che negli ultimi 30 anni ha colpito l’intero paese. La crisi industriale e lo spopolamento hanno portato una situazione di progressivo abbandono, insieme a problematiche ambientali e sociali. L’opera, oltre a riqualificare l’area, si pone l’obiettivo di aumentare la sensibilizzazione urbana e cittadina nei confronti dell’ambiente e di quanta imporl tanza abbia sulle nostre vite. s

Bip Trip Chic Ph. D.Jungle Inquadra il QR con il tuo smartphone per guardare il video del “Progetto ACAP” INFO Mrfijodor www.mrfijodor.it Facebook.com/MrFijodor Instagram.com/mrfijodor

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