Pepeverde - Numero 10 Letture e letterature giovanili

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Il grillo parlante

Scuole di nuovo chiuse di Giovanni Solimine

M

entre scrivo (14 marzo 2021) quasi tutta l’Italia si appresta ad entrare in zona rossa e tutte le scuole stanno per chiudere. In questo momento non sappiamo per quanto tempo, ma c’è il sospetto che scivoleranno lentamente verso la fine dell’anno scolastico, mentre nelle prime dichiarazioni dopo il loro insediamento il Presidente del Consiglio Mario Draghi e il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi avevano ipotizzato un prolungamento delle lezioni fino a tutto giugno, in modo da recuperare le attività didattiche perdute o effettuate a singhiozzo nei primi mesi dell’anno scolastico. Invece, a distanza di un anno dal primo lockdown, ci risiamo. Con l’angoscia nell’animo, con tanta stanchezza in più, col timore che le varianti rimettano in discussione i ritrovati della ricerca medica e il risultato dei sacrifici fatti e da fare, con la speranza che un piano vaccinale efficace ci aiuti ad uscire gradualmente da questa situazione, ma solo verso l’autunno prossimo. Sugli effetti che tutto questo avrà sulla scuola e su un’intera generazione di studenti – in termini di costi sociali ed economici, ma innanzi tutto umani e personali (tanto per fare un esempio, pare che sia salita al 30% la percentuale di adolescenti che soffre di disturbi nei comportamenti alimentari) – si è scritto tanto, ed io stesso vi ho proposto qualche riflessione sul tema (Scuola risorsa sociale, nel n. 8 del 2020). Forse è poco prudente dedicare questo numero della rubrica a una questione totalmente avvolta nell’incertezza: è come scrivere sulla sabbia. C’è il serio rischio che quando i lettori avranno questo fascicolo tra le mani la situazione sia completamente diversa, speriamo in meglio, rispetto ai sentimenti che si provano in questo momento. Sarebbe meglio tacere,

66 Pepeverde n. 10/2021

anche perché non ho nulla di originale o di particolarmente intelligente da aggiungere, eppure ci torno su, almeno per manifestare l’amarezza per ciò che poteva e doveva essere fatto ed invece negli anni passati e

in quest’ultimo anno si è trascurato di fare e, cosa più importante, per dire qualcosa su una situazione che è talmente grave da andare al di là della contingenza e da meritare di restare in evidenza. Per ancorarci al-

l’oggetto di questa rivista e per usare una metafora letteraria, possiamo dire che le cose di cui qui si discute non sono una novità o un instant book, ma un classico che non perde mai di attualità. L’interruzione della didattica in presenza riporta alla memoria i dati tante volte citati nei mesi scorsi e in particolare la discrasia che può essere riassunta in due “famiglie” di indicatori statistici: da una parte, il nostro sembra essere un paese che utilizzi intensamente il digitale (sono attive connessioni mobili pari al 128% sulla popolazione, il 68% degli italiani è presente sui social media, il 93% degli utenti di internet usa uno smartphone, spendiamo mediamente 6 ore e mezzo al giorno su Internet e quasi 2 ore sui social network, l’85% usa YouTube e WhatsApp), ma al tempo stesso tre famiglie su quattro non dispongono di un computer fisso in casa e solo una su due ha un computer portatile e una su tre ha un tablet; in 1.200 Comuni italiani ci sono problemi con uno o più operatori di telefonia mobile; in ben 3 comuni montani su 4, meno del 40% delle abitazioni è servito dalla banda ultra larga; quasi 5 milioni di cittadini ancora non vedono i canali del servizio pubblico Rai. Nel momento in cui la connessione alla rete diviene un requisito indispensabile per lavorare e studiare, per vivere la dimensione comunitaria, le disuguaglianze rimangono profonde e si allargano. Cristo si è fermato, ma non solo ad Eboli: non è andato oltre le tante Eboli rappresentate dalle periferie urbane, dai piccoli centri, dalle “periferie esistenziali” della povertà educativa, dalla esclusione sociale, della negazione degli elementari diritti di cittadinanza per giovani o adulti che vivono ai margini della rete e della knowledge society.


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