REPORT
A CURA DI FIORENZA BARIATTI E LUCA ROSCINI
IL RACCONTO DELLA QUOTIDIANITÀ TECH Il fotografo Ramak Fazel documenta il nuovo capitolo del progetto Tod’s No_Code attraverso immagini inaspettate della California, lontano dal «Stay hungry, stay foolish».
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E SI DIGITA Silicon Valley su Google Maps l’area è localizzata in un incrocio tra due autostrade in California: in realtà la Silicon Valley è un «non luogo», non ci sono cartelli stradali che la definiscano, non ha veri confini. Il suo nome fu creato dal giornalista Don Hoefler che nel 1971 chiamò così l’area dove s’incontravano alcuni giovani californiani che tentavano di togliere dalle mani delle società texane il controllo sui microchip per proporre la loro idea degna di una rivoluzione: il computer. Cinquanta anni dopo, quello che è l’Eldorado della ricerca hi-tech è al centro del libro fotografico Silicon Valley. No_Code Life, edito da Rizzoli International e progetto di ricerca d’immagine che risponde a domande tanto innocenti quanto lecite: in quali case vivono i suoi abitanti? Quali automobili guidano? In quali ristoranti mangiano i magnati del tech? Dove s’incontrano per parlare dei loro affari? Come passano il tempo libero? Le risposte stanno in 192 pagine raccontate attraverso l’obbiettivo del fotografo persiano-americano Ramak Fazel, definito anche «un antropologo con la macchina fotografica al collo», che ha percorso con la sua Rolleiflex analogica la Silicon Valley per dieci giorni consecutivi alla ricerca di quei valori originari che sono gli stessi del progetto No_Code di Tod’s, interpretare cioè la tradizione locale attraverso la tecnologia d’avanguardia internazionale.
Momenti quotidiani nei luoghi dove Steve Jobs rimane ancora un’icona assoluta, ripresi attraverso una macchina fotografica Rolleiflex.
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