VerdEtà 81 - Novembre 2021

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SALUTE

Erboristeria

ERBE D’AUTUNNO FRA ALBERI SPOGLI E FOGLIE MORTE GENNARO SPORTIELLO, Fitopreparatore

"Difficile è essere autunno, facile essere primavera. Accendere tutto quello che è nato per essere acceso. Spegnere il mondo, invece facendolo scivolare via...". Così si esprimeva Pablo Neruda, poeta cileno, parlando dell’autunno. E ha perfettamente ragione. É vero che l’autunno ha un compito ingrato. Viene dopo l’estate, rigogliosa e florida. Un tripudio di vita, giornate lunghe, notti tiepide e spensierate. L’autunno no, l’autunno ci porta lento ma inesorabile verso il freddo, il gelo, il vento di tramontana che ci sferza il viso, i campi desolati e le notti interminabili. Un tempo nelle campagne questa era la stagione dei bilanci, ma non con carta e penna, a suon di 38 | VERDETÁ n° 81

provviste. Durante la bella stagione si sfruttavano le risorse della terra nel momento di massimo fulgore. In collina, per esempio, si cominciava dal grano, l’orzo, l’avena, proseguendo con i legumi, le mandorle, e poi frutta e verdura da raccogliere per farne marmellate e conserve a cominciare dai pomodori. E più tardi le noci, la vendemmia, per finire con le castagne e la raccolta delle olive. Così si arrivava a novembre e solo allora si poteva dire di avere abbastanza provviste per trascorrere un inverno tranquillo. Altrimenti erano guai seri. La ricorrenza di ‘Ognissanti’ (1 novembre) era il giorno della resa dei conti. Arrivare alla prossima primavera con la pancia piena oppure… meglio non pensarci.


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