Trentino Industriale ottobre-novembre 2020

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Storie di casari e di formaggi Quella di Casearia Monti Trentini non è solo la storia di un piccolo caseificio destinato a conquistare i mercati mondiali, ma anche un viaggio attraverso sapori e tradizioni centenari. di GENNY TARTAROTTI

CON UNA PRODUZIONE

di oltre 50 diversi tipi di formaggi e un fatturato di oltre 41 milioni di euro nel 2019, Casearia Monti Trentini è oggi un’eccellenza trentina conosciuta in tutto il mondo. Dall’Europa agli Stati Uniti, dal Sud America all’Australia e al Giappone, i sapori e i profumi aromatici dei pascoli di montagna, racchiusi in morbide caciotte o in pregiati formaggi da taglio, hanno conquistato le tavole di intenditori e non, nel nome della secolare tradizione gastronomica made in Italy. “Tutto questo affonda le sue radici in un passato lontano” racconta il direttore generale, Gianluca Paulillo. “È il 1925 quando Florindo Finco comincia a lavorare come aiutocasaro sull’Altopiano di Asiago. La difficile situazione socio economica, che si è venuta a creare in seguito alla Grande Guerra, induce Florindo a trasferirsi sui monti Berici. Negli anni Cinquanta il figlio Gianfranco, riporta l’attività sull’altopiano aprendo un piccolo caseificio ad Enego. L’azienda cresce fino a diventare una delle più importanti della zona. A metà degli anni Ottanta, la necessità di implementare il sito e

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la visione imprenditoriale di Gianfranco, lo inducono a costruire un nuovo opificio a valle, a Grigno in Valsugana, dove, potendo disporre di spazi maggiori e di infrastrutture viarie migliori, apre quello che diverrà un vero e proprio stabilimento industriale”. L’attuale sito produttivo, un grande complesso situato alle pendici della catena del Lagorai, si sviluppa su 80mila m2 di superficie e si compone di cinque distinti fabbricati. Tre edifici sono destinati alla produzione di tre differenti tipologie di prodotti: l’Asiago e le paste filate, le caciotte di varia speziatura e il Grana Padano. Gli altri due stabili, invece, sono stati dedicati alle operazioni di stagionatura e confezionamento. Quest’ultimo reparto, che copre un’area di circa 4,5 mila m2, è stato progettato in ottica ‘Industria 4.0’ e viene costantemente implementato con tecnologie efficienti e all’avanguardia ed è stato dotato di camere bianche all’interno delle quali vengono confezionati, in atmosfera modificata e in sottovuoto, sia i prodotti in crosta (porzioni di svariate dimensioni) che quelli scrostati (grattugiati, a scaglie, ecc.).


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