Italia Ornitologica, numero 10 2021

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ESTRILDIDI FRINGILLIDI IBRIDI

Il Cardellino ieri, oggi e domani testo di PIERCARLO ROSSI, foto AUTORI VARI

Seconda parte

Il Cardellino e le mutazioni di colore Di rari soggetti mutati, presenti in natura, ce ne sono sempre stati; ricordo ancora una foto, mostratami con orgoglio dal mio concittadino Annibale Leonardi, raffigurante un soggetto mutato recuperato in natura insieme ad altri soggetti ancestrali e poi donato ad un facoltoso collezionista verso la metà degli anni ‘70. In quegli anni nessuno pensò di fissare tale mutazione, ma con il passare del tempo e dati i risultati sempre più incoraggianti nell’allevamento in purezza della specie, il reperimento di qualche esemplare di colorazione anomala generò il desiderio di fissare quelle origi-

Incardellato pezzato, foto: A. Parodi

nali caratteristiche fenotipiche nella speranza, ovviamente, che l’inedito carattere fosse trasmissibile alla prole. Oltre alla sfida sopra descritta, un altro evento diede una scossa ed un nuovo input al “mondo cardellino”: la comparsa dei primi Carduelis major. La sottospecie major, una delle 10 sottospecie ascritte al Carduelis con la croce nera, è presente in Siberia, Altai, est degli Urali, fiume Yenisei e sud Semipalatinsk, Zaysan e Kazakhstan settentrionale; questa sottospecie negli ultimi tempi è stata denominata C.c. frigoris. Dopo anni di importazioni di C.c. caniceps o cardellino dell’Himalaya, agli inizi degli anni ‘90 apparvero i primi C. frigoris, che avevano una taglia maggiore rispetto ai C. carduelis presenti sul nostro territorio, che si attestava sui 14/16 cm. Presentavano colori più

chiari, dovuti ad una minore carica melanica, una lunetta bianca più ampia alla base della croce, mentre le guance la gola ed il fungo erano di un bianco candido; la croce, anche se più estesa, era meno regolare che nel nostrano. Inoltre, il disegno pettorale, di colore intenso, in alcuni di essi presentava tracce di nero; il colore del dorso era sfumato di beige, fu amore a prima vista. Agli inizi furono generati diversi meticci, vista la scarsa propensione delle femmine di frigoris a riprodursi in cattività, ma con il passare degli anni, grazie alla bravura ed alla passione degli allevatori italiani ed europei, furono fissati ceppi sempre più robusti di questa splendida sottospecie. Di pari passo apparvero le prime mutazioni ed in pochi anni il cardellino diventò il fringillide maggiormente alle-

Cardellina Isabella in cova, foto: Associazione Pesarese Ornicoltori

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