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POMEZIA-NOTIZIE

Aprile 2022

scuola, nello studio, nel lavoro, nella famiglia… Poi Pier Paolo spariva nell’oscurità, verso i suoi luoghi occasionali d’evasione… Prediligeva piazza della Repubblica, i giardinetti della stazione Termini. Libero di agire come voleva. Di incontrare chi voleva. Pasolini uomo. Com’era? A questa domanda, sinceramente, non posso risponderle. Come le ho accennato i nostri incontri sono stati occasionali, sporadici. Troppo poco per giudicare una persona. Ero troppo giovane per esprimere un giudizio. I suoi amici di allora oppure coloro che lo hanno frequentato nelle sedi del Pci o della Federazione giovanile comunista (come Gianni Borgna, Goffredo Bettini, Walter Veltroni, ad esempio) ne hanno parlato a sufficienza, anche se - per quanto ho letto – Pasolini era riservato specialmente negli aspetti più intimi. Nel libro che ho scritto assieme a Gianni Borgna (purtroppo prematuramente scomparso) mi sono affidato alle testimonianze di alcuni frequentatori dei giardinetti della Termini. Nella mia professione ho sempre prediletto il giornalismo di inchiesta. Anche quasi tutti i libri che ho scritto, ultimo in ordine di tempo “I ragazzi del ciclostile” che percorre la storia ventennale della Giovane Italia organizzazione studentesca di destra, mi attengo ai fatti, reali, alle testimonianze, ai documenti. Nulla è lasciato al caso o alla fantasia. Ebbene anche per il saggio su Pasolini, ho cercato, attraverso le mie conoscenze, chi poteva averlo conosciuto. Ho scovato due persone, affidabili, ambedue omosessuali che mi hanno descritto il Pasolini “segreto”. Più che essere “affamato di amore”, come lei mi ha chiesto, mi sembra che fosse affamato di sesso. A lui piacevano le avventure, non le relazioni. Ci sono parti del libro incompiuto “Petrolio” dove l’autore descrive minuziosamente approcci, patteggiamenti di danaro con le “marchette”, rapporti sessuali descritti minuziosamente con appagamento mentale più che fisico, le estenuanti nottate passate a cacciare le prede, fino all’ alba… Alla Termini come al Pratone della Casilina.

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Cosa pensa di Pino Pelosi, il presunto omicida di Pasolini? C’è poco da pensare. Pino Pelosi, come è stato descritto anche da chi lo ha conosciuto, era un ragazzetto sprovveduto in cerca di danaro. Il rapporto sessuale all’ Idroscalo di Ostia nella notte del 2 novembre 1975, è stato un “incidente di percorso”….che si è trasformato in una tragedia. Si tenga conto che non era la prima volta che Pasolini andava incontro a gravi disavventure. Ne sono piene le cronache dei giornali, i rapporti della polizia, ecc. ecc. Secondo uno dei miei testimoni, può darsi che Pelosi abbia fatto da esca per altri balordi, il cui unico scopo era quello di rapinarlo. Escludo nella maniera più categorica che l’uccisione di Pasolini sia stata fatta per motivi politici. È un’ipotesi che calpesta la verità dei fatti. Manuela Mazzola

CARO PIER PAOLO di Dacia Maraini di Lucio Zaniboni

I

L critico letterario Carmelo Aliberti, sempre attento a discernere nel magma delle pubblicazioni i cui titoli ogni giorno affollano i media, pubblica una partecipata e interessante recensione del libro “Caro Pier Paolo” Edizioni Neri Pozza, nella nuova Collana Bloom, edito in occasione del centenario della nascita del poeta, narratore e sceneggiatore, figura di primo pian o del Novecento Letterario Italiano, Pier Paolo Pasolini. L’opera, in forma epistolare, fa scaturire il ricordo dell’amico scomparso, con cui tante erano state le frequentazioni a Roma, dagli anni sessanta-settanta, fino alla sua tragica scomparsa. Come per tanti altri personaggi del tempo, poeti, artisti, intellettuali, gli incontri erano a


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