POMEZIA-NOTIZIE
Aprile 2022
PUBBLICATA LA NUOVA MONOGRAFIA SU ADA DE JUDICIBUS LISENA, A CURA DI
MARINA CARACCIOLO di Gianni Antonio Palumbo appena stata pubblicata dalla casa editrice Bastogi la monografia Il pensiero sognante. La poesia di Ada De Judicibus Lisena, per opera di Marina Caracciolo, saggista milanese residente a Torino. Un tassello che si aggiunge ai due volumi di Vincenzo La Forgia, al recente, lucido, libro di Marco Ignazio de Santis dal titolo La poesia degli “istanti puri” di Ada De Judicibus Lisena (Solfanelli, Chieti 2019) e ai numerosi contributi dedicati alla scrittrice molfettese da vari studiosi. Il libro, di fattura pregevole, presenta in copertina la riproduzione di un olio su tela di Will Barnet, traduzione pittorica perfetta di quello ch’è il Leitmotiv dell’interpretazione
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di Caracciolo: lo scandaglio del “pensiero sognante”, declinato nei “voli vaghi e leggeri” di cui la studiosa tesse le fila muovendo dagli scritti d’esordio della poetessa. Marina Caracciolo, di cui segnaliamo anche la bella monografia su Imperia Tognacci (ancora edita da Bastogi nel 2020), agisce in una sorta di rispecchiamento con la coscienza dell’autrice, mostrandosi in piena sintonia con la visione del mondo e dell’esistenza della De Judicibus e coniugando il rigore scientifico con la qualità della scrittura, elegante e limpida. L’opera si compone di dodici brevi capitoli, che ripercorrono le varie tappe della produzione dell’autrice, da La cortina dei cedri sino ai recenti Versi da Milano, in parte pubblicati sulla storica rivista “La Vallisa” e ora offerti in appendice alla monografia, quale nuova tappa dell’itinerario lirico della De Judicibus Lisena. Quest’ultima, infatti, da due anni risiede nel capoluogo lombardo, in cui ha vissuto il trauma collettivo del diffondersi della pandemia, che, nelle sue prime fasi, ha investito duramente la città. Di ogni raccolta Caracciolo offre una descrizione caratterizzante, puntellando la sua trattazione con le voci degli studiosi che di volta in volta si sono approcciati ai versi della De Judicibus Lisena e offrendo, al contempo, stralci o riproposizioni, in alcuni casi, di intere poesie dell’autrice. Ne vien fuori una trattazione agile e coerente in ogni sua parte, che segue il fil rouge di quelle “invisibili ali” per effetto delle quali i versi di Ada “Sembrano planare da misteriose alture con la levità di una piuma oppure, al contrario, librarsi in voli senza peso verso spazi indeterminati”. Perché il mistero è la cifra inesauribile della produzione artistica della De Judicibus Lisena e non a caso l’aggettivo ‘arcano’ è una delle parole chiave per accostarsi alla sua scrittura. Scrittura che coniuga la levitas propria di chi è nel cuore “segno d’aria” con il composto attraversamento del destino di dolore cui ogni essere umano prima o poi va incontro, il quale emerge con nitore nelle Note ai margini di una pena. Molto condivi-