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Aprile 2022

PASOLINI – PELOSI Due vite tormentate di Manuela Mazzola

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ONO trascorsi cento anni dalla nascita di uno dei personaggi più discussi del secolo passato, Pier Paolo Pasolini (Bologna, 5 marzo 1922 – Roma, 2 novembre 1975), il quale è stato un poeta, sceneggiatore, attore, regista, scrittore e drammaturgo, ma si distinse anche come pittore, romanziere, linguista, traduttore e saggista. Si trasferì a Roma per insegnare, se ne innamorò subito, tanto che girò numerosi film nella sua periferia. All’epoca c’era tanta povertà perché mancava il lavoro. Molti vivevano in baracche umide, fredde e senza servizi igienici. Altri, ma pochi, avevano una casa. Alcuni giovani per riempire le proprie pance e quelle dei fratelli minori tentavano furti e rapine oppure prendevano la via della prostituzione. Molte zone di Roma, tra cui i giardini della stazione Termini, la notte si trasformavano in luoghi di incontro, dove c’era chi si offriva e chi comprava. A quei tempi si cresceva velocemente, i bambini e gli adolescenti venivano spesso lasciati soli nelle proprie dimore, mentre i genitori lavoravano o andavano in cerca di un’occupazione. C’erano anche persone che avevano una vita onesta, nonostante il degrado li volesse spingere verso quello che sembrava più facile. La vita era molto più semplice e le famiglie oneste si aiutavano vicendevolmente con coraggio. Durante le feste si riunivano nelle loro umili case, le quali erano sempre aperte

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a tutti; c’era una socialità completamente diversa da oggi. Pasolini nella sua ultima opera, che avrebbe voluto diventasse un monumento letterario, Petrolio, pubblicato postumo nel 1992, denunciò la corruzione politica e culturale dell’Italia. Alcuni ritengono che sia stato ucciso per ciò che aveva scoperto. Negli ultimi periodi, comunque, soffrì di solitudine, per essere stato rifiutato dalla società benpensante e per il rapporto conflittuale con il padre. Un uomo terribilmente abbandonato a se stesso, disse Dino Pedrioli in Storie maledette intervistato da Franca Leosini. Cinque giorni prima di morire il fotografo fece molti scatti al poeta, stettero alcuni giorni insieme proprio a tal fine e parlarono a lungo. Erano foto in cui il poeta appariva nudo nella sua casa e che avrebbero dovuto corredare l’ultima opera. Pasolini, durante una camminata, disse al Pedrioli, che all’epoca aveva solo venticinque anni: “Il mondo non mi vuole più”. Il fotografo, visibilmente emozionato durante l’intervista, affermò di aver sentito una solitudine terribile nelle parole dell’artista. Per alcuni è stato un assassinio maturato nell’ambiente della prostituzione, ucciso dal branco che odiava gli omosessuali, per altri il poeta era venuto a conoscenza di fatti troppo scomodi, per altri ancora è stato un fatto accidentale avvenuto mentre si mettevano d’accordo sul prezzo delle pellicole che gli erano state rubate. Giuseppe Pelosi, colui il quale confessò di averlo ucciso, all’epoca dei fatti aveva 17 anni; era un ragazzo di piccola statura e chi lo conosceva non ha mai creduto a lui come


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