Dono&Vita Giugno/luglio 2020

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INCHIESTA PLASMA E PLASMADERIVATI

Il viaggio del plasma, dall’ago del donatore all’ago del paziente di / Beppe Castellano e Giulia Pellizzari /

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egli ultimi mesi sono state molte le attività che hanno dovuto fare i conti con l’emergenza sanitaria COVID-19 e molte di queste, purtroppo, sono state costrette ad arrestarsi. A non fermarsi sono stati in pochi, tra questi migliaia di medici e infermieri e operatori sanitari che ogni giorno lavoravano, e lavorano tutt’ora, per risolvere al meglio l’emergenza sanitaria che ha messo in ginocchio l’intero Paese. Ciò che non si è mai fermato è il gesto spontaneo, responsabile, gratuito e periodico degli oltre 8000 donatori di sangue (e plasma) che giornalmente si recano a donare in Italia, di questi poco meno di 800 soltanto in Veneto.

Un gesto importantissimo, lo sappiamo, una ricchezza che mantiene stabile l’autosufficienza di emazie e che contribuisce a circa il 70% del fabbisogno nazionale di MPD (medicinali plasmaderivati). Un settore, quest’ultimo, che si prospetta ancora più “strategico” a livello mondiale, alla luce delle recenti ricerche sul plasma iperimmune e, in prospettiva, sulle immunoglobuline specifiche anti Covid-19. Quando si dona si sa che il proprio sangue servirà per una persona che ne ha bisogno, si sa che il proprio gesto potrà salvare una vita o migliorarla in caso di malattie croniche. E così è sempre.

Ma poi la sacca dove va? Ciò che però non conosciamo abbastanza è il percorso che il proprio sangue/plasma fa una volta che la sacca viene chiusa e presa in carico dal personale sanitario del Centro dove è stato raccolto. Oggi, grazie alla disponibilità del personale del Centro Trasfusionale di Castelfranco Veneto (Ulss2-TV), centro di lavorazione provinciale del DIMT (Dipartimento Interaziendale di Medicina Trasfusionale), abbiamo seguito quelle sacche e vi racconteremo il loro viaggio. Negli ultimi mesi qualche grande “scienziato mediatico” ha pontificato di plasma iperimmune anti-Covid-19, senza mai essere stato in un Centro trasfusionale. Speriamo che, leggendoci, chi ha parlato di plasma e donazioni un tantinello a sproposito...

Qui comincia l’avventura... Ogni volontario Avis, dopo aver prenotato la donazione, si reca in Centro Trasfusionale all’ingresso del quale viene misurata la temperatura corporea. Si procede poi con la compilazione del questionario personale al quale segue l’accettazione. Infine si passa alla visita medica, durante la quale vengono anche misurate pressione ed emocromo. Solo allora - dopo essersi registrati in segreteria come “abili e arruolati” con firma del medico che ci ha pure “confessati” su even-

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