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48 legnoarchitettura progetti estudoquarto® Nicola Preti Studio Fangareggi Castelli TAMassociati Team Alpenos Luigi Foschi Officina di Architettura Atelier LAVIT EdicomEdizioni Trimestrale anno XIV n° 48 luglio 2023 Euro 15,00 Registrazione Trib. Gorizia n. 4 del 23.07.2010 Poste italiane S.p.A. Spedizione in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/UD ISSN 2039-0858

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©Oliver Jaist È vietata la riproduzione, anche parziale, di articoli, disegni e foto se non espressamente autorizzata dall’editore

48 legnoarchitettura rivista trimestrale anno XIV – n. 48, luglio 2023 ISSN 2039-0858 Numero di iscrizione al ROC: 8147 direttore responsabile Ferdinando Gottard redazione Lara Bassi editore EdicomEdizioni, Monfalcone (GO) redazione e amministrazione via 1° Maggio 117 34074 Monfalcone – Gorizia tel. 0481.484488, fax 0481.485721 www.legnoarchitettura.com progetto grafico Lara Bassi stampa Grafiche Manzanesi,
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copertina Villa
Foto:
Foto: Atelier LAVIT Foto: Nicola Preti Foto: arch. Márcio Tolotti 62 72 10 legnoarchitettura O’Casella Atelier LAVIT 10 Complesso Parrocchiale TAMassociati 20 Sede Alpenos Team Alpenos 32 Villa Victoria Studio Fangareggi Castelli 42 incontri Marco Lavit 04 progetti 10
Victoria
Foto: © Davide Perbellini Foto: © Marlegno
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Fedrizzi
Foto:
Elisa
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Avezzù,
Foto: ©Oliver Jaist 82 52 32 20 42 Villa bifamiliare Officina di Architettura 52 Villa passiva estudoquarto® 62 Villa in paglia Nicola Preti 72 Villa Mercuriali Luigi Foschi 82
Photo by
Andrea
courtesy of TAMassociati

Marco Lavit

La cura del dettaglio architettonico e la capacità di leggere il territorio sono solo due caratteristiche che ritroviamo nei lavori dell’architetto Marco Lavit che nel suo Atelier di Parigi propone un uso innovativo del legno in architettura dando vita a progetti sostenibili e rispettosi del contesto, nei quali i materiali parlano del progetto in un continuo dialogo tra qualità, funzionalità ed estetica. L’architetto Lavit racconta la sua esperienza a cavallo tra architettura e design, in cui il legno è protagonista indiscusso.

HUT, Ethimo (2020)

I grandi spazi outdoor sono stati rielaborati da Marco Lavit ed Ethimo con Hut, un nido mobile, adattabile e senza necessità di fissaggio al suolo. La struttura, costituita da una serie di lunghi ‘steli’ in larice disposti a forma di wigwam (abitazione a forma di cupola usata un tempo da alcune tribù native americane) con inserti e dettagli in metallo a racchiudere generose sedute circolari, è alta 320 cm e ha un diametro di 300 cm.

Dopo gli studi in architettura all’École Spéciale d’Architecture di Parigi, dove si è laureato nel 2011 con una tesi sul design sostenibile delle cantine, e al Royal Melbourne Institute of Technology, Marco Lavit ha fondato il suo studio di architettura e design, Atelier LAVIT, a Parigi nel 2014. Da allora, è attivo in Francia e in Italia con progetti che nascono dal dialogo con gli artigiani e il loro savoir-faire, soprattutto Made in Italy. Un approccio che si traduce in una produzione estemporanea, in cui la forza delle materie prime parla per gli stessi disegni.

Chi è Marco Lavit architetto?

Siamo uno studio di architettura che lavora in tutta Europa e ci occupiamo prevalentemente di architettura privata residenziale e di hôtellerie. Lavoriamo molto con il legno, con l’architettura leggera, con architetture situate in posti insoliti, come ad esempio siti naturali di non facile accesso. Quello che ci appassiona di più è progettare e pertanto ci interessa spaziare dall’architettura fino al design dell’oggetto, sia da collezione sia industriale.

Il suo studio si chiama Atelier LAVIT e la parola “atelier” richiama la sartorialità, il fatto su misura, il taylor-made. Perché ha scelto questo nome?

Perché la volontà dello studio è proprio quella di occuparsi dei progetti dalla A alla Z e di poter lavorare su una scala taylor-made, che inizia dal processo architettonico e arriva sino a quello finale degli arredi, con il disegno degli arredi stessi. Il concetto non è semplicemente dar vita a un’idea esecutiva – definiamola pure taylor-made - ma è proprio instaurare un

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Foto: Ethimo

LILELO, Graziano Badoglio – Cuneo (2022)

Un eco-hotel immerso in un paesaggio di vigneti e aree boschive; la struttura comprende un villaggio di quattro capanne indipendenti in legno e vetro il cui design è stato ispirato dall’immagine dei tradizionali pagliai. Tre di esse ospitano le suite, mentre la quarta è uno spazio comune.

Foto: © Silvia Lavit ©Daniel
Mazza

GCP wood cabins Hotel, Lac de La Lionne - Châteauneuf-du-Pape (2017-2020)

Situati in una riserva di pesca vicino ad Avignone in Francia gli eco-lodge dei Grands Cépages sorgono con le loro strutture in legno lungo il lago. Semplici ma sofisticati, ricordando le costruzioni primitive in canne lacustri: galleggianti sull’acqua come zattere, su pilotis lungo le sponde come vere e proprie palafitte o sotterranee, come un’abitazione in una caverna preservando sempre la privacy degli abitanti.

rapporto con la clientela. Lavoriamo con una committenza privata, a stretto contatto con i nostri clienti e con le loro esigenze, i loro desideri, le loro fantasie. L’idea dell’Atelier è di costruire su misura non solo il progetto ma anche la dinamica progettuale.

Lei è italiano, ha studiato architettura in Francia e in Australia e vive e lavora a Parigi; come coniuga nelle sue architetture l’animo e lo spirito italiano e francese, che per molti versi sono simili ma per altrettanti motivi sono completamente differenti? Sono in Francia ormai da 18 anni, con esperienze di studio in Australia, Giappone, Cina e quindi c’è anche un po’ di Oriente nella mia formazione e nell’approccio al progetto. A mio avviso, la differenza tra il modo di pensare all’architettura in Francia e in Italia, almeno per quanto riguarda la scala a cui noi lavoriamo che è quella dell’architettura privata, è la stessa che io noto anche nella cucina. Mi spiego meglio: in Francia il ruolo dell’architetto, soprattutto quando si parla di privato, si mescola spesso con quello del decoratore o del designer d’interni o comunque richiama una cultura che ricorda il periodo dell’Illuminismo o la corte di Versailles. C’è una logica del celare, del sovrapporre nella cultura francese, anche architettonica, o dell’ornamento, che secondo me è molto meno pre-

sente nella cultura italiana, sia dal punto di vista della pura architettura sia del design; e questo si ritrova nella cucina italiana che è un assemblare la materia prima senza nascondere la qualità o reinterpretarla, mentre la cucina francese tende a trasformare il prodotto e a presentare qualcosa che è celato e che è meno riconoscibile.

La scelta del legno, che in molti suoi lavori troviamo nella struttura, nelle finiture e anche negli arredi, è solo un richiamo all’ambiente dove questi progetti sono realizzati o c’è qualche ulteriore aspetto che lega architettura, legno e natura?

Ci sono sicuramente molti aspetti. Nell’immaginario collettivo della nostra clientela e di chi abita queste realizzazioni, il pensare a un’architettura nella natura porta facilmente ad associare la sua costruzione al legno. In realtà, da un punto di vista più architettonico e tecnico, nel progetto non c’è solo il legno come materiale ma tutta la filiera del legno e questo è un processo estremamente interessante e virtuoso. Il legno è un materiale che permette di creare un continuum progettuale, di passare, ad esempio, da una struttura principale di sostegno a pilastri all’appoggio a terra, alla copertura, al rivestimento interno, fino all’oggetto di arredo, e in questo percorso dobbiamo essere ca-

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Foto: Atelier LAVIT

paci non soltanto di esaltare il materiale ma anche la sua essenza, sino a definire tutto ciò di cui abbiamo bisogno.

Cosa pensa della prefabbricazione con strutture in legno? Anche in un discorso di prefabbricazione e di adattabilità sul sito il legno è molto interessante. La prefabbricazione ovviamente permette di avere il minore impatto possibile sul luogo di costruzione in termini di ingombro e in termini di tempo ed è strettamente connessa a una progettazione accurata che consente di fabbricare gli elementi in laboratorio per poi trasportarli in cantiere e montarli con precisione. È anche vero che in caso di imprevisti, gli stessi elementi prefabbricati possono essere sapientemente adattati in situ da abili carpentieri, riuscendo a effettuare modifiche in maniera molto pulita rispetto ad altri materiali.

Quale suo progetto rappresenta l’architettura di Atelier LAVIT? Questa rivista ha pubblicato alcuni suoi lavori (n.d.r. ORIGIN Tree House – Legnoarchitettura 31; GCP wood cabins Hotel – Legnoarchitettura 33; LILELO – Legnoarchitettura 47), costruiti in legno e fortemente connessi al contesto naturale in cui sorgono...

Devo dire che sono piuttosto legato a tutta una serie di progetti che ci sono stati commissionati, perché ogni volta abbiamo avuto l’opportunità di raccogliere una sfida che ci ha permesso di esplorare la tecnicità di un progetto – come costruire su un albero, come far galleggiare una struttura su un lago o come costruire su un terreno in declivio –, di plasmare lo spazio, ricreando ogni volta un luogo intimo – per resa materica, dimensioni e affacci –, e di analizzare il rapporto col paesaggio esterno. Vogliamo sempre creare posti accoglienti, che siano nidi e ripari nella natura. Sono particolarmente legato all’ultimo progetto realizzato in Monferrato, anche se a una scala molto piccola, perché la committenza era molto entusiasta e perché è stato costruito in Italia; in un territorio dove le norme non sono facili da interpretare abbiamo portato il linguaggio architettonico dello studio. L’idea di fondo era rileggere una forma piuttosto semplice, quale quella della capanna o di un rifugio, per raccontare un’esperienza, utilizzando elementi che, come le falde che proteggono dalle intemperie, sono al tempo stesso architettonici e strutturali.

Il suo studio si occupa anche di design; avete realizzato qualche oggetto con il legno?

L’uso del legno nel design non si è sviluppato allo stesso modo e alla stessa velocità dei nostri progetti

GCP wood cabins Hotel, Lac de La Lionne - Châteauneuf-du-Pape (2017-2020)

L’architettura degli eco-lodges dialoga con il canneto lacustre, riprendendone lo slancio verticale verso l’alto e razionalizzandone la disposizione, più geometrica, regolare e ripetitiva. La capanna è nascosta da un filtro ligneo che, oltre a costituire la struttura dei parapetti e del pergolato, filtra la vista diretta sui terrazzi di ogni loggia. Questi schermi verticali sono di densità differenziata e riparano dal sole e dal vento.

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Foto: Atelier LAVIT

ORIGIN Tree House – Château de Raray (2017)

In questa pagina e in alto alla pagina successiva due fotografie di ORIGIN Tree House, un progetto unico e su misura: una camera d’albergo funzionale e confortevole, fedele alla prima ispirazione del progetto, un nido d’uccello. Alla cabin, che sorge attorno e su una quercia centenaria, si accede da una passerella in legno, a dieci metri da terra, che porta nel cuore del nido.

architettonici. Ultimamente, in un progetto abbiamo scelto il legno perché è un materiale che utilizziamo tantissimo in architettura e volevamo provare a impiegarlo anche nel design e il risultato è TRIO, è una lampada pensata quasi come un elemento giocoso, mettendo assieme le forme solide del cono, del cilindro e della sfera, tre elementi realizzati in legno massello di ebano. Riprendendo l’idea della carrucola, abbiamo creato un oggetto sospeso che può essere regolato a più altezze e dove il cilindro cela al suo interno il cono; nel cilindro, inoltre, c’è un ingranaggio che permette di spostare i cavi e questo stesso sistema è presente anche nella sfera. Il cavo di alimentazione elettrica è il medesimo cavo che è presente negli ingranaggi e che serve per estrarre la lampada inserita nel cono. Ciò che è stato più complesso da ingegnerizzare è il cavo di arrivo a soffitto che doveva essere in asse con la sfera e anche con l’uscita della lampada, così da ottenere un disegno estremamente pulito. Il sistema di ingranaggi in ottone all’interno della lampada, come pure le parti in legno, sono tornite a mano. TRIO è a tutti gli effetti una lampada taylor-made.

Concludendo, qual è la sua personale definizione del “legno”?

Il legno per me è sia il punto di partenza sia il punto di arrivo, nel senso che la maggior parte dei nostri progetti inizia con una riflessione che ci spinge verso questo materiale; successivamente l’idea è interpretata, dimensionata, quantificata e messa in opera, per giungere ancora al legno, a una nuova lettura del materiale. Quindi per me lavorare con questo materiale comporta una sorta di dialogo che spinge a trasformarlo continuamente per metterlo in luce in maniera nuova e, alla fine, per poterne fare il miglior uso possibile.

Per approfondimenti: www.atelier-lavit.com

TRIO, lampada in legno – Galleria Nilufar Milano (2019) Nella pagina accanto in basso, alcune immagini di TRIO, lampada realizzata in legno massello di ebano e ottone. I tre solidi che la compongono - la sfera, il cilindro e il cono - si articolano nello spazio modificandone la luminosità in un equilibrio, semplice e giocoso, che nasconde la grande tecnicità del progetto.

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Foto: Atelier LAVIT
9 Foto: Atelier LAVIT
Foto: Atelier LAVIT
Foto: Atelier LAVIT Foto: Atelier LAVIT
Atelier LAVIT O’Casella Solenzara (F)
Foto: Atelier LAVIT

La cabina con il pergolato e il deck esterno che prolungano l’area living all’aperto.

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Foto: Atelier LAVIT

Ubicazione: Solenzara, Corsica (F)

Committente: Privato

Progetto architettonico: Atelier LAVIT, Parigi (F)

Data realizzazione: 2022

Superficie cabina: 12 m2

Superficie pergola: 7 m2

Turismo sostenibile

Nei pressi di Solenzara, villaggio pieno di fascino con il suo bel porticciolo lontano dalle più frequentate Porto-Vecchio e Bonifacio nella Corsica del Sud, si trova una piccola cabina che incarna un nuovo modo di villeggiare e di essere turisti in completa armonia con la natura circostante. O’Casella – questo il nome dell’edificio – è un sistema modulare di cabine prefabbricate in legno che trova origine dai due elementi distinti che la compongono: il modulo abitativo e il pergolato. Il primo volume permette di accogliere tutti gli spazi tecnici, come i servizi e la cucina, e di ospitare la zona giorno e quella notte che con le loro aperture vetrate incorniciano le vedute sul paesaggio limitrofo. Il secondo corpo, il pergolato, è un elemento ventilato e ombreggiato che prolunga l’area living interna e crea uno spazio esterno di contemplazione, lettura e riposo. Quest’area è inoltre dotata di una doccia esterna che consente una full immersion nell’incontaminato ambiente di questa parte dell’Isola. Questa prima cabina modulare è stata realizzata con una struttura in legno a telaio, prefabbricata e montata in laboratorio e poi trasportata su un camion fino al sito dove è stata installata. Tale processo permette dunque al fabbricato di assumere una connotazione di temporaneità e di essere spostato in vari siti, grazie alla facilità di movimentazione, senza impattare sul terreno sul quale è sistemata e sulla natura. Il legno utilizzato per la struttura e per i rivestimenti esterni è ‘laricciu’ locale – una sottospecie di Pinus nigra diffusa in Corsica –, ottimo per la sua durabilità e per il suo interessante peso specifico che consente di mantenere leggera l’intera struttura; all’interno pareti e soffitto della sala sono rivestiti in legno MDF. Il tratto distintivo della facciata è un binario in acciaio che marca l’orizzontalità dell’intero volume e che assume un duplice ruolo: fungere da grondaia per l’acqua piovana e da guida per lo scorrimento del pannello-persiana di facciata. Il pannello è concepito come una ‘mashrabiya’, tradizionalmente utilizzata nell’architettura dei Paesi arabi per catturare il vento al fine di raffrescare passivamente; qui è impiegato per proteggere la pergola e gli spazi delle cabina dal sole e per oscurare la stanza di notte.

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Il lato a monte con la finestra a nastro della zona cucina.
Foto: Atelier LAVIT

Un confronto tra le due immagini evidenzia la chiusura dell’ampia vetrata mediante il pannello-persiana che oscura l’area giorno.

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Foto: Atelier LAVIT Foto: Atelier LAVIT

Pianta, prospetto e sezioni della cabina. L’impianto compositivo è semplice e razionale per sfruttare in modo adeguato lo spazio e per creare una cabin dove interno ed esterno siano connessi all’ambiente circostante senza impattare su di esso.

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La realizzazione della cabin in laboratorio. Il piccolo edificio è completo di serramenti, del rivestimento esterno e interno e degli arredi fissi.
progetti legnoarchitettura_48 16 Foto: Atelier LAVIT Foto: Atelier LAVIT Foto: Atelier LAVIT

_due parole con il progettista________

Risponde alle domande l’arch. Marco Lavit, protagonista della nostra intervista alle pagine 4-9 di questo numero.

Da dove nasce l’idea di creare una cabin, un sorta di rifugio, che è quasi interamente realizzata in laboratorio e che può essere trasportata?

L’idea nasce dalla volontà di sperimentare il potenziale della cabin interamente prefabbricata o prefabbricabile su disegno, quindi sempre taylor-made, rispettando i vincoli e gli ingombri del trasporto su strada e del sollevamento tramite braccio meccanico o gru. Questa dinamica progettuale permette di anticipare e ridurre al minimo gli imprevisti di cantiere in un sito remoto e naturale, diminuendo i costi di fabbricazione e i costi della manodopera durante l’installazione, impattando il meno possibile sull’ambiente circostante. La progettazione è quindi molto dettagliata sin dalle prime fasi per permettere una perfetta esecuzione del modulo da parte dei carpentieri. L’idea del prefabbricato, in questo progetto, punta a riscoprire anche le maestranze locali e i materiali corsi, lavorando a corto raggio e impiegando essenze di legno presenti sull’isola.

Quali difficoltà progettuali e costruttive ha incontrato nella realizzazione di questo progetto?

La difficoltà progettuale principale è stata quella di riuscire a lavorare su un volume ridotto in termini di metri quadri – appena dodici – per la costruzione di una cabin confortevole e generosa, sia negli spazi interni – la zona giorno e notte, una cucina di piccole dimensioni e un bagno con wc e una doccia – sia nel suo rapporto con il paesaggio e con il verde. Dal punto di vista della realizzazione, la sfida più grande è stata trovare sul territorio còrso una generazione di artigiani giovani, all’altezza della prova progettuale in termini di qualità delle finiture, per poter immaginare un progetto interamente “chiavi in mano”. La qualità dei materiali locali è indiscussa, ma le maestranze non hanno l’abitudine a determinate esigenze progettuali, limitandosi spesso a opere di carpenterie lignee o strutture a più grande scala.

Nella pagina accanto, il porticato esterno, prolungamento della zona living interna, e alcuni dettagli del rivestimento in doghe orizzontali e verticali e del pannello-persiana scorrevole che chiude il portico, aprendo l’area giorno.

In questa pagina, gli interni del piccolo volume. Le superfici delle pareti e del soffitto sono poste in secondo piano grazie al colore di finitura scuro al fine di far risaltare il paesaggio attraverso le grandi aperture vetrate.

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Foto: Atelier LAVIT Foto: Atelier LAVIT

La struttura della cabina è realizzata con un telaio in legno (Pinus nigra laricio, diffuso in Corsica), coibentato e a tenuta all’acqua e all’aria e poggiante su una piattaforma lignea leggermente sollevata dal terreno. L’esterno è caratterizzato da un rivestimento in listelli di legno verticali e orizzontali.

Vista della cabin con il pannello-persiana che chiude l’area del pergolato; la struttura deve essere ancora completata con il deck esterno.

Dettaglio della connessione tra la struttura del pergolato e del pannello-persiana; l’elemento metallico scuro funge da grondaia e da binario per lo stesso pannello.

La cabina quasi completa.

progetti legnoarchitettura_48 18 802 104 3793 2 4 9 2 9 4 1 6 1 0 9 4 1 2369 5202 1783 1670 1749 1 2 0 1 6 0 0 1 2 0 1 3 0 0 2 7571 260 3190 1751 2 O B6 0 0 x 1 8 0 0 m m 1 - châssis fixe - 3190x615mm 3 - châssis fixe - 1670x2100mm 4 P o r t e p i v o t1 2 0 0 x 2 1 0 0 m m 1 5 4 7 2 5 5 1 2 0 0 3 2 4 6 2 1 1 3 9 0 0 6 2 0 5 7 1 4 1 0 20% 2 6 4 1 2824 9 1 8 9 1 8 180 2504 180 2864 2 8 9 0 2 3 1 3 i 30 120x200mm Moise 30 120x200m i 30x120x200mm Moi 30x120 200mm Moise 30x120 200 Moi 30x120x200mm

La struttura della cabin quasi completamente realizzata e montata in laboratorio.

A sinistra, posa dei listelli di rivestimento delle pareti e, accanto, un dettaglio del foro finestra nastrato.

A sinistra, movimentazione in laboratorio e trasporto della cabin su camion; a destra, la cabina posizionata sul sito di progetto e in fase di ultimazione.

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Complesso Parrocchiale Viareggio

TAMassociati
Photo by © Andrea Avezzù, courtesy of TAMassociati

Il patio tra l’aula sacra e i locali del ministero pastorale. A sinistra la vetrata del presbiterio e a destra la pergola in legno.

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Vista dell’aula liturgica da ovest con a destra il campanile. Photo by © Andrea Avezzù, courtesy of TAMassociati Photo by © Andrea Avezzù, courtesy of TAMassociati

Il complesso da sud est con il sagrato e, in primo piano, il campanile.

Ubicazione: Varignano – Viareggio (LU)

Progetto architettonico: TAMassociati, Venezia

Strutture: Milan Ingegneria, Venezia

Liturgia: Alessandro Toniolo

Opere arte: maestro Marcello Chiarenza

Paesaggio: Agrisophia Progetti, Castelnuovo Rangone (MO)

Meccanico: K&G progetti, Bologna

Elettrico: Ghetti & Formignani

Associati, Ferrara

Acustica: prof. L. Barbaresi, prof D. D’Orazio - UniBO

Computi: studio Forghieri, Modena

D.L. strutture e Sicurezza: studio Marino

Responsabile Procedimento: arch. Marco Bettini

Collaudatore: ing. Raffaelli

Superficie verde: 1.071 m2

Superficie coperta: 1.616 m2

La bellezza della semplicità

Inaugurato a giugno 2019, il nuovo complesso parrocchiale Resurrezione di nostro Signore nel quartiere di Varignano a Viareggio è stato realizzato in sostituzione di un edificio preesistente non più idoneo e adeguato alle necessità pastorali e celebrative. Per tali motivazioni il complesso è stato inserito nel concorso nazionale di architettura, denominato “Percorsi Diocesani”, promosso dalla CEI al fine di definire nuovi modelli di edilizia di culto, capaci di rendere sempre più attuali i valori del messaggio evangelico da coniugarsi a una sempre più viva attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale. L’ambizioso programma del concorso si intitolava, infatti, “Missione Varignano” e considerava temi portanti da affrontare nella costruzione, quali la memoria da preservare, la sobria ricerca della nobile semplicità della bellezza liturgica e pastorale, la complessità da ricucire a livello urbano e paesaggistico, focus questi portati all’attenzione dei progettisti.

Il nuovo fabbricato consta pertanto di spazi per varie attività, sia di natura liturgica sia sociale, con ambienti dedicati anche all’incontro delle varie associazioni di quartiere. Oltre alla grande aula sacra in grado di ospitare più di 400 fedeli, alla canonica e alle aree per la catechesi, sono disponibili zone per attività di studio, di gioco e di sostegno alla comunità; il tutto in circa 1700 m2 di superficie utilizzabile, alla quale si aggiungono i giardini e il sagrato che ospita il nuovo campanile. Un ulteriore tema proposto dal programma, la sostenibilità, è stato raggiunto con la realizzazione di un edificio altamente performante dal punto di vista del risparmio energetico e della manutenibilità, grazie alla sua struttura in legno e alle semplici tecnologie impiantistiche.

Con i nuovi spazi e i nuovi servizi, il complesso parrocchiale diventa un segno di rinnovamento per l’intero quartiere, un esempio di partecipazione aperto alla città, un risultato di attiva collaborazione tra attori sociali e istituzionali per migliorare fruibilità, dotazioni e vivibilità per tutta la comunità. Un edificio pensato per la collettività, ma soprattutto per avviare un percorso di rigenerazione esistenziale che unisce fede e impegno civile e sociale.

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Photo by Daniele Domenicali
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Due vedute della vetrata del presbiterio, dall’interno dell’aula liturgica e dal patio esterno. Photo by © Andrea Avezzù, courtesy of TAMassociati Photo by © Andrea Avezzù, courtesy of TAMassociati

Planimetria di inquadramento

L’inserimento urbano del complesso parrocchiale è stato sviluppato in continuità con il progetto di naturalizzazione in corso per Varignano. In dettaglio, l’asse continuo che collega il nuovo parco urbano (1), il corso del canale Burlamacca (2), il giardino e il sagrato della chiesa (2), le aree verdi per lo sport (4) e il nodo viario del Forcone (5).

Volumi

La nuova chiesa unisce e raccoglie in un unico organismo edilizio tutte le funzioni richieste dal programma: la casa del cristo e di tutta la comunità di Varignano. In rosso è evidenziata la parte liturgica, in verde quella per le attività parrocchiali e in verde la canonica

Accessi

Il sagrato fronteggia la chiesa e accoglie i fedeli; il percorso laterale tra la chiesa e il giardino protegge e accoglie la collettività, permettendo una grande molteplicità di usi (feste, attività ludiche, mercati, ...)

Verde

Il giardino, bello e armonico, diventa strumento di comunione e accordo tra gli uomini e tra gli stessi esseri umani e Dio; la sua gestione e la piccola manutenzione è affidata ai fedeli. Planivolumetrico del complesso parrocchiale

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1 aula sacra

2 presbiterio

3 battistero

4 cappella feriale

5 patio

6 locali ministero pastorale

7 casa canonica

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Prospetto
Prospetto
6 7 5 2 1 3 4
Piano terra Primo piano
ovest Prospetto sud Prospetto nord
est

Le opere d’arte presenti nell’aula sacra sono state realizzate e allestite dal maestro Marcello Chiarenza. All’interno infatti troviamo: la tela “Madonna della Tenerezza” e l’altare mariano, l’altare, l’ambone, un dipinto di un Crocifisso recuperato, la vetrata del presbiterio, l’Acqualuce nell’area del battistero e l’altare della cappella feriale.

Iniziato nel settembre 2017, il cantiere si è concluso con la dedicazione della chiesa l’8 giugno 2019, alla presenza dell’arcivescovo di Lucca, mons. Paolo Giulietti, del parroco don Marcello Brunini, delle a utorità, dei parrocchiani e degli abitanti del Varignano.

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Photo by © Andrea Avezzù, courtesy of TAMassociati Photo by © Andrea Avezzù, courtesy of TAMassociati Photo by © Andrea Avezzù, courtesy of TAMassociati Photo by © Andrea Avezzù, courtesy of TAMassociati Photo by © Andrea Avezzù, courtesy of TAMassociati

_due parole con i progettisti________

TAM nasce a Venezia come gruppo di ricerca architettonica dalla fine degli anni ‘80, all’interno di Utopica European Architects Network Association, e opera come studio di progettazione dal 1996, con sede a Venezia e uffici a Trieste e Parigi. Il team di architetti e ricercatori sviluppa soluzioni costruttive in tutto il mondo, migliorando la vita, rafforzando le comunità e fornendo risposte creative ai cambiamenti climatici attraverso la combinazione dell’alta qualità e della convenienza.

L’etica del design dell’azienda può essere riassunta come segue: Innovative design for Impact. A livello internazionale, TAMassociati lavora sull’architettura sostenibile e socialmente equa.

Il programma del concorso di progettazione del complesso parrocchiale di Varignano metteva in evidenza temi portanti da affrontare nella costruzione. Come avete risposto a queste richieste che prendevano in considerazione aspetti sociali, architettonici, urbanistici e paesaggistici e della liturgia?

La nuova chiesa della Resurrezione non vuole cancellare l’identità del fabbricato preesistente, né vuole “dimenticare” una memoria così stratificata e condivisa nel quartiere. Vuole piuttosto comprendere le ragioni e la forza che hanno generato quel progetto e restituirle alla comunità in un nuovo edificio collocato in contesto adeguato, bello e accogliente, che mantenga il senso e il valore di quell’esperienza umana e cristiana, rinnovandone la grande originalità. Quindi la nuova chiesa è rinata e risorta dalle proprie radici, fatte di “coraggio” e “semplicità”. Per questa ragione tutte le scelte progettuali sono state improntate a una sobrietà concettuale e costruttiva, che rifugge ogni approccio di tipo “monumentale” (inadatto al luogo e alla sua storia) e, piuttosto, ha messo l’accento sui caratteri di “solidarietà” e “accoglienza” che hanno caratterizzato da sempre la vita di questa Parrocchia e dell’intero quartiere del Varignano.

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La zona del battistero con il fonte battesimale e l’opera “Acqualuce”. Photo by © Andrea Avezzù, courtesy of TAMassociati

Due scorci dell’aula liturgica. All’interno la struttura in pannelli di legno multistrato incrociato è lasciata a vista ed è ben armonizzata con la copertura a shed e gli spazi dell’altare e del battistero, aree queste che risaltano grazie alla luce naturale, amplificata dalla finitura bianca a intonaco.

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Photo by © Andrea Avezzù, courtesy of TAMassociati Photo by © Andrea Avezzù, courtesy of TAMassociati

L’involucro

Tempi, affidabilità, prestazioni e facilità di montaggio sono le ragioni della scelta di un sistema costruttivo prefabbricato in pannelli di legno X-lam. Oltre a garantire un involucro altamente performante dal punto di vista del risparmio energetico e della manutenibilità, tale tecnologia ha permesso di raggiungere requisiti di resistenza al sisma con strutture estremamente leggere e affidabili, specie in presenza di luci considerevoli, come quelle dell’aula liturgica. Il complesso è dotato inoltre di semplici tecnologie per il ricambio e il trattamento dell’aria primaria, alimentate da un campo fotovoltatico da 27 kW posto in copertura. Il sistema, nascosto alla vista, con controllo dinamico di temperatura e tasso di umidità, garantisce le migliori condizioni di comfort ambientale all’interno dell’aula e la migliore conservazione dell’involucro edilizio nel tempo: un’attenzione richiesta non solo dalla Committenza e dalla CEI, ma necessaria in una prospettiva di ecologia integrale da perseguire in ogni progetto. Sistema costruttivo

Dettaglio costruttivo

1. copertura, dall’esterno: ghiaia (50 mm), strato in tessuto non tessuto, doppia membrana impermeabilizzante, massetto alleggerito (100 mm), membrana impermeabilizzante bituminosa, pannello isolante (100 mm), barriera al vapore, solaio in X-lam (200 mm)

2. parete: finitura a intonaco, pannello isolante (100 mm), pannello in X-lam (81 mm), pannello isolante (100 mm), membrana impermeabilizzante trattata con vernice riflettente

3. copertura, dall’esterno: ghiaia (50 mm), strato in tessuto non tessuto, pannello isolante (100 mm), membrana impermeabilizzante bituminosa, listelli in legno (30 mm), telaio in travetti di legno(50x135 mm) con isolante interposto, barriera al vapore, solaio in X-lam (145 mm)

4. copertura a shed: lamiera di alluminio, telaio in travetti di legno (24x48 mm), pannello isolante (100 mm), barriera al vapore, solaio in X-lam (100 mm)

5. parete, dall’esterno: finitura in lamiera di alluminio, doppia membrana impermeabilizzante, pannello isolante (50 mm), barriera al vapore, pannello in X-lam (50 mm), telaio in profili metallici (50x50 mm), pannello di cartongesso (12,5 mm)

6. solaio contro terra, dall’estradosso: pietra sinterizzata (12 mm), massetto armato (50 mm), ghiaia (475 mm), vespaio ventilato in iglù (500 mm), soletta in c.a (250 mm), isolamento (100 mm), getti di pulizia (100 mm), terra

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Sezione longitudinale

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Alcune fasi della realizzazione della struttura lignea in X-lam e travi del complesso parrocchiale.

Sede Alpenos Predaia

Foto: © Elisa Fedrizzi
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Balconi, vetrate a doppia altezza e ingresso sono contraddistinti da una finitura lignea differente per trama e colore. Il fronte d’ingresso della palazzina uffici con il rivestimento in legno bruciato, liberamente ispirato alla tecnica giapponese dello “shou sugi ban” o “yakisugi”, finalizzata a preservarne la durata nel tempo. Foto: © Elisa Fedrizzi Foto: © Elisa Fedrizzi

Ubicazione: Segno - Predaia (TN)

Committente: STP srl, Segno – Predaia (TN)

Concept e progetto architettonico:

Team Alpenos, Segno - Predaia (TN)

Strutture in legno: ALPENOS di STP

Data realizzazione: 2021

Superficie complessiva: 1800 m2

Superficie uffici: 1000 m2

Superficie magazzino: 800 m2

Come il tronco di un albero

Dopo il cambio di immagine e il debutto pubblico del nuovo marchio commerciale ALPENOS, l’azienda trentina STP, che dal 2006 si occupa di progettazione e costruzione di edifici in legno, ha una nuova casa, appositamente costruita per ospitare le proprie attività produttive. Connotato da linee moderne e da un particolare rivestimento in tavole di larice bruciato, l’edificio fa parte di un progetto di riqualificazione del travagliato lotto ex Cosbau prima e Nexitec poi, che per anni è risultato una nota stonata all’interno della cornice territoriale della valle, in quanto i precedenti progetti, abbandonati ancor prima di terminare la costruzione, avevano lasciato incompiuta un’imponente struttura in cemento armato inizialmente pensata come centro commerciale. Il lotto risultava di particolare interesse in termini di viabilità e posizione, nella parte bassa della valle, rapidamente raggiungibile anche dalla Val d’Adige e dall’autostrada del Brennero.

Elaborato dal team Alpenos, il progetto nasce dalla combinazione di due differenti necessità: logistiche e operative da una parte, semantiche e d’identità dall’altra. Il bisogno di creare un ambiente di lavoro confortevole e adeguato alle caratteristiche di un organico in costante espansione ha incontrato la volontà di plasmare spazi capaci di rappresentare il percorso evolutivo dell’azienda, fatto di consapevolezza di valori e attaccamento al territorio. L’interpretazione di questi input così diversi ha portato al desiderio di riqualificare un’area dismessa, evitando quindi consumo di suolo, in cui gli elementi esistenti in cemento armato sono stati inglobati e nascosti alla vista andando a ridefinire il paesaggio attraverso una nuova struttura realizzata in X-lam, in totale allineamento con filosofia e prassi aziendale. Il progetto, curato dall’ing. Daniele Preti, ha visto la creazione di uffici e spazi polifunzionali dislocati su due piani sopraelevati, e di un magazzino; fatto di volumi semplici e linee pulite, il fabbricato con le sue ampie vetrate instaura un forte dialogo con la natura, la valle e con il contesto urbano e l’uomo, alla ricerca di un punto di equilibrio nel quale l’edilizia del futuro trova la sua collocazione.

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Dettaglio dell’affaccio a sud est. Foto: ©Elisa Fedrizzi

I rivestimenti e gli arredi rappresentano un richiamo all’involucro esterno in larice bruciato e alla palette del brand.

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Foto: © Elisa Fedrizzi Foto: © Elisa Fedrizzi

Prospetto sud est

Prospetto nord ovest

Prospetto sud ovest

_struttura________

L’edificio può essere diviso funzionalmente e strutturalmente in due volumi distinti: gli uffici e il capannone; due fabbricati svincolati fisicamente da un giunto sismico. Gli uffici hanno una struttura mista legno-cemento, con il vano scale in c.a. della preesistenza mantenuto e adattato e il primo solaio in c.a. che lavora come lastra rigida di ripartizione delle forze orizzontali sui setti in cemento esistenti; il resto della struttura dei due piani sopraelevati è in pannelli X-lam (120 mm). Anche il solaio interpiano è realizzato in X-lam (200 mm), sostenuto in parte dalle pareti e in parte da travi e pilastri in legno lamellare. La copertura presenta una doppia orditura di travi in legno lamellare su cui è fissato un tavolato costituito da pannelli multistrato in abete (18 mm); per il suo irrigidimento sono stati inseriti nello spessore dello strato isolante dei tiranti in legno lamellare che fungono da controvento di falda.

Il capannone, destinato alla logistica e al magazzino, ha una struttura a telaio in travi e pilastri di legno lamellare e controventi in legno lamellare con la classica configurazione a “croce di sant’Andrea”. Data la luce importante (circa 16 m), il solaio di copertura utilizza un prodotto innovativo a base di legno, particolarmente adatto a questo scopo per le sue caratteristiche di leggerezza e resistenza, ovvero elementi prefabbricati tipo “Kielsteg”, costituiti da correnti superiori e inferiori in legno di abete combinati con strisce verticali di pannelli in legno compensato e/o OSB a formare un pannello alveolare con ottime prestazioni, tra cui la più significativa il rapporto tra peso proprio e resistenza strutturale. La realizzazione del fabbricato (D.L.: ing. Mirko Busetti - BSV Società d’ingegneria) ha richiesto l’utilizzo complessivo di 195 m 3 di legno lamellare e 182 m 3 di X-lam provenienti da foreste certificate FSC /PEFC e forniti da Stora Enso /Mak Building GmbH, partner primari di Alpenos per il legname da costruzione.

Le strutture in legno del capannone sono sopraelevate rispetto al piano di scivolamento dell’acqua (interno ed esterno) per garantire la durabilità e la salubrità degli elementi lignei; un cordolo in c.a. dell’altezza di 1 m è stato appositamente realizzato per poter fissare i portali principali e le pareti leggere di tamponamento a telaio. Il manto di copertura è in lamiera.

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Sotto, un dettaglio della connessione tra struttura linea e un elemento vetrato.

L’intervento di riqualificazione non si è caratterizzato solo per il valore estetico legato al recupero di un’area dismessa, ma ha permesso di raggiungere importanti obiettivi di sostenibilità ed efficienza energetica nel rispetto delle linee guida ARCA e CasaClima, conseguendo infatti le certificazioni ARCA Silver e CasaClima A Nature.

_due parole con il costruttore________

Grazie all’esperienza acquisita, STP ha consolidato uno standard di progettazione e costruzione ben definito, dove convergono elementi di innovazione brevettati, approccio alla progettazione specifico e una forte motivazione per la sostenibilità del lavoro. Per tale ragione, ALPENOS è il marchio che identifica gli edifici realizzati da STP, sintetizzando in un nome semplice la complessità di fattori che definiscono l’alto standard delle costruzioni in legno dell’azienda.

Questo è sicuramente un caso particolare: cos’ha significato essere contemporaneamente costruttori e committenti?

Ci siamo trovati davanti a un unicum che ha rappresentato per noi un traguardo di crescita. La possibilità di accogliere i clienti in uno spazio che ci rappresentasse al 100% e che mostrasse concretamente i benefici della costruzione in legno ci entusiasmava. Il dialogo interno per definire gli aspetti più importanti del progetto è stato un’occasione per riflettere sull’identità stessa dell’azienda… Una sorta di seduta di psicoterapia! Certamente l’aspetto più complesso è stato ricavare il tempo per le lavorazioni non volendo sottrarre attenzione ai cantieri dei nostri clienti; perciò abbiamo diluito le lavorazioni in un tempo al quale solitamente non siamo abituati.

Quali sono gli obiettivi più ambiziosi che vi siete posti con questa realizzazione?

Al di là delle necessità funzionali, con la nuova sede Alpenos abbiamo voluto esplicitare in maniera concreta la nostra filosofia aziendale; crediamo in un’edilizia sostenibile applicata a qualsiasi destinazione d’uso, per aumentare il benessere del vivere in qualsiasi contesto: abitativo, lavorativo, scolastico, ricreativo. Pertanto siamo intervenuti su un lotto a lungo privo di identità urbanistica, che impattava negativamente sul paesaggio senza restituire alcun tipo di servizio, creando invece un edificio che ha recuperato l’area e l’ha resa un landmark di sostenibilità. L’obiettivo più sfidante è stato realizzare una costruzione energeticamente performante a partire da una preesistenza abbandonata, con conseguimento delle certificazioni CasaClima A Nature e ARCA Silver. La progettazione dell’intero edificio è stata realizzata secondo i criteri della certificazione OPEN, inerente l’accessibilità di tutti gli ambienti da parte di persone con disabilità.

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Foto: © Elisa Fedrizzi

_due parole con i progettisti________

La progettazione della sede Alpenos è stata affidata ad un team interno all’azienda sotto la guida dell’ing. Preti che ha plasmato la sua visione sulle richieste del cliente interno.

Che tipo di ispirazione c’è dietro al concept di questo progetto?

Il legno ha evidentemente un significato simbolico e non solo strutturale in questo progetto; dovendo immaginare una nuova sede per chi quotidianamente lavora, progetta e costruisce con il legno, è stato naturale lasciarsi ispirare dalla materia prima che usiamo tutti i giorni nella sua forma primitiva: il tronco. Come i pannelli in CLT sono il cuore pulsante degli edifici che costruiamo, così abbiamo voluto pensare la nostra casa nel cuore di un tronco, dove scorrono la linfa vitale e le idee e dove, da sempre, gli animali trovano riparo. L’essenzialità delle linee riflette il nostro lavoro di progettazione esecutiva necessariamente rigoroso e funzionale con un radicamento nella contemporaneità e uno sguardo non solo metaforico al futuro. È la nostra professione che ci richiede di prevenire problemi prima ancora che si manifestino, valutando scenari ipotetici ai quali contrapponiamo la concretezza di soluzioni tecniche di comprovata efficacia.

Uno degli elementi identificativi più forti dell’edificio è il rivestimento esterno scuro: perché questa scelta? Se consideriamo i rivestimenti come la corteccia di un edificio, sottile ma forte, anche lo stacco cromatico ha il suo significato; il colore scuro ma naturale diminuisce l’impatto visivo dell’edificio creando un dialogo esteticamente armonico con la valle. Inoltre, come in un tronco, la “pelle” esterna più scura contrasta con i tagli delle grandi vetrate e dell’ingresso, aprendosi e lasciando intravedere l’interno, fatto di essenze chiare con spazi accoglienti, pensati per il benessere. Le tavole in larice sono state bruciate superficialmente, ispirandosi alla tecnica giapponese dello “shou sugi ban” o “yakisugi”, un trattamento ecologico che permette di prolungare la longevità di un rivestimento così fortemente esposto ai fenomeni atmosferici.

Il progetto degli interni rappresenta un’evoluzione organica dell’elaborazione della brand identity del marchio Alpenos e la coerenza estetica interna risulta quindi forte e netta. L’X-lam è stato lasciato a vista nei solai e in alcuni elementi decorativi.

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Foto: © Elisa Fedrizzi Foto: © Elisa Fedrizzi

Copertura magazzino – Sezione verticale

1 manto di ghiaia (50-60 mm)

2 guaina impermeabile in PVC

3 pannello in OSB (8 mm)

4 strato isolante in lana di roccia (120 mm)

5 guaina impermeabile freno al vapore

6 solaio strutturale a lastre Kielsteg

Vista assonometrica della struttura del magazzino

Parete esterna magazzino – Sezione orizzontale

1 pilastro portante in legno lamellare

2 lastra in fibrogesso classe 0

3 OSB (18 mm)

4 lana di roccia (200 mm)

5 OSB (18 mm)

6 guaina impermeabile

7 filetti orizzontali (50x40 mm, interasse 600 mm)

8 rivestimento con lamiera grecata

9 trave lamellare interna al pannello di tamponamento

Balcone esterno, dall’estradosso

- soletta in cemento armato

- massetto in pendenza

- XPS (100 mm)

- fibrocemento (20 mm)

- guaina in PVC

- pavimento galleggiante

Il secondo piano è in fase di ultimazione e prevede una destinazione d’uso multipla. Rispecchiando la volontà aziendale di fare da aggregatore di idee e contenuti nel settore della bioedilizia e non solo, è stata progettata un’ampia sala conferenze attrezzata e indipendente con affaccio sulla valle. Sullo stesso piano sarà collocata un’area showroom per clienti e progettisti, adiacente al rooftop, con lounge bar destinato a ospitare eventi e momenti conviviali tra dipendenti.

Prospetto uffici – Sezione verticale

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Realizzazione della struttura massiccia del corpo uffici e a telaio con controventamenti a ‘croce di San’Andrea’ del magazzino.

Solai a vista e arredi in fase di completamento nei locali degli uffici.

Dettagli dei solai in corrispondenza del rooftop e posa dei listelli di facciata.

La copertura del magazzino dall’esterno e dall’interno con la particolare struttura prefabbricata tipo “Kielsteg”.

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Villa Victoria Maranello

Studio
Castelli
Fangareggi
Foto: © Oliver Jaist

Sopra, il secondo piano è caratterizzato da un susseguirsi di finestre, affacci e terrazze sul tetto piano.

A lato, lo sporto del tetto sopra il portoncino d’ingresso in continuità con l’andamento delle grandi logge.

Nella pagina accanto, il terrazzo ospita un albero dalla fioritura primaverile che valorizza ulteriormente la composizione architettonica e la vista dalle numerose superfici vetrate.

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Foto: © Oliver Jaist Foto: © Oliver Jaist

Ubicazione: Maranello (MO)

Progetto: Studio di Architettura

Fangareggi Castelli, Formigine (MO)

Strutture e impianti: Wolf Haus, Campo di Trens (BZ)

Lavori: 2020

Superficie utile: 575 m2

Area lotto: 1600 m2

Sulle colline modenesi

Nella prima zona collinare a sud del territorio di Maranello, sul ripido versante di una collina argillosa esposto a nord-est, sorge una residenza in cui sfondo naturale e ambiente sono stati al centro della progettazione. L’edificio dialoga con il paesaggio circostante attraverso gli innumerevoli scorci e viste prospettiche che si aprono dall’interno verso l’esterno ed esaltano la bellezza degli scenari collinari e di pianura, fino talvolta ad ammirare a nord, nelle giornate terse, vedute ad ampio raggio dei colli Euganei e della corona delle Prealpi.

La villa dà voce al desiderio della committenza di vivere in una residenza dai volumi contemporanei, complessi ma leggeri allo stesso tempo, aperti su panorami suggestivi e mai ripetitivi, come quadri di una natura in continua metamorfosi. I corpi edilizi stessi sembrano essere in movimento, in rotazione tra loro per ritagliare vedute sul paesaggio, amplificate dalle ampie vetrate che caratterizzano gli ambienti di vita e inondano di luce gli interni, adeguatamente ombreggiati e protetti da logge sporgenti. L’impianto della villa, che è stata realizzata nei piani fuori terra in legno, è sviluppato su tre livelli e in due parti. La zona dell’ingresso, dei locali di servizio, vani tecnici e garage è ubicata nella parte prospiciente la strada a monte del lotto e si esprime in volumi chiusi e finestrati con sottili tagli verticali e orizzontali; gli spazi più privati del living e delle camere da letto si aprono su terrazze e logge dai parapetti trasparenti che non interrompono la linea dell’orizzonte. Lo stesso disimpegno degli ambienti di servizio si schiude verso l’esterno grazie a una vetrata a tutta altezza che si affaccia su una corte nascosta, dove è protagonista un albero dalla fioritura primaverile. Tutti gli ambienti interni sono caratterizzati dal colore, negli arredi e nei dettagli, così come gli infissi e il rivestimento dei setti dei portici in alluminio blu e le parti di intonaco grigio con finitura superficiale blu, a evidenziare i volumi più compatti del fabbricato. La zona giorno è collegata alla zona notte da una eterea scala con gradini in legno, laccati di bianco, e sospesi a pannelli di cristallo trasparente. I primi due gradini di colore blu, unici radicati al pavimento, riprendono esattamente le forme geometriche delle terrazze ruotate tra loro, in un continuo instancabile dialogo tra interno ed esterno che rende l’edificio un luogo privilegiato in cui abitare.

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Foto: © Oliver Jaist
VEDI GALLERY COMPLETA e VIDEO

Dal livello basso del giardino la grande loggia asimmetrica sporge per massimizzare la vista sul panorama collinare. I setti rivestiti in lamiera blu sono strutturali e conferiscono al contempo stabilità e leggerezza.

La scala interna si affaccia su un serramento a tutta altezza, schermato da una struttura a lamelle di metallo verniciato.

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Foto: © Oliver Jaist Foto: © Oliver Jaist

_struttura________

L’edificio si sviluppa su un pendio ed è composto da un piano seminterrato in calcestruzzo armato con soletta piena e due piani fuori terra costruiti con sistema prefabbricato in legno a telaio leggero. Tutte le pareti sono portanti, il solaio è a elementi e la copertura piana. Tra gli elementi interessanti della villa vi sono le estese superfici illuminanti degli ambienti, come il living che, di dimensioni importanti e libero da pilastri, presenta serramenti a tutta altezza affacciati su una delle due grandi terrazze; la pulizia formale degli interni è stata ottenuta anche curando al massimo l’inserimento delle travature portanti all’interno dello spessore di solaio. La progettazione dei generosi terrazzi aggettanti ha richiesto particolare cura, così come la definizione della scala, il cui parapetto trasparente concorre alla statica dei gradini. Per quanto riguarda la scala, la collaborazione tra gli uffici tecnici delle aziende ha permesso di prefabbricare la pareti in legno con all’interno già gli elementi verticali per il sostegno dei singoli gradini.

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Piano primo Piano terra Prospetto nord-est Prospetto nord-ovest Sezione A-A Sezione B-B

_due parole con il costruttore________

Wolf Haus Italia fa parte del gruppo Internazionale Wolf System, fondato nel 1962 in Austria. Il gruppo, che oggi conta 30 sedi in tutto il mondo, è specializzato nella realizzazione di edifici prefabbricati in legno con certificazione antisismica e ad alto risparmio energetico.

Quali scelte compositive hanno reso impegnativo traslare il progetto architettonico in struttura realizzata? Il nostro approccio, a livello di progettazione strutturale ed esecutiva, è quello di studiare soluzioni tecniche che rispettino e valorizzino le richieste compositive del progettista. Villa Victoria ci ha messi alla prova con le grandi luci degli interni del primo piano, le importanti pareti vetrate che arrivano a 6 metri di larghezza e senza pilastri a interromperle, le sporgenze di due grandi terrazze che non presentano strutture verticali. La dettagliata progettazione architettonica fornita, con grande collaborazione e professionalità dello Studio di Architettura Fangareggi Castelli, ha permesso di trovare soluzioni statiche perfettamente integrate, come le travi in spessore di solaio e la soluzione della scala con parapetto in vetro con funzione portante. I progettisti, in sintonia con la committenza, erano fortemente motivati a valorizzare gli aspetti compositivi per ottenere il miglior risultato in termini estetici, funzionali, di benessere abitativo e risparmio energetico: questo approccio positivo e sfidante è stato stimolante e ha contribuito al risultato finale.

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Foto: © Oliver Jaist

_due parole con i progettisti________

Dal 2007 l’arch. Ilaria Fangareggi e il geom. Guglielmo Castelli collaborano assieme fino alla fondazione del loro studio, dove condividono l’attività di progettazione architettonica, direzione lavori, computi metrici estimativi, contabilità, pratiche catastali, sicurezza cantiere e molto altro ancora.

Come è nata l’idea di realizzare questo edificio con il sistema costruttivo prefabbricato in legno e quali sono stati i vantaggi che avete apprezzato?

Lo scopo principale del progetto era dare vita a una residenza contemporanea a elevato risparmio energetico in linea con una filosofia ecosostenibile, in armonia con la natura, sismicamente sicura e che garantisse ai suoi abitanti il massimo comfort abitativo. La scelta di utilizzare il sistema costruttivo prefabbricato in legno ha permesso di soddisfare tutti gli aspetti sopra descritti, in sinergia con l’utilizzo di tecnologie e impianti altamente performanti. I vantaggi di tale sistema costruttivo sono stati inoltre la leggerezza della struttura rispetto a una costruzione di tipo tradizionale e la rapidità di esecuzione, con la conseguente riduzione della durata del cantiere.

Come si è svolto il cantiere e quali sono state le fasi, secondo il vostro punto di vista, più interessanti?

La costruzione di un fabbricato in legno parte a monte con un lavoro meticoloso di progettazione esecutiva estremamente dettagliato che coinvolge tutti gli aspetti dell’edificio: strutturali, architettonici, impiantistici, illuminotecnici e di arredo. L’elevato grado di prefabbricazione richiede alla committenza e al progettista uno sforzo decisionale preliminare, concentrato in un tempo ridotto, che scende nel dettaglio fino alla piccola scala della progettazione degli interni. Tale impegnativo approccio progettuale consente nelle fasi di costruzione della struttura rapidità di montaggio e millimetrica precisione, permettendo di proseguire nelle successive fasi di realizzazione degli impianti, dei cartongessi e delle finiture con altrettanta velocità. La fase di cantiere più interessante e affascinante rimane quella iniziale dell’assemblaggio della struttura grezza in legno che vede nascere e crescere l’intero edificio in pochi giorni.

La scala è un elemento di collegamento leggero e trasparente, con gradini privi di alzata fissati alla parete in legno e al parapetto in vetro. La soluzione è stata studiata in fase di progetto e prefabbricata con grande precisione.

Il serramento a tutta altezza dà luce e funge da fondale alla composizione.

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Foto: © Oliver Jaist

Copertura balcone, dall’esterno

- guaina impermeabile

- coibentazione in pendenza (100 mm)

- pannello OSB (18 mm)

- struttura portante lignea + lana minerale interposta (200 mm)

- pannello OSB (18 mm)

- travetti (140 mm)

- pannello OSB (18 mm)

- cappotto esterno (40 mm)

- intonaco

1 impianto fotovoltaico per coperture piane

2 balaustra in vetro stratificato 10/10

3 cappotto esterno intonacato (80 mm)

4 cappotto esterno intonacato (40 mm)

Solaio balcone, dall’esterno

- piastrelle (20 mm)

- piedini regolabili (100-120 mm)

- guaina

- coibentazione in pendenza (50-80 mm)

- pannello OSB (18 mm)

- struttura portante lignea + lana minerale interposta (200 mm)

- pannello OSB (18 mm)

- travetti (270 mm)

- pannello OSB (18 mm)

- cappotto esterno (40 mm)

- intonaco

5 struttura portante lignea + isolante (200 mm)

6 controsoffitto pendinato e cartongesso

7 pannello OSB (18 mm)

8 barriera vapore

Solaio interpiano, dall’esterno

- pavimento in legno (16 mm)

- massetto (60 mm)

- Nylon

- materassino (20 mm)

- alleggerito (110 mm)

- pannello OSB (18 mm)

- struttura portante lignea + lana minerale interposta (200 mm)

- barriera al vapore

- listellatura (25 mm)

- controsoffitto pendinato

- cartongesso

9 tende a rullo esterne a scomparsa

10 tende a rullo interne a scomparsa

11 portafinestra scorrevole

12 rivestimento in alluminio preverniciato

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A sinistra, la struttura in fase di costruzione vista dal livello inferiore con il piano seminterrato in calcestruzzo armato. A destra, la struttura delle logge con solaio a elementi e infisso.

Lavorazioni interne: rivestimento delle pareti portanti con struttura a telaio, posa dei pannelli in cartongesso e degli impianti, rasatura delle pareti.

Il livello superiore alto del tetto piano con l’impianto fotovoltaico a servizio di Villa Victoria.

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Villa bifamiliare Meda

Officina di Architettura
Foto: © Marlegno
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Vista della villa da sud-est e, sotto, il fronte sud lungo la strada. Foto: © Marlegno
Foto: © Marlegno

Le finestre, gli aggetti e il pergolato danno movimento ai volumi delle due unità abitative.

Ubicazione: Meda (MB)

Progetto architettonico: arch. Roberto

Pozzoli – Officina di Architettura, Seregno (MB), arch. Maria De Santis

Strutture: ing. Stefano Moravi –Engineering Works, Bolzano

Direttore lavori: arch. Roberto Pozzoli

Impianto idraulico: FAI, Grumello

Del Monte (BG)

Impianto elettrico: GM Elettroimpianti, Pedrengo (BG)

Appaltatore struttura legno: Marlegno srl, Bolgare (BG)

Date lavori: gennaio 2021 (inizio posa legno); novembre 2021 (consegna casa)

Superficie utile: 244 m2

Design, funzionalità e comfort

Nella zona est del comune di Meda è stata costruita una nuova villa bifamiliare, realizzata in legno, per volontà della committenza e con un’attenzione rivolta al rispetto dell’ambiente, al benessere abitativo e al raggiungimento di alte prestazioni energetiche. L’edificio ospita due abitazioni, una per ogni piano, completamente autonome e indipendenti, e si caratterizza per uno stile moderno, con i toni chiari delle finiture esterne che bene si sposano con le aperture e gli aggetti che danno movimento all’ampio volume. Le dimensioni dell’abitazione sono state calibrate in ragione delle esigenze dei proprietari, verificandole accuratamente in ogni dettaglio e ponendo attenzione in fase di progettazione anche agli arredi che sarebbero stati successivamente predisposti.

La residenza al piano terra si sviluppa da un atrio di ingresso che porta al grande soggiorno con cucina open space, mentre la zona notte ospita tre camere da letto, ognuna corredata da bagno e cabina armadio, oltre un locale bagno-lavanderia, ed è raggiungibile attraverso un disimpegno. Al livello superiore, la seconda abitazione accoglie un atrio di ingresso, la cucina, il soggiorno open space e due camere da letto, entrambe con propri bagni e cabine armadio. L’intero edificio si apre all’esterno con grandi vetrate che offrono luminosità, senso di libertà e permettono di guardare il giardino e la piscina; quest’ultima, collegata all’abitazione da un pergolato in legno lamellare e posizionata a nord est a filo con il suolo esterno, sembra nascondersi e ricomparire a seconda del luogo di osservazione.

Dal punto di vista strutturale, la villa è stata realizzata con sistema a telaio in legno e cappotto in fibra di legno, mentre la copertura piana in legno presenta un doppio strato di impermeabilizzazione e un intradosso a travi e travetti con assito in perline di abete a vista. Serramenti ad altre prestazioni, impiantistica efficiente e impiego di fonti energetiche rinnovabili hanno consentito all’edificio di raggiungere un’ottima classe energetica. Una villa, dunque, dall’impatto estetico non indifferente ma in grado di coniugare funzionalità, tecnologia e comfort per assicurare a chi la abita la sensazione di vivere nella casa dei propri sogni.

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Foto: © Marlegno

Scorci dell’edificio, della pergola e della piscina. Il colore chiaro della finitura esterna definisce gli spazi della villa, esaltandone linee e forme del volume costruito, che è strettamente connesso alle aree deputate allo svago, la piscina e il giardino.

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Foto: © Marlegno Foto: © Marlegno
Foto: © Marlegno

Prospetto est

Prospetto sud

Prospetto ovest

_struttura________

Prospetto nord

La struttura è realizzata con pareti perimetrali a telaio, costituite da montanti e traversi in legno lamellare PEFC con isolamento in lana di roccia interposto nella struttura della parete e cappotto esterno in fibra di legno. Le pareti sono fissate a terra e tra loro tramite staffe in acciaio zincato e il telaio è controventato su entrambi i lati tramite pannelli in legno OSB privo di formaldeide. Il solaio interpiano è composto da pannelli maschiati in legno lamellare certificato PEFC larghi 600 mm con bisellatura a vista tra un elemento e l’altro, mentre la copertura piana ha un’ossatura in travi e travetti, isolata con lana di roccia ed EPS, e assito a vista. Opportune pendenze e impermeabilizzazioni garantiscono la tenuta all’acqua del tetto e delle terrazze. Le finestre sono dotate di schermature frangisole a pacchetto motorizzate.

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Pianta piano terra Pianta copertura Pianta primo piano

La zona living, completamente aperta, si affaccia sulla piscina e sul giardino grazie alle finestre a tutta altezza.

_due parole con il costrutture________

Occupandosi di ogni progetto e curando nel dettaglio ogni fase, dalla progettazione alla prefabbricazione fino alla consegna chiavi in mano e ai servizi post-vendita, Marlegno costruisce grandi edifici e case in legno dal 2000. Ispirata da principi di economia circolare, l’azienda utilizza solo legno proveniente da foreste certificate PEFC, quale materia prima naturale riutilizzabile e riciclabile; la sua visione è condivisa da un team di oltre 100 esperti che in tutte le fasi produttive garantiscono standard qualitativi altissimi per prestazioni ottimali e che in differenti unità di business lavorano in sinergia per sviluppare progetti su misura dove sostenibilità, sicurezza e tecnologia sono sinonimi di un’innovazione attenta e responsabile.

Quali sono stati i punti più critici da ingegnerizzare e poi produrre in questa abitazione?

La criticità maggiore che abbiamo riscontrato durante la realizzazione di questa villa è stata la gestione degli sbalzi del solaio d’interpiano e della copertura. A causa della particolare struttura dell’abitazione, non ci è stato possibile adottare soluzioni strutturali con resistenza monodirezionale – come ad esempio i travetti - per la gestione degli sbalzi su più lati dell’edificio, e in direzioni trasversali tra loro. Pertanto, la nostra scelta è ricaduta su degli elementi che potessero offrire un comportamento bidirezionale; per il solaio d’interpiano abbiamo scelto di utilizzare dei pannelli in X-lam con larghezza di 2,5 m, mentre per la copertura abbiamo optato per dei moduli a telaio in legno prefabbricati. Queste soluzioni ci hanno dato la possibilità di realizzare degli sbalzi in perfetta sintonia con quanto previsto dal progetto architettonico.

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Foto: © Marlegno

_due parole con uno dei progettisti________

Abbiamo incontrato uno dei progettisti, l’arch. Roberto Pozzoli, al quale abbiamo rivolto alcune domande inerenti la villa bifamiliare oggetto di questo articolo.

Come e da dove nasce il concept progettuale di questa villa?

Questa villa è il risultato dell’incontro tra le esigenze del cliente, le rigide norme del piano attuativo e la nostra professionalità. Pensiamo infatti che la casa rappresenti il luogo più importante per chi la abita: dalle proprie abitudini ai propri sentimenti, essa deve essere considerata perfetta, quasi da sogno. Questa villa moderna senza dubbio colpisce l’attenzione proprio per l’impatto visivo piacevolissimo, ma non abbiamo tralasciato l’aspetto funzionale e il contenimento energetico, un maggior costo ma a lungo andare la spesa per i materiali utilizzati verrà ammortizzata grazie al risparmio nei consumi.

A proposito di contenimento energetico, ci può riassumere le soluzioni adottate?

L’edificio ha raggiunto la classe energetica A4 grazie all’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili con i pannelli fotovoltaici, un maggior isolamento termico dell’involucro in legno che contribuisce a limitare la necessità di riscaldamento nel periodo invernale, un controllo del soleggiamento estivo per evitare il surriscaldamento e la conseguente ventilazione degli ambienti in maniera meccanica, la riduzione delle dispersioni termiche, l’alta prestazione dei serramenti, il recupero e il riutilizzo delle acque meteoriche e, infine, l’impiego di materiali ecosostenibili facilmente smaltibili e disseminabili.

Vista dal soggiorno della cucina: la scelta dell’arredo scuro crea un contrasto moderno ed elegante con il bianco delle pareti e degli altri complementi e con il rivestimento ligneo del pavimento.

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Foto: © Marlegno

Copertura (A), dall’esterno

- doppia guaina impermeabile (4+4 mm)

- pannelli in EPS pendenzato (80-230 mm)

- pannello OSB (18 mm)

- telo traspirante

- pannelli in lana di roccia (60+60+60 mm) con interposizione di travetti

- barriera al vapore

- lastra di fibrogesso (12,5 mm)

- controsoffitto (lastra singola cartongesso e sottostruttura

Parete (B), dall’interno

- doppia lastra in cartongesso (12.5 mm + 12.5 mm)

- vano impianti: struttura e interposizione lana di roccia (40 mm)

- pannello OSB (12 mm)

- schermo freno a vapore

- traverse e pilastri (160 mm) in legno lamellare con interposizione isolante in lana di roccia

- pannello OSB (12 mm)

- isolamento a cappotto in fibra di legno (60 mm)

- rasatura ai silicati (6-8 mm)

Solaio interpiano (C), dall’estradosso

- pavimentazione interna (15 mm)

- riscaldamento radiante a pavimento + caldana (50+50 mm)

- isolante acustico da rumori da calpestio

- massetto copri impianti (120 mm)

- solaio in X-lam (200 mm)

- controsoffitto (lastra singola cartongesso e sottostruttura

Solaio contro terra (D), dall’estradosso

- pavimentazione interna (15 mm)

- riscaldamento radiante a pavimento + caldana (50+50 mm)

- massetto copri impianti (120 mm)

- pannelli il polistirene estruso (50+50 mm)

- vespaio aerato: igloo con cappa in cls (350+50 mm)

- magrone (100 mm)

1 lattoneria in alluminio preverniciato

2 rasatura ai silicati 6/8 mm)

3 rivestimento in ESS (60 mm)

4 nastro acrilico di tenuta all’aria

5 guarnizione autoespansiva precompressa

6 guarnizione di tenuta per connessione tra legno e altre strutture

7 doppia guaina impermeabile (4+4 mm)

8 pannello in XPS (50 mm)

9 protezione della rasatura con impermeabilizzante elastico

10 isolamento a cappotto in EPS (40 mm)

11 serramento triplo vetro

12 frangisole

13 soglia in pietra naturale (30 mm)

14 pannello XPS (60 mm)

15 impermeabilizzazione per tenuta all’acqua

16 guaina bituminosa adesiva

17 monoblocco coibentato sottobancale e taglio termico

18 aerazione vespaio con drenaggio acque meteoriche

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1 2 2 3 1 7 8 9 10 13 14 8 17 12 11 16 18 15 5 3 5 4 A C B D

Posa al piano terra delle pareti intelaiate, corredate di monoblocchi per le finestre, e del solaio in pannelli massicci.

Nastrature in corrispondenza delle giunzioni tra elementi lignei verticali e orizzontali, tra gli stessi pannelli orizzontali, tra parete e monoblocco coibentato dei serramenti e tra struttura e tubazioni degli impianti; installazione delle contropareti con struttura metallica per il passaggio impianti.

Il cappotto in fibra di legno con zoccolature in XPS a contatto con il solaio controterra, l’impianto radiante a pavimento e quello fotovoltaico in copertura.

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estudoquarto® Villa passiva Provincia di Brescia Foto: arch. Márcio Tolotti

Il rivestimento in doghe di larice dell’involucro e la staccionata in legno del fronte lungo la via pubblica.

L’angolo sud est dell’edificio si apre con la grande vetrata verso l’area verde e la piscina.

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Foto: arch. Márcio Tolotti Foto: arch. Márcio Tolotti

Ubicazione: Provincia di Brescia

Progetto: estudoquarto srl, San Giovanni Lupatoto (VR)

Strutture: ing. Diego Consolaro, Montichiari (BS)

Direzione Lavori: arch. Márcio Tolotti –estudoquarto srl, San Giovanni Lupatoto (VR)

Consulenti: Energethica srl, Brescia

Impianti: EXRG srl, Mareno di Piave (TV)

Struttura in legno: Abete project, Bolzano – C ˇ eladná (CZ)

Lavori: agosto 2018 – dicembre 2018

Superficie utile: 240 m2

Superficie verde: 600 m2

Passivamente lignea

Interamente realizzata con struttura in legno X-lam e a basso impatto energetico e ambientale, questa abitazione a due piani, si adagia sul piano campagna lievemente pendente, emergendo dal terreno quale vero e proprio compendio al paesaggio. Per sintetizzare tutto il programma architettonico e costruttivo, l’intento del progetto è stato quello di utilizzare un solo materiale naturale, il legno, che ben si integra nel verde circostante e che assume conformazioni, colorazioni, profumazioni diverse con il trascorrere del tempo.

La casa si sviluppa su due livelli terminando con una copertura piana; al piano terra sono disposte la zona giorno con la cucina, uno studio e i locali accessori, mentre al piano superiore si trovano le due camere con cabina armadio e il bagno di servizio. L’area living è uno spazio con ampie vetrate che si aprono a sud e a est e che consentono un ideale apporto solare nei mesi invernali; per ovviare al possibile surriscaldamento dell’ambiente nella stagione estiva sono stati previsti sistemi di ombreggiamento. Verso sud è collocata la piscina con il relativo locale impianti nel quale è collocato anche il serbatoio per la raccolta dell’acqua piovana. Data la volontà di non far sembrare una casa in legno qualcosa che non è, ovvero una casa in muratura, tutte le facciate, di tipo ventilato, sono interamente rivestite in listelli di larice termotrattato, così da assicurare durabilità e resistenza nel tempo e limitare al massimo le periodiche manutenzioni che il legno richiederebbe. All’interno, il legno di abete europeo utilizzato per la struttura rimane a vista, protetto da una vernice bianco opaca a base d’acqua che non ne altera le caratteristiche di risposta termo-igrometrica. Essendo una casa dalle prestazioni passive, le pareti sono altamente isolate e i serramenti sono a triplo vetro basso emissivo; la copertura piana è completata con una zavorra in calcestruzzo che permette un semplice ancoraggio dei pannelli fotovoltaici. Per quanto riguarda gli impianti, nell’edificio è stato installato un aggregato compatto con geotermia orizzontale, composto da un’unità aeraulica in pompa di calore e una ventilazione meccanica con recupero termodinamico e filtrazione elettronica.

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In linea con i dettami dello standard passivo, l’edificio presenta poche aperture sul lato nord. Foto: arch. Márcio Tolotti

A ovest la leggera pendenza del piano di campagna è colmata dal basamento di calcestruzzo sul quale si innalza l’involucro ligneo della villa.

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L’affaccio della casa a sud verso la piscina. Foto: arch. Márcio Tolotti Foto: arch. Márcio Tolotti

_struttura________

La struttura della casa è stata realizzata in pannelli X-lam, a strati incrociati e incollati, tecnologia che ha permesso un grande risparmio di pesi che incidono sulle strutture e di ottenere nel medesimo spessore di una muratura tradizionale valori di isolamento termo-acustico molto più alti, incrementando le prestazioni energetiche dell’edificio e riducendo il suo impatto sull’ambiente. L’ossatura in legno multistrato lamellare di abete poggia su platea in cemento armato, realizzata su strato di XPS, da 20 cm e da 700 kPa di resistenza a compressione, previa realizzazione di magrone di allettamento con sottostante strato drenante in ghiaione/riciclato di varie granulometrie. La platea calda, così realizzata, consente di annullare le risalite di umidità e di migliorare la coibentazione dell’involucro evitando dispersioni di calore anche verso il terreno. L’isolamento di tutte le pareti e dei soffitti è realizzato in EPS additivato con grafite di diverse densità (110-150 kg/m 3) per uno spessore di 24 cm al fine di raggiungere una trasmittanza termica compresa tra 0,10-0,15 W/m 2K. La copertura piana è terminata con una zavorra in calcestruzzo dello spessore di 10 cm che riduce l’effetto isola di calore e sulla quale sono ancorati i pannelli fotovoltaici.

67 A B A B D D C C A B A B D D C C
Pianta piano terra Pianta primo piano Sezione D-D Sezione A-A Sezione B-B Sezione C-C

La cucina dal colore scuro crea un armonico contrasto con la tonalità chiara della struttura in legno di abete lasciata a vista. Le grandi finestre cielo-terra creano giochi di ombre differenti con lo scorrere del giorno.

Anche nelle camere da letto luce, materiali e trasparenze definiscono lo spazio del riposo, mettendo in risalto il legno della struttura e il paesaggio esterno che fa da sfondo alla stanza.

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Foto: arch. Márcio Tolotti Foto: arch. Márcio Tolotti

_due parole con il progettista________

Con la sua società di progettazione estudoquarto srl, l’architetto Márcio Tolotti segue ogni progetto con grande cura dal concepimento dell’idea, alla ricerca, al disegno, al dialogo con la committenza sino al lavoro diretto in cantiere. Per l’arch. Tolotti l’architettura è un processo di verità dove ciò che si vede è senza finzione; pertanto ogni progetto ha la propria storia e le idee sono generate da una spinta rapida e assolutista perché la fissità dell’architettura ci libera dai capricci dell’epoca contemporanea.

Come nasce questa casa passiva in legno? È stata una precisa richiesta del committente la struttura in legno o è stato un percorso condiviso?

Questa casa nasce nell’ambito di Prima Casa Passiva®, una filosofia progettuale che ho sviluppato a partire dal 2012 con la casa passiva lineare, al fine di promuovere l’architettura passiva in X-lam, eliminando tutto il superfluo dell’estetica tradizionale per puntare solo su ciò che è essenziale. L’obiettivo principale è rendere accessibile la buona architettura a un pubblico più ampio possibile perché abbiamo bisogno di qualità diffusa: un’architettura porta a porta. I committenti sin dall’inizio erano molto perplessi sul mantenere la struttura in legno a vista internamente perché ciò che è nuovo, mai visto prima, ci spaventa. Una volta entrati nel volume costruito si sono resi conto dell’onestà del materiale naturale, senza trucco e senza inganno, abbandonando l’idea di tinteggiare di bianco le pareti interne e di realizzare cartongessi; decisione che ha fatto risparmiare loro decine di migliaia di euro.

Questo non è il suo primo edificio passivo in legno: cosa fornisce e garantisce questo materiale rispetto ad altre tecniche costruttive “tradizionali”?

In Italia tanti costruiscono in legno ma dimenticano la natura della materia che stanno plasmando, la storpiano e la deridono celandone le qualità, creando edifici energeticamente virtuosi ma privi di poetica del costruire. Personalmente preferisco nobilitare il percorso che mi conduce all’architettura; se progetto con il legno, allora sarà l’esaltazione del legno, in ugual maniera se tratto l’acciaio o il calcestruzzo. Avere rispetto per un materiale significa applaudire i suoi pregi e i suoi difetti accettando il compromesso che scaturisce dalla sua lavorazione. La prefabbricazione in X-lam consente di far coincidere il disegno al reale con tempi di cantiere brevissimi, 4/5 mesi per una casa unifamiliare, il che ci permette di avere pieno controllo del processo produttivo ed economico del progetto. In un’epoca storica in cui la speculazione domina le dinamiche di mercato, essere padroni del proprio tempo è la più grande risorsa.

Vista della villa all’imbrunire. L’illuminazione artificiale sottolinea la texture della parete ventilata in doghe di larice e lascia intravedere la struttura lignea lasciata a vista negli interni.

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Foto: arch. Márcio Tolotti

Parete esterna (A), dall’interno

- parete in X-lam (100 mm)

- telo freno al vapore

- isolamento a cappotto in EPS (120+120 mm)

- orditura in listelli e controlistelli in larice per parete ventilata

- rivestimento in listelli sagomati di larice

Solaio interpiano (B), dall’estradosso

- pavimento in legno posato a colla (20 mm)

- solaio in X-lam 5 strati (140 mm)

Solaio controterra (C), dall’estradosso

- pavimento in legno posato a colla (20 mm)

- platea armata in cls (250 mm)

- barriera al vapore in PE

- isolamento con lastre in polistirene espanso estruso (120+120 mm)

- strato di livellamento e pulizia in cls magro (150 mm)

- rinterro con materiale arido costipato (200 mm)

1 corrente in legno per fissaggio

2 taglio acustico in elastomero EPDM

3 membrana impermeabile

4 terreno vegetale

5 riempimento in materiale drenante

6 strato filtrante

7 telo filtrante in geotessuto

8 tubazione di drenaggio

9 fondazione

10 muro di fondazione

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Realizzazione della platea armata di fondazione con impianto elettrico, idraulico e fognario integrati nel getto di calcestruzzo. Posa delle prime pareti in X-lam.

A sinistra, la coibentazione dell’involucro in legno con il posizionamento della finestra a filo isolamento esterno. A destra, uno scorcio di una stanza dove è visibile la cura per i particolari essendo la struttura lasciata a vista.

A sinistra, dettaglio della scala, anch’essa in X-lam, che collega i due livelli dell’abitazione e, accanto, la costruzione della piscina e il rivestimento in doghe di larice.

A sinistra, particolare di un angolo della casa in cui convergono differenti materiali. A destra, vista dello studio, mentre si completa la facciata esterna.

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Villa in paglia Castelbelforte

Nicola Preti
Foto: Nicola Preti

L’impianto dell’abitazione si sviluppa attorno a una corte, soluzione tradizionale dell’architettura rurale mantovana.

Lo scorcio della villa evidenzia i materiali naturali scelti per la struttura, il legno, e per la finitura esterna, la calce, che enfatizzano le linee semplici e definite del fabbricato.

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Foto: Nicola Preti

Ubicazione: Castelbelforte (MN)

Progetto architettonico e D.L.: arch. Nicola Preti – Edifici di Paglia

Italia, Verona

Strutture: ing. Emanuele Fornalè, Verona

Appaltatori struttura in legno:

Carpenteria Ferrari, Sella Giudicarie (TN)

Consulenti: Gunther Gantioler – TBZ

Bozen, Bolzano (BZ)

Lavori: giugno 2019 – ottobre 2020

Superficie verde: 843 m2

Superficie utile: 254 m2

Alla corte della paglia e del legno

Richiamando in scala minore le tipiche corti mantovane e contraddistinguendosi per il suo sistema costruttivo, questa casa è il risultato della decisione del proprietario di realizzare la sua abitazione in legno e paglia, nel caso in cui avesse dovuto costruirne una nuova, dopo il terremoto dell’Emilia-Romagna nel 2012. La scelta della struttura in legno è da ricercarsi nell’ormai consolidata resistenza al sisma di tale tecnologia costruttiva, mentre quella della paglia è frutto di una visita del committente a un agriturismo costruito con questo materiale nel quale comfort, acustica e vivibilità erano ottimali; oltre alla volontà di contraddire una tra le frasi più pericolose che solitamente si sentono in edilizia, ovvero “… abbiamo sempre fatto così!”.

La casa dunque è stata progettata per vivere in un ambiente sano, realizzare un investimento immobiliare sicuro nel tempo e contrastare il riscaldamento climatico, visto che la paglia ha un impatto ambientale molto basso ed è un materiale altamente isolante, riducendo così i rischi, i costi e gli imprevisti. L’abitazione, sviluppata su un unico livello fuori terra, ha una caratteristica pianta a “C” a formare una corte interna nella quale in futuro sarà realizzata una piscina e verso la quale è orientata la pendenza della copertura mono-falda. Con previsioni di imminente pioggia e neve, la struttura portante della villa è stata assemblata la settimana prima di Natale, in soli 5 giorni. Per raggiungere tale obiettivo ci sono voluti 6 mesi di progettazione e 5 settimane in carpenteria a dimostrazione della potenzialità della prefabbricazione in legno. Negli edifici in legno, infatti, la fase di lavoro determinante è quella del progetto e quella della realizzazione degli elementi prefabbricati, mentre il cantiere rappresenta la fase di assemblaggio e di eventuali aggiustamenti di un’opera programmata per rispondere a determinate prestazioni di legge. Nulla è lasciato al caso al fine di poter realizzare un edificio ad alte prestazioni.

Questa abitazione è stata la prima casa di paglia in Italia certificata ARCA, protocollo del quale ha superato i rigidi controlli inerenti la tenuta all’aria, l’acustica, i materiali naturali certificati, la sostenibilità e la qualità dell’aria.

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Foto: Nicola Preti

Anche all’interno l’impiego di materiali naturali – il legno per la struttura, gli infissi, la pavimentazione, la paglia dei tamponamenti e l’argilla per l’intonaco e la finitura – dà vita ad ambienti confortevoli, piacevoli e “caldi”.

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Foto: Nicola Preti

_struttura________

La struttura portante è costituita da moduli prefabbricati formati da un’intelaiatura di profili in legno lamellare con un pannello controventante in SWP da 1,9 cm su un lato; lo spazio tra i montanti è stato riempito da balle di paglia. L’edificio è composto da 38 pannelli prefabbricati per le pareti, di dimensione massima 630 x 220 cm, e 22 pannelli prefabbricati per la copertura, di dimensione massima 620 x 290 cm. La progettazione strutturale dei moduli è stata ottimizzata in funzione della geometria dell’edificio, delle dimensioni delle balle di paglia certificate CE, degli ingombri massimi di trasporto concordati con l’impresa esecutrice e del massimo carico in punta alla gru in fase di posa.

Le strutture di fondazione sono del tipo a platea in calcestruzzo armato; la platea calda è stata posata su un letto di ghiaia di vetro cellulare e i rialzi in calcestruzzo armato, necessari per la posa dei moduli di parete, sono stati isolati sia internamente che esternamente.

Il cuore del lavoro è stato il progetto esecutivo dell’architetto e il progetto di taglio e assemblaggio della carpenteria, durato cinque settimane. La grande sfida è stata coniugare la necessità di costruire con legno e paglia in un sistema di produzione off-site che garantisse elevate prestazioni sismiche/termiche.

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Prospetto est Pianta piano terra Prospetto
sud
A-A Prospetto est corte

In questa abitazione ogni dettaglio è stato progettato con particolare cura affinché i volumi e gli spazi dialoghino armoniosamente tra di loro in una continuità di linee, di nuance e di luce.

_due parole con il progettista________

Nicola Preti, architetto dal 2006, si occupa di progettare edifici per i suoi clienti utilizzando esclusivamente materiali naturali perché ritiene che tale scelta sia il futuro più intelligente per le abitazioni dei suoi committenti. Nel 2012, a seguito della crisi dell’edilizia italiana, è andato in Olanda per imparare il metodo creativo del progetto, comprendendo che non esiste un progetto senza il suo piano di presentazione e comunicazione. Oggi l’architetto si occupa di progettazione e riqualificazione di edifici con l’utilizzo di materiali naturali, quali legno, paglia e canapa. Ha scritto diversi libri sulla progettazione in paglia ed è progettista accreditato ARCA, area edilizia sostenibile (ES) per la progettazione di edifici in legno.

Cosa significa progettare un edificio in legno e paglia? E perché consiglierebbe a un suo possibile cliente di costruire la propria casa con questi due materiali?

Progettare un edificio in legno e paglia significa utilizzare questi materiali come principali componenti nella costruzione dell’edificio. Il legno viene solitamente utilizzato per le strutture portanti del modulo prefabbricato che andiamo a realizzare in carpenteria, mentre la paglia viene impiegata come isolante termico e acustico. Questa tecnologia di costruzione è considerata sostenibile in quanto usa materiali a basso impatto ambientale. Ci sono diverse ragioni per cui le persone potrebbero scegliere di abitare in una casa di paglia: il costo, perché le case di paglia possono essere più economiche, soprattutto se costruite con la prefabbricazione; la sostenibilità (la paglia è un materiale naturale e rinnovabile); la sicurezza, il comfort e l’estetica.

Secondo la sua esperienza, quale sarà il futuro dell’edilizia in legno nel nostro Paese?

Il futuro dell’edilizia in legno in Italia dipende da diversi fattori, tra cui la crescente consapevolezza ambientale e la necessità di costruire edifici più efficienti dal punto di vista energetico. In generale si può dire che l’edilizia in legno è in crescita in Italia, grazie alla sua sostenibilità, all’efficienza energetica e alla velocità di costruzione, e che si prevede in futuro un aumento degli edifici in legno, sia per abitazioni sia per edifici commerciali e pubblici. Ci saranno anche sviluppi nell’utilizzo di tecnologie avanzate per migliorare la sicurezza e la durabilità degli edifici in legno.

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Foto: Nicola Preti Foto: Nicola Preti
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Sud-ovest pareti piano terra Nord-est pareti piano terra Sud-ovest pareti piano terra e primo piano Nord-est pareti piano terra e primo piano Sud-ovest struttura completa Nord-est struttura completa Vista sud-ovest Vista nord-ovest Vista nord-est Vista sud-est

C

Copertura (A), dall’esterno

- manto di copertura in lamiera aggraffata per fotovoltaico / tegole

- guaina impermeabile + stuoia antirombo

- tavolato grezzo (2,5 cm)

- listoni (6x8 cm)

- membrana impermeabile traspirante

- tavolato (2 cm)

- trave in legno lamellare GL 24 (8x36 cm)

- paglia (36 cm)

- freno vapore igrovariabile

- pannello in legno (1,9 cm)

- tavolato / assito in legno di finitura (2 cm)

Parete (B), dall’esterno

- intonaco in calce (2 cm)

- pannello in canna palustre (1 cm)

- balla di paglia (37 cm)

- montante non strutturale (8x8 cm)

- montante (8x16 cm)

- pannello strutturale in legno SWP (1,9 cm)

- pannello in canna palustre (5 cm)

- intonaco in argilla (3 cm)

Solaio controterra (C), dall’estradosso

- pavimento (2 cm)

- massetto per pavimento (4 cm)

- sottofondo in pietrisco sciolto per impianti (12 cm)

- guaina a perdere

- platea (30 cm)

- membrana alveolare

- guaina impermeabilizzante anti radon

- cappa di planarizzazione (7 cm)

- vetro cellulare (30 cm)

1 fibra di legno (16 cm)

2 cordolo di base (8x16 cm)

3 XPS (20 cm)

4 muretto in c.a. (20 cm)

5 pannello EPS (5 cm)

6 guaina adesiva

progetti legnoarchitettura_48 80 ±0 0 - 82,5 3 0 7 3 0 1 8 33 5 1 6 2 1, 5 36 2 6 3 1 5 20 20 6 7 51 , 5 16 1 2 4 2 2, 5 6 2 20 54 , 7 42 8 45 8 8 81 , 5 4 3 6 100 10 2 2 1 9 1 0 4 4 0 10 +2,5 scato a elettrica -45,5 6 1 9 16 13 8 1 2 47 9 3 1 8 13 16 1 9 6 37 FONDO SCAVO
A 1 B
2 3 4 5 6

Realizzazione in carpenteria dei telai in legno e loro riempimento con le ballette di paglia.

A sinistra, ultimazione degli elementi prefabbricati dell’abitazione e, accanto, dettaglio della parete con i teli di tenuta e i pannelli di canna palustre.

Dettaglio del pannello incannucciato, su cui viene posato l’intonaco in argilla.

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Villa Mercuriali Forlì

Cesena

Luigi Foschi
Foto: © Davide Perbellini

Vista da sud ovest dei diversi corpi di fabbrica.

Una veduta esterna della zona giorno della villa con l’ampia vetrata del soppalco e il pergolato che estende l’area living.

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Foto: © Davide Perbellini Foto: © Davide Perbellini

Vista da nord est.

Progetto architettonico: geom. Luigi

Foschi – Studio case in legno naturale, Cesena (FC)

Collaboratrice: arch. Martina Bianco

Strutture: ing. Christian Pierini, Rimini (RN)

Direttore dei Lavori: geom. Luigi Foschi

Impianti: p.i. Marco Bottega, Verucchio (RN)

Appaltatore struttura legno: LignoAlp, Bressanone (BZ)

Lavori: giugno 2020 – luglio 2021

Superficie verde: 6.863,00 m2

Superficie utile: 128,74 m2

Superficie accessoria: 37,02 m2

Un sogno prende vita

Nella campagna forlivese, dove si respira tradizione, ha preso vita una villa che racchiude in sé modernità e innovazione e che una giovane coppia, animata da un desiderio di novità e bellezza, ha voluto accogliente e funzionale, con spazi che si fondono armoniosamente e nella quale il legno è protagonista assoluto. Frutto di una demolizione e ricostruzione di un vecchio casolare di campagna, simbolo di un passato mai dimenticato, la nuova abitazione e i suoi ambienti sono caratterizzati da linee pulite e decise che si armonizzano perfettamente con il contesto circostante mentre i colori scelti per le facciate, che richiamano le finiture a intonaco tipiche della zona, donano alla casa un fascino senza tempo.

Dal punto di vista compositivo l’edificio – costruito con un sistema in legno a telaio – è il risultato della sovrapposizione di tre corpi di fabbrica che si incastrano tra di loro al piano terra e sui quali è delicatamente appoggiato il quarto volume del livello soppalcato. Quest’ultimo, evidenziato da una luminosa scala a vista che accompagna lo sguardo verso l’alto, si apre con una facciata interamente vetrata, riappropriandosi dell’esterno e facendo entrare la natura negli ambienti, in antitesi con l’area notte più privata e intima.

All’interno un susseguirsi di spazi definisce con naturalezza ed eleganza tutta la superficie abitativa al piano terra. L’ampio open space del living si fonde perfettamente con il pergolato ombreggiato, offrendo un’esperienza di vita accogliente che apre gli interni verso il giardino in modo naturale, mentre la zona notte si articola in una suite padronale e due camere singole con un bagno principale.

Il dialogo tra interno ed esterno è continuo, grazie alle grandi aperture trasparenti dell’open space che offrono scorci scenografici sulla campagna adiacente. L’effetto finale è una chiara diversificazione dei vari fronti rispetto ai punti di osservazione, in un continuo mutamento di vedute che, in virtù dell’accurata progettazione, mettono in eveidenza il contesto rurale circostante.

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Foto: © Davide Perbellini

Pianta piano terra

Pianta soppalco

Prospetto sud ovest

Pianta copertura

Prospetto nord ovest

Prospetto nord est

Sezione trasversale

Sezione longitudinale Prospetto sud est

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_struttura e impianti________

La villa è stata realizzata con una struttura prefabbricata in legno con sistema a telaio, posata su cordolo perimetrale in calcestruzzo armato emergente dalla platea di fondazione. Le pareti esterne sono coibentate con pannelli in fibra di legno per il cappotto e di cellulosa tra i montanti. La finitura esterna è in intonaco idrofugo e traspirante, rasatura armata e intonachino, studiato tenendo conto dei colori scelti e dei corrispondenti indici di riflessione al fine di evitare il surriscaldamento. Le pareti interne, invece, sono isolate con fibra di legno tra i montanti e finite con pannello in fibrogesso. Il solaio di copertura, a sistema incassato realizzato in legno lamellare e coibentato con fibra di legno, ha travi a vista nella zona soppalcata e controsoffitto nella zona living. Il manto di copertura è in tegole. Finestre e portefinestre sono in legno alluminio con vetri basso emissivi per contenere la dispersione termica.

A completare il sistema edilizio, un impianto con pompa di calore aria/aria reversibile, canalizzata per riscaldamento, raffrescamento e deumidificazione, un boiler per l’ACS, un impianto fotovoltaico da 6,00 kWp con sistema di accumulo e un impianto di ventilazione meccanica controllata hanno permesso di raggiungere la classe energetica A4 con consumo energetico minore di 30 kWh/m2 anno.

I fronti degli spazi tecnici e della zona del riposo con affaccio a nord ovest sono scanditi ritmicamente da finestrature, protette da uno sporto dello stesso colore del volume superiore.

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Foto: © Davide Perbellini

Come l’esterno, anche gli interni sono contraddistinti da linee chiare e ben definite; il colore bianco della finitura enfatizza la luce naturale e dilata l’ambiente, lasciando lo sguardo libero di spaziare. La scala dall’alzata libera con il suo parapetto vetrato accompagna verso la zona hobby del soppalco senza frapporre ostacoli alla vista.

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Foto: © Davide Perbellini Foto: © Davide Perbellini

_due parole con il progettista________

Titolare dello Studio Case in legno Naturale, il geom. Luigi Foschi ci racconta come si è sviluppato il suo lavoro nel mondo dell’edilizia in legno: “Mio padre Egidio era un indaffarato falegname di paese e io e mio fratello Nicola siamo cresciuti con il profumo del legno che impregnava la nostra casa…”. I suoi progetti si contraddistinguono per le strutture in legno naturale, che si integrano perfettamente nell’ambiente circostante, e per l’alto risparmio energetico.

Progetta case sostenibili in legno ad alta efficienza energetica. Qual è la sua definizione di “sostenibilità”?

Essere sostenibili significa ridurre l’impronta ecologica che tutti noi abbiamo e produciamo, ovvero utilizzare con cura e grande rispetto le risorse che il pianeta Terra ci mette a disposizione. L’attenzione ai particolari e alle regole della bioarchitettura e della bioclimatica, la scelta di materiali naturali certificati e l’impiantistica d’avanguardia, sono il fondamento che guida il mio lavoro in ogni progetto, rendendolo riconoscibile in termini di stile e qualità abitativa ed ecologica. Siamo sempre alla ricerca di un reale equilibrio fra il comfort degli utenti, il rispetto dei luoghi e la gestione delle risorse (acqua ed energia).

Qual è la sua personale definizione del materiale “legno”?

Il legno è un materiale geniale di cui non si scarta nulla! Le parti più grandi sono utilizzate per il legno da taglio (ad esempio, per l’edilizia, i mobili, i complementi d’arredo, ecc.), mentre le parti più piccole e i residui della lavorazione sono impiegati per lo più come combustibili. Costruire in legno, inoltre, permette un grande risparmio sulla lavorazione rispetto ad altri materiali per i quali la produzione presuppone un grande dispendio energetico. Infine, dire che il legno è sostenibile può sembrare un paradosso o, all’opposto, un’accezione scontata. Eppure più utilizziamo il legno come materiale da costruzione più l’ambiente se ne avvantaggia; parliamo, però, di legno proveniente da foreste sostenibili ovviamente, dove esso, quando viene tagliato, è rimpiazzato con nuovi alberi i quali durante la loro crescita immagazzineranno nuova CO2 togliendola dalla nostra atmosfera.

La grande vetrata del soppalco, che dà sul giardino, sul terrazzo e sui dintorni, elimina ogni confine tra interno ed esterno. Oltre che nella struttura, il legno è protagonista anche nelle finiture e negli arredi.

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Foto: © Davide Perbellini

Dettaglio 1

Nodo tetto inclinato, parete, pensilina esterna

1 copertina in lamiera

2 lamiera fissata con silicone

3 riempimento in fibra di legno

Dettaglio 2

Nodo attacco a terra

1 pannello multistrato (6 mm)

2 collante e rasante impermeabilizzante, bicomponente rinforzato con fibre di carbonio (30 mm)

3 isolamento in EPS (50 mm)

4 guaina bituminosa

5 ghiaia

6 sottomuratura con cementino antiritiro

7 nastro per tenuta all’aria

8 impermeabilizzazione bituminosa

9 telo protettivo

10 isolante in XPS (40 mm)

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1 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Dettaglio 1 Dettaglio 3 Dettaglio 2

Nodo tetto a travetti a vista zona giorno

1 copertina in lamiera

2 gronda incassata, posata su cuneo in pendenza

3 legno di sostegno in corrispondenza dei controlistelli per fissaggio lamiera

4 copertura travetti a vista e perline

5 legno per fissaggio OSB

6 listello di chiusura Multibox tra i correntini

7 solaio intonacato

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1 2 3 4 5 6 7
Massetto sul solaio controterra, isolamento del solaio controterra con pannelli di XPS e fissaggio dei montanti delle contropareti interne per il passaggio impianti; posa dei cavi e delle tubazioni degli impianti. Dettaglio 3

Stratigrafia copertura, dall’esterno

- copertura in tegole

- guaina protettiva impermeabile

- tavolato (28 mm)

- controlistelli (50 mm) e listelli (50x80 mm)

- telo aperto alla diffusione – strato impermeabile e traspirante

- isolamento ad alta densità in fibra di legno (20 mm)

- isolamento in fibra di legno (200 mm)

- telo impermeabile – freno al vapore

- perline per rivestimento a vista (20 mm)

- travetti a vista

Stratigrafia copertura pensilina, dall’esterno

- strato di ghiaia (50 mm)

- guaina impermeabilizzante in PVC

- isolamento in EPS in pendenza

- strato impermeabile e traspirante

- struttura in X-lam (80 mm)

- listellatura per alloggiamento canali di impianto elettrico (60 mm)

- pannello in cemento fibro rinforzato per esterni (12,5 mm)

- intonaco idrofugo traspirante

Solaio di copertura con orditura primaria e secondaria e sistema incassato realizzato in legno lamellare per ospitare la coibentazione in fibra di legno; travi a vista della zona soppalcata; Blower Door Test dell’involucro.

progetti legnoarchitettura_48 92

Posa dei primi pannelli intelaiati prefabbricati della struttura lignea dell’abitazione.

La zona soppalcata dell’area living e la struttura in legno della casa quasi completata.

Installazione della grande vetrata dell’area soppalco che si apre sul giardino e vista del cantiere in fase di ultimazione.

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www.edicomstore.it

Foto: © Simone Bossi Foto: Vanessa Illi 49 next Labella Lofthome Traverso-Vighy Chiesa Mater Misericordiae Ivano Ludovico Casa P Paola Carassai Palms Headquarters KM 429 Casa_V01 Irene Livia Pace Foto: @Irene Livia Pace_Studio

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