Il Giardiniere 031 Novembre - Dicembre 2021 completo

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PROGETTAZIONE COSTRUZIONE GESTIONE E MANUTENZIONE PROFESSIONALE DEGLI SPAZI VERDI

giardiniere giard N° 031

IL

Novembre – Dicembre 2021

+PROGETTAZIONE Reportage Chelsea Flower Show, una fonte enorme di ispirazioni

*

In copertina Stefano Pagano, protagonista della cover story: giardiniere a tempo pieno, ma anche volto televisivo

+TREND

Le idee che ispirano i clienti e reinventano il giardino

LA NUOVA RIVISTA PER IL GIARDINIERE TECNICHE Come procedere per rigenerare i tappeti erbosi residenziali. Ecco tutte le fasi, con indicazioni e consigli pratici

SMART Una selezione di 6 vivai che mettono la qualità al primo posto



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EDITORIA LE | 1

Direi che potremmo definire questa ultima uscita del 2021 del giornale, un numero con una marcia in più. Una marcia ingranata verso una ritrovata definizione della figura del giardiniere: quel professionista che, per mestiere, cura, coltiva un giardino o più giardini, uno spazio verde o più spazi verdi - definizione che muove il nostro progetto editoriale. E già in questa brevissima definizione ci sono tre parole fondamentali, che danno un significato ben preciso al giardiniere: ‘professionista’, ‘mestiere’ e ‘coltiva’. Quindi una persona competente che conosce le mansioni del suo lavoro e che sa coltivare piante e fiori… Sembra scontato, ma mi vien da dire, che non sempre è così. E a ricordarcelo è anche il protagonista della nostra copertina, Stefano Pagano, giardiniere specializzato nella progettazione di giardini privati e volto noto della tv. Nell’intervista che trovate a pagina 12, ci ha raccontato la sua storia, la sua visione di questo mestiere, sottolineando l’importanza della formazione e delle competenze. Competenze che sono sempre il focus delle pagine firmate da Valerio Pasi, che si sofferma sull’importanza della rigenerazione dei tappeti erbosi residenziali: tutte le fasi, una per una, con consigli pratici e indicazioni tecniche precise. E rimanendo nell’ambito delle competenze, abbiamo fatto un salto in Gran Bretagna, allo scorso Chelsea Flower Show: un evento sempre più inclusivo e capace di evolversi con i tempi. Per tutti i giardinieri, e non solo quelli inglesi, è una fonte enorme di spunti da cui trarre ispirazioni per differenti situazioni, oltre a proposte progettuali e di dettaglio per dare - come dicevo - una marcia in più a giardini e terrazzi. Nella seconda parte della rivista, come d’abitudine, troverete una serie di articoli con un taglio più formativo e di attualità: dal dibattito sulla carenza di piante ai trend che ispireranno i clienti nel 2022, dal nuovo corso di studio presentato dalla Scuola di Monza - Esperto in orti e giardini del benessere - a un focus su come aumentare il profitto aziendale. Insomma, un altro numero ricco di consigli, nella speranza che possano tornare utili a migliorare il vostro mestiere… Senza dimenticare l’appuntamento di sempre, la sezione Smart a pagina 27. Non ci siete ancora arrivati? Buona lettura e, soprattutto, buon nuovo anno! di Francesco Tozzi

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IL GIARDINO È DONNA

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e mie compagne di avventura in questo splendido mestiere sono sempre state donne e per me la norma è che in questa professione una donna non dovrebbe mai mancare per mille e più motivi! La storia è piena di donne che si sono dedicate in maniera differente a questo lavoro, ci sono state – e ci sono – paesaggiste, botaniche, giardiniere e molto spesso anche scrittrici e grandi pensatrici. Solo per ricordarne alcune, Gertrude Jekyll, Laura McLaren, Norah Lindsay, Lady Londonderry, Vita Sackville-West, Kitty Lloyd Jones, Beth Chatto… Poi a un certo punto si è perso il contatto tra le donne e il giardino e tutto è stato declinato al maschile, così l’impressione è che si sia passati da poesia ed eleganza a prestanza e pragmatismo, dimenticando la forza generatrice della terra e delle piante. Le piante stesse spesso sono declinate al femminile perché generatrici di vita, ma non solo in termini di frutti o semi ma proprio in termini di estetica, eleganza, delicatezza, bellezza. La presenza delle donne all’interno della filiera del verde dovrebbe essere la norma per completare e compensare quella parte tipicamente maschile che rende qualsiasi realizzazione alle volte piatta. Non sto dicendo che i Giardinieri siano banali ma senza dubbio privi di quel lato creativo e di quella visione un po’ più profonda che solo uno sguardo femminile attento riesce ad avere e che

– vi assicuro, avendo avuto modo di lavorare fianco a fianco con splendide colleghe e avendo ancora questa fortuna – ho imparato ad apprezzare e a fare mio. Laddove un uomo vede la parte più strutturale di un terrazzo o di un giardino, la presenza di una Giardiniera consente di inserire tutta quella parte onirica e pittorica che fa la differenza in una realizzazione, per un lavoro in perfetta sinergia. La presenza di donne nel Giardino non è solo legata a giardiniere o paesaggiste famose: mi vengono in mente anche grandi mistiche e tra tutte non posso non ricordare Ildegarda di Bingen e una delle più importanti illustratrici, Maria Sibylla Merian, o ancora Ellen Willmott, che cambiò letteralmente le regole del giardinaggio. Un errore facile in cui si potrebbe incappare leggendo questo breve editoriale è quello di pensare che esista una sorta di giardinaggio in “rosa” contrapposto a un giardinaggio “maschile”, oppure che sia necessario inserire donne nel settore del giardinaggio in una sorta di rincorsa ad assurde quote rosa che compensino i numeri maschili. Lo scopo è solo quello di ricordare che non ci sono differenze sostanziali tra i due generi se non in termini di creatività e visione di insieme: dove ci

Non ci sono differenze sostanziali tra i due generi se non in termini di creatività e visione di insieme: dove ci sia necessità di forza fisica e praticità è importante bilanciare con senso estetico e fantasia 6

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Se Dio non avesse fatto la donna, non avrebbe fatto il fiore. Oscar Wide

sia necessità di forza fisica e praticità è importante bilanciare con senso estetico e fantasia. Se le sappiamo cogliere, la natura genera connessioni; la forza generatrice della terra e del paesaggio ha bisogno di essere gestita sia con delicatezza e comprensione, sia con forza e determinazione, caratteristiche che appartengono all’uno e all’altro genere. E che, come capita in natura, devono essere fuse in un unico insieme e muoversi all’unisono. Il mondo del giardino deve tornare a essere il luogo dell’equilibrio, equilibrio che la forza generatrice, donna, chiede con forza.

testo e foto di Sandro Degni


Il cantiere

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Una natura sfaccettata

16

Rigenerazione dalla A alla Z

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Idee e soluzioni dal Chelsea Flower Show

di Rachele Pozzato di Valerio Pasi

di Francesco Fedelfio

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SMART Ispirata al paesaggio di Daniela Stasi

30 Tesori nostrani

di Margherita Wotton

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Coltivatori di bellezza

di Daniela Stasi

38 Alto potenziale decorativo

di Filippo Terragni

40 Un termometro per il verde urbano

di Rachele Pozzato

gestione

48 Giardini e salute

SOMMARIO N°031

di Giovanna Cutuli

50 Carenza di piante:

da crisi a rivoluzione

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Commerciale dal cuore verde

di Rachele Pozzato

colloquio di Rachele Pozzato con Filippo Faccioli


N˚ 031 NOVEMBRE / DICEMBRE 2021 DIRETTORE RESPONSABILE Francesco Tozzi / f.tozzi@laboratorioverde.net RESPONSABILE EDITORIALE Daniela Stasi / d.stasi@laboratorioverde.net

di Alice Nicole Ginosa e Daniela Stasi

60 L’anima verde del Portogallo

di Rachele Pozzato

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Le idee che ispirano

di Margherita Wotton

rubriche 05 Editoriale/1

di Francesco Tozzi

06 Editoriale/2

di Sandro Degni

44 News 64 Prontuario

di Jessica Bertoni

66 L’opinione

di Anna Zottola

COLLABORATORI Nora Adamsberg, Jessica Bertoni, Lucio Brioschi, Anita Cavalli, Giovanna Cutuli, Sandro Degni, Viola Delfino, Irene Nuvola, Valerio Pasi, Rachele Pozzato, Filippo Terragni, Margherita Wotton, Anna Zottola, GRAFICA Testo&Immagine snc / testoeimmagine@fastwebnet.it PRODUZIONE E SEGRETERIA Katiuscia Morello / k.morello@laboratorioverde.net PROMOZIONE E SVILUPPO Matteo Ragni / m.ragni@laboratorioverde.net Stefano Carlin / s.carlin@ laboratorioverde.net STAMPA Ciscra spa, Via San Michele 36, Villanova del Ghebbo (RO) DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Edizioni Laboratorio Verde srls, via E. Cosenz 35, 20158 Milano Tel. +39 02 4244 8445 info@laboratorioverde.net | www.laboratorioverde.net Flortecnica e vivaismo, periodico mensile registrato presso il Tribunale di Piacenza n. 275 del 8/03/1977 – n. R.O.C. 15/171. Spedizione Posta Target Magazine autorizzazione LOMBARDIA/00202/02.2014/CONV.

e d i z io n i

sCOPERTE 56 Voglia di esserci

IN REDAZIONE Alice Nicole Ginosa

Laboratorio

verde

Casa editrice specializzata nei settori florovivaismo, garden e interior AMMINISTRATORE UNICO Francesco Tozzi SEGRETERIA GENERALE Katiuscia Morello Edizioni Laboratorio Verde srls edita i seguenti prodotti: • GreenUp • Flortecnica e vivaismo • Agenda del Verde • I Quaderni di greenup • Calendario del Verde Rappresentante e collaborazioni: • floorewall.com Edizioni Laboratorio Verde srls, titolare del trattamento dei dati relativi ai destinatari della presente pubblicazione, informa che le finalità di tale trattamento sono rivolte a consentire l’invio della presente rivista, e/o altre di propria edizione, allo scopo di agevolare l’aggiornamento dell’informazione tecnica, nonché alle operazioni necessarie alla gestione amministrativa e contabile dell’abbonamento. Edizioni Laboratorio Verde srls riconosce e garantisce ai medesimi destinatari i diritti di cui all’art. 7 del D.Lgs. 196/03.

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CONTRIBUTI

JESSICA BERTONI Consulente e collaboratrice. Laureata in Economia e Commercio, abilitata alla professione di dottore commercialista, sulle nostre testate ci svela, in modo semplice e diretto, come si può stare sempre informati anche sui temi più ostici. Suoi gli argomenti economici, finanziari e amministrativi.

CAMILLO DE BENI Dottore agronomo e specialista nella gestione agronomica dei manti erbosi, con una ventennale esperienza nell’uso di prodotti naturali e biologici per la cura del verde ornamentale in ambito pubblico e privato. Ha contribuito, già dalla fine degli anni ’90, a introdurre e sviluppare protocolli per l’uso di biotecnologie e di metodologie finalizzate all’incremento di bio-fertilità nei terreni, con l’applicazione di micorrize, batteri benefici, antagonisti naturali per le patologie fungine e biostimolanti per l’incremento della vitalità nelle piante e nei manti erbosi.

Sandro Degni

VALERIO PASI

La sua formazione ha inizio con il corso di realizzazione e manutenzione per parchi e giardini della Scuola Agraria del Parco di Monza, al quale segue nel 1998 la fondazione dell’azienda 100giardini. Lavora con diversi studi di architettura e garden center di Milano e provincia. Nel 2013 con il gruppo di professionisti Giga-G realizza il progetto “Locus genii”, vincitore del Festival Internazionale dei Giardini nel parco del Domaine di Chaumont-sur-Loire, in Francia. Fonda poi lo studio di progettazione Verde Officina.

Dottore agronomo, da più di 20 anni si occupa principalmente di verde ornamentale e di pianificazione del territorio per gli aspetti legati all’agricoltura e alle foreste. Diversi gli ambiti: consulenza agronomica, di lotta integrata e biologica alle aziende di produzione nel settore florovivaistico, orticolo e dei piccoli frutti; valutazione dei rischi legati alla stabilità degli alberi pubblici e privati; attività inerenti le trasformazioni territoriali quali quelle di boschi, progetti del verde, sistemazioni idraulico-forestali; consulenza alle pubbliche amministrazioni.

MATTEO RAGNI

Anna Zottola

Si è diplomato presso la Scuola di Minoprio come agrotecnico, e dopo aver seguito due progetti di sviluppo agricolo prima in Kosovo e poi in Libano, è rientrato in Italia e si occupa di rappresentare alcune aziende israeliane e olandesi leader nella produzione di giovani piante. Lavora anche come consulente per imprese floricole e vivaistiche, soprattutto in materia di scelte assortimentali e piani colturali. Da oltre cinque anni è, prima collaboratore, poi consulente tecnico-editoriale per le riviste GreenUp e Flortecnica e vivaismo di Edizioni Laboratorio Verde.

La passione per le piante e per le tematiche socio-educative si conciliano dopo la laurea in Scienze Agrarie con una lunga esperienza di ricerca, docenza e poi gestione della Scuola di Minoprio. Creando la filiera formativa completa, ha tessuto reti nei settori a indirizzo vegetale. Tra i premi: il “Memorial Fabio Rizzi”, il riconoscimento alla carriera in occasione di Myplant & Garden e da Regione Lombardia per l’eccellenza dei risultati raggiunti. Ora collabora con enti e organizzazioni per progetti di formazione e sviluppo del verde.

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IL CANTIERE | in copertina

Alcuni progetti di giardini privati.

il bisogno di condividere il suo rapporto con la natura e il suo lavoro, e in queste pagine trovate quello che ci ha raccontato.

Stefano Pagano durante le riprese televisive.

TEMPO DI LETTU R A: 8 minuti

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tefano, 35 anni di Reggio Emilia, nutre la sua esigenza di contatto con la terra e i suoi frutti nelle sue ore da giardiniere specializzato nella progettazione di giardini privati, e quella di conoscenza e divulgazione con le sue rubriche televisive e i suoi articoli. Il suo volto più conosciuto è certamente spensierato, ma la sua visione del settore è ben definita: già dai primi minuti della nostra chiacchierata è stato lampante

Q Quali sono le motivazioni e quale il tuo percorso per diventare un giardiniere? La natura mi attrae da quando ero bambino: amavo stare all’aperto, bacche e rami erano i miei compagni di giochi. Quando poi ho ricevuto il mio primo libro di giardinaggio la mia strada era come se fosse già decisa. Quel volume l’ho conservato anche durante i miei studi di agraria, e dopo la laurea ho continuato a conservarlo fino ad oggi che sono riuscito a far diventare una propensione naturale il mio mestiere. Non è sempre stato tutto rose e fiori però, letteralmente: nel 2008 era esplosa la crisi, erano anni in cui un progettista di giardini non era una figura sempre richiesta. Nell’incertezza ho deciso di continuare a formarmi, ampliando il più possibile le mie competenze e conoscenze, oltre alla mia rete di contatti. Il lavoro poi per fortuna è arrivato, in un’azienda di giardinaggio della mia città, ma dopo

UNA NATURA 12

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Come quella che ci circonda e come quella di Stefano Pagano come professionista: giardiniere a tempo pieno, ma anche volto televisivo, che ci ha raccontato la sua visione di questa professione di Rachele Pozzato

pochi mesi ho deciso di aprire la mia attività. Sono il titolare di Giardineria, una piccola realtà dove collaboro con altri lavoratori indipendenti.

Mazzini Garden è una delle realtà con cui Stefano maggiormente collabora, soprattutto per le specie e gli esemplari mostrati nelle sue rubriche e dirette.

Q Quando, invece, hai deciso di diventare un volto televisivo? Parallelamente al voler continuare a lavorare con la terra sporcandomi le mani, non ho trascurato l’aspetto formativo, che è diventato parte del mio lavoro: tenevo qualche supplenza all’istituto che io stesso avevo frequentato, oltre a collaborare con qualche associazione. Il discorso televisivo è nato poi nel 2016, ma è esploso da un paio di anni: ho iniziato con una rubrica sporadica su una rete locale romagnola, non parlavo di progettazione ma mi piaceva raccontarmi e raccontare il mio lavoro, poi sono arrivati i contratti con le emittenti nazionali. La mia carriera televisiva e quella di giardiniere in qualche modo si completano a vicenda: le nozioni che fornisco al pubblico sono reperibili ovunque e facilmente, ma quello che porto in

più è la mia esperienza sul campo, quello che faccio tutti i giorni. La natura, le piante, sono in continua evoluzione, a volte sfuggendo al nostro controllo, ma si può sempre trovare una soluzione anche quando non è scritta sui manuali. La parte pratica è determinante, ed è questo l’input che do in TV.

Come riesci a conciliare gli impegni della tua attività e quelli per le trasmissioni e la scrittura? Il giardinaggio segue le stagioni e non i nostri impegni. Le dirette ovviamente mi vincolano, quindi cerco di organizzarmi grazie all’aiuto dei miei collaboratori o conciliando gli impegni televisivi in giornate di pioggia, durante le pause. La sera invece scrivo gli articoli. Il giardinaggio avrà sempre la precedenza, ma cerco di portare a termine anche tutti gli altri compiti con grande serietà. A Avendo anche uno sguardo sul grande pubblico, quale ti pare essere la percezione di una figura professionale come quella del giardiniere? Credo fortemente che manchi tante volte una cultura del verde, una concezione di quello che è il giardinaggio.

I giardini sono in divenire, consegniamo qualcosa di vivo che però cambierà sempre ed è uno degli aspetti del mio lavoro che mi affascina di più

A SFACCETTATA

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IL CANTIERE | in copertina Sei un giardiniere e vuoi raccontarci la tua storia? Scrivi a d.stasi@laboratorioverde.net

come la natura, penso sia giusto che ne consegua qualcosa di altrettanto bello.

Spesso e volentieri il giardiniere non viene tenuto in rilievo: il proprietario ha le sue idee e convinzioni. Prima di realizzare un qualsiasi progetto bisogna capire qual è il contesto in cui si caleranno queste piante e questi fiori, e capire quali sono il tempo e le cure che potranno essere loro destinati. Qui in Italia il giardiniere è spesso visto come un operaio, diversamente da quanto accade in Francia, in Germania o in Inghilterra, ma c’è tanto altro dietro. La mia figura televisiva però è molto dinamica e se vogliamo giocosa, spero di trasmettere ottimismo. Facendo corsi di giardinaggio in televisione, portando al grande pubblico qualcosa di bello

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Secondo te qual è il futuro del mestiere del giardiniere? È un lavoro che non sarà mai sostituito. La tecnologia è entrata a supporto, e spesso ha sorpassato molte mansioni. Ma la formazione per la gestione del verde è sempre richiesta, con maggiori conoscenze ma con lo stesso approccio con la terra. Anche il Covid in qualche modo ci ha ricordato questa esigenza, e il giardiniere è il mestiere a cui sempre ambirà chi ha voglia di sporcarsi le mani per ottenere qualcosa di positivo. La speranza è che si riesca a guardare a questa figura con occhi diversi, e capire un pochino più a fondo cosa sta dietro alle difficoltà di tutti i giorni. Manca ancora chiarezza sul nostro panorama di competenze, che è molto vario. T i progetti che hai portato a termine Tra recentemente nelle vesti di giardiniere, ce n’è uno che ti è rimasto più impresso? Negli ultimi mesi mi sono appassionato al progetto per una giovane famiglia: durante il periodo del lockdown mi hanno chiesto di sfruttare il piccolo fazzoletto di terra a loro disposizione per uno spazio colorato, dal quale imparare e da poter vivere insieme. Mi sono lasciato andare: mi sono ricordato dei fiori a casa di mia nonna, e mi sono ricordato di come i fiori di una volta fossero diversi. Le varietà non erano spettacolari come quelle che abbiamo a disposizione oggi, ma crescevano bene, si ammalavano poco e fiorivano per molto tempo. Quindi abbiamo messo delle bulbose, degli arbusti perenni che attirassero farfalle e coccinelle. Ho sconsigliato il prato all’inglese, per preferire semine come le margherite o i papaveri, riservando un angolo per un orticello: qualche aroma, qualche frutto o verdura, specialmente per stimolare i più piccoli che da questi spazi traggono enormi benefici. Il giardinaggio poi è anche riciclo, basta non ostacolare la creatività e la fantasia nel loro processo. I giardini sono in divenire, consegniamo qualcosa di vivo che però cambierà sempre ed è uno degli aspetti del mio lavoro che mi affascina di più.



IL CANTIERE | tecniche

RIGENERAZIONE

DALLA A ALL A N TEMPO DI LETTU R A: 12 minuti

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onostante tutte le attenzioni prestate sia nella preparazione del suolo prima dell’impianto del tappeto, sia nella gestione dei tagli, dei parassiti, delle erbe infestanti e delle malattie fungine, si possono verificare dei diradamenti o delle morie localizzate che rendono necessario uno o più interventi. Vediamo insieme quali.

LE OPERAZIONI PRELIMINARI

A partire dai mesi di settembre e ottobre, in dipendenza dalle temperature stagionali, si può iniziare con la preparazione del tappeto alla rigenerazione. Questo è il periodo migliore, in quanto si evita la nascita di infestanti macroterme con le quali invece dovremo combattere se la rigenerazione venisse fatta nei mesi di febbraio,


Carotatrice.

Questo articolo è il quarto di una serie sulla cura dei tappeti erbosi. Ti sei perso i precedenti? Ecco dove li trovi: sul numero 28 si parla di operazioni preliminari, semina e concimazione; sul numero 29 si analizzano le principali patologie a cui è soggetto il prato; sul numero 30 si approfondiscono le tecniche di gestione delle infestanti. Tutti gli articoli iniziano a pagina 16, impossibile non trovarli!

Come procedere per rigenerare i tappeti erbosi residenziali. Ecco tutte le fasi, una per una, con consigli pratici e indicazioni tecniche precise testo e foto di Valerio Pasi pronto per l’operazione di arieggiatura e rimozione del feltro (approfondimento nel box “Rimozione del feltro: cosa fare”). Se non occorre migliorare il terreno si può procedere con la trasemina del tappeto, non senza aver prima provveduto a una concimazione a effetto starter, con apporto consistente di fosforo e azoto a lenta cessione (titolo 1625-12 o simile). Eventualmente apportare un leggero strato di terriccio specifico per tappeti erbosi e quindi rullare e irrigare. Queste operazioni si possono però effettuare anche utilizzando macchine dedicate, sempre Carote fustellate. efficienti e studiate per operare anche in piccoli spazi. Si può quindi procedere marzo e aprile. Nel contesto residenziale, alla semina con apposite seminatrici in grado di caratterizzato da spazi spesso ristretti, occorre aprire dei solchi e far cadere il seme direttamente dapprima procedere a un diserbo selettivo contro sopra di essi nella quantità voluta. La disponibilità le infestanti dicotiledoni se presenti in misura di macchine evolute consente anche di migliorare consistente, lasciare agire per 8-10 giorni, e quindi le caratteristiche fisiche del terreno quanto è effettuare un taglio basso (circa a due centimetri necessario, consentendo di operare in modo del di altezza, ma sempre da valutare in relazione alla tutto simile a quello che viene riservato ai campi specie prevalente nel tappeto). Ora il tappeto è sportivi e da golf.

LA Z

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IL CANTIERE | tecniche

La capacità per l’aria nel terreno è funzione

della porosità libera

ed è molto importante per assicurare il corretto apporto

di ossigeno alle radici del tappeto erboso IL RUOLO DELLA SABBIA GLI STEP

• Diserbo selettivo contro le infestanti dicotiledoni • Taglio basso • Arieggiatura e rimozione del feltro • Sabbiatura • Bucatura con punte piene o una fustellatura con punte cave • Trasemina • Concimazione starter in copertura • Rullatura

Dopo le operazioni preliminari di diserbo, taglio e rimozione del feltro si può procedere con l’apporto di sabbia o altri ammendanti (miscele sabbia-sostanza organica in rapporti variabili a seconde della miglioria da effettuare). La sabbia deve essere sempre silicea, lavata e vagliata in granulometria 0-2 millimetri. I quantitativi di sabbia da apportare variano a seconda del grado di compattamento e della tessitura del terreno da migliorare e possono indicativamente andare da 4 a 10 litri per mq. Sono disponibili delle macchine compatte semoventi che vengono caricate con il materiale in tramoggia e lo distribuiscono nel quantitativo

desiderato in maniera omogenea. Alla sabbiatura si può far seguire una bucatura con punte piene o una fustellatura con punte cave (“carotatura”), così da far penetrare nei primi 4-8 centimetri di terreno il materiale e di conseguenza migliorare il drenaggio e la capacità per l’aria. La fustellatura può inoltre essere eseguita anche senza l’apporto di sabbia. La capacità per l’aria nel terreno è funzione

Sabbiatrice.


Arieggiatrice al lavoro con molto feltro.

DA SAPERE Rispetto ai costi, dobbiamo dire che spesso ci si avvicina a quelli di un rifacimento, escluso l’apporto di sabbia e/o ammendanti, ma con i vantaggi menzionati. Ma non solo nella rigenerazione abbiamo vantaggi: anche nel rifacimento totale di un tappeto l’apporto di materiali e la semina di precisione garantiscono risultati ottimali, anche se con costi di poco superiori alla semina a spaglio tradizionale.

della porosità libera ed è molto importante per assicurare il corretto apporto di ossigeno alle radici del tappeto erboso, che risentono molto delle condizioni di asfissia. Vi sono diverse macchine semoventi e compatte V in grado di operare fino a profondità di 6-8 centimetri se il grado di resistenza alla penetrazione del terreno lo consente. La sabbia o il materiale prescelto deve ora essere condotto a intasare i fori utilizzando una rete apposita o, nel caso di piccole superfici, una scopa metallica. Si procede sino a che il materiale non penetra più

Feltro rimosso.

nei fori; quindi, è il momento di effettuare la trasemina, preferibilmente con una seminatrice a dischi. La macchina apre un solco nel terreno con il disco e vi deposita subito il seme, prima che il solco si richiuda. Anche in questo caso si può operare con passaggi incrociati a 30°, se occorre una trasemina più fitta. Segue la concimazione starter in copertura e la rullatura.

RADICAZIONE MIGLIORATA, PIÙ RESISTENZA ALLA SICCITÀ

In questo modo è possibile fare una rigenerazione con diversi vantaggi rispetto quella tradizionale, soprattutto se occorre migliorare le caratteristiche fisiche del terreno. Si è in grado non solo di apportare sabbia, ma anche di portarla in profondità nel terreno, migliorando notevolmente la radicazione e di conseguenza la resistenza alla siccità. Con la semina meccanica il quantitativo di seme è controllato in modo preciso e non

RIMOZIONE DEL FELTRO: COSA FARE A seconda della quantità di feltro e dell’azione più o meno incisiva bisogna valutare se è meglio montare sull’arieggiatore delle “molle” o dei coltelli. Nel primo caso l’azione è finalizzata alla sola rimozione del feltro, che non deve essere presente in modo abbondante. Nel secondo caso, oltre alla rimozione del feltro, presente in abbondanza o meno, si va a scalfire la superficie del terreno più o meno profondamente, in modo da preparare il letto di semina. Nel caso il tappeto fosse molto rado o in presenza di feltro abbondantissimo, si può operare con due passate, incrociate con un’inclinazione di circa 30° (a losanga). N°031

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IL CANTIERE | tecniche

Seminatrici.

Con questo sistema di operazioni si è in grado di rigenerare un tappeto senza doverlo rifare completamente, aspetto che ha evidenti vantaggi dal punto di vista estetico, per la continuità della copertura verde e per i tempi più brevi di ripresa dell’utilizzo

Solchi arieggiatrice per la semina.

si rischia di infittire troppo il tappeto, cosa controproducente in quanto si evita il portamento “filato” dell’erba in eccesso che origina poi la formazione di feltro in quantità. Infatti, con la semina manuale si è sempre portati ad abbondare, per ragioni spesso irrazionali, e il risultato non è quello atteso. Anche la possibilità di optare per una bucatura o una “carotatura” a seconda

dell’utensile che si monta, consente di adattare meglio le operazioni di rigenerazione al tipo di terreno che si va a migliorare. Con questo sistema di operazioni si è in grado di rigenerare un tappeto senza doverlo rifare completamente, aspetto che ha evidenti vantaggi dal punto di vista estetico, per la continuità della copertura verde e per i tempi più brevi di ripresa dell’utilizzo.

Un modello di arieggiatrice.



IL CANTIERE | progettazione

Idee e soluzioni d

Chelsea Fl o Una fonte enorme di spunti da cui trarre ispirazione per differenti situazioni. Proposte progettuali e di dettaglio per dare una marcia in più a giardini e terrazzi testo e foto di Francesco Fedelfio TEMPO DI LETTU R A: 10 minuti

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L

DA RICORDARE Per creare uno spazio verde serve equilibrio, proporzione tra pieni e vuoti, ripetizione e semplicità. In particolare, per il planting si può optare uno stile naturale che, associato all’elemento acqua, aiuta a incrementare la biodiversità.

a Gran Bretagna è la meta per gli amanti dei giardini e la patria di molti personaggi influenti nel mondo del verde. A Londra, in particolare, si tiene la manifestazione del verde più importante del mondo: il Chelsea Flower Show. Un evento che attira ogni anno oltre centocinquanta mila persone in cinque giorni. In Italia, forse, si ha la percezione che si tratti di un appuntamento elitario e chic. Ho avuto il piacere di partecipare alle due ultime edizioni e posso dire che il Chelsea Flower Show è un evento inclusivo e capace di evolversi con i tempi. Sicuramente, in grado di attirare anche i giovani: basta pensare che nell’area ristoro c’è un palco dove si esibiscono band uscite dai talent show britannici. Ritornando all’esposizione, quella di quest’anno è stata un’edizione unica e straordinaria: dopo oltre cento anni di storia, il Chelsea Flower Show si è svolto in autunno, anziché in primavera. Questo a causa dell’emergenza sanitaria in corso e che ha visto slittare le date di maggio a fine settembre. Ciò ha permesso ai paesaggisti di mostrare ai visitatori un altro aspetto degli spazi verdi, quello del mutamento durante il corso delle stagioni: nonostante in Gran Bretagna l’autunno sia arrivato in ritardo, sono state inserite piante con bacche e fogliame che virano sui toni autunnali, oltre a fioriture e soluzioni progettuali davvero molto interessanti. Nelle prossime pagine ne vedremo alcune e come adattarle concretamente.


i dal

l ower Show


IL CANTIERE | progettazione

ANGOLO DOCCIA E MATERIALI DI RIUSO The Hot Tin Roof Garden, ideato da Ellie Edkins, è ispirato a un contesto costiero. La caratteristica distintiva di questo spazio è sicuramente l’utilizzo dell’acciaio ondulato. Non solo viene impiegato per i contenitori, in due colori differenti, ma anche come rivestimento di una porzione della parete. Si crea così un senso di armonia. La doccia, con le tubature in rame ben visibili, diventa un elemento elegante e di arredo. Lo stesso colore viene ripreso nel tessuto della seduta, come elemento di connessione.

SCULTURE E ACQUA Bodmin Jail – 60° East: A Garden Between Continents, ideato da Ekaterina Zasukhina con Carly Kershaw, evoca il territorio dei Monti Urali, con i suoi fiumi e montagne. Sebbene sia una composizione paesaggistica, è pensato per un contesto cittadino, un ottimo spunto su cui riflettere. Le sculture di Penny Hardy sono figure eteree, realizzate con parti metalliche di macchinari, che mettono in risalto la parte vegetale circostante. L’elemento dominante, tuttavia, è la grande cascata che si getta in un piccolo lago. Da qui un ruscello scende tra rocce, conifere potate a nuvola ed erbacee perenni.

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ASSOCIAZIONI VEGETALI VINCENTI Vincitore di una medaglia d’oro e premio come migliore costruzione, The Trailfinders’ 50th Anniversary Garden, ideato da Jonathan Snow, celebra l’anniversario dell’azienda omonima di viaggi. Il giardino evoca il paesaggio alle pendici dell’Himalaya, in quanto uno dei primi viaggi venduti dall’azienda fu quello per Kathmandu. Tra le molte piante, qui spiccano il Selinum wallichianum e la Persicaria amplexicaulis. Entrambe prediligono un’esposizione soleggiata o di mezz’ombra, con un suolo umido e fertile. La prima è un’apiacea magnifica e grazie alla sua fioritura candida, spezza molto bene fioriture dai toni accesi come quella della Persicaria.

PARETI ALTERNATIVE E SOSTENIBILI The Boodles Secret Garden, Garden, ideato da Thomas Hoblyn, è concepito come un luogo di guarigione e miglioramento della propria vita, dopo questo periodo di incertezza. A emergere sono sicuramente le due pareti in legno: sono state realizzate a mano dal produttore di mobili Jan Hendzel Studio con assi di quercia provenienti da fonti sostenibili. È interessante notare il gioco di forme che queste assi, distanziate tra loro, creano quando il visitatore si sposta dalla visione frontale. Sono stati impiegati pochi accenni di colore, dati dai fiori, e molto verde per esaltare la struttura.

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IL CANTIERE | progettazione

INCREMENTARE LA BIODIVERSITÀ RHS COP26 Garden, ideato da Marie-Louise Agius e Balston Agius, punta al ruolo fondamentale che hanno gli spazi verdi nella protezione del nostro pianeta. È uno dei giardini più ampi della manifestazione ed è diviso in quattro aree, offrendo idee pratiche su come creare un giardino adatto ai cambiamenti climatici. Una sezione interessante è quella denominata “Mitigazione”. È stata ricreata una zona depressa perché, questo genere di situazione riduce il rischio di inondazioni, ma ha anche il potere di filtrare l’acqua dagli agenti inquinanti. A un livello inferiore, uno stagno diventa un luogo di rifugio per la fauna selvatica. Infine, è stato ricreato un prato ricco di specie capaci di attirare gli insetti impollinatori.

SEDUTE IN LEGNO E PIETRA Vincitore di una medaglia d’oro e uno dei più riusciti allestimenti di questa edizione, The M&G Garden, ideato da Harris Bugg Studio, è immaginato con un passato urbano e industriale, dove i materiali vengono trasformati per creare uno spazio verde unico. In questo progetto, la pietra grezza e lavorata unisce l’aspetto naturale con quello artificiale. Un tronco abbattuto può essere trasformato in un’ampia seduta, mentre il planting in stile naturale smorza la rigidità della scultura di tubi recuperati, di oltre 100 metri, e della pietra tagliata.

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TECNOLOGIE . INNOVAZIONI . SOLUZIONI


| complementi

Denominatore comune degli elementi artigianali della collezione per esterni Il Giardino di Corten è la grande capacità di diventare un tutt’uno con l’ambiente circostante. E di regalare al giardino un tocco di eleganza contemporanea di Daniela Stasi

Per saperne di più, visita il sito ilgiardinodicorten.it

ispirata ALLA n Ea AL PA

I

l corten non ha certo bisogno di presentazioni. Brevettato negli anni ‘30 negli Stati Uniti, questa tipologia di acciaio ha trovato ampia applicazione nell’edilizia, nell’industria, nell’architettura e nel verde – come ben sa chi legge la nostra rivista –, come materiale per complementi di arredo per giardini e terrazzi. L’udinese Schneider lo ha trasformato nel protagonista della collezione per esterni e interni Il Giardino di Corten. Una serie di complementi di design, dall’eleganza sobria, in grado di fondersi con armonia con ciò che li circonda.

Infine, tra le varie fioriere proposte, ecco quelle della serie Tebe, una linea dalle forme varie in grado di adattarsi a qualsiasi giardino.

L’ESTERNO, ESTENSIONE DELL’INTERNO

Il Giardino di Corten include anche autentici pezzi di design, pensati per giardini dalle grandi possibilità, da vivere come estensione degli spazi

VERE OPERE DI MAESTRI FABBRI La collezione da esterno de Il Giardino di Corten si compone di numerosi elementi tutti contraddistinti da lavorazioni artigiane di maestri fabbri: da fontane a fioriere, da tavoli e sedute a recinzioni e bordure. Su queste pagine, in particolare, vi presentiamo quattro complementi. Partiamo da Orto Cassa, Cassa aiuola per l’orto, di forma rettangolare, che consente di sollevare le colture rispetto al terreno, agevolando il lavoro e facilitando la cura del tappeto erboso. Procediamo con la pergola Ariaperta, la cui struttura evoca i pergolati di una volta; dettaglio interessante, i vani nelle colonne possono accogliere le piante. E ancora, Sassopasso, elementi per realizzare percorsi calpestabili sul prato: disponibili in diverse forme, anche su richiesta, sono facili da trasportare, si installano senza alcuna preparazione e si integrano piacevolmente con l’erba.

La Pergola Ariaperta.


Fioriere Serie Tebe Archimede.

Aiuola Orto Cassa.

n ESAGGIO atura A interni. Ecco così il mobile bar Convivium, sistema modulare per cucinare e servire cocktail all’aria aperta, e La Stanza Che Non C’è, spazio polivalente che non ha una funzione specifica ma può averle tutte, da ricovero per gli attrezzi da lavoro a studiolo, da zona relax a rimessa per le bici, a spazio per il bricolage. Segnaliamo anche Docciart, che sembra una scultura ma accoglie la doccia e lo spogliatoio.

Il camminamento Sassopasso.

AUTOPROTEZIONE DALLA CORROSIONE Il corten è tra gli acciai a più basso contenuto di elementi di lega (in particolare rame, cromo e fosforo), che richiede una minore manutenzione rispetto all’acciaio al carbonio. Si autoprotegge dalla corrosione elettrochimica mediante la formazione di una patina superficiale che impedisce il progressivo estendersi della corrosione: durante il naturale processo di ossidazione, che varia dai 6 ai 12 mesi, rilascia una polvere di ossidi che arresta la corrosione e crea la tipica superficie ruvida e porosa, caratterizzata da tonalità variabile con il passare del tempo.


| proposte

TESORI

Il giardino di Villa Arconati.

NOSTRANI

Grandi Giardini Italiani nel 2022 compie 25 anni e festeggia con un calendario ricco di eventi in tutto il Paese di Margherita Wotton

F

u Judith Wade, una lungimirante imprenditrice di origini scozzesi, nel 1997 a fondare Grandi Giardini Italiani, il circuito green che supporta i proprietari dei giardini di tutta Italia, valorizzandone il patrimonio botanico e artistico. Tra gli obiettivi del progetto, fin dalla sua nascita, anche quello di far conoscere a un numero sempre maggiore di visitatori i tesori di questi giardini. Accompagnando i proprietari con sempre più servizi e iniziative, Grandi Giardini Italiani ha fatto conoscere nel nostro Paese l’horticultural

L’anno continua con la collaborazione del network con Gardens of Switzerland, iniziata nel 2015: anche qui sono previste attività ed eventi per far conoscere al grande pubblico i giardini e i parchi della vicina Svizzera. Per saperne di più visita il sito www.gardensofswitzerland.ch.

Per maggiori informazioni sul calendario e la biglietteria online visita il sito www.grandigiardini.it tourism, che è diventato così una vera e propria forma di finanziamento per la manutenzione e il potenziamento di questi luoghi, complice anche il crescente interesse del pubblico verso i temi vicini alla natura e all’ambiente. Nel 2019, infatti, sono stati contati oltre otto milioni di visitatori, e ad oggi Grandi Giardini Italiani rappresenta 146 giardini di 14 regioni. Il 2022 è il venticinquesimo anno di attività per il circuito, che celebrerà i grandi traguardi raggiunti con un programma ricco di eventi: l’anno si annuncia così all’insegna dell’arte e della cultura, legando a doppio filo il ricchissimo patrimonio botanico dell’Italia a quello artistico e culturale della tradizione. Lungo tutto l’anno, e attraverso la penisola, si celebrerà per esempio la poesia inglese ispirata dai paesaggi liguri presso Villa Marigola a Lerici, o ancora l’abilità dei maestri bonsaisti cinesi e giapponesi nei giardini botanici di Villa d’Este a Tivoli: eventi interessanti per ampliare gli orizzonti dei professionisti della filiera verde.


| focus vivai

Coltivatori di bellezza

Per chi lavora nel verde, le piante sono l’elemento fondante, da cui non si può prescindere. Sceglierle nel modo giusto, non solo in termini varietali, è fondamentale per la riuscita del lavoro stesso. Ecco una panoramica di sei vivai per cui la qualità è al primo posto di Daniela Stasi

V

orrei iniziare questo articolo facendo una domanda ad alta voce. Ci provo: per voi, nella realizzazione di un giardino, quanto è importante la scelta delle piante? Non intendo la scelta della varietà, da cui chiaramente non si può prescindere, ma l’attenzione alla qualità delle piante scelte. A questo tema – non così scontato come può sembrare di primo acchito – abbiamo dedicato diverse pagine nel corso degli anni. Sì, perché verificare che le piante siano in buona salute e siano coltivate secondo certi parametri è

fondamentale ai fini della buona riuscita del lavoro e soprattutto al suo mantenimento nel tempo. Questo focus, dedicato ai vivai, vuole essere un tour in alcune realtà che fanno della qualità il proprio cavallo di battaglia. Ve ne presentiamo sei, ciascuno rappresentativo V del territorio di appartenenza: Arena Vivai di San Giovanni Lupatoto (VR), Coplant di Canneto sull’Oglio (MN), Floricoltura Pironi di Vertemate con Minoprio (CO), Leonessa Vivai di Travagliato (BS), Andreas Psenner & figli di Bolzano, Vivai Nord di Lurago D’Erba (CO) e Pistoia. Non mi resta che augurarvi buona lettura e buon giro!


| focus vivai

Tutte le info: arenavivai.com

gamma e Servizi dedicati P

OLTRE IL PRODOTTO Arena Vivai ha una grande attenzione non solo per la cura delle piante, ma anche per il rapporto con le persone: che siano fornitori, colleghi, clienti, etc., i rapporti umani sono al centro del suo modo di fare impresa.

Arena Vivai è una grande famiglia, in cui i rapporti umani sono al centro dell’impresa.

uò un vivaio che coltiva più di 1.000 varietà, curare ogni piccolo dettaglio e pensare a ogni pianta come se fosse unica e speciale? Chiunque abbia conosciuto la qualità di Arena Vivai, non può che rispondere di sì. Tra i fiori all’occhiello – è il caso di dirlo – l’ampia gamma, che spazia dalle varietà più popolari, fino a quelle di recente introduzione sul mercato. Infatti, grazie a una rete internazionale di rapporti saldamente consolidati nel tempo con ibridatori e aziende innovative, la realtà veronese riesce a introdurre ogni anno decine di nuove varietà. In particolare, è specializzata in graminacee, perenni, mediterranee, rampicanti, rose, arbusti, sempreverdi... E ancora, in piante resistenti alla siccità, piante ottimali per esposizione in ombra totale, tappezzanti e a sviluppo ridotto per terrazzi e piccoli giardini. Da segnalare, infine, una sezione specificamente dedicata ai giardinieri, con personale specifico a disposizione: è prevista anche una consulenza professionale per aiutarli a scegliere al meglio le varietà da impiegare nei propri lavori.


L’appezzamento dedicato alle alberature di trapianto coltivate con forme obbligate.

Alberi “in forma” C

hi scrive, in genere, non è amante dei numeri, ma ci sono casi in cui è importante metterli in evidenza, per esprimere l’essenza di ciò che si vuole raccontare. Come per Coplant, i cui numeri parlano chiaro, anzi chiarissimo: 28 anni di esperienza, più di 8.000 clienti serviti, più di 1.000 varietà in produzione, una superficie di circa 100 ettari, Platanus acerifolia formato a spalliera.

dei quali 70 in pieno campo e 30 di vasetteria. Tra le ultime proposte inserite nell’assortimento, T gli alberi in forma: piante formate a cubo, cilindro, tetto e spalliera, allevate sia in piena terra che in contenitore. Alberature di trapianto coltivate con forme obbligate per rispondere a esigenze di spazio e per disegnare con geometrie gli spazi verdi dei propri clienti.

Per saperne di più vai al sito www.coplant.it

LE VARIETÀ IN FORMA • Acer campestre • Carpinus betulus • Ginkgo biloba • Gleditsia triacanthos • Liquidambar styraciflua • Liriodendron tulipifera • Parrotia persica • Platanus acerifolia • Prunus virginiana ‘Schubert’ • Pyrus calleryana ‘Chanticleer’ • Tilia


| focus vivai

I PLUS • Placca da 35 fori, formato dai costi contenuti • Prodotto biologico certificato • Disponibilità immediata • Possibilità di programmazione

Carex morrowii e Carex oshimensis.

Hedera Helix ‘Gold child’.

Geranium ‘Biokovo’ e ‘Karmina’.

Erigeron.

Vuoi saperne di più? Vai al sito floricolturapironi.it

Vinca major variegata.

Il formato che Fa la differenza Stipa tenuissima.

T

radizione e innovazione, due concetti importanti per Floricoltura Pironi, specializzata in piante da orto e da fiore. Tra le novità più recenti, la nuova collezione di piante ornamentali perenni pensate per lavori di

L’AMBIENTE RINGRAZIA Dopo aver maturato una lunga esperienza nella produzione di piante da orto biologiche, Floricoltura Pironi propone diverse specie, in particolare le graminacee, in versione certificata bio. Il prodotto è nato inizialmente per fornire piante a chi realizza pareti verticali, poi è stato proposto anche a progettisti del verde con notevole successo. Molti vivaisti lo utilizzano anche come materiale da rinvasare in formati più grandi, come vasi 15-17-18 o superiori.

piantagione o come tappezzanti (ne abbiamo parlato in modo approfondito sul numero 30 a pag. 28). Da segnalare che sono prodotte sia con metodo convenzionale sia in versione biologica certificata, e che sono coltivate in una placca da 35 fori, ovvero in alveoli dal diametro di 6 cm circa. Si tratta di un formato studiato per utilizzo paesaggistico o per rinvaso, che permette di avere costi contenuti. Non solo: la forma rotonda dell’alveolo e la dimensione limitata del diametro consentono una velocità di trapianto maggiore rispetto ai classici vasi 7x7. Dettaglio fondamentale, l’alveolo del 35 fori è anche provvisto di scanalature che evitano la spiralizzazione delle radici.


LA PRODUZIONE • Arbusti • Conifere • Frutti • Frutti minori • Perenni • Rampicanti • Rosai

Tutti i dettagli su leonessavivai.it

Attenzione al prodotto e al servizio P

roduzione di piante ornamentali da esterno in contenitore. Questa la specializzazione di Leonessa Vivai, realtà florovivaistica rivolta a garden center, vivai e professionisti del verde che ricercano qualità, assortimento varietale, cura del dettaglio e dinamicità nel servizio. La sua produzione – in continuo aggiornamento grazie alla ricerca, alla selezione e all’introduzione costante di nuove

varietà – si estende per circa 11 ettari ed è composta principalmente da arbusti, conifere, rosai, fruttiferi, rampicanti, perenni, fruttiferi minori, graminacee e piante aromatiche. Come anticipato, oltre al prodotto, viene prestata una grande attenzione al servizio. Un esempio? Attraverso un’efficiente rete logistica, viene garantita l’evasione di qualsiasi fornitura entro due-tre giorni dall’ordine.

NON SOLO VENDITA: FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO Testimonianza dell’attenzione che Leonessa Vivai ha per la sua clientela è Piantonario, il porte aperte annuale riservato a gardenisti, giardinieri e professionisti del verde. In genere si tiene a fine estate per inaugurare l’autunno: l’idea è quella di presentare le tendenze per le quattro stagioni successive; ogni edizione, inoltre, prevede un focus, un tema utile per l’aggiornamento professionale, per fornire agli operatori spunti e strumenti per arricchire le proprie competenze.


| focus vivai

Caladium ‘Heart to Heart’, varietà ibridata per l’utilizzo nella paesaggistica. Notevolmente più resistente alle alte temperature rispetto alle varietà tradizionali, può essere piantata in mezz’ombra o in angoli soleggiati.

Avanti dal 1967 È

una storia lunga, quella della floricoltura Andreas Psenner & figli, che affonda le sue radici nel 1967 quando fu fondata da Andreas, floricoltore di sesta generazione da cui l’azienda prende orgogliosamente il nome. Nota a livello internazionale per la sua produzione di piante giovani da talea, oggi conta una sede a Bolzano con filiali di produzione nelle vicine Caldaro e Appiano con sette ettari di superficie e 80 dipendenti. Non è tutto: dal 2017 è proprietaria dell’azienda keniana di piante madri Savanna Flowers con 500 dipendenti e 22 ettari di produzione. Non si può non ricordare, inoltre, che Psenner ha creato la rete internazionale di ibridazione Proven Winners Europe, e dà vita a ibridazioni proprie. T Tra i suoi punti di forza spicca la lotta integrata: basti dire che è l’unica realtà nel mondo a coltivare le poinsettie totalmente con lotta integrata, dalla pianta madre al taleaggio, fino alla radicazione. Da evidenziare, inoltre, l’attenzione all’innovazione, con l’impiego di fotovoltaico, pannelli solari, riscaldamento con pellet, robot per le operazioni di trapianto e imballo, camion con controllo satellitare delle condizioni climatiche.

Segnaliamo, infine, il porte aperte organizzato ogni anno in autunno per presentare le novità varietali agli operatori del settore: quello del 2021 si è svolto nella sede di Caldaro, all`aperto, con un percorso di oltre 500 balconiere di diverse varietà protette da una struttura in grado di chiudersi automaticamente nel caso di intemperie. Quando si dice essere avanti!

Pelargonium ‘Dolomites Fantastic’, caratterizzato da un gioco di colori contrastanti, una crescita omogenea e una fioritura continua.

Più info su www.psenner.it Uno scorcio panoramico della produzione di Andreas Psenner & figli.


I PUNTI DI FORZA ◗ Ampia gamma di prodotto ◗ Offerte rapide e risposta immediata agli ordini ◗ Gestione ottimale della logistica ◗ Relazioni con le più avanzate realtà produttive mondiali per l’introduzione costante di novità varietali

Ben oltre il “prodotto pianta” S

pecializzato da oltre 30 anni in piante ornamentali in contenitore (anche di grandi dimensioni), oltre alla sua sede storica a Lurago d’Erba, in provincia di Como, Vivai Nord vanta anche una filiale a Pistoia e una clientela internazionale (circa il 15% del fatturato deriva da vendite estere). Ecco qualche numero: la superficie presso la sede comasca è di circa 12,6 ettari (a eccezione di un mappale di 13.089 mq a ripa boscata, il resto è adibito alla coltivazione di piante in contenitore); presso la filiale di Pistoia sono disponibili oltre quattro ettari per la coltivazione in contenitore e in piena terra. L’attività principale è rappresentata dalla L produzione e dalla vendita delle piante ornamentali da esterno verdi e fiorite, da frutto e forestali, la cui commercializzazione viene effettuata unicamente all’ingrosso a professionisti e operatori del settore (anche con consegna nei luoghi di destinazione con mezzi attrezzati). Ma Vivai Nord non si occupa solo del “prodotto pianta”, offre

Maggiori un servizio più ampio, rappresentato dettagli su dai prodotti complementari (per www.vivainord.it geotecnica, irrigazione, costruzione giardini) e da informazioni, consigli, materiali illustrativi per conoscere e utilizzare al meglio le piante stesse. T Tra le caratteristiche maggiormente apprezzate dai clienti va segnalata la tempestività della risposta alle richieste di offerte/ ordini, resa possibile dalla presenza di un sistema computerizzato per la gestione della disponibilità di magazzino. In pratica, ogni venditore è in grado confermare con immediatezza la disponibilità del prodotto richiesto. L’ACQUA, BENE PREZIOSO Vivai Nord vanta un impianto di irrigazione composto da un bacino di 4.000 mc per lo stoccaggio dell’acqua di irrigazione attraverso il recupero dell’acqua piovana condotta al bacino con canalizzazioni artificiali e da una stazione di pompaggio particolarmente evoluta, in grado di ridurre i consumi energetici. Per coltivare piante senza fare male all’ambiente.

La logistica e la tempestività nelle consegne sono prioritarie per Vivai Nord.


| arredo

I

l Giardino delle Arti si apre come una quinta teatrale a picco sul mare di Maratea: un tempo era la terrazza esterna dello storico Convento dei Cappuccini, oggi divenuto la sede della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio (SABAP) della Basilicata. Il progetto di restauro, voluto dall’architetto Francesco Canestrini, Soprintendente SABAP Basilicata, ha permesso di riqualificare l’originaria area asfaltata trasformandola in un intreccio tra artificio e paesaggio naturale: entità ben distinte, ma allo stesso tempo capaci di esaltarsi e completarsi a vicenda.

INTERPRETE DEL LUOGO

La bellezza della terrazza nasce proprio dalla sinergia degli elementi: laddove gli stilemi della natura e le tonalità mediterranee si intrecciano ad

evocazioni parigine – grazie ai colorati arabeschi in perfetto stile parterre de broderie – è stato impiegato Italian Terrazzo di Isoplam, pavimento per esterni

Grande effetto architettonico grazie al pavimento Italian Terrazzo scelto per ripristinare la terrazza del Giardino delle Arti a Maratea. Un mix di calcestruzzo e graniglia di marmi pregiati per esaltare la natura del luogo di Filippo Terragni

Alto potenziale

d


che reinterpreta il calcestruzzo architettonico combinando le conosciute performance del cemento all’attenzione per l’ambiente e per il territorio. In pochissimi centimetri di spessore, Italian Terrazzo abbina la resistenza, la durabilità e la funzionalità del calcestruzzo a componenti ecosostenibili come graniglia di marmi pregiati, sassi di fiume o pietre naturali, reperibili anche direttamente in loco. Ciò favorisce, da un lato, una riduzione di tempi e costi e permette, dall’altro, di dare forma ad una pavimentazione capace di farsi reale interprete del luogo in cui si trova.

TONALITÀ ONALITÀ VIBRANTI

Laa soluzione utilizzata consente di scegliere liberamente le tonalità, gli abbinamenti e i tipi di graniglia, dando vita non solo a superfici uniformi di grande effetto, ma anche a disegni, geometrie, giochi di colore e accostamenti materici. Il tutto garantendo resistenza all’abrasione, grazie alla speciale miscela fibrorinforzata colorata e additivata che viene aggiunta alla composizione. Proprio roprio la versatilità e la possibilità di

IL PRODOTTO Italian Terrazzo è la soluzione progettata e prodotta da Isoplam per realizzare pavimenti in stile sasso lavato. Si ottiene mescolando cemento, graniglia di marmi pregiati, sassi di fiume o pietra naturale a una speciale miscela fibro-rinforzata colorata e additivata. Il ghiaino lavato, detto anche sasso lavato, è una soluzione pratica e duratura, ideale per realizzare superfici esterne eleganti, di grande effetto architettonico.

personalizzazione di Italian Terrazzo sono state la chiave per dare una forte connotazione mediterranea alle forme e alle tonalità che caratterizzano i pavimenti del Giardino delle Arti. Su uno sfondo dalle tonalità particolarmente calde e vibranti a base di ghiaino color giallo ocra, si staglia infatti il blu profondo del mare di Maratea, ripreso nelle decorazioni – simili a onde – realizzate miscelando la resina Epoxy Drain con della graniglia blu oltremare.

decorativo


| progetti

UN TERMOMETRO P

IL VERDE UR B

Hugsi, l’innovativo progetto Husqvarna, mira con i suoi dati a una quantificazione degli spazi verdi presenti nelle nostre città, valutandone caratteristiche e stato di salute. Dal 2016 un punto di partenza per cittadini e governi di centinaia di Rachele Pozzato di Paesi

H

usqvarna, il marchio di attrezzature per boschi, foreste e parchi, in collaborazione con Overstory, da ormai cinque anni monitora lo stato del verde urbano a livello globale. Grazie alle immagini satellitari e ad avanzate tecnologie nasce Hugsi, Husqvarna Urban Green Space Index, un indice dato da più parametri che riguardano il verde urbano, in base al quale viene stilata una classifica delle città in elenco, oggi 177 da 60 nazioni. In tutto il mondo l’urbanizzazione procede a passo costante, e con essa devono aumentare anche gli sforzi per città più sostenibili: Hugsi nasce proprio come metro concreto per i


O PER

R BANO

I PARAMETRI VALUTATI Sono sei e rinominati KPI, Key Performance Indicators: 1. Percentuale di verde urbano 2. Spazio verde pro capite 3. Stato di salute del verde urbano 4. Distribuzione delle aree verdi in città 5. Percentuale di spazio verde ricoperto da erba 6. Percentuale di spazio verde ricoperto da alberi

cittadini per rivalutare l’importanza degli spazi verdi, e possibilmente come strumento puntuale e scientifico per le istituzioni da cui ripartire per politiche ed interventi nelle città.

I BENEFICI

Grazie alla raccolta di questi dati si ottengono classifiche dalle quali possono prendere il via diverse Per saperne riflessioni sulla gestione del verde. di più vai su Oltre che della salute del pianeta, hugsi.green infatti, si tratta della salute di ognuno di noi, ed è l’Organizzazione Mondiale della Salute a dirlo: si raccomandano per ogni abitante almeno 9 mq di verde accessibili, per migliorare il generale Charlotte, Global Green Model City City. stato psico-fisico e cognitivo o addirittura per la


| progetti

Panorama di Caracas, la città che grazie alla sua attenzione al verde ha guadagnato ben 38 posizioni nell’ultimo anno.

riduzione dei ricoveri. Hugsi nasce proprio nella prospettiva di dare man forte alla causa verde nelle città, quantificando il verde urbano, tenendo traccia dei cambiamenti nel tempo e dando la possibilità di confrontarsi con altre città per raggiungere obiettivi importanti.

L’ULTIMO REPORT

Dati alla mano, è importante quindi sapere quanto le nostre città siano verdi, e se lo stiano diventando di più: dal 2019 al 2020 i dati mostrano un leggero calo (0,08%, 78 milioni di metri quadri) delle aree verdi a livello globale, raggiungendo una totale copertura del 41% nei dati più recenti. Nonostante questo dato possa sembrare scoraggiante, bisogna sottolineare che però generalmente negli ultimi cinque anni, cioè da quando è iniziata la raccolta dei dati, il verde urbano è cresciuto sia in percentuale nelle nostre città (dal 34% del 2016 al 35% del 2021), sia in salute (da un punteggio di 0.57 di cinque anni fa allo 0.63 delle ultime rilevazioni), per un’attuale estensione totale di 1,8 bilioni di metri quadrati. Solo in Europa il verde è aumentato del 2% nell’ultimo anno, anche grazie all’aggiunta di 22 nuove città olandesi, e in Africa si è passati dal 33% al 34%, senza nessuna nuova città e dunque con un certo miglioramento della presenza del verde e della sua manutenzione nelle città africane.

CITTA’ MODELLO

Non solo per il brivido della competizione, ma per permettere alle altre città di avere modelli a cui guardare per un’azione concreta, ogni anno viene eletta la Global Green Model City, e quella del 2021 è per il secondo anno di fila Charlotte, in Carolina del Nord. Qui ci sono i più alti punteggi per percentuale di alberi e migliore distribuzione degli spazi verdi, grazie anche all’operato di TreesCharlotte: un’associazione di volontari in collaborazione con l’amministrazione cittadina che si impegna nella piantagione e cura degli alberi in città, valendole il nome di city of trees (“città degli alberi”). In coda troviamo la sudafricana Durban e poi Vilnius, mentre per trovare la prima italiana dobbiamo scendere alla settantaseiesima posizione con Venezia, seguita a poca distanza da Milano all’ottantesimo posto. Più importanti delle città che mantengono la loro posizione ci sono però i progressi di chi dalla coda sta risalendo verso la vetta della classifica: è il caso di Caracas che scalzando 38 posizioni è arrivata al ventiseiesimo posto, o di Lisbona passata dalla posizione 83 alla 57. In questi casi indici come questi sono stati decisivi per concentrarsi su una gestione del verde urbano puntuale, grazie alla quale migliorare stile di vita dei cittadini e salute del pianeta, garantendo biodiversità e rispetto della vegetazione al servizio delle nostre città.



NEWS DA L MERCATO

News PIÙ RICERCA IN UE PER UN’ALTERNATIVA ALLE TORBE A rendere urgente un’alternativa alle torbe nel mercato europeo concorrono molti fattori e preoccupazioni, esplicitati all’ultimo evento virtuale organizzato dall’Associazione Florovivaisti Italiani. L’Italia è dopo la Germania la realtà più rilevante per il mercato di terriccio nel vecchio continente, un settore fondamentale che però rischia la crisi a causa dei rincari sulle materie prime, insieme alla richiesta di maggiore sostenibilità di Green Deal e Pac. “Siamo di fronte a cambiamenti epocali e pronti a essere protagonisti della transizione green” ha dichiarato il presidente dell’Associazione Aldo Alberto “ma come imprenditori f lorovivaistici sul campo, ci rendiamo conto che non c’è adeguata ricerca in materia. Non possiamo garantire sostenibilità, se la tenuta delle imprese, e quindi del loro reddito, viene compromessa da costi produttivi in escalation e investimenti su ricerca e innovazione che vanno ancora calati sulle esigenze del mondo agricolo e f lorovivaistico”. Info: www.f lorovivaistiitaliani.it

UN’ITALIA SEMPRE PIÙ SOSTENIBILE Ogni anno a Milano, Roma e Torino si svolge l’Osservatorio Nazionale sullo stile di vita sostenibile, un’indagine LifeGate in collaborazione con l’Istituto Eumetra MR sostenuta da Gruppo Unipol, Koelliker, Michelin Italiana, Ricola e Vaillant Italia e per questa sua settima edizione presentata durante il palinsesto All4Climate-Italy2021, un’iniziativa lanciata invece direttamente dal Ministero della Transizione Ecologica. I dati evidenziano come gli italiani siano sempre più coinvolti rispetto al tema della sostenibilità: sui campioni analizzati si è registrata una crescita del 3%, per un totale del 75% pari a 37,5 milioni di cittadini, a dimostrare quanto l’applicazione di criteri come la sostenibilità siano fondamentali per il futuro, specialmente per le generazioni più giovani. Dalla mobilità alla scelta delle aziende di cui diventare clienti, alle scelte alimentari ed energie rinnovabili: l’attenzione al pianeta si fa sempre più largo, in ogni aspetto del quotidiano. Info: lifegate.it/osservatorio

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LOTTA AL MOSCERINO DEI PICCOLI FRUTTI

L’Italia è stata la prima nazione ad avere l’autorizzazione al rilascio del parassitoide Ganaspis brasiliensis, in grado di contrastare la Drosophila suzukii. Il moscerino asiatico dei piccoli frutti attacca infatti tutte le specie frutticole e viticole causando ingenti danni alle coltivazioni, e gli sforzi della lotta biologica si sono da subito fatti intensi. Individuato poi il miglior candidato nel Ganapis sono iniziati i test di rischio nelle varie nazioni: l’approvazione dal Ministero in Italia è arrivata quasi con immediatezza, permettendo alla provincia autonoma di Trento il rilascio in ben 12 siti, con il grande intervento della Fondazione Edmund Mach, i cui vertici dirigenziali erano presenti all’ultimo lancio, a celebrare l’importante momento dopo mesi di lavoro. Parallelamente continuano anche un attento monitoraggio dei siti insieme ad allevamento e riproduzione dell’insetto, mentre l’autorizzazione è arrivata anche ad altre regioni come Piemonte, Veneto o Sicilia. Info: www.fmach.it

UN NUOVO POLMONE VERDE Agugiaro & Figna Molini, un’azienda che dal XV secolo macina farina a Collecchio (Parma), sta promuovendo la nascita del Bosco del Molino: 18mila alberi piantati nei 13 ettari di terreno adiacenti all’azienda. Il terreno era stato comprato dalla famiglia 16 anni fa, e da allora è stato studiato un piano di riqualificazione ambientale insieme ad esperti, portato poi a termine in collaborazione con il CINSA (Consorzio Interuniversitario Nazionale Scienze Ambientali). Il Bosco è bene collettivo, inaugurato proprio in occasione della giornata nazionale degli alberi il 21 novembre, ed è a disposizione di scuole e associazioni per spazi formativi e di benessere, in un’oasi di biodiversità e sostenibilità studiata nei minimi dettagli. «Speriamo che questo progetto sia soltanto l’inizio e possa servire da esempio ad altre persone, non soltanto aziende, capaci di avere una visione lungimirante e di aiutare il nostro pianeta», conclude il presidente Alberto Figna. Info: www.agugiarofigna.com

NUOVE DATE PER FLORMART

Un’edizione straordinaria Flormart si terrà il prossimo febbraio 2022, e tornerà poi a settembre ripristinando le date canoniche del salone. La decisione è arrivata in seguito ad un’analisi delle condizioni postpandemia e dopo un attento confronto con le aziende e i rappresentanti del settore, per garantire un evento con un adeguato numero di partecipanti anche internazionali e un calendario ricco di iniziative e appuntamenti. L’organizzazione si concentrerà infatti su un consolidamento delle imprese italiane nel panorama internazionale, nel perseguimento di obiettivi sostenibili e innovativi. Info: www.flormart.it

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NEWS DA L MERCATO

Il presidente di GolfImpresa Giuliano Bagnoli e Roberto Foti Belligambi, Territory Sales Manager Turf & Golf di John Deere Italiana.

SINERGIE PER IL VERDE Al XIII Meeting di GolfImpresa, tenutosi presso il Golf Club della Montecchi in provincia di Padova, è stato ufficialmente rinnovato per il quinto anno consecutivo l’accordo di partnership fra l’Associazione e John Deere. Il Consorzio raggruppa oltre sessanta strutture golfistiche e amministra 3.150 ettari di verde di tredici regioni italiane, e fondato nel 2003 fornisce supporto sia alla realizzazione sia alla gestione di numerosi impianti in tutto il Paese. L’azienda, punto di riferimento mondiale per la produzione di macchine agricole, ha potuto così in questa occasione consolidare il rapporto di collaborazione con l’Associazione, rinnovando la sua attenzione al mondo del golf, settore già di spicco per il business italiano che va via via accrescendo il proprio potenziale. Info: www.deere.it

LE PIÙ VERDI D’EUROPA È la francese Nantes a raggiungere il primo posto del podio della seconda edizione dell’European Green City Award, organizzato dall’European Nurserystock Association (ENA) all’interno del progetto “Green Cities Europe”. A portare la città alla vittoria è stato il progetto verde “Le Jardin Extraordinaire”, anche noto come “101° giardino di Nantes”: sorto sul terreno di un’ex cava dismessa, il giardino ha dato nuova vita al vicino quartiere Chantenay con i suoi scorci esotici, cascate, angoli suggestivi creati con felci arboree, edere secolari e banani in un grande esempio di riqualificazione. A sostenere il progetto, insieme al presidente ENA Henk Raaijmakers, i parlamentari europei Norbert Lins Presidente della commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale e César Luena, vicepresidente della commissione ENVI, ambasciatori del progetto esprimendo il valore di città europee più verdi come parte significativa della strategia europea per la biodiversità. Nantes ha partecipato al concorso di quest’anno con altri 12 progetti provenienti da diversi Paesi europei tra cui l’Italia, candidata con il parco di City Life arrivato in finale con i suoi 173.000 mq di verde e 2500 alberi. Il progetto di riqualificazione dell’ex quartiere storico della fiera di Milano ospita diverse specie arboree e di arbusti, oltre a rappresentare spazio di comunità dove si tengono iniziative, incontri e con molti spazi dedicati a tante attività inclusive. Info: www.thegreencities.eu

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Scorcio del Jardin Extraordinarie di Nantes.

Parco di CityLife a Milano.



GESTIONE | formazione in collaborazione con

E

sperto in orti e giardini del benessere: siamo alla terza edizione del corso, e non ci fermiamo qui. Si tratta di una nuova figura professionale, riconosciuta dalla Regione Lombardia e inserita nel Quadro regionale con il decreto-Dgr n.16004 del 18 dicembre 2020. Questa figura è, in parte, una “creatura” della Scuola di Monza, che già da diversi anni propone corsi per la formazione di figure tecniche, capaci di applicare la disciplina dell’ortoterapia presso ospedali, cooperative, comunità e scuole.

IMPARARE A FARE RETE

I nostri corsisti provengono da diverse regioni, facilitati anche dalla formazione parzialmente a distanza. Sono per lo più in possesso di titoli di studio e qualifiche professionali che associano con maestria le competenze del giardinaggio alle competenze psicosociali e/o pedagogiche.

La Scuola di Monza mette a disposizione docenti qualificati, tutti professionisti dei settori di riferimento, tra i quali agronomi e progettisti, psicologi ed esperti di strutture e residenze per anziani, disabili, drop-out e svantaggiati in genere, ma anche pedagogisti, che operano presso strutture scolastiche. Al termine di ogni corso, gli studenti hanno il compito di presentare un progetto finale che rappresenti un caso studio, una concreta esercitazione dell’intero gruppo-classe sui possibili sviluppi dei Giardini del benessere. Il corso è, pertanto, anche una reale opportunità per imparare a “fare rete”, e interagire con iniziative di grande ricchezza umana e sociale.

AUTONOMIA ATTRAVERSO LE PRATICHE MANUALI

I risultati ottenuti con le prime due edizioni ci incoraggiano a raccontare, su queste pagine,

Vuoi saperne di più sul corso? Ne abbiamo parlato sul numero 030 a pagina 48. È frequentabile da tutta Italia grazie alla formazione parzialmente a distanza

La Scuola Agraria del Parco di Monza forma una nuova figura professionale, quella di Esperto in orti e giardini del benessere. Ecco qui il progetto presentato al termine del primo corso

GIARDINI E SAL U di Giovanna Cutuli

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qualche dettaglio dell’esperienza formativa precedente. Il primo progetto, realizzato al termine del primo corso, si è occupato della riqualificazione di due aree del giardino della Scuola di Monza, per offrire una migliore accoglienza a bambini e giovani con disabilità durante il periodo estivo. I corsisti hanno sviluppato, all’aperto, una serie di laboratori per piccoli gruppi, allo scopo di aumentarne l’apprendimento e l’autonomia attraverso le pratiche manuali. L’intervento ha tenuto in debito conto anche i L quattro obiettivi proposti dai docenti: la coerenza delle soluzioni proposte con le esigenze degli ospiti dei campus estivi, la scelta di materiali ecosostenibili, la sicurezza per gli utenti e la sostenibilità economica. Il tavolo progettuale ha stimolato i corsisti a delineare, prima di avviare i lavori sul campo, un progetto molto dettagliato,

Bancale attrezzato per consentire di seminare e trapiantare piccole piante anche a chi è dotato di carrozzina.

L UTE

completo di budget, e corredato da schede funzionali per gli operatori, dove raccogliere dati e informazioni sugli esiti dei laboratori.

Il progetto presentato ha previsto anche la riqualificazione dell’area aromatiche.

ATTIVITÀ E STRUMENTI INCLUSIVI

Alla commissione d’esame sono state proposte le due aree prioritarie da utilizzare per i laboratori – il giardino giapponese, già presente, e le aiuole delle aromatiche in cassone – adatte alla preparazione di saponi profumati, la creazione di bombe di semi, l’esperienza delle aromatiche, la coltivazione di fiori e piccoli frutti. L’area, riqualificata, serve anche per fare L osservazioni sensoriali e per la costruzione di erbari, l’ideazione di storytelling a sfondo botanico e musicale, e il gioco, attraverso diverse cacce al tesoro tra le piante. Grazie anche alla generosità di aziende che hanno supportato l’iniziativa, è stato possibile progettare e mettere in opera bancali attrezzati per consentire a chiunque, anche a chi è dotato di carrozzina, di svolgere pratiche di semina e trapianto di piccole piante. Il risultato complessivo del progetto ha permesso di avviare una ricca proposta di attività per tutta la durata dei summer camp. Educatori e animatori, entusiasti delle prime esperienze realizzate, si sono già prenotati per la prossima stagione, forse anche incuriositi dalle nuove idee che potranno nascere dai prossimi corsi per Esperti di orti e giardini del benessere.

L’ESPERIENZA DEI PAESI ANGLOSASSONI Il decreto regionale menzionato nel testo, per ragioni di ordine normativo, ha declinato il nome di Esperto in orti e giardini del benessere, ma la sostanza richiama in toto la scienza della medicina non convenzionale, largamente diffusa nei Paesi anglosassoni, fin dai lontani anni Settanta. Parliamo di Horticultural Therapy (terapia orticolturale), Community gardens (giardini e orti urbani) e Healing gardens (giardini curativi). Oggi la materia è di forte interesse anche in Italia. N°031

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GESTIONE | f iliera verde

CARENZA D

DA CRISI A RIVOl u La pandemia ha generato un notevole incremento del bisogno di materiale vegetale nel nostro Paese, ma i vivaisti rischiano di non riuscire a soddisfare di Rachele Pozzato la richiesta: l’appello di Francesco Ferrini

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È

stato Francesco Ferrini, presidente del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia e professore di arboricoltura e coltivazioni arboree all’Università di Firenze, ad appellarsi già quest’estate a istituzioni e committenze pubbliche e private per trovare un accordo, un’azione unita per fronteggiare il problema della carenza di piante. Dopo i mesi pandemici infatti, la richiesta è aumentata esponenzialmente, tanto da mettere in difficoltà produttori e operatori del settore.

Per scongiurare l’importazione di nuove malattie ricorrendo all’acquisto di esemplari da altri Paesi, come insegna la globalizzazione, si rende dunque necessario programmare i prossimi cicli produttivi, e anche intervenire nella sostituzione di alberi e forestazione urbana.

PRINCIPIO E PROSPETTIVE

A origine di questo momento di stallo per la filiera del verde italiano, come per moltissimi altri scenari, è ancora una volta la pandemia che


DI PIANTE:

l uzione

LE ZONE D’OMBRA Rimangono tuttavia numerosi i quesiti a cui rispondere, soprattutto per i supporti al settore, sia di tipo amministrativo e burocratico – disponibilità di terreni, risorse economiche – sia di tipo tecnico – disponibilità idrica, indicazioni sulle specie più adatte al contesto – per non menzionare la mancanza di manodopera formata che permetta di portare a termine le opere nei tempi previsti.

per una produzione ridotta. Questa richiesta, poi, rimarrà alta almeno per altri cinque anni, e se il Recovery Fund costringe a spendere i fondi entro il 2026 significa che ora è il momento di programmare le nuove produzioni, per vedere i primi risultati già tra qualche anno.

I RISCHI

Questa difficoltà potrebbe portare i produttori a decidere di importare specie dall’estero, correndo il rischio di avere poi materiale di scarsa qualità e inadatto alla morfologia delle nostre città, oltre

stiamo attraversando: i mesi di lockdown hanno in qualche modo riconnesso molti di noi con la dimensione del verde e della natura; moltissimi studi a supporto di questa tendenza hanno evidenziato quanto un accesso sistematico ad aree verdi, città e abitazioni più ricche di vegetazione siano un toccasana per mente e corpo. Così la domanda di piante è aumentata sempre di più, in un panorama però, il nostro italiano, ancora sotto gli effetti della recessione di una decina di anni fa: tutto ciò ha portato a una domanda eccessiva N°031

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GESTIONE | f iliera verde

I VANTAGGI

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che quello di importare insieme ai materiali anche malattie non presenti sul nostro territorio. È sotto molti aspetti un fenomeno che potrebbe portare a grandi benefici, economici e di qualità della vita, ma che se non gestito al meglio a tutti i livelli rischierebbe di finire col danneggiare il settore stesso. Oltre alle piante nei vivai, infatti, bisogna considerare la copertura arborea dei centri urbani italiani, al momento bloccata al 15%, e che esige un rinnovo nei prossimi decenni con la sostituzione degli alberi già presenti e la piantagione di nuovi esemplari. Il verde urbano non ha infatti solo un valore ornamentale, ma anche e soprattutto un ruolo fondamentale nel mitigare gli effetti catastrofici del cambiamento climatico. Il grande rischio è poi quello imprenditoriale: secondo le previsioni la domanda non scenderà ancora per qualche anno, ma in caso contrario i produttori si ritroverebbero con materiale invenduto e una richiesta non più tanto insistente.

Se si riescono però a reperire le risorse questo è un momento in cui il lavoro è moltissimo; sia produttori sia clienti, pubblici e privati, avrebbero la possibilità di chiudere contratti a lungo termine, forte spinta al mercato e sicurezza marmorea: per i venditori di collocare il prodotto e per i committenti di avere qualità e quantità richieste disponibili. Potrebbe quindi essere l’origine di una nuova vita del settore, che già è prolifero motore dell’economia del Paese. I benefici sarebbero diffusi: per la popolazione in termini di benessere e salute, per imprenditori e operatori del settore in termini di lavoro ed entrate, e per la generazione di nuove possibilità di impiego. Diventa così fondamentale porre la produzione al centro di un sistema ripensato per andamenti maggiori e più grandi, e per permettere anche di avere verde di qualità a costituire la foresta urbana delle nostre città, dando una svolta alla vivibilità. La chiave di lettura per trasformare un’apparente crisi produttiva in opportunità da cogliere è quella delle prospettive a lungo termine, per le produzioni e la riforestazione così come per gli investimenti. Una programmazione puntuale e precisa permetterebbe al settore vivaistico del nostro Paese di fare un grande salto qualitativo – e quantitativo – garantendo redditività all’imprenditore e garanzia di buona riuscita dei progetti, per privati e soprattutto per committenti pubblici.

LA PAROLA A FRANCESCO FERRINI

Se chiedete ai produttori di piante la disponibilità, in numeri anche non necessariamente consistenti, potreste sentire affermazioni come “purtroppo non ne abbiamo al momento”, “c’è una domanda senza precedenti” o “è la peggiore carenza di piante da anni”. Difficile pensare che la vendita di tutta la merce possa essere vista come un fatto negativo per il mercato. Non lo sarebbe se stessimo parlando di mascherine, magliette, di un qualcosa, insomma, che si può produrre in un tempo che può essere anche solo di pochi secondi o minuti. Siamo decisamente in una posizione in cui non saremo in grado di coltivare piante per tutti e occorrerà quindi privilegiare quei clienti che possono e vogliono davvero lavorare su un piano a lungo termine e gli appaltatori devono pensare in anticipo alle esigenze per i nuovi impianti e per il rinnovo delle alberature senescenti. Tuttavia le risposte dalle istituzioni, anche in merito ai fondi, non sono ancora pervenute e la situazione peggiora con l’esaurirsi degli ultimi materiali disponibili. Soprattutto adesso, con le carenze, migliore è la programmazione, maggiori sono le possibilità di ottenere i materiali di cui si ha necessità in tempi adeguati.

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GESTIONE | carriere

Save the date: 23,24,25 febbraio Myplant 2022 a Fiera Milano Rho

Schizzo del progetto di una terrazza privata a Milano.

COMMERCIALE DAL C Abbiamo incontrato Filippo Faccioli, responsabile commerciale estero di Myplant & Garden e alla guida di VG green. In queste pagine ci ha raccontato come è riuscito a fare di necessità virtù reinventando la sua carriera colloquio di Rachele Pozzato con Filippo Faccioli TEMPO DI LETTU R A: 5 minuti

«Q

uando racconto il mio percorso, il punto di partenza e di arrivo è sempre dire che la vita è un cerchio». Sì, perché Filippo Faccioli, che si occupa del progetto di VG green e degli espositori esteri di Myplant & Garden, la fiera del settore florovivaistico e di giardinaggio, inizia gli studi nel mondo del verde, cambia poi totalmente strada e ritrova la sua passione nel lavoro solo negli ultimi anni.

TUTTO TORNA

«Io volevo fare scienze forestali all’università, ma quando mi sono iscritto, nel ’79, c’era solo a Torino. A Milano c’era la facoltà di Agraria, e quindi mi iscrissi lì». Al terzo anno però lascia gli studi per dedicarsi all’attività commerciale dei genitori. Da lì negli anni successivi, e fino ai suoi 55 anni, la carriera nel campo della

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Filippo Faccioli responsabile commerciale estero Myplant & Garden e responsabile VG green.


moda e dell’abbigliamento: è per anni direttore commerciale in questo settore, fino a quando dopo la grande crisi delle griffe rimane senza lavoro. In un momento di sconforto però, è nei suoi vecchi interessi che trova ristoro e via d’uscita: le competenze erano sempre lì, e così la passione per il giardinaggio. «Oltre ad avere una grande passione ho avuto la fortuna di avere tanta umiltà», e così in quei mesi inizia a dedicarsi alla manutenzione di piccoli terrazzi nei dintorni. Entra quasi subito in contatto con Valeria Randazzo, Exhibition Manager di Myplant & Garden, agli inizi del progetto fieristico: Valeria e Filippo si incontrano infatti verso ottobre, e la prima edizione della manifestazione dedicata a florovivaismo e garden sarà a febbraio 2015. «Così ho iniziato a dividermi: tre giorni giardiniere, il resto della settimana tornavo commerciale per occuparmi degli espositori internazionali di Myplant. Questo mi ha permesso di viaggiare in tutto il mondo per vedere tutte le fiere del settore: dico “mondo” perché se pensi che copriamo tutta la filiera del business

Un dettaglio del verde realizzato per il terrazzo del ristorante Don Lisander a Milano.

E DOMANI? In generale la previsione è quella di ampliarsi e crescere nei prossimi anni, strutturando al meglio VG green e la sua proposta. Per quanto riguarda la prossima edizione di Myplant & Garden, dopo due anni di fermo per la pandemia, la voglia di tornare a vedersi e confrontarsi è tanta. «Abbiamo visto tanto entusiasmo in tutto il settore: abbiamo perfino aggiunto un padiglione e anche le partecipazioni internazionali sono tante, quindi non possiamo che augurarci che i contagi ci permettano di realizzare in serenità tutti i progetti che abbiamo previsto».

L CUORE VERDE verde, sono davvero stato ovunque: i maggiori produttori di fiori recisi a livello mondiale, per esempio, sono in Sud America, quindi sono stato anche in Colombia o in Ecuador». Viaggiare gli permette di individuare le novità, prevedere le tendenze future dai mercati degli altri Paesi, trarre ispirazioni per i suoi progetti.

DUE ANIME, UNA SOLA PASSIONE

Grazie a questa nuova realtà così, si uniscono le sue due anime: quella di commerciale, coltivata dagli inizi della sua carriera, e quella di giardiniere, innaffiata con i primi studi alla facoltà di Scienze Agrarie e di cui coglie i frutti in un momento di grande difficoltà. Dalla voglia di progetti sempre più grandi e da realizzare nel concreto, e dalle competenze che un ruolo nell’organizzazione di una fiera della portata di Myplant & Garden può dare, nasce così il progetto di VG green: «abbiamo iniziato un po’ al contrario delle startup: di solito si parte da un sito, facendosi conoscere. Noi abbiamo iniziato dalla parte lavorativa, realizzando progetti per terrazzi o dehors per ristoranti». Il progetto nasce infatti proprio per proporre, gestendo ideazione e realizzazione degli spazi verdi, tutte le novità che man mano si incontrano grazie alla corsia

preferenziale di Myplant, sponsorizzando il made in Italy a 360 gradi. Ed è proprio qui che si fondono commerciale e giardiniere: coinvolgere il cliente trasmettendo passione e dedizione al progetto e alle forme in cui prende vita. «Quello che portiamo in più rispetto alla realizzazione, che propongono molte aziende, è tutto il contorno: i nostri progetti prevedono tutto l’arredamento outdoor, piscine, barbecue, verde pensile, verde indoor… Essendo poi una realtà che si occupa di organizzazione, allestiamo anche eventi che prevedano di abbinare soluzioni food and beverage al verde». Una proposta tutta nuova insomma quella di VG green, spin-off di VG crea, l’azienda grazie alla quale prende vita l’evento di Myplant & Garden, e grazie alla quale Filippo è riuscito a fare di una passione un lavoro. N°031

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SCOPERTE | reportage f iere Qui trovi il podcast con l’intervista a Federica Tognoli, segretario operativo di Comagarden, che ha fatto il punto sia su Eima Green sia sul mercato delle macchine da giardino

Voglia Voglia

di esserci

Questa l’atmosfera che si respirava tra espositori e visitatori a Eima International al centro fieristico di Bologna. Il nostro sguardo si è posato sulle novità presentate a Eima Green, il Salone del giardinaggio. Ecco cosa ha catturato la nostra attenzione di Alice Nicole Ginosa e Daniela Stasi TEMPO DI LETTU R A: 6 minuti

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ha conseguito numeri che l’hanno consacrata come la rassegna mondiale della meccanica agricola. I dati certificati diffusi da FederUnacoma e BolognaFiere indicano infatti 270.700 visitatori, di cui 25.900 esteri. Il nostro interesse si è chiaramente focalizzato su Eima Green, lo spazio riservato alle tecnologie meccaniche e le attrezzature per il giardinaggio e la cura del verde. Al di là delle novità di prodotto riportate in queste pagine, a colpirci sono Eima International 2022: stati soprattutto gli dal 9 al 13 novembre espositori, le persone che www.eima.it stanno dietro ai marchi: felici di essere lì, di poter incrociare nuovamente gli sguardi e parlare senza il filtro dei monitor. Mentre scriviamo, la situazione non è rosea, i contagi sono in aumento e regna incertezza sugli eventi più prossimi. Ma l’atmosfera respirata a Bologna ci riempie di ottimismo. Ed è bene concentrarsi su quello.

n grande successo per un evento che tornerà a novembre 2022 per poi riprendere la sua tradizionale cadenza biennale. Eima International 2021, svoltasi lo scorso ottobre a Bologna,


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go, marchio distribuito in Italia da Brumar, ha lanciato lo Z6 con il portabatterie brevettato e ha presentato l’intera gamma Ego Professional X ad hoc dei professionisti, come la motosega da potatura CSX 3000. Info: www.egopowerplus.it

La nuova motosega da potatura CSX 3000.

S

ono due i nuovi biotrituratori firmati Negri, il modello R225 e l’R335. L’innovazione va a braccetto con la tradizione. Info: www.negribio.com

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esign accattivante per Robofox di Peruzzo, trinciaerba semovente comandata da remoto. In mostra anche la versione per lavorare sulla neve. Info: www.peruzzo.it

N°031 Robofox da neve con livrea a tema.

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SCOPERTE | reportage f iere

A

S Motor, marchio distribuito in Italia da Oberto, ha lanciato in anteprima per il mercato italiano tre nuovi modelli di falciatutto. Qui ecco l’A63 E, dove la E sta per elettrico. Le batterie sono firmate Ego Power Plus. Info: www.oberto.eu

L

a grande novità presentata da Pellenc è il soffiatore spalleggiato Airon BackPack con batteria direttamente sull’attrezzo e joystick sull’impugnatura che informa su autonomia, carica e portata d’aria. Info: www.pellencitalia.com

I bocchettoni permettono un approccio modulare per costruire la macchina su misura.

T

ra le novità di Ambrogio Robot, Twenty, il robot compatto pensato per un pubblico professionale. A contraddistinguerlo, così come le altre innovazioni del marchio, il sistema di Intelligenza Artificiale. Info: www.ambrogiorobot.com

La plastica riciclata per pirolisi da copertoni da cui nasce il filo!

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GP ha presentato PyroLine, filo in nylon per decespugliatore 100% da riciclo per pirolisi. Per un’economia circolare concreta. Info: www.attilagp.it

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L

e macchine Grasshopper, made in Usa, grazie allo scarico posteriore e ai piatti a quattro lame brevettati, garantiscono il taglio anche dell’erba umida e alta e si distinguono per un basso assorbimento di potenza dal piatto. Info: www.grasshopperitaly.com


M

erlo ha presentato al pubblico eWorker e la versione prototipale Cingo e-power. Il Cingo elettrico, quindi, applicabile in ogni contesto, è una macchina multifunzionale per pendenze elevate. Un mezzo utile nel giardinaggio professionale e in ambiente florovivaistico. Info: www.merlo.com

Il modello PG 280 DW. Turbo V 50 .

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ue le new entry per Hymach: le decespugliatrici professionali radiocomandate Herbhy 25 (da 25 cavalli) e Herbhy 45 (da 45 cavalli). La 25 è compatta, nata per lo sfalcio dell’erba e per ambienti ristretti come gli spazi verdi degli impianti fotovoltaici. Good to know: tutte le macchine dai 45 cavali fino ai 75, raggiungono 55 gradi di pendenza. Info: www.robothymach.com

Herbhy 25.

G

ianni Ferrari ha messo in mostra modelli con importanti migliorie rispetto a quelli precedenti. In particolare, sono stati ottimizzati il comfort e la funzionalità. Un esempio? Il PG 280 DW e il Turbo V 50. Info: www.gianniferrari.com

Herbhy 45.

M

ister Mosquito è la soluzione contro le zanzare nata dall’esperienza di Euro Cooling System nel settore dei nebulizzatori. La macchina, in automatico, diffonde il principio attivo specifico, distribuendolo in modo costante. Info: www.euro-cooling.it N°031

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SCOPERTE | luoghi

Un viaggio tra i giardini e i parchi portoghesi, dove da qualche anno l’attenzione alle politiche ambientali si fa sempre più forte. Prendi appunti per un’esperienza che unisca l’utile al dilettevole, attraverso eccellenze botaniche e paesaggistiche

L’anima VERDE DEL P di Rachele Pozzato

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V

iaggiando tra Lisbona e i suoi dintorni è inevitabile rimanere affascinati, insieme alla maestosità di monumenti e scorci, dalla quantità di aree verdi, e da quanto queste siano curate. Nei centri storici e nelle vie principali, vicino a ristoranti o musei: in ogni momento ci si può rifugiare in angoli ricchi di vegetazione. E infatti lo scorso anno è stata proprio Lisbona a

vincere il titolo di “capitale verde europea”, con i suoi passi da gigante nella gestione del verde urbano e le strategie sostenibili. La città si è rinnovata valorizzando il suo territorio, e insieme a mobilità e infrastrutture sostenibili è stato dato il via a una grande opera di piantagione; sono poi stati inaugurati nuovi parchi, rivisti i progetti di quelli esistenti per renderli accessibili e permettere a ognuno di vivere il verde in ogni spazio della città.

Q JARDIM BOTÂNICO TROPICAL Riaperto a gennaio in seguito all’ultimo intervento paesaggistico, l’Orto Botanico Tropicale di Lisbona si snoda con i suoi sette ettari nella zona di Bélem, ricca di siti culturali e monumenti. Da qualche anno parte integrante dell’Università della capitale, per la quale il dipartimento di Scienze Naturali si prende cura delle oltre 1500 specie diverse qui presenti. Ad accogliere i visitatori all’ingresso un imponentissimo fico magnolioide, mentre lungo il percorso si trovano sequoie, gerani di Madeira, jacarande viola e persino una casa delle farfalle.


R JARDIM DO PALÁCIO DE CRISTAL Proprio accanto al centro storico nella zona ovest, su un promontorio che regala viste mozzafiato, si srotolano otto ettari di verde. Si tratta dei giardini del Palazzo di Cristallo, un progetto dell’architetto paesaggista tedesco del XIX secolo Emile David. Nella zona originaria, alternati a statue allegoriche e fontane, si trovano esemplari di rododendri, camelie e faggi. Il resto dell’area è organizzato in giardini tematici come quello delle piante aromatiche o medicinali, che si diramano dall’asse principale, il Viale dei Tigli. Nelle vicinanze si possono ammirare anche magnifiche palme della California. Q JARDIM BOTÂNICO DO PORTO L’Orto Botanico di Porto è un altro piccolo gioiello, oasi verde per una pausa dal caos cittadino. Rimasto chiuso dal 1983 fino a qualche anno fa, oggi è curato dal Dipartimento di Scienze dell’Università di Porto che ne ha rinnovato progettualità e percorsi. Quattro ettari organizzati su tre livelli: al primo diversi giardini separati da camelie centenarie, al secondo la serra dei cactus, quella tropicale e quella delle orchidee, e infine al livello più basso l’arboreto con piante autoctone e la collezione di conifere.

PORTOGALLO Questa inversione di marcia è evidente anche nella classifica Hugsi, che grazie a dati satellitari calcola la quantità di verde urbano nelle città e la sua salute (e per la quale si rimanda all’articolo dedicato, da pagina 40 sempre su questo numero). Q Qui Lisbona occupa una posizione di spicco: è tra le città che più sono migliorate nell’ultimo anno, passando dalla 83esima alla 57esima posizione. In queste pagine vi presentiamo i giardini visti tra Porto e Lisbona che più ci hanno colpito.

P QUINTA DA REGALEIRA

Nella cornice di Sintra, fiabesco villaggio sui pendii a nord-ovest di Lisbona, si erige Quinta da Regaleira: nella tenuta un eccentrico palazzo goticoromantico è immerso nel parco di oltre quattro ettari. Qui sembra di essere nel mezzo di un rito iniziatico: quello che era poi l’intento della ricca committenza si traduce oggi in un labirinto di sentieri, pozzi e torri immersi in una rigogliosa e lussureggiante vegetazione spontanea. Sono sempre specie autoctone ad alternarsi nelle aree più ordinate, dove ammirare esemplari di bromelie, o esempi di dracena, cordiline, palme e felci in abbondanza. Un giardino dal forte valore simbolico e un’atmosfera antica, chicca botanica oltre che architettonica.

NATURA DA ESPLORARE

Nel paesaggio portoghese uomo e natura vivono in sintonia: tutto il paese è ricco di parchi naturali, luoghi di grande biodiversità per flora e fauna, conservati e protetti. Tra tutti il parco di Paneda-Gerês, classificato Parco Nazionale, quello di Montesinho o Alvão. Se stai cercando idee per unire in un viaggio piacere e spunti professionali di botanica visita il sito visitportugal.com nella sezione dedicata ai parchi naturali del paese!

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SCOPERTE | vegetali

LE IDEE

CHE ISPIRANO Scopriamo insieme i quattro stili pensati dal Flower Council of Holland: colori, fiori, piante e materiali da reinventare e a cui ispirarsi per nuovi progetti di Margherita Wotton

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o zeitgeist zeitgeist, lo spirito del tempo, la tendenza culturale che prevale in una determinata epoca, investe ogni ambito del vivere dell’uomo. Ogni anno il Flower Council of Holland, un ente che si occupa di promuovere il mercato del florovivaismo, cerca di individuare le tendenze del settore verde in linea con questo sentire. Durante questo anno di turbolenze ed incertezze si impone così la necessità di flessibilità per adattarsi al mondo che cambia intorno a noi, e allo stesso tempo la ricerca di uno spazio confortevole e familiare. Ecco dunque che sono state elaborate quattro mood board board, Fresh Start (espressione inglese per “nuovo inizio”), Bright and Breezy (luminoso e arioso), Traditional Sentiment (sentimento tradizionale) e Wellness Bubble (bolla di benessere): quattro stili e visioni da cui prendere spunto per fiori, colori e spazi.

FRESH START Dopo la pandemia ogni spazio delle nostre abitazioni diventa polifunzionale e deve essere reinventato. Lo spazio all’aperto poi, che sia balcone, patio o giardino, assume una rilevanza tutta nuova. L’ambiente si fa elegante e delicato: sia nelle decorazioni - poche e, quando presenti, ispirate alla natura e ai suoi pattern — sia nei colori, sempre chiari, luminosi e usati con parsimonia. Si riduce la pavimentazione e anche i materiali sono naturali, riciclati o riciclabili. Le piante sono variegate, sicuramente decorative, o specie fiorite dalle tonalità candide.

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BRIGHT AND BREEZY Materiali artigianali e pratici, in una cornice allegra e dove ritrovare spensieratezza. Questo è un trend rilassato, divertente: colori accesi come il rosso corallo, alternati a tonalità pastello come il verde menta. Lo spazio esterno si trasforma in una nuova versione dell’orto: piante e fiori rigogliosi, giardini volutamente selvatici e arredi che ci facciano respirare aria di vacanza.

TRADITIONAL SENTIMENT Questa è la tendenza per i clienti nostalgici, gli amanti del vintage, o per chi ha bisogno di circondarsi di elementi rassicuranti e che abbiano “aria di casa”. I colori sono morbidi: nude, rosa o lilla a contrasto però con tonalità più scure come il verde oliva o l’ocra, comunque avvolgenti. Il giardino diventa luogo di rifugio: alberi e arbusti, o specie insolite insieme a frutta e verdura. Protagoniste le rose, soprattutto quelle rampicanti, in un accostamento tutto nuovo con gli alberi da frutta a crescita bassa. I materiali prediletti sono naturali: legno scuro, marmo, o pietra, arricchiti da tocchi per esempio in vetro colorato.

WELLNESS BUBBLE L’ambiente che ci circonda in linea con questo stile deve essere per chi lo vive una fuga dal mondo e dalla sua frenesia. In particolare, lo spazio esterno: magari un giardino, con una piscina dalle linee naturali che ricordino un laghetto, sullo sfondo di piante e fiori esotici. Le forme degli elementi utilizzati sono rotondeggianti, i materiali trasparenti. La tabella di colori è quella di un tramonto, in un mix insolito in cui si uniscono tonalità pastello a cromie neon. Uno spazio in cui svagarsi e stare bene, tra bordure fiorite e fogliame energico.


IL PRONTUARIO

Aumentare i

cosa fare e c o Un elenco articolato di sì e no per aumentare il proprio giro d’affari. Pratica, non teoria, gesti concreti, replicabili, attuabili da chiunque di Jessica Bertoni

È dimostrato che vendere ai

vecchi clienti costa cinque volte di meno che offrirsi a nuovi potenziali acquirenti

L’

andamento di un’attività dipende da un insieme complesso di fattori, condizionati anche da cause esterne da noi. Ma fare l’imprenditore seriamente e per mestiere significa lavorare con un impegno costante e duraturo. Vuol dire studiare modalità e politica di costi/prezzi tali per cui la direzione sia concretamente quella di crescere, di avere un domani migliore di oggi. Vediamo nel

dettaglio quali strategie potrebbero essere seguite, anche in modo semplice, quotidiano, senza nulla inventare, per assicurarci una continua crescita di profitti. E badate bene, profitti e non fatturato. Infatti, possono esserci anche situazioni in cui il fatturato di un’azienda cresce, proprio come i costi (probabilmente per un’errata modalità di controllo di gestione, indispensabile per la verifica dei singoli costi imputati per centro di responsabilità/costo) e, di conseguenza, i ricavi finali sono in calo rispetto al mese o al periodo precedente!

S

IL CLIENTE AL CENTRO

pesso si è portati a pensare a chissà quali strategie per migliorare le proprie condizioni e non ci si ferma a mettere in discussione piccoli gesti quotidiani per i quali l’abitudine ha preso il sopravvento, trascurando di conseguenza, ciò che è essenziale. Esistono diverse ragioni per cui molte aziende, piccole e medie, non crescono. Ecco alcuni esempi: • vengono trascurati i vecchi clienti; • non vengono raccolte testimonianze e referral; • non vengono offerti up-sell o cross-sell.

Vediamo passo passo i punti appena elencati. Partiamo dal primo: uno degli errori più ingenui e grossolani che commettono molte aziende o liberi professionisti è quello di non comunicare altre offerte ai clienti che hanno già avuto relazioni commerciali con loro. L’atteggiamento ingannevole è quello di focalizzare l’energia sulla ricerca

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e il profitto:

c osa non fare continua di nuovi clienti. Ma questa strategia non deve produrre l’abbandono dei clienti già in essere, in quanto, dal punto di vista dell’economia aziendale è dimostrato che vendere ai vecchi clienti costa cinque volte di meno che offrirsi a nuovi potenziali acquirenti. Secondo punto: la maggior parte delle aziende non sfrutta una leva potentissima del marketing, la riprova sociale. Si possono chiedere ai clienti soddisfatti delle testimonianze da inserire nei materiali promozionali oppure si possono raccogliere dei referral (passaparola progettato per incentivare i clienti esistenti a presentare i propri contatti per diventare nuovi clienti). Terzo punto, non vengono offerti up-sell o crosssell: se si desidera vendere di più e aumentare i margini per ogni trattativa, questo è il passo fondamentale da compiere. Partendo dal prodotto/ servizio che “funziona bene” è indispensabile studiarne e realizzarne una versione più lussuosa, con più dettagli. E ovviamente con un prezzo più alto che tenga conto del quid in più che si offre al cliente. Il prezzo, dunque, andrà ad aumentare il nostro margine di profitto, potendo contare su delle soddisfacenti economie di scala che si saranno create a monte nel corso della fase di progettazione del miglioramento, in quanto il punto di partenza era un prodotto/servizio già rodato e vincente. Il mantra imprescindibile deve essere “mettere il cliente al centro della strategia”, concentrando qui la maggior parte delle energie. Un cliente soddisfatto è un cliente che parlerà bene dell’azienda da cui si è fornito e che tornerà in futuro. È indispensabile farsi trovare sempre pronti ad accogliere qualsiasi problematica sollevata,

implementare capacità di problem solving, considerando ciò che può fare realmente l’azienda e tenuto conto delle aspettative del cliente che dovrà essere sempre l’alleato numero uno del nostro potenziale successo!

L

CURARE LA PRESENZA ONLINE

o diciamo sempre e lo ripetiamo: non dimentichiamo la presenza sui social, che detta così può sembrare un po’ banale, ma oltre ai contenuti è il modus operandi che fa la differenza. Secondo una ricerca recente, infatti, il 41% degli italiani è influenzato da ciò che legge sui social media. Curare la presenza online, rispondere ai commenti, controllare i feedback che vengono lasciati e che vengono condivisi sui social network dà la possibilità di essere a contatto con i potenziali clienti e di iniziare a creare una relazione con loro. Come? Occorre innanzi tutto una coerenza con la propria brand identity: • tutti i contenuti pubblicati sui social media devono rispecchiare i valori, i principi e il messaggio che l’azienda intende trasmettere attraverso i propri prodotti o servizi; • la pubblicazione dei nuovi contenuti deve essere regolare; • scegliere i social più in linea con il proprio target; • una volta creato il post, occorre trovare un modo per aumentare le interazioni, ad esempio si possono lanciare delle piccole campagne promozionali.

Il mantra imprescindibile deve essere “mettere il cliente al centro della strategia”, concentrando qui la maggior parte delle energie N°031

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L’OPINIONE

Giardini

di foglie

L

di Anna Zottola

a diversità botanica ci regala sempre un vasto assortimento tra alberi, arbusti ed erbacee dalle diverse caratteristiche. Quando si progetta, e realizza, un giardino, inevitabilmente ci si sofferma sull’esito finale: la fioritura nel corso delle stagioni. Raramente ci si sofferma sulle espressioni fogliari della pianta. Eppure, quanto ci sarebbe da dire sulle foglie. Esperti paesaggisti, botanici e agronomi, giardinieri-vivaisti e divulgatori, intervistati da Laura Pirovano – scrittrice e curatrice del blog giardininviaggio – nel suo libro Giardini di foglie, hanno dimostrato che proprio le foglie hanno una straordinaria potenzialità in un giardino. E in scala più grande, ce l’hanno in tutto il paesaggio naturale. La foglia è uno degli apparati morfologici più affascinante della pianta, perché con i tessuti e le cellule con i quali si struttura, insieme alla sua composizione chimica, dirige e ne assicura numerose funzioni vitali. E non dobbiamo sottovalutare le modificazioni fogliari di diverse specie botaniche, che hanno il compito di far stringere importanti relazioni, talvolta

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anche sociali, con l’ambiente. Se volete tralasciare i testi botanici, e volete divertirvi un po’, potete leggere il “romanzo manuale” Pelle di spine scritto da Annarita Manera, Matteo Ragni e Saverio Chiappalone (edito dalla nostra casa editrice, ndr), ndr e scoprirete il vasto mondo delle succulente e le loro rispettabili difese da ciò che le circonda. Non dimentichiamo la scienza della metamorfosi: le foglie modificate sono in grado di trasformarsi in fiori di particolare bellezza, una bellezza spesso intima, che si crea tra la pianta e gli insetti, che siano impollinatori oppure no. Ma la bellezza è sempre speciale, anche se sono solo semplicemente foglie, per gli occhi di chi le guarda e le sceglie per le forme e i contorni, per i colori e la lucentezza, per lo spessore e la pelosità. Per fare alcuni esempi, ci sono le interessanti varietà di perenni x Heucherella, le specie del genere Plectranthus o le più comuni Salvie ornamentali, e tanti, tanti arbusti e alberi che, se selezionati anche dal punto di vista fogliare, possono disegnare molteplici accostamenti, con trame adattabili a nuove idee progettuali, in habitat diversi, per giardini d’autore. Forse è una scelta non sempre gradita al cliente, ma anche questo argomento può essere uno spunto culturale per pensare che le stagioni dell’autunno e inverno non sempre ci devono portare via tutte le foglie dal giardino.




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