PROGETTAZIONE COSTRUZIONE GESTIONE E MANUTENZIONE PROFESSIONALE DEGLI SPAZI VERDI
giardiniere N° 033
IL
Aprile – Giugno 2022
+SOSTENIBILITÀ Consociazione, riscoperta di un’antica pratica
+TAPPETO ERBOSO Uso sportivo, in campo per capire come fare
LA NUOVA RIVISTA SOLUZIONI PER IL GIARDINIERE INVESTIRE IN SICUREZZA Un giro di vite sui controlli in cantiere, per limitare incidenti e infortuni. Si parte dalla formazione
16 pagine su tecnologie, innovazioni SERVIZIO e nuove ideeA PAG. 31
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EDITORIA LE
Partiamo da un significato, il significato di innovare: “rendere nuovo, mutare uno stato di cose, introducendo norme, metodi, sistemi nuovi. E ancora: rinnovarsi, riacquistare forza, vigore, efficienza; anche di piante che mettono germogli” - quale miglior rinnovamento, quest’ultimo. Ed è con questo spirito iere, perché proprio che è stato confezionato il nuovo numero de ILgiardiniere grazie al rinnovamento vogliamo provare a esplorare idee inedite, valorizzare le buone cose del passato e affidarci alle opportunità del futuro. Come la storia di Mariangela, protagonista della nostra rubrica LA NUOVA RIVISTAe diventare, “New generation”, che ha deciso di seguire il suo istinto PER IL GIARDINIERE almeno per ora, un’apprendista giardiniera. Un approccio quasi casuale, il suo, a questo mestiere, che definisce “un lavoro travolgente”. E di rinnovamento parliamo anche a pagina 26, con l’articolo di Anna Zottola, dove facciamo il punto sulle opportunità derivanti dal PNRR per il settore della manutenzione: finanziamenti di 300 milioni di euro per la valorizzazione di parchi e giardini storici. Una cifra mai vista prima per il comparto del verde, che può diventare anche un’interessante possibilità per gli addetti ai lavori. Per non parlare della sostenibilità, uno dei motori verso il rinnovamento. Così, Federico Fagan ci fa riscoprire un’antica pratica derivante dall’agricoltura, la consociazione, che è una tecnica ideale da consigliare a quei clienti che desiderano un prato naturale. Ma questo è solo un accenno del rinnovamento che potete trovare su questo numero… Un rinnovamento che (speriamo!) possa essere da stimolo per il vostro lavoro, nei vostri cantieri, e nella progettazione della vostra attività… E allora, buona lettura! di Francesco Tozzi
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LA RIFLESSIONE
R ACCONTARE IL di Sandro Degni
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ualche settimana fa a pranzo con una cara amica, dopo aver ordinato, il cameriere che ci ha portato i piatti ce li ha raccontati con una dovizia di particolari tale da farceli immaginare prima ancora di farceli gustare. Al primo boccone, avevamo presente gli ingredienti, gli accostamenti, i contrasti voluti per esaltare i singoli sapori. Insomma, il cameriere è riuscito perfettamente nel suo intento, quello di interpretare il lavoro dello chef e trasmetterlo in quei pochi passi che separano la cucina dai tavoli. Vi starete chiedendo come mai esordisco parlando di cucina su una rivista che parla di giardinaggio. La risposta è molto semplice, dobbiamo cambiare il nostro modo di comunicare il verde e dobbiamo farlo in maniera radicale. Mi sono chiesto più volte come mai nel nostro settore
si fanno passi da gambero nella cultura del verde e con difficoltà riusciamo a dare visibilità al nostro splendido lavoro per suscitare un vero e passionale interesse come per hamburger e pizze gourmet. Uno degli errori più grandi è non credere in quello che raccontiamo, rassegnandoci al fatto che tanto al cliente interessa solo il costo finale. Ma questa paura deriva anche dalla poca formazione e attenzione che poniamo in quel che proponiamo, rendendoci deboli in un eventuale confronto con il cliente. Il secondo errore più comune è quello di pensare alla concorrenza al ribasso non rendendosi assolutamente conto che se offriamo qualità – e questa qualità sappiamo raccontarla – riusciamo a sbaragliarla, anche e soprattutto con la nostra dialettica orientata a far capire la differenza tra un’idea di giardino economico e un giardino un po’ più costoso ma che sarà tagliato su misura per la persona che abbiamo davanti. Pensate davvero a ciò che accade in un ristorante esclusivo, l’esempio è calzante, si ha la sensazione che lo chef abbia cucinato per noi, per
Rendiamo partecipi i clienti delle nostre scelte e del nostro pensiero. Non siamo cataloghi di prodotti e piante, ma libri illustrati, questa è la nostra forza. 6
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GIARDINO soddisfare le nostre papille gustative. Tempo fa, una cliente mi chiese delle rose particolari che le ricordassero la sua infanzia in campagna. Ecco, mi comportai come quello chef o quel cameriere: presi una rosa comune ma molto profumata e la assecondai nel ricordo, perché prima di tutto quel fiore scatenava in me le stesse sensazioni; lei fu contenta, non seppi mai se la rosa desiderata fosse quella ma ero stato in grado di accendere dei ricordi, un po’ con il profumo, un po’ con il racconto. I Giardinieri non sono più in grado di raccontare e raccontarsi o almeno lo fanno molto poco, ultimamente si punta più sull’effetto wow che sull’effetto emotivo da scatenare nel risultato finale. Parlando con la brava Lorenza di Marco, brava architetto del paesaggio del mio amato Abruzzo, convenivamo sul fatto che la nostra arma principale
I giardini raccontano storie che meriterebbero di essere ascoltate. E parlano più di sentimenti e anima che di botanica. Fabrizio Caramagna
è l’osservazione, come ho avuto modo più e più volte di dire nei miei editoriali. Non ci sono scuse, se non abbiamo tempo per corsi di formazione, letture specifiche, fiere e mostre del settore, basterebbe farsi una bella passeggiata: spesso un incolto primaverile-estivo è in grado di consegnarci interi ambienti, riproponibili con poche modifiche negli accostamenti di colori, forme e volumi. Dobbiamo solo copiare. Impariamo a comunicare il verde, crediamoci noi per primi, raccontiamo ai nostri clienti perché utilizziamo quel colore, quella forma, quel materiale. Rendiamoli partecipe delle nostre scelte e del nostro pensiero, facciamoli entrare nel nostro giardino mentale. Non siamo cataloghi di prodotti e piante, ma libri illustrati, questa è la nostra forza. Impariamo a comunicare il Giardino, impariamo a comunicare!
GLOSSARIO V ERDE
BIOLOGIA, FISIOLOGIA,
ANATOMIA
Su ogni numero, la spiegazione di vocaboli che ricorrono tra i professionisti del verde. Per fare luce sulle parole corrette e mettere in ombra quelle che creano scompiglio di Francesco Ferrini
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robabilmente le parole che vi presentiamo su questo numero vi sembreranno molto comuni e vi chiederete perché sia necessario fare chiarezza. La risposta è semplice. Perché, anche tra gli addetti ai lavori, si tende a fare confusione tra le varie discipline. La conseguenza è che, poi, non si ha ben chiaro quali siano le competenze dei vari professionisti, e si tende a delegare a un fisiologo il lavoro di un biologo o viceversa. La biologia vegetale è una branca della biologia che si occupa di descrivere la vita degli organismi vegetali. I livelli di indagine sono molteplici e vanno dalla classificazione (sistematica), l’anatomia e fisiologia delle piante (botanica) fino allo studio dei meccanismi che regolano i processi all’interno di una cellula vegetale (fisiologia vegetale cellulare). L anatomia vegetale o fitotomia è il termine L’ generale per lo studio della struttura interna delle piante. In origine comprendeva la morfologia
delle piante, la descrizione della forma fisica e della struttura esterna delle piante, ma dalla metà del XX secolo l’anatomia vegetale è stata considerata un campo separato riferendosi solo alla struttura vegetale interna. La fisiologia vegetale include lo studio di tutte le attività interne delle piante e tutti i processi chimici e fisici associati alla vita delle piante stesse. Ciò include lo studio a molti livelli di scala di dimensioni e tempo. Alla scala più piccola sono le interazioni molecolari della fotosintesi e la diffusione interna di acqua, minerali e sostanze nutritive. Alla scala più ampia sono i processi di sviluppo delle piante, stagionalità, dormienza e controllo riproduttivo. Le principali sottodiscipline della fisiologia vegetale includono la fitochimica (lo studio della biochimica delle piante) e la fitopatologia (lo studio delle malattie nelle piante). L’ecofisiologia studia la risposta fisiologica delle piante ai fattori ambientali.
Dèi in giardino di Sandro Degni La mitologia classica ha regalato diverse versioni della storia di Anemone. Ve ne presentiamo due. La prima narra che Anemone era la sposa di Zefiro, il vento primaverile dell’ovest, che aveva come amante la dea Chloride. Quest’ultima, stanca delle attenzioni riservate da Zefiro alla moglie, la allontanò bruscamente dalla sua corte. Zefiro, per tutelarla dalle sue ire, la trasformò in un bellissimo fiore che fiorisce in primavera, accarezzata dal vento caldo. La seconda presenta Anemone come una delle ninfe alla corte della dea della primavera, Flora (ne abbiamo parlato sullo scorso numero, a pag. 8). Di lei s’innamorarono Zefiro e Borea, un vento caldo e uno freddo. I due se la contendevano a suon di bufere, che infastidivano Chloris, sposa di Zefiro. Stanca, la dea decise di vendicarsi, catturò Anemone, la trasformo in fiore e la legò a Zefiro e Borea, condannandola a essere sferzata dai due venti per l’eternità: Zefiro l’avrebbe fatta fiorire con i suoi venti gentili, Borea le avrebbe fatto perdere i fiori, con la sua fredda tramontana. A prescindere dalla storia che vi piace di più, una curiosità: Anemone, viene chiamato proprio “fiore del vento”.
Il cantiere
COVER STORY
14
di Marta Meggiolaro
I giardini come arte di R Rachele Pozzato
In campo per capire come fare
32
di Valerio Pasi
Investire in sicurezza
NEW GENERATION
18
22 26 30
Il PNRR e l’Italia attendono giardinieri qualificati
Vista inaspettata di Daniela Stasi
SOLUZIONI
di Anna Zottola
36
Un progetto su misura
Prima & Dopo. Perdersi per poi ritrovarsi…
38
Il meglio del mondo verde
di Lavinia R Raccah ed E Edoardo Carconi
40
di M Mario Ferrarini
di Rachele Pozzato
Eccellenza nostrana
di Rachele Pozzato
41
FOCUS INNOVAZIONE
45
Ancora più nutriente
46
Accoppiata vincente
48
La qualità che fa storia
di F Filippo Terragni
di E Emma Colombo di E Emma Colombo
di Filippo Terragni
gestione
SOMMARIO N°033
56
Prove di futuro
58
Sapere per progettare
60
Conta la salute delle piante?
62
Riscoperta di un’antica pratica
di Alessia De Micheli eG Giacomo Gatti di G Giovanna Cutuli di Daniela Stasi
di F Federico Fagan
66
Scarti vegetali, fatta chiarezza di Daniela Stasi
sCOPERTE
68
La regina del giardino
72
Suggestioni acquatiche di R Rachele Pozzato
DIRETTORE RESPONSABILE Francesco Tozzi / f.tozzi@laboratorioverde.net
74
Una pianta grassa su misura
RESPONSABILE EDITORIALE Daniela Stasi / d.stasi@laboratorioverde.net
76
Bellezza abbandonata
di E Emma Colombo di R Rachele Pozzato
rubriche
05
Editoriale
di Francesco Tozzi
06
La riflessione
08
Biologia, fisiologia, anatomia
52 54
News
79
Prontuario
82
L’opinione
di SSandro Degni di F Francesco Ferrini
Libreria
a cur cura di Rachele Pozzato
di Lucio Brioschi di Anna Zottola
UNIVERSO IL giardiniere
12
Chi siamo, cosa facciamo e le info utili per entrare in contatto con noi
N˚ 033 APRILE / GIUGNO 2022
IN REDAZIONE Alice Nicole Ginosa COLLABORATORI Jessica Bertoni, Lucio Brioschi, Edoardo Carconi, Anita Cavalli, Emma Colombo, Giovanna Cutuli, Sandro Degni, Viola Delfino, Federico Fagan, Francesco Ferrini, Stefania Medetti, Irene Nuvola, Valerio Pasi, Rachele Pozzato, Lavinia Raccah Margherita Wotton, Anna Zottola GRAFICA Testo&Immagine snc / testoeimmagine@fastwebnet.it PRODUZIONE E SEGRETERIA Katiuscia Morello / k.morello@laboratorioverde.net PROMOZIONE E SVILUPPO Stefano Carlin / s.carlin@ laboratorioverde.net STAMPA Ciscra spa, Via San Michele 36, Villanova del Ghebbo (RO) DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Edizioni Laboratorio Verde srls, via E. Cosenz 35, 20158 Milano Tel. +39 02 4244 8445 info@laboratorioverde.net | www.laboratorioverde.net Flortecnica e vivaismo, periodico mensile registrato presso il Tribunale di Piacenza n. 275 del 8/03/1977 – n. R.O.C. 15/171. Spedizione Posta Target Magazine autorizzazione LOMBARDIA/00202/02.2014/CONV.
e d i z io n i
di R Rachele Pozzato
Laboratorio
verde
Casa editrice specializzata nei settori florovivaismo, garden e interior AMMINISTRATORE UNICO Francesco Tozzi SEGRETERIA GENERALE Katiuscia Morello Edizioni Laboratorio Verde srls edita i seguenti prodotti: • Greenup • Flortecnica e vivaismo • Agenda del Verde • I Quaderni di greenup • Calendario del Verde Rappresentante e collaborazioni: • floorewall.com Edizioni Laboratorio Verde srls, titolare del trattamento dei dati relativi ai destinatari della presente pubblicazione, informa che le finalità di tale trattamento sono rivolte a consentire l’invio della presente rivista, e/o altre di propria edizione, allo scopo di agevolare l’aggiornamento dell’informazione tecnica, nonché alle operazioni necessarie alla gestione amministrativa e contabile dell’abbonamento. Edizioni Laboratorio Verde srls riconosce e garantisce ai medesimi destinatari i diritti di cui all’art. 7 del D.Lgs. 196/03.
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Le nostre firme
N° 033
IL
Aprile – Giugno 2022
Sandro Degni
+SOSTENIBILITÀ Consociazione, riscoperta di un’antica pratica
Francesco Ferrini
+TAPPETO ERBOSO Uso sportivo, in campo per capire come fare
Valerio Pasi
LA NUOVA RIVISTA SOLUZIONI PER IL GIARDINIERE INVESTIRE IN SICUREZZA Un giro di vite sui controlli in cantere, per limitare incidenti e infortuni. Si parte dalla formazione
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N°033
16 pagine su tecnologie, innovazioni e nuove idee
R giardiniere professionista di lunga data, esperto di terrazzi e spazi urbani R Professore di Arboricoltura e coltivazioni arboree all’Università di Firenze e presidente del Distretto Vivaistico-Ornamentale di Pistoia, accademico e divulgatore scientifico R agronomo specializzato principalmente in verde ornamentale e pianificazione del territorio per gli aspetti legati all’agricoltura e alle foreste
Sara Lavinia Raccah ed Edoardo Carconi R architetti del paesaggio, anime dello Studio Urka di Roma Anna Zottola R agronoma con esperienza di ricerca, docenza e gestione della Scuola di Minoprio; oggi si occupa di consulenza per progetti di formazione e sviluppo del verde
COV ER STORY
Investire in A fronte degli incidenti avvenuti nel 2021, l’Ispettorato del lavoro e ATS si preparano ad estendere i controlli nei cantieri. Attesi ottomila ispettori in più di Marta Meggiolaro
TEMPO DI LETTU R A: 5 minuti
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na spada di Damocle pende sulla testa dei manutentori del verde professionisti: la modifica del decreto legislativo 81 del 2008, infatti, che ha preso spunto da alcuni incidenti mortali avvenuti a fine 2021, ha unito le competenze ATS e ha parificato ATS all’Ispettorato del Lavoro. Questo significa che ora l’Ispettorato del lavoro può effettuare delle visite e controlli in azienda per documentarsi e raccogliere informazioni che sono solitamente di pertinenza di ATS. Grazie all’impegno dell’Associazione Florovivaisti dei territori di Milano, Lodi, Monza Brianza, possiamo riferire in anticipo se non addirittura in anteprima le conseguenze che avrà questa modifica sul lavoro dei professionisti. L’Associazione infatti ha organizzato un incontro lo scorso giugno giugno, per informare gli associati circa i cambiamenti in arrivo in tema di sicurezza dei cantieri; il compito è stato affidato a Sergio Bertinelli, referente regionale agricoltura ATS Brianza e ispettore.
SI PREPARA UNA PIOGGIA DI SANZIONI
«La differenza da sottolineare è che mentre ATS ha un approccio prudenziale, e interviene nei cantieri perché vuole prevenire gli incidenti – secondo l’opinione di Bertinelli – l’Ispettorato del Lavoro verifica le irregolarità, e sanziona di conseguenza. Le sanzioni saranno molte e severe. Per ogni infrazione si pagheranno 3.000 euro, oltre alla cifra prevista per la violazione degli articoli penali». Per questa verifica “a tappeto” è stato fatto un grosso investimento in nuovi ispettori, che sono in formazione in questo periodo e che da fine estate saranno operativi. La collaborazione
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fra i due enti non sarà semplicissima: oltre alla differenza di approccio che abbiamo menzionato, va evidenziato anche che mentre l’Ispettorato del lavoro è nazionale, ATS è regionale e tende ad avere un’ottica più vicina alla realtà del territorio, che manca all’Ispettorato, più centralizzato.
Il “preposto” ha in mano la squadra ed è responsabile se il cantiere non rispetta le norme di sicurezza
sicurezza ASSOCIAZIONE FLOROVIVAISTI DEI TERRITORI DI MILANO, LODI, MONZA BRIANZA Michele Palmieri è il presidente neoeletto dell’Associazione, che fa parte di Assofloro nazionale con due delegati e collabora anche con Coldiretti. L’Associazione si sta muovendo su più fronti, fra i quali anche l’ampliamento degli associati, fra floricoltori e giardinieri. Il consiglio si riunisce ogni primo lunedì del mese. Per informazioni, si può visitare il sito: www.assoflor.it.
LA SOLUZIONE È LA FORMAZIONE
«Meglio avere un consulente solo, che faccia riferimento all’Associazione, e che si occupi di tutti i documenti – ha proseguito Bertinelli –, ATS non può fare consulenza, ma può essere di
supporto. Il consulente può essere formato a spese dell’Associazione e fare poi la formazione a livello interno: in questo modo sarà lui ad aiutare tutti gli associati ad avere la valutazione dei rischi, il piano di sicurezza, e così via, fornendo a ogni azienda i documenti necessari». Ma cosa potrebbe accadere nel momento in cui un ispettore riscontri delle irregolarità? «Le sanzioni riguarderanno soprattutto alcuni punti: le nomine e i corsi dovranno essere fatti in modo completo e sarà opportuno avere sempre in cantiere a disposizione i documenti (basta conservarne una copia o l’immagine nel tablet o nel telefono). Qualche esempio: la mancata elaborazione del piano d’evacuazione e delle emergenze; la mancanza della dovuta formazione, o la mancanza della nomina del preposto del
Al centro, Michele Palmieri, il presidente dell’Associazione Florovivaisti dei territori di Milano, Lodi, Monza Brianza.
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Le tragiche morti accidentali del 2021 dovrebbero davvero interrogarci e farci capire che non si può più morire cadendo da un albero mentre si fa una potatura che non si è formati e attrezzati per fare nel settore. Il secondo motivo per cui il tema è nodale è questo: quando si tratta di un’azienda di giardinieri, tutti i componenti devono fare il corso da “preposti”, perché le squadre sono piccole e cambiano tutti i giorni». Nel caso di interventi effettuati da specialisti esterni, è sempre meglio avere una dichiarazione scritta in cui lo specialista dichiara come effettuerà il lavoro e che lo farà rispettando le regole di sicurezza. Lo stesso discorso vale con i manutentori delle macchine: «Fatevi rilasciare un documento scritto che riporti nome, cognome, e quello che hanno fatto. Perché se poi succede qualcosa su quella macchina a causa di una manutenzione mal fatta, non è giusto che paghi il datore di lavoro». La platea dell’assemblea durante l’incontro.
cantiere, che ovviamente deve essere a sua volta formato e addestrato. In tutti questi casi l’ispettore sospende l’attività lavorativa fino a che non viene sistemato il tutto e non viene pagata la sanzione».
MEGLIO CHE SIA TUTTO PER ISCRITTO
«Bisogna mettersi nell’ordine di idee che il cantiere verde è un cantiere a tutti gli effetti – ha affermato Bertinelli – pubblico o privato, non c’è differenza. Questo significa, ad esempio, che l’ispettorato pretenderà la regolarità dei subappalti. Devono esserci contratti scritti in modo che tutti abbiano titolo a stare in cantiere. Con cantiere si intendono tutti quei lavori per i quali il manutentore ha attrezzature e personale, ma anche quelli per cui il manutentore si appoggia ad attrezzature e personale esterni alla società. Tutto questo va dichiarato dall’inizio, deve essere tutto trasparente». Un nodo centrale è la figura del “preposto”: il “preposto” è chi dà le direttive, chi, per esperienza e formazione, può gestire le persone presenti in cantiere, e deve essere sempre presente, mentre il direttore dei lavori può assentarsi dal cantiere dopo aver affidato i lavori al “preposto”. Anche il “preposto” può spostarsi dal cantiere, ma qualcuno deve prendere il suo posto, e per farlo deve essere formato. I motivi per cui questa figura diventa centrale in un cantiere verde sono due: il primo è che il “preposto” ha in mano la squadra ed è responsabile se il cantiere non rispetta le norme di sicurezza. «Bisogna investire su questa figura perché un cantiere con un buon “preposto” funziona bene», ha commentato Bertinelli, forte della sua esperienza pluridecennale
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UN GROSSO IMPEGNO, CHE PERÒ SALVA LA VITA
È chiaro che per i manutentori del verde questo giro di vite sulla sicurezza comporta un grosso dispendio di energie dal punto di vista burocratico, organizzativo e formativo. Ma Bertinelli ha insistito molto, anche a fronte delle rimostranze che qualche associato ha manifestato, sul fatto che le tragiche morti accidentali del 2021 dovrebbero davvero interrogarci e farci capire che non si può più morire cadendo da un albero mentre si fa una potatura che non si è formati e attrezzati per fare. Inoltre, è stata ribadita la piena disponibilità dell’Associazione a collaborare con ATS per far avere agli associati la lista dei documenti da avere sempre in cantiere (i patentini, le schede delle macchine, il piano operativo del cantiere…). «La qualità dei brianzoli è la qualità del prodotto: noi le cose le facciamo, e le facciamo bene. Però adesso bisogna farle anche in sicurezza: in un cantiere verde sono presenti moltissime cose pericolose. Bisogna saperle usare in sicurezza. Ho una richiesta da farvi, anche se è impopolare: segnalate le persone che ancora vanno in giro a lavorare in modo irregolare. Il 21 maggio è venuto giù da un albero un pensionato che faceva una potatura da una signora. È morto. Queste morti non ci devono più essere. Infine, un invito: mi rendo conto che alcune regole vi sembrano inutilmente fastidiose, ma su questo può esserci dialogo con le istituzioni. Dovete essere sempre di più in modo che la voce del presidente che poi parla per tutti abbia peso e venga ascoltata», ha concluso Bertinelli, con un appello accorato.
NEW GENERATION
I GIARDINI come
ARTE
Georgia O’Keeffe, Oriental Poppies, 1927. “Mia nonna invece ha sempre dipinto enormi fiori ispirandosi a Georgia O’Keeffe….”
TEMPO DI LETTU R A: 3 minuti
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Mariangela è una giovane apprendista giardiniera, innamorata del verde e del suo mestiere. La sua suggestione più grande? Vedere, osservare e percepire la natura come una grande opera d’artista di Rachele Pozzato
Q
uella con Mariangela è stata un’intervista atipica. Ci siamo rincorse al telefono, via mail e su WhatsApp, ognuna persa e presa dalle proprie incombenze. Le risposte alla fine le ho ricevute per posta, e finalmente ho capito: la sua, con il suo lavoro e con la natura, è un’immersione totalizzante, una passione forte che con impegno, costanza e
dedizione sta trasformando in una carriera. Qual è stato il tuo primo incontro con il verde? Ho sempre amato stare nel verde, nei boschi: fino a qualche anno fa, infatti, abitavo in collina. Ritrovare la dimensione del verde in ambito urbano è un incontro differente, che regala ossigeno, ma che in qualche modo costringe dentro ad un ambiente urbano e ad una proprietà:
“Gli alberi mi toccheranno e i fiori avranno tempo per me” da una poesia di Sylvia Plath: è questa la citazione che ispira e guida Mariangela DALLE ULTIME REALIZZAZIONI… «Nell’ultimo progetto ho selezionato insieme alla cliente alcuni elementi vegetali da rimuovere e altri da tenere, a cui la cliente era affezionata. Questa è stata la partenza per trasformare l’intera aiuola: Acer palmatum, Helleborus lividus, Heuchera ‘Lady Marmalade’, Dryopteris erythrosora, Muscari, Convallaria Japonica, Allium ‘Purple Rain’ e qualche altra bulbosa messa a dimora dalla cliente stessa».
quella del cliente, componente che può rivelarsi stimolante, oppure provocare un freno. Ho osservato, anche su me stessa, che talvolta c’è il rischio di far ricadere il proprio concetto di potere su quelli che sono gli elementi del verde, ma che di fatto vivono di vita propria e secondo le proprie esigenze. Un buon giardiniere credo che dovrebbe imparare a conoscere questi elementi infiniti durante lo scorrere della sua carriera e attraverso lo studio e le sue conoscenze poterli rispettare e trasmettere, o condividere, con il cliente stesso, affinché non si utilizzino in maniera affrettata facendone un mercato privo di cultura e rispetto. Dietro questa figura professionale si cela tanto studio, tanta cura, tanta storia e maestria. Da bambina mi divertivo nel terrazzo di casa con mia mamma a prendermi cura delle piante, a spostare le fioriere e fare composizioni per poi fotografarle e consumare tutto il rullino. Mia nonna invece ha sempre dipinto enormi fiori ispirandosi a Georgia O’Keeffe trasmettendomi l’amore per l’iperrealismo naturale e la sensualità dei fiori. Ma il mio primo incontro con il verde a scopo lavorativo è stato dedicato alla potatura degli alberi da frutta all’interno di un grande giardino: le gemme gonfie, lo scorrere della linfa, il primo sole caldo e l’inadeguatezza di questo nuovo ruolo tutto da conoscere. Quest’inverno poi, ho avuto il primo incontro con i giganti, gli alberi, mentre oggi
Muscari della famiglia delle Asparagacee.
invece sto collaborando alla realizzazione di alcuni giardini. Sono immersa in un lavoro che offre un abbondante varietà di incontri: spero con il tempo di riuscire ad approfondire ciò che sento più affine a me. Qual è il progetto dei tuoi sogni? Quest’anno lavorando nei giardini mi sono avvicinata al mondo arboreo, facendo il corso
L’IDENTIKIT
Mariangela ha 30 anni, è apprendista giardiniera e da un anno collabora con un giardiniere professionista, che ha la pazienza, come ci racconta lei, di svelarle il mestiere. Le tante opportunità lavorative e le varie esperienze artistiche le hanno dato la possibilità di affinare il suo senso estetico, che nutre e appaga oggi nei giardini. L’approccio a questo mestiere è stato quasi casuale, ma nel caos di questa nuova scelta ha intravisto e intuito subito l’amore per questa professione. Da un anno a questa parte le attività svolte sono moltissime: dal taglio dei prati alla potatura di siepi o arbusti, la scelta di piante da incrementare all’interno di un giardino, la progettazione di impianti di irrigazione, la potatura di alberi e la realizzazione di giardini. Un lavoro travolgente, come lo definisce Mariangela.
NEW GENERATION
INFLUENZE Sviluppare la sensibilità e allenare lo sguardo sono forse il segreto innato di questo mestiere. Mariangela lo ha appreso da giovanissima, e prima ancora di scoprire quale direzione avrebbe preso la sua carriera: «il liceo artistico mi ha insegnato ad osservare», racconta.
di tree climbing ho potuto vivere da vicino questo grande vegetale. Quest’esperienza mi ha incuriosito molto e l’arboricoltura è una materia che ha molto da dire e di cui c’è tanto da scoprire, soprattutto oggi. Mentre cerco di definire la mia strada sto studiando per conoscere la materia e caprine l’evoluzione: mi piacerebbe poter aver la possibilità di approfondire il legame tra alberi e gli altri elementi vegetali del giardino, là dove lo spazio lo consente. Vorrei tenermi stretto l’approccio dell’osservazione, continuando ad imparare con il rispetto del tempo necessario, riuscendo nel ruolo che mi si propone. Cosa consiglieresti ai giovani che vogliono intraprendere la tua stessa carriera? Non ho ancora avuto l’opportunità di lavorare con moltissimi colleghi, soprattutto coetanei.
Sarebbe bello fare rete, proseguire nell’esplorazione di queste vaste materie, conoscersi per imparare ed accogliere i fallimenti. Dovremmo cercare di darci il tempo di osservare la bellezza in ogni lavoro, anche se ancora non è sempre possibile: quella bellezza che è data dal rispetto dei tempi e dell’armonia, che si esprime da sé perché intrinseca nella sua natura. Il mondo lavorativo è come te lo aspettavi? Purtroppo, sì: una grande maggioranza di persone volte alla frenesia e una quantità un po’ ridotta che tenta di valorizzare e portare rispetto, cura e tempo al lavoro che svolge. Noti delle differenze tra l’approccio tuo e di colleghi coetanei, rispetto a quello di colleghi della “vecchia scuola”? La differenza forse è tra chi decide di essere arrivato e non avere più nulla da imparare, e chi invece è mosso dal fuoco della curiosità e della passione. Da chi ricerca, studia e osa la sperimentazione, e chi invece rimane legato alle proprie certezze. Non credo sia una questione di età, ma di approccio appunto. La tua giovane età è più un limite o un vantaggio in questo settore? Non so, forse a mio favore c’è la fisicità, ma al di là di questo ho avuto la fortuna di essere introdotta fin da subito con persone molto competenti e umane. Questo mi ha permesso di esprimermi nonostante la mia poca esperienza. Ogni giardino ha richieste differenti, e la conoscenza affina l’espressione adeguata al luogo in un tempo più ridotto.
IL CANTIERE | tecniche
Il taglio va sempre fatto con raccolta, al limite è lo smaltimento che deve essere reimpiegato.
In campo per capire come fare
Proseguiamo con l’intervista iniziata sullo scorso numero a Fabrizio Ingegnoli, agronomo consulente per diverse società di calcio di Serie A e serie minori. Obiettivo: comprendere l’approccio corretto per la gestione del tappeto erboso a uso sportivo di Valerio Pasi TEMPO DI LETTU R A: 7 minuti
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bbiamo deciso di dedicare ben due numeri al tema del tappeto erboso a uso sportivo, in particolare a uso calcistico, perché l’intervista a Fabrizio Ingegnoli, dottore agronomo libero professionista e consulente per diverse società sportive di calcio di Serie A e serie minori, si è rivelata uno scrigno prezioso di consigli tecnici concreti. Ecco cosa ci ha raccontato.
Quali sono le operazioni sul substrato che possono essere ritenute indispensabili nell’arco dell’anno? Nello stadio si decompatta spesso, in diversi modi cercando di non creare suole di lavorazione, si sabbia e si rulla poco. Spesso si ricorre ad agenti penetranti per aiutare l’acqua a passare dallo strato calpestato superficiale (dai 2 ai 4 cm) agli strati più drenanti sottostanti. Decisamente utile
Il prato si costruisce
un filo d’erba alla volta. Ci vuole costanza e passione, solo così si riesce a migliorare il prato o a evitare che non si degradi nei mesi caldi e freddi
LE VALUTAZIONI DA FARE:
Schema di taglio.
Il modello di taglio prescritto dalla Uefa a cui è fondamentale attenersi.
è la pulizia del cotico, operazione propedeutica a salvaguardare il topsoil superficiale: strigliature con macchine (terrarake, unirake, vertirake) dotate di aghi a molla di diametro da 4 a 5 mm con diversa inclinazione in grado di entrare per trascinamento nel cotico e sollevare i residui impaccati, insieme a spazzolature e slicing sono le operazioni ordinarie più importanti, se non fondamentali, per migliorare il sistema vegetazione/topsoil/prestazione. Un campo fitto d’erba è meno giocabile rispetto a uno più rado (si scivola meno). Quali possono essere considerati i carichi massimi che il campo può sopportare per l’utilizzo ai diversi livelli di gioco? I carichi massimi variano con le condizioni pedoclimatiche (luce, aria, temperatura, drenaggio), livello di manutenzione, numero di
squadre e livello di categoria agonistico. Uno stadio come San Siro, dotato della migliore tecnologia (illuminoterapia, personale, riscaldamento basale, serre per concimazione carbonica, ecc…), se ospita due partite di fila sotto l’acqua tra novembre e febbraio si dirada al 50%, nessun problema invece a settembreottobre e aprile-maggio. I carichi di rottura, quindi, dipendono molto dal meteo, soprattutto negli stadi del nord, indipendentemente dal numero di partite. All’Olimpico di Roma, non così all’avanguardia come qualche stadio al nord (Milano, Torino e Reggio Emilia), grazie alle condizioni climatiche e strutturali più favorevoli (più spazioso per la presenza della pista di atletica), il numero degli eventi è il più alto al mondo: giocano due squadre in serie A (spesso anche nelle competizioni europee), la Coppa Italia e la sua finale, il Sei Nazioni di Rugby, oltre qualche test match e alcune partite della nazionale di calcio.
• Natura dell’erba presente • Punti critici (ombraristagnidryspot) • Drenaggio generale • Sistema d’irrigazione e suo controllo • Tipologia di taglio ed effcienza macchine • Tipo di terreno • Qualità e quantità acqua d’irrigazione
Un campo in erba naturale microterma nel Nord Italia, tipico di una struttura comunale con manutenzione standard, può garantire 100-120 ore annue; in macroterma si raggiungono le 180-200 ore annue. Stadi prestigiosi con alta tecnologia senza N°033
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La tipologia di taglio praticata è uno degli aspetti che si deve conoscere quando s’inizia a occuparsi di un nuovo tappeto erboso a uso sportivo.
Ti sei perso la prima parte dell’intervista? Corri a pag. 21 de IL giardiniere numero 032
rinforzo verticale od orizzontale del manto, superano le 50-60 ore a stento, quelli rinforzati con alta manutenzione possono arrivare a 80-90.
Classificazione suggerita dei valori di prova per il monitoraggio interno Fifa.
Quali sono i livelli minimi di apporti di elementi nutritivi per i diversi liveli di gioco? Negli stadi si semina sempre e spesso si consumano dalle 3 alle 5 tonellate di seme (trasemine, retopping e pregerminato), perciò si concima molto, superando i valori consigliati in bibliografia o quelli divulgati per tappeti erbosi ricreazionali: siamo più vicini a un Green di golf. Spesso si superano valori di 50 gr/N/mq. Poco Fosforo e tanto Potassio, Calcio, Ferro, Manganese, Zinco. Non si dovrebbe mai scendere sotto i 25 gr/N/annui e altrettranto per il Potassio. Fare correzioni fogliari con Ferro in primavera e autunno, e con Calcio per rinforzarte i tessuti ai primi caldi, Manganese, Zinco e Silicio per rinforzare vegetazione agli stress ambientali. E non dovrebbe mai mancare la somministarzione di
ALTEZZA DELL’ERBA E QUALITÀ DI GIOCO Prove
Intervalli
Durezza della superficie (pesi) Trazione superficiale (Nm)
70-90 60-100 <60 / >100 ≥ 30 ≥ 20 < 20 24-28
Altezza dell’erba (mm)
20-30 <20 / >30
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Preparazione fondo.
Umati di Potassio, alghe e aminoacidi almeno due volte all’anno. In uno stadio c’è molto di più, si interviene almeno una o due volte alla settimana. È possibile una gestione organica (biologica) del campo? No. Il campo di calcio è prestazionale, deve essere all’interno dei requisiti richiesti (Uefa). Il taglio va sempre fatto con raccolta, al limite è lo smaltimento che deve essere reimpiegato, assolutamente è controindicato il taglio recycler/ mulching. Ci vuole sostanza chimica per i concimi a pronto effetto per la loro rapida solubilità, da evitare sostanze organiche sia di conosciuta che dubbia provenienza. Più il profilo è inorganico e sterile, meglio è.
Quali possono essere considerati i costi di manutenzione di un campo per un utilizzo ai diversi livelli di gioco? Per quanto riguarda i budget degli stadi prestigiosi non ne parliamo, spesso non si conoscono nel dettaglio nemmeno tra gli addetti ai lavori. Se, invece, si parla di stadi PROPRIETÀ professionistici di squadre militanti DEL SUOLO in serie B o Lega Pro, un giusto budget è intorno ai 60-80mila Prove Intervalli euro annui, mentre per uno stadio 20-30 più importante si arriva anche a Contenuto 100mila. Gli stadi dei top club volumetrico di umidità 18-32 superano di gran lungo queste cifre del terreno (%) <18 / >32 anche per i costi di riscaldamento > 85 e la corrente per alimentare Profondità massima ≥ 60 l’illuminoterapia quasi per sei mesi di radicazione (mm) < 60 annui. I contratti per uno stadio >55 comunale per squadre di Serie D e Profondità della nelle categorie inferiori si attestano massa radicale ≥ 45 intorno ai 30-40 mila euro. principale (mm) <45
Per iniziare la manutenzione nel modo giusto è necessario conoscere il campo, il drenaggio, le zone difficili, il taglio
e il sistema di irrigazione
Quanto è importante la continuità della manutenzione nella corretta gestione del campo? È tutto. Anche l’erba come noi, mangia e beve tutti i giorni. Il prato si costruisce un filo d’erba alla volta. Ci vuole costanza e passione, solo così si riesce a migliorare il prato o a evitare che non si degradi nei mesi caldi e freddi. La manutenzione ordinaria è la chiave di volta.
Quale consiglio daresti al manutentore dei campi a livello medio? Per iniziare bene è necessario conoscere il campo, il drenaggio, le zone difficili, il taglio e il sistema di irrigazione. In uno stadio c’è sempre qualcuno 12 ore al giorno e dopo poco tempo, l’operatore capisce quanto dura la rugiada sul prato, dove secca prima il prato in estate (dryspot), dove è più compattato, e piano piano pone rimedio, facendo la differenza. Difficile per un manutentore avere qul tipo di presidio, ma se si impara subito dove sono i punti critici nel campo e nella gestione si fanno passi avanti. Prima di fare qualsiasi operazione straordinaria è necessario fare alcune valutazioni, dalla natura dell’erba presente alla tipologia di taglio ed efficienza delle macchine. Poi si agisce, magari chedendo un consiglio, per stilare un piano biotecnico, scegliendo sempre prodotti, attrezzature e macchine professionali e specifici (c’è un perché).
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Finanziamento di 300 milioni di euro per la valorizzazione di parchi e giardini storici. Una cifra mai vista prima per il settore del verde, che diventa anche un’interessante possibilità per gli addetti ai lavori di Anna Zottola, foto di Luca Michelli
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ono davvero tante le risorse stanziate nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, il cosiddetto PNRR. 570 milioni di euro per sviluppare diverse azioni, tra le quali la rigenerazione ambientale, sociale, turistica, dell’istruzione e via via, fino ad accendere l’attenzione sui giardini, una delle tante, pregiate, ricchezze italiane. Il Ministero della Cultura, con il supporto tecnico della Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, ha infatti riconosciuto che Ministero per i beni e le attività i parchi, e giardini storici, possono Vai alla graduatoria! culturali (Decreto del Presidente del essere valutati con gli stessi parametri Consiglio dei Ministri n.169 del degli edifici d’epoca. Le creazioni del 2 dicembre 2019) e con l’utilizzo verde sono legate alla storia. Vivono della Legge 108 del 2021 “Governance del Piano e si sviluppano nel tempo, trasmettendo i loro nazionale di ripresa e resilienza” – il PNRR per valori alla società. Quasi ogni città italiana può l’appunto – e con le prime misure di rafforzamento raccontarsi attraverso i suoi parchi e i suoi giardini delle strutture amministrative e di accelerazione storici. Spesso si trovano all’interno di tenute e snellimento delle procedure, è stato erogato nobiliari, passati di generazione in generazione, un finanziamento dedicato alla valorizzazione oppure ceduti dell’identità dei luoghi rappresentati, in esclusiva, alle municipalità FINALITÀ DELL’AVVISO da parchi e giardini storici. e trasformati, per ◗ Rigenerare e riqualificare i parchi necessità o per dovere e i giardini italiani di interesse culturale ARRESTARE IL DEGRADO sociale, in luoghi ◗ Elevare gli standard di gestione L’investimento, mai visto in queste dimensioni, pubblici di incontro e manutenzione, sicurezza e accoglienza ha un valore complessivo di 300 milioni di euro. e svago. Tramite ◗ Assicurare la migliore conservazione nel Di questi, 100 milioni sono già destinati a cinque tempo in un’ottica di sostenibilità e resilienza il Regolamento di parchi individuati dal Ministero. Altri 190 milioni riorganizzazione del
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il PNRR e L’Italia
giardinieri 26
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CRONOPROGRAMMA DEL BANDO Il giardino del Castello di Urio in provincia di Como.
di euro serviranno a parchi e giardini in via di selezione, mediante un Avviso pubblico: è stata pubblicata la graduatoria dei progetti finanziati. Nei prossimi mesi verrà diffuso un altro bando, a beneficio ancora del settore del verde. Di questo parleremo in un altro numero. I 10 milioni rimanenti del fondo saranno erogati per interventi di censimento botanico e di catalogazione dei parchi e giardini storici, oltre ad azioni formative destinate alla qualificazione di Giardinieri d’Arte. Il bando concluso ci aiuta a capire meglio le dinamiche che regolano gli interventi nei giardini storici. Solo le proprietà di parchi e giardini di interesse culturale (artistico, storico, botanico, paesaggistico), che possiedono, o gestiscono, un bene vincolato secondo il Decreto D.lgs. 42/2014, hanno potuto partecipare. Tra queste proprietà, a titolo di esempio, ci sono i Comuni, le fondazioni,
Anno 2022 ◗ 15 marzo, termine per la presentazione dei progetti ◗ 30 giugno, data ultima di pubblicazione del decreto di assegnazione delle risorse ai progetti risultati ammessi al finanziamento Anno 2023 ◗ 31 gennaio, termine entro il quale dovranno essere avviati i cantieri
Anno 2024 ◗ 31 dicembre, data entro cui dovranno essere conclusi almeno 45 progetti (indicatore stabilito dal Ministero della Cultura e premiante per gli enti che concludono entro questa data) Anno 2026 ◗ 30 giugno, termine entro il quale dovranno essere conclusi tutti i progetti
le associazioni e i privati. I finanziamenti consentono di intervenire per arrestare al più presto il degrado, e il rischio conseguente di perdere un patrimonio principalmente botanico, costituito da alberi, e arbusti, non più in grado di superare i cambiamenti climatici, o da specie botaniche colpite da patologie incurabili, e purtroppo di facile diffusione.
attendono
qualificati N°033
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IL CANTIERE | opportunità La Cervara, ex complesso monastico lungo la strada provinciale che da Santa Margherita Ligure porta al borgo di Portofino.
RESTAURO, GESTIONE E ACCOGLIENZA
Il giardino deve far proprio il concetto di “giardino aperto a tutti”, quindi fruibile anche da parte di soggetti con disabilità, lungo percorsi in sicurezza. Non deve mancare la promozione dei valori culturaliricreativi, didattico-educativi e socioeconomici. Restauro, gestione e accoglienza di qualità, sono i tre capisaldi di questo nuovo finanziamento. Gli interventi, una volta autorizzati dall’esito della istruttoria, coinvolgeranno numerose imprese qualificate, appartenenti a comparti diversi. Principalmente sono aziende florovivaistiche, servizi di giardinaggio e arboricoltura, imprese del settore edilizio, etc., con maestranze specializzate, professionisti e competenze multidisciplinari. L’obiettivo nel medio termine è generare impatti occupazionali solidi e permanenti.
RAGGIUNGERE TUTTI I SITI STORICI
Per il nostro Paese, si tratta di un disegno politico davvero strategico, che consentirà alle Regioni
La Vigna di Leonardo in corso Magenta a Milano.
di utilizzare i fondi europei per affidarli a enti che necessitano di restaurare il proprio parco o giardino. Con una finalità che è ancora più profonda. Si prefigura, infatti, di condurre a censire i luoghi con un metodo qualitativo codificato e, se possibile, di raggiungere tutti i siti storici per rinnovare la Carta del Restauro. Questo traguardo sarà supportato dalle recenti Linee guida e norme tecniche per il restauro dei giardini storici, frutto del lavoro di un gruppo costituito tra il Ministero e l’Associazione Parchi e Giardini d’Italia (APGI), guidato da Vincenzo Cazzato, già docente universitario di Arte dei Giardini e Architettura del Paesaggio. Delle Linee guida parleremo approfonditamente nel prossimo numero de IL giardiniere.
MODALITÀ CONTRIBUTO E FINALIZZAZIONE DEI FINANZIAMENTI Sono stati ammessi progetti con contributo massimo per ciascuna proposta di € 2 milioni e progetti con contributo minimo per proposta di € 200.000. L’oggetto del finanziamento ha rappresentato opere materiali e/o azioni immateriali sul parco o giardino secondo la seguente ripartizione: a) componente vegetale e del disegno del giardino: componente obbligatoria
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e deve coprire almeno il 60% del valore del progetto insieme alla componente c) di impiantistica; b) componente architettonica e scultorea: componente facoltativa che non deve essere superiore al 15% del valore del progetto; c) componente impiantistica: componente che non deve superare il 10% del valore
del progetto insieme alla componente e) valorizzazione e comunicazione; d) sicurezza e accessibilità; e) valorizzazione e comunicazione: sono previste premialità di finanziamento del progetto che vanno da un minimo del 50% al 100% del valore del progetto in funzione delle giornate di apertura pubblica del giardino.
IL CANTIERE | prima&dopo
PERDERSI
PER POI RITROVARSI… TEMPO DI LETTU R A: 3 minuti
U
n giardino privato a Roma, commissionato da una coppia di clienti dalle esigenze diverse, è questo il progetto di cui vogliamo parlarvi su questo numero. Sono state realizzate aiuole con piantagione di erbacee perenni, graminacee e felci, e un’area artificiale costituita da idromassaggio, solarium, vasca per i pesci, divano
Scale di accesso ai locali tecnici e al piano interrato brutte alla vista, da schermare.
L’idea
Perdersi per poi ritrovarsi in giardino, lasciandosi distrarre dalle varietà di forme e colori di meravigliose erbacee e graminacee, per giungere poi in un’incantevole area relax dotata di vasche d’acqua per i pesci, di un ponte pedonale di attraversamento, di una jacuzzi a cielo aperto, di una zona solarium dotata di doccia esterna. Il tutto delimitato da splendidi frangivista in legno utilissimi per schermarsi dal vicino.
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in muratura, il tutto schermato da un frangivista in legno. Il Rhyncospermum jasminoides, addossato lungo il muro perimetrale presentava una brutta spogliatura alla base, motivo per il quale è stato arricchito con piante da ombra. Nello specifico: Dryopteris affinis e D. erythrosora. Nella foto si possono ammirare due fioriere esposte a sud, nelle quali sono state piantate Stipa tenuissima ed Echinacea purpurea.
prima Nessuna funzione ed eccessiva richiesta idrica per il mantenimento delle zone a prato.
…Nel giardino realizzato dallo Studio Urka, che ha soddisfatto le numerose richieste di entrambi i proprietari, conciliando estetica e funzionalità. E riducendo di Lavinia Raccah ed Edoardo Carconi la manutenzione delle aree verdi Frangivista in legno utile a schermare le viste sgradevoli.
Per saperne di più sul progetto vai al sito studiourka.com
dopo GLI AUTORI
Creazione di un’area relax immersa nel verde e riduzione della superficie a prato.
Lo Studio Urka, composto dagli architetti del paesaggio Lavinia Raccah ed Edoardo Carconi, con base a Roma, si occupa di progettare e realizzare spazi esterni per committenza pubblica e privata. Tra i punti di forza: un’elevata creatività mista a una sapiente conoscenza tecnica e al non volersi mai accontentare di realizzazioni mediocri.
IL CANTIERE | progetto
VISTA INASPET T TEMPO DI LETTU R A: 7 minuti
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ra gli aspetti più sorprendenti di Milano, i cortili nascosti e i giardini segreti. Lungo le vie, si avvicendano portoni che, se aperti, svelano meravigliose sorprese. Ed ecco un nuovo tesoro da scoprire. A maggio il Museo Poldi Pezzoli ha inaugurato l’Orangerie, un ambiente che va ad arricchire gli spazi della casa museo di via Manzoni. Si tratta di una sala polifunzionale
di oltre 100 metri quadri, inserita nello stupendo giardino Poldi Pezzoli. È un nuovo affaccio sul verde ma anche un ritorno alle origini. Perché? Scopriamolo insieme.
SPAZIO POLIFUNZIONALE SUL VERDE
Obiettivo del nuovo spazio, progettato e realizzato nel 2021 da Square Garden, restituire sia la vista
Il museo milanese Poldi Pezzoli ha inaugurato l’Orangerie, uno spazio polifunzionale che si affaccia sul giardino interno e che offre ai visitatori il contatto con la natura di Daniela Stasi , foto di Gianmarco Corradi
TATA del giardino sia la visibilità della parte inferiore della facciata interna del palazzo, finora occultata dalla vecchia struttura. Nella progettazione si è tenuto conto dello stile dell’edificio, utilizzando una serie di decorazioni semplici ma evocative, di quelle in uso tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. La struttura, in acciaio e vetro, ha una
Nella progettazione si è tenuto conto dello stile dell’edificio, utilizzando una serie di decorazioni semplici ma evocative, di quelle
in uso tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento N°033
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Obiettivo del nuovo spazio, restituire sia
la vista del giardino sia la visibilità della parte inferiore della facciata interna del palazzo PRIMA ALL’ITALIANA, POI ALL’INGLESE
copertura realizzata in lamiera lavorata e piegata manualmente, come le pensiline dei primi anni del secolo scorso, con vetrate e decori in ferro battuto finemente lavorati: creste Versailles sul colmo e mantovane in stile Milano al di sotto della gronda. I serramenti perimetrali sono anch’essi realizzati in acciaio, come il ferro finestra dei palazzi dell’epoca. La pavimentazione è in legno massello. Destinazione d’uso dello spazio? Laboratori, conferenze, attività per tutti i pubblici, oltre a eventi privati.
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Via Alessandro Manzoni, prima di essere dedicata al noto scrittore, era chiamata Corsia del Giardino per la presenza di un antico grande orto. I primi documenti relativi al giardino – che sarà poi di Poldi Pezzoli – risalgono al 1737: nello spazio attuale erano inizialmente presenti ben quattro giardini, tra loro confinanti, appartenenti a diversi proprietari. Su questa direttrice, dal XVII secolo iniziarono a erigersi palazzi nobiliari: negli spazi di via Manzoni 12, sede del museo, intorno al 1777 il palazzo già presente fu acquistato insieme al giardino da Giuseppe Pezzoli d’Albertone. Dieci anni dopo l’acquisto, egli affidò all’architetto Simone Cantoni il rinnovamento neoclassico del palazzo e del giardino, che venne adornato di statue. Il giardino era disposto all’italiana, con quattro aiuole geometriche collegate centralmente da una piccola rotonda. Altra tappa importante, il 1819, quando Giuseppe Poldi ereditò il cognome Pezzoli d’Albertone, il titolo nobiliare e il palazzo, scelto come residenza per lui e la sua sposa Rosina Trivulzio. E fu proprio lei, nel 1838, a far trasformare il giardino all’inglese secondo la moda romantica, con un effetto più libero e naturale e scorci diversi che si aprono man mano. La storia proseguì nel 1853: Gian Giacomo Poldi Pezzoli acquistò gli edifici e i terreni a fianco del suo palazzo e ne fece erigere uno nuovo dall’architetto Giuseppe Balzaretto all’attuale civico 14, gemello del proprio. Per chi conosce la storia dei giardini, il nome Balzaretto non è nuovo: era infatti un celebre architetto di giardini, che disegnò fra gli altri quelli di via Palestro. Egli progettò una serliana di collegamento tra i due palazzi, che consentì una visione dalla strada del giardino. Il verde venne inoltre riprogettato con un impianto a rondò e aiuole collegate fra loro in vari percorsi. Il giardino è rimasto di pertinenza dei discendenti degli eredi e molte delle sale del primo piano del Museo sono affacciate sul verde.
SOLUZIONI
T E C N O L O G I E . I N N O VA Z I O N I . I D E E
SOLUZIONI
| vivaismo
Dianella “Blue Stream”.
Agapanthus “Ever Sapphire”.
Euphorbia “Tasmanian Tiger”.
Da Arena Vivai alcune idee per le dverse esigenze, in base ad esposizione o zona climatica. A partire proprio dall’anima del progetto: dagli spazi più ricchi agli angoli più rilassanti di Mario Ferrarini
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pesso il cliente è scoraggiato dall’idea di creare mix di fioriture e di verde abbondanti e generosi, proprio perché si teme di vanificare l’investimento economico sbagliando la manutenzione, oppure perché non conoscono a sufficienza l’enorme vastità di piante che ci sono a disposizione. Il ruolo di un professionista del verde è però, soprattutto, quello di aprire alle sorprese che il giardino può offrire: “mescolare” le piante in giardino, con ambientazioni eterogenee dove
poter vivere il presente sempre in modo diverso. Infine, soprattutto ultimamente, sono molte le persone che si preoccupano del dispendio di acqua, di tempo e di cure che un giardino allestito con piante inadeguate per la zona o troppo sofisticate potrebbe comportare. Ma è possibile ridurre gli sprechi e gli sforzi con l’utilizzo delle piante giuste.
ACQUA: NESSUNO SPRECO
Nelle zone più assolate ad esempio l’acqua può essere risparmiata con essenze resistenti alla siccità.
Un progetto
su misura
Iris barbata “Flying Circus”.
Erigeron karvinskianus.
La scelta potrebbe dunque ricadere su l’Agapanthus “Ever Sapphire” con il suo magico tocco d’azzurro e la sua straordinaria capacità di rifiorire, da affiancare al Senecio niveoaureus, indistruttibile con le foglie che appaiono quasi bianche. Ad affascinare, dell’Euphorbia “Tasmanian Tiger”, è la luminosità: magari messa in risalto da ciuffi di Dianella “Blue Stream” a fare da sfondo. O ancora il Sedum makinoi “Lime” come coprisuolo, con i suoi giochi di giallo e lime racchiusi nelle piccole foglie carnose.
LA VISIONE DEL VIVAIO Mario Ferrarini è socio insieme ad Alberto Tonel e Fabiano Bortolazzi di Arena Vivai, un’azienda produttrice di piante da esterno con sede a Verona. Un’idea di verde improntata al bello, ma che possa essere allo stesso tempo rispettoso delle esigenze della biodiversità e della sostenibilità, che va guidata e sostenuta dai professionisti. Amarcrinum howardii.
EFFETTO “WOW”
Una nota esuberante con l’Iris barbata “Flying Circus”: sfacciato, superbo, una sorpresa ad ogni fioritura. L’immancabile Erigeron karvinskianus farebbe da cornice umile e deliziosa con le sue margheritine ora bianche, ora rosa. Non volendo poi rinunciare proprio a nulla si può inserire anche l’Amarcrinum Amarcrinum howardii, che con i suoi fiori imbutiformi rosa di grandi dimensioni è in grado regalare un profumo come di paradiso.
RELAX NEL VERDE
Non devono mancare però anche angoli rilassanti all’ombra (e lì l’acqua occorrerà di certo) con le Hydrangea macrophylla You&Me “Romance”, che si fondono con l’eleganza del sempreverde Polystichum polyblepharum.
Visita il sito www.arenavivai.com per saperne di più! Polystichum polyblepharum. E così il luogo più riparato del giardino diventa anche lo spazio ideale per i momenti di convivialità con gli amici e i famigliari, sempre più un’esigenza in ogni progetto, circondati da fioriture meravigliose, al fresco.
Hydrangea macrophylla You&Me “Romance”.
SOLUZIONI
| appuntamenti
Il meglio del m o Torna a Norimberga la fiera internazionale della filiera verde, Galabau, nella sua ricca e attesa ventiquattresima edizione: al centro nuovi trend e tecnologie, ovviamente in chiave green di Rachele Pozzato
Save the date Dal 14 al 17 settembre presso l’Exhibition Centre di Norimberga.
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opo una pausa forzata lunga quattro anni, imposta dalla pandemia, torna a Norimberga la fiera di riferimento per l’outdoor, il verde urbano e il gardening. Dal 14 al 17 settembre Galabau tornerà a far incontrare espositori e produttori del settore in un ampio spazio dedicato in 14 padiglioni, in un clima stimolante e di confronto.
UN CALENDARIO RICCO
Un programma che abbonda di appuntamenti e studiato per far vivere al massimo l’esperienza, con aree espositive, forum, momenti conviviali e di relax, competizioni e premiazioni, forum e PER CITTÀ EUROPEE SEMPRE PIÙ GREEN Un altro importante appuntamento per i giorni di fiera del Galabau sarà il Word Urban Parks Europe Congress, previsto per il 15 e il 16 settembre. L’incontro si concentrerà sulle città europee, su soluzioni verdi per il vivere urbano.
m ondo verde
workshop, per uno dei più importanti punti di ritrovo per professionisti del verde e paesaggisti europei, con circa mille espositori, di cui un quarto dall’estero.
ATTENZIONE AL CLIMA
Al centro, come sempre, innovazioni e tendenze, in una chiave tutta nuova però, che possa essere degna interprete dei nostri giorni: per la prima volta Galabau avrà un tema portante, a prova di clima, per incoraggiare ad atteggiamenti che sappiano prendersi cura dei cambiamenti del Pianeta. Lavorare insieme per costruire un futuro “amico” del clima, consapevoli che è proprio il settore verde uno dei principali attori nella mitigazione, con moltissime attività durante la fiera che si concentreranno proprio su questo tema. “Green-blue path”, percorso verde-blu, è stata battezzata l’area con un focus specifico sulle questioni climatiche, con soluzioni concrete di produttori ed espositori per fare la differenza,
insieme all’importanza di città sempre più verdi e digitalizzate.
A OGNUNO IL SUO
Dalle aree dedicate ad architetti e paesaggisti per ridisegnare consapevolmente spazi in cui vivere il verde, fino a talk e seminari, passando per la manutenzione del verde sportivo o l’arboricoltura: spunti e nuove idee a non finire, per ogni applicazione e specializzazione dei professionisti. Nella parte esterna poi si potranno ammirare in azione falciatori, escavatori e i più svariati macchinari con vere e proprie dimostrazioni. Un’occasione per “toccare con mano” i prodotti esposti. Galabau 2022 porterà in scena, insomma, tutto il meglio del settore: innovazioni, prodotti e tendenze, capaci di avere un impatto positivo sul mercato e sulla vita dei professionisti del verde, ma anche e soprattutto sul benessere del Pianeta.
Visita il sito per saperne di più!
SOLUZIONI
| multifunzionali
LA TRASMISSIONE TONY Grazie alla tecnologia SIM - Shift In Motion, offre 4 gamme di velocità a controllo elettronico, inseribili da fermo o in movimento, con funzioni automatiche gestite dal sistema operativo Intelligent Tractor AC che semplifica tutte le operazioni del conducente. Il punto forte della Serie Tony è poi, senza dubbio, il rapporto tra prestazioni e consumi. Quello esposto a Galabau 2022 è il modello articolato TONY 8900 SR destinato alle lavorazioni di precisione. Sempre di questa serie il premiato Tony V, finalista del prestigioso premio Tractor of the Year 2021: è il primo trattore AC a telaio convenzionale, monodirezionale e cabinato. TONY 8900 SR.
Eccellenza
nostrana Sono tante le novità portate da Antonio Carraro, storica azienda del padovano, direttamente a Norimberga, alla fiera di riferimento del settore di Emma Colombo
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ai più compatti, contraddistinti dalla sigla HST, al modello per la fienagione con trasmissione Infinity, fino ai top di gamma con trasmissione Tony: sono moltissimi, progettati su misura per ogni esigenza e per ottenere risultati competitivi, i modelli di trattori compatti presentati da Antonio Carraro a Galabau 2022, la fiera internazionale del settore verde di Norimberga. TTR 7600.
LA TRASMISSIONE IDROSTATICA HTS Il selettore meccanico a tre rapporti di velocità permette una variazione continua senza l’uso di frizione o marce. Il sistema Speed-Fix consente di fissare una velocità ideale per ogni lavoro. Il modello TTR 4800, per esempio, combina le caratteristiche della guida reversibile e della trasmissione idrostatica. Sempre dotato di trasmissione HTS, l’SP 4800 HST: isodiametrico monodirezionale, a telaio articolato. Conferisce agilità e maneggevolezza negli spazi ristretti o per lo sfalcio dell’erba in parchi SP 4800 HST. e giardini.
LA TRASMISSIONE IDROSTATICA INFINITY Offre infinite combinazioni tra velocità di avanzamento e giri motore, eliminando l’uso della frizione. L’avanzamento del trattore avviene con il solo pedale dell’acceleratore. TTR 7600 è l’idrostatico intelligente a carreggiata larga, ideale per le coltivazioni in pendenze laterali, come nel caso della fienagione. Adatto anche a lavori di manutenzione urbana.
FOCUS
INNOVAZIONE I prodotti di tre aziende italiane che contribuiscono, nel concreto, a modificare il modo di lavorare, rendendolo più efficace e agevole di Anita Cavalli
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al vocabolario Treccani, innovazióne: s. f. [dal lat. tardo innovatio -onis]. – 1. a. L’atto, l’opera di innovare, cioè di introdurre nuovi sistemi, nuovi ordinamenti, nuovi metodi di produzione e sim. b. In senso concr., ogni novità, mutamento, trasformazione che modifichi radicalmente o provochi comunque un efficace svecchiamento in un ordinamento politico o sociale, in un metodo di produzione, in una tecnica, ecc. Ed eccoci al nostro focus, con i prodotti di tre aziende
italiane che, nel loro specifico segmento merceologico, quello dei prodotti a batteria, consentono di modificare il modo di operare dei professionisti del verde. Sono: il trattorino tosaerba a raggio zero EGO Power+; le nuove forbici professionali con sistema antitaglio di Pellenc; l’innovativa gamma di robot tagliaerba di Husqvarna, tipologia di prodotto che diventerà sempre più centrale nell’attività dei professionisti. Buona lettura e… Buon viaggio verso le nuove frontiere dell’innovazione.
SOLUZIONI
| focus innovation
Dalla gamma professionale di Ego, un trattorino che offre le stesse possibilità di un motore a scoppio, ma evitando l’emissione di gas, per salvaguardare i professionisti del verde e il Pianeta
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Sostenibilità performante
n n’attrezzatura capace di ottimizzare il lavoro e, allo stesso tempo, di prendersi cura dell’ambiente: una sintesi possibile con Z6, il trattorino tosaerba a raggio zero EGO Power+. Permettendo l’installazione di fino a sei batterie Arc Lithium da 56 V, infatti, raggiunge la potenza e le prestazioni di un trattorino tosaerba a benzina da 22 CV, mantenendo però le emissioni a zero. Grazie al supporto Le batterie Arc Lithium ricaricabili e compatibili con lo Z6.
della Peak Power Technology™ di EGO poi, raggiunge un’autonomia di 72 ore, per 12 mila metri quadrati con una sola carica.
Per saperne di più, collegati qui!
PAROLA AROLA D’ORDINE, VERSATILITÀ Lo Z6
è stato progettato pensando alle necessità di ogni diverso impiego, permettendo così di personalizzare le funzioni del trattorino. I parametri modificabili, infatti, vanno dall’altezza di taglio alla gestione dello sfalcio, con scarico laterale, mulching o raccolta, ma sono anche presenti tre differenti modalità di guida con quattro impostazioni e un display LCD per la regolazione della velocità di taglio e guida e il controllo dello stato delle batterie.
I PLUS ◗ Piatto di taglio di 107 cm ◗ 2 lame ◗ Scocca in acciaio con ruote a profilo antiscivolo; ◗ Gancio da traino per accessori ◗ Fari a LED ◗ Vano per oggetti personali, bevande e ricarica smartphone
Quando l’attrezzatura è tua alleata
Visita il sito pellencitalia.com per saperne di più!
Innovazione, efficienza e produttività i pilastri del lavoro di Pellenc, che per festeggiare i 25 anni della filiale italiana ha presentato le sue novità. I fiori all’occhiello? Le nuove forbici a batteria professionali, potenti e maneggevoli
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er celebrare i suoi 25 anni di attività, dall’apertura della filiale italiana nel 1997, durante la Convention Nazionale, Pellenc ha presentato tutte le novità e i punti di forza della nuova stagione.. In linea con i valori dell’azienda, come sempre al centro efficienza e qualità dei materiali, materiali con proposte sempre innovative e progettate per lavorare al meglio. Momento clou dell’evento è stata senza dubbio la presentazione delle nuove forbici a batteria professionali C35 & C45, che hanno colpito per la loro potenza e affidabilità, assicurata dagli oltre 3 anni di test in campo. Le nuove forbici inoltre sono dotate dell’innovativo sistema antitaglio Active Security, brevettato da Pellenc, che si basa sul principio della naturale bioimpedenza del corpo.
LA NUOVA FRONTIERA DELLE FORBICI A BATTERIA
C35 e C45 sono potenti e leggere, dotate di una nuova testa di taglio che offre una capacità di potatura di 35 mm, per il modello C35 o di 45 per il C45. Adatte ai lavori in viticoltura, arboricoltura, olivicoltura, o per la
I NUMERI ◗ Fino a più di 12 ore di autonomia ◗ 2300 giri al minuto del motore ◗ 74 dB di potenza ◗ 3 anni di garanzia
manutenzione degli spazi verdi. Sono alimentate dalla batteria ULiB 150, 150P o 250,, garantiscono una giornata di autonomia minimo.
IL SEGRETO È NEL TAGLIO
Una doppia scelta di lame con geometria e penetrazione nella vegetazione ottimizzate, perno lama con ingrassatore integrato, grilletto intuitivo e motoriduttore brushless di ultima generazione per una maggiore potenza rendono l’esperienza di taglio con C35 e C45 unica e di qualità. Ad ottimizzare il lavoro anche un motore ad alto rendimento, le quattro modalità di regolazione e una potatura controllata e precisa anche a basse velocità. SICUREZZA PRIMA DI TUTTO Active Security è il sistema di protezione antitaglio brevettato, che causa l’arresto immediato della lama in caso di contatto con il dito dell’utilizzatore, con o senza guanti Pellenc.
SOLUZIONI
| focus innovation
Quella dei robot tagliaerba è una dimensione in continua crescita, grazie al supporto di tecnologie avanzate. Un aiuto per i professionisti che potrà diventare sempre più centrale
Innovazione al servizio della natura
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ungimiranza e istinto pioniere hanno mosso Husqvarna oltre 25 anni fa, con il lancio del primo robot tagliaerba al mondo, rivoluzionando questo settore. Veri e propri “aiutanti” nella cura del verde che via via negli anni sono diventati sempre più smart, facilitando e agevolando le operazioni dei professionisti, con una gamma capace di adattarsi a ogni progetto ed esigenza.
ADATTARSI AD OGNI CONTESTO
Il successo degli Automower è proprio nella loro versatilità: si prestano ad essere utilizzati di giorno e di notte, trovando automaticamente la stazione di ricarica per non vincolare il resto dei lavori al loro funzionamento. Una tecnologia poi, in grado di entrare in sintonia con la natura: con un timer stagionale i robot dell’azienda svedese possono adattare il tempo di attività del taglio in base al clima, in modo
silenzioso, adattandosi ai più svariati tipi di terreno e impiego, fino a pendenze del 70%.
OTTIMIZZARE IL LAVORO CON LE TECNOLOGIE
A rendere gli Automower strumenti tanto performanti è stato proprio l’impegno dell’azienda nella ricerca ingegneristica che ha permesso di dotare i robot di strumenti sempre più precisi. A partire dalla sicurezza, garantita da sensori di sollevamento e di collisione e dall’allarme facilmente controllabile tramite App. Il controllo via smartphone è diventato poi centrale anche nella navigazione stessa degli Automower, dotati di GPS e sensori integrati per definirne e tenerne sotto controllo i percorsi, fino alla regolazione del taglio grazie all’impostazione tramite il taglio all’ sistemico TargetHeight TargetHeight. Senza dimenticarsi dell’ultima innovazione di casa Husqvarna: la tecnologia AIM permette infatti di creare zone protette dalle operazioni di rasatura, di definire programmi di taglio, ma anche lunghezze di taglio speciali per ciascun settore.
VERSO IIL FUTURO
Proprio alla luce dei progressi degli ultimi decenni e del ruolo sempre più centrale di attrezzature come queste nel settore, nasce l’idea di un “giardiniere privato smart” per il futuro della cura del verde. Una cura che non si limiti più solo al prato, ma in grado di occuparsi del giardino nel suo insieme, come un vero e proprio braccio destro dei professionisti del verde. Un robot capace di analizzare i dati e consigliare gli esperti sugli interventi e nutrienti più adatti, interagendo con dati esterni, elementi del giardino e chi lo vive quotidianamente.
SOLUZIONI
| manutenzione
L’acqua è la risorsa essenziale, soprattutto per la cura del verde. ICL ha così studiato una formula che potesse duplicarne i benefici e gli effetti sulle piante
ancora più
nutriente
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2Gro è una gamma di agenti umettanti ICL, messa a punto con il preciso obiettivo di migliorare l’assorbimento idrico e la distribuzione dell’acqua nei substrati di coltivazione delle colture ornamentali. Per piante rigogliose, in salute e durature, dai colori sempre vivaci.
AD OGNI NECESSITÀ LA SUA SOLUZIONE
Gli agenti umettanti ICL si differenziano nella formulazione liquida e in quella granulare, ognuna con le sue specifiche e punti di forza. Nella sua versione liquida, H2Gro lega le sue molecole apolari alla parte organica idrorepellente dei substrati: migliora così la distribuzione dell’acqua, dunque dei nutrienti, in tutto il volume del vaso, ottenendo piante sempre più di qualità. A seconda della dose applicata H2Gro Liquido rimane attivo fino a 12 mesi, anche dopo numerose irrigazioni. Nella versione granulare, invece, H2Gro, sviluppata a partire da un’innovativa tecnologia 3D, persiste fino a sei mesi e il suo effetto umettante si attiva subito dopo la prima innaffiatura. Pensata per substrati di coltivazione o per l’uso successivo in copertura. Il segreto? Distribuirlo sulla superficie per ottimizzare i risultati.
I VANTAGGI ◗ Con la bagnatura l’acqua penetra più in profondità, migliorando l’assorbimento dei nutrienti e riducendo lo stress radicale. ◗ Con la distribuzione l’acqua arriva in tutte le parti del vaso e si favorisce il drenaggio di quella in eccesso, prevenendo aree idrofobiche e rafforzando le radici. ◗ Piante sane e più a lungo. ◗ Facile somministrazione.
di Emma Colombo
SOLUZIONI
| ambiente
Accoppiata vi n Come quella tra l’argilla espansa e i tetti verdi: lo dimostra il progetto della nuova Conad di Vallecrosia; una copertura verde forte di un substrato a base di argilla espansa Leca, che hanno permesso, insieme, di realizzare un cantiere davvero rispettoso dell’ambiente e delle caratteristiche della costiera ligure di Emma Colombo
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l nuovo supermercato Conad Superstore, nella ligure Vallecrosia, si propone come un edificio con un volto nuovo e un animo sostenibile, ampliato non solo negli spazi ma anche nei servizi. Un progetto in ottica green grazie agli impianti fotovoltaici, all’illuminazione con luci a led e alla refrigerazione di ultima generazione che consente un notevole risparmio energetico e una migliore conservazione degli alimenti. Il fiore all’occhiello del progetto però, realizzato dallo studio Dedalo Architetti Associati
di Savona, è la copertura verde del tetto. L’idea è infatti proprio nata, in accordo con il Comune di Vallecrosia, per ridurre il più possibile l’impatto ambientale della nuova costruzione. Così, con l’aiuto della conformazione del territorio e le quote, l’edificio è stato interrato per due lati, realizzando in continuità con il pendio, in modo naturale, il tetto verde della nuova Conad. Portando così alla trasformazione di circa 30 mila metri quadrati di terreno incolto, di cui quasi 5 mila metri quadrati destinati agli spazi commerciali.
i ncente EFFETTO FILTRANTE
In questo caso, si è optato per un tetto verde di tipo “estensivo”, dunque con spessore e peso ridotti, che possa permettere mitigazione e compensazione ambientale, senza tralasciare la valenza estetica di progetti come questi, a cui si affacciano vantaggi tecnici importanti. Si garantisce infatti, con la realizzazione di una copertura verde, oltre a un incremento dell’isolamento termico e acustico, una maggiore protezione dello strato di impermeabilizzazione e un miglioramento della regimazione idrica, oltre a un effetto filtrante dalle polveri e da altre sostanze atmosferiche. Moltissimi vantaggi e miglioramenti, dunque, se si pensa che poi la manutenzione per coperture come questa è ridotta, così come gli apporti irrigui che rimangono pressoché nulli.
I BENEFICI DI UN TETTO VERDE ◗ Regimentazione acqua piovana ◗ Purificazione dell’aria ◗ Riduzione delle temperature ◗ Maggiore efficienza degli impianti fotovoltaici ◗ Riduzione dell’inquinamento acustico all’interno e all’esterno dell’edificio ◗ Protezione dall’erosione
L’IMPORTANZA DEL MATERIALE
Un progetto dove gioca un ruolo fondamentale, insieme alla conformazione del luogo in cui si inserisce il sistema e alle specie scelte per il tetto verde, il substrato e la sua conformazione. È importante che questo sia leggero e poco spesso, oltre che, ovviamente, essere rispettoso dell’ambiente: e così la scelta è ricaduta su Laterlite, con la sua gamma di prodotti a base di argilla espansa Leca, sviluppati proprio per la realizzazione di giardini pensili e coperture a verde. Si tratta infatti di un materiale leggero, naturale, versatile e che dura a lungo nel tempo. L’argilla Leca, inserita nello strato drenante e nelle miscele del substrato colturale, assicura un ottimo drenaggio, buona ritenzione idrica, leggerezza
e resistenza alla compressione. Un elemento, insomma, capace di soddisfare tutti i requisiti tecnici di un delicato progetto come questo, e che possa essere ecobiocompatibile, certificata ANABICEA per le applicazioni in Bioedilizia.
SOLUZIONI
| trag uardi
È ora di tirare le somme, guardando ai prossimi obiettivi, per celebrare i 100 anni dalla nascita di Rossini: da una sfida locale a orizzonti internazionali per l’abbigliamento professionale made in Italy
La qualità che f di Filippo Terragni
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na storia che inizia 100 anni fa, quando nasceva a Sedrina, nel bergamasco, Emilio Rossini, fondatore dell’omonima azienda. Un’attività ormai di riferimento per il territorio e per il settore dell’abbigliamento professionale, dal 1969. Proprio in quell’anno nacque l’idea di cucire e rattoppare gli abiti di altre persone, dopo la richiesta del parroco del paese di inventarsi un business che potesse dare lavoro alla comunità della zona.
LE NUOVE PROSPETTIVE
Un business che oggi supera i 30 milioni di fatturato e conta più di cento collaboratori. Rossini è riuscita a crescere superando le crisi,
dando sempre più spazio ai nuovi prodotti attenti al mercato e alle richieste. Per il futuro, le nuove generazioni al timone dell’impresa guardano a sostenibilità e innovazione puntando a crescere sempre di più, anche all’estero. «Alla fiera di Düsseldorf, la più importante del settore, abbiamo presentato con orgoglio l’innovativa linea di abbigliamento Re-use Re-work, realizzata con poliestere riciclato derivante dalle bottiglie di plastica a fine vita. Per quanto riguarda il mercato, abbiamo registrato il 95% delle vendite in Italia, ma l’obiettivo è di aumentare la quota estera fino al 7% e sfondare, come gruppo, il tetto dei 50 milioni di fatturato già nel 2022», racconta infatti
UNA SELEZIONE DEI PRODOTTI NOVITÀ
SOFTSHELL SMARTY
PANTALONE THUNDER
Cerniera antipioggia, cappuccio e foro per cuffie: il giubbotto Sofshell fornisce alti livelli di protezioni da ogni evento atmosferico e comfort, con un tessuto repellente all’acqua ma traspirante.
Il pantalone Thunder è adatto a ogni stagione. In canvas stretch, con possibilità di inserire le ginocchiere, elastici e passanti, cerniera resistente e tante comode e capienti tasche. Comodi per ogni attività, in un tessuto resistente allo strappo nelle zone di maggiore usura.
SCARPA ROCKFORD
GUANTI IN NYLON
Calzatura alta effetto nabuk foderata all’interno, con linguetta imbottita, puntale in composito. La suola in poliuretano bidensità, la soletta anatomica e traforata insieme al tallone antishock, garantiscono stabilità e comodità.
Guanto a filo continuo in nylon con rivestimento in nitrile su palmo e dita, palmo puntinato, sensibile, senza cuciture. Adatto anche per lavori di precisione.
fa storia LA PERFORMACE Marco Rossini. Racconti, ricordi e prospettive future dell’AD di Rossini, per celebrare i cento anni dalla nascita di Emilio Rossini in una giornata di festeggiamenti, interventi e pensieri sui traguardi raggiunti e sulle nuove sfide.
UNA SCELTA SICURA
Un marchio affidabile, sinonimo di attenzione all’accessibilità di prodotti di qualità, in una produzione che mette al primo posto la sicurezza dei lavoratori. Queste le parole chiave e i punti cardine di Rossini, che offre sempre linee comode, sicure e belle da vedere. Oltre a una scelta sempre vasta e diversificata.
Oltre ai vari interventi per la giornata di celebrazioni, mediati dal professor Paolo Mieli, giornalista, saggista ed opinionista, esperto di storia e politica, l’evento è stato coronato dalla performance dell’artista Michael Raivard, ideatore del Glitter Portrait. La sua particolare tecnica pittorica ha portato alla realizzazione di tre originali ritratti di Emilio Rossini, direttamente sul tessuto firmato Rossini.
SOLUZIONI
| Il g iardiniere per Vivai Nord
Visita il sito vivainord.it per saperne di più!
nero
brillante Il fascino di foglie scure e lucide a contrasto con fioriture vivaci e abbondanti: la collezione di Lagerstroemie è il nuovo fiore all’occhiello di Vivai Nord LAGERSTROEMIA ‘ENDURING RED’ Arbusto eretto e compatto per questa variante dalle tonalità di un avvolgente rosso. Una fioritura precoce e duratura, da fine giugno e per tutto l’autunno.
LAGERSTROEMIA ‘ENDURING LAVENDER’
D INFORMAZIONE PUBBLIREDAZIONALE
al 1988 un punto di riferimento per il settore, con la sua varietà di proposte, 50 ettari di coltivazione e consigli competenti ed esperti per rendere speciale ogni progetto. Vivai Nord non si limita solo al mercato italiano, ma arriva in tutta Europa con la sua storia ed esperienza.
NUOVI RICONOSCIMENTI Degli ultimi mesi è stato il grande successo delle
Fogliame verde brillante e scuro che circonda una fioritura dal portamento compatto e che dura tutta l’estate. Sfumature di un caldo malva, che si tinge di porpora in autunno e nei giovani germogli.
Lagerstroemie a foglia nera, che ha permesso di ampliarne la produzione. Ora con una nuova denominazione, Black Diamond, che sostituisce il vecchio logo europeo di Black Solitaire. Una grande soddisfazione per Vivai Nord, che ha ottenuto la licenza per riprodurre e coltivare le nuove Cv. Lagerstroemia Enduring, in tre varianti dalla crescita compatta e con una fioritura molto prolungata.
LAGERSTROEMIA ‘ENDURING WHITE’ Elegante, dall’andamento a palla e robusto: fiori bianchi e lucenti circondati da un fogliame verde oliva a contrasto. Una corteccia molto decorativa, come per le altre varianti, caratterizzata da una texture liscia, a chiazze sulle piante mature.
NEWS DA L MERCATO
News UNA “TAVOLA STORICA” Sulla ceppaia del Cedrus libani del Parco ligure di Villa Serra, affidandosi alla dendrocronologia per datare il legno, troviamo cerchi risalenti al 1877 fino ad arrivare al 2013. Proprio per la portata storica di questo esemplare gli interventi di valorizzazione della ceppaia, sollevando da terra il tronco tagliato per isolarlo dall’umidità e trattandolo con un impregnante, hanno permesso di ripercorrere i decenni attraverso gli occhi degli alberi. I lavori di valorizzazione si sono inseriti nel progetto complessivo di restauro dei Parchi di Nervi, iniziato due anni fa dopo i danni causati dal maltempo e presentati in occasione di Eurof lora, l’esposizione internazionale del fiore e della pianta ornamentale svoltasi la scorsa primavera nei Parchi di Nervi. Info: www.eurof lora.genova.it
UN NUOVO VOLTO
RIORGANIZZAZIONE E INNOVAZIONE
Il Centro Ricerca e Innovazione della Fondazione Edmund Mach ha un nuovo assetto, che si rispecchia nel nuovo sito, dall’inaugurazione a inizio 2022. Un progetto per delineare i campi d’azione e di interesse della Fondazione, per riorganizzare le aree di competenza, definire gli obiettivi e tenere traccia dei traguardi, con ben quattro aree tematiche, 21 piattaforme tecnologiche, tre banche del germoplasma e la Scuola di dottorato FIRST. Una trans-disciplinarità che spinge a sviluppare approcci originali, irrealizzabili in contenitori chiusi come erano i precedenti dipartimenti che sono stati eliminati. La nuova struttura del CRI va nella direzione di rendere ancora più incisiva la ricerca, mirando a sviluppare tecnologie per promuovere l’innovazione nei settori agro-alimentari e ambientali, avvalendosi di approcci scientifici innovativi. Info: www.cri.fmach.it
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Un forte spirito imprenditoriale, lo sguardo rivolto al futuro in una prospettiva collettiva: questi i pilastri su cui si fonda Imer, Industrie Macchine Edili Riunite, e che da qualche tempo si affaccia al panorama del florovivaismo con attrezzature solide e affidabili. Una filosofia e un approccio celebrati nel nuovo logo che Imer si è regalata per spegnere le sue 60 candeline dalla nascita dell’azienda. «Vogliamo guardare al futuro forti dell’esperienza maturata in questi 60 anni di attività», ha infatti affermato Paolo Salvadori, ceo di IMER Group. Una nuova identità visiva che ha riguardato tutte le quattro divisioni produttive per caratterizzarle e riflettere le sfaccettature dell’azienda. Info: www.imergroup.com
IL VERDE A PORTATA DI CLICK Un sito verticale solo per il verde, che ancora mancava nel panorama: Affari in giardino è rivolto a hobbisti e giardinieri, dove è possibile visionare centinaia di inserzioni di prodotti di seconda mano, ma anche attrezzature e macchine nuove per il giardinaggio. Intuitivo e veloce, attraverso i filtri di ricerca permette di trovare il prodotto giusto e in zone vicine. Uno sguardo poi anche alla sostenibilità e allo spreco, proprio perché oltre all’acquisto sulla piattaforma è possibile vendere quello che non si utilizza più. Info: www.affariingiardino.it
UN SOLLEVATORE DA MEDAGLIA D’ORO L’eWorker del gruppo Merlo è arrivato dopo due anni di sviluppo e dalla sua commercializzazione, alla fine dello scorso anno, ha subito riscosso grande successo. Non solo tra il pubblico, che ne ha immediatamente intuito e apprezzato potenzialità e punti di forza, ma anche tra i tecnici internazionali. Si tratta infatti del primo sollevatore telescopico full-electric, capostipite di una generazione: la visione di questo progetto, rivolta al futuro, è valsa così all’azienda l’assegnazione del premio Compasso d’Oro, uno dei più autorevoli premi globali di design, come “bene caratterizzato da una progettualità avanzata e culturalmente consapevole, eticamente responsabile verso l’individuo, la società e l’ambiente, e propulsiva di nuove qualità materiali e immateriali”. Info: www.merlo.com
UN TRAGUARDO DA FESTEGGIARE L’inizio di un anno scolastico, quello in arrivo per il 2022/2023, che segna un importante traguardo per la Scuola di Minoprio, con i suoi 60 anni di attività. Per celebrare un’istituzione che da sempre ha fatto del verde, del settore agricolo e agroalimentare la sua missione, si sono organizzati eventi che rimettano al centro questo mondo parlando di green economy, innovazione, inclusione, per ispirare a un abitare sostenibile della terra. Con l’anniversario della Scuola si rinnova anche la storica collaborazione con Orticolario, la manifestazione in programma a Villa Erba, sul Lago di Como, per quest’anno dal 29 settembre al 2 ottobre, all’insegna di un lancio nel futuro delle linee seguite fino ad ora. Info: www.fondazioneminoprio.it
Villa Raimondi nel 1968.
Villa Raimondi oggi.
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LIBRERIA
la rubrica di r sui libri più ve
L’ESSENZA DEL PARADISO È proprio in occasione del venticinquesimo anniversario del network Grandi Giardini Italiani che la casa editrice Franco Maria Ricci presenta questo ambizioso volume. Una celebrazione del Bel Paese, dell’arte, della natura e della bellezza a cura di Rachele Pozzato
Visita il sito francomariaricci.com per saperne di più! LE AUTRICI Una pubblicazione tutta al femminile, dalla sapiente sinergia tra la fondatrice di Grandi Giardini Italiani, Judith Wade, che apre le danze raccontandoci la storia e l’intuizione della nascita della rete, insieme alla scrittrice e giornalista Delfina Rattazzi, che arricchisce il volume con un saggio che snocciola un itinerario per scoprire la varietà dei nostri spazi verdi, e la storia che ognuno di questi luoghi porta con sé. A compendio c’è poi l’antologia curata dalla storica dell’arte Caterina Napoleone, presentandoci quegli stessi luoghi con le parole degli scrittori, dalle fonti più antiche fino ai giorni nostri.
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uesta è la storia fin qui di un’impresa sui generis. È il racconto di un’avventura alla scoperta di persone che condividono la necessità di tramandare alle future generazioni un patrimonio di inestimabile valore, investendo tempo e lavoro». Così si apre Grandi Giardini Italiani. L’essenza del Paradiso, riassumendo con le parole della ceo e fondatrice Judith Wade la traccia su cui si muove l’organizzazione. Il volume porta il lettore, che si fa anche spettatore e vero e proprio ammiratore delle stampe e delle foto che accompagnano i testi, tra giardini esotici e nascosti, rinascimentali e barocchi, orti botanici e sacri boschi. Una celebrazione, un viaggio, un racconto dei 147 parchi riuniti sotto la rete di Grandi Giardini Italiani e sparsi in 14 regioni italiane. Un eden terreno che si snoda dall’Isola Bella sul Lago Maggiore a Vitorchiano, passando per Verona e arrivando fino a Palermo, facendoci respirare curiosità botaniche e bellezza. Una storia fatta di persone, che ci presenta Judith Wade nell’introduzione, di luoghi, che ci fa esplorare Delfina Rattazzi, di arte e di storie, che ci racconta Caterina Napoleone nella sua antologia letteraria.
PERCHÉ LEGGERLO? ◗ Per chiunque voglia fare un pieno di bellezza: che sia per conoscere luoghi ancora ignoti ai più o per viaggiare attraverso le pagine di questo volume, ma anche per i più esperti che non si stancano mai di meravigliarsi. ◗ Per le immagini a piena pagina degli scorci e degli angoli più suggestivi, che permettono al lettore di ammirare questa parte
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così importante e affascinante del nostro patrimonio culturale e naturale. ◗ Per conoscere meglio il percorso che ha portato alla realizzazione del sogno di riunire sotto un unico network i proprietari e i curatori dei più bei giardini visitabili in Italia.
GESTIONE | formazione/1 in collaborazione con
Giardino Silvia Conti.
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l termine del percorso triennale di Operatore Agricolo, presso l’Istituto Tecnico di Agraria di Minoprio, gli allievi sono chiamati a certificare le competenze acquisite in itinere. Oltre alla prova scritta multidisciplinare e a quella orale, gli alunni si misurano con la progettazione e la realizzazione di un’area verde. Visitandola, ci siamo imbattuti in diversi giardini che puntano all’ecosostenibilità, spingendo i visitatori al rispetto per la natura e a un minor spreco di risorse. Ogni alunno ha a disposizione una parcella di terreno di circa 15 mq per dar forma alle proprie idee. Ecco cosa ci ha colpito maggiormente.
ATTENZIONE ALLA BIODIVERSITÀ
Particolare il giardino di Dharma Pesce, che ha scelto di realizzare un giardino mellifero, nel quale le api possono nutrirsi e salvaguardare la biodiversità. Un altro progetto pensato per gli insetti ausiliari è quello di Giorgio Proietti che ha, all’interno, un Bug Hotel, «una struttura – spiega – che si può trovare nei parchi pubblici o in giardini privati e che ha lo scopo di incrementare l’impollinazione delle piante». C’è anche chi ha preso spunto da parchi storici o giardini protetti come il Parco delle Groane, sulla base del quale Francesco Olivo, che nei dintorni
Ecco qui il primo articolo del progetto “Redazione in classe” realizzato dalla Fondazione Minoprio insieme alla nostra casa editrice. Si parla di giardini realizzati dagli allievi, idee per la progettazione di domani di Alessia De Micheli e Giacomo Gatti
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Giardino Giorgio Proietti.
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Giardino Francesco Olivo. Giardino Dharma Pesce.
Per maggiori informazioni
www.fondazioneminoprio.it
LA REDAZIONE IN CLASSE È un vero comitato di redazione composto da allievi, professori e nostri redattori, per raccontare il mondo del verde là dove si formano i professionisti del settore. Particolarità del progetto è che gli articoli, a seconda del tema e del target di riferimento, vengono poi pubblicati in uno spazio ad hoc sulle pagine delle nostre riviste. Vuoi saperne di più? Vai a pagina 56 de IL giardiniere numero 032.
del Parco è nato e cresciuto, ha creato un’area verde con piante ad alto fusto, sotto cui ha inserito delle tappezzanti, al fine di ricreare il sottobosco caratteristico del Parco stesso. Al centro della parcella, è presente un ruscello traversabile tramite un ponte in legno di recupero. Silvia Conti, invece, ha scelto di realizzare un giardino urbano. Nella sua area ha inserito elementi di riciclo come bancali ridipinti su cui ha posto piante ricadenti e fiorite. In un angolo ha posizionato un tavolino con delle sedie per rilassarsi dopo una giornata di lavoro. «Questo progetto può essere un’opportunità per il mio futuro lavorativo, visto che le città sono sempre più alla ricerca di aree verdi. E io, che sto studiando in una scuola agraria, devo essere in grado di conoscere questa realtà e saperla realizzare». N°033
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GESTIONE | formazione/2 in collaborazione con
SAPERE
PER PROGETTARE Percorsi formativi per professionisti che vogliano affinare le proprie competenze nella progettazione di giardini. Per valorizzare gli “effetti speciali” delle piante e prendere la via della sostenibilità di Giovanna Cutuli, foto di Roberto Benatti
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l diffondersi dell’interesse e dell’apprezzamento da parte dei privati per la realizzazione e il mantenimento di un giardino – grazie anche al supporto del Bonus Verde, a partire dal 2018 – ha spinto i giardinieri professionisti verso la formazione di competenze nella progettazione degli spazi verdi. Sappiamo che si tratta di una materia multidisciplinare, simbiosi di arte e tecnica, accompagnata da un’adeguata capacità a scegliere materiali e piante. A tal proposito la Scuola Agraria del Parco di Monza, che da oltre un secolo si dedica alla formazione per il verde, propone percorsi didattici, formativi e multidisciplinari per la progettazione del verde. Indirizzato ai professionisti è il corso di 480 ore, che forma il Tecnico progettista di spazi verdi.
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BREVI MA INTENSI Completano il panorama formativo i corsi di breve durata. Poche, ma intense giornate, per i garden e i plant designer. I corsi sono tutti orientati alla sostenibilità del giardino contemporaneo. Coprono argomenti legati al risparmio idrico, all’adattabilità del suolo, ai corretti comportamenti legati all’alternarsi delle stagioni, alle strategie da adottare per fare fronte ai cambiamenti climatici e alle difese naturali verso le patologie più comuni. Tra i corsi già proposti, giusto per avere un’idea dell’offerta, il corso sul Giardino Mediterraneo – durante il quale si è studiato l’ampio panorama delle piante degli areali mediterranei, per conoscerne le combinazioni e le migliori tecniche di coltivazione – e il corso sull’Uso delle piante perenni nel giardino: quest’ultimo, condotto dagli appassionati professionisti Beatrice Rivolta e Roberto Benatti, ha spaziato dal progetto alla realizzazione per conoscere graminacee ed erbacce perenni, nelle loro tessiture, colori e linee differenti, per rispondere a spazi verdi con stili diversi.
PROGETTARE E SUPERVISIONARE
Per maggiori informazioni
www.monzaflora.it
Il corso è basato su una formazione teorica online e una formazione pratica in campo, per raggiungere due principali competenze: elaborare progetti di spazi verdi ed effettuare la supervisione dei lavori di realizzazione. È suddiviso in due moduli: il primo, propedeutico, copre le aree che vanno dallo studio della botanica al disegno architettonico; il secondo, che inizia a settembre, è destinato a tutti coloro che vogliono diventare professionisti, o già lo sono, come architetti, agronomi o operatori del verde, di comprovata esperienza, con l’esigenza di completare le proprie competenze, per esempio nelle tecniche di progettazione con specifici software o nella disciplina dei contratti di appalto e nell’analisi dei costi. Questo corso di formazione ha numerosi vantaggi, tra i quali il riconoscimento della figura professionale da parte della Regione Lombardia. I corsisti, superato l’esame finale, non solo acquisiscono l’attestato di competenza di Tecnico progettista di spazi verdi, ma possono anche iscriversi all’Albo dei Manutentori del verde, ai sensi del DDG 5777 di Regione Lombardia, in coerenza con l’Accordo Stato-Regioni del 22/02/2018. N°033
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GESTIONE | prevenzione Qui trovi gli interventi dell’evento svoltosi a Villa Carlotta
A questa domanda ha risposto l’Assemblea generale delle Nazioni Unite con l’istituzione della Giornata Internazionale della Salute delle Piante. La loro tutela è sempre più urgente, soprattutto ai fini della sicurezza alimentare e della salvaguardia della biodiversità di Daniela Stasi
conta LA salute delle piante? TEMPO DI LETTU R A: 3 minuti
Q
uando si dice, finalmente! Il 12 maggio 2022 in tutto il mondo è stata celebrata la prima Giornata Internazionale della Salute delle Piante. È stata voluta dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il principale organo istituzionale dell’Onu, che ha ritenuto urgente richiamare l’attenzione sui problemi di sicurezza alimentare e di perdita di biodiversità causati dal proliferare di parassiti e malattie delle piante. Noi de IL giardiniere abbiamo partecipato alle celebrazioni in Lombardia, svoltesi a Villa Carlotta, a Tremezzina, sul Lago di Como, alla presenza di autorità politiche e istituzionali. Ecco qui cosa abbiamo appuntato sul nostro taccuino.
UN ANNO INTERAMENTE DEDICATO
Partiamo dall’inizio. Le piante sane costituiscono il fondamento di tutta la vita sulla Terra, assicurano
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le funzioni dell’ecosistema, la sicurezza alimentare e la nutrizione. Contribuiscono quindi a proteggere l’ambiente, a ridurre la povertà, a combattere la fame. La salute delle piante è la chiave per lo sviluppo sostenibile dell’agricoltura necessario per nutrire una popolazione globale in crescita entro il 2050. Per tutti questi motivi l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 2020 International Year of Plant Health (IYPH). A causa della pandemia, l’anno è stato esteso anche al 2021. Queste le premesse che hanno portato poi all’istituzione a partire dal 2022 della Giornata Internazionale della Salute delle Piante. Per sottolineare quanto diffuso dalla FAO (approfondimento nel box), come detto, si è svolto un evento durante il quale è stato illustrato l’impegno di Regione Lombardia e del Servizio Fitosanitario per la tutela della salute delle piante. In particolare, il responsabile del Servizio Fitosanitario, Andrea Azzoni, ha posto l’accento sullo sforzo per contenere la diffusione
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Nelle foto di queste pagine, momenti dell’evento organizzato da Regione Lombardia a Villa Carlotta e degli scorci dello splendido giardino botanico.
di parassiti e malattie delle piante da quarantena e transfrontaliere, aumentati significativamente negli ultimi anni. Per far conoscere il problema, è stato anche organizzato un articolato progetto formativo tra gli studenti dei vari ordini scolastici.
MEGLIO PREVENIRE CHE AFFRONTARE EMERGENZE
Proteggere le piante e le colture con attività di prevenzione è molto più conveniente che affrontare un’emergenza fitosanitaria. A questo scopo, la FAO e la Convenzione Internazionale per la Protezione
LE STIME DELLA FAO L’80% del cibo di cui ci nutriamo è di origine vegetale. Eppure, per anni e anni la salute delle piante è stata secondaria. Cosa sta accadendo nel concreto? Da un lato, il cambiamento climatico e le attività umane alterano gli ecosistemi, riducendo la biodiversità e creando condizioni ideali per lo sviluppo di parassiti. Dall’altro, con l’aumento dei collegamenti aerei e dei commerci internazionali, cresce il rischio di “importare” organismi nocivi da cui le piante dei Paesi di arrivo non sono pronte a difendersi. Le conseguenze sono importanti: la FAO stima che ogni anno fino al 40% dei raccolti alimentari venga perso a causa di parassiti e malattie delle piante. Nelle comunità rurali più povere, dove l’agricoltura è la principale fonte di reddito, sono milioni le persone che restano senza cibo.
delle Piante (IPPC) si occupano della stesura e dell’applicazione degli Standard Internazionali per le Misure Fitosanitarie (ISPM), cioè delle norme che regolano la movimentazione e il commercio a livello globale dei vegetali e dei prodotti vegetali, e stanno lavorando con i governi, il mondo accademico e i centri di ricerca affinché tutti i Paesi possano beneficiare della loro applicazione.
GESTIONE | sostenibilità
operta Riscoperta
di un’antica un p
Derivante dall’agricoltura, la consociazione è una tecnica ideale per i clienti che desiderano un prato naturale testo e foto di Federico Fagan
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I
l termine consociare ci fa pensare a una miscela, un miscuglio realizzato secondo rapporti e criteri specifici. In modo particolare, con il termine consociazione, facciamo riferimento alle sementi da prato. Di fondamentale importanza è creare una soluzione che possa rivelarsi ideale alla situazione in cui ci troviamo, infatti, non tutti i rapporti di consociazione sono gli stessi, molto dipende dal tipo di terreno, dalla struttura e dall’esposizione rispetto al sole. L’antica pratica della consociazione, il cui pregio è L la sua elevata sostenibilità, vede la miscelazione di
LE ORIGINI La consociazione delle sementi è una vecchia pratica, nata in agricoltura per sopperire alla mancanza di fertilizzanti e, al tempo stesso, per raccogliere un foraggio con caratteristiche bilanciate, ovvero avere un prodotto da somministrare agli animali il più completo possibile in termini di sostanze nutritive come proteine derivate dalle leguminose, fibre e carboidrati derivate dalle graminacee. La consociazione è quindi un valido compromesso per ottenere un prodotto che possa apportare buona parte dell’energia richiesta per le produzioni zootecniche.
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leguminose con graminacee ed è possibile applicarla nel settore del verde: con qualche conoscenza di botanica naturalistica, è possibile realizzare ottimi prati completamente in equilibrio.
MIX CHE PORTA ALL’EQUILIBRIO Q Questa alternativa si presenta ben diversa dai prati in purezza, prevede infatti la presenza di più essenze, tra l’altro di generi diversi. Sicuramente un prato di questo tipo è più semplice da gestire e più in equilibrio e può trovare spazio per quella fascia di clientela che desidera un prato naturale. Non per ultimo, può essere proposto per ridurre o eliminare definitivamente l’utilizzo di fertilizzanti chimici azotati nei giardini: ricorrendo alla consociazione tra essenze di
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a pratica
Per conoscere Federico Fagan vai al sito naturefagan.com
Ricorrendo alla consociazione creiamo un equilibrio nutrizionale tale che le due tipologie possano convivere a lungo perché entrambe traggono vantaggio dall’ospite vicino
leguminose e di graminacee, creiamo un equilibrio nutrizionale tale che le due tipologie possano convivere a lungo perché entrambe traggono vantaggio dall’ospite vicino, con il risultato di un prato in perfetto equilibrio. Le leguminose hanno la capacità di sfruttare le molecole di azoto presenti nell’atmosfera e di fissarle al terreno come ione ammonio, questo grazie ai rizobiobatteri che infettano le radici delle piante. La pianta fornisce energia ai batteri e i batteri forniscono i “macchinari” necessari per convertire l’azoto atmosferico in una forma disponibile per le piante, diventando elementi chimici a disposizione anche per le graminacee che non hanno questa proprietà.
Dal canto loro, le graminacee hanno invece la capacità di rendere il terreno friabile e areato grazie all’apparato radicale maggiormente fascicolato rispetto ad alcune leguminose, oltre che proteggerle da eccessivi calpestii e da piogge violente.
TERRENO FERTILE, SVILUPPO BATTERICO ELEVATO
Dal punto di vista ambientale la giusta combinazione delle due tipologie ha un risvolto biologico molto importante. Infatti, la vita biologica sia delle piante che del terreno risulta maggiormente attiva con uno sviluppo interessante della componente batterica utile per trasformare N°033
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GESTIONE | sostenibilità
Trifoglio bianco.
Con qualche conoscenza
di botanica naturalistica, è possibile realizzare prati completamente in equilibrio
radicali delle diverse essenze sono a disposizione dei microrganismi che cibandosene rendono il ciclo vivo e attivo, partecipando alla mineralizzazione. Non va mai dimenticato che la sostanza organica è il motore del terreno.
CURA METICOLOSA DALLA SEMINA AL PRIMO TAGLIO
Trifoglio, festuca e loietto in consociazione.
e proseguire i normali processi di maturazione della sostanza organica. Con la consociazione avremo un terreno maggiormente fertile e uno sviluppo batterico utile più elevato: dalle analisi si denota che la concentrazione è nettamente superiore alle colture in purezza. Gli essudati
Primo piano del trifoglio bianco intermedio.
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Le operazioni che precedono la semina sono note e conosciute da qualsiasi giardiniere, il mio consiglio è di effettuare sempre la rullatura in presemina e post semina. Le irrigazioni devono essere frequenti con poca acqua per evitare il fenomeno del ristagno, lisciviazione superficiale e deriva delle sementi. A germinazione avvenuta è opportuno seguire gli step successivi, in caso di fallanze o altre anomalie, intervenire tempestivamente con
COME FARE: CONSIGLI PRATICI E UTILI In fase di creazione della miscela è bene sapere i giusti rapporti per non eccedere verso una delle due tipologie a scapito dell’altra. Le essenze consigliate posso essere: Festuca rubra, 35%, Loietto inglese, 30%, Trifoglio bianco intermedio (media altezza) 35%. Consiglio il trifoglio bianco di media altezza, non usate il nano, essendo basso rischierebbe di venir soffocato e morire. Nel caso si opti per il trifoglio rosso è bene modificare questo programma, affidandoci a un esperto. La miscela va impiegata a un investimento di 4045 gr a metro quadrato di terreno. Questo è un esempio da applicare in un terreno di medio impasto, in condizioni standard ovvero con disposizione sia in soleggiato che a mezz’ombra. Se il terreno presenta una struttura diversa, è bene adottare delle modifiche cambiando i rapporti dei dosaggi e l’investimento. Anche in questo caso sarebbe meglio chiedere il parere a un tecnico competente.
Q Loietto inglese. P Festuca rubra.
la risemina nelle aree sventurate, per non arrivare poi a un prato a due velocità. Ricordiamoci che ci troviamo a gestire un prato con diverse PASTO COMPLETO essenze e generi, quindi, va seguito dalla semina Dalla tabella emerge palesemente che l’investimento al primo taglio in modo scrupoloso. Proprio il per un prato di essenze miste con leguminose aiuta primo taglio sarebbe ottimale farlo ad altezza di alla buona e regolare crescita dei “commensali” circa 30 cm, poco più, per consentire alle essenze che utilizzano azoto; il fabbisogno del loietto e della di radicarsi, di sviluppare al massimo gli steli e Festuca sono ampiamente coperti dal trifoglio bianco; le leguminose sono una vera e propria fabbrica quindi di strutturarsi. Mentre per il secondo si di fertilizzante azotato, il bilancio si presenta in attivo, può valutare di farlo leggermente più basso, dal a disposizione 1,25 gr di azoto a metro quadrato. terzo in poi adottare l’altezza desiderata, ed è possibile sfalciarlo più frequentemente, avendo sempre un occhio di IL BILANCIO DI N/M2/ IN GRAMMI PER ANNO RICHIESTO DALLE COLTURE DI LOIETTO riguardo per il trifoglio, E FESTUCA E LA PRODUZIONE DI AZOTO DA PARTE DELLE LEGUMINOSE essendo la pianta che N/m²/gr mantiene vivo il prato e N/m²/gr N/m²/gr N/m²/gr N/m²/gr in media attivo il ciclo. Va evitato Coltura in consociazione fabbisogno fabbisogno fabbisogno N/m²/gr fissato anche di lasciare crescere al 35% in purezza al 30% al 35% in purezza troppo il loietto e la Festuca che causerebbero Trifoglio bianco 40 14 14 il soffocamento del Loietto inglese 0 0 25 7,5 0 7,5 trifoglio, con il rischio di Festuca rubra 0 0 15 0 5,25 5,25 arrivare a sconvolgere la natura iniziale del prato Bilancio 1,25 in consociazione. Fonte: dati ricavati ed elaborati (Don Ball, Auburn University)
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GESTIONE | pratiche
scarti veg e fatta chiarezza La Regione Lombardia e la Regione Marche hanno chiarito con una nota ufficiale la normativa nazionale in materia di sfalci e ramaglie: possono essere valorizzati attraverso pratiche agricole o altre filiere di Daniela Stasi TEMPO DI LETTU R A: 4 minuti
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residui derivanti da attività di cura del verde, pubblico e privato, non sono un rifiuto, ma una risorsa. La Regione Lombardia e la Regione Marche, con una nota inviata alle rispettive Province, hanno dato un chiarimento ufficiale sulla possibilità di riutilizzo, in ambito agricolo e a fini energetici, degli scarti vegetali derivanti dall’attività di cura del verde, confermando le interpretazioni sulle quali Assofloro e Coldiretti lavorano da tempo. I documenti illustrano come i residui derivanti dalle attività di cura del verde privato, e anche del pubblico a specifiche condizioni tracciate da una circolare del Ministero per la Transizione Ecologica MiTE, possano essere destinati a un utilizzo agricolo come sottoprodotto, purché vi sia
adeguata tracciabilità tra il punto di produzione e il luogo di destinazione nel quale si realizzi un utilizzo agronomicamente corretto e riconducibile a una buona pratica agricola.
LE LINEE GUIDA
•Q Quando il soggetto che effettua l’attività di cura del verde è un agricoltore-florovivaista che raccoglie i residui di lavorazione (come sfalci d’erba e ramaglie) e li riutilizza presso la propria azienda nel ciclo agricolo o per la produzione di biogas, l’attività non viene considerata come una produzione di rifiuto ma come la gestione di materia nello stesso ciclo produttivo. Quando il soggetto che effettua l’attività di cura •Q del verde è un florovivaista non agricoltore che
VALIDO A PRESCINDERE Come evidenziato nelle note regionali, la possibilità di gestire i residui vegetali come sottoprodotto è valido indipendentemente dal fatto che a produrli sia un’azienda agricola o un’azienda artigiana. Da sottolineare che nella norma viene fatto specifico riferimento al verde pubblico dei comuni, sgomberando il campo da qualunque interpretazione riduttiva alle sole risulte prodotte dalla manutenzione del verde privato.
g etali raccoglie i residui di lavorazione e li riutilizza presso la propria azienda solo come ammendanti, l’attività non viene considerata come produzione di rifiuto ma come la gestione di materia nello stesso ciclo produttivo. • Se il soggetto che effettua l’attività di cura del verde porta i residui di lavorazione a un agricoltore terzo che li inserisce nel ciclo agronomico per la produzione di biogas o per la produzione di materia che usa nella sua attività agricola chiudendo
Approfondimenti su assofloromagazine.it il ciclo del sottoprodotto, il materiale, non configurandosi in partenza come rifiuto, non soggiace alla gestione rifiuti (iscrizione al registro, uso del formulario) ma rientra nella gestione di un sottoprodotto. Il documento di trasporto è il DDS accompagnato dal contratto che identifichi il destinatario e indichi il corretto trattamento (compostaggio) e/o l’utilizzo agronomico. • Come richiamato dalla Circolare del Mite del 14/05/21 (Decreto Legislativo N.116/2020 - Criticità interpretative e applicative chiarimenti), che fa chiarezza in materia di residui derivanti dalla manutenzione del verde pubblico, quando i materiali non sono qualificabili come esclusi dai rifiuti o come sottoprodotti dovranno essere qualificati come rifiuti. Spetterà quindi all’azienda qualificare il materiale di risulta della propria lavorazione, avendo cura di tracciare il percorso dalla produzione al destino.
LA PAROLA A NADA FORBICI, PRESIDENTE ASSOFLORO E COORDINATORE DELLA CONSULTA NAZIONALE FLOROVIVAISMO COLDIRETTI
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Ancora una volta la collaborazione con le istituzioni ha portato ad un risultato importante per il settore. Con questa nota ufficiale di Regione Lombardia si chiarisce definitivamente che i residui vegetali derivanti dalle attività di cura del verde pubblico e privato possono essere riutilizzati attraverso altre filiere, escludendoli dalla gestione come rifiuti con obbligo di registrazione. Si tratta di un chiarimento che ha un impatto importante sull’ambiente e sul lavoro di chi si occupa di cura del verde: semplifica l’attività delle imprese mettendole al riparo da interpretazioni non corrette e quindi da sanzioni, fa bene all’ambiente perché si evita la produzioni di rifiuti (con tutto quello che ne consegue in termini di impatto per la gestione), crea occasioni e opportunità per la valorizzazione di una risorsa che può essere utilizzata attraverso varie attività e filiere, nell’ottica di una vera economia circolare e per un miglioramento qualitativo delle aree verdi. Particolarmente significativo il richiamo ai CAM, i criteri ambientali minimi per il verde pubblico, che hanno lo scopo di ridurre attività e servizi sull’ambiente e che prevedono, nello specifico, il reimpiego di materiali organici residuali.
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SCOPERTE | vegetali
LA REGINA
DEL GIARDINO La fioritura per eccellenza, la rosa. E Plantipp, tra le proposte di quest’anno, ne ha presentate due nuove varietà di Rachele Pozzato TEMPO DI LETTU R A: 2 minuti
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e parole d’ordine sono colore e freschezza, e lo si vede bene tra le proposte degli ibridatori olandesi. La gamma è amplissima: dalle varietà più minute a quelle più esuberanti, per accontentare ogni preferenza e necessità e calarsi alla perfezione in ogni progetto. A tornare protagoniste assolute poi, quest’anno, sono le rose, riviste da Plantipp in due varianti innovative, vivaci e d’impatto.
SPUMEGGIANTE DELICATEZZA Rosa Cutie Pie è la scelta perfetta per spazi contenuti, come coltivazioni in vaso, in terrazzo e soprattutto per giardini di piccole dimensioni. Con il suo portamento compatto, che rimane basso sul terreno crescendo per un massimo di 15 cm in altezza e quasi il doppio in larghezza, regala comunque grandi soddisfazioni, portando colori e profumi, con una copiosa fioritura di rose senza spine, minute e dai toni pastello.
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BELLEZZA SENZA TEMPO Fascino d’altri tempi e malia intramontabile sono proprie della rosa, con i suoi colori e profumi intensi. Ancora di più, poi, se si tratta della nuova varietà Everglow Ruby: i suoi fiori cambiano colore con il passare del tempo. Oltre a un invecchiamento con i fiocchi, l’attrattiva di questi esemplari è nella struttura ramificata e abbondante, cresce sulle sue stesse radici ed è autopulente.
SCOPERTE | Il g iardiniere per Leonessa Vivai
ispirare
e ispirarsi
Questo l’obiettivo della giornata porte aperte di Leonessa Vivai: uno scambio tra professionisti, per confrontarsi e aprirsi a nuovi stimoli TEMPO DI LETTU R A: 2 minuti
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aggiungere un traguardo importante celebrando la natura e la convivialità: questi i programmi di Leonessa Vivai per i suoi primi dieci anni di attività, da festeggiare con l’evento Piantonario, l’atteso Porte Aperte autunnale. Quindi Save the date: il 6 settembre sarà una giornata ricca di eventi, scambi e nuovi spunti.
NOVITÀ WEB-SHOP
INFORMAZIONE PUBBLIREDAZIONALE
Con la stagione autunnale alle porte, momento cruciale per il settore e per i professionisti, avere la possibilità di incontrare appassionati addetti ai lavori, tra gardenisti, giardinieri e operatori, è stato un punto fondamentale su cui concentrarsi per Leonessa Vivai, azienda promotrice dell’evento. Altrettanto importante, l’apertura del nuovo web-shop: sarà possibile fare ordini anche online, approfittando del coupon di benvenuto del 10% sul primo acquisto che tutti i partecipanti all’appuntamento riceveranno in anteprima.
FOCUS FORMAZIONE
Oltre alla possibilità di visitare gli otto ettari del terreno, con indicazioni e curiosità per lasciarsi ispirare, sarà possibile partecipare a delle esclusive occasioni di formazioni: con Marta Pavia, sui
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Prenota il tuo posto alle lezioni all’indirizzo eventi@ leonessavivai.it e scopri tutte le altre curiosità su Piantonario al sito leonessavivai.it
social @zuccaviolina, ed Erica Cherubini, @green visualmerchandising, ci saranno due workshop operativi a numero chiuso e uno slot di consulenze one-to-one, per toccare con mano il mondo della promozione su Instagram, proponendo esercizi e consigli di Green visual merchandising.
ARIA ACCOGLIENTE
Una giornata in cui potersi ritrovare a parlare di ciò che più appassiona, delle novità e delle possibilità del settore, immersi in un’atmosfera stimolante e creativa, progettata e filtrata dall’esperienza di Erica Cherubini. L’obiettivo è catapultare i visitatori nell’accogliente atmosfera delle sagre autunnali di paese, con street food cucinato al momento, musica dal vivo e dj set, una giocosa lettura dei tarocchi a offerta libera che permetterà di adottare un alveare, senza dimenticare il gioco della pesca, grande classico delle feste paesane e un modo divertente per aggiudicarsi gli omaggi che Leonessa Vivai ha preparato per tutti i clienti. Insomma, un’occasione per riportare il vivaio in una dimensione magica, da cui lasciarsi ispirare e assorbire idee e stimoli.
SCOPERTE | vegetali
SUGGESTIONI Versatilità, resistenza e resa estetica: contro ogni previsione e credenza, sono le caratteristiche principali delle specie acquatiche. Ecco quindi in queste righe alcuni segreti e trucchi per una progettazione elegante e originale, svelati da un vero di Rachele Pozzato esperto in materia…
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ra le aziende protagoniste di Verde Latina, il piano di valorizzazione del florovivaismo della provincia di latina, promosso dalla Camera di Commercio Frosinone-Latina, c’è Water Nursery. Un vivaio che concentra la sua attività sulle piante acquatiche, e che nasce da una collezione proprio in queste zone, terre in origine palustri, per diventare poi vera e propria azienda. Specializzati in esemplari rari, difficili da reperire, e per questo una preziosa risorsa, ricca di chicche per arricchire progetti e interventi con un tocco ricercato e mai banale.
IRIS ENSATA Un rizoma sotterraneo da cui nascono foglie verdi a forma di spada che arrivano fino a 70 cm. Con la primavera, a fine marzo, inizia la vegetazione delle foglie, mentre si dovrà aspettare qualche settimana ancora per la fioritura che sarà però abbondante: occhio giallo, fiori di un azzurro violaceo che sfumano al bianco verso il centro, per oltre 15 cm di diametro. Predilige il sole, ma non disdegna la mezz’ombra,, coltivabile sia in terra, sia in acqua. Come substrato di coltivazione ama i terreni ricchi, umidi e con elementi drenanti al suo interno.
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ACQ ACQUATICHE IRIS SIBIRICA Sempre dalla famiglia delle iridacee, questo iris si caratterizza per i suoi fiori viola intenso che arrivano fino a 10 cm di diametro, in contrasto con il giallo al centro. Il periodo vegetativo va da marzo a fine ottobre e con i primi freddi va in riposo per poi ripartire in primavera. Un fiore facile da coltivare e che si adatta alle più svariate tipologie di progetto e realizzazione:: una posizione ben illuminata e un terreno sapientemente drenato saranno sufficienti per farne esemplari longevi, sani e belli.
PAROLA ALL’ESPERTO
«Le specie che più consiglio ai giardinieri che si rivolgono a noi? Sicuramente Iris sibirica o ensata» ci racconta Valerio La Salvia, titolare di Water Nursery. «Sono piante acquatiche, ma non hanno bisogno di un laghetto, anzi, sono piante molto versatili. Come si intuisce dal nome poi, si tratta di varianti provenienti dalla Russia, dalla Siberia: insomma, sono piante originarie di Paesi dai climi ostili, quindi sono resistentissime. Un angolo del giardino con discreta umidità li accoglierà alla perfezione e non hanno bisogno di moltissima acqua».
Un esempio di progetto in cui Iris siberica ed ensata sono le specie protagoniste.
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SCOPERTE | vegetali
I PLUS • Primo ufficiale incrocio intergenerico • Spettacolare varietà di colore • Dimensioni compatte, portamento denso • Rosette grandi e forti • Foglie spesse, spesse robuste e lucide
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na storia che inizia con due amici, e soci, di un vivaio inglese. Da un lato, la passione per le forme e i colori tropicali, la morbidezza delle piante grasse. Dall’altra, l’esigenza di piante resistenti ai climi britannici per la progettazione di giardini che possano essere rigogliosi anche in inverno.
LA SCELTA VINCENTE
Nasce così da Mark Lea e Daniel Michael di Surreal Succulent un’ibridazione che dà vita ai xSemponium, ibridi, cioè, intergenerici costituiti da Sempervivum e Aeonium. Entrambi membri della famiglia delle Crassulacee, i Sempervivum però, compatti e resistenti, sono piante diffuse in Europa e sulle Alpi e crescono fino a -20°. Gli Aeonium, invece, sono succulente originarie delle Canarie e dell’Africa, poco adatte alle temperature fredde.
Il risultato? Piante grasse colorate e resistenti, introdotte a livello europeo dopo l’accordo con Plantipp nel 2021, i xSemponiums sono a crescita rapida, facili da coltivare e resistenti. Le foglie che sembrano sempre fresche e pulite tutto l’anno, il colore che varia con le stagioni li rendono esemplari affascinanti e versatili, adatti ai terrazzi di città ma anche alla progettazione di giardini.
Come quella creata dagli ibridatori di Surreal Succulent e portata sul mercato da Plantipp, capace di unire i colori e le forme tipiche delle succulente di Emma Colombo alla resistenza anche a basse temperature
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LE DIMENSIONI CHE CONTANO La variante Sienna, che sarà poi presentata in nuovi colori, cresce fino a 50 cm di diametro e 40 cm di altezza, con rosette che raggiungono i 20 centimetri e fioriscono dopo circa 3 anni dalla rosetta centrale. La variante Diamond si sviluppa più o meno delle stesse dimensioni, quando raggiunge i 2, o massimo 4, anni di età emerge dalla rosetta centrale il fiore fiore, grande e scenografico. Per quanto riguarda invece la Destiny, la crescita è diversa dalle altre due varianti: la rosetta centrale cresce solo fino a 40 cm, i germogli laterali supereranno la madre in altezza di circa 10 cm. Al secondo anno di coltivazione la pianta sarà di 50 cm di diametro e 30 cm di altezza e fiorirà dai germogli laterali.
FASCINO MISTERIOSO Venature intense su foglie rosso mattone, xSemponium Surreal® ‘Destiny’ si presenta con un aspetto insolito e intrigante. La vegetazione a seconda delle stagioni varia dal verde brillante al rosso porpora molto intenso. Questa pianta può produrre una rosetta centrale di forma piatta molto grande fino a 60 cm di diametro. I numerosi ricacci laterali si sviluppano e ramificano abbondantemente.
ROSSO SIENA
È proprio dai colori caldi delle terre toscane che prende ispirazione xSemponium Surreal® ‘Sienna’, battezzata anche in onore della figlia di Mark Lea di Surreal Succulents. Dal portamento ordinato, questo Semponium si sviluppa naturalmente con strati ordinati di foglie successive che formano delle rosette, a creare una piramide, scenografica e d’impatto. Sienna cresce come un Aeonium ma le rosette hanno un aspetto Sempervivum, e dà il meglio di se quando coltivata con molta luminosità.
UN VERO E PROPRIO GIOIELLO
xSemponium Surreal® ‘Diamond’ lo è di nome e di fatto: dalla forma delle foglie al colore di un intenso e brillante verde, contornate di rosso. Cresce fino a 35 cm di diametro con foglie sempre spesse, lucide e succulente, cangianti in ogni stagione.
LA PAROLA AGLI IBRIDATORI Dopo le prime preparazioni e progressi i due amici hanno continuato a vedere miglioramenti: «Dopo altri due o tre mesi, e con eccitazione crescente, abbiamo visto enormi variazioni nelle piantine, a questo punto sapevamo di averlo fatto; siamo stati sopraffatti dall’emozione mentre stavamo assistendo alla nascita dei primi xSemponium del mondo».
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SCOPERTE | luoghi
Non dimenticata, ma riscoperta: come quella del parco naturale Schöneberger Südgelände di Berlino, vincitore del Premio Internazionale Scarpa, sorto dai relitti post-industriali di Rachele Pozzato
BELLEZZA
ABBANDONATA
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È
il Natur-Park Schöneberger Südgelände di Berlino, simbolo di una natura urbana in divenire, ad essere stato al centro dell’ultima edizione del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino, istituito e organizzato dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche dal 1990, che ogni anno si rivolge a un luogo, e al suo paesaggio, ritenuto particolarmente denso di valori, di natura, di memoria e di invenzione.
IL PREMIO INTERNAZIONALE CARLO SCARPA PER IL GIARDINO Si tratta di un lavoro di ricerca, studio, cura e divulgazione che ogni anno la Fondazione Benetton Studi Ricerche organizza in onore di Carlo Scarpa, architetto e inventore di giardini. La campagna che ne segue ha l’obbiettivo di salvaguardare e diffondere conoscenza intorno al luogo premiato, con la pubblicazione e di un libro in italiano e in inglese, la produzione di un film documentario, la realizzazione di una mostra, l’organizzazione di uno o più incontri di studio e di una cerimonia pubblica.
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UN GIARDINO DAL PASSATO
Al Natur-Park Schöneberger Südgelände le specie affondano le loro radici nella Berlino del dopoguerra: una città isolata e divisa, in cui ferrovie e industrie, dismesse e abbandonate, danno vita a grandi spazi cittadini in cui è la natura stessa a riappropriarsi del suolo. Dal 1980 in avanti, poi, una sempre crescente coscienza ecologica spinge a prestare attenzione a questo grande “vuoto”, ricco però di rilevanza per il suo valore naturalistico.
Ampia radura circondata da boschetti.
Opere di Odious sui binari dismessi.
ARTE E NATURA IN DIALOGO
È situato nella parte sud-est del quartiere di Schöneberg, aperto ufficialmente per la prima volta nel 1999, con i suoi 1,7 chilometri di parchi pubblici in successione, che, reinterpretati in un disegno unitario, hanno dato vita a un paesaggio di natura urbana. Un incontro tra sperimentazioni d’ecologia, istanze sociali e fruizione cittadina.
DA AREA ABBANDONATA, A PARCO NATURALE
Dal momento della sua apertura al pubblico nel 1999, dopo l’inizio della gestione dal 1986 da parte di Grün Berlin, partner statale per lo sviluppo urbano, il Natur-Park Südgelände è diventato un luogo di grande interesse per molti visitatori di Berlino. L’avvio di un grande cantiere sperimentale al quale partecipano ecologi, associazioni ambientaliste e cittadini comuni, gli studi di pianificazione del paesaggio Planland e ÖkoCon e il gruppo di artisti Odious, insediato nel parco. Un ibrido tra natura urbana selvatica e natura urbana progettata, in cui conservare il paesaggio rendendolo al contempo accessibile ai visitatori: nasce così un approccio “a zone”, in cui in un’ampia radura centrale si conserva l’integrità naturale e biosistemica, percorsi scanditi dai vecchi
L’intervento del collettivo artistico Odious allo Schöneberger Südgelände inizia già nel 1996, quando dopo la caduta del muro di Berlino gli artisti cominciarono ad operare qui, creando uno spontaneo lavoro di convivenza tra questo luogo e l’attività artistica. Coinvolti dall’amministrazione per il rifacimento delle passerelle, in una direzione conservativa, e poi con esperienze artistiche di vario tipo, come sculture d’acciaio in stile inglese, un eclettico assemblaggio di lamiere, piastre e aste, piuttosto che scultori più classici: sempre però coinvolgendo la progettualità artistica in un dialogo con la natura circostante, e mai come semplici oggetti o installazioni.
binari ferroviari, e ancora aree prative, boschi radi e altre con alberi fitti. il Natur-Park Südgelände dimostra che la sintesi tra natura urbana selvatica, paesaggio ferroviario industriale e progetto ricreativo orientato alla natura qui ha avuto successo, riportando anche gli abitanti della città a contatto con la natura.
NATURA DA PREMIARE
Il Comitato scientifico della Fondazione Benetton Studi Ricerche ha deciso all’unanimità di dedicare la trentaduesima edizione del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino al Natur-Park Schöneberger Südgelände di Berlino, proprio come progetto in cui si saldano coscienza ecologica, un esempio di buona amministrazione pubblica del verde e senso di comunità.
Interventi realizzati da Odious lungo i sentieri e come percorsi di attraversamento e di sosta nel parco.
y LA CASA EDITRICE
DEL VERDE PROGETTAZIONE COSTRUZIONE GESTIONE E MANUTENZIONE PROFESSIONALE DEGLI SPAZI VERDI
giardiniere N° 033
IL
Aprile – Giugno 2022
+SOSTENIBILITÀ Consociazione, riscoperta di un’antica pratica
+TAPPETO ERBOSO Uso sportivo, in campo per capire come fare
LA NUOVA RIVISTA SOLUZIONI PER IL GIARDINIERE
INVESTIRE IN SICUREZZA Un giro di vite sui controlli in cantere, per limitare incidenti e infortuni. Si parte dalla formazione
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IL PRONTUARIO
EFFICIENZA ED EFFICACIA La differenza tra i due termini declinata all’attività concreta di un’azienda giardinistica. Come fare a calcolare le percentuali e i vantaggi che possono derivare dalla loro conoscenza di Lucio Brioschi
A
nzitutto di cosa parliamo? L’efficacia si ottiene quando un’azione, un’idea, un’operazione, portano al conseguimento di un obiettivo. L’efficienza rappresenta il modo con il quale si è raggiunto tale obiettivo che di norma prevede anche il maggior risparmio possibile di risorse (tempo, denaro, persone, ecc.). Detto ciò, l’impresa giardinistica, quella più diffusa, ovvero quella di piccole medie-dimensioni, può essere efficiente ed efficace? O più spesso solo uno dei due aspetti? Vediamolo insieme.
C
DIFFUSIONE SUL TERRITORIO D
ome fa il giardiniere, a promuovere sé stesso e il proprio lavoro? Attraverso la pubblicità direte voi, o meglio, attraverso i social (fa più moderno…). Certo, ma siamo sicuri che il sistema adottato, la piattaforma social, i contenuti siano in grado di ottenere efficacia ed efficienza? L’obiettivo di un’azienda giardinistica è realizzare L giardini, attraverso le fasi ben note di contatto, sopralluogo, progettazione e preventivazione. Ma quanti dei nostri post social oltre a ottenere i like
dei nostri colleghi o di chi ci conosce è in grado di trainare altri potenziali contatti da convertire in clienti? Se l’obiettivo è di far crescere il proprio lavoro (fatturato, notorietà, ecc…), negli anni il giusto post, la giusta campagna social, che permettono di conseguire un aumento delle richieste di sopralluogo, sarebbero indici di alta efficacia. Per cui fin qui bene.
Iniziamo a operare in ottica di efficacia ed efficienza. Il denaro viene da sé, solo se lavoriamo
bene e con determinazione nella direzione degli obiettivi che ci siamo imposti
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IL PRONTUARIO
COSA È UN INDICE? In senso generico ed etimologico, qualsiasi cosa che serve a indicare. Ovvero un numero che non ha un’unità di misura ma che sia in grado di esprimere in modo sintetico e immediato un determinato stato. È un semplice rapporto (divisione) tra due valori:
numero indice =
Xt Xo
variabile statica nel periodo t
variabile statica nel periodo base (0)
Ad esempio, Xt sono il numero di contatti che si sono trasformati in sopralluoghi e Xo il totale dei contatti, così, dall’esempio precedente: 80/100 = 0,80 e se rapportato alla percentuale = 80%
Ma ecco due domande: • Di questi potenziali richieste di sopralluogo quante si traducono in efficienza? • Ovvero quante di queste sono remunerative per l’azienda, cioè la fanno crescere con guadagno e quante altre invece sono un male necessario per sopravvivere?
Se ci concentrassimo su tali parametri, sarei certo che qualche elemento innovativo nel modo di fare imprenditoria spunterebbe improvvisamente.
RAPPORTO TRA AZIONE E RISULTATO
I
n anni dove il web non c’era o era riservato a pochi, tutto si faceva con carta, matita e pensiero. Quante sono le richieste di contatto? Q Per esempio, 100 (un valore a caso per effettuare calcoli semplici).
80
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Quante di queste richieste, dopo una telefonata Quante indagatoria, si trasformano in veri sopralluoghi? Esempio, 80, un buon numero; gli altri? Perdite di tempo o richieste insignificanti ai fini degli obiettivi aziendali. Quindi il primo passaggio dà una indicazione Q dell’efficacia della nostra comunicazione pubblicitaria (porta a porta con volantino, quotidiani locali, ecc...). Una volta sviluppato il sopralluogo quante delle richieste si sono tradotte in progetto e preventivo? Sugli 80 rimasti, solo 70 si trasformano in qualcosa di più che una semplice visita. Ancora una volta ecco la misura dell’efficacia delle nostre azioni, che mostrano le capacità commerciali (vendita del prodotto giardino fosse esso realizzazione o manutenzione a fronte di denaro) e le nostre capacità di convincimento. Qui maggiore è il numero di progetti e preventivi conclusi, più si ha la percezione dell’efficienza delle nostre conoscenze e capacità di interagire con il cliente. Ma proseguiamo. Una volta presentato progetto e preventivo, o solo preventivo in caso di manutenzione e/o abbattimenti, quanti dei precedenti contatti si sono trasformati in un giardino concreto? Ad esempio, dei 70 contatti ne chiudiamo solo 40. E li portiamo a termine in funzione: • • • •
delle nostre dimensioni aziendali; del grado di meccanizzazione; delle capacità organizzative; delle nostre capacità nell’affrontare problematiche di cantiere nel migliore dei modi.
In parole povere, siamo efficaci al 40% ed efficienti al 40% (spesso però tale efficienza è più bassa, perché per vari motivi si è costretti a rivedere i conti e a lasciare andare qualcosa…), quindi l’efficienza è più bassa e in funzione della non forza nel chiudere, nel non sostenere spesso la nostra posizione di professionisti. Per semplificare, siamo sì efficaci in tutte le nostre procedure, ma efficienti solo al 40%, forse al 35%.
EFFICACIA ED EFFICIENZA UGUALE DENARO
O
ra per semplificare il perché di quanto riportato, ipotizziamo, per semplicità di calcolo, che la nostra azienda abbia come obiettivo annuale:
• un fatturato di 200.000 € al netto dell’Iva; • quindi con 100 potenziali contatti, una media di 2.000 € di lavori /cad.
Ma se riportiamo la nostra efficacia ed efficienza, proprio per i meccanismi descritti, in realtà portiamo a casa solo il 40% di tale obiettivo teorico ovvero 80.000 € di efficacia e 70.000 € di efficienza, ben lontani dall’obiettivo che ci avrebbe visto correre a prendere ogni possibile lavoro per raggiugere il nostro obiettivo, per remunerare personale, fornitori, noleggi, banche, ecc… Una bella differenza, non vi pare? E allora iniziamo a operare in ottica di efficacia ed efficienza. Il denaro viene da sé, solo se lavoriamo bene e con determinazione nella direzione degli obiettivi che ci siamo imposti.
TUTTO PUÒ ESSERE MISURABILE
D
all’esempio descritto, ricavare delle percentuali di efficienza ed efficacia è facile e utile, perché nel trovare la risposta al cosa fare, ci permette di individuare come farlo. Efficacia ed efficienza si possono rapportare al nostro operato imprenditoriale, alla remunerazione del nostro lavoro, alla produttività dei nostri
collaboratori, si può applicare all’impiego di mezzi meccanici a noleggio oppure di proprietà solo ragionando sul come e dove agire. Efficacia ed efficienza sono degli indici che possono essere sfruttati a vantaggio dell’azienda giardinistica.
QUAL È IL LIMITE Q CORRETTO?
È
giusto un indice di efficacia ed efficienza di 0,40 (40%)? Chi ci dice dove dobbiamo andare? Le osservazioni di fenomeni di relazione tra cose e cose e tra uomini e cose hanno portato a definire delle leggi o delle regole che ci danno un’indicazione (non è una certezza, ma solo una possibilità). Oggi si considera un buon indice un valore che si attesti attorno al 70-75% del totale. Perché non più elevato? Premesso che dipende molto dal contesto in cui si opera, non si può elevare tale indice in quanto gli sforzi connessi con il raggiungimento di un obiettivo superiore, non verrebbero remunerati o ridurrebbero l’efficienza, per cui potremmo essere efficaci al 90% ma con buona probabilità con una efficienza del 65% determinata da maggiori costi (ore, persone, investimenti, ecc.), tali da non rendere così remunerativo spingersi oltre un limite che, come detto, è indicativo. Quindi, per non essere da meno, mi auguro di Q essere stato efficace nel far pensare chi leggerà a trovare nuove vie per diventarlo lui stesso e, alla fine di tutto, sarò forse stato efficiente nell’aver portato i lettori a rinnovare l’abbonamento a IL giardiniere e a continuare a leggere la rubrica. Grazie a tutti e alla prossima!
Ricavare le percentuali di efficienza ed efficacia è facile e utile, perché nel trovare la risposta al cosa fare, ci permette di individuare come farlo N°033
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L’OPINIONE
Un partner per l’ambiente di Anna Zottola
L
a Giornata Mondiale dell’Ambiente, che si celebra il 5 giugno, compie 50 anni. È stata creata nel 1972 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con l’obiettivo di richiamare i Governi di tutto il mondo al rispetto dei diritti universali dell’ambiente. Purtroppo, gli ultimi decenni sono trascorsi ancora con troppa indifferenza, e scarsa consapevolezza sulla necessità di superare il festeggiamento della singola giornata, trasformando la difesa dell’ambiente da una sporadica “vetrina” a una scelta di “sistema” di carattere culturale, tecnico-scientifico ed economico, in grado di coinvolgere pubblico e privato. Un contributo in questa direzione arriva dall’aggiornamento introdotto di recente nella Costituzione italiana (art. 9 e art 41), che introduce la tutela dell’ambiente come materia legislativa e amministrativa e che, in futuro, potrà forse incidere sui cambiamenti etici degli enti pubblici e privati. Gli li operatori del settore del giardinaggio hanno, a mio modesto parere, un ruolo importante nella costruzione del nuovo sistema. Sono risorse professionali, e competenti, da destinare alla tutela dell’ambiente. Ogni parco e
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giardino, ogni spazio verde, se pur allestito, è un ecosistema, parte integrante dell’ambiente e parte attiva del Pianeta. Il giardino è ambiente di vita, capace di mitigare i cambiamenti climatici e di preservare la biodiversità. È un luogo di benessere e salute per tutti. Le tecnologie attualmente a disposizione del giardiniere ¬ sia come strumenti di lavoro (attrezzature a batteria o a basso impatto ambientale), sia come prodotti (le nuove formulazioni naturali e biologiche per la difesa della pianta, per la rigenerazione della microflora del terreno) – e l’utilizzo di specie botaniche tolleranti alla scarsità di acqua, possono considerarsi i primi passi verso un percorso di responsabilità sociale nei confronti dell’ambiente. Scelte pratiche che devono, tuttavia, essere sostenute da un punto di vista della ricerca tecnica e della sostenibilità economica, perché il giardiniere possa essere in ogni contesto un valido partner dell’ambiente.