VO O U N
RIVISTA TECNICO-PROFESSIONALE E DI AGGIORNAMENTO SULLE COLTIVAZIONI PROTETTE
N. 1/2022
STORIE AGRICOLE DI IMPRESE FLORICOLE E VIVAISTICHE
Andamenti
Case history
Il florovivaismo italiano tra PNRR e Green Deal. Opportunità per tutto il settore
Essenziale come l’acqua, l’innovazione al servizio della produzione
All’interno approfondimenti su sostenibilità ed economia circolare
afl
rapporti L’AGRICOLTURA ITALIANA, MENO IMPRESE, PIÙ METRI QUADRATI. È QUESTO IL TREND FOTOGRAFATO DALL’ISTAT: DIGITALIZZAZIONE QUADRUPLICATA, QUALCHE INVESTIMENTO IN INNOVAZIONE, EPPURE SONO ANCORA POCHI I GIOVANI AL COMANDO
EDITORIALE incipit di Francesco Tozzi
Pronti, partenza, via!
E
E dopo il numero zero, eccoci con il numero uno, poi verrà il due, non c’è due senza tre, e così via… Il progetto di agriflortec prende forma, con il suo tratto distintivo, cioè quello di raccogliere le notizie più interessanti (secondo noi) dall’intera filiera di florovivaismo e trasformarle in informazioni per floricoltori e vivaisti. L’intento? Dare degli strumenti, nel nostro piccolo, per ragionare sempre più in un’ottica imprenditoriale, identificando la figura proprio dell’imprenditore agri-floricolo, a rappresentanza di un settore che sarà determinante e strutturale per i prossimi anni, dove i temi della sostenibilità e del Green Deal saranno gli asset per lo sviluppo futuro.
È in questa direzione che si proietta il progetto editoriale di agriflortec, che dal prossimo settembre si arricchirà anche di una newsletter, sempre per gli operatori del settore, nella quale approfondiremo argomenti più specifici legati all’innovazione, all’energia, alla transizione ecologica e all’efficienza aziendale. Troppo spesso questo settore è stato vittima di se stesso, perché non ha saputo proiettarsi verso il futuro, accontentandosi, non si è saputo innovare, lasciando spazio alla concorrenza estera. Ma i tempi sono cambiati, si percepisce. C’è una nuova spinta, trainata dalle nuove generazioni, a cui bisogna lasciare (assolutamente!) più spazio. Più spazio per sperimentare, ragionare, innovare.
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È con questo spirito che nasce il progetto agriflortec. Rimanete sintonizzati, le novità non mancheranno.
(f.tozzi@laboratorioverde.net) (Instagram @ed.lab.verde)
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agriflortec
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Entra nel mondo di è il nuovo progetto d’informazione tecnico professionale e di aggiornamento sulle coltivazioni protette. Un nuovo punto di riferimento per la filiera agri-florovivaistica. Dall’esperienza di Flortecnica e vivaismo, nasce un nuovo spazio d’informazione per dare valore a imprenditori e professionisti del campo floricolo e vivaistico. L’IDEA EDITORIALE? Raccontare storie agricole delle imprese florovivaistiche L’impostazione prevede la raccolta di testimonianze e racconti di storie, case history di coltivatori, tecnici e operatori e aziende fornitrici con un approccio pratico: presentazione di una problematica > proposta e discussione di soluzioni.
GLI ARGOMENTI PRINCIPALI GLI STRUMENTI Magazine di approfondimento (cadenza trimestrale) Newsletter AGRIFLORTEC SMART
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• Progettazione e gestione di imprese floricole e vivaistiche • Programmazione delle coltivazioni • Approccio sostenibile ai sistemi di coltivazione • Tendenze consumer • Marketing applicate a produzione e vendita • Nuove macchine e strumenti per la produzione • Ricerca varietale • Prove in campo • Monografie di agricoltori e imprese agricole
La struttura editoriale Così è pensato : una sorta di prontuario declinato in articoli tecnici e servizi con impostazione pratica. 1 L’azienda. Su ogni numero (magazine + newsletter) presenteremo l’analisi di un’azienda tipo, soffermandoci sulla sua organizzazione, i punti di forza e i margini di miglioramento. 22. Focus produttivi. In collaborazione con le aziende di settore e alcuni dei più rappresentativi istituti di ricerca applicata, presenteremo tecniche e prodotti per migliorare le attività di produzione. 3.3 Ricerca e nuove varietà. Spazio sarà dedicato alle nuove possibili varietà in commercio, per ottimizzare e ampliare produzione e offerta merceologica. 44. La formazione. Ampio spazio sarà dedicato ad articoli formativi con l’intento di suggerire soluzioni imprenditoriali su come gestire al meglio l’azienda. 55. Sostenibilità e innovazione. Ampio spazio ai temi inerenti scelte e pratiche sostenibili e all’utilizzo dell’innovazione per migliorare processi produttivi e gestionali. 6.6 Tendenze mercati e consumer. Attraverso un osservatorio permanente dei mercati produttivi e distributivi, consiglieremo le tendenze attuali e future dei due settori di riferimento: floricolo e vivaistico. 77. Marketing, packaging e logistica. Ampio spazio sarà dedicato alle nuove soluzioni per promuovere e distribuire al meglio i prodotti, attraverso case history di riferimento. 88. Nuove generazioni. Uno spazio fisso sarà dedicato al racconto di giovani imprenditori e agricoltori, per uno sguardo rivolto al futuro. 99. Le notizie e i mercati. Novità dal mondo delle aziende con tutte le soluzioni innovative tecniche per quanto riguarda prodotti, macchinari e attrezzature.
il nuovo spazio editoriale dove si incontrano agricoltura, floricoltura e vivaismo
SOMMARIO numero 001 - 2022
Contenuti
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PRIMO PIANO: tendenze e innovazione —————————————————————————— 12 RAPPORTI L’agricoltura italiana: meno imprese, più metri quadrati di Alice Nicole Ginosa 16 MADE IN ITALY Il florovivaismo tra PNRR e Green Deal di Bianca Ferraris 18 INTERVISTA/1 Raccontiamo le storie della filiera colloquio con Gianfranco De Leo di Bianca Ferraris 20 INTERVISTA/2 Myplant, opportunità di crescita per il settore colloquio con Valeria Randazzo e Corrado Peraboni di Francesco Tozzi 22 PROGETTI Sperimentare sostenibilità colloquio con Leandro Previsdomini di Alice Nicole Ginosa 26 TECNOLOGIE Essenziale come l’acqua di Rachele Pozzato
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NUOVE VISIONI: scoperte e focus aziendali ————————————————————————— 38 RISORSE Il florovivaismo può essere plastic free? di Benedetta Minoliti
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40 APPUNTAMENTI Ispirare e ispirarsi di Rachele Pozzato 42 NOVITÀ Un blu tutto nuovo di Rachele Pozzato Sempervivium + Aeonium = xSemponium di Bianca Ferraris Bellezza a lunga di Rachele Pozzato 46 CASE HISTORY Verso il salto imprenditoriale colloquio con Marco Orlandelli Alice Nicole Ginosa e Francesco Tozzi Amici del sole e dell’energia geotermica di Alice Nicole Ginosa Dall’idea all’impresa colloquio con Gerolamo Cellilli di Francesco Tozzi
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agriflortec
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NUMERO 001 - 2022 Supplemento al numero 200 di greenup DIRETTORE RESPONSABILE Francesco Tozzi / direzione@laboratorioverde.net IN REDAZIONE Alice Nicole Ginosa, Rachele Pozzato redazione@laboratorioverde.net
Il nuovo spazio dedicato agli imprenditori e ai professionisti della floricoltura e del vivaismo.
COLLABORATORI Lucio Brioschi, Jessica Bertoni, Emma Colombo, Costanza di Matteo, Stefania Medetti, Marta Meggiolaro, Benedetta Minoliti, Valerio Pasi, Giovanna Pavarin, Daniela Stasi, Filippo Terragni PROGETTO GRAFICO E GRAFICA Orlandi Simona (Testo&Immagine) PRODUZIONE E SEGRETERIA Katiuscia Morello / k.morello@laboratorioverde.net
PER APPROFONDIRE: risorse e nuove economie ———————————————————— 53 PAESI BASSI Il verde internazionale di Rachele Pozzato 56 DIGITALIZZAZIONE Come cambia l’orticoltura nell’era digitale? di Bianca Ferraris 60 SOSTENIBILITÀ Risparmiare acqua, si può e si deve di Rachele Pozzato I clienti premiano i virtuosi di Bianca Ferraris 64 AMBIENTE I pollini potrebbero contribuire a prevenire l’incidenza dell’encefalite virale di Benedetta Minoliti
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LE RUBRICHE ———————————————————— 8 PARLARE GREEN La riforestazione in cima all’agenda di Rachele Pozzato 10 PENSARE INNOVATIVO La consulenza botanica con una marcia in più di Filippo Terragni 30 STORIE BREVI a cura di Anita Cavalli
STAMPA Tipografia Grafiche Villa Via Puecher - 23844 Sirone (LC) DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Edizioni Laboratorio Verde srls, via E. Cosenz 35, 20158 Milano info@laboratorioverde.net | www.laboratorioverde.net Agriflortec numero 0 è un supplemento del numero 199 di greenup, periodico registrato: autorizzazione del Tribunale di Milano n. 64 del 27/1/1999 - n. ROC 2232, delibera del 30/06/2001. La pubblicazione o la stampa di articoli, anche parti di essi, e immagini della rivista deve essere autorizzata per iscritto dall’Editore. Gli articoli pubblicati su greenup sono sotto la responsabilità degli autori.
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PROMOZIONE E SVILUPPO Stefano Carlin / s.carlin@ laboratorioverde.net
Laboratorio
verde
Casa editrice specializzata nei settori florovivaismo, garden e interior AMMINISTRATORE UNICO Francesco Tozzi SEGRETERIA GENERALE Katiuscia Morello Agriflortec è una rivista di Edizioni Laboratorio Verde. Fanno parte della stessa casa editrice: • Greenup • FIORItales • IL Giardiniere • Agenda e Calendario del Verde • IL Giardiniere SMART • I Quaderni di greenup Rappresentate e collaborazioni: • floorewall.com • F&W magazine Edizioni Laboratorio Verde srl, titolare del trattamento dei dati relativi ai destinatari della presente pubblicazione, informa che le finalità di tale trattamento sono rivolte a consentire l’invio della presente rivista, e/o altre di propria edizione, allo scopo di agevolare l’aggiornamento dell’informazione tecnica, nonché alle operazioni necessarie alla gestione amministrativa e contabile dell’abbonamento. Edizioni Laboratorio Verde srls riconosce e garantisce ai medesimi destinatari i diritti di cui all’art. 7 del D.L.gs. 196/03
www.laboratorioverde.net Abbonamento agriflortec, 4 numeri cartacei + 4 newsletter: 20 Euro Abbonamento agriflortec + greenup: 11 numeri cartacei + 11 newsletter: 45 Euro
PARLARE green
I
l tema del verde è sempre più centrale in Italia: a dimostrarlo, i progetti dedicati alla riforestazione urbana del Pnrr, con ingenti fondi a disposizione, oltre all’attenzione mediatica per le figure professionali che gestiranno i lavori. Vivaisti e giardinieri sono finiti, infatti, sotto i riflettori della stampa nazionale: come, per esempio, nell’intervista alla direttrice generale del Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Alessandra Stefani, che ha raccontato al Corriere proprio degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza per il verde urbano ed extraurbano. Si parla di uno stanziamento complessivo di 330 milioni di euro per piantare 6,6 milioni di alberi entro il 2024 nelle 14 città metropolitane italiane, per contrastare l'inquinamento atmosferico, i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità.
La riforestazione in cima all’agenda di Rachele Pozzato
I vantaggi di un verde urbano ben gestito sono sempre più evidenti, tanto da diventare priorità anche politica con i progetti del Pnrr, mentre i professionisti del verde diventano protagonisti delle pagine della stampa
PIANIFICAZIONE E LINEE GUIDA La Strategia prevede anche una guida tecnico-scientifica, che mira a fornire un quadro di riferimento per gli interventi di forestazione, unitario e coerente a livello nazionale. Come torna a sottolineare, infatti, anche la direttrice Stefani, la gestione delle piante in città è totalmente differente da quelle in un ambiente naturale: «Non basta piantare, poi bisogna saperle gestire miliardi e curare: non sarà una cosa di tonnellate semplice». di CO sottratte
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all’atmosfera
GREEN JOBS AL CENTRO Proprio per questo il piano del Pnrr sulla riforestazione apre la strada a nuove occupazioni e prospettive di lavoro per i professionisti del verde, dai vivaisti a chi si occuperà della messa a dimora e manutenzione delle piante. Investimenti e posti di lavoro sul Capitale Naturale esplicitamente segnalati tra gli obiettivi del piano, consultabile sul sito del Ministero della Transizione Ecologica (mite.gov.it).
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3.600 6,6 ettari di superficie forestale sostenibile in più rispetto al 2020
milioni di nuovi alberi entro il 2024
Le linee di intervento trasversali • Incrementare la copertura degli alberi e delle aree verdi • Incrementare la diversità vegetale delle foreste urbane in linea con le potenzialità del territorio • Selezionare specie vegetali autoctone • Utilizzare cenosi miste, sempreverdi e caducifoglie, per ottimizzare la rimozione degli inquinanti
PENSARE innovativo
La consulenza botanica con una marcia in più di Filippo Terragni
Self service o assistita? Qualunque sia il vostro approccio, Florinfo c’è e vi presenta Botanica on Web nella sua rinnovata duplice versione, a servizio di quelle realtà aperte alla vendita al pubblico
B
otanica on web, la piattaforma cloud di consulenza botanica firmata Florinfo è ancora più potente. Perché, vi chiederete, e fate bene. Il motivo è molto semplice: le sue due versioni App e Kiosk. Due modalità virtuali in cui informare il vostro cliente e far loro scoprire curiosità e peculiarità del mondo botanico. E ora vi raccontiamo come. UN ESPERTO VIRTUALE A PORTATA DI CLICK Versione Kiosk La tecnologia a supporto della vendita. Create nel garden
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del cliente! (Il numero non viene registrato quindi risolti anche i problemi di privacy.
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È un esperto botanico virtuale sempre disponibile per l’operatore del punto vendita e il cliente Assiste nella scelta, cura e manutenzione post vendita della pianta Fa risparmiare tempo prezioso Fidelizza i clienti con un’esperienza d’acquisto positiva
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Grazie al QR code i clienti possono approfondire e scoprire di più sulle proprie piante
Nella versione Kiosk il cliente potrà cercare in autonomia tutte le info botaniche che gli servono Nella versione App l’operatore avrà consigli, cartelli e schede a portata di click e direttamente in reparto La consulenza può essere sia self service sia assistita
Collegati qui per maggiori info
STORIE di MERCATI rapporti
L’agricoltura italiana: meno imprese, più metri quadrati di Alice Nicole Ginosa
I dati Istat dipingono un settore retto da un numero di aziende in calo ma di dimensioni, in antitesi, più ampie. Digitalizzazione quadruplicata, qualche investimento in innovazione, eppure sono ancora pochi i giovani al comando
Qual è lo stato dell’arte dell’agricoltura italiana? Grazie al 7° censimento generale dell’Istat, basato su un questionario di rilevazione
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agriflortec
inviato a quasi 1,7 milioni di unità, è stato possibile scattare un’istantanea di un settore che, negli ultimi vent’anni, è cambiato. In
queste pagine troverete condensati gli aspetti più interessanti e, al contempo, quelli su cui urge fare una riflessione. Parola ai dati.
STORIE di MERCATI rapporti
Struttura e coltivazione Scomparse quasi due aziende agricole su tre Dato centrale e principale evidenza dell’intero censimento è che il numero delle aziende agricole è in calo. Ciò nonostante, le dimensioni delle stesse - nell’arco di 38 anni, cioè dal 3° censimento del 1982 - sarebbero più che raddoppiate. A ottobre 2020 risultano attive in Italia 1.133.023 aziende che, comparate al dato del 1982, si traducono in una diminuzione del 63,8%. Il calo più drastico, avverte l’Istat, si sarebbe registrato nel ventennio 2000-2020: si parla di cifre dimezzate.
Agricola Totale), da 7,1 a 14,5 ettari Nord-est (-1,7%) e nel Nord-ovest medi per azienda. Negli ultimi due (-2%) e risultano in lieve crescita censimenti generali, riferiti al 2010 nelle Isole (+1,4%). e al 2020, il numero di aziende è I seminativi? I più coltivati sceso poco oltre il 30% (- 487 mila), a cui si è associato Oltre la metà della Superficie Il calo più considerevole un calo meno drastico Agricola Utilizzata continua a essere al Centro-Sud* Tutti i dati territoriali della SAU (-2,5%) e coltivata a seminativi (57,4%). Tra il 2020 e il 2010 sono attribuiti alla della SAT (-3,6%). Seguono i prati permanenti la riduzione media regione o alla provincia Vediamo nel dettaglio e pascoli (25,0%), le legnose nel numero di autonoma in cui è localizzato il centro la dinamica delle agrarie (17,4%) e gli orti familiari imprese agricole si aziendale o la sede superfici agricole: la (0,1%). In termini di ettari di è aggirata intorno al legale dell’azienda flessione media nazionale superficie solo i seminativi risultano 22,6%. Eccezioni sono del 2,5% si traduce in una leggermente in aumento rispetto la provincia autonoma di SAU che cresce in otto regioni al 2010 (+2,9%). Altro elemento Bolzano (-1,1%), quella di Trento (Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto, da sottolineare è l’aumento della (-13,4%) e la Lombardia (-13,7%). Friuli Venezia Giulia, Liguria, dimensione media delle coltivazioni Focalizzando l’attenzione a Sud Lazio, Puglia, Sardegna) ma che di aziende con SAU (+41,6%). invece non si può non notare decresce in Toscana (-15,2%) e Nello specifico: i seminativi +17,4% il - 42% della Campania che Basilicata (-11,1%). Nel complesso, e le legnose agrarie +36,5%. Male simboleggia il calo drastico di tutta le superfici si riducono meno nel prati e pascoli con un - 11,9%. l’area meridionale della Penisola (-33%), a cui seguono le Isole COMPOSIZIONE PERCENTUALE DELLA SUPERFICIE AGRICOLA UTILIZZATA (SAU) (32,4%).
*
2020
Superfici più stabili In 38 anni, come conseguenza della diminuzione più veloce del numero di aziende agricole rispetto alle superfici, la dimensione media delle aziende agricole è più che raddoppiata sia in termini di SAU (Superficie Agricola Utilizzata), passata da 5,1 a 11,1 ettari medi per azienda, sia di SAT (Superficie
2010
26,7
25,0 0,1 17,4
57,4
0,2 18,5
54,5
seminativi
coltivazioni legnose agrarie
seminativi
coltivazioni legnose agrarie
orti familiari
prati permanenti e pascoli
orti familiari
prati permanenti e pascoli
Fonte: 7° censimento generale sull'agricoltura, Istat.
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STORIE di MERCATI rapporti
Forza lavoro e innovazione La manodopera non familiare aumenta significativamente Il 7° censimento generale sull’agricoltura conferma la predominanza della manodopera familiare (presente nel 98,3% delle aziende agricole contro il 98,9% nel 2010). Eppure, rispetto al passato si è notato un cambio marcato verso forme gestionali più strutturate che hanno aperto le porte alla manodopera non familiare, che nel 2020 rappresenta il 47,0% delle persone complessivamente impegnate nelle attività agricole (quasi 2,8 milioni), a fronte del 24,2% del 2010 (con una crescita di 22,8 punti percentuali). Nel decennio 2010-2020 si passa dal 13,7% al 16,5% di aziende con manodopera non familiare. Meno manodopera femminile, più potere manageriale Le donne rappresentano nel 2020 il 30% delle persone occupate nelle aziende agricole: -6,8% rispetto al 2010. Il dato più interessante e importante però è rappresentato dal loro coinvolgimento in ruoli
Tipologie di manodopera non familiare • saltuaria per il 66,4% • manodopera assunta in forma continuativa per il 26,8% • altre forme
Il 31,5% dei capi azienda è donna
14 14
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manageriali: i capi azienda sono donne nel 31,5% dei casi. Pochi i giovani al vertice L’agricoltura italiana è ancora composta, nella maggior parte dei casi, da aziende di stampo familiare in cui è il capo famiglia a tenere le redini della struttura. Una tradizione questa che incide sugli scarsi livelli di presenza giovanile al comando. Nel 2020, i capi azienda fino a 44 anni sono il 13%, dal 17,6% del 2010. La digitalizzazione è quadruplicata dal 2010 Nel 2020 il 15,8% delle aziende
agricole usa computer e altre attrezzature informatiche o digitali, una quota oltre quattro volte superiore a quella rilevata con il censimento del 2010 (3,8%). Il numero di aziende agricole digitalizzate è quasi triplicato in media (+193,7%) e quadruplicato in Calabria e Sardegna. La crescita della diffusione di attrezzature informatiche e digitali nelle aziende agricole è stata molto più intensa al Sud (+247,0%), nelle Isole (+241,9%) e nel Nordest (+205,5%), mentre nelle altre ripartizioni geografiche si è mantenuta sotto la media
COMPOSIZIONE PERCENTUALE DEI CAPI AZIENDA PER ETÀ 2020
2,2 21,3
2010
2,2
11,2
16,7
29,0 36,2 fino a 29 anni
da 30 a 44 anni
da 60 a 74 anni
da 75 anni in poi
da 45 a 59 anni
Fonte: 7° censimento generale sull'agricoltura, Istat.
33,3
15,4
32,4
fino a 29 anni
da 30 a 44 anni
da 60 a 74 anni
da 75 anni in poi
da 45 a 59 anni
STORIE di MERCATI rapporti
nazionale. La digitalizzazione delle aziende agricole è strettamente legata al profilo del capo azienda e al genere. Nonostante il processo di digitalizzazione abbia riguardato anche l’universo femminile, le aziende gestite da uomini continuano a essere più informatizzate rispetto a quelle con un capo azienda donna (17,7% contro il 11,6%). Più informatizzati gli under 45 Le aziende con a capo un under 45 sono quattro volte più informatizzate rispetto a quelle gestite da un capo
ultrasessantaquattrenne (32,2% e 7,6%). L’incidenza delle aziende digitalizzate è maggiore nel caso in cui esse siano gestite da un capo azienda istruito e ancora di più nel caso in cui il percorso di studi sia orientato verso specializzazioni di tipo agrario. 1 azienda su 10 investe in innovazione Tra le richieste dell’Istat contenute nel questionario si ritrova l’eventuale presenza di investimenti innovativi nel triennio 2018-
2020, con riferimento agli ambiti dell’agricoltura di precisione, della ricerca e sviluppo intra ed extra-muros, dell’acquisizione di macchinari, attrezzature, hardware e software tecnologicamente avanzati o di altre tecnologie. In media, l’11% delle aziende agricole ha dichiarato di aver effettuato almeno un investimento innovativo tra il 2018 e il 2020: → meccanizzazione (55,6%) → impianto e semina (23,2%) → lavorazione del suolo (17,4%) → irrigazione (16,5%) Ciò nonostante, le innovazioni relative alla riorganizzazione aziendale interna e del personale risultano ancora poco diffuse e coinvolgono rispettivamente il 7,6% e il 5,5% delle aziende che innovano. Irrisori gli investimenti nell’ambito delle tecniche di gestione dei rifiuti che riguardano solamente l’1,8% dei rispondenti. N.B: La dimensione aziendale gioca un ruolo centrale nella propensione all’innovazione.
Le regioni più inclini all’innovazione → Nord: nella ripartizione orientale (22,6%) e occidentale (21,7%) → Centro (10,9%) → Sud (5,4%) → Isole (7,1%) Sopra la media nazionale le Province autonome di Bolzano (45,6%) e Trento (32%), seguite da Piemonte (23,2%) e Emilia-Romagna (22,2%). Fanalini di coda la Basilicata (5,4%), la Calabria (5,2%) e la Puglia (4,7).
Un censimento speciale Il 7° censimento generale dell’agricoltura, svolto tra gennaio e luglio 2021, si riferisce all’annata agraria 2019-2020. Si tratta dell’ultimo censimento a cadenza decennale che chiude così la lunga storia dei censimenti generali, sostituiti dai censimenti permanenti e campionari. Ad aprile 2022, dopo le fasi di analisi e revisione, i dati sono stati inviati ad Eurostat nel rispetto del Regolamento (CE) n. 2018/1091.
Il numero di aziende agricole digitalizzate è quasi triplicato in media e quadruplicato in Calabria e Sardegna
+193,7% l'11%
delle aziende ha dichiarato di aver investito in innovazione tra il 2018 e il 2020
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STORIE di SETTORE Made in Italy
Il florovivaismo italiano tra PNRR e Green Deal di Bianca Ferraris
Progettazione a medio e lungo termine e un contributo centrale nella transizione ecologica: il settore può fare la sua parte per aumentare il verde pubblico e favorire la riforestazione, anche attraverso gli eventi come Flormart In occasione della presentazione della 71° edizione di Flormart, che si terrà a Padova dal 21 al 23 settembre 2022, i vertici delle associazioni agricole e florovivaistiche hanno condiviso il proprio punto di vista sul ruolo del florovivaismo italiano nel raggiungimento degli obiettivi del Green New Deal europeo. Il PNRR rappresenta una grande occasione di crescita per il florovivaismo italiano, grazie ai finanziamenti che andranno agli enti locali per il verde urbano e la riforestazione, essenziali per contrastare il cambiamento climatico. Ma non solo. L’azione di “ripopolamento” di verde in città aiuterà ad aumentare lo stoccaggio di CO2, assorbire le polveri sottili e migliorare l'estetica delle città. Per capire la strategicità del settore, può essere utile condividere alcuni dati: il comparto florovivaistico italiano rappresenta il 5% dell’intera produzione agricola nazionale, per un valore di 2,7 miliardi di euro. Vi operano 13.633 aziende, che impiegano 100mila perso-
Il florovivaismo italiano • Rappresenta il 6% dell’intera produzione agricola nazionale • Valore di 2,5 miliardi di euro • 21.500 imprese: 14mila specializzate in fiori e piante in vaso e 7.500 in piante per il vivaismo
ne nella produzione diretta, cui vanno aggiunte quelle occupate nell’indotto. Le esportazioni di piante, fiori e fronde valgono poco più di 1 miliardo di euro (dati Istat, ottobre 2021). EXPORT IN CALO, COSTI IN CRESCITA Nei primi due mesi del 2022 il fatturato del settore si è assestato su cifre positive mentre nel bimestre marzo-aprile si è re-
gistrata una lieve flessione del 3-4%. Un calo che ha interessato anche l’export, -5%. Eppure, tanto in Europa quanto nel resto del mondo, il prodotto italiano piace, soprattutto a Olanda, Germania, Francia e Austria. Tra le varietà maggiormente esportate ritroviamo piante medio-grandi riprodotte e coltivate in Italia, piante sempreverdi, piante a forma, arbusti ornamentali, rose e piante da frutto. Il calo nelle esportazioni, invece, si nota soprattutto verso l’Europa meridionale e verso la Russia e l’Est europeo. A incidere sul settore, poi, gli aumenti derivanti dall’instabilità geopolitica e sanitaria che si sono tradotti in maggiori costi di produzione, trasporto e dei prezzi delle piante, diminuzione del potere di acquisto dei consumatori ma anche difficoltà nel reperimento dei mezzi tecnici. A lanciare l’allarme sulle difficoltà del comparto, ci ha pensato Mario Faro,
Pesano gli aumenti, della pandemia prima e della guerra in Ucraina, dei costi di produzione, la crescita nei prezzi delle piante, il diminuito potere d’acquisto dei consumatori, la difficoltà nel reperimento dei mezzi tecnici e i costi di trasporto delle piante 16 16
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STORIE di SETTORE Made in Italy
5% È la percentuale dell'intera produzione agricola nazionale rappresentato dal comparto florovivaistico italiano
presidente della Consulta Florovivaismo Coldiretti: “La crisi economica provocata dall’invasione Russa in Ucraina colpisce anche la coltivazione di piante e fiori Made in Italy con il 15% delle aziende floricole a rischio, a causa dei costi di produzione superiori ai ricavi (...). Un aiuto sarà la riconferma del Bonus verde per ulteriori 3 anni, una misura che ha permesso di creare 2,6 milioni di metri quadrati di verde nelle città”. A proposito della fiera Flormart, dal 1974 la fiera nazionale del florovivaismo, si terrà a Padova dal 21 al 23 settembre 2022, gestita da Fiere di Parma, grazie a un accordo decennale con Padova Hall. Fiere di Parma sfrutterà quindi l’affinità di questo settore agricolo con il modello agroalimentare di Cibus, farà leva sul suo know how per promuovere l’export del florovivaismo, vera e propria eccellenza del Made in Italy, confortata dall’assenso dei distretti italiani del settore a realizzare a Padova la grande fiera nazionale del verde.
Il PNRR rappresenta una grande occasione di crescita per il florovivaismo italiano, grazie ai finanziamenti che andranno agli enti locali per il verde urbano e la riforestazione.
L’URGENZA DI FARE SISTEMA Tra i partecipanti alla tavola rotonda di presentazione della prossima edizione di Flormart, è intervenuto Carlo Ferro, presidente di ICE Agenzia, che ha raccontato come attraverso il “Patto per l’Export, ICE si sia attivata con 19 nuove azioni, 19 servizi che tre anni fa non c’erano nei campi del digitale, dell’e-commerce, della formazione, della protezione del made in Italy”. E nello specifico di Flormart conferma che “la prossima edizione sarà promossa con un incoming di 90 operatori provenienti da 32 Paesi”, ricordando anche l’impegno di ICE nel favorire l’incoming di buyer esteri e assistere le imprese italiane nelle fiere di settore all’estero. Nonostante il momento storico difficile per il florovivaismo italiano, secondo Aldo Alberto, Presidente dell’Associazione Florovivaisti Italiani e Presidente di CIA, è possibile recuperare la situazione proprio grazie a manifestazioni fieristiche come Flormart. E sottolinea: “Sarà necessario puntare su innovazione e mercati anche al di fuori del continente europeo. Fondamentale sarà attivare proposte che coinvolgano gli enti pubblici, comuni in primis”.
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STORIE di FILIERA intervista/1
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È bene sapere cosa c'è dietro al prodotto colloquio con Gianfranco De Leo di Bianca Ferraris
Solo così il cliente finale potrà conoscere il lavoro dietro alle quinte di ogni singola pianta. E il prezzo di vendita, oggetto di costante dibattito tra gli addetti, sarebbe percepito nel suo valore a tutto tondo e stimolerebbe (ancor di più) l’acquisto A tutti sarà capitato almeno una volta di aver cambiato idea o percezione della stessa dopo aver chiarito nella propria mente tutte le variabili coinvolte. Ci succede nella vita di tutti i giorni e anche negli acquisti. Se si raccontassero di più e si tenessero in considerazione le condizioni di lavoro a cui sono sottoposti i lavoratori della moda fast fashion, continueremo a comprare abiti a 9,99 euro? E, al contrario, se venissimo informati
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della qualità delle fibre e della durabilità di un capo prodotto secondo criteri di sostenibilità rigorosi, saremmo incentivati a spendere qualche decina di euro in più per accaparrarcelo per il nostro guardaroba? Conoscere le storie, sentirle raccontare e rivolgere lo sguardo verso tutto il mondo che contorna un singolo prodotto può fare la differenza. Proprio su questo punto ci siamo concentrati io e Gianfranco De Leo, Area Manager
South of Europe di Schoneveld. Raccontare e raccontarsi è fondamentale nel lavoro di produttore, agricoltore, vivaista e di tutta la filiera. Se dovessi pensare visivamente, ricreerei l’immagine di un “telefono con tanti fili” che collega e mette in comunicazione tutti gli addetti ai lavori fino al cliente finale. La filiera intera diventerebbe protagonista di una storia che appassiona un consumatore già di per sé fortemente coinvolto.
STORIE di FILIERA intervista/1
Un’altissima percentuale di consumatori non sa che per creare da zero una varietà di ciclamino ci vogliono dai 7 ai 10 anni di ricerca e che per produrre una giovane pianta si devono attendere 14 settimane Cosa significherebbe per la filiera del verde raccontarsi? «Prima di tutto permetterebbe di comunicare con gli altri a tutti i livelli, che è importantissimo per far conoscere il dietro le quinte del nostro lavoro. Faccio un esempio: un’altissima percentuale di consumatori non sa che per creare da zero una varietà di ciclamino ci vogliono dai 7 ai 10 anni di ricerca e che per produrre una giovane pianta si devono attendere 14 settimane, le stesse che ci vogliono affinché si trasformi in una pianta finita. Oppure non si sa che sono necessarie serre speciali e celle di refrigerazione oltre che investimenti cospicui. Tempistiche e procedure, dalla semina alla piante finale, interessanti da far scoprire e da raccontare per rendere sempre più consapevole il cliente finale del valore di ciò che sta acquistando. Se il cliente scopre il “dietro alle quinte”, probabilmente, assumerà un atteggiamento ancora più interessato e meravigliato al tempo stesso, perché si sa poco di quello che succede dietro e forse è arrivato il momento di farlo conoscere». Se un ibridatore come Schoneveld è a monte della filiera come può interfacciarsi con il cliente finale? «Gli ibridatori come Schoneveld sono i primi sulla filiera e il loro potere è quello di creare qualcosa che ancora non c’è. Tra noi e il cliente finale si frappongono
minabilità. Però, nella realtà dei fatti, al cliente finale tutte queste caratteristiche non interessano e abbiamo deciso di tenere in considerazione anche esigenze differenti, come quelle del canale di vendita diretta al pubblico. Grazie alle nostre ricerche abbiamo scoperto che la durabilità è la caratteristica più ricercata dal cliente finale. Comunicare fin dall’inizio affinché questo messaggio arrivi è complicato ma non impossibile».
2 (1) Il settore si pone il problema della vendita e del costo, senza pensare che il prezzo elevato non fermerà l’acquisto del cliente. (2) Gianfranco de Leo.
tante altre professioni: il produttore di giovani piante, il coltivatore e il garden center e retail. Proprio per questa lontananza oggettiva dal cliente finale, in passato, quando dovevamo creare una varietà la concepivamo con gli occhi del coltivatore, tenendo in considerazione qualità come la compattezza e l’alta ger-
Gli addetti ai lavori si concentrano ancora troppo sul prezzo e compiono scelte guidate dall’ipotesi che una colorazione o varietà “venda o non venda”
E qui entra in gioco il prezzo, no? «Gli addetti ai lavori si concentrano ancora troppo sul prezzo e compiono scelte guidate dall’ipotesi che una colorazione o varietà “venda o non venda”. Come possiamo superare questo atteggiamento? Creando un contatto più stretto con il pubblico, raccontandoci e trasferendo il modus operandi del settore. Senza dimenticare i social media. Spesso non si pensa ma sono fondamentali per esempio per i coltivatori che potrebbero così selezionare le nuance per le stagioni autunno-inverno e primavera-estate sulla base di dati concreti: un like alla colorazione favorita. Attraverso alcune pagine Facebook, di proprietà di Schoneveld ma gestite da influencer e blogger, parliamo di piante e interagiamo con chi ci segue per capire cosa piace, cosa no ma anche per indirizzare il coltivatore su colori e forme che il cliente vuole davvero. Spiegando e ispirando la clientela a conoscere la storia della pianta e a capirne il valore si potrà smettere di dibattere sulla questione prezzo. Nella maggior parte dei casi sono proprio gli addetti ai lavori che si pongono il problema della vendita e del costo, senza pensare che il prezzo elevato non fermerà l’acquisto del cliente».
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STORIE di FIERE intervista
Myplant, opportunità di crescita per il settore colloquio con Valeria Randazzo e Corrado Peraboni di Francesco Tozzi
Un accordo tra IEG e V Group rafforza l’identità della manifestazione milanese, soprattutto nei confronti del mercato estero. Per diventare sempre più un punto di riferimento. Di spessore Myplant & Garden, nata nel 2015, per ridare (finalmente!) al panorama del florovivaismo italiano un appuntamento fieristico di riferimento, oggi può avvalersi della solidità e della rete del gruppo IEG (Italian Exhibition Group), che ha acquistato il 75% delle quote di V Group, segreteria organizzativa della fiera. Un’operazione che consentirà alla manifestazione di “accelerare il ritmo di crescita nello scenario internazionale e consolidare la propria leadership italiana, grazie all’investimento in nuove iniziative, partnership e nuovi mercati”. Dopo l’edizione del 2022, che ha registrato numeri decisamente interessanti,
oltre a una conferma dell’entusiasmo commerciale degli ultimi anni, Myplant si candida a diventare, non solo un’occasione di business, ma un’opportunità di crescita per l’intero settore florovivaistico. Abbiamo voluto sentire dalla voce dei protagonisti, Valeria Randazzo e Corrado Peraboni, i punti di forza di questa operazione.
Cosa vi ha spinto a entrare nel settore del florovivaismo e acquistare così la maggioranza di V Group? C.B. «Il nostro gruppo è interessato a prodotti che hanno nuove prospettive e Myplant va proprio in questa direzione. Per noi è un settore nuovo, ma può rappresentare importanti integrazioni con i settori che rappresentiamo, in un’ottica di rafforzamento della manifestazione, sia sul panorama italiano, ma soprattutto internazionale. Siamo molto soddisfatti per questa acquisizione». Un’acquisizione che tutela anche il lavoro fatto finora da
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L’ingresso in IEG possiamo considerarlo un “nuovo” punto di partenza? V.R. «Myplant in questi sette anni ha raggiunto risultati importanti, sia come prodotto fieristico, sia come appuntamento riconosciuto per tutto il settore del florovivaismo in Italia, e in parte in Europa, siamo diventati un punto fermo… Da qui l’esigenza di andare oltre,
V Group... C.B. «Questo è stato il punto di partenza, non avremmo potuto pensare di occuparci di un nuovo prodotto fieristico, senza affidarci all’esperienza di V Group, senza tener presente chi fino a oggi lo ha reso possibile, a partire dall’ideazione del progetto». Quindi, non cambierà niente a livello di gestione? C.B. «Valeria Randazzo, creatrice della fiera e sua “anima organizzativa”, è stata confermata nel ruolo di amministratore delegato e l’accordo intende valorizzare ed esaltare l’autono-
STORIE di FIERE intervista
di osare, mi verrebbe da dire, e proiettarci verso un panorama internazionale con un progetto strutturato e di ampio respiro. Così, la scelta è ricaduta su IEG, che ha tutte le carte in regola per accompagnare Myplant & Garden in questo percorso ambizioso». Immagino che il primo impegno di Rimini sia quello di incrementare il visitatore internazionale. V.R. «Sì, questo è il primo obiettivo, grazie alla rete internazionale che fa capo al Gruppo. Già come V Group avevamo fatto un buon lavoro sull’incoming dei visitatori esteri, ma su questo fronte il potenziale è enorme». Soddisfatta? V.R. «Sì, sono molto soddisfatta, siamo molto soddisfatti! Myplant è una nostra creatura sulla quale abbiamo investito tanto, tantissimo, arrivando a risultati che non ci saremmo mai aspettati, visti anche gli altri importanti prodotti fieristici europei e i due anni di pandemia. Il mercato ci ha dato fiducia e ci ha stimolato a fare sempre meglio, e dobbiamo ringraziare espositori e i tanti attori della filiera che ci hanno supportato, e che siamo sicuri continueranno a farlo. Non nego la mia emozione al momento della chiusura dell’accordo, è stato un po’ come con un figlio, permettetemi il paragone, quando è pronto per iniziare l’università, ti si stringe un po’ il cuore… Grazie al supporto di IEG, sono sicura raggiungeremo risultati ancora più importanti».
Cosa vi ha convito nella fase di trattativa? V.R. «Nella trattativa, IEG ha sempre avuto un approccio partecipativo e fin da subito ha compreso il valore strategico della manifestazione in un’ottica di sviluppo, di investimento, e non di semplice acquisizione. Inoltre, ha voluto dare continuità al lavoro svolto fin qua dal gruppo di V Group, garantendo autonomia di azione e tutto lo staff organizzativo. Abbiamo avuto anche altre proposte, ma Rimini non poteva che essere la scelta migliore». Valeria Randazzo, alla guida di Myplant & Garden dal 2015.
Corrado Peraboni, amministratore delegato di IEG.
mia gestionale e operativa a chi ha garantito a Myplant un posizionamento di assoluto rilievo. E tra gli altri aspetti, non c’è nessuna necessità di spostare la manifestazione da Milano». Sul piano operativo, quale sarà l’impegno concreto di IEG? C.B. «Myplant & Garden, in questi anni, è diventato un appuntamento di riferimento del mercato italiano ed europeo ed è, soprattutto, nell’ottica dell’internazionalità che si inserisce il supporto di IEG: puntiamo a fare diventare Myplant una fiera di riferimento a livello internazionale, sia in termini di visitatori, ma anche di format».
Un accordo che potrebbe essere funzionale anche per gli altri prodotti di IEG? V.R. «Ci stiamo già lavorando… Saloni importanti dedicati al settore dell’ospitalità, potrebbero trovare delle connessioni con tutto quello che è il comparto dell’outdoor, dei materiali per esterno, della costruzione e gestione degli spazi verdi». Qualche anticipazione sull’edizione 2023? V.R. «Il rebooking sta andando bene e i numeri sono molto incoraggianti. Già programmata l’apertura del quarto padiglione e le iniziative legate ai diversi settori merceologici, dal garden center al florovivaismo, dal verde sportivo all’edilizia, dal fiore reciso al wedding. Stiamo lavorando a pieno ritmo».
Quindi, una fiera Myplant & Garden all’estero? C.B. «Perché no! Certo per ora si tratta di un’idea, ma come Gruppo abbiamo tutto l’expertising e una rete internazionale che già ci permette di portare i nostri marchi all’estero, e con successo». L’acquisizione di V Group, potrebbe essere strategica anche per alcuni altri vostri prodotti? C.B. «Il settore del verde e dell’outdoor sono oggi temi trasversali a diversi comparti e settori merceologici; non escluderei questa ipotesi, anzi».
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Sperimentare sostenibilità colloquio con Leandro Previsdomini di Francesco Tozzi
È questo quello che accade nelle serre del progetto Brooklyn, in cui Vigorplant con il supporto di produttori, coltivatori e centri di ricerca va alla scoperta e testa soluzioni agronomiche performanti a base di materie prime alternative. Una collaborazione che diventa co-creazione di valore Non è la prima volta, e non sarà nemmeno l’ultima, che assoceremo Vigorplant al concetto di sostenibilità. Se negli ultimi tempi è stato il Sustainability Award al centro dell’attenzione, ora è arrivato il momento del progetto Brooklyn, un ponte verso il futuro, che raccoglie intorno a sé i professionisti a valle della filiera - coltivatori e produttori - per sperimentare nuove ricette e nuove materie prime sostenibili su determinate colture. L’intero progetto è “ospitato” all’interno di vere e proprie serre, dislocate sul territorio nazionale, in cui si osservano le evoluzioni dei diversi prodotti. Si tratta a tutti gli effetti di una collaborazione tra professionisti che punta a creare valore, insieme. Incuriositi, abbiamo deciso di farcelo raccontare direttamente da Leandro Previsdomini, Technical manager and research and development. Ecco cosa abbiamo scoperto. Qual è l'esigenza che ha portato alla nascita del progetto Brooklyn? «Il progetto Brooklyn nasce da un’im-
portante esigenza: impiegare materie prime alternative per valutare le implicazioni tecniche di queste componenti e ottimizzare le ricette in modo analitico e puntuale su coltivazioni e produzioni
Leandro Previsdomini.
Trovare soluzioni per i professionisti è il nostro compito principale: rendere migliori le condizioni di coltivazione, in base alle conformità tecniche del caso, nasce da un ascolto costante di lungo periodo che l’azienda ha da sempre nel suo dna 22 22
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STORIE di AZIENDE progetti
zione, in base alle conformità tecniche del caso, nasce da un ascolto costante di lungo periodo che l’azienda ha da sempre nel suo dna». A proposito delle serre in cui si realizza concretamente il progetto… «Le serre sono situate in alcune zone del territorio nazionale, la superficie e il sistema di irrigazione dipendono dai sistemi colturali in atto. A settembre inizieranno le sperimentazioni con ulteriori materie prime innovative ed ecosostenibili».
importanti. Il tutto avviene in vere e proprie serre/laboratori in cui si osserva l’effetto finale di un nostro prodotto. Quella che prima era una semplice collaborazione ora diventa una vera e propria co-creazione di valore, tra noi e il professionista».
Quali sono gli obiettivi finali? «L’obiettivo dell’azienda è innovare e, per farlo, deve puntare su ricerca e sviluppo come punti determinanti per trovare soluzioni agronomiche sempre più performanti. Abbiamo deciso di stringere partnership solide a valle della filiera con alcuni produttori, coltivatori e centri di ricerca, utilizzando nuove ricette. Si tratta di partnership esclusive che trovano fondamento nella ricerca e nello sviluppo, la chiave del nostro successo fin dal 1975. Trovare soluzioni per i professionisti è il nostro compito principale: rendere migliori le condizioni di coltiva-
Quali sono le coltivazioni su cui vengono testati i substrati? «In queste serre di adozione le ultime coltivazioni si sono concentrate su alcune varietà di Pelargonio, piante amatissime e comuni. La valutazione riguarda prevalentemente miscele con differenti dosaggi di Ecofibra® e di altre materie prime come il cocco, per meglio mixare tutti i componenti dei substrati». Quali sono i vantaggi che derivano dagli studi compiuti da Vigorplant all'interno del progetto? «Tra i vantaggi più importanti l’aumento della consapevolezza e del nostro know-how in ambito di materie prime alternative ma anche la possibilità di sperimentare in modo approfondito
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STORIE di AZIENDE progetti
Questo progetto rientra nelle attività di CSR dell’azienda in quanto sperimentiamo materie prime alternative e sostenibili per un mondo migliore a partire da chi lo abita oggi il campo applicativo dei substrati per raggiungere nuovi potenziali prodotti e ampliare sempre più lo spettro di soluzioni agronomiche disponibili. Senza dimenticare l’esperienza maturata che ci consente di gestire più facilmente tutte le fasi dei processi colturali in atto e portare innovazione nel mercato, in continua evoluzione».
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Come si sposa Brooklyn con l'impegno in ottica di sostenibilità di Vigorplant? «Questo progetto rientra nelle attività di CSR dell’azienda in quanto sperimentiamo materie prime alternative e sostenibili per un mondo migliore a partire da chi lo abita oggi. A testimonianza del nostro impegno,
Vigorplant rientra fra le 100 eccellenze italiane più sostenibili secondo Forbes, un riconoscimento importante che ci ha portato a vincere il Sustainability Award. Grazie infatti all’uso di materie prime di nostra produzione rinnovabili come EcoFibra®, alla presenza di un impianto fotovoltaico da 300 mila Kw che fornisce gran parte dell’energia elettrica utilizzata e a packaging con il 60% di plastica riciclata, riusciamo a mantenere il nostro impegno ambientale. Anche a livello sociale Vigorplant ha attuato diverse iniziative, sia per la riqualificazione del territorio, sia per attività con le scuole, consci che progetti di tal spessore verso i più piccoli rappresentino, oltre che un piacere, un dovere verso le generazioni future».
STORIE di PRODOTTI tecnologie
Essenziale come l’acqua di Rachele Pozzato
Innovazione al servizio di una produzione che possa essere efficiente e attenta all’ambiente, con un agente umettante per piante sane e forti e una gestione idrica più consapevole Un innovativo agente umettante, messo a punto appositamente per i substrati di coltivazione delle colture ornamentali. L’obiettivo principale di H2Gro, pro-
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gettato da ICL, è proprio quello di mantenere l’idratazione del substrato il più a lungo possibile. Grazie a un sapiente equilibrio tra diversi componenti, con
surfattanti dalla tripla azione, H2Gro migliora la distribuzione dell’acqua, associando un’azione penetrante a una di diffusione e reidratazione.
STORIE di PRODOTTI tecnologie
CENTRARE I DIVERSI OBIETTIVI ICL ha sviluppato H2Gro in due versioni, una granulare e una liquida, per potersi meglio adattare alle più svariate esigenze e inserirsi con un’azione puntuale e precisa in ogni contesto. Nella sua versione granulare, H2Gro si rende adatto per la miscelazione in substrati di coltivazione o per l’uso successivo in copertura. H3Gro liquido, invece, è raccomandato per l’utilizzo in substrati freschi e dà buone prestazioni anche irrorato durante i periodi di crescita. L’AZIONE L’acqua senza trattamento può infatti rischiare di ristagnare nella superficie, non potendo penetrare fin nelle aree idrofobiche. H2gro migliora l’assorbimento e la distribuzione in tutto il profilo del substrato: il suo uso permette di ridurre i volumi di irrigazione e il runoff, favorendo un uso efficiente dell’acqua e dei nutrienti. Un’altra caratteristica dell’acqua, senza trattamenti, è il suo movimento verticale all’interno del profilo del substrato: le radici della pianta la seguono, non arrivando così a crescere nelle aree non idratate. Grazie all’azione di H2Gro l’acqua riesce a muoversi, invece, sia verticalmente sia lateralmente, generando un apparato radicale più ampio e piante più forti e
Liquido o granulare? Entrambi producono nel substrato gli stessi benefici, la differenza sostanziale sta nelle diverse modalità di applicazione. Il principio tra le due varianti è lo stesso anche per il dosaggio, che viene scelto in base a quanto si vuole mantenere l’effetto.
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STORIE di PRODOTTI tecnologie
più sane. Un prodotto che interviene anche sul dilavamento dell’acqua, ottimizzando la ritenzione idrica del substrato e con un effetto di reidratazione duraturo, che non si esaurisce al primo ciclo. I VANTAGGI DI UNA BUONA GESTIONE IDRICA Con un unico prodotto, grazie a H2Gro, è possibile risolvere diverse problematiche legate alla gestione dell’acqua durante la produzione. Uno dei più evidenti vantaggi è una riduzione delle problematiche fitosanitarie: una pianta che abbia la possibilità di esplorare al massimo il volume a sua disposizione e che non sia limitata dal fattore acqua, risulta più sana e forte, e
avrà minori problemi fitosanitari. Con H2Gro, poi, tutto il volume è perfettamente idratato. L’assenza di zone o microzone più o meno asciutte si traduce in un’ottimizzata efficienza nutrizionale. Un prodotto, insomma, che permette un sostanziale risparmio idrico, da aggiungere a quello energetico, che secondo le stime va dal 15% fino al 25-35%. EFFICACIA DA TESTARE CON MANO Sono state poi proprio le prove in campo, oltre la teoria e la tecnica, a dimostrare la potenzialità di un umettante come questo. Sono stati effettuati, infatti, diversi test in due floricolture tra produzioni di camelie, azalee e pieris o
Come funzionano i surfattanti I surfattanti sono dei composti che abbassano la tensione superficiale tra due liquidi o tra un liquido e un solido: con una minore tensione superficiale il liquido riesce a ridurre l’angolo di contatto con la superficie dove è posto e, di conseguenza, ad “aderirvi” meglio. In base a questo principio, una bassa tensione superficiale permette all’acqua di penetrare nel substrato diffondendosi meglio fra le particelle dello stesso. Utilizzato in fase di coltivazione, un surfattante come H2Gro comporta un duplice vantaggio grazie alla diffusione omogenea dell’acqua all’interno del contenitore. Permette infatti un migliore sviluppo dell’apparato radicale ed una distribuzione più omogenea dei sali disciolti nell’acqua.
NON TRATTATO
TRATTATO
Distribuzione dell'acqua nel vaso con H2Gro
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annali, poinsettie e crisantemi. Scopo della prova era valutare l’apporto migliorativo nella distribuzione dell’acqua all’interno dei substrati in contenitore, utilizzando piante invasate con substrati privi di altri agenti umettanti. La prova si è svolta su piante non irrigate i giorni precedenti le prove, per valutare il grado di saturazione e stabilire il quantitativo esatto di acqua addizionata con H2GRO da somministrare. I risultati hanno confermato l’efficacia di H2Gro: immediatamente dopo la somministrazione del prodotto, infatti, il volume del substrato è aumentato fino a chiudere le zone secche e già dopo un'ora il pane di terra era in grado di assorbire ancora acqua pura.
STORIE BREVI news
Nuovi progetti per il Distretto vivaisticoornamentale pistoiese La comunicazione è arrivata direttamente dal Professor Ferrini, presidente del Distretto rurale vivaistico-ornamentale della provincia di Pistoia, durante l’assemblea nella sede di GEA - Green Economy and Agriculture a Pistoia. La proposta è stata quella di dotare il Distretto di un laboratorio per l’autocontrollo fitosanitario, che porterà a una sorta di autocertificazione delle produzioni. Un servizio a disposizione delle aziende vivaistiche del distretto, che potranno rivolgersi al laboratorio per le analisi necessarie alla gestione fitosanitaria dei propri vivai, con funzioni distinte e complementari rispetto al laboratorio del Servizio Fitosanitario Regionale. Un progetto, dunque, in un’ottica di miglioramento generale di tutte le attività sia produttive sia di divulgazione, anche grazie ai fondi messi in campo dal Pnrr. Tra gli altri punti all’ordine del giorno della medesima assemblea poi, è stata approvata la legge regionale dei distretti rurali ed è stato deciso di avviare una serie di incontri di consultazione, per definire la composizione del tavolo che dovrà redigere il nuovo progetto economico territoriale distrettuale, a partire dal precedente, ormai vecchio di
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oltre 10 anni, e necessario per partecipare al Bando del Ministero delle Politiche Agricole. Un momento di rinnovo, insomma, fortemente voluto sia da Ferrini sia da Magazzini, presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani, anch’essa presente e protagonista dei tavoli di lavoro, per far fronte alle nuove esigenze del settore e ricercare cofinanziamenti, sia all’interno dei bandi del PNRR che eventualmente nel PSR, per far fronte al significativo investimento necessario per l’allestimento del laboratorio stesso e per la gestione del personale che vi lavorerà.
Francesco Ferrini, presidente del Distretto rurale vivaistico-ornamentale della provincia di Pistoia.
ACCORDO DI RINNOVO È stato siglato a Palazzo della Valle, sede di Confagricoltura, l’accordo di rinnovo del contratto collettivo nazionale per gli operai agricoli e florovivaisti per il quadriennio 2022-2025. Il precedente contratto era scaduto il 31 dicembre 2021. Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, ha sottolineato “il senso di responsabilità che ha qualificato l’intera trattativa da parte della nostra Organizzazione, nonostante le difficoltà che, a livello nazionale e internazionale, stanno caratterizzando l’attuale fase economica”. Soddisfazione è stata dunque espressa dal presidente dell’Organizzazione dei datori di lavoro agricolo per la chiusura di un importante contratto, che interessa quasi 200mila imprese e oltre 1 milione di lavoratori. “Nonostante le gravi difficoltà in cui versano molte aziende agricole a causa dell’aumento dei costi di produzione e delle difficoltà d’approvvigionamento delle materie indispensabili all’attività produttiva, – commenta Giansanti – abbiamo voluto dare un segnale concreto ai nostri collaboratori e dipendenti, consapevoli dell’importanza che il fattore umano riveste per le aziende agricole italiane, soprattutto in un momento come questo, in cui il contesto internazionale richiede uno sforzo produttivo ulteriore, anche attraverso l’introduzione di elementi di modernizzazione e innovazione tecnologica”.
STORIE BREVI news
la nuova figura. VeronaFiere garantirà così, insieme al Consiglio, un equilibrio con tutte le altre figure direttive e manageriali, oltre alla salvaguardia del patrimonio di esperienze nelle relazioni politico-istituzionale e delle imprese rappresentate, tra cui, per esempio, figurano lo stesso Comune di Verona, la Provincia di Verona e la Camera di Commercio legata al territorio.
UNA NUOVA NOMINA IN SEGNO DI CONTINUITÀ È stato nominato all’unanimità, dal Consiglio di Amministrazione di VeronaFiere, il nuovo amministratore delegato: già ai vertici dell’organizzazione dal 2015 al 2022, in carica è Maurizio Danese, proprio in segno di continuità aziendale. Le modifiche allo Statuto volute dai soci e approvate già lo scorso febbraio, avevano infatti previsto
STORIE BREVI news
2023, CONVEGNO IGCA IN ITALIA Sarà l’Italia a ospitare il prossimo congresso internazionale dell’IGCA, l’Associazione Internazionale dei Garden Center, e l’annuncio ufficiale è arrivato durante l’assemblea annuale di AICG, l’Associazione Italia dei Centri di Giardinaggio, che si è tenuta lo scorso maggio a Riva del Garda, in provincia di Trento. Un’occasione che metterà l’Italia al centro del panorama florovivaistico mondiale e un’opportunità per tutto il settore, sia in termini di confronto, sia per quanto riguarda possibili rapporti commerciali. Già fissata la data, dal 24 al 30 di settembre, e si svolgerà tra Milano e i laghi Maggiore e di Como. Non è la prima volta che l’evento si tiene nel nostro Paese, già nel 2011 l’Alto Adige fu la sede dell’allora congresso internazionale. Come ogni anno, il convegno di AICG è stato un momento di confronto e una delle novità introdotte, proprio in quest’ottica, è stata quella di aver cambiato il format dell’appuntamento: per la prima volta sono stati organizzati dei tavoli tematici che hanno reso il convegno molto più partecipativo coinvolgendo tutti i partecipanti (oltre 230 persone) tra garden, aziende sostenitrici, giornalisti di settore, consulenti e studenti dell’ITS di Minoprio. Una nuova modalità vincente, perché ha veramente fatto emergere il meglio da tutti i partecipanti che si sono anche messi in gioco nel lavoro di squadra, da dove sono emersi
ENERGIA PULITA PER L’AGRICOLTURA È stato redatto, sotto la supervisione del Ministero per la Transizione Ecologica, da CREA ENEA, GSE e RSE, il documento “Linee Guida in materia di Impianti Agrivoltaici”. Per impianto agrivoltaico si intende un impianto fotovoltaico che adotta soluzioni mirate per preservare la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale sul sito di installazione.
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stimoli e idee per lo sviluppo dei garden center, guidati dalla professionalità di Fabrizio Valente, fondatore e amministratore Kiki Lab - Gruppo Promotica. Eletto anche il nuovo direttivo: Stefano Donetti (Presidente); Nadia Cavinato e Davide Michelini (Vice Presidenti); Mara Maschi e Emanuele Dichio (Segretari); Giacomo Brusa, Silvano Girelli, Emanuele Morselli, Andrea Orlandelli, Paolo Roagna, Andrea Zannoni (Consiglieri). Gli invitati permanenti ai consigli direttivi sono Piero Arici, Valentina Ceriani, Bartolomeo Dichio, Jean Marc Orecchioni, Enrica Raganato. www.aicg.it
Si tratta di impianti caratterizzati da diverse possibili configurazioni spaziali, gradi di integrazione e tecnologie, con il fine comune, però, di ottenere una sinergia produttiva tra colture e pannelli solari, affinché, influenzandosi reciprocamente, possano migliorare la qualità ecosistemica dei siti. Questo comporta una valutazione, a monte, di compatibilità dei moduli con le piante coltivate. Come esempio, nel
documento, si riportano così i risultati di alcuni studi tedeschi che hanno valutato il comportamento di diverse colture alla riduzione dell’illuminazione diretta, individuando colture “non adatte”, “poco adatte”, “adatte”, “mediamente adatte” e “molto adatte”. Si evidenziano poi gli elementi premiali, o che danno accesso prioritario, a possibili incentivi per la realizzazione degli impianti agrivoltaici, come l’applicazione dei moderni concetti di agricoltura di precisione, autoconsumo, piuttosto che l’impiego di dispositivi fotovoltaici spettralmente selettivi o di moduli trasparenti, l’incremento dell’elettrificazione dei consumi dell’azienda e l’attenzione all’integrazione paesaggistica dei sistemi agrivoltaici. Una nuova possibilità per la realizzazione di infrastrutture energetiche necessarie, ma sostenibili, che consentano di coniugare il rispetto dell’ambiente.
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SGUARDO AL FUTURO Nella cornice dei Vivai Capitanio, dove a fare gli onori di casa è stato l’ormai ex presidente Leonardo Capitanio, si sono svolte due intense e importanti giornate per ANVE. Anzitutto un turnover, con l’elezione del nuovo presidente Luigi Pagliani, imprenditore vivaista dell’azienda Ideaverde a Perugia. Un cambiamento imposto non soltanto dalle scadenze, ma da uno dei principali punti di forza dell’Associazione: «Ora sono ancora più contento di passare il testimone ad un’ottima persona, dalla grande professionalità, che testimonia la vivacità che ha sempre contraddistinto ANVE», ha infatti affermato Capitanio, per una crescita continua e sempre rinnovata, grazie alle capacità e professionalità di ognuno dei soci. Una nomina, peraltro, che arriva in un momento di conferme e traguardi per ANVE, al quindicesimo anno di attività, con un bilancio positivo e floride prospettive per il 2023. In uno spirito che punta a riunire, rappresentare, assistere e tutelare gli imprenditori agricoli vivaisti, realizzando iniziative utili allo sviluppo degli scambi commerciali, fornire servizi di consulenza, incentivare l’innovazione e sostenere la ricerca. Proprio a sostegno della ricerca poi,
è nato il Premio di Laurea Stefano Capitanio, intitolato al Vice Presidente fondatore di ANVE. Un premio assegnato proprio all’indomani della nomina di Pagliani, durante la Giornata Nazionale del Florovivaismo Mediterraneo. Il tema principale della giornata di studio è stato, per quest’anno, l’efficacia dei contratti di coltivazione nello sviluppo del verde urbano e ha accolto una folta platea di vivaisti, agronomi, paesaggisti, tecnici del verde, oltre a una rosa di relatori competenti ed esperti. Un momento per ufficializzare la nuova presidenza, in nome dell’internazionalizzazione delle imprese rappresentate, della promozione dell’immagine del settore e dei rapporti istituzionali, nazionali ed europei, raggiunti da ANVE.
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INSETTI INVECE DI FITOSANITARI PER UN APPROCCIO BIOLOGICO ALLA PRODUZIONE Sono stati presentati i risultati di OrtoAmbiente, il progetto lanciato nel 2020 per un approccio agroecologico della difesa fitosanitaria e per potenziare la fauna utile a combattere insetti dannosi su colture orticole. L’iniziativa si inserisce nel Programma di Sviluppo Rurale 2014–2020 e vi hanno partecipato il Centro Agricoltura e Ambiente ‘Giorgio Nicoli’, il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna, il Gruppo Agribologna, Dinamica e cinque aziende agricole del territorio emiliano. Il progetto “Messa a punto di tecniche di difesa da fitofagi su colture orticole ad elevata sostenibilità ambientale basate su strategie agroecologiche”, coordinato dal Professore Giovanni Burgio, ha avuto diverse fasi e obiettivi: a partire dalla verifica dell’efficacia della difesa biologica nei confronti di miridi o afidi su lattuga, attraverso l’utilizzo combinato di trappole a feromoni e piante trappola attrattive, piuttosto che di strategie agroecologiche per potenziare la difesa biologica contro Aphis gossypii su zucchino in coltura protetta, o contro altica su cavolo, attraverso l’impiego di piante trappola e copertura con tessuto agrotessile. Le attività hanno poi confermato i risultati attesi, con una sostanziale riduzione, pari al 15% in agricoltura integrata e del 3040% in agricoltura biologica, nell’utilizzo di fitosanitari, per un corrispondente risparmio di 300 euro per ogni ettaro. Un’iniziativa, dunque, che ha consentito la messa a punto di strumenti innovativi di difesa dagli insetti dannosi per le colture orticole, con la redazione di un manuale per la divulgazione di queste tecniche. OrtoAmbiente consentirà così di diminuire l’impiego di fitosanitari, sfruttando invece l’azione di coccinellidi e sirfidi. Un’occasione anche per avvicinare sempre più aziende a un sistema di produzione biologico.
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ALBERI NON NATIVI, L’IMPEGNO INTERNAZIONALE PER CONOSCERNE RISCHI E VANTAGGI Il progetto europeo Alptrees, conclusosi con l’incontro alla Fondazione Edmund Mach, promuove la conoscenza degli alberi non nativi per contribuire ad una strategia transnazionale europea, finalizzata ad una loro gestione sostenibile, indagandone benefici e potenziali rischi. Il progetto è stato coordinato dall’Istituto di ricerca forestale, rischi naturali e paesaggio di Vienna, accanto ai partner istituzionali francesi, tedeschi, austriaci e sloveni, ma anche italiani, con la rappresentanza proprio del Centro Ricerca e Innovazione della Fondazione Edmund Mach. La Fondazione si occupa, in particolare, della coordinazione del Workpackage “Policy implementation, stakeholder engagement & capacity building” del progetto, dal Comune di Trento e dal Consorzio Langhe Monferrato e Roero. Presente anche, con il ruolo di “osservatore”, il Servizio foreste della Provincia autonoma di Trento. Le specie arboree non native, come ha dimostrato la ricerca, introdotte nell’area alpina per scopi ornamentali, potrebbero finire col causare problemi ecologici poiché diventando selvatiche competerebbero e sovrasterebbero le specie autoctone, trasformando significativamente gli equilibri degli ecosistemi. Nello Spazio Alpino Europeo sono presenti, infatti, circa 150 specie arboree autoctone e oltre 500 specie non autoctone. La maggior parte di queste ultime sono esclusivamente per ornamento e quindi per scopi urbani. Ad esempio, la robinia, l'ailanto, l'acero americano, il ciliegio tardivo, l'abete di Douglas, il pioppo ibrido e l'olmo siberiano. Tra i vantaggi si conta, anzitutto, la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici di queste specie, il contributo alla bioeconomia, le infrastrutture verdi urbane e periurbane più resilienti e la riduzione dei rischi di eventi naturali distruttivi. Tuttavia, l'albero non nativo può, in determinati casi, diventare invasivo, comportando rischi per la biodiversità autoctona e il funzionamento dell'ecosistema.
AGRIFLORTEC per FLORSISTEMI
Due importanti novità a servizio del retail Si va verso una nuova gestione degli acquisti e degli ordini, per ottimizzare logistica e consegne. In un’epoca in cui il delivery si sta sempre più diffondendo. Ecco le ultime risposte tecnologiche di Flortesistemi
Guarda i video di presentazione delle novità!
Il servizio e-commerce studiato dall'azienda milanese.
ta di credito. Una soluzione che ottimizza sicuramente logistica e tempi nelle procedura di acquisto e consegna, soprattutto in un’ottica di diffusione del delivery.
La prima interessante novità, riguarda l’accordo tra Sumup, azienda specializzata in servizi di semplificazione dei pagamenti, e Floresistemi, che consentirà a punti vendita e grossisti di utilizzare, con la massima semplicità, carte di credito e supporti mobili proprio per i pagamenti. Attraverso dei POS di nuova generazione e tramite dei sistemi Android e grazie ai dispositivi web di Florsistemi sarà possibile accettare i pagamenti direttamente con bancomat e car-
Altra importante novità è il primo programma Florsistemi su device android desktop, quindi un computer fisso che permette, anche in questo caso, di ottimizzare le fasi e le operazioni di acquisto e vendita. Un prodotto che è stato introdotto per agevolare l’immissione degli ordine, che possono essere inseriti rapidamente, aggiungendo anche caratteristiche specifiche del prodotto, oltre alle informazioni utili per la gestione della consegna.
Si tratta di due innovazioni che consentono agli operatori del settore, specialmente grossisti e dettaglianti, di migliorare notevolmente i processi di acquisto, vendita e consegna di piante e fiori, in un mercato sempre più dinamico e in continuo aggiornamento, soprattutto sul fronte tecnologico.
Informazione pubbliredazionale
L’azienda milanese specializzata in software, hardware e soluzioni per etichettatura, che il prossimo anno festeggerà il suo trentennale, ha introdotto sul mercato due importanti novità a supporto del retail, per migliorare e ottimizzare le funzione di pagamento e ordini.
Per rimanere sempre informato www.florsistemi.it
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STORIE BREVI news
Riforestazione e batterie elettriche per aiutare l’ambiente
Al via la collaborazione tra Ego Power+ e l’ONG Eden Reforestation Project: l’obiettivo è piantare quanti più alberi possibile durante l’anno. Per ogni prodotto Ego acquistato in Europa, infatti Eden pianterà un albero come parte della sua rete globale di riforestazione, che include regioni come America Latina, Africa e Sud-est asiatico. L’iniziativa riguarda tutti i prodotti della gamma, dai decespugliatori a batteria, tosaerba, motoseghe, fino ai soffiatori. Eden pianterà poi un albero aggiuntivo per ogni utensile registrato per l’estensione della garanzia. L’ONG non si limita poi a piantare alberi: è attiva anche nella ricerca di mezzi di sussistenza per le popolazioni in estrema povertà, consentendo di ripristinare e proteggere le foreste su vasta scala. Iniziative che combattono il cam-
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biamento climatico, la deforestazione, ma anche a perdita di habitat per le specie in via di estinzione e l'estrema povertà. La partnership è nata con l’iniziativa Challange 2025, lanciata proprio da Ego nel 2020, la campagna che mira a educare e responsabilizzare le persone nell’utilizzo di batterie come principale fonte di alimentazione per le apparecchiature elettriche esterne, contribuendo a una significativa riduzione delle emissioni e del rumore e aumentando al contempo la sicurezza degli utensili. Uno dei punti di forza della gamma Ego, anche a livello professionale, oltre che un tema sempre più centrale, specialmente dopo l’imposizione in Ue e Regno Unito di severi standard di emissione sui motori diesel e benzina. Come ha dimostrato una ricerca commissionata proprio da Challange 2025, un decespugliatore a benzina emette quattro volte più ossidi di azoto di una Ford Fiesta, mentre un soffiafoglie fino a 11. Una collaborazione, insomma, che guarda al futuro del Pianeta partecipando attivamente e concretamente al processo di riforestazione e riduzione delle emissioni.
STORIE di GESTIONE risorse
Il florovivaismo può essere plastic free? di Benedetta Minoliti
Attraverso il progetto SUSFLO, i garden center dell'associazione AICG ci stanno provando A che punto è il settore del florovivaismo sulla diminuzione dell'impiego di plastiche? Una domanda a cui ha voluto rispondere il progetto SUSFLO, coinvolgendo i garden center dell'associazione AICG, con delle interviste raccolte nei mesi di febbraio, marzo e aprile 2022. L'iniziativa si pone due quesiti. Il primo, quello di comprendere quali siano i fattori che rallentano la riduzione dell'utilizzo della plastica nel florovivaismo e, il secondo, quali siano nel concreto le azioni da intraprendere, fin da subito, per una maggiore sostenibilità del settore. Il progetto, finanziato da Fondazione Cariplo e guidato da Fondazione Minoprio, vede anche la partecipazione, come responsabile scientifico, del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell'Università degli Studi di Milano. SERVONO INVESTIMENTI IN MATERIALI ALTERNATIVI “Sicuramente ad oggi è più facile ed economico pensare al riutilizzo di materiali plastici che all'utilizzo di nuovi ed ecosostenibili”. A dirlo è Stefano Donetti,
Il 50% del campione afferma che la difficoltà maggiore è rifornirsi di prodotti non plastici 38 38
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Stefano Donetti, proprietario dell'Azienda Floricola Donetti di Romagnano Sesia e presidente AICG.
proprietario dell'Azienda Floricola Donetti di Romagnano Sesia e presidente AICG. Le sue parole rispondono alla domanda sul possibile utilizzo di materiali alternativi alla plastica al fine di provare a sostituirla o, comunque, ridurne l'uso. Il parere di Donetti è condiviso dal 66% degli intervistati tra i soci AICG. Questi ritengono che la strada più immediata e percorribile, al momen-
to, sia quella del riutilizzo dei materiali plastici, esistenti e già in commercio. Inoltre, secondo il 50% degli intervistati per il progetto SUSFLO, la problematica maggiore per la riduzione della plastica nel settore è una: la difficoltà nel rifornirsi di prodotti non plastici. E su questo aspetto, Donetti ha detto: “C'è grossa necessità di investimento nella ricerca per poter trovare materiali alternativi validi, fondamentali per poter innescare il cambiamento”. PRIMI RISULTATI PREVISTI SOLO TRA 5 ANNI Queste percentuali, anche se ristrette ai soli soci AICG, ci raccontano come, ad oggi, la strada verso un settore più sostenibile e plastic free sia ancora lunga. I dati raccolti, però, portano all'attenzione della filiera anche un risvolto
STORIE di GESTIONE risorse
Sicuramente ad oggi è più facile ed economico pensare al riutilizzo di materiali plastici che all'utilizzo di nuovi ed ecosostenibili
positivo: per la maggior parte degli intervistati, entro 5 anni si avrà una reale riduzione dell'uso della plastica.Un arco di tempo breve, se si considera che la direttiva del Parlamento europeo sui prodotti in plastica monouso, risalente al 2019, è entrata ufficialmente in vigore il 3 luglio del 2021. Naturalmente non si possono paragonare i prodotti in plastica monouso a quelli utilizzati dal settore florovivaistico, ma l'esempio è utile per capire quanto 5 anni siano un obiettivo difficile, ma non irraggiungibile. Fattore fondamentale, come sottolineato da Donetti, è che ci sia “cooperazione all'inter-
no della filiera”. Il presidente di AICG, inoltre, ha ribadito come, nella sua visione, il mercato florovivaistico sia pronto a cambiamento. I clienti sono pronti al cambiamento. Quello che manca però, ad oggi, non sono solo i materiali, ma un vero e proprio supporto tra le varie componenti del settore. ORTICOLE E ORNAMENTALI, (FORSE) LE PRIME PRODUZIONI SENZA PLASTICA Il 30% del campione che ha preso parte al progetto SUSFLO ha individuato nella produzione di piante orticole e ornamentali i possibili primi due ambiti in cui sarà possibile ridurre l'utilizzo di plastica. Un dato che, secondo quanto emerso, è giustificato dalla stagionalità di questo tipo di produzioni e dal ridotto periodo di permanenza sugli scaffali. Al contrario, per le piante di grandi dimensioni e per quelle che hanno una permanenza in vaso per lunghi periodi, sarà necessario utilizzare materiali resistenti. Ad esempio, per le piante da frutto, che necessitano di rimanere in vaso per molto tempo, non sarà facile una transizione nel breve periodo verso prodotti in materiali diversi dalla plastica. “Ad oggi non si trova sul mercato un vaso adatto per supportare la crescita di piante di grosse dimensioni” ha spiegato il presidente di AICG. Per questo motivo sarà ancora più importante non solo il supporto di tutta la filiera per un settore plastic free, ma anche incrementare la ricerca in questo campo. Questo sarà possibile soprattutto studiando da un lato le piante, e dall'altro il contenitore che si vorrà utilizzare. In questo modo sarà più semplice contenere, o evitare completamente, danni e perdite per le aziende.
Il progetto in breve • promosso da AICG • finanziato da Fondazione Cariplo • guidato da Fondazione Minoprio
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STORIE di GESTIONE appuntamenti
Ispirare e ispirarsi di Rachele Pozzato
Questo l’obiettivo della giornata porte aperte di Leonessa Vivai: uno scambio tra professionisti, per confrontarsi e aprirsi a nuovi stimoli
FOCUS FORMAZIONE Oltre alla possibilità di visitare gli otto ettari del terreno, con indicazioni e curiosità per lasciarsi ispirare, sarà possibile partecipare a delle esclusive occasioni di formazioni: con Marta Pavia, sui social @zuccaviolina, ed Erica Cherubini, @ greenvisualmerchandising, ci saranno due workshop operativi a numero chiuso e uno slot di consulenze one-to-one, per toccare con mano il mondo della promozione su Instagram, proponendo esercizi e consigli di Green visual merchandising. ARIA ACCOGLIENTE Una giornata in cui potersi ritrovare a parlare di ciò che più appassiona, delle novità e delle possibilità del settore, immersi in un’atmosfera stimolante e creativa, progettata e filtrata dall’esperienza di Erica Cherubini. L’obiettivo è catapultare i visitatori nell’accogliente atmosfera delle sagre autunnali di paese, con street food cucinato al momento, musica dal vivo e dj set, una giocosa lettura dei tarocchi a offerta libera che permetterà di adottare un alveare, senza dimenticare il gioco della pesca, grande classico delle feste paesane e un modo divertente per aggiudicarsi gli omaggi che Leonessa Vivai ha preparato per tutti i clienti. Insomma, un’occasione per riportare il vivaio in una dimensione magica, da cui lasciarsi ispirare e assorbire idee e stimoli.
Raggiungere un traguardo importante celebrando la natura e la convivialità: questi i programmi di Leonessa Vivai per i suoi primi dieci anni di attività, da festeggiare con l’evento Piantonario, l’atteso Porte Aperte autunnale. Quindi Save the date: il 6 settembre sarà una giornata ricca di eventi, scambi e nuovi spunti. CONFRONTARSI Con la stagione autunnale alle porte, momento cruciale per il settore e per i
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professionisti, avere la possibilità di incontrare appassionati addetti ai lavori, tra gardenisti, giardinieri e operatori, è stato un punto fondamentale su cui concentrarsi per Leonessa Vivai, azienda promotrice dell’evento. Altrettanto importante, l’apertura del nuovo webshop: sarà possibile fare ordini anche online, approfittando del coupon di benvenuto del 10% sul primo acquisto che tutti i partecipanti all’appuntamento riceveranno in anteprima.
Prenota il tuo posto alle lezioni all’indirizzo eventi@leonessavivai.it e scopri tutte le altre curiosità su Piantonario al sito leonessavivai.it
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STORIE di NOVITÀ Florensis
Un blu tutto nuovo di Rachele Pozzato
Come quello di Perovskia Bluesette, la nuova varietà resistente, versatile e dalle tonalità vibranti
Portamento compatto, tonalità blu vivace a contrasto con foglie argento: la novità introdotta da Florensis, Graines Voltz e Ball è un’affascinante e versatile perenne, la Perovskia Bluesette. Questa novità si presenta resistente, rigogliosa dall’autunno all’estate. Bluesette ha fatto di colori vibranti e un’avvolgente fragranza, che attira gli impollinatori, i suoi punti di forza. SINERGIA VINCENTE Perovskia Bluesette è stata sviluppata da PanAmerican Seed, specializzata nelle perenni, e introdotta congiuntamente da Florensis, Graines Voltz e Ball: una collaborazione che ha permesso di portare un valore aggiunto al risultato finale e all'intera filiera, dai coltivatori ai clienti finali. A fare di Bluesette un prodotto competitivo sono anzitutto, infatti, le sue caratteristiche genetiche forti e distintive. PROPOSTE FRESCHE Lanciata come “un nuovo blues”, questa varietà riporta i riflettori su una specie effettivamente poco popolare, anche tra i professionisti, la Perovskia.
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Caratteristiche • Portamento compatto • Rigogliosa dall'autunno all'estate • Fioritura precoce • Amica degli impollinatori
Un’alternativa fresca e nuova, con le sue tonalità blu, alle scelte più comuni. A parlare per lei, le sue caratteristiche: dalla fioritura precoce al contrasto tra il blu e l’argento del fogliame, fino a una manutenzione semplice sia in fase di produzione sia per i clienti. Un tocco speciale anche perché si tratta di una pianta molto resistente e amica degli impollinatori.
STORIE di NOVITÀ Plantipp
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Sempervivum + Aeonium = xSemponium di Bianca Ferraris
Non stiamo dando i numeri, piuttosto la ricetta segreta di una pianta grassa dal look tropicale ma con una certa passione per le basse temperature. Un ibrido assolutamente da conoscere 2
La storia di xSemponium inizia con due amici e soci di un vivaio inglese, Mark Lea e Daniel Michael di Surreal Succulent, e la volontà di unire i colori e le forme tipiche delle succulente alla resistenza anche a basse temperature. E ci sono riusciti, dando vita a xSemponium, l’ibrido nato dall’incontro tra Sempervivum e Aeonium che vanta non solo la morbidezza delle piante grasse ma anche la possibilità di essere ospitata in un giardino inglese, anche in inverno. UN INCONTRO TRA OPPOSTI La fusione delle due piante ha dato vita a un intergenerico costituito da due membri della famiglia delle Crassulacee: i Sempervivum però, compatti e resistenti, sono piante diffuse in Europa e sulle Alpi e crescono fino a -20° mentre gli Aeonium sono succulente originarie delle Canarie e dell’Africa, poco adatte alle temperature fredde.
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IN EUROPA GRAZIE A PLANTIPP Queste piante grasse colorate e resistenti, introdotte a livello europeo dopo l’accordo con Plantipp nel 2021, sono a crescita rapida, facili da coltivare e resistenti: adatte ai terrazzi di città e alla progettazione di giardini. (1) Xsemponium surreal® “sienna”. Sienna cresce come un aeonium ma le rosette hanno un aspetto sempervivum, e dà il meglio di sé quando coltivata con molta luminosità. (2) Xsemponium surreal® “destiny”.Venature intense su foglie rosso mattone, xsemponium surreal® 'destiny' si presenta con un aspetto insolito e intrigante. (3) Xsemponium surreal® “diamond”. “diamante” di nome e di fatto: dalla forma delle foglie al colore di un intenso e brillante verde, contornate di rosso.
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STORIE di NOVITÀ Vivai Nord
Bellezza a lunga durata Lagerstroemia 'Enduring Lavender'.
Lagerstroemia 'Enduring Red'.
Lagerstroemia 'Enduring White'.
di Rachele Pozzato
Lagerstroemie a foglia nera, ora con una nuova denominazione, Black Diamond.
La nuova variante di Lagerstroemia deve la sua popolarità al suo portamento compatto ed elegante, ma soprattutto alla sua resistenza
I SEGRETI DEL SUCCESSO 50 ettari di coltivazione, produzioni di qualità, più di trent’anni anni di esperienza e una squadra esperta e puntuale che guarda al mercato non solo italiano, ma anche estero. Questi gli ingredienti che hanno reso Vivai Nord un successo nel settore del verde, con un’ampia offerta per professionisti e aziende del settore. NUOVI TRAGUARDI La nuova chicca delle ornamentali da esterno proposte da Vivai Nord, sono senza dubbio le Lagerstroemie a foglia nera, ora con una nuova denominazione, Black Diamond, che sostituisce il vecchio logo europeo di Black Solitaire. Una grande soddisfazione per Vivai Nord, che ha ottenuto la licenza per riprodurre e coltivare le nuove Cv. Lager-
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stroemia Enduring, in tre varianti dalla crescita compatta e con una fioritura molto prolungata. L’ENERGIA DEL VIOLA Il fascino dell’avvolgente tonalità malva della Lagerstroemia 'Enduring Lavender', insieme a un fogliame verde brillante e scuro. Portamento compatto e resistenza nel tempo, con una fioritura abbondante che in autunno nei giovani germogli si tinge di porpora. INTRAMONTABILE ROSSO Arbusto eretto e compatto per questa
variante dalle tonalità di un avvolgente rosso. Quella della Lagerstroemia 'Enduring Red' è una fioritura precoce e duratura, da fine giugno e per tutto l’autunno. L’ELEGANZA DEL BIANCO Fiori bianchi e lucenti circondati da un fogliame verde oliva a contrasto: la Lagerstroemia 'Enduring White' si presenta fine e raffinata. Dall’andamento a palla e robusto e con una corteccia molto decorativa, come per le altre varianti, caratterizzata da una texture liscia, a chiazze sulle piante mature.
STORIE di AZIENDE case history/1
sviluppati fuori dai confini nazionali. Da Dubai all’Ohio, dal Cile all’Australia fino all’Europa: “come non acquisire maggiore esperienza se ti interfacci con un orizzonte così ampio?”. Accompagnare le professioni del settore in un percorso di cambiamento verso il “salto imprenditoriale” richiede un approccio consulencolloquio con Marco Orlandelli di Francesco Tozzi ziale e sartoriale allo stesso tempo. Una sfida che Organizzazione Orlandelli porRetail e produttori, le due anime di Organizzazione Orlandelli, possono ta avanti combinando internazionalità, contare su un alleato nel loro percorso verso l’imprenditorialità. Un passaggio esperienza ed apertura.
Verso il salto imprenditoriale
che secondo Marco Orlandelli è “avvenuto prima proprio nel campo della produzione, dalla genetica alle serre, dai concimi agli imballaggi”
Tutto è iniziato con i carrelli per il settore della floricoltura. E poi l’intuizione: “mio padre ha cercato di rispondere alle esigenze dei retailer e garden center, aprendosi al mercato degli espositori, culminata negli anni a seguire in linee di arredamento su misura”, racconta Marco Orlandelli, amministratore delegato dell’azienda dal 2017 quando il padre e fondatore ha ceduto le quote ai tre figli. Oggi Organizzazione Orlandelli si divide in due anime - grower e retail - abbracciando un ventaglio di clienti vario e ampio: dal piccolo negozio, all’ambulante, fino alla catena di grande distribuzione. Una flessibilità e capacità di adattamento a ogni progetto che si è costruita nel tempo, grazie all’esperienza e all’apertura (non scontata) verso le esigenze e richieste del cliente. Tra i tratti distintivi sicuramente lo sguardo internazionale: sono numerosi i progetti
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Come è iniziata Tutto è iniziato a Canicossa, dove si trovava la vecchia sede dell’azienda, con l’azienda agricola e la vendita nei mercati. Nel 1989 Ugo Orlandelli acquista un terreno a Mantova dove si aprirà il garden center, La valle dei Fiori, una struttura di grandi dimensioni, pensata per differenziarsi e dare un motivo per essere visitato anche da chi veniva da fuori Mantova. Oggi l’azienda Organizzazione Orlandelli è gestita dai tre figli di Ugo: Marco, Andrea e Paola.
C’è voglia di investire sull’allestimento del punto vendita? «C’è voglia di fare le cose per bene e belle, più di quanto si possa immaginare. In organizzazione Orlandelli lavoriamo sul concetto di design e sul fornire unicità al punto vendita. Oggi il retail ha bisogno di creare ambienti in cui si respiri calore e particolarità. Serve qualcosa in più per spingere il consumatore a prendere la macchina, parcheggiare ed entrare nel garden center. Spingere su layout e customer experience è fondamentale». Sfatiamo l’idea che il settore del garden non investe? «Devo dire di sì. Se il servizio e il prodotto valgono, il prezzo viene messo in secondo piano. Si deve anche considerare che per i nostri prodotti si tratta di investimenti a lungo termine: un bancale e un espositore possono durare anche 20 anni. Quando si fa un progetto conviene partire da una base solida che ripaghi l’investimento iniziale. L’ambiente che si va a creare deve far venire voglia di passarci del tempo (e anche di spendere i soldi), puntando su arredo, pavimentazione, luci e comunicazione». Da commerciante a imprenditore: il gardenista va in questa direzione? «Guardare i vicini olandesi, tedeschi e francesi ma anche la grande distribuzione, che si affaccia al mondo verde, stimola a muoversi in questa direzione. E soprattutto ti porta a domandarti se forse quello che si fa non vada più bene e quindi, a come ripensarlo».
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E il produttore invece? «Il motivo per cui abbiamo diviso l’azienda in due macro gruppi, for growers e retail, è proprio perché vediamo che anche in questo settore c’è un’attenzione per l’imprenditorialità. Il mondo della produzione penso che si sia evoluto prima: c’è stato un grande salto a livello di genetica e anche a livello di lavoro nelle serre, nell’imballaggio e nei concimi». Oltre al prodotto è la consulenza al cliente al centro del vostro servizio… «Negli anni abbiamo accumulato esperienza, imparando qualcosa di nuovo progetto dopo progetto. La nostra è una consulenza che ascolta le tradizioni e i punti di forza di ciascun cliente che cerchiamo di mantenere ed esaltare nel progetto che andremo a realizzare. Abbiamo la fortuna di essere internazionali, più del 65 % del nostro fatturato è rivolto all’estero e questo ti permette di aprire la visuale e guardare oltre. A livello di pro-
Come avete sviluppato il business estero? «Mio padre Ugo, pur parlando solo ed esclusivamente in italiano, è sempre stato interessato all’estero: siamo gli espositori esteri più storici della fiera di Essen. Mi ha sempre trasferito l’idea di aprire gli orizzonti, vedendo in quello che “arriva da fuori” come una possibilità per imparare qualcosa e portarselo a casa. Mi ricordo, addirittura, che al mio 15esimo compleanno mi regalò un viaggio a New York». Marco Orlandelli.
dotto invece cerchiamo di proporre sempre di più: non solo a livello di ampiezza e profondità di gamma ma anche nella disponibilità verso il cliente. Diamo sempre di più: se siamo in ritardo con una consegna - a causa del momento storico che stiamo vivendo - inviamo un prodotto in sostituzione. Non è scontato».
Progetti futuri in cantiere? «Completare la nuova sede di Curtatone con lo showroom, che rappresenterà idealmente quello che deve essere un retailer oggi. E poi gli impegni delle fiere e il consolidamento dell’azienda negli Stati Uniti. Stiamo tentando anche un'esperienza a Dubai, puntando su mercati in cui il florovivaismo non è ancora sviluppato».
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Amici del sole e dell’energia geotermica di Alice Nicole Ginosa
Dal 1999 Decorum è il marchio delle eccellenze olandesi. Piante speciali e fiori recisi che, oltre alla qualità, si distinguono per gli standard di sostenibilità che soddisfano. Qual è il segreto? Decorum è il marchio che da 22 anni racconta la storia di piante e fiori recisi coccolate e cresciute con cura e passione da 55 coltivatori olandesi. Una costante ricerca della qualità e di rispetto per l’ambiente, grazie ai requisiti di sostenibilità a cui tutte le produzioni sono sottoposte. Tutti i coltivatori Decorum sono infatti in possesso del certificato ambientale MPS o GLOBAL GAP e
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Ci prendiamo cura del mondo che ci circonda nel miglior modo possibile
utilizzano il maggior numero possibile di fitofarmaci biologici. SOSTENIBILI FINO IN FONDO La sostenibilità per Decorum è un fattore centrale e per questa ragione i suoi coltivatori utilizzano pannelli solari, calore geotermico e calore residuo per riscaldare le serre. Ma non solo. Anche la riduzione di plastica e materiali
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non durevoli rientra tra le attività del marchio per prendersi cura del mondo. Le etichette, per esempio, sono già in parte realizzate in plastica riciclata, così come i vasi che lo sono per il 90%. Senza dimenticare, tra l’altro, anche i vassoi, realizzati sempre per il 90% in plastica riciclata. Ma guardiamo oltre il prodotto: i coltivatori Decorum hanno a cuore anche le persone. E per questo scelgono di investire nella loro comunità: dalla sponsorizzazione di società sportive locali all'offerta di opportunità ai dipendenti svantaggiati sul mercato del lavoro.
Per saperne di più sulle iniziative sostenibili e per rimanere aggiornati su Decorum INSTAGRAM: @ decorumplantsflowers
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Dall’idea all’impresa colloquio con Gerolamo Cellilli di Francesco Tozzi
Due garden e un’azienda florovivaistica: la storia della famiglia Cellilli, dall’intuito, 40 anni fa, dei due fratelli Domenico e Vittorio Ad aspettarmi alla stazione ci sono Gerolamo Cellilli e Federico Serafini, della società di consulenza MC Sinergie, con la quale abbiamo collaborato per realizzare questo articolo. L’occasione è l’apertura, nello scorso 2020 a pochi giorni dal primo lockdown, a Pomezia, del nuovo Cellilli Garden Store, una delle realtà più rappresentative del centro Italia. E il nuovo punto vendita è solo l’ultimo traguardo raggiunto dall’azienda laziale, che conta un altro negozio di prossimità ad Ardea e un’azienda di produzione florovivaistica specializzata in piante stagionali. Ha le idee ben chiare Gerolamo, che ho intervisto a nome della famiglia, dei due fondatori, Domenico e Vittorio, del fratello Simone e dei cugini Mina e Davide. Ma andiamo con ordine, perché tutto inizia da una storia di emigrazione, a caval-
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lo tra gli anni ’60 e ’70, quando i due fratelli Domenico e Vittorio, originari di un paesino del Molise, decisero di andare a cercare fortuna in Germania. Dopo due anni, Domenico e Vittorio rientrano in Italia e da lì a poco aprono il primo punto vendita, una superficie di circa 2.500 metri quadrati. Nel 1992 aprirono un garden più strutturato su una superficie più ampia. Quando è iniziata, invece, la produzione florovivaistica? «Qualche anno dopo, nel 1995, si strutturano anche con l’attività di produzione florovivasitica di piante stagionali in vaso (oltre, a siepi, rampicanti e cespugli della macchia mediterranea), realtà che oggi serve diverse regioni in Italia: Lazio, Toscana, Umbria, Emilia Romagna, Trentino, Lombardia e Sardegna».
Quando l’esigenza di progettare un nuovo punto vendita? «In realtà abbiamo avuto da sempre una predisposizione allo sviluppo, tanto che già alla fine degli anni ’90 acquistammo il terreno dove oggi sorge il nuovo garden, e che venne utilizzato per ampliare l’azienda florovivaistica. Fu poi nel 2013 che iniziammo a ragionare anche a un programma di rinnovamento più strutturato e nel 2016 l’idea del nuovo garden center. Così, anche grazie alla collaborazione con MC Sinergie, abbiamo intrapreso un programma di ammodernamento del punto vendita di Ardea. Parallelamente abbiamo investito anche sull’azienda di produzione, sia in termini di innovazione, sia per quanto riguarda i sistemi e la qualità del lavoro. E gli investimenti furono ripagati, con incrementi di vendita annui
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tra il 30 e il 40%».
L’ingresso del punto vendita.
L’idea, mi sembra di capire, è stata subito quella di realizzare un garden d’attrazione… «Il concetto vincente, secondo noi, maturato e condiviso con MC Sinergie, era quello di realizzare un garden center con un approccio commerciale fortemente multimerceologico, ma che non perdesse la sua identità, cioè quella di punto vendita, in primis, di piante e fiori. Così anche la scelta della struttura è stata determinante: una grande e moderna serra in ferro-vetro, realizzata grazie al sistema Combilux di Artigianfer, che ha consentito di realizzare un ambiente arioso, luminoso e con spazi tali da invogliare la permanenza nel punto vendita e l’acquisto. La superficie coperta è di 7mila metri quadrati, alla quale bisogna aggiungere un magazzino strutturato con bocca di carico. Lo spazio dedicato a piante e fiori è molto importante. Sull’assortimento di piante e fiori non bisogna limitare gli investimenti, sia in termini di ampiezza, sia in termini di profondità». Quanto dell’offerta di piante e fiori deriva dalla vostra produzione? «Direi un buon 60-70% e questo è un aspetto molto apprezzato dai nostri clienti». Il futuro? «Il progetto è quello di un nuovo ampliamento di questo garden. Su una superficie di altri 4mila metri quadrati adiacente al punto vendita, allargheremo l’offerta, ma l’idea è quella di affiancare anche un’attività di ristorazione e realizzare un giardino pensile ricreativo per clienti e visitatori». Insomma, non riuscite a stare mai fermi? «I nostri genitori, quando hanno mosso i primi passi in questo settore, dopo essere rientrati dalla Germania, avevano 25 e 23 anni, e ci hanno sempre detto che questo lavoro dovevamo sentirlo dentro… E noi lo sentiamo proprio nostro».
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IL VERDE INTERNAZIONALE di Rachele Pozzato
Varietà e qualità tutto l’anno, con proposte specifiche per ogni stagione. È proprio questo il segreto di Groen-Direkt, il mercato olandese, che da quest’anno pensa ancora più in grande insieme a Plantarium Il mercato più grande d’Europa, che da ben 25 anni offre un ventaglio di varietà stagionali tra i più ampi in circolazione: parliamo proprio di Groen-Direkt, il colosso olandese riferimento per i rivenditori europei di piante da giardino. Un’impresa possibile grazie a una stretta collaborazione con 500 coltivatori specializzati. PAROLA D’ORDINE, STAGIONALITÀ Il punto di forza del progetto è un’offerta puntuale e che dura tutto l’anno, accurata e varia nelle proposte, che cambia seguendo le stagioni e ritmi della natura. Dalle piante da esterno e
gli arbusti fioriti primaverili, fino agli alberi di Natale o alle coltivazioni invernali, passando per la media e l’alta stagione e le fioriture estive: cinque fiere tematiche e stagionali, con esemplari da
toccare con mano. Una grande occasione, oltre che per lasciarsi ispirare dalla varietà di prodotti presente, per incontrarsi con professionisti del settore da tutto il mondo.
Il calendario Groen-Direkt • Spring Days: 4 e 5 aprile • High-Season Days: 2 e 3 maggio • Mid-Season Days: 30 e 31 maggio • Summer Days: 20 e 21 giugno • Plantarium|Groen-Direkt: 24 e 25 agosto • Winter-Christmas Fair: 7 e 8 novembre
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STORIE di SISTEMA Paesi Bassi
VARIETÀ E CONFRONTO Una visita arricchente e intuitiva, grazie alle diverse aree espositive costituite da gruppi uniformi, per specie o tipologie di piante: bamboo, Heuchera, Nature2Nature, piante verdi, arbusti e più di 1500 diverse varietà di perenni. Ogni fiera stagionale offre anche la possibilità di incontrare dozzine e dozzine di coltivatori, con la loro personalissima proposta per quel periodo dell’anno. FORMAZIONE AL CENTRO Per festeggiare il suo quarto di secolo, poi, Groen-Dirket offre anche la possibilità di assistere ad eventi e incontri formativi: un investimento, con il fondo dedicato Green Education, nel futuro del settore, con un focus speciale sull’arboricoltura e le piante ornamentali. AD OGNI MESE, LA SUA VARIETÀ Come ogni anno Groen-Direkt fa una previsione di quali saranno le specie più vendute in ogni stagione. Dietro si nascondono mesi di lavoro e confronto tra esperti: la previsione si basa, infatti, sui dati delle vendite tanto quanto sul parere dei coltivatori stessi, che hanno sempre anche qualche consiglio per la vendita e la cura e coltivazione delle varietà. IN PREPARAZIONE ALLA PRIMAVERA Nei mesi iniziali dell’anno, caratterizzati da temperature ancora rigide, fino ai pri-
mi di marzo, una grande promessa sono le peonie. Una pianta dalla crescita lenta, ma duratura. Groen-Dirket ne offre due tipologie: quella proveniente dall’Asia, Paeonia × suffruticosa, una varietà arborea e la lactiforia, una perenne con origini proprio in Europa. Di entrambe esistono molte cultivar, in dimensioni e cromie differenti, ma fiori e fogliame rimangono molto simili pur cambiando radicalmente le modalità di piantagione, coltivazione e manutenzione.
MARZO, IL MESE DELL’EQUINOZIO Paragonando alle vendite dell’anno scorso, in questo periodo si notano le conseguenze della pandemia, che ha stravolto anche il settore del verde nei suoi ritmi. Proprio per questo, i vertici della lista per il mese che porta con sé la primavera sono molto diversi da quelli del 2021. Tra le novità, per esempio, oltre alla Buddleja, troviamo gli alberi da frutta. Si è registrato, infatti, un rinnovato e insolito interesse per le specie edibili, in particolare per l’assortimento dei frutti rossi e di bosco. LE NOVITÀ DI APRILE Aprile 2022 porta con sé una crescita per le piante che amano i climi secchi. Una novità, non tanto rispetto al mese precedente quanto rispetto al 2021. Un rapido sguardo alle statistiche mostra infatti il grande successo di piante come la Stipa, Erysimum, Hebe, Ceanothus, Sempervivum o la famiglia delle succulente. LA PIENA PRIMAVERA DI MAGGIO Quest’anno ha portato con sé molti cambiamenti, anche nella vendita di piante e fiori. Di particolare rilevanza per questo periodo dell’anno è senza dubbio la posizione della lavanda: in termini di numeri, il celebre arbusto dalle foglie argentate ha scalato le classifiche delle vendite.
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STORIE di SISTEMA Paesi Bassi
SOLSTIZIO D’ESTATE Con l’avvicinarsi dei mesi più caldi, non diminuisce il successo delle perenni. Si posiziona benissimo, per esempio, a giugno 2022, la salvia: anche per quanto riguarda il valore di vendita, sul podio delle piante più vendute in questo mese, questa specie è molto più popolare di altre anche più ricercate o costose, come le specie esotiche. COSA ASPETTARSI DA AGOSTO A SETTEMBRE A stupire di questa parte dell’anno è l’assenza dalla top ten delle perenni, altrimenti tra le piante più di successo in tutto il resto dell’anno. Una specie ampiamente usata nei giardini è invece la Photinia, un arbusto affascinante e che arricchisce i prati erbosi, un’ottima alternativa alle più comuni siepi. Ne sono disponibili molte varietà, adatte a ogni contesto.
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STORIE ESTERE digitalizzazione
Come cambia l’orticoltura nell’era digitale? di Bianca Ferraris
Lo scopriremo alla seconda edizione del World Ornamental Horticulture Summit 2022 che riunirà esperti del settore per capire come agiscono i nuovi media e il marketing digitale sulle vendite e sulla filiera. Intanto, però, vediamo cosa succede nelle nostre imprese “Influenzare il cambiamento in un mondo digitale”: questo è il tema della seconda edizione del World Ornamental Horticulture Summit 2022. Un evento di confronto, previsto il 28 settembre 2022 presso Floriade Expo 2022 (Almere, Paesi Bassi), e inserito nella cornice del 74° congresso annuale dell’AIPH, l’associazione internazionale dei produttori di orticoltura di tutto il mondo. “Con questo Summit stiamo cercando di vedere come il mondo digitale cambierà l'industria dell'orticoltura ornamentale. Come si commercializzeranno i nostri prodotti nel 2032, come interagiremo con i clienti e cosa possiamo fare ora per assicurarci che i nostri prodotti abbiano il loro giusto posto nella vita dei clienti di domani" ha commentato il segretario generale dell’AIPH, Tim Briercliffe.
ITALIA Le coltivazioni “più digitali” • Prati permanenti e pascoli: 22,4% • Seminativi: 17,8% • Coltivazioni legnose agrarie: 12,3% • Orti familiari: 9,8%
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STORIE ESTERE digitalizzazione
A LEZIONE DAI PLANT INFLUENCER Come creare valore e aumentare i profitti grazie alla comunicazione digitale e alla tecnologia? Come vendere nel mercato B2B e come, invece, arrivare dritti al consumatore finale? Quesiti a cui si cercherà di dare una risposta grazie alla partecipazione al summit anche di influencer del settore come Darryl Cheng (@HousePlantJournal) and Michael Perry (@mr_plantgeek) che ogni giorno dimostrano il potere infinito dei social media e potranno dare qualche dritta su come mantenere alto l’interesse del pubblico e i benefici per i coltivatori di collaborare con i professionisti del digitale.
COME È MESSA L’ITALIA? Il 7° censimento generale dell’agricoltura, realizzato dall’Istat e riferito all’annata 2019-2020, ha dedicato una sezione specifica alla voce “digitalizzazione” per evidenziare a che punto sono le imprese agricole del nostro Paese. Tra il 2010 e il 2020, il numero di aziende agricole digitalizzate sarebbe quadruplicato, passando dal 3,8% al 15,8%. Nonostante questo incremento generalizzato, la distribuzione territoriale delle attrezzature informatiche continua a penalizzare il Sud (solo il 6,7%) e le Isole (10,3%) rispetto al Centro (16,1%), al Nord-ovest (32,9%) e soprattutto al Nord-est (33,5%).
Dove e quando 28 Settembre 2022 a Floriade Expo 2022 Floriade Expo 2022 mostra come l'orticoltura può essere utilizzata per fornire soluzioni ecologiche e offrire ai cittadini uno stile di vita più sostenibile. Più di 400 partecipanti nazionali e internazionali presentano le loro ultime innovazioni, soluzioni e applicazioni ecologiche nei loro padiglioni. Le iniziative sono suddivise nei quattro temi dell'Expo: Greening the City, Feeding the City, Healthying the City ed Energizing the City.
QUALI SONO LE IMPRESE PIÙ SMART? Le realtà che, oltre a quella agricola, svolgono attività strettamente connesse presentano un grado di digitalizzazione pari al 61,7%: le più informatizzate sono quelle che svolgono attività di agriturismo (69,3%), agricoltura sociale (71,5%) e fattoria didattica (76,6%). La presenza di computer è molto più diffusa nel caso di aziende che praticano sia attività agricola sia attività zootecnica (26,1%) rispetto alle aziende con solo allevamenti (18,4%) e soprattutto a quelle che svolgono esclusivamente attività agricola (13,1%). Se ci riferiamo invece alle aziende sulla base dell’utilizzo prevalente dei terreni agricoli a classificarsi per primi sono quelle che coltivano prati permanenti e pascoli con il 22,4%, seguite da quelle con seminativi (17,8%) e con coltivazioni legnose agrarie (12,3%). Le aziende agricole con orti familiari sono fanalino di coda con il 9,8%.
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STORIE di SOSTENIBILITÀ ricerca tecnologica
Risparmiare acqua, si può e si deve di Rachele Pozzato
L’emergenza idrica in Italia, con le sue ripercussioni sul comparto agricolo, costringe a una riflessione anche sulla produzione vivaistica, per un utilizzo dell’acqua finalmente consapevole Una crisi annunciata, quella idrica, dibattuta ormai da decenni. Sicuramente conseguenza di un cambiamento climatico, cui però si sono aggiunte concause tutte antropiche, dai cattivi utilizzi delle infrastrutture, a una mancata manutenzione della rete idrica, fino a fattori inquinanti che arrivano dall’industria e dall’agricoltura. La stessa agricoltura che oggi si trova in ginocchio, con perdite previste fino al 10%, come stimano le indagini di Coldiretti. LA RISORSA IDRICA NEL FLOROVIVAISMO Una crisi che costringe a una riflessione sulle dinamiche del settore agricolo e della sua produzione, tanto quanto sul vivaismo. La produzione di piante ornamentali è infatti un settore che ha visto una notevole crescita negli ultimi anni, in valore e in quantità. Ma è un settore che porta con sé grandi conseguenze ambientali, specialmente per quanto riguarda il consumo di acqua. Basti pen-
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di perdite previste per l’agricoltura, a causa della siccità
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sare che, da uno studio portato avanti per quattro anni a Pistoia dall’Università di Pisa, di 12 milioni di metri cubi di acqua consumati ogni anno, ne viene data in eccesso una percentuale compresa tra il 30% e il 50%. SISTEMI SUPERATI Tra le principali cause dello spreco d’acqua c’è un’adozione di piani irrigui troppo semplificati. A questo si aggiunge un utilizzo di sistemi chiusi, in grado di riutilizzare le acque date in eccesso, ancora piuttosto limitato. Con il rischio che si crei una competizione per l’acqua tra utilizzo agricolo e consumo umano, come capitato per esempio in Florida, dove l’uso irriguo in vivai vicini ai centri urbani è limitato legalmente. E nonostante la crescita della sensibilità ambientale, da parte anche del mondo della produzione, abbia già indotto molte aziende a adottare sistemi irrigui che comportano un notevole risparmio d’acqua, rimane fondamentale continuare a incentivare i comportamenti virtuosi, iniziando a considerare l’acqua come una vera e propria risorsa, abbassando il rischio in caso di situazioni emergenziali come quella di questi mesi. NUOVE TECNOLOGIE Un’attenzione all’ambiente che si è tradotta in una ricerca tecnologica, dando
30-50% di acqua in eccesso nei processi di irrigazione
Particolare dell'impianto automatizzato di irrigazione usato nella prova (Fonte foto: Giorgio Incrocci - Università di Pisa).
STORIE di SOSTENIBILITÀ ricerca tecnologica
38-63% di acqua sprecata in meno
vita a prodotti come gli umettanti, in grado di potenziare la distribuzione e i benefici di acqua usata in minore quantità, piuttosto che un uso sempre più diffuso di irrigatori di precisione.
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caso, quello del metodo del contenuto idrico volumetrico del substrato, in cui l'acqua era fornita valutandone la quantità realmente presente nel substrato dei vasi, tramite sensori dielettrici; nel secondo, invece, il metodo dell’evapotraspirazione, valutando l'acqua evaporata dal vaso e traspirata dalle foglie. Per una riduzione di acqua somministrata alle piante dal 21% al 40% e una quantità di acqua percolata dai vasi, cioè di acqua sprecata, compresa tra il 38% e il 62% in meno. Tutto senza effetti negativi sulle colture. Due sistemi, peraltro, non complessi da attuare, ma che comportano un’inversione di rotta nella visione stessa del settore e delle risorse di cui si serve. Per un risparmio di acqua portato proprio da un minor numero di interventi irrigui, giovando dunque anche sul fronte delle risorse economiche messe in campo dai produttori. in meno di acqua somministrata alle piante grazie a sistemi innovativi
CAMBIARE I PRESUPPOSTI DELL’IRRIGAZIONE Tra le misure necessarie, però, c’è una revisione dei sistemi dal loro principio, affinché a monte non vi sia più unicamente un’irrigazione effettuata con impianti automatizzati a tempo, o programmati secondo le impressioni del vivaista. Il gruppo di ricerca di orticoltura e floricoltura del dipartimento di scienze agrarie dell'Università di Pisa, guidato dal professor Alberto Pardossi, ha infatti confrontato questi ordinari sistemi con due innovativi. Nel primo
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STORIE di SOSTENIBILITÀ studi
I clienti premiano i virtuosi di Bianca Ferraris
Potrebbe sembrare logico, ma chi inquina paga le conseguenze. A dirlo l’Osservatorio Climate Finance della School of Management del Politecnico di Milano che - dati alla mano ha sottolineato come i consumatori peserebbero nelle scelte aziendali in materia di sostenibilità Essere sostenibili per le aziende non è solo una questione di immagine e di marketing. Secondo i dati presentati dall’Osservatorio Climate Finance della School of Management del Politecnico di Milano, agire per ridurre la propria carbon footprint si tradurrebbe, a tutti gli effetti, in un vantaggio competitivo.
In sostanza: chi inquina paga e chi rispetta l’ambiente viene ripagato. Sì, ma in che modo? A livello di prezzo delle azioni e a livello di valore: basti pensare che una società con una buona reputazione, che dovesse incorrere in danni ambientali, rischierebbe di perdere il 5,6% del valore.
ATTENZIONE AL RISCHIO REPUTAZIONALE Può bastare poco, una svista o uno scivolone perché consumatori e stakeholder cambino la propria percezione su un’azienda. Lo studio dell’Osservatorio Climate Finance, a questo proposito, si è concentrato su 700 società quotate con sede in Italia, Francia, Regno Unito e Germania che hanno presentato i propri dati sul rischio reputazionale tra il 2020 e il 2021. Il risultato? Se il punteggio della reputazione è in calo, l’impresa può arrivare a perdere fino al 5,6% del suo valore. Ma a sorprendere è che i rischi più grossi li correrebbero in percentuale le più virtuose. In poche parole, chi si impegna è sottoposto al
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STORIE di SOSTENIBILITÀ studi
costante controllo del mercato e “rigare dritto” diventa fondamentale se non si vuole perdere il favore del pubblico. IL POTERE DEL PUBBLICO A influenzare le scelte aziendali dunque consumatori e stakeholder giocherebbero un ruolo essenziale. Un caso emblematico, in questo senso, lo ha raccontato Roberto Bianchini, direttore dell’Osservatorio: “La spinta alla mitigazione del cambiamento climati-
co influenza le strategie di reshoring e la composizione delle catene del valore globali. Abbiamo analizzato 126 multinazionali nel settore manifatturiero che avevano spostato le attività produttive all’estero: quelle che pubblicano un report di sostenibilità e sono originarie di Stati con politiche ambientali stringenti hanno una probabilità di rientrare nel Paese d’origine del 64% contro l’1,5% di media”. Non saranno i consumatori i nuovi influencer della sostenibilità?
Chi è riconosciuto per il suo impegno è sotto il costante controllo del mercato e “rigare dritto” è fondamentale se non si vuole perdere il favore del pubblico agriflortec
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STORIE di ECOLOGIA ambiente
I pollini potrebbero contribuire a prevedere l'incidenza dell'encefalite virale di Benedetta Minoliti
A rivelare la correlazione sono le analisi svolte dall'Unità di Ecologia Applicata e Botanica Ambientale del Centro Ricerca e Innovazione FEM Quella ai pollini è tra le principali allergie diffuse nell'uomo. Nonostante non godano di particolare simpatia, la quantità di polline dispersa nell'aria, misurata dalle stazioni di monitoraggio aerobiologico, potrà contribuire a prevedere l'incidenza dei casi umani di encefalite virale (TBE), malattia trasmessa dalle zecche infette del genere lxodes che colpisce il sistema nervoso centrale. A dirlo è una ricerca condotta dalla Fondazione Edmund Mach, che ha evidenziato come la quantità di polline di alcune specie di alberi, in particolare faggio, carpino nero e quercia, registrata nel corso di un certo anno, risulti relazionata con i casi di TBE osservati due anni dopo. DAI RODITORI SELVATICI ALLE ZECCHE Nel 2020, secondo la ricerca, la quantità di polline registrata nel corso dell'anno è stata molto elevata. Questo potrebbe voler dire che nel 2022 il virus circolerà in modo particolarmente intenso. Fondazione Edmund Mach ha voluto spiegare quale sia la correlazione
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tra quantità di polline e sopraggiungere dell'encefalite virale e come questa possa essere messa in relazione con il picco
demografico dei roditori. La quantità di polline in aria, infatti, è un indicatore della produzione di semi da parte delle
STORIE di ECOLOGIA ambiente
piante. Queste rappresentano una risorsa di cibo particolarmente importante per alcuni roditori selvatici, il topo selvatico dal collo giallo e l'arvicola rossastra, entrambi diffusi nei boschi trentini. Le risorse di cibo abbondanti fanno sì che l'anno successivo si rilevi un picco demografico dei roditori selvatici. Tutto è concatenato, perché questo non fa altro che andare ad amplificare la circolazione dei patogeni tra gli stadi giovanili di zecca. Il picco della circolazione delle zecche, come emerso dalle analisi svolte dall'Unità di Ecologia Applicata e Unità di Botanica Ambientale del Centro Ricerca e Innovazione della FEM, avviene tra fine maggio e la prima metà di giugno. La loro circolazione, però, è già rilevabile dal mese di marzo. La specie che causa l'encefalite virale, la lxodes ricinus, è diffusa in tutti gli ambienti forestali del fondovalle fino a 1200 m s.l.m e può trasmettere anche altre patologie, come la malattia di Lyme e a rickettsiosi.
Fiore di Carpino nero.
Fondamentale l’attività di Fondazione Mach, che monitora ogni anno la diffusione della specie sul territorio. FONDAMENTALE IL MONITORAGGIO DELLA DIFFUSIONE DELLA SPECIE SUL TERRITORIO Risulta così cruciale, per evitare di contrarre queste malattie, il monitoraggio della diffusione della specie sul territorio. Un'attività che la Fondazione Mach effettua stagionalmente sia
in ambiente sia su altri animali che ne sono vettori. Per completare l'attività, inoltre, viene effettuato uno screening molecolare mirato a verificare nelle zecche la prevalenza di infezioni di specifici patogeni. Così, i dati raccolti possono essere utilizzati per sviluppare modelli matematici e mappe di rischio sempre aggiornate.
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