Valsugana News 7/2022 Agosto

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Noi e la fede di Armando Munao’

QUANDO IL FURORE DEL POPOLO SALVÒ LA CHIESA

A

i trentini piace sentirsi originali, non superiori o inferiori rispetto ad altri popoli, solo diversi. La regola non scritta vale anche in campo religioso dove l’originalità non consiste nel riconoscersi nel Dio dei cristiani, ma nel modo in cui ci si accosta al culto. Non a caso il Concilio, fondamentale per la vita della Chiesa, si tenne nel 1500 a Trento e da esso scaturirono regole adatte a fermare il protestantesimo dilagante nei paesi nordici. Una profonda riflessione sul ruolo avuto dal culto e dalla fede dei trentini nella Controriforma la si trova nel libro di Waimer Perinelli “A furor di popolo. Trentino santuari e religiosità popolare” edito in collaborazione con il Museo degli usi e costumi della gente trentina e stampato da Grafiche Futura. Ma come può la religiosità popolare avere salvato la Chiesa? Lo chiediamo all’autore. “La Chiesa si salvò, o meglio, respinse il dilagare della dottrina di Martin Lutero, grazie ad una profonda riflessione fatta dai membri dell’Istituzione che, proprio a Trento, per merito delle capacità diplomatiche ed organizzative di Bernardo Clesio, ebbero modo di organizzare la controriforma, fatta di teologia e

Intagliatore Svevo I santi trascinati al rogo 1515 circa (foto Museo diocesano tridentino)

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augana

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sentimenti popolari e, se della prima il Trentino era modesto, della religiosità o devozione era ed è ricchissimo”. In quale nodo essa ha agito? “In primo luogo la tradizione che protegge gli antichi riti e la fede con cui si è conservato il culto di Maria, la figura più contestata dai protestanti. Basti pensare che in difesa della Madonna sorsero o furono valorizzati in Trentino, durante e poco dopo il Concilio, alcuni santuari fondamentali: da Pietralba ad Arco, da Segonzano a Senale, Cavalese.... Un contesto geografico e culturale che ho chiamato Le mura di Maria, una sorta di Vallo della fede”. Come nascono i santuari? “E’ bene precisare che tutte le chiese consacrate hanno il sancta santorum, il tabernacolo o ciborio dell’altare, dove si custodisce l’Eucarestia, ma solo alcune vengono riconosciute come santuari. In queste troviamo alcuni caratteri fondamentali: l’apparizione di Maria, ovvero per sua espressa volontà come

a Pietralba, o il ritrovamento di immagini e statue miracolose come alla Madonna del Lares di Bolbeno; ci sono i miracoli attribuiti anche ai santi come san Romedio, san Vigilio, san Biagio e san Rocco.. capaci di intercedere presso Dio a favore dei fedeli, ma a caratterizzare i santuari sono i pellegrinaggi i veri rivelatori della devozione popolare”. Qualche esempio? “Due per tutti. Il primo è il santuario della Madonna di Pinè la cui fondazione risale al 1729, il 14 maggio, quando Domenica Targa disse di avere visto Maria. La storia è nota ma la verità è che ella non fu pienamente creduta dalla Chiesa mentre fu sostenuta con Furore dal popolo. Iniziarono i pellegrinaggi e poi arrivarono anche i miracoli come testimoniano centinaia di ex voto appesi alle pareti. L’altro esempio è fornito dal santuario di Sanzeno dedicato ai martiri Sisinio, Alessandro e Martirio. I tre evangelizzatori, sul finire del 400 furono trucidati, uccisi con furore, dagli antenati dei nonesi: E’ sicuramente il


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