Chiese feltrine in Valsugana di Francesco Zadra
S. Biagio a Levico Terme
L
ontano da sguardi indiscreti e immersa tra la vegetazione, svetta, sull’omonimo “ermo colle”, la chiesetta di San Biagio. Quello che un tempo era il luogo di culto principale del paese, meta di assidui pellegrinaggi durante le epidemie, è ora circondato da ruderi di bastioni e cinte murarie inghiottite dal verde. Resti di un antico castelliere con funzione difensiva di fronte alle frequenti invasioni barbariche, location strategica per evitare visitatori indesiderati. Costruita nel XII secolo, quando Levico Terme (come gran parte della Valsugana) cadeva sotto la giurisdizione del vescovado feltrino, la piccola chiesa ad una sola navata con protiro esterno, era inizialmente integrata nella muratura del fu castello come cappella palatina, a dimostrazione di ciò la forma simil-feritoia della finestra che da a valle. Sulle pareti, tra profeti ed evangelisti in stile giottesco, spicca l’anomalo affresco che, gravemente danneggiato, allude all’epopea dei cavalieri templari. In pieno Rinascimento subì un re-
styling con l’aggiunta dell’abside, in cui si nota un evidente “gap generazionale” sia per la vivacità dei colori che per le pose più naturali,”no-filter”, della Vergine rispetto alle ieratiche Madonne Trecentesche ai lati della navata. In tempi in cui il clero possedeva anche il potere temporale, il notaio Barezia, per ingraziarsi i favori della curia apportò alla chiesetta una serie di migliorie a proprie spese. Il vescovo per quindi la elevò al rango di chiesa vescovile, sull’arco santo, infatti, capeggia in bella mostra lo stemma episcopale. E’ curioso notare anche le scritte (XVI sec) con le quali i pellegrini, a mo’ di writers ante litteram, “imbrattavano” le pareti affrescate lasciando traccia del loro passaggio. Un rapporto non propriamente “museale” con l’arte sacra, ma perfettamente comune per l’epoca. Non era raro che la gente si rapportasse in maniera passionale alle sacre immagini: venivano addirittura graffiate con aggressività le raffigurazioni di antagonisti biblici come Giuda Iscariota o leaders del sinedrio
Chiesetta di San Biagio (da Outdoor Active)
Affreschi nella Chiesa di San (da APT ValsuganaBiagio)
ebraico coinvolti nella crocifissione di Cristo. San Biagio fu poi affidata alle cure di una congrega di eremiti, tuttora sepolti nella cripta, fino a fine ‘700, quando si spense l’ultimo dei confratelli lasciando la chiesetta incustodita per secoli. Fino agli anni 2000, quando l’attuale custode, Paolo Gaigher, la prese sotto la sua ala protettrice. Ora, con la sua candida presenza, scruta dall’alto la cittadina termale godendo della compagnia di sporadici escursionisti e qualche timido capriolo, sperando che qualcuno venga a consolare la sua solitudine. Speranza forse non vana, poichè presto potrebbero insediarsi degli “eremiti 2.0”. Nuovi inquilini col pallino dell’agricoltura biologica che, tramite il progetto “Colle San Biagio”, si propongono di valorizzare il sito trasformandolo in fattoria didattica gestita da una cooperativa sociale. Vi abbiamo incuriositi? La chiesetta di San Biagio è aperta al pubblico su prenotazione grazie alla disponibilità del gruppo pensionati di Levico Terme, in particolare il signor Paolo Gaigher. Per visite guidate contattare il numero 340 6267017
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