Qui USA di Francesca Gottardi è nostra corrispondente Usa
Muore Ruth Bader Ginsburg, secondo giudice donna alla Corte Suprema USA Sono giorni intensi negli USA. Il 18 settembre è deceduta Ruth Bader Ginsburg (87 anni) secondo giudice donna a sedere alla Corte Suprema USA. Ginsburg, icona liberale e femminista, è morta di tumore al pancreas nella sua casa di Washington DC. La scomparsa della giudice a meno di due mesi dalle elezioni presidenziali ha dato il via ad un’aspra controversia politica.
R
uth Bader Ginsburg, anche conosciuta dagli americani con l’acronimo RBG, era stata nominata alla Corte Suprema dal presidente Bill Clinton nel 1993. RBG passerà alla storia della giustizia USA come giudice progressista e paladina dei diritti delle donne. Se le donne americane possono aprire una carta di credito o fare un mutuo a loro nome senza che il marito debba apporre la sua firma, e se possono avere autonomia decisionale sul proprio corpo è in gran parte merito di RBG. Fin dal principio della sua carriera, Ruth Bader Ginsburg si è battuta a difesa dei diritti delle donne e della loro emancipazione. Quando le venne chiesto quando ci saranno abbastanza giudici donna alla Corte Suprema USA, RBG rispose “quando ce ne saranno 9” (ovvero, quando tutti i giudici saranno donna). Aggiungendo poi “nessuno farebbe una piega se ci fossero 9 giudici uomini!” RBG ha inoltre lottato affinché’ le donne possano fare carriera ed avere una famiglia, e si è battuta a sostegno della parità di retribuzione tra uomo e donna. Cosa significa la morte di Ruth Bader Ginsburg? In primis, significa che il diritto costituzionale all’aborto è ora davvero a rischio. Con una Corte Suprema ad impronta repubblicana, manca una forte difesa di questo diritto, che ad oggi divide l’America. Altri diritti a
rischio sono quelli della popolazione LGBTQ e quello all’accesso alla sanità tramite l’Obamacare. Significa inoltre l’inizio di un’aspra controversia politica sulla nomina del suo successore. Pare che per il futuro degli USA questo sia un momento cruciale. Sul letto di morte, sembra che la giudice abbia detto che il suo “desiderio più forte è non essere rimpiazzata prima che venga eletto un nuovo presidente”. Trump ha dichiarato di voler presto procedere alla nomina del suo terzo giudice alla Corte Suprema USA. Fra i nomi in esame le conservatrici Amy Coney Barrett, Barbara Lagoa e Allison Jones Rushing. È straordinario per un Presidente avere l’opportunità (e la fortuna) di nominare così tanti giudici alla Corte Suprema nell’arco di un solo mandato. La Corte Suprema USA è composta da 9 giudici. I giudici assumono l’incarico a vita, e decidono su questioni, come quella sull’aborto, che hanno il potere di plasmare intere generazioni. Pertanto, la nomina ha conseguenze notevoli, e che vanno ben oltre il mandato presidenziale. Si è ora aperta una battaglia tra democratici e repubblicani. Nel 2016, i repubblicani avevano infatti bloccato la nomina Obama del giudice filo-democratico Merrick Garland alla Corte Suprema USA, giustificando la loro posizione con l’ingiustizia di nominare un giudice a
Ruth Bader Ginsburg
pochi mesi dalle elezioni presidenziali. Trump vinse le elezioni, e nominò il giudice filo-repubblicano Neil Gorsuch al posto di Garland. Ora Trump si trova nella stessa posizione di Obama nel 2016, eppure non ha battuto ciglio alla prospettiva di eleggere subito un nuovo giudice. Si tratta infatti di un’ottima opportunità per mobilitare gli elettori più conservatori alle elezioni del 3 novembre prossimo. I democratici hanno denunciano l’incoerenza del partito repubblicano, e si sono così create ulteriori divisioni tra una popolazione già politicamente frammentata, a poche settimane dalle elezioni. Ora si rimane con il fiato sospeso per vedere quali saranno gli ulteriori sviluppi futuri.
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