Società oggi di Patrizia Rapposelli
Piccole lolite
nel girone dei lussuriosi
D
igito su Google come guadagnare soldi facili e scorrendo le molte voci correlate compaiono qua e là annunci bollenti, pornografia e siti d’incontri; il tutto ben visibile da chiunque utilizzi il web, ragazzini compresi. Mi chiedo poi quanto possa essere semplice per una minorenne avviarsi nel mondo della prostituzione. Basta un sito d’incontri on line, cliccare accetto sull’opzione dichiarando la maggior età, facile dire il falso, ed il gioco è fatto. Pubblico l’annuncio sugli appositi siti, cominciano le chat, piovono le risposte di uomini sposati, professionisti, uomini il cui nome li protegge in una nicchia e scattano gli “acquisti”. Dettagli scabrosi sull’aspetto fisico della ragazza, richieste di appuntamento in camere d’albergo, domande sulle tariffe; chi fa il gentile e chi offre uno Smartphone e quell’alibi del cliente di non sapere fossero “bambine”. Storie diventate normali, spietatamente normali. Di quelle che si ripetono, con poche diversità sul tema, in molte città d’Italia; sono quei racconti di sesso, droga, internet e soldi. Sono le storie delle Piccole Lolite. I recenti fatti di cronaca rievocano scandali e morbosa curiosità, dalle vicende passate ai Parioli ai festini nel bolognese, per quel mondo silenzioso Una cam-girl della prostituzione
minorile. Nuovo allarme baby squillo? Negli anni passati c’era stata un’impennata di casi, soprattutto dopo la vicenda che vide coinvolte due studentesse di un liceo a Roma di 14 e 15 anni. Adescate su internet da tre uomini, sono state avviate al mercato del sesso in un appartamento del quartiere bene dei Parioli. Da 2013 ad oggi di casi eclatanti non ve ne sono stati, se non quest’ultima nottata nell’emiliano consumata tra cocaina e sesso, ma un noto pubblico ministero della procura capitolina, alla guida dei pool dei magistrati che si occupano dei reati contro la violenza di genere e contro i minori, riscontra nuovi dati inquietanti. La prostituzione minorile esiste, fatica a venire alla luce, ma è una condizione generale che si sta verificando nel tempo, con dinamiche simili, in tutto il Paese. Il fenomeno è variegato nella sua organizzazione e non circoscritto, da una parte lo sfruttamento e il ricatto, dall’altra l’idea che lavorare con il
proprio corpo possa garantire facili e veloci guadagni. La fascia oscura della società italiana vede come protagonisti gli over 40 che cercano emozioni forti e quelle adolescenti che vivono il sesso in una maniera inedita. Uomini e ragazzine ridotti a merce di scambio, senza valore, nemmeno quello della trasgressione che fu. Forse è segno di un fallimento di due generazioni, un brivido forte per sostituire l’assenza di progetti e prospettive. Nascono ragazze smaliziate, spinte dalla molla del consumismo da una parte e dall’altra dal bisogno di ottenere ciò che si vuole a qualunque prezzo. Alla base una debolezza morale, un sistema di valori che cambia, una mancanza di personalità e di coesione sociale che porti ad apprezzare il tempo dell’attesa. Una società usa e getta. Il tempo della conquista graduale e dell’attesa non sono valori accettati. Tutto e subito. È una società “Just Time”. Le baby squillo sono l’offerta e hanno intercettato una domanda di mercato, ossia un pubblico che le usa, le desidera e ne vuole usufruire. La domanda ha alimentato un’offerta, perché la platea è diventata vasta. Semplice, il mercato del sesso è ormai paragonabile al mercato del lavoro. Si dimentica che stiamo parlando di “bambine”. Il principio in base a cui scegliere le azioni nella nuova idea generazionale si impoverisce nel guadagno. È questa la conquista della capacità educativa?
augana
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