Il personaggio di Veronica Gianello
Fellini: immortale genio visionario
C
i sono storie di uomini che difficilmente dimentichiamo, ci sono parole, colori e sapori che sono solo nostri, che ci danno forma e radici e dichiarano al mondo chi siamo. Capita, a volte, che queste immagini che ci portiamo dentro diventino bagagli di immagini di una nazione intera, capaci di trascendere tempo e spazio. Perché ciò accada c’è bisogno di una mente permeabile, aperta e affamata: una mente come quella di Federico Fellini. Il suo mondo onirico e assolutamente originale ha creato immagini che sono entrate naturalmente a far parte dell’immaginario non più del singolo, ma di una collettività che supera anche i confini del Paese, diventando universalmente note e riconoscibili fino a meritare l’invenzione di un apposito aggettivo per descriverle: felliniano. “Mia madre voleva che facessi l’ingegnere… E invece sono diventato un aggettivo.” scherzò in un intervista lo stesso Fellini. Eppure la sua arte riporta il cinema a un mondo che si tocca con mano, non c’è più una patina finta a creare distanza tra il pubblico e l’attore: il cinema di Fellini racconta la verità di una nazione. Sul vocabolario Treccani leggiamo infatti sotto la voce felliniano che essa è “caratterizzata da un forte autobiografismo, dalla rievocazione della vita di provincia con toni grotteschi e caricaturali, da visioni oniriche di grande suggestione”. Federico Fellini, sceneggiatore, regista, fumettista, attore, scrittore, e soprattutto visionario, nasce a Rimini il 20 gennaio 1920 e proprio in occasione del centenario dalla sua nascita, la sua città gli ha dedicato una mostra
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augana
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Federico Fellini
Amarcord di Fellini inaugura Cinemadivina (da Il Friuli)