Cose da mamme e da papà di Elisa Corni
I pannolini lavabili Fino a qualche decennio fa, i pannolini lavabili, erano l’unica soluzione per evitare di cambiare il bambino dalla testa ai piedi a ogni pipì, oggi rappresentano una scelta consapevole e sostenibile da parte dei genitori per il benessere dell’ambiente, del proprio bambino ma anche del portafogli.
C
erto non è una scelta per tutti ed è fondamentale farsi dare qualche consiglio da chi ci è passato, o li sta usando. Avvicinarsi al mondo dei pannolini lavabili può spaventare -sono tante le informazioni da digerire- ma superati alcuni scogli il percorso è in discesa. La prima domanda che sorge spontanea è: perché se esistono i comodi usa e getta dovremmo tornare indietro a ciripà e pannolini lavabili? Le motivazioni sono molteplici. Tra tutte spicca, ovviamente, quella legata all’ambiente. Certo, un neo-genitore zero waste questi sono una scelta ovvia, ma anche chi non ha ambizioni così ecologiste può comunque mettersi in gioco di fronte ai numeri impressionanti collegati all’usa e getta. In generale si calcola che dalla nascita allo spannolinamento (attorno ai due anni e mezzo di età) per ogni bambino vengano utilizzati circa 4.000 pannolini usa e getta. Tutto ciò si traduce in più o meno una tonnellata di rifiuti (una giraffa di immondizia, più o meno). Ma l’impronta digitale dei pannolini, come tutto, non si limita al mero rifiuto; bisogna infatti tener presente anche il costo in energia, risorse e CO2 nel processo produttivo. Pensate che la produzione e lo smaltimento di ogni singolo pannolino usa e getta costa in CO2 145g per circa 550kg a bambino di anidride carbonica (quasi quanto 2500 cappuccini al bar). Teniamo anche conto che inoltre resteranno in eredità alle prossime otto generazioni di bambini!
Certo, anche i pannolini lavabili hanno un costo di inquinamento in CO2. Il costo di un pannolino lavabile è di 89g di CO2, purché sia lavato al massimo a 60° e asciugato all’aria aperta. Se si alzano le temperature di lavaggio e l’utilizzo dell’asciugatrice, dal punto di vista della CO2 prodotto è di 280g. Un’altra obiezione spesso mossa ai fan di questi pannolini è che sono complessi da usare e che possono complicare la vita a chi magari lavora e ha poco tempo libero. Il consiglio è questo: parlate con chi li usa abitualmente, vi potrete rendere conto che è tutto meno complicato di quanto sembra. I modelli non sono più come i ciripà degli anni Ottanta. Alcuni modelli non sono più difficili da indossare rispetto a quelli usa e getta, altri più da esperti, ma nessuno è impossibile. E poi basta provare le diverse tipologie e scegliere quella più pratica. I lavaggi e le asciugature possono essere gestite con facilità anche in piccoli appartamenti. Esistono molti gruppi online ma anche dal vivo che possono fornire aiuto ai principianti. Ci sono poi vantaggi per la salute dei nostri bimbi. O meglio, per la loro pelle. Molti dei genitori che utilizzano i pannolini di stoffa sono testimoni del rarissimo utilizzo di creme per l’arrossamento, ridotti
problemi dermatologici e infezioni alle vie urinarie, perché nei pannolini di stoffa la pelle è a contatto con materiali traspiranti, che prevengono la proliferazione batterica e il diffondersi di irritazioni. Infine non possiamo in questo elenco non considerare i benefici economici. Se infatti i costi dei pannolini lavabili possono spaventare a una prima visita dei siti online che li vendono (dai 10 ai 20 € l’uno) bisogna ripensare il tutto in chiave di durata: con un “parco pannolini” di 1-20 pezzi si coprono i tre anni indicativi di utilizzo; al contrario un pacco da 30 pannolini dura 5-6 giorni. Si stima un risparmio di 500-700 €, che con un ipotetico secondo figlio raggiunge il 100%. E poi tra incentivi, sgravi sugli scarichi e acquisto dell’usato, possiamo davvero dire che si tratti di una scelta economicamente vincente. Senza dimenticare che sono colorati, divertenti e bellissimi da vedere!
augana
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