PetTrend Settembre 2021

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IN QUESTO NUMERO: INTERVISTA: ELANCO ALIMENTAZIONE: LA REGINA DEL “SECCO” MERCATO: ABBIGLIAMENTO INVERNALE APPROFONDIMENTI: I PET FANNO BENE ANNO 10 • N° 7 • SETTEMBRE 2021

Rivista mensile inviata gratuitamente tramite Poste Italiane S.p.A - ISSN 2279-5790


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EDITORIALE

È

TEMPO DI RILANCIO

L MARCO MORESCO

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’estate sta per passare il testimone all’autunno e ogni attività riprende i suoi ritmi più consueti. È il momento per dare fondo a idee ed energie, cogliere ogni opportunità e rilanciarsi con entusiasmo sul mercato. Ecco perché su questo numero di Pet Trend tocchiamo alcuni temi particolarmente importanti sotto diversi profili. Partiamo dall’alimentazione. Per avere successo nella vendita pet food è importante la profondità di gamma ma anche e soprattutto una consulenza competente: conoscere le varie tipologie di prodotto e saperne descrivere le caratteristiche nutrizionali e produttive. A questo proposito, in un’ottica di ripartenza dopo la pausa estiva, abbiamo scelto di parlare di un grande classico: la crocchetta. Si tratta dell’alimento secco più diffuso e venduto sul mercato, di cui tuttavia spesso non si conoscono a fondo gli aspetti produttivi e più intrinseci. Scopriamo allora come viene prodotta la crocchetta e quali sono i suoi vantaggi nutrizionali (Giacomo Biagi, pag. 16). Per gli accessori ci siamo attenuti a un criterio strettamente stagionale, l’arrivo delle piogge e del freddo. Un momento dell’anno in cui, facendo leva su praticità ed estetica, si possono proprorre impermeabili e cappottini in gamme sempre più funzionali e di tendenza. Un settore, quello dell’abbigliamento, da non trascurare e su cui è lecito avere buone aspettative, viste le performance positive già registrate una volta superata la più acuta emergenza pandemica (Stefania Colasuono, pag. 22). In un’ottica di informazione utile all’automotivazione, scopriamo poi come il negozio vince la sfida con l’e-commerce nell’era post Covid. Una verità che risulta da un report basato sullo studio “Europa - La Vendita al Dettaglio dopo il Lockdown”. Qualche dato? Il 74% dei consumatori italiani vuole supportare i punti vendita fisici e quasi due terzi (64%) afferma di aver sentito la mancanza dello shopping in presenza durante le chiusure dei mesi passati (Fabrizio Vallari, pag. 27). Su questo numero di Pet Trend torniamo anche a toccare un tema che ci sta molto a cuore: i tanti benefici psico-fisici che gli animali da compagnia donano agli esseri umani. Prendendo spunto da questo dato di fatto, riguardante un bene - la salute - costituzionalmente tutelato, torniamo a stigmatizzare come l’aliquota Iva su pet food e prestazioni veterinarie sia pari a quella prevista per i beni di lusso. Affrontiamo queste tematiche delicate grazie al contributo di alcune professioniste della pediatria e della Pet therapy che non mancano di emozionare con le loro esperienze “sul campo” straordinarie e toccanti (Marco Moresco, pag. 30). Un altro argomento su cui è bene essere sempre aggiornati è quello dei diritti degli animali. Una questione sempre attuale, e oggi a maggior ragione, dato che negli ultimi anni si stanno moltiplicando gli sforzi per superare la sostanziale inefficacia delle normative vigenti. Pensiamo alle varie bozze legislative elaborate da diversi Gruppi politici e al momento all’esame del Senato, tra le quali spicca il disegno di legge “Proteggi Animali (Andrea Ferrario, pag. 62). Su questo numero trovate come sempre tantissime altre informazioni sui temi di maggiore interesse per chi opera con passione, attenzione e responsabilità nel nostro mercato. Buona lettura! ●


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In questo numero

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ANIMALI DOMESTICI E DELLE PATOLOGIE DI CUI SONO VEICOLO

EDITORIALE È TEMPO DI RILANCIO

Oasy I BOCCONCINI IN SALSA OASY PER GATTI SONO ANCHE IN FORMATO MULTIPACK

Rinaldo Franco BENATURAL: LA LETTIERA AL TOFU ECO-FRIENDLY

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Formevet L’AMBIENTE GIOCA UN RUOLO FONDAMENTALE NELLA DIFFUSIONE DELLE ECTOPARASSITOSI DEGLI

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Intervista IL BENESSERE DEGLI ANIMALI PER IL BENESSERE DEL PIANETA

SALUTE DELLE BASSE VIE URINARIE DI CANI E GATTI

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Alimentazione LA REGINA DEL PET FOOD SECCO

Cerere Pars PARS PREDA INTERA

Morando MORANDO SUPERPETFOOD, RICETTE NATURALMENTE “SUPER” PER GLI AMICI A QUATTRO ZAMPE

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Innovet

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URYS® CAPS. NUOVE CAPSULE BIRILLO PER LA

Ceva CUCCIOLO IN ARRIVO? ECCO QUELLO CHE SERVE SAPERE

Mercato L’ABBIGLIAMENTO TRA MODA E FUNZIONALITÀ


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PUBBLIREDAZIONALE

Servizio Clienti Numero Verde: 800-555040 www.oasy.com oasyitalia

I BOCCONCINI IN SALSA OASY PER GATTI SONO ANCHE IN FORMATO MULTIPACK Tre gustose selezioni per un’offerta ancora più ampia: qualità e convenienza per il tuo petshop

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a linea dei bocconcini in salsa Oasy si rinnova e integra i suoi formati con il pratico multipack che incentiva l’acquisto grazie a un prezzo vantaggioso e permette al consumatore di provare differenti gusti per il proprio gatto.

Ogni multipack contiene 4 buste di bocconcini da 85 g cadauno con gusti differenti in 3 diverse selezioni: a base di carne, pesce o per esigenze specifiche come quelle dei gatti sterilizzati. ●

Ogni confezione multipack è caratterizzata dai codici colori di riferimento, per una immediata individuazione delle referenze, agevolata anche dal vassoio dedicato, con frontalino personalizzato per ogni referenza. I Bocconcini in salsa Oasy sono alimenti completi formulati con ingredienti animali freschi per garantire il massimo del gusto e soddisfare esigenze specifiche in base a età e stile di vita. Dal gattino al gatto anziano, ogni felino può trovare la variante adatta a lui, grazie a una gamma variegata e tanti gusti differenti.

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Ever Clean NUOVA HYGIENE+: LA QUALITÀ EVER CLEAN DA OGGI IN VERSIONE NON AGGLOMERANTE

Marketing

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Bama Pet

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Speciale

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Comportamento

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Purina Pro Plan

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Norme e diritti

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Digital Marketing

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Ceva

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Costume e società

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Erpetologia

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Acquariologia

NIDO LETTINO, UNA CUCCIA TUTTA PER LORO!

LE CASSETTINE IGIENICHE

IL NEGOZIO VINCE NELL’ERA POST COVID

Approfondimenti

IL MORSO E LA LEGGE

I PET FANNO BENE E NON SONO UN LUSSO

Vitakraft DA VITAKRAFT DUE NOVITÀ ESCLUSIVE PER GATTI: SNACK IN GELATINA E STICK MONOPROTEICI

PRO PLAN® STERILISED LA NUTRIZIONE SPECIFICA PER IL BENESSERE DEL TUO GATTO

I DIRITTI DEGLI ANIMALI IERI, OGGI E DOMANI

Cani di razza IL BOXER

IL COMMERCIO CONVERSAZIONALE

Zoodiaco TOGETHER, LA NUOVA LINEA DRY DI ZOODIACO

Razze feline

ANTIPARASSITARI GATTI: VITA IN CASA E ZERO RISCHI?

IL BURMILLA

Monge MONGE BWILD GRAIN FREE “FEED THE INSTINCT”

AL RISTORANTE CON IL PET

GEOCHELONE CARBONARIA

Speciale DA PASTORI A CANI DI UTILITÀ E COMPAGNIA

LA TRIADE E I CORALLI DEL REEF

In questo numero

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Rinaldo Franco Spa tel. 0248376157, fax 0241291840 www.recordit.com, record@recordit.com fb google+

BENATURAL: LA LETTIERA AL TOFU ECO-FRIENDLY Rinaldo Franco Spa amplia la gamma delle lettiere vegetali del brand Cat&Rina inserendo la lettiera al tofu, in versione classica, profumata, al tè verde e al carbone attivo

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’utilizzo di una lettiera eco-compatibile è un piccolo gesto per impegnarsi ogni giorno a rispettare l’ambiente e costruire un mondo più sano e pulito. Per questo Cat&Rina offre una gamma sempre più ampia di lettiere vegetali: prodotti compostabili e biodegradabili che non inquinano l’ambiente né rilasciano polveri nocive per la salute nostra e dei nostri animali. BeNatural è interamente di origine vegetale, leggera e facile da smaltire, trattiene perfettamente gli odori ed è disponibile nella versione classica o al profumo di pesca, al tè verde e al carbone attivo. Grazie ad un agglomerante naturale “fa la palla”: assorbe istantaneamente l’urina del gatto formando solidi grumi compostabili, semplici da rimuovere, che non si sbriciolano e possono essere gettati nell’umido o nel WC, senza sporcare né perdere tempo. La formazione di una palla piccola e compatta riduce lo spreco, garantendo anche un risparmio per il consumatore finale: un sacchetto (100% riciclabile una volta terminato il prodotto) da 5,5 litri durerà fino a 30 giorni. La versione classica è disponibile anche nel maxi formato da 10 litri. La famiglia delle lettiere vegetali Cat&Rina include la lettiera in puro mais WeVegetal, prodotta in Italia, e la lettiera Catigienica in pura cellulosa, prodotta in Europa, facile da trasportare perché più leggera rispetto alle sabbie tradizionali, ad altissima assorbenza e anti-odore. Ideale anche per roditori, conigli e piccoli animali, si può trovare in confezioni da 8 o da 12 litri. Le 3 lettiere vegetali condividono lo stesso cuore verde: 100% naturale e biodegradabile, rispettano l’ambiente e gli esseri viventi, non rilasciando polveri nocive né sostanze inquinanti. ●

WE WORK WITH PETS Lavorare insieme ai nostri amici a 4 zampe fa bene allo spirito e alla salute. Ecco perché Rinaldo Franco Spa ha organizzato due giornate dedicate a loro. Con l’iniziativa “We Work With PETS” tutto lo staff ha potuto portare in ufficio il proprio amico a 4 zampe per passare più tempo insieme. Tante coccole, nuove amicizie, nuovi snack e giochi da provare hanno reso speciale la giornata dei nostri pets e dei loro proprietari e proprietarie. In una realtà dove ci si impegna ogni giorno per soddisfare le esigenze dei nostri amici a 4 zampe, poter lavorare con loro è stata un’esperienza molto apprezzata che ha reso l’ambiente di lavoro ancora più piacevole e positivo. Inoltre, grazie ai pets si favorisce la socializzazione tra colleghi e si creano occasioni di incontro anche fuori dall’ambiente lavorativo. Tutti i pets ospitati per la giornata si sono sentiti subito a loro agio e sono stati accolti da tutto lo staff con affetto e tante piccole sorprese. Visto il successo dell’iniziativa, ogni mese in azienda sarà permesso portare il proprio amico a 4 zampe per lavorare insieme.

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Formevet S.r.l. Via Savona 97 - 20144 Milano Tel. 02 4345891 - Fax 02 43458922 www.formevet.com vetline@formevet.it

L’AMBIENTE GIOCA UN RUOLO FONDAMENTALE NELLA DIFFUSIONE DELLE ECTOPARASSITOSI DEGLI ANIMALI DOMESTICI E DELLE PATOLOGIE DI CUI SONO VEICOLO

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ai come nel corso della corrente pandemia ci si è resi conto come la tutela della salute del trinomio Uomo-Animale-Ambiente (ONE HEALTH o SALUTE CIRCOLARE) sia fondata sull’utilizzo di pratiche sanitarie tra loro complementari. In quest’ottica, anche la soluzione ai problemi causati da tutti i parassiti esterni nocivi per noi e per i nostri amici a 4 zampe (pulci, zecche, pidocchi, flebotomi, zanzare, acari ma anche mosche, ecc.) deve passare attraverso un atteggiamento diagnostico-terapeutico, in cui l’ambiente diventa un’opportunità e non rimane un “paziente trascurato”. Quasi tutti gli ectoparassiti pericolosi per noi e per i nostri animali, hanno infatti fasi del loro ciclo vitale che si svolgono sia nell’ambiente (esterno e interno), sia sull’animale e possono coinvolgere anche l’uomo divenendo veicolo e fonte potenziale di gravi patologie per l’uomo stesso (zoonosi). Non solo: molte delle re-infestazioni riscontrabili sull’animale, sono spesso dovute al fatto che è stato trascurato l’ambiente in cui l’animale vive e si muove. Sono questi i casi in cui non è raro incorrere in accanimenti terapeutici cui conseguono superdosaggi ed effetti collaterali indesiderati sui nostri pets. Per combattere efficacemente i parassiti esterni di cani e gatti potenzialmente pericolosi anche per l’uomo sarà necessario valutare anche la fase che essi svolgono nell’ambiente per poi adottare anche sul “paziente ambiente” un idoneo protocollo terapeutico. Le risorse “farmacologiche” per curare il paziente ambiente infatti esistono, sono tante e la loro applicazione non è difficile purché si disponga delle necessarie informazioni. Per una scelta adeguata del trattamento insetticida ambientale, una prima e fondamentale raccomandazione è quella di svolgere un’accurata indagine preliminare sul problema riscontrato, considerando l’ambiente come un vero e proprio paziente partendo, quindi, da una attenta valutazione della sua storia pregressa, passando poi ad un suo accurato “esame clinico” per giungere così ad una corretta “diagnosi” e soprattutto all’impostazione della “terapia” più idonea.

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Come i farmaci, infatti, anche gli insetticidi ambientali non sono tutti uguali ed il leggerne attentamente le indicazioni riportate in etichetta, attenendovisi scrupolosamente, risulterà altrettanto fondamentale. In generale, i trattamenti dovranno essere eseguiti solo ove utile o necessario con prodotti caratterizzati da facilità applicativa, attività non solo contro i parassiti adulti ma anche contro le loro larve ed uova e che, alle condizioni di utilizzo raccomandate, abbiano un ridotto impatto ambientale ed un elevato profilo di sicurezza per animali e persone. Il trattamento di ambienti confinati (es. interno abitazioni) deve far prediligere la capacità abbattente degli insetticidi ambientali. Questo per eliminare l’infestante quanto prima ma anche per non lasciare “riserve” di insetti biologicamente attivi per lunghi periodi. La logica del trattamento in ambiente interno si deve inoltre basare sul principio del “quanto basta, quando necessario, dove necessario” senza peraltro trascurare i “rifugi” che per i parassiti nocivi possono essere rappresentati da fessure, fughe, battiscopa, stipiti ed in molti casi lo stesso arredamento (tappeti, mobilio, ecc.). Gli interventi esterni (es. balconi, cortili, giardini, ecc.) devono privilegiare invece un’azione residuale. In questi casi, particolare attenzione va posta all’uniformità della distribuzione senza applicare i prodotti là dove non serve o dove questi potrebbero causare danni o effetti collaterali indesiderati. Poiché nella lotta ai parassiti esterni del cane e del gatto nell’ambiente, anche il “fattore tempo” è fondamentale, Formevet consiglia sempre di non sottovalutare mai i segnali sospetti di una potenziale infestazione, di non esitare a rivolgersi o al Medico Veterinario di fiducia, o a professionisti che potranno suggerire la soluzione terapeuticamente più indicata per il proprio ambiente. Per saperne di più sull’approccio ONE HEALTH e per suggerimenti relativi all’impiego dei nostri prodotti visita il nostro sito www.formevet.com o contattaci al n. 02.4345891. ●


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INTERVISTA

SVILUPPARE SOLUZIONI CHE MIGLIORINO LA VITA DEGLI ANIMALI, DA COMPAGNIA E DA ALLEVAMENTO, È LA MISSION PRINCIPALE DI ELANCO, PER RIUSCIRE A MIGLIORARE ANCHE IL BENESSERE DELL’UOMO, DELL’AMBIENTE E DEL MONDO

IL BENESSERE DEGLI ANIMALI PER IL BENESSERE DEL PIANETA di animali. Di questo e dei progetti futuri abbiamo parlato con Giampiero Vantellino, General Manager di Elanco Italia.

Stefania Colasuono Redazione Distribuzione Moderna

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cosostenibilità, etica e responsabilità sociale sono i valori in cui da sempre crede Elanco, impegnata quotidianamente nello studio di soluzioni per il benessere degli animali da compagnia e da allevamento. Sviluppare prodotti affidabili attraverso l’innovazione, infatti, è fondamentale per migliorare la vita delle persone in tutto il mondo, coinvolgendo direttamente anche chi si occupa della cura degli animali con la fornitura di soluzioni e servizi formativi. Le sfide da affrontare in un mondo in continuo mutamento sono tante e, per questo, Elanco ha deciso di rafforzarsi ulteriormente con l’acquisizione, lo scorso anno, di Bayer Animal Health. Una mossa che consente al gruppo di offrire un assortimento completo di prodotti - dagli antiparassitari a quelli farmaceutici, fino alle soluzioni per l’igiene e la bellezza dei pet - che rispondano in maniera efficace alle necessità di tutti i clienti: veterinari, negozianti specializzati e proprietari

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Stefania Colasuono: Con l’acquisizione di Bayer Animal Health, Elanco ha consolidato la propria posizione, a livello mondiale, nel settore del benessere dei pet: cos’ha rappresentato, dunque, per voi e il vostro business questa operazione? Giampiero Vantellino: Attraverso l’acquisizione di Bayer Animal Health,

nel 2020, Elanco ha compiuto un passo importante per arricchire il mercato veterinario con l’offerta di un range completo di prodotti e soluzioni rivolte a tutti i clienti di questo settore. Mettendo insieme due grandi gruppi in ambito veterinario, Elanco è oggi uno dei principali attori nel mercato, in grado di offrire una vasta gamma di prodotti sia per animali da compagnia che da reddito. SC: Quali sono i vostri principali obiettivi? GV: L’obiettivo è, senza dubbio, quello di migliorare la vita degli esseri umani e del pianeta, migliorando la vita degli animali. Ciò si riflette anche nel nostro approccio alla sostenibilità chiamato “Elanco Healthy Purpose”, una piattaforma che include una serie di obiettivi e iniziative in tutto il mondo che riguardano il benessere animale, il benessere delle comunità in cui operiamo e dei nostri dipendenti e la salvaguardia delle risorse del pianeta, permettendoci di realizzare la nostra visione di «il cibo e la compagnia degli animali arricchiscono la vita». In Elanco, crediamo che animali più sani siano fondamentali per affrontare questioni globali come la sicurezza alimentare - ovvero cibo disponibile per tutti - la salute mentale, l’isolamento sociale e la sostenibilità ambientale: per questo, la loro salute è il nostro obiettivo primario. Ciò si riflette


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Il quartier generale di Elanco si trova a Greenfield, in Indiana (USA).

anche nella nostra promessa: «Innoveremo rigorosamente a beneficio dei nostri clienti e miglioreremo la salute degli animali di cui si prendono cura». Non solo: ci interessiamo anche delle esigenze e del benessere delle comunità in cui operiamo. La Fondazione Elanco ha sostenuto durante la pandemia, e continua a sostenere, il Banco Alimentare Europeo, così come l’affiliata italiana ha supportato il Banco Alimentare Italiano. Attraverso la partecipazione a una camminata solidale in tempo di Covid siamo riusciti a donare ben 500 pasti. Ci impegniamo a valutare le nostre iniziative e i loro progressi su base annuale. A tal fine, Elanco ha appena pubblicato il suo primo “Environmental, Social and Governance (ESG) Summary” che contiene indicatori e metriche di sostenibilità.

significa avere una perfetta corrispondenza per soddisfare tutte le esigenze dei clienti. All’interno del mercato del pet, Elanco è oggi in grado di offrire una vasta gamma di soluzioni: dai prodotti leader di mercato nell’area degli antiparassitari ai prodotti farmacologici per i veterinari in vari settori come cardiologia, ortopedia e altri, fino ai prodotti di uso quotidiano per la cura e la bellezza dei nostri animali da compagnia. Con questo ampio assortimento, Elanco è in grado

di servire le necessità di tutti i suoi clienti, dal veterinario al negozio specializzato fino al proprietario di cani e gatti. SC: Quali sono i principali canali in cui distribuite i vostri prodotti? GV: Elanco è presente in tutti i canali professionali e di vendita: abbiamo, infatti, una capillare rete di Informatori Medico Scientifici per essere a contatto e a servizio del Medico Veterinario, e una rete specializzata

SC: Parlando nello specifico degli animali da compagnia, cosa include l’ampia gamma di soluzioni presenti nel vostro portfolio? GV: In Italia, aver unito i punti di forza di Elanco e Bayer Animal Health PetTrend • Settembre 2021

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INTERVISTA

tutti gli investimenti per materiali, servizi e congressi dedicati al Veterinario, e quelli per le mostre e gli eventi dedicati, invece, ai proprietari di animali. L’azienda sta investendo molto anche in iniziative digital: naturalmente questo fenomeno è stato amplificato dall’impatto della pandemia, che ci ha portato a gestire via web tutta una serie di iniziative di formazione rivolte sia a Veterinari che a specialisti dei pet shop. Ma il digital footprint di Elanco è fatto di un’ampia gamma di offerte, come siti web dedicati per il Veterinario, il pet shop e il proprietario, servizi informativi via smartphone per lo specialista, newsletter per la clientela e altro ancora.

in grado di promuovere i nostri prodotti di libera vendita al pet shop. Proprio nel negozio specializzato vengono venduti i prodotti di punta dell’azienda, quali Advantix, Seresto e Advantage, e a questo canale viene dedicata un’attenzione particolare con materiali, servizi e iniziative. Nonostante la crescita dell’e-commerce, Elanco è molto attenta al punto vendita fisico, che rimane per relazione e servizi offerti il cardine insostituibile per tutti i prodotti di libera vendita per gli amici a quattro zampe.

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SC: Ha citato la vostra collaborazione con i veterinari. Attraverso quali iniziative ne supportate l’attività? GV: In continuità con la “tradizione” di Bayer Animal Health, Elanco prosegue sulla linea di elevati investimenti per sostenere la crescita del mercato veterinario. Questo è visibile a tutti: la televisione, il web e i vari mezzi di comunicazione vedono una presenza forte e costante dei nostri brand. A queste iniziative si affiancano

SC: L’innovazione è uno dei punti principali delle attività aziendali. Prevedete anche quest’anno il lancio di prodotti all’avanguardia? GV: Certamente l’innovazione è uno dei pilastri di Elanco. Crediamo che sfruttare le capacità interne di ricerca & sviluppo, insieme al collaborare con startup e altri partner dell’ecosistema della salute, sia essenziale per essere riconosciuti come innovatori nel benessere animale. L’azienda prevede di lanciare 25 nuovi prodotti in tutto il mondo da qui al 2025, otto dei quali saranno lanciati già quest’anno. Questa strategia è sottolineata dal recente annuncio della stipulazione di un accordo per acquisire KindredBio, una società biofarmaceutica focalizzata sullo sviluppo di nuove terapie per animali da compagnia. L’acquisizione accelera ulteriormente l’espansione di Elanco nell’attraente mercato della salute degli animali da compagnia. ●


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Morando S.p.a. Via Chieri, 61 - 10020 Andezeno (TO) Tel. 011/9433311 - Fax 011/9434289 info@morando.it - www.morando.it www.facebook.com/morandopetfood

MORANDO SUPERPETFOOD, RICETTE NATURALMENTE “SUPER” PER GLI AMICI A QUATTRO ZAMPE

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irtillo rosso, mora, semi di zucca, tè verde, bacche di goji, ananas, cavolo nero, melograno, curcuma, rosa canina e alga norvegese sono solo alcuni dei super ingredienti dalle notevoli proprietà nutritive, utilizzati per dare vita all’innovativa linea Morando SuperPetFood, pensata per chi vuole offrire ai propri amici a quattro zampe un’alimentazione gustosa, bilanciata e ricca di nutrienti. La nuova linea superpremium, dedicata al canale specializzato, offre una gamma ampia e completa di alimenti secchi e umidi, con ricette per cuccioli o adulti, per gatti sterilizzati e cani di ogni taglia, e con una grande attenzione per le diverse fasi della vita ed esigenze fisiologiche. Le ricette puppy e kitten, per esempio, contengono i nutrienti chiave per supportare lo sviluppo scheletrico e cerebrale, le ricette per gatti adulti apportano taurina per supportare la funzionalità cardiaca, mentre le referenze per i pet senior forniscono gli elementi necessari per mantenere attive le difese naturali. Tutti i prodotti sono senza cereali, coloranti o conservanti e a base di salmone, anatra, agnello, manzo e tacchino. Le carni selezionate, di eccezionale qualità, rendono gli alimenti più gustosi e forniscono proteine di elevato valore biologico. Negli alimenti secchi, la carne fresca, altamente digeribile e appetibile, è unita a quella disidratata, che ga-

rantisce un apporto proteico più concentrato, dando energia ai pet e favorendone la vitalità. La carne fresca è presente in percentuale elevata (superiore al 25% nei prodotti secchi). Tutte le ricette sono inoltre multiproteiche, per fornire agli amici a quattro zampe il giusto mix di amminoacidi essenziali, vitamine e minerali. Anche l’integrazione è di alto livello: per esempio la taurina, amminoacido che aiuta a mantenere la salute del cuore, è aggiunta non solo nei prodotti per gatti ma anche in quelli per cani. Per i cuccioli, cani senior e gatti, che hanno un maggiore fabbisogno di zinco, questo elemento viene integrato sotto forma di zinco chelato per favorirne l’assorbimento. Negli alimenti secchi, i cereali sono sostituiti da fonti alternative di carboidrati prive di glutine e di altissima qualità e valore nutrizionale, come ceci (fonte di amminoacidi essenziali e potassio), tapioca (altamente nutriente e digeribile), patata dolce (ricca di vitamina C e sali minerali, con basso indice glicemico) e piselli (che contengono molte fibre e proteine). La gamma è studiata dal team di veterinari nutrizionisti di Morando e le formule sono state nutrizionalmente approvate dal Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università degli Studi di Torino. ● Morando, la storia del pet food in Italia PetTrend • Settembre 2021

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PUBBLIREDAZIONALE

URYS® CAPS. NUOVE CAPSULE BIRILLO PER LA SALUTE DELLE BASSE VIE URINARIE DI CANI E GATTI Per la salute delle basse vie urinarie del cane e del gatto, Innovet propone una nuova formulazione di Urys® in capsule birillo a base di PGA-m, che si affianca alla versione liquida. Vediamone le caratteristiche innovative A cura di CeDIS (Centro di Documentazione e Informazione Scientifica) Innovet Italia Srl, Saccolongo (PD) cedis@innovet.it

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e basse vie urinarie, vescica in particolare, assolvono a funzioni fisiologiche vitali per i nostri cani e gatti, garantendo la costante eliminazione delle sostanze di scarto filtrate a livello renale. Per questo è fondamentale tutelarne salute e benessere e ottimizzarne le difese naturali contro la frequente esposizione all’azione dannosa di tanti fattori, dalle infezioni, ai traumi, allo stress, a irritanti vari e malattie generalizzate. Grazie all’impegno di Ricerca nel settore delle aliamidi e degli endocannabinoidi, Innovet ha sviluppato Urys® Caps, un alimento complementare per la salute delle basse vie urinarie di cani e gatti in capsule birillo monodose, che affianca la formula liquida (Urys® Liquid) già disponibile da alcuni mesi. Entrambe le formulazioni contengono PGA-m (Palmitoilglucosamina micronizzata), un’aliamide che, assunta per via orale nella forma attiva e biodisponibile, stimola la produzione endogena di PEA (Palmitoiletanolamide) e di altre sostanze protettive (endocannabinoidi). Così facendo, Urys® contribuisce a mantenere la funzione fisiologica di cellule (i mastociti vescicali) da cui dipende il benessere e la salute delle basse vie urinarie. Da PGA-m si libera anche glucosamina, capace di mantenere integro l’epitelio vescicale (urotelio) e ottimizzarne la funzione barriera contro batteri e sostanze irritanti. PGA-m è associata in entrambe le formulazioni all’esperidina, un bioflavonoide estratto dall’arancio amaro (Citrus aurantium), che neutralizza i radicali liberi (azione antiossi-

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dante) proteggendo l’urotelio dalla loro azione dannosa. Urys® Caps, disponibile in nuovissime confezioni da 30 capsule birillo monodose, è indicato per animali di media e grossa taglia (> 7 kg di peso corporeo). Le capsule birillo possono essere ingerite intere. In alternativa, possono essere aperte e il loro contenuto spremuto direttamente nella bocca dell’animale o mescolato alla razione di cibo. Urys® Liquid, invece, è ideale per gatti e cani di piccola taglia. Grazie alla siringa dosatrice pratica e precisa, si può facilmente somministrare direttamente in bocca o mescolato alla razione di cibo. È idoneo anche in corso di nutrizione enterale (con sondino) eseguita in corso di degenza ospedaliera o a domicilio. Urys®. Quando c’è bisogno di preservare la salute delle basse vie urinarie! Maggiori info nella sezione Prodotti/Nefro-Urologia di www.innovet.it ●


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ALIMENTAZIONE

LA CROCCHETTA È L’ALIMENTO SECCO PIÙ DIFFUSO E VENDUTO SUL MERCATO. MA VI SIETE MAI CHIESTI COME VIENE PRODOTTA E QUALI SONO I SUOI VANTAGGI NUTRIZIONALI? SCOPRIAMOLO INSIEME

REGINA PET FOOD SECCO LA

Maria Fernanda PCrez - Pixabay

DEL

Giacomo Biagi Professore Associato Dip. Scienze Mediche Veterinarie Alma Mater Studiorum Università di Bologna

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l mercato del pet food di questi ultimi anni è caratterizzato da una ricchezza di offerta che non ha eguali in passato e che, talvolta, può generare incertezze nei proprietari, che faticano a orientarsi tra prodotti tradizionali e nuove tendenze. Cominciamo col dire che uno dei principali criteri di classificazione dei diversi tipi di pet food fa riferimento

al loro contenuto in acqua. Gli alimenti che contengono meno del 14% di acqua vengono definiti “secchi” e non c’è alcun dubbio che le crocchette rappresentino di gran lunga gli alimenti secchi più venduti. E allora, a maggior ragione oggi, dobbiamo essere in grado di spiegare come una crocchetta ben formulata permetta a qualsiasi pro-


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prietario di alimentare in modo nutrizionalmente bilanciato, sicuro ed

economicamente sostenibile il proprio animale. A questo proposito, vi siete

I VANTAGGI NUTRIZIONALI DELLE CROCCHETTE Completezza nutrizionale: le crocchette sono quasi sempre alimenti completi, ovvero alimenti che contengono tutto ciò di cui un animale ha bisogno: l’energia, i nutrienti essenziali e, in misura più o meno importante, anche quelli non strettamente essenziali, ma utili, come la fibra e l’amido. Praticità d’uso: le crocchette passano dalla confezione alla ciotola così come sono e l’unica cosa di cui il proprietario deve preoccuparsi è di fornirle all’animale nella giusta quantità; inoltre, se non esposte ad umidità e/o ad alte temperature, le crocchette possono rimanere nella ciotola per alcuni giorni, senza deteriorarsi. Rapporto qualità/prezzo: il costo di una confezione di crocchette varia in ragione di tanti fattori ma non vi è alcun dubbio sul fatto che alimentare il proprio animale con le crocchette sia, in genere, economicamente vantaggioso; infatti, le crocchette contengono pochissima acqua e rappresentano una fonte di nutrimento estremamente concentrata, rispetto, ad esempio, ad un alimento umido: pertanto, il volume di crocchette che ci permetterà di soddisfare i fabbisogni di un animale sarà molto più basso del volume di alimento umido che servirebbe per ottenere lo stesso scopo.

mai chiesti cosa renda le crocchette per cani e gatti così popolari? Quali sono i motivi che spingono la maggior parte dei proprietari a ricorrere al loro impiego per alimentare i propri animali? È opinione di chi scrive che questi motivi siano molteplici e tra i principali meritino di essere menzionati proprio: completezza nutrizionale, praticità d’uso e rapporto qualità/prezzo (vedi box).

Quali sono i suoi ingredienti? Gli ingredienti che compongono una crocchetta possono essere distinti in animali, vegetali e minerali, a seconda della loro origine. Gli ingredienti di origine animale sono quelli che maggiormente caratterizzano la crocchetta, sia dal punto di vista nutrizionale che, a maggior ragione, da quello dell’appetibilità. Le aziende del pet food usano perlopiù sottoprodotti derivanti dalla macellazione di animali di terra e di pesci. Essi possono essere impiegati in forma fresca (carne, ovvero muscolo, e organi quali fegato, cuore, polmoni, ecc.) o, come più spesso accade, in forma di farine (di carne o di pesce) ottenute per essiccamento e macinazione dei sottoprodotti stessi. PetTrend • Settembre 2021

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Adriana Morales - Pixabay

ALIMENTAZIONE

Tutti gli ingredienti appena citati rappresentano delle ottime fonti di proteine. Altrettanto importanti sono però i grassi di origine animale, come ad esempio il grasso di pollo e l’olio di pesce, indispensabili per apportare energia e nutrienti essenziali ed aumentare l’appetibilità della crocchetta. Tra gli ingredienti di origine vegetale ricordiamo in primo luogo i cereali, che rappresentano una eccellente fonte di amido. In alternativa ai cereali, tra le altre fonti di amido che vengono impiegate, ad esempio nelle cosiddette formulazioni grain-free, citiamo le patate e i legumi. Esistono anche materie prime vegetali ricche di proteine che possono essere impiegate nella formulazione di una crocchetta, come, ad esempio, i concentrati proteici ottenuti da soia, mais e patate. Ci sono poi gli oli vegetali che, insieme ai già citati grassi animali, contribuiscono ad aumentare il tenore lipidico della crocchetta e ad arricchirla di acidi grassi essenziali. Infine, gli alimenti 18

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vegetali permettono di inserire nella crocchetta una certa quantità di fibra, indispensabile al benessere intestinale di cani e gatti. Da ultimo, non stupisca che una crocchetta possa contenere anche ingredienti di origine minerale, che, in piccole quantità, sono indispensabili per soddisfare i fabbisogni minerali di cani e gatti.

Come nasce una crocchetta? Una volta che la “ricetta” della crocchetta è stata definita, gli ingredienti che andranno a comporla vengono accuratamente pesati e miscelati. Gli ingredienti vengono poi trattati con acqua e vapore, così da ottenere un impasto che comincia ad essere cotto all’interno del cosiddetto precondizionatore. Dopo questa prima fase di cottura, l’impasto entra nell’estrusore lungo il quale procede sospinto dal movimento di una coclea (la cosiddetta vite senza fine) che gira: in presenza di vapore e alta pressione, avviene la cottura vera e propria,

con conseguente gelatinizzazione dell’amido. All’uscita dell’estrusore, l’impasto attraversa una griglia e viene tagliato così che la crocchetta riceve le dimensioni e la forma desiderate. Inoltre, lo sbalzo di pressione all’uscita dell’estrusore permette l’espansione della crocchetta. Successivamente, le crocchette vengono “grassate”, ovvero ricevono l’aggiunta di grassi, che le crocchette tenderanno ad assorbire grazie alla porosità derivata dal precedente processo di cottura ed espansione. In questo momento, le crocchette vengono addizionate anche del cosiddetto digest (che consiste di una miscela di peptidi proteici e aminoacidi e svolge un ruolo fondamentale nell’aumentare il profumo e, quindi, l’appetibilità della crocchetta), nonché, eventualmente, di vitamine e altri nutrienti che necessitino di essere preservati dalla cottura in estrusore. Infine, le crocchette vengono essiccate, per garantirne la conservabilità, raffreddate e confezionate. ●


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PARS PREDA INTERA

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li animali che vivono in compagnia dell’uomo hanno fabbisogni nutrizionali definiti da Madre Natura attraverso il lungo cammino dell’evoluzione. PARS Preda Intera, ricostruisce in forma disidratata quello che potrebbero normalmente procurarsi in natura.

PARS Preda intera si presenta in tre gusti diversi • CARNI ROSSE formulato con proteine derivanti da un’unica classe ed ordine animale: bovini ed ovini • CARNI BIANCHE formulato con proteine derivanti da un’unica classe ed ordine animale: tacchini e polli • PESCI OCEANICI formulato con pesci marini oceanici Le carni e i pesci sono presenti in forma fresca e in forma sgrassata e disidratata con percentuali superiori al 40%. Per il cane sarà un vero ritorno alla natura, gli sembrerà di mangiare una vera preda intera e fresca. I vari “tagli” animali (muscolo, fegato, cuore, trippe, midollo, ossa, ecc.) apportano tutti i nutrienti essenziali e naturali quali proteine (nel muscolo); vitamine e minerali

(negli organi); calcio e fosforo (nelle ossa e nelle cartilagini). Le tre varietà contengono solo cereali ancestrali che non hanno subito variazioni genetiche nel corso del tempo rispetto al loro antenato primitivo come il riso integrale, il grano saraceno e il sesamo, completamente privi di glutine.

Integrate con • BIO DIET NUTRACEUTICAL (polpa di barbabietola, erba medica, semi di lino, carote, spinaci, barbabietola rossa, inulina di tarassaco, FOS frutto-oligosaccaridi, MOS mannano-oligosaccaridi), per un’ ottima funzionalità intestinale. • BIO DIET METABOLIC (rosmarino officinalis, camomilla, anice stellato, china calisaia, issopo, rabarbaro, zedoaria (curcuma), per un’ottima funzionalità digestiva. Tutti e tre i prodotti sono disponibili nelle confezioni da 2 kg; 7,5 kg; 12 kg. ●

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CUCCIOLO IN ARRIVO? ECCO QUELLO CHE SERVE SAPERE nessere: i feromoni appaganti del cane, in tutto simili a quelli rilasciati dalla madre quando allatta i cuccioli. Questo messaggio aiuta i piccoli a sentirsi sicuri e sereni nella loro nuova famiglia ed è dimostrato scientificamente che porta ad una migliore socializzazione e apprendimento per accompagnarli a diventare cani adulti più equilibrati. Indossato sin dal giorno dell’adozione, ADAPTIL Junior Collare invia segnali rassicuranti che fanno sentire al cucciolo il comfort che sentiva quando era vicino alla madre, favorendo un miglior apprendimento, aiutando lo sviluppo di un cane adulto equilibrato e ben addestrato. Gli studi hanno mostrato che dopo solo 3 giorni con ADAPTIL Junior Collare i cuccioli si adattano a situazioni non familiari, riducono dell’80% i guaiti quando rimangono soli e nell’86% dei casi riduce il pianto notturno in cinque giorni. Per saperne di più: visita www.adaptil.com o contatta marketing.italy@ceva.com ● Fonte: i dati citati sono estrapolati da ricerche di mercato realizzate da Istituti di Ricerca indipendenti per conto di Ceva Salute Animale (2017).

È

un fatto che nel 2020 siano aumentate le adozioni: tanti nuovi proprietari alla ricerca di un nuovo equilibrio in famiglia. “Il 63% dei cani viene adottato da cucciolo e circa il 50% prima dei 3 mesi di età” osserva Francesca Frigerio, Marketing Manager di ADAPTIL. “È un momento entusiasmante ma anche impegnativo: i cuccioli devono affrontare varie difficoltà come la separazione dalla madre, una nuova casa, rimanere da soli a casa e tutti i nuovi stimoli che si presentano nella fase di crescita”. In questa fase i neo-proprietari si rivolgono spesso al negoziante in cerca di consigli pratici per prepararsi alla nuova vita insieme ed è un momento prezioso per stabilire un rapporto di fiducia con i nuovi “pet parent”. È importante ricordare che le prime settimane di vita di un cucciolo sono essenziali per il suo sviluppo sociale, fisico e cognitivo. È la cosiddetta “fase di socializzazione” che va dalla 3a settimana di vita fino al 3° mese: è in questo periodo che il cagnolino inizia ad apprendere e a mettere le basi della personalità. Se da un lato le esperienze negative, o la mancanza di esperienze, creano i presupposti per un cane pauroso o fobico, dall’altro non bisogna sovraccaricarlo di stimoli ma aiutarlo a vivere una molteplicità di situazioni in modo graduale e non troppo intenso. “L’adozione è un passaggio delicato, in cui le fonti di ansia e paura per il cucciolo possono essere tante” ricorda Frigerio. Un quarto dei cagnolini fatica ad abituarsi al guinzaglio e ad evacuare correttamente, quasi il 20% ha paura dei rumori e dell’incontro con altri animali e il 15% piange di notte. In questi mesi importanti - e fino al 6° mese di età - un valido aiuto arriva da ADAPTIL Junior Collare, il collare a misura di cucciolo che rilascia un messaggio naturale di be20

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IL BODY LANGUAGE DEL CUCCIOLO, PER CONOSCERLO MEGLIO Osservare il suo corpo e “ascoltarlo” è importante per entrare in relazione, ma cosa comunica il piccolo con i suoi gesti e vocalizzi? Ecco una breve guida.

I segnali di gioia e benessere Quando è contento, il cucciolo emette piccoli uggiolati, abbai, tende le orecchie in avanti, saltella, mordicchia per l’eccitazione, tira i pantaloni, scodinzola vivacemente, si accuccia per fare piccoli agguati: segnali che comunicano il desiderio di giocare, la sua curiosità. Di fronte a questi comportamenti è bene dargli attenzione e giocare in maniera non troppo eccitatoria.

I segnali di ansia e paura Se, alle prime uscite, si siede o fa opposizione sta comunicando che non ha voglia di passeggiare, se tiene le orecchie all’indietro ha paura, così come se tiene la coda fra le zampe. Nei primi giorni, meglio portarlo fuori in orari tranquilli, incoraggiandolo con serenità senza mai trascinarlo. I cuccioli spesso soffrono di solitudine e lo manifestano con pianto e guaiti: nei primi giorni è consigliabile dedicargli del tempo e abituarlo in modo graduale alla separazione.

Coccole e affettività I cuccioli sono irresistibili e tutti fanno a gara per coccolarli. Un approccio simile a quello con i bambini è corretto dal punto di vista emotivo ma non da quello fisico: quindi, per esempio, bene parlargli teneramente o offrire consolazione con una carezza se di notte piangono ma va ricordato che l’abbraccio non è il contatto preferito dal cane. E se per strada si incontrano persone che lo vogliono accarezzare meglio proteggerlo dall’eccessiva fisicità degli altri, lasciando decidere al cucciolo se cercare riparo nel proprietario o lasciarsi avvicinare.


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MERCATO

DOPO UN ANNO DI DIFFICOLTÀ A CAUSA DELL’EMERGENZA SANITARIA, IL SETTORE TORNA A REGISTRARE PERFORMANCE POSITIVE, CON ASPETTATIVE PIÙ CHE SODDISFACENTI PER LA PROSSIMA STAGIONE AUTUNNO-INVERNO

L’ABBIGLIAMENTO TRA MODA

FUNZIONALITÀ

SHUTTERSTOCK

E

Stefania Colasuono Redazione Distribuzione Moderna

I

l mercato dei capi di abbigliamento autunno-inverno per gli animali da compagnia può tornare a sorridere: per i prossimi mesi, infatti, le aziende del settore prevedono una netta ripresa delle vendite, dopo un 2020 particolarmente difficile. «Il trend dello scorso anno ha risentito anche delle restrizioni imposte dalle autorità a causa dell’emergenza sanitaria (molti rivenditori non hanno potuto presentare adeguatamente il proprio assortimento di prodotti, considerate le disposizioni in materia di igiene), ma le previsioni per il futuro di questo comparto sono interessanti e ritengo che potrà esserci un’ulteriore crescita in termini di distribuzione e vendite» afferma Alice Canazza, Marketing Manager di Camon. Un’inversione di marcia riscontrata anche da Sabrina Ferioli, Fashion Stylist di Croci, per la quale infatti «i segnali, nel 2021, sono in controtendenza e le prenotazioni per la stagione autunno-inverno sono in forte crescita: per questo motivo ci si aspetta di tornare ai livelli abituali per la categoria».

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I grandi classici La ripresa, del resto, era facilmente intuibile considerata l’attenzione dei proprietari per il benessere a 360° dei propri animali da compagnia. Con l’arrivo della pioggia e del freddo, proteggerli e tenerli al riparo è una delle priorità: ecco, allora, che ci si rivolge soprattutto ai negozi specializzati per trovare il capo più adatto al pet. Una scelta non sempre facile, considerata anche la molteplicità di proposte disponibili, con tipologie merceologiche che suddividono il settore in due macro segmenti: un’offerta che tiene conto della moda e delle tendenze del momento, e un’altra tecnica e funzionale, per soddisfare pienamente gusti ed esigenze di tutti gli acquirenti. Ma quali capi di abbigliamento caratterizzano le due categorie? «Tra i capi più eleganti - sottolinea Claudio Sciurpa, Amministratore Delegato di Vita-

kraft - ci sono sicuramente i cappottini con bottoni e finiture curate, i caldi maglioncini e le più giovanili felpe stampate. Più tecnici sono, senza dubbio, gli impermeabili e i kway, capi di abbigliamento sportivi realizzati con tessuti impermeabili e riflettenti».

Capi per ogni taglia Una suddivisione che, generalmente, rispecchia anche la taglia dei cani, con un abbigliamento più attento allo stile e alla moda del momento per quelli più piccoli e, invece, capi più pratici e meno estrosi dedicati agli animali di taglia grande. Osservando i numerosi modelli in commercio e gli ampi assortimenti di produttori e distributori, inoltre, ci si accorge di come l’offerta si distingua anche per le fantasie e le cromie, solitamente dai colori più vivaci per i cani di piccola taglia e dalle tinte più scure e


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Razzle Dazzle Mid Layer di Hurtta è un capo perfetto per la mezza stagione e come strato termico aggiuntivo per le giacche impermeabili. Il proprietario può scegliere il lato che meglio si adatta al manto del cane e all’attività che si vuole svolgere: un lato è liscio, morbido e compatto, mentre l’altro è lavorato a rilievo, morbido e traspirante. Grazie alla sua estrema leggerezza e morbidezza, questa giacca è la soluzione ideale anche per i cuccioli o per i cani meno avvezzi ai capi protettivi.

La giacca Extreme Warmer di Hurtta è realizzata in tessuto multistrato e dotata di una fodera termo riflettente. È il capo più caldo della collezione. Il suo tessuto esterno è resistente e antivento. All’interno, la lamina in Hound-Tex® rende il capo traspirante e protegge il cane dalla pioggia durante le uscite. All’interno del colletto è presente un cappuccio sollevabile in maglia. Numerose stampe riflettenti rendono il cane più visibile in condizione di scarsa visibilità. È disponibile anche nella versione ECO.

classiche per quelli di taglia grande. L’obiettivo rimane, comunque, quello di garantire a ogni pet massimo comfort e vestibilità: «per questo - spiega, per esempio, Sabrina Ferioli - noi di Croci abbiamo espanso il range delle taglie soprattutto per i modelli con chiusura a clip o con sottopancia a chiusura in velcro, che risultano più facili e comodi da indossare anche per i cani con una lunghezza schiena fino a 70 cm. Le

eco-pellicce e i capi elaborati, invece, rimangono sempre i più apprezzati per cani di piccola taglia, come Chihuahua o Poodles, dallo stile più ricercato».

Everest è il capo tecnico Record di Rinaldo Franco adatto agli inverni più freddi. L’imbottitura traspirante in cotone isolante è dotata di sistema Thinsulate Insulation, permettendo di conservare il calore corporeo e far uscire l’umidità. Il modello è provvisto anche di dettagli catarifrangenti.

Il capo tecnico Makalu della collezione Fashion Milano 2021/2022 by Record di Rinaldo Franco protegge il cane sia dal vento che dalla pioggia. È realizzato esternamente in tessuto impermeabile e antivento, mentre internamente è rivestito in mesh traspirante.

Garanzia delle performance Qualunque sia la tipologia del capo di abbigliamento, i player del settore lavorano, dunque, per offrire prodotti di qualità e altamente performanti. Attenzione al design, alle minuterie e ai particolari per quanto riguarda le proposte più alla moda; attenzione alla traspirabilità e alla capacità idrorepellente, invece, per i capi tecnici. La scelta dei tessuti e dei materiali è senza dubbio fondamentale, anche per potersi distinguere dalla concorrenza attraverso proposte innovative. «Per i nostri capi - sottolinea a questo proposito Giancarlo Tavasci, General Manager di On Site (Hurtta Italia) utilizziamo tessuti tecnici esclusivi e brevettati. Sono eccezionalmente traspiranti e garantiscono impermeabilità a vento, pioggia e fango. Sul termico, poi, offriamo tre differenti livelli di protezione». Grande attenzione anche da parte di Farm Company, come dichiara Federica Gabasio, Responsabile Acquisti: «l’impermeabilità è garantita dalla scelta di tessuti di alta qualità, spesso equiparabili a quelli usati per i nostri capi di abbigliamento sportivo. A livello di riscaldamento, invece, lavoriamo con capi leggermente imbottiti, che proteggano dai freddi invernali ma allo stesso tempo lascino una buona libertà di movimento al cane e non siano eccessivamente riscaldanti». Funzionalità e performance sono, poi, i valori alla base del catalogo Fashion Milano by Record di Rinaldo Franco,

Monsoon Coat di Hurtta è la giacca leggera, adatta a tutte le stagioni e ideale per le giornate uggiose. Il suo tessuto esterno è morbido e compatto. La laminazione in Hound-Tex® garantisce traspirabilità e protezione dalle gocce d’acqua. All’interno del colletto è presente un collarino antigoccia regolabile. Numerose stampe riflettenti rendono il cane più visibile in condizione di scarsa visibilità. È disponibile anche nella versione ECO.

«dove poter trovare una selezione annuale di cappottini impermeabili e non - dal più classico al più stravagante - impermeabili tascabili, paraorecchie, abbigliamento tecnico, felpe, maglioncini e magliette. - racconta la Marketing Manager Monica Franco - I nostri cappottini impermeabili, in particolare, hanno un tessuto antivento e vanno dai più leggeri, con all’interno il mesh traspirante, ai più pesanti con imbot-

Le felpe Vitakraft sono adatte per le passeggiate durante la mezza stagione. Curate nelle finiture e disponibili in tante taglie e fantasie diverse, sono caratterizzate da una facile e comoda vestibilità.

L’ampio assortimento di capi di abbigliamento Vitakraft è presentato in display espositivi in stile “appendiabiti”: supporti capienti e pratici, dove gli articoli vengono esposti di taglio, così da consentire al proprietario di scegliere velocemente tra le diverse misure e fantasie.

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MERCATO

La giacca Hiking High Visibility di Croci è impermeabile e antivento, grazie alla fodera che modera la dispersione termica e regola la temperatura corporea del pet. Dotato di collare anti-goccia, è regolabile su vita, coda e collo nonché sulle zampe tramite elastici. Il tessuto è interamente riflettente, garantendo la sicurezza del cane anche con scarsa illuminazione.

titura isolante e pile». Punta molto sull’innovazione, infine, Ferplast che ha in assortimento soprattutto capi tecnici: «una caratteristica che ci contraddistingue è il collare integrato nel cappottino antivento e impermeabile» spiega Maria Rosa Marchesini, Marketing Department.

Sicuri e testati I capi di abbigliamento, prima di arrivare nei punti vendita, vengono rigorosamente testati e controllati per valutarne sicurezza, atossicità e resistenza. È quanto fa, ad esempio, Farm Company, che lavora con produttori storici e di comprovata esperienza, valutando prima con attenzione le campionature per verificare la qualità dei tessuti, dei dettagli e degli accessori.

Breckenridge, il giubbotto imbottito per cani firmato Croci, è ideale per proteggere il pet durante l’inverno e nei primi freddi autunnali. Comodo e resistente, è impermeabile e dotato di una pratica chiusura con bottoni a clip regolabile.

Vitakraft seleziona minuziosamente i materiali, che vengono utilizzati anche per prodotti di uso umano, e si affida a una filiera controllata in ogni passaggio nonché a una produzione etica, grazie alla certificazione BSCI di tutti i propri partner. Altrettanto attenta Hurtta, i cui capi sono certificati OekoTEX100 e testati SGS secondo le più severe norme ISO. Test su tessuti e componenti vengono realizzati costantemente anche da Croci, attraverso un continuo monitoraggio della qualità in ogni passaggio di creazione del capo fino al suo arrivo a scaffale.

L’importanza della vendita assistita L’acquisto di un capo di abbigliamento è, per lo più, ragionato e ben ponderato. In poche occasioni, infatti, avviene d’impulso. Il pet owner ha la

necessità di verificarne la vestibilità, la misura e le caratteristiche e, per questo, ricorre all’aiuto di un personale informato sui vari modelli. Lo specializzato si conferma così come principale canale di vendita, perché in grado di supportare l’acquirente nella scelta del prodotto migliore per il proprio pet, dandogli la possibilità di toccarlo e, spesso, provarlo direttamente sul pet. È importante, quindi, che i negozi offrano un assortimento quanto più completo possibile, sia dal punto di vista delle tipologie merceologiche che delle taglie, sebbene possa risultare complicato, come sottolinea Maria Rosa Marchesini: «l’assortimento ideale dovrebbe prevedere un comparto più fashion, che si rivolge soprattutto alle piccole taglie, e un comparto più funzionale che copre tutte le grandezze dei pet. Purtroppo, nel caso dei cani il campo taglie è ancora più numeroso e ampio che per gli umani, le corporature sono davvero tante, anche all’interno di una stessa razza». Dello stesso avviso Monica Franco, per la quale dovrebbero essere presenti più taglie possibili per ogni tipologia di capo e avere sia modelli classici che stravaganti, per andare incontro ai diversi gusti, a seconda anche dell’età dell’acquirente. Il fattore taglia, infine, è di fondamentale importanza per Giancarlo Tavasci, secondo cui «il punto vendita che desidera offrire capi protettivi ai propri clienti dovrebbe

L’ABBIGLIAMENTO DEL FUTURO Il dolcevita intreccio di Farm Company, ideale per proteggere il pet dal freddo, è disponibile dalla taglia 25 alla taglia 45 in diversi colori: blu, rosso, viola, panna, azzurro e corallo.

L’impermeabile della collezione Free Spirit di Farm Company, realizzato in tessuto petshell, è dotato di una fettuccia per la regolazione sul petto, mentre la zip sul davanti serve per garantire una regolazione ancora maggiore anche a livello del petto. È disponibile in quattro colori e nove misure diverse.

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Le prospettive di sviluppo per il comparto sono positive e mostrano opportunità di crescita e innovazione tanto per il segmento moda quanto per quello tecnico. «Nel prossimo futuro - dichiara Maria Rosa Marchesini - prevediamo una sempre maggiore diversificazione, l’introduzione degli elementi moda anche nei capi funzionali, praticità e leggerezza anche per i capi più caldi (come i piumini super leggeri)». Le possibilità offerte alle aziende, del resto, sono numerose «a cominciare dal prendere spunto - afferma Claudio Sciurpa - dalle tendenze in ambito umano, dato che il pet è come un figlio per il suo proprietario, nonché dal rinnovare costantemente colori e fantasie per non stancare il cliente e rendere la linea sempre fresca e alla moda». Non solo: un’altra strada percorribile, a cui qualche player del settore si sta già dedicando, riguarda la sostenibilità, con la ricerca di tessuti innovativi ed eco-friendly. Il 99% dei capi della collezione Camon, ad esempio, è realizzato senza l’uso di alcun prodotto o elemento lavorato di origine o derivazione animale. Diversi modelli della nuova collezione, inoltre, sono stati prodotti con materiale 100% riciclato. Nella stessa direzione l’offerta di Hurtta, che ha deciso di sviluppare ulteriormente la linea ECO (realizzata con materiali riciclati), lanciata tre anni fa.


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conformato perde molte delle sue capacità se di taglia sbagliata».

Un’esposizione funzionale

Il cappottino per cani Equipe di Ferplast è impermeabile e antivento, con micropile interno. Dotato di collare incorporato e cappuccio, è disponibile in varie misure e garantisce un’ottima vestibilità.

Raincoat di Ferplast è la mantellina impermeabile per cani in tessuto antivento con cappuccio. Dotata di collare incorporato con sistema di micro-regolazione, è facile da indossare e caratterizzata da un elegante design italiano, con originali bordure in tessuto mimetico e cintura centrale.

Trench di Ferplast è il cappottino impermeabile e antivento in tessuto tecnico e dal design italiano. Pratico da usare e regolabile sul collo grazie alla chiusura con elastico, può essere ripiegato con facilità ed essere portato sempre in giro come un sacchettino.

considerare di avere a stock almeno un capo pioggia e uno termico, in due colori (uno maschile e uno femminile) e in tutte le taglie. Il proprietario che entra per acquistare la giacca impermeabile deve poterla trovare nella misura corretta, perché il capo tecnico

Per poter offrire una vendita assistita soddisfacente, il negoziante deve anche saper esporre i capi in maniera adeguata, puntando sì sulla profondità assortimentale ma ottimizzando la visibilità dei prodotti nel punto vendita. Una buona strategia consiste, ad esempio, nel presentarli addosso a manichini di cane, così da consentire ai clienti di verificarne con immediatezza aspetto e caratteristiche. La scelta degli articoli da avere, ovviamente, deve tener conto di alcuni elementi, tra cui le dimensioni del negozio e il target dei clienti. «A seconda della disponibilità di spazio, a nostro avviso l’assortimento ideale include un paio di modelli di dolcevita, in un buon numero di varianti di colori, mentre una selezione più ampia va dedicata agli imbottiti. Sui modelli più alla moda, poi, la selezione è molto soggettiva in base alla clientela specifica del punto vendita, mentre due o tre modelli di felpe e impermeabili possono essere trasversali su qualsiasi pet shop» afferma Federica Gabasio. Un’altra variabile da tenere in considerazione è la zona in cui ci si trova, per avere in negozio capi effettivamente utili e funzionali alle esigenze dei proprietari: «ogni negoziante dovrebbe, a mio avviso, studiare il proprio assortimento ideale oltre che sulla base della conoscenza della sua clientela, anche sulla collocazione geografica e sulle caratteristiche del territorio. È evidente, ad esempio, che per alcuni paesi e regioni - a causa delle temperature che si raggiungono nei mesi più freddi l’uso di cappottini e prodotti imbottiti sia considerato più importante rispetto ad altre zone in cui, invece, il clima è più mite» spiega Alice Canazza.

L’estetica: uno dei primi driver di acquisto Ma quali sono le principali leve di acquisto per il proprietario di un cane? Innanzitutto è bene sottolineare che i modelli vengono scelti non solo tenendo conto del prezzo e delle caratteristiche dell’animale, ma anche in base allo stile personale. Per la scelta finale, però, il capo deve anche rispondere ad altri requisiti fondamentali: qualità dei materiali, funzionalità e praticità. Una tendenza confermata

Chicco è il maglioncino firmato Camon, in morbido filato 28% kid mohair, 46% acrilico, 19% poliammide, 7% poliestere con lavorazione jacquard. Dal morbido collo alto risvoltabile a punto coste, ha un’apertura per il collare e lacci per le zampe posteriori. 100% Made in Italy, è disponibile dalla taglia 21 alla taglia 40.

Dafne by Camon è la felpa con stampa all over a motivo cagnolini e caldo interno in peluche. Dotata di coulisse a contrasto con stopper rotondi, ha una chiusura con velcro sull’addome, un’apertura a zip per la pettorina ed elastici per le zampe posteriori. È disponibile dalla taglia 24 alla taglia 45.

Toy di Camon è il piumino water resistant in tessuto riciclato iridescente, con interno nero. Dotato di coulisse laterali nella parte posteriore, ha una chiusura con velcro sull’addome, un’apertura a zip per la pettorina ed elastici per le zampe posteriori. Il modello è realizzato in tessuto riciclato ed è disponibile dalla taglia 24 alla taglia 45.

da Claudio Sciurpa, il quale afferma che «nei prodotti di abbigliamento, quello che colpisce subito il proprietario è sicuramente l’aspetto estetico. Sono il design, i colori, le fantasie e le finiture in primis a catturare l’attenzione. Una volta suscitata la curiosità, l’acquirente verifica taglia e aspetti tecnici come materiali, comfort, tipo di allaccio e foro per passaggio del guinzaglio». E il prezzo? Ha, senza dubbio, la sua importanza, tant’è che l’acquisto dipende anche dalla disponibilità economica del pet owner, che richiede capi accessibili e un corretto rapporto qualità-prezzo. La maggiore attenzione alla funzionalità e alla qualità, però, fa sì che l’acquirente sia disposto a spendere qualcosa in più per garantire la massima comodità al proprio pet. ● PetTrend • Settembre 2021

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MARKETING

OLTRE TRE QUARTI DEGLI ITALIANI RITENGONO LIBERATORIO FARE SHOPPING DI PERSONA PIUTTOSTO CHE SUL WEB, MA RESTANO LE PREOCCUPAZIONI SULLA SICUREZZA LEGATA ALLA PANDEMIA

NEGOZIO VINCE NELL’ERA POST COVID IL

I Fabrizio Vallari Giornalista e docente di Fondamenti di marketing e cultura d’impresa

l 74% dei consumatori italiani vuole supportare i punti vendita fisici in questo periodo post-Covid; quasi due terzi (64%) ha affermato di aver sentito la mancanza dello shopping in presenza nel centro della propria città nel periodo in cui i negozi sono stati costretti a chiudere i battenti. Questi i dati emersi nell’ultimo report di Sensormatic, portfolio leader a livello globale di soluzioni per il retail di Johnson Controls, basato sullo studio dal titolo

«Europa - La Vendita al Dettaglio dopo il Lockdown», condotto su oltre 1.000 adulti italiani tramite sondaggio online dalla società di ricerche Savanta.

Piace fare acquisti nel punto vendita Mentre in Italia si procede con la revoca graduale delle restrizioni anti Covid-19, dopo aver affrontato periodi di isolamento e contatti limitati, il 64% ha dichiarato di apprezzare di più l’interazione fisica durante gli acPetTrend • Settembre 2021

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GLI AUTORI DEL REPORT • Sensormatic Solutions consente un coinvolgimento intelligente e connesso del consumatore. La sua piattaforma operativa digitale intelligente Sensormatic IQ combina il portfolio completo dell’azienda, compresi insight su inventario, comportamento degli acquirenti, perdite e responsabilità, con tecnologie avanzate, come l’Intelligenza Artificiale e l’apprendimento automatico. Ciò consente ai retailer di agire in base a risultati prescrittivi basati sui dati proiettandosi fiduciosamente nel futuro. • Johnson Controls, con una storia che vanta oltre 135 anni di innovazione, intraprende attraverso la sua offerta digitale completa OpenBlue i progetti del futuro in settori come la sanità, l’istruzione, i data center, gli aeroporti, gli stadi e la produzione. Con un team globale di 100.000 esperti in più di 150 paesi, offre il più vasto portfolio al mondo di tecnologie edili, software e servizi.

quisti nei punti vendita e oltre i tre quarti degli intervistati (il 76% del campione) ha definito liberatorio fare shopping di persona piuttosto che dietro uno schermo di un pc, smartphone o tablet. Inoltre, sulla base dell’indice di affluenza nei negozi, calcolato annualmente su 40 miliardi di visitatori, i dati di Sensormatic hanno rilevato che in Italia il flusso nei punti vendita ha riscontrato un netto slancio verso la normalità. In particolare, si è calcolato che il 7 maggio 2021, durante la prima settimana di apertura dopo la fine del terzo lockdown, la presenza totale nei negozi di vendita al dettaglio è aumentata quasi del +18,7%.

Rimangono le preoccupazioni per la pandemia

Pexels-Pixabay

Tuttavia, la chiara tendenza da parte dei consumatori nel tornare a

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effettuare acquisti di persona è affiancata da una certa preoccupazione: oltre la metà degli intervistati (53%) si dimostra particolarmente cauta in merito alla sicurezza nei punti vendita. Il distanziamento sociale rimane la principale preoccupazione: oltre tre quarti degli intervistati (76%) teme che gli altri acquirenti non rispettino la distanza imposta, il 67% ha paura di contrarre il virus mentre fa shopping in store e un ulteriore 67% ritiene di poter trasmettere inconsapevolmente il Covid-19 ad altri mentre compie acquisti. Il 51% dei consumatori afferma inoltre che si sentirebbe più sicuro se continuassero a esserci dei limiti relativamente al numero di persone ammesse in negozio, mentre un ulteriore 42% dichiara si sentirebbe maggiormente al sicuro durante lo shopping con una misura di distan-

ziamento sociale. Secondo il 69%, le mascherine andrebbero indossate all’interno degli ambienti chiusi ancora per molti anni e il 37% vorrebbe che venisse adottato un sistema di rilevamento che ne accerti l’utilizzo corretto; infine, il 39% vorrebbe che venisse rilevata la temperatura dei clienti all’entrata del punto vendita.

L’esperienza in negozio deve essere sicura e coinvolgente Luca Cappellini, Country Leader di Sensormatic Solutions per l’Italia ha commentato: “Abbiamo già iniziato a veder germogliare la ripresa della vendita al dettaglio, alimentata dalla crescente fiducia dei consumatori, la diffusione del vaccino e la promessa di una maggiore libertà a mano a mano che la società e l’economia iniziano ad aprirsi. C’è chiaramente un’enorme richiesta di poter fare shopping in presenza dopo mesi passati dietro a uno schermo, il che ha risvegliato l’amore di molti per il centro della propria città, dopo la lunga chiusura dello scorso anno, e per i centri commerciali, molti dei quali sono spesso rimasti chiusi nei fine settimana. I retailer potranno beneficiare non solo del supporto costante dei consumatori ma anche dalla ripresa dei viaggi internazionali e dal gradito ritorno dei turisti, che contribuiscono in modo significativo all’economia nel settore della vendita al dettaglio - ha continuato Cappellini. I retailer dovranno rivedere l’esperienza offerta nei punti vendita in modo che sia sicura e coinvolgente per incoraggiare la fiducia dei consumatori”. ●


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APPROFONDIMENTI

I BENEFICI APPORTATI DAGLI ANIMALI A BAMBINI E ADOLESCENTI VENGONO TESTIMONIATI DA PROFESSIONISTE DELLA PEDIATRIA E DELLA PET THERAPY. ESPERIENZE SPESSO MOLTO EMOZIONANTI CHE SOTTOLINEANO UNA VOLTA ANCORA L’ASSURDITÀ DI TRATTARE FISCALMENTE I PET COME BENI DI LUSSO

PET FANNO BENE E NON SONO UN LUSSO I

D MARCO MORESCO

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ovrebbe essere superfluo tornare a parlare dei tanti benefici che gli animali da compagnia apportano a noi esseri umani. Ne abbiamo scritto altre volte su Pet Trend e certamente la società e la legislazione italiana in questi anni hanno fatto passi avanti importanti. Tuttavia, c’è ancora molta strada da fare per smuovere le coscienze e arrivare alla modifica di una legislazione spesso non congruente con la sensibilità più evoluta e diffusa. Per il sentire comune, gli animali sono infatti ormai parte integrante del nucleo familiare, ma sotto il profilo normativo le cose non cambiano o si evolvono con un lentezza spesso esasperante.

Basti pensare al caso dell’Imposta sul Valore Aggiunto che grava sulle prestazioni veterinarie e sugli alimenti per cani e gatti con un’aliquota del 22%, ossia la medesima prevista per i beni di lusso. Ecco perché abbiamo deciso di raccogliere i pareri di alcune professioniste della pediatria e della Pet therapy che osservano da anni i tanti benefici che le persone, e in particolare i bambini e gli adolescenti, traggono dalla presenza e dalla compagnia degli animali d’affezione. Nel racconto delle loro esperienze, spesso sorprendenti, vedremo come gli animali da compagnia sono delle risorse insostituibili per crescere al meglio


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CLAUDIA COSTATO Pediatra e Operatrice di Pet Therapy Appassionata da sempre di bambini e animali, ha deciso di dedicarsi professionalmente alla pediatria, anche se i cani sono sempre stati protagonisti della sua vita e della sua famiglia. Dopo aver lavorato per anni in un reparto di terapia intensiva neonatale, ha intrapreso la strada del pediatra di famiglia. La grande passione per gli animali e la constatazione diretta dei benefici che possono apportare a un nucleo famigliare, in particolare su esseri in formazione come bambini e adolescenti, l’hanno portata negli ultimi anni a diventare operatrice di Pet Therapy. Un lavoro che svolge parallelamente all’attività di pediatra, trovando un ritorno in termini di gratificazioni emotive e professionali che è andato molto al di là delle sue più rosee aspettative.

ed educare nel modo più completo chi sta attraversando quelle fasi delicate della vita che sono l’infanzia e l’adolescenza. Nella sua esperienza professionale, si è mai occupata della relazione tra le persone e gli animali d’affezione? Claudia Costato: “Ho frequentato un corso professionale e sono iscritta all’albo degli operatori di Pet therapy della Lombardia, svolgendo questa at-

tività in asili nido e RSA, parallelamente alla mia principale professione che è quella della pediatra di famiglia”. Francesca Mugnai: “Dalla fine degli anni Novanta mi occupo di Interventi assistiti con gli animali (IAA), la cosiddetta Pet therapy. Me ne occupo a vari livelli, sia nella pratica con collaborazioni con luoghi di cura, associazioni, carceri, case di riposo e nella fattoria sociale terapeutica Antropozoa nel Valdarno aretino, sia a livello for-

mativo, come docente del percorso di specializzazione per operatori in IAA che con collaborazioni didattiche in diverse Università Italiane a Master e Corsi specialistici. Lavoro in corsie di ospedale, in luoghi di cura, nelle scuole, nelle carceri, in centri diurni, in centri Alzheimer, nelle case di riposo, nella fattoria sociale terapeutica di Antropozoa nel Valdarno aretino.” Adima Lamborghini: “Probabilmente, anche per interesse personale, nell’esercizio della mia professione di pediatra inserisco sempre nelle domande sulla famiglia e sulle relazioni la possibile presenza di un animale d’affezione. Ritengo che la sua presenza o meno, e il tipo di legame che la famiglia instaura o come viene considerato, rappresentino degli aspetti che hanno particolare importanza nell’equilibrio familiare. Spesso l’arrivo di un bambino rappresenta un evento che la famiglia ritiene in contrasto con la presenza in casa di un animale e il Pediatra è il consulente che indica come comportarsi e rapportarsi correttamente in questi casi”. Giovanna Carlini: “La relazione tra persone e animali è il cuore della mia attività professionale. Sono titolare dell’Accademia Cinofila Fiorentina dove svolgo, insieme ai miei collaboratori diverse attività con animali di varie specie. In particolare siamo operatori specializzati di Pet therapy, ossia di Interventi Assistiti con gli Animali (IAA), e abbiamo anche dato inizio da anni a ‘Crescere in Fattoria’, un ambizioso progetto educativo, rivolto a bambini dai 3 ai 10 anni, che pur seguendo il programma di studi del Ministero dell’Istruzione, mira a cambiare l’ambiente scolastico e le metodologie di insegnamento. I nostri bambini infatti sono educati prevalentemente all’aria aperta, dove hanno la possibilità di entrare in contatto con tantissimi animali, come cani, gatti, conigli, pesci, tartarughe, uccelli e tanti altri, che consentono di creare un ambiente accogliente e stimolante”. Lavora in enti o strutture che praticano la pet therapy, o che suggeriscono l’accudimento di animali a scopo terapeutico o di compagnia? Claudia Costato: “Svolgo l’attività PetTrend • Settembre 2021

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APPROFONDIMENTI

di Pet Therapy come libera professionista, collaborando con l’Istituto Psicologico Europeo di Varese che coordina gli interventi nelle varie strutture che ne fanno richiesta. Ci tengo a sottolineare che l’operatore di Pet therapy è un’attività rigidamente regolamentata in modo da garantire alle persone che ne fanno ricorso il massimo in termini di affidabilità del binomio operatore-animale. Per svolgere quest’attività infatti, non solo io ma anche il cane con cui opero, abbiamo dovuto superare uno specifico esame e ottenere una certificazione rilasciata da un medico veterinario referente per la Pet therapy. Un percorso fondamentale visto che si è chiamati a operare con soggetti particolarmente vulnerabili sul piano fisico e psichico come, per esempio, i bambini degli asilo nido”. Francesca Mugnai: “Da 20 anni sono referente scientifico degli Interventi Assistiti dell’AOU Meyer di Firenze, Ospedale Universitario di terzo livello che per primo ha inserito nel suo protocollo di cura la presenza dell’animale: grazie alla Fondazione Meyer, il cane entra nell’ospedale pediatrico dalla porta principale e in tutti i reparti, anche i più delicati, in un rapporto stretto con le equipe di medici, infermieri e operatori sociosanitari”. Giovanna Carlini: “Come dicevo l’Accademia Cinofila Fiorentina è anche un centro specializzato in IAA che opera a domicilio e presso asili nido, scuole, ospedali, ecc. Ogni intervento si attua per mezzo di un team multidisciplinare e un progetto specifico declinato in base alle caratteristiche del paziente e degli animali che vengono coinvolti. Per fare un esempio, una volta siamo stati interpellati dal Ser.T., il servizio per le tossicodipendenze e alcol-dipendenze che era in difficoltà con un gruppo di giovani refrattari a qualsiasi programma di recupero. Con i miei collaboratori abbiamo allora studiato un intervento che si adattasse alle caratteristiche di questi specifici ragazzi. L’idea infatti era quella di proporre un percorso professionale per diventare dog sitter, ma avevamo a che fare con giovani maschi dai codici comportamentali da ‘bulli’. Era molto facile fallire. Per questo abbiamo deciso di impiegare il 32

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FRANCESCA MUGNAI Esperta di Pet Therapy, docente, ricercatrice scientifica e divulgatrice Esperta internazionale di Interventi assistiti con gli animali Pet therapy (IAA), laureata in filosofia, Scienze e tecniche psicologiche dell’età evolutiva e con laurea magistrale in Psicologia clinica, mediatore familiare ed educatore socio-pedagogico, Francesca Mugnai è presidente dell’associazione Antropozoa Onlus, Direttore scientifico del Centro di Ricerca Antropozoa, responsabile dal 2002 degli Interventi Assistiti dell’AOU Meyer di Firenze. Specializzata in osservazione psicoanalitica dell’infanzia e adolescenza alla Tavistock Clinic, è l’unico membro italiano dell’Associazione ISAAT ‘International Society for Animal Assisted Therapy’, collabora con autorevoli clinici e specialisti internazionali negli Interventi assistiti, ed è autrice di numerosi articoli divulgativi e di libri sul tema. www.francescamugnai.it.

cane di una razza che rispecchiasse i loro valori di forza e potenza. Grazie a un rottweiler abbiamo fatto breccia nelle loro menti, e forse anche nei loro cuori, il progetto ha avuto successo e questi ‘bulli’ in seguito non hanno avuto problemi a prendersi cura anche di piccoli cani da compagnia”. Le è capitato di seguire od osservare dei casi specifici?

Claudia Costato: “Negli asili nido mi spendo innanzitutto per trasmettere il rispetto verso il cane come essere vivente e i bambini dimostrano di recepire con facilità questo messaggio. Una volta appreso che il cane non può essere approcciato da tutti nello stesso momento, i bambini sviluppano una sorprendente capacità di attesa e di contenimento delle proprie pulsioni più spontanee. Attendono per intera-


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ADIMA LAMBORGHINI Pediatra, docente e divulgatrice Laureata in Medicina e Chirurgia, ha conseguito le Specializzazioni in Pediatria e in Neonatologia e Patologia neonatale. Pediatra presso la Asl di Teramo, è componente del Tavolo tecnico istituito presso il Ministero della Salute per il contrasto a Obesità e Sovrappeso. Componente della Segreteria Scientifica FIMP, è coordinatore dell’Area Nutrizione e Alimentazione. Ha pubblicato articoli sui temi della Nutrizione in età pediatrica e sulla Terapia farmacologica in Pediatria. Si occupa di Formazione per la Pediatria dal 2001, ha svolto in particolare relazioni sul tema della Comunicazione in ambito sanitario, sul rischio clinico e sulla prevenzione. Componente del Comitato Consultivo per la Pediatria istituito presso AIFA. Dal 2021 è Guardia Zoofila.

gire con il cane e, quando è il loro turno, lo accarezzano con calma e senza urlare. È evidente poi che il rapporto con l’animale trasmette anche i primi rudimenti dell’accudimento, aiutando i bambini a prendere coscienza di sé e a costruire la propria autostima. Un giorno, dopo aver riempito d’acqua la ciotola, si sono messi in cerchio a guardare il cane che beveva ed erano tutti felici nel vedere come l’animale beneficiava dal loro aiuto. Anche i bambini più problematici mi hanno regalato grandi emozioni. Alcuni all’inizio erano spaventati dal cane ma con il tempo sono arrivati ad accarezzarlo anche sulla bocca e altri hanno imparato a camminare motivati dal portare il cane a guinzaglio. Ho visto poi un bambino autistico, mai entrato in relazione con nessuno all’asilo nido, che un giorno ha mostrato alla maestra come il disegno di un cane assomigliava al mio fedele quattro zampe”. Francesca Mugnai: “Come operatore specializzato in IAA potrei raccontare numerosi casi di persone che hanno tratto benefici in vari ambiti. Ogni storia è specifica e ogni intervento

assistito è studiato nel dettaglio da un’equipe composta dai professionisti della cura insieme agli operatori di IAA e poi monitorato passo passo. Più l’obiettivo è terapeutico, più l’equipe si allarga a figure sanitarie e riabilitative e aumenta anche il monitoraggio sul paziente umano. Al benessere della persona tuttavia deve corrispondere un benessere per il cane/animale che collabora in IAA. L’impegno psicofisico di quest’ultimo è notevole, tanto che deve essere costantemente controllato attraverso esami specifici sullo stress e un monitoraggio comportamentale del benessere psicofisico. L’entrata in vigore delle Linee guida Nazionali sugli IAA è molto dettagliata sulla salute fisica e mentale dell’animale in stretta collaborazione col veterinario referente”. Giovanna Carlini: “Sotto il profilo didattico, in particolare, osserviamo quotidianamente il ruolo da mediatore svolto dall’animale nel processo educativo: il bambino non si sente giudicato e sviluppa una relazione affettiva ed empatica che lo rilassa e lo rende più predisposto ad apprendere. Non solo in questo ambito ma anche in quello terapeutico, l’animale insegna

vie e strategie comunicative alternative nel rapporto con l’altro. È interessante considerare che la presenza di un animale non è mai neutra e ha sempre effetti sui bambini, anche su quelli che ne hanno paura. Per questo è fondamentale scegliere la specie adatta alle caratteristiche del singolo bambino. Ho visto casi di autismo grave, nei quali qualsiasi forma di relazione è inibita, dove la presenza di un animale dall’elevata socialità come un cane non era la risposta corretta. In questi casi, può sembrare strano, ma la presenza di una tartaruga è molto più indicata per ottenere dei risultati”. Quali benefici ritiene che gli animali da compagnia possano avere in famiglia, in particolare per i bambini e gli adolescenti? Claudia Costato: “Credo che gli animali da compagnia possano dare un contributo importante alla felicità del nucleo familiare e alla formazione dei figli in crescita. Nella mia famiglia abbiamo sempre avuto cani e le mie figlie mi hanno fatto notare la differenza tra loro e gli amici che non erano cresciuti con un animale. Una differenza che si percepisce per la naturalezza, spontaneità e sicurezza espresse nelle relazioni interpersonali da chi ha potuto godere della compagnia di questi formidabili mediatori relazionali che sono i cani”. Francesca Mugnai: “In qualità di operatore specializzato in IAA, posso dire che se il rapporto con l’animale è seguito in maniera specifica e professionale, si riscontrano benefici di fronte a problemi di comunicazione, di relazione e di socializzazione. Per l’autismo, i disturbi pervasivi dello sviluppo, i disturbi del comportamento e psichiatrici, gli IAA sono strumenti riabilitativi importanti. Anche per le malattie croniche sono strumenti significativi, monitorando l’aspetto di salute e la fase di malattia a livello psicologico. Gli effetti positivi della presenza di un animale legata a un percorso di pet therapy vertono sulle aree della socializzazione (depressione, autismo, disturbi generici dello sviluppo), cognitiva (disturbi psichiatrici e neurologici), emotiva (difficoltà di adattamento, disturbi dell’apprendimento) e neuromotoria”. PetTrend • Settembre 2021

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APPROFONDIMENTI

Adima Lamborghini: “Da circa 50 anni gli studi rivolti alla valutazione dei benefici prodotti dalla convivenza con i pet hanno evidenziato che accudire un animale da compagnia rinforza il senso di autostima del bambino e lo responsabilizza. Inoltre, aumenta la tolleranza alla frustrazione, il rispetto verso l’altro da sé e riduce l’impulsività. Quando nasce un bambino, molto spesso la famiglia vede tuttavia soprattutto i possibili problemi che potrebbero insorgere per la presenza dell’animale e non riesce a valutare in anticipo quali siano invece i benefici portati da questa convivenza. In molti casi mi è capitato di dovere rassicurare la famiglia in questo senso, evitando l’inutile e sofferto allontanamento dell’animale stesso”. Giovanna Carlini: “Se la famiglia è adeguata e la scelta dell’animale è ponderata, in base alle caratteristiche del nucleo familiare, allora il pet è un partner formidabile che migliora la qualità della vita. Il pet in particolare insegna ai più giovani nuove modalità di relazione e, attraverso il necessario accudimento, insegna ad uscire dal proprio egoismo e a scoprire l’altro; tutte acquisizioni utilissime poi nelle relazioni umane.” Ritiene che gli animali da compagnia possano aiutare a colmare alcuni disagi infantili e adolescenziali? Claudia Costato: “A questo proposito mi vengono in mente soprattutto i tanti adolescenti che si isolano, passando le loro giornate davanti al computer. Nell’esercizio della professione pediatrica, molti genitori mi raccontano di come l’ingresso di un cane in famiglia spesso rappresenta la motivazione che spinge i loro ragazzi a uscire di casa e a staccarsi finalmente dal monitor. Il cane innesca un circolo virtuoso che, grazie alla sua carica affettiva priva di ogni giudizio, consente a giovani introversi e problematici di trovare una motivazione per aprirsi al mondo, imparare a dedicarsi agli altri e iniziare ad avere più fiducia in se stessi”. Francesca Mugnai: “Certamente, gli animali possono aiutare molto e non a caso la salute mentale infantile è uno degli interventi su cui la Pet therapy interviene tantissimo, sia nel34

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l’infanzia che nell’adolescenza. Il cavallo e il cane, per esempio, sono molto indicati per lavorare sul tema dell’umore e per aumentare autostima”. Adima Lamborghini: “Le relazioni che aumentano il senso di empatia, come quella con un animale da compagnia, sono sempre un grande beneficio ed è dimostrato il loro effetto sui neurotrasmettitori cerebrali che aumentano il senso di benessere e riducono l’ansia”. Crede ci possano essere controindicazioni? Claudia Costato: “In termini generali credo che la relazione con un animale da compagnia non abbia controindicazioni. Certo, ci possono essere dei casi limite: persone con forti allergie o importanti immunodeficienze, op-

pure colpite da problematiche psicologiche, come fobie verso gli animali così radicate e profonde da richiedere l’intervento di uno psicoterapeuta”. Francesca Mugnai: “Il rapporto con l’animale e anche la stessa Pet therapy non sono una panacea e non sempre sono la soluzione. Se parliamo di IAA, al centro deve sempre esserci il benessere e l’impegno dell’animale e la presa in carico della persona con fragilità. Solo chi ha le competenze adatte a valutare tutti questi aspetti e a mettere in campo un progetto personalizzato può fare questo mestiere. Bisogna poi valutare bene il percorso evolutivo dell’adolescente. Di fronte a particolari patologie poi, ci sono anche aspetti igienico-sanitari da non sottovalutare: solo il medico curante può indicare la strada corretta e sicura”. Adima Lamborghini: “Come in

GIOVANNA CARLINI Psicoterapeuta, Pedagogista, Medico Veterinario Comportamentalista Laureata in Pedagogia presso la Facoltà di Magistero dell’Università degli Studi di Firenze. Specializzazione in Psicoterapia analitica, conseguita presso l’Istituto di Psicoterapia analitica di Firenze. Laurea in Medicina Veterinaria, conseguita presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Pisa. Master in Medicina Comportamentale, conseguito presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Pisa. Docente nei Master di Medicina Comportamentale e di Istruzione Cinofila presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Pisa. Laurea in Tecniche dell’Allevamento del cane di razza ed Educazione Cinofila conseguita presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Pisa. Brevetto ENCI (Ente Nazionale Cinofilia Italiana) come addestratore di cani da Pet Therapy, Istruttore Cinofilo Csen (Centro sportivo educativo nazionale), Istruttore Pet Therapy Csen, Referente Provinciale Csen per il settore di formazione in Pet Therapy. Presidente dell’Associazione Il Poderaccio - Accademia Cinofila Fiorentina -, presso cui vengono svolte attività di IAA e sede del progetto educativo “Crescere in fattoria”.


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tutte le relazioni, i partecipanti devono essere bene assortiti. A parte le caratteristiche legate alla specie animale esigenze e comportamenti di cani e gatti sono ovviamente diversi da pesci o rettili - gli animali stessi hanno un loro ‘carattere’ che deve armonizzarsi e integrarsi con i caratteri e le abitudini della famiglia”.

cani, ma ampiamente elusa in buona parte del territorio nazionale. Purtroppo il valore dell’obbligo viene ridotto in assenza di controlli stretti e di norme che impongano un controllo della riproduzione non controllata”. Giovanna Carlini: “Sarebbe sicuramente utile, soprattutto se rappre-

Giovanna Carlini: “Il tema è delicato è non si può generalizzare, dipende dalle persone e dalla famiglia. Ci sono persone e nuclei familiari che non dovrebbero prendere animali e capita molto spesso che si adottino animali senza considerare prima le loro necessità etologiche. Questo porta a difficoltà nella gestione, a frustrazioni nelle persone e a problemi comportamentali nell’animale. Altre controindicazioni possono essere di carattere sanitario, per esempio nel caso si soffra di allergie”.

Francesca Mugnai: “Sì, la riduzione dell’IVA sulle prestazioni veterinarie e sul cibo mi sembra una richiesta del tutto condivisibile: non possiamo continuare a considerare gli animali al pari di beni di lusso quando, come abbiamo detto, fanno parte della famiglia e hanno un impatto molto positivo sull’essere umano, in particolare nelle relazioni affettive che i pet creano con le persone più vulnerabili come i bambini e gli adolescenti”.

Cosa pensa della creazione di un’anagrafe nazionale per gli animali da compagnia? Claudia Costato: “L’istituzione di un’anagrafe nazionale degli animali da compagnia sarebbe un ulteriore passo in avanti nel livello di civiltà a cui la nostra società deve aspirare, ma sarebbe soprattutto uno strumento importante per aiutare i proprietari in caso di smarrimento del proprio beniamino, e inoltre una tutela fondamentale per monitorare la popolazione animale sul territorio nazionale e contrastare il fenomeno dell’abbandono”. Francesca Mugnai: “Potrebbe essere un intervento importante perché andrebbe a censire anche la tracciabilità e il riconoscimento degli animali smarriti”. Adima Lamborghini: “L’anagrafe nazionale è assolutamente necessaria per la tutela degli animali. Già ora è obbligatoria a livello regionale per i

prestazioni veterinarie e il pet food siano gravati dalla stessa aliquota Iva prevista per i beni di lusso è a dir poco incongruente. La relazione con un pet apporta evidenti benefici alla sfera psicofisica delle persone e quindi viene a toccare la sfera della salute umana. Per questo motivo non dovrebbe essere messa sullo stesso piano con beni che soddisfano aspetti non essenziali della vita. Ciò che fa bene alla mente, al cuore e al fisico non può essere tassato come un bene di lusso”.

sentasse un superamento delle Anagrafi regionali che già esistono per i cani. Queste ultime in alcuni casi comunicano perfettamente tra loro, e già soddisfano bene le esigenze per cui sono state create, ma molto spesso non comunicano affatto, vanificando così la loro funzione”. Come valuta la richiesta di una riduzione dell’IVA su prestazioni veterinarie e pet food che oggi sono trattati in Italia con un’aliquota del 22%, al pari dei beni di lusso? Claudia Costato: “Il fatto che le

Adima Lamborghini: “La riduzione dell’aliquota IVA in questo caso la riterrei un indispensabile segno di civiltà. Molti pet svolgono un ruolo di ‘sostegno terapeutico’ per persone vulnerabili, ma il costo del loro mantenimento incide fortemente sul bilancio di molte famiglie. Purtroppo, l’onerosità delle cure ha un impatto negativo proprio sugli animali più vecchi e che necessitano di maggiori cure e che poi, nel malaugurato caso che vengano abbandonati, rappresentano comunque un carico per tutta la collettività”. Giovanna Carlini: “Il costo necessario per mantenere un animale è assolutamente inaccettabile, soprattutto tenendo conto della diffusione dei pet in ogni strato sociale della popolazione. Il carico fiscale sulle prestazioni veterinarie è un problema reale che va affrontato e deve essere superato”. ● PetTrend • Settembre 2021

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Vitakraft - Italia S.p.a. Tel.: 075 965601 E-mail: info@vitakraft.it www.vitakraft.it

PUBBLIREDAZIONALE

DA VITAKRAFT DUE NOVITÀ ESCLUSIVE PER GATTI: SNACK IN GELATINA E STICK MONOPROTEICI

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no snack è un bel modo di stabilire un legame con il proprio gatto rafforzando via via questo rapporto e non c’è modo migliore per farlo che utilizzando dei prodotti sani e super appetibili. Vitakraft, da sempre all’avanguardia nel segmento dei fuori pasto per animali da compagnia, non smette mai di innovare e presenta due nuovi snack per gatti: i Jelly Lovers in gelatina e i monoproteici Pure Stick. I Jelly Lovers sono i nuovi nati in casa Vitakraft. Si possono offrire direttamente dalla mano del padrone, come i più famosi Liquid Snack, ma questa volta non sono in salsa bensì in gelatina. Sono prodotti Made in Germany di alta qualità e sono formulati con una ricetta senza zuccheri aggiunti, senza cereali, senza coloranti né conservanti. Grazie alla loro elevata appetibilità e alla particolare confezione, possono essere fatti mangiare direttamente dalla mano spremendo la bustina con le dita oppure offerti insieme all’alimento secco. Si tratta di uno snack delizioso e allo stesso tempo ipocalorico, già porzionato in 6 pratiche bustine da 15 g. È disponibile una versione alla carne, contenente 3 bustine al pollo e 3 al tacchino, ed una al pesce che contiene 3 bustine con salmone e 3 con platessa, entrambi provenienti da pesca so-

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stenibile certificata MSC. ll trend del Clean eating (mangiare pulito) conquista anche il cibo per gatti. Sempre più proprietari di gatti, infatti, preferiscono prodotti poco elaborati e con proteine provenienti da un solo animale a tutto vantaggio della salute e del gusto puro. Se a questo a volte si aggiunge la presenza di intolleranze alimentari, la scelta dello snack per il proprio micio risulta assai difficile. In questo contesto Vitakraft lancia ora il nuovo Pure Stick, un fuoripasto per gatti nato sulla scia del successo dei Cat Stick, per consentire ai consumatori di offrire ai loro beniamini dei bastoncini prodotti con pura carne o pesce. Pure Stick è uno snack monoproteico dal profumo appetitoso e dal gusto autentico. Un fuoripasto adatto a tutti, compresi gli animali con sensibilità alimentari. È un prodotto Made in Germany disponibile nei gusti più amati dai gatti come pollo e merluzzo nero. La ricetta è senza grano, zucchero, coloranti ed esaltatori di sapidità. Una bontà tutta naturale nel pratico pack da 4 stick confezionati singolarmente per mantenere a lungo tutta la freschezza del prodotto. Nella versione pesce, il merluzzo, certificato MSC, proviene da pesca sostenibile che rispetta l’ecosistema marino. ●


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CANI DI RAZZA

ANNA POZZI Fotografa e giornalista Foto di Silvia Pampallona

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ono lontani i tempi in cui il boxer era senza dubbio uno dei cani numericamente più rappresentati d’Italia, ma nonostante la flessione nelle registrazioni la razza tedesca rimane una delle più apprezzate, soprattutto tra chi è alla ricerca di un cane da compagnia in grado anche di porsi come valido difensore della famiglia. Una razza che, sostanzialmente, è arrivata invariata ai giorni nostri, complice una storia breve - circa 130 anni - ma non per questo priva di fascino. Le origini del boxer, infatti, possono essere fatte risalire a molto più indietro, addirittura ai tempi in cui l’esercito romano conquistava l’Europa portandosi al seguito i propri molossi.

Le radici antiche L’anno della nascita “ufficiale” del boxer è il 1895. La sua storia però inizia ben prima, si può dire anzi che un cane simile era sempre stato nel cuore dei popoli germanici. La “scintilla”, per così dire, era scoccata quando le legioni romane erano arrivate a lambire e penetrare questi territori nelle loro campagne di espansione dell’Impero. Al fianco dei soldati romani apparvero allora, temibili, i molossoidi: cani forti e atletici, coraggiosi, con la mascella potente, dal temperamento granitico e affidabile. In seguito, cani di quel tipo iniziarono a diffondersi un po’ per tutta l’Europa: erano animali versatili, a cui si affidava la guardia del gregge, li si portava a caccia di grandi prede e si contava su di loro per la propria difesa personale. In realtà anche la Germania poteva contare su un cane di questo tipo: di taglia medio-grande, robusto, forte, atletico e di tipo molossoide. Conosciuto come Bullenbeiser e mai ufficialmente riconosciuto, questo cane ha visto una diffusione capillare e una popolarità tale da indurre i creatori

UN AMICO FEDELE, UN DIFENSORE CORAGGIOSO, UN AFFIDABILE ATLETA. UN CANE POPOLARISSIMO GRAZIE A UN MIX DI FISICO E TEMPERAMENTO CHE NE FANNO UN VERO CONCENTRATO DI BUONE QUALITÀ

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CANI DI RAZZA

delle più famose razze tedesche del secolo scorso - Rottweiler, Alano, Boxer - a usarlo come base delle proprie “sperimentazioni”. Questa specie di mastino tedesco ricalcava quasi fedelmente le caratteristiche dei molossoidi romani dell’antichità; veniva allevato in due varianti, una più grande (Danziger Bullenbeiser) e una più piccola (Brabanter Bullenbeiser).

La storia recente

LO STANDARD “IN PILLOLE” Aspetto generale. Di media taglia, il boxer è un cane raccolto e dalla potente ossatura, di costruzione quadrata. Ha muscolatura asciutta e molto sviluppata, in rilievo. Non deve apparire tozzo ma neanche sembrare privo di sostanza. Testa. Proporzionata al resto del corpo, con muso largo e possente, in armoniosa proporzione con il cranio. Testa asciutta e senza rughe, che devono invece essere presenti dal tartufo in giù; quest’ultimo è leggermente rivolto verso l’alto, con ampie narici. La mascella inferiore deve sporgere leggermente rispetto alla superiore. Maschera scura sul muso. Orecchi. Inseriti lateralmente nel punto più alto della testa, ricadono in avanti e restano appoggiati sulle guance. La loro dimensione deve essere proporzionata alla testa. Occhi. Scuri, non troppo piccoli, né sporgenti né infossati, caratterizzati da espressione intelligente e vivace. Corpo. Può essere inscritto nel quadrato e poggia su gambe dritte e robuste. Il garrese è pronunciato e il dorso è ampio e molto muscoloso. Torace profondo, petto ben sviluppato, costole ben cerchiate, la linea inferiore del corpo disegna una elegante curva verso il posteriore. Coda. Attaccata alta, deve essere lasciata integra. Arti. Gli anteriori sono dritti, paralleli, con ossatura robusta. I piedi sono piccoli e rotondi, con dita ben chiuse. Gli arti posteriori sono forti e molto muscolosi, con muscolatura in rilievo, coscia lunga e ampia, garretto ben marcato, piedi un po’ più lunghi degli anteriori. Andatura. Vivace, esprime forza e nobiltà. Pelo. Corto, duro, brillante e aderente Colore. Fulvo - dal fulvo chiaro al rosso cervo - o tigrato. Il tigrato ha fondo fulvo con strisce nere o scure nel senso delle costole, che si staccano nettamente dallo sfondo. In entrambi i colori, la maschera è nera e possono essere presenti delle macchie bianche. Altezza. 57-63 cm per i maschi, 53-59 cm per le femmine. Peso. Oltre i 30 kg i maschi, circa 25 kg le femmine.

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Proprio il Brabanter servì come base per lo sviluppo di una razza che dei fasti antichi del mastino tedesco doveva idealmente essere la continuazione: il boxer. Siamo nel 1870 e alcuni appassionati pensano di incrociarlo con il bulldog inglese, non quello che conosciamo oggi ma l’old english bulldog, derivato da molossoidi eurasiatici più agili e snelli rispetto al “tipo” romano. Flocki, questo il nome del primo boxer ufficialmente riconosciuto come tale, fa la sua apparizione a un’esposizione di cani di razza San Bernardo a Monaco di Baviera: è l’inizio di una storia di successo. Due anni dopo nasceva il Boxer Club tedesco e, con esso, la prima esposizione ufficiale dedicata alla razza. Il boxer come lo conosciamo oggi era stato creato: elegante, fiero, possente, atletico e muscoloso, contraddistinto da un carattere equilibrato e affidabile. L’affinamento della razza continuò nei decenni successivi: dapprima fu leggermente aumentata la taglia, poi furono escluse dallo standard le colorazioni pezzata, nera e bianca. Al di là di queste piccole variazioni, il boxer è oggi sostanzialmente uguale a come era il secolo scorso, eccezion fatta per le amputazioni di coda e orecchie che oggi, in Italia, non sono più consentite.

Il carattere: l’eterno cucciolo Il boxer non è certo l’unico cane che conserva un’indole allegra e un po’ infantile anche in età adulta, ma possiamo dire che sia l’unico a rimanere giocherellone fino alla fine dei suoi giorni: un boxer non rifiuterà mai un’occasione per divertirsi! Non a caso è un grande amico dei bambini, nel senso che se da un lato si diverte e sa far divertire, dall’altro è anche affidabile e tranquillo con i più piccoli - ciò ovviamente non deve essere una giustificazione per comportamenti inappropriati o irrispettosi


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da parte dei bambini né per una mancata corretta vigilanza da parte degli adulti. Ad ogni modo, il boxer non è gio-

cherellone, di più: curioso, allegro, buffo, non perde occasione per divertirsi assieme ai componenti del suo nucleo famigliare, che protegge con lealtà e devozione. Nella difesa dei “suoi” umani mostra l’altro lato di sé: impavido e temerario, ha una gran riserva di coraggio e non teme oppositore alcuno. Proprio per questo motivo il suo gran bel carattere va comunque plasmato con accortezza; un buon addestramento è in grado di tirare fuori le grandi doti caratteriali di questa razza, senza creare inutili diffidenze o aggressività immotivate. Il fisico asciutto e atletico lo predispone alle prestazioni sportive: e infatti lui non si tira indietro, qualsiasi sia l’attività che il suo compagno umano desidera fare insieme a lui. È sempre felice di stare in compagnia, cosa che manifestava con dimostrazioni di affetto a volte un po’ sopra le righe! È infatti un cane molto fisico, che ama il contatto, e assolutamente estroverso nella manifestazione dei

suoi sentimenti. Molto espressivo, non rinuncia mai a far capire cosa prova e cosa pensa, anche solo con uno sguardo carico di emotività.

Facile da accudire Prendersi cura di un boxer non è compito difficile. Il pelo corto e l’assenza di sottopelo facilitano il compito: basta qualche spazzolata regolare e un bagno ogni tanto per tenere il cane pulito e profumato. Le altre due cose a cui prestare attenzione sono gli occhi e le orecchie: per i primi può essere necessario servirsi di una soluzione oculare di tanto in tanto, mentre le seconde vanno controllate di frequente per assicurarsi che siano pulite e che non ci siano infiammazioni o infezioni. Un capitolo a parte lo merita la cute: quella del boxer è piuttosto delicata e le spazzolate regolari servono anche a sincerarsi che la pelle sia in buona salute e non presenti arrossamenti. ● PetTrend • Settembre 2021

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D

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Sensitive. Tutti gli alimenti sono arricchiti da un mix di frutta e verdura: mirtillo, mela, carota e spinaci per una fonte naturale di fibre.

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RAZZE FELINE

RICORDA IL BURMESE MA CON UN’ESPRESSIONE PIÙ DOLCE. UN MANTO D’ARGENTO SCINTILLANTE È IL SUO TRATTO DISTINTIVO, INSIEME A UNA LINEA TIPO «MAKE UP» SU NASO, LABBRA E OCCHI Francesca Serena Medico veterinario Master II livello in Medicina Comportamentale Vice presidente Commissione Tecnica Centrale ANFI Presidente Assemblea Allevatori con Affisso ANFI

IL

BURMILLA

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l Burmilla è un gatto di taglia media con un corpo muscoloso ma elegante. La testa ha un aspetto scolpito, con sommità arrotondata, dove il profilo del naso, il muso mediamente largo e il mento ben sviluppato determinano un gradevole equilibrio. Gli occhi possono essere di qualsiasi tonalità di verde e, quando il gatto è giovane, sono spesso impreziositi da striature dorate, con il verde che aumenta con la maturazione fisica. L’aspetto generale dovrebbe essere un po’ come un Burmese, ma con un’espressione più dolce e aperta. La sua caratteristica distintiva è il suo manto d’argento scintillante, e la linea tipo «make up» su naso, labbra ed occhi. Il pelo del Burmilla può essere di due lunghezze: pelo semilungo o corto.

L’origine della razza L’origine di questa razza risale a oltre 30 anni fa. La Baronessa Miranda Von Kirchberg acquistò originariamente un maschio Chinchilla Persiano, Jemari Sanquist, come compagnia per il marito. Poco prima di essere sterilizzato, Jemari, approfittando di una porta lasciata aperta da un addetto alle pulizie, incontrò accidentalmente una gatta Burmese Lilla, Bambino Lilla Fabergé. Da questo incontro nacque la prima cucciolata di Burmilla. Il risultato di questo accoppiamento furono 4 cucciole femmine, black shaded silver (nero con sfumature argento). Queste gattine, nate l’11 settembre 1981, risultarono così graziose che fu deciso di intraprendere un programma di allevamento. A partire dal 2011, la Cat Fanciers’ Association (CFA) riconobbe sia le versioni a pelo corto che a pelo lungo del gatto Burmilla e in seguito anche 42

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altre associazioni come la Fife in Europa, hanno poi riconosciuto la razza.

Il carattere Il Burmilla è un gatto molto indipendente che adora il suo proprietario e mostra molte caratteristiche da gat-

tino anche in età adulta. Il temperamento del Burmilla è del tutto eccezionale. La natura esigente e maliziosa del Burmese, mescolata con la personalità rilassata e rilassante del Persiano chincillà, rende il Burmilla socievole, giocoso e affettuoso. Amante del di-


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vertimento, ma tranquillo e gentile, questo gatto dal carattere dolce va d’accordo con i bambini e altri animali. Nel complesso, una natura curiosa intelligente e una personalità seducente molto affettuosa sono le qualità irresistibili del Burmilla.

I colori del mantello Il Burmilla ha una grande varietà di colori, tra cui nero, blu, marrone, cioccolato e lilla. Sono allevate anche varietà rosse, crema e tartaruga (calico), ma questi colori non sono ancora riconosciuti da tutti i Club felini. Il colore di fondo del mantello è bianco puro, sfumato nei colori riconosciuti. La caratteristica tipica di questa razza è la tonalità del mantello Argento e Dorato. Chinchilla Silver: 1/8 di ogni singolo pelo è nero, il che determina come un velo più scuro quasi argento che ondeggia sull’intero mantello. Il muso e le zampe portano una leggera ombreggiatura, mentre mento, orecchie, ventre, petto e parte inferiore della coda sono di colore bianco puro. Shaded Silver: 1/3 della lunghezza totale del pelo è nero, il che determina una ombreggiatura distribuita uniformemente e una tonalità più scura del-

l’intero mantello. Chinchilla Golden e Golden Shaded: hanno il pelo con estremità dorata quindi il ventre, il petto e la parte inferiore della coda variano da un caldo avorio al miele dorato. Altri colori molto apprezzati nel Burmilla sono i seguenti. Argento Chinchilla Nero: il sottopelo è bianco puro; dorso, fianchi, testa, orecchie e coda con la punta nera. Seal Sepia Chinchilla Silver: il

sottopelo è bianco puro; dorso, fianchi, testa, orecchie e coda color foca. Argento Sfumato Cioccolato: il sottopelo è bianco puro; dorso, fianchi, testa, orecchie e coda sfumati di color cioccolato.

La genetica del colore Poiché il Burmilla eredita le sue gamme di colori da due razze diverse, esiste anche la possibilità dell’intero

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RAZZE FELINE

La salute

spettro di colori burmese (Nero, Marrone, Blu, Cioccolato, Lilla e tutta la gamma del gene O cioè orange). L’ereditarietà del Silver significa anche che l’espressione del colore può essere variabile; il Silver può scurire e raffreddare il colore. Tuttavia, poiché il Burmilla ha un modello di mantello sfumato, può essere difficile identificare le varie sfumature di colorazione burmese che sono recessive rispetto alla colorazione persiana.

La cura del pelo Il Burmilla avendo un mantello molto pieno e corposo, ha bisogno di una toelettatura quotidiana per rimuovere la caduta o i peli morti. Poiché questa razza ha un pelo fine e morbido, la toelettatura è facile, basta usare i pettini in acciaio inossidabile che aiutano a rimuovere i peli morti. Anche le spazzole di setola aiutano con la toelettatura e rimuovono i peli morti e i detriti dal pelo. Le orecchie devono essere controllate settimanalmente e anche gli occhi devono essere puliti delicata-

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mente ogni mattina con un batuffolo di cotone o un panno morbido. I gatti Burmilla non hanno bisogno di bagni molto frequenti, ma nel periodo della muta un buon bagno con uno shampoo delicato e una bella spazzolata aiuteranno il gatto nella muta e faranno si che non ingerisca peli in eccesso.

Il Burmilla è una razza sana e attiva, bisogna però tenere sotto controllo una patologia ereditata dai suoi antenati persiani, cioè il rene policistico o PKD (Polycystic Kidney Disease), questa è una malattia genetica autosomica (non legata ai cromosomi sessuali) dominante dell’apparato renale del gatto. Siccome la mutazione è dominante, basta che sia affetto uno solo dei genitori per passare la malattia ai cuccioli, la PKD porta alla morte per insufficienza renale a causa delle numerose cisti che crescono piano piano nei reni, ingrossandoli drammaticamente. Queste cisti sostituiscono il normale tessuto renale, così, con il passare del tempo, la funzionalità renale diminuisce sempre di più, fino alla morte del gatto. L’ecografia è il test per eccellenza per diagnosticare la PKD. Le piccole cisti talvolta possono essere viste già dall’età di due mesi. Alternativa all’ecografia è il test genetico, scelto da numerosi allevatori per la sua semplicità ed efficacia. ●

LO STANDARD IN PILLOLE Aspetto generale. L’aspetto del Burmilla è quello di un gatto elegante di taglia media. Testa. La sommità della testa è leggermente arrotondata e abbastanza larga tra le orecchie. La testa forma un cuneo equilibrato, largo agli zigomi che poi si assottiglia. Il profilo mostra una leggera incavatura e la punta del naso deve essere allineata con il mento. Orecchie. Le orecchie sono medio-grandi, larghe alla base con punte leggermente arrotondate e leggermente inclinate in avanti. Visto di fronte la linea esterna dell’orecchio continua quella del viso, tranne nei maschi maturi che sviluppano guance più piene. Occhi. Gli occhi sono grandi; ben distanziati e in posizione leggermente obliqua; luminosi ed espressivi, sono accettati in qualsiasi sfumatura di verde. Una sfumatura gialla è accettabile nei gattini e nei giovani gatti di età inferiore ai due anni. Corpo. Il corpo è di media lunghezza e taglia, petto arrotondato di media larghezza. Zampe. Le zampe sono snelle con ossa forti, quelle posteriori leggermente più lunghe delle anteriori. Piedi piccoli e ovali. Coda. La coda è medio-lunga e si assottiglia leggermente in fondo, terminando con una punta arrotondata. Mantello. Il Burmilla può essere a pelo corto (shorthair) con un mantello a tessitura setosa, liscio disteso con sufficiente sottopelo da creare un leggero sollevamento del pelo, o a pelo lungo (longhair) con pelo fine e setoso di lunghezza media, tranne sulle spalle senza sottopelo lanoso; sono preferibili ciuffi auricolari, mobili e pennacchio di coda completo.


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onge Bwild Grain Free è la linea di alimenti in grado di fornire l’energia e i nutrienti essenziali per permettere ai nostri animali di vivere seguendo il loro istinto naturale. La linea è formulata senza cereali, con fonti di carboidrati alternative come le patate, i piselli e le lenticchie ed è caratterizzata da un’elevata inclusione di ingredienti di origine animale maggiore del 65% che supporta la vitalità e l’appetibilità ottimale in ogni ricetta, oltre all’alta digeribilità proteica grazie all’inclusione di carne fresca. Il risultato della ricerca Monge ha permesso lo sviluppo di una nutrizione avanzata e più consapevole, mediante l’utilizzo di ingredienti comunemente definiti come “funzionali”, appartenenti alla categoria dei “superfood” e i mix di frutta e verdura selezionati per le loro proprietà nutrizionali. I superfood sono ingredienti descritti come ricchi di nutrienti in grado di supportare il benessere fisiologico dell’animale, come ad esempio l’olio di salmone ricco di acidi grassi omega 3 per il supporto dell’integrità del pelo e della cute e le lenticchie ricche di proteine e minerali come ferro e zinco per supportare le funzioni metaboliche. Nella linea troviamo anche altri ingredienti fondamentali, come gli Xilo-Oligosaccaridi per il supporto del benessere intestinale, i Mannano-oligosaccaridi per la regolarizzazione del tratto intestinale, la Spirulina una micro alga con provate proprietà antiossidanti per neutralizzare i radicali liberi, Yucca Schidigera per limitare gli odori sgradevoli, la Glucosamina per il supporto della cartilagine e il solfato di Condroitina per favorire l’elasticità articolare.

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SPECIALE

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l ruolo del cane come animale da lavoro, evolutosi molto lentamente nel tempo, ha subito un forte e significativo cambiamento nel corso degli ultimi lustri. Limitandoci alle sole attività di pastorizia e caccia, vediamo infatti come razze molto note e qualificate in quegli ambiti, sono state ampiamente ridimensionate nei numeri a beneficio di altre utilizzate per scopi diversi fino a essere considerate solo ed esclusivamente come razze da compagnia.

PASTORI A CANI DI UTILITÀ E COMPAGNIA DA

TheOtherKev - Pixabay

Giuliano Zaghini Past Ordinario Zootecnia Speciale Docente allevamento animali da compagnia Alma Mater Studiorum Bologna

SECONDA PUNTATA SUL CAMBIAMENTO DELLO SCENARIO DELLE RAZZE NEGLI ULTIMI 30 ANNI. VEDIAMO COME SONO ANDATE LE COSE PER I PRIMI 5 GRUPPI DELLA FCI E, IN PARTICOLARE, L’EVOLUZIONE DA CANI DA PASTORE A CANI DI UTILITÀ E COMPAGNI DI VITA

Gruppo 1: cani da pastore e bovari Vediamo come ciò si sia manifestato nei diversi gruppi di appartenenza, a partire dal Gruppo 1 comprendente proprio i cani da pastore e i bovari, che per lo più esprimono la tipica morfologia dei “lupoidi”. Riguardo al lavoro svolto bisogna saper distinguere se si tratta di cani conduttori (dei quali ottimi rappresentanti sono il Pastore tedesco, i Pastori belgi, il Border collie, etc.) o guardiani (come il Maremmano abruzzese). I primi sono generalmente animali vivaci, reattivi, curiosi, con marcato istinto predatorio, fortemente collaborativi, che hanno bisogno di vivere a stretto contatto del proprietario; essi sono in grado di compiere attività anche complesse e possono avere tendenza a un vocalizzo eccessivo. I cani impiegati per la guardia del gregge sono invece meno attivi, più indipendenti, non molto plasmabili nell’addestramento, spiccatamente possessivi e territoriali e complessivamente meno idonei alla “vita di famiglia”. Dal momento che oggi non tutte le razze di questo gruppo sono più utilizzate nelle attività di pastorizia, il forte impulso collaborativo è stato dirottato su altre molteplici attività come la protezione civile, le attività cinoagonistiche (difesa perso-

nale, agility, obedience...) la guida per non vedenti, e più in generale l’assistenza ai disabili. Riguardo al quadro evolutivo delle razze è dato rilevare soprattutto la grande e costante flessione del Pastore tedesco, che ha perduto di recente la leadership, a favore del Setter inglese e il progressivo affermarsi (soprattutto a partire dagli anni duemila) di razze di taglia più ridotta come il Border collie, già ricordato, e l’Australian shepherd, che hanno mostrato una grande versatilità di impiego nelle attività prima indicate. Accanto a situazioni di relativa stabilità numerica, come nel caso del Pastore belga e del Marem-

mano-abruzzese, va segnalato invece un crescente interesse per il cane lupo cecoslovacco, razza di recente formazione ottenuta dalla riproduzione di alcuni soggetti di Pastore tedesco con lupi dei monti Carpazi, quasi a voler ripercorrere un percorso selettivo a ritroso verso le forme più ancestrali del cane.

Gruppo 2: molossoidi Il secondo Gruppo comprende razze molto eterogenee sia per conformazione fisica che per aspetti caratteriali, prevalentemente utilizzate per la guardia e la difesa personale. Di esso ne fanno parte anche tutte le PetTrend • Settembre 2021

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Nicole Denker - Pixabay

SPECIALE

Here - Pixabay

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indole. Nel corso degli anni e soprattutto dopo il 2000, anche per il Boxer e il Rottweiler è iniziata una parabola discendente, pur rimanendo ancor oggi le razze del gruppo più diffuse; a esse va aggiunto il cane Corso che, come tutte le razze di più recente formazione, ha goduto invece del vantaggio della novità.

Gruppo 3: Terriers Il Gruppo 3 dei Terriers raccoglie molte razze suddivise per conformazione e utilizzazione in terrier a gamba

corta, lunga, tipo bull e toy; quasi tutte oggi sono utilizzate come animali da compagnia, ma la loro origine è sicuramente quella di cani da lavoro. Le diverse razze si sono formate in diverse regioni o contee della Gran Bretagna, e la loro funzione primaria era quella della caccia di animali nocivi come volpi, tassi e altri mustelidi. Nella vita famigliare esprimono un carattere allegro, pronto al gioco e un elevato grado di vivacità, a volte espresso con tendenza ad abbaiare; queste caratteristiche li rendono dei compagni

Annabel P. - Pixabay

razze di taglia grande/gigante che genericamente definiamo come molossoidi. Qualora ben selezionate si tratta di razze dotate di buone qualità caratteriali, ma che vanno sempre approcciate con grande serietà ed equilibrio in quanto la loro selezione è passata per fasi nelle quali questi cani venivano usati per i combattimenti. Questa eredità, unitamente alla loro mole spesso notevole, li rende non adatti a tutti e piuttosto indicati per cinofili esperti che sappiano gestirli con autorevolezza nei loro ruoli di difensori della proprietà e delle persone. Tanti sono gli esponenti di questo gruppo, conosciuti e allevati da tempo con alterno successo dal Dobermann al Boxer, dallo Schnauzer al Rottweiler, per arrivare all’insieme dei molossi come San Bernardo, Mastiff, Dogue du Bordeaux, Alano, Terranova, cane Corso. Molte di queste razze, di taglia grande/gigante, si sono ridotte numericamente, indipendentemente dalla loro indubbia qualità genetica, in quanto necessitano di grande spazio, hanno costi di mantenimento più alti e richiedono una gestione più complessa; fa eccezione il Bovaro del Bernese, che recentemente sta conoscendo un momento di favore, anche in virtù di un appeal accattivante e di una buona

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Gruppo 4: Bassotti

MilanoNegro - Pixabay

di vita indicati per persone dinamiche e attive che sappiano condividere la grande propensione al movimento di questi cani. Nel caso dei terriers tipo bull (American staffordshire terrier e Staffordshire bull terrier) valgono le stesse considerazioni già fatte per i molossoidi, pur nell’ambito di una taglia più ridotta. In questo gruppo le variazioni più significative riguardano lo Yorkshire terrier, che ha visto praticamente azzerarsi la popolarità di cui ha goduto inizialmente (probabilmente per la “concorrenza” esercitata nel contempo da molte altre razze di piccola taglia da compagnia) e il Jack Russell terrier che invece ha riscosso un grande apprezzamento. Dotati di grande intelligenza, vivacità e di un temperamento molto esuberante, i cani di questa razza si sono molto diffusi nelle aree urbane in ragione della loro mole ridotta (5-6 kg).

Questo Gruppo è costituito da un’unica razza di origine tedesca, presente con nove varietà suddivise in base al tipo di pelo (corto, lungo e ruvido) e alla taglia (standard, nana e kaninchen). La sua iniziale utilizzazione è stata la stessa dei terriers da caccia, che si è espressa in particolare in quella degli animali in tana, per la quale la sua particolare conformazione risultava particolarmente vantaggiosa. Malgrado l’evidente sproporzione fra il corpo lungo e gli arti corti, i bassotti possiedono un’andatura agile, vigorosa e rapida; sono dotati di notevole carattere e temperamento, talvolta anche di notevole caparbietà; intelligenti e molto vigili, se addestrati correttamente risultano cani estremamente fedeli, affettuosi e giocherelloni, dimostrandosi ottimi animali da compagnia. Per questi motivi hanno avuto un costante apprezzamento, mai messo in discussione ed ancor oggi risultano essere una fra le razze più gradite e apprezzate nell’ambito delle taglie piccole e nane.

Gruppo 5: Cani tipo Spitz e primitivo Il Gruppo 5, piuttosto eterogeneo, comprende i cani nordici da caccia e slitta (tra cui i noti Siberian husky, Alaskan Malamute e Samoiedo), altri a morfologia simile (lupoide) di origine orientale o nordeuropea, detti Spitz e altri ancora di tipo primitivo, molto simili ai primi animali addomesticati dall’uomo. I cani nordici, in un recente

passato sono diventati improvvisamente comuni anche nel nostro paese perché diventati status symbol estremamente di moda. Ne sono la classica dimostrazione i Siberian Husky che hanno avuto l’apice del successo intorno al 2000, per poi calare rapidamente di gradimento; come molti dei suoi simili nordici, sono cani molto indipendenti, scarsamente addestrabili, che necessitano di molto movimento e che mal si adattano alle nostre condizioni climatiche. Non sono indicati per la guardia ma sono dotati di un forte istinto predatorio. Ne sono pregi il repertorio di comunicazione molto ampio, il fascino della loro ancestralità e le indubbie qualità sportive. Per tutti questi motivi sono particolarmente indicati per chi cerca nel cane un partner fedele e affidabile ma mai subordinato, un compagno di vita da rispettare per la sua forte personalità. Per contro, i diversi Spitz e in particolare quello tedesco, come pure i più diffusi rappresentanti delle razze giapponesi (Akita inu e Shiba inu), di simile morfologia ma di diversa taglia, stanno godendo di un buon momento di popolarità. ● PetTrend • Settembre 2021

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NIDO LETTINO, UNA CUCCIA TUTTA PER LORO! Nonostante amino dormire coi padroni, per il benessere psicologico dei pet è essenziale un angolo intimo, vediamo perché

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ormire col proprio pet è un’esperienza di grande tenerezza, spesso la scelta preferita per molti proprietari, che vivono l’animale domestico come un vero e proprio membro della famiglia, e reputano quindi che meriti di condividere i loro spazi. Per quanto siano mossi da affetto e generosità, è bene conoscere l’importanza di riservare ai piccoli amici uno spazio tutto loro. Anche se ama molto la vita sociale, il cane deve poter vivere un ambiente esclusivo, la cui posizione fisica in casa riflette spesso la sua identità familiare (come accade in natura, nei lupi ad esempio: posizione è uguale a identità, il capo sceglie una posizione sopraelevata rispetto al branco). Inoltre, essendo accessibile a lui e a lui soltanto, quel senso di inattaccabilità che prova trascorrendoci tempo, sveglio o dormiente, lo porta ad associare la cuccia a un rifugio sicuro, aumentando in lui sicurezza, autostima, equilibrio e senso di responsabilità, aiutandolo a crescere sereno. Un cane non abituato a una sua cuccia ha più possibilità di crescere sviluppando ansia da separazione e problemi di socializzazione, coi suoi simili e con gli umani, a causa dell’insicurezza che deriva dalla mancanza di un’identità canina personale.

Una soluzione estetica ed ergonomica Trattandosi di un luogo dove il cane deve trascorrere molto tempo, è fondamentale che si tratti di un supporto nel quale possa mantenere posture che alla lunga non si ripercuotano sulla sua salute, per questo è vivamente sconsigliato allestire lettini improvvisati, con materiali e consistenze inadeguate. Nido lettino è una cuccia pensata esattamente con questi presupposti, ergonomica, interamente realizzata in Italia in materiali atossici e riciclabili al 100%, facile da pulire, 50

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dotata di una comoda base forata traspirante, su cui posare un morbido cuscino per garantire comode dormite. Come tutti i prodotti Bamapet, la sua funzionalità non fa venir meno il design, pensato anche stavolta per sposarsi con qualsiasi arredamento, come dimostrano la finitura a effetto paglia e le nuance tortora e sabbia in cui è disponibile. È buona norma posizionare la cuccia in un angolo riparato dalle correnti, magari appoggiato a un muro. La posizione scelta non deve variare facilmente (chi mai si fiderebbe di una casa che si sposta?), per questo Nido è dotato di piedini antiscivolo, che ne garantiscono la solida stabilità. Nel felice caso in cui la cuccia debba essere condivisa da più animali la si può scegliere nella misura più adatta alle proprie esigenze: dai 50 ai 110 cm di larghezza, Nido lettino è infatti disponibile in ben 5 dimensioni e coordinabile con il cuscino Nido in lana di ovatta termoregolatrice, lavabile in lavatrice. ●


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SPECIALE

UN ACCESSORIO FONDAMENTALE PER I PROPRIETARI DI GATTI CHE COME SEMPRE CERCANO UNA CONSULENZA COMPETENTE. VEDIAMO TUTTE LE TIPOLOGIE E VEDIAMO COME CONSIGLIARE AL MEGLIO I NOSTRI CLIENTI

LE

CASSETTINE Laura LaRose - Flickr

IGIENICHE Maria Virginia Cesarini Maria Virginia Cesarini Infermiera veterinaria, consulente della relazione felina

T

oilette per gatti o cassettina igienica, con queste due denominazioni diverse indichiamo un oggetto importante nella vita del gatto di casa. In questo articolo illustriamo le tipologie di cassette igieniche, da quale modello è più adatto per il nostro gatto fino ad arrivare a dove posizionare una o più di una cassetta; con un occhio a come promuoverne la vendita.

Dove collocarla La cassetta igienica va sempre collocata in un posto tranquillo e appartato, di facile accesso per il gatto: un luogo quieto dove il felino possa avere un po’ di privacy. Il gatto ha bisogno dei propri tempi per produrre le deiezioni ed è giusto che la cassettina non venga posta dove ci sia “via vai” di persone, o dove si percepiscano rumori forti o inaspettati come… l’improvvisa centrifuga di una lavatrice. L’atto della minzione, così come quello del defecare, è un momento delicato in cui il gatto ha un preciso rituale dettato dal suo etogramma, un momento che richiede il giusto tempo e la dovuta serenità. Determinate le caratteristiche del luogo, la collocazione può essere fatta in qualsiasi posto della casa dal

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sottoscala, al bagno fino a un anfratto dietro lo spigolo del muro. Se l’abitazione si estende su più piani e con un giardino, sarà il caso di metterne una anche al piano superiore e una all’esterno.

è andar per gradi perché in questo modo è possibile vendere nel tempo più toilette allo stesso cliente, mano a mano che progredisce nella conoscenza delle esigenze del gatto e proprie.

Le dimensioni e le tipologie Le caratteristiche La cassettina deve essere robusta e durevole perché il gatto la userà più volte al giorno e per molto tempo. Un altro parametro molto importante, da far considerare al cliente, è che la cassettina deve essere di pratico utilizzo per il gatto ma anche, per noi, facile da pulire. Ricordiamoci che la lettiera va pulita regolarmente almeno due volte al giorno e lavata in toto una volta a settimana. Quando un negoziante suggerisce un tipo di cassetta igienica, dovrebbe partire dal sistema più semplice progredendo col tempo a indirizzare l’acquirente verso soluzioni più complesse. Il consiglio quindi

La grandezza della lettiera è un altro parametro importante per la valutazione. Se parliamo di un gattino, si dovrà prendere una cassettina igienica piccola e con bordi bassi così potrà entrarci più facilmente, meglio se aperta così non si spaventerà nel cercare di entrarci. Quando poi diventerà un gatto adulto, avrà bisogno di una toilette dove possa girarsi completamente e pertanto grande almeno una volta e mezzo la sua dimensione; in tal modo si sentirà a suo agio. Le cassette igieniche si dividono in sei grandi categorie: 1) cassetta igienica aperta; 2) cassetta igienica chiusa; 3) toilette con accesso dall’alto; 4) toilette


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Cassettina igienica da viaggio

autopulenti; 5) mobili toilette; 6) le hi-tech.

I modelli aperti Le cassette igieniche aperte sono consigliate soprattutto per i gatti più timidi che convivono con altri gatti. Nella lettiera chiusa i gatti insicuri non si sentono a loro agio perché non possono guardarsi attorno e prevenire eventuali agguati da parte del gatto convivente. Per questo motivo, nelle case con più gatti consigliamo di posizionare sia una cassettina chiusa sia una aperta affinché i gatti possano scegliere dove andare: basterà posizionarle in punti diversi in modo che ogni gatto possa avere la sua privacy. La cassettina aperta è proposta in molte tipologie a partire dal classico modello in plastica a forma di rettangolo, per arrivare a offerte che spaziano dalla porcellana più delicata, al resistente pvc satinato, ruvido, liscio od opaco, tinta unita o con decori. Per quanto riguarda le forme, oltre alle rettangolari, se ne trovano di triangolari, ovali o angolari per sfruttare meglio gli spazi della casa, come pure con pareti alte in materiale flessibile. Molto apprezzate sono le cassette dai bordi arrotondati all’interno, per far cadere la lettiera all’interno della cassetta invece che sul pavimento. In alcune cassette il bordo posteriore è più alto rispetto all’anteriore, che è ribassato per agevolare i gatti più anziani o i cuccioli. Decisamente pratici sono anche i modelli dotati di griglia sul fondo, così da consentire la raccolta delle deiezioni con il solo sollevamento della griglia, che potrà poi essere comodamente rovesciata nel contenitore del pattume o nel wc (dipende dal tipo di lettiera).

I modelli chiusi Passando alla cassetta igienica chiusa, la varietà di modelli aumenta

così come gli accessori annessi. Si trovano modelli angolari, ovali, quadrati e sagomati, con coperchio semiremovibile fino a metà, così che anche il gatto di taglia più grande possa accedervi facilmente. Le lettiere chiuse hanno quasi sempre la porta basculante, un sistema che non tutti i gatti gradiscono e che quindi richiede spesso un periodo di “addestramento all’uso”. Ecco cosa possiamo consigliare al cliente. All’inizio si deve bloccare la porta in modo che resti aperta: a questo scopo sono sufficienti due mollette posizionate nel punto più alto possibile in modo da tenerla aperta del tutto. Con il passare dei giorni si abbassano le mollette in modo da ridurre l’apertura, il gatto si abituerà con velocità a muovere da solo la

porta, sia per entrare sia per uscire. Per i più riottosi nessun problema la porta è sempre removibile. Le cassette chiuse sono consigliate per i gatti più sicuri di sé e per le multi-convivenze, essendo in grado di trattenere gli odori. Le cassette chiuse sono inoltre consigliate ai proprietari più esigenti che non vogliono la fuoriuscita della sabbietta.

Le cassettine con accesso dall’alto e quelle autopulenti Le cassettine con accesso dall’alto sono chiuse a eccezione di un’ampia apertura posta nella parte superiore. Consigliate per i gatti più giovani, che sono dinamici e si divertono moltissimo a entrarci, sfruttano la naturale curiosità dei gatti e il gusto nell’infilarsi

Cassettine aperte e chiuse

ACCESSORI IN ABBINAMENTO Molte cassette igieniche si abbinano o hanno addirittura il posto per tenere la paletta forata o chiusa (detta sessola), o la scatola porta sabbietta in tinta. Altre propongono il tappetino di ingresso, per pulire i piedi del gatto all’uscita dai rimasugli di granuli di lettiera. In alcuni casi la lettiera chiusa, una volta scoperchiata, può essere munita di un bordo a hoc per trattenere i sassolini. Questo sistema, momentaneamente “aperto”, può essere utile per insegnare ai cuccioli il passaggio dalla lettiera aperta a quella chiusa. Sacchetti igienici per foderare le cassettine sono di pratico utilizzo a patto che lo spessore di lettiera assorbente sia abbastanza spesso da non consentire alle unghie del gatto di graffiare il sacchetto igienico.

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SPECIALE

Lettiera autopulente

Lettiera autopulente con griglia

Abbinamento porta scopino, porta lettiera usata con antibatterico

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cassetto rimuovibile. Queste cassette sono molto comode, sia per il proprietario che è agvolato nelle operazioni di pulizia, sia per il gatto che gode di un maggiore spazio di movimento. Per numerose tipologie di lettiere sono disponibili filtri a carbone attivo per l’assorbimento degli odori, anche in alcuni modelli chiusi a rimozione manuale di lettiera.

Soluzioni d’arredo e hi-tech Esistono anche veri e propri mobili ideati per nascondere cassettina, lettiera e palette per raccogliere gli escrementi. I modelli solitamente sono rettangolari o a triangolo, con colori differenti, prefabbricati o su misura, con la porta d’ingresso di forme diverse. L’ingresso allo spazio dove si trova la lettiera può essere a oblò o basculante. Il materiale con cui sono fatti i mobili è quasi sempre il legno e l’interno e

Azione griglia doppio strato

TheLugash - Flickr

in spazi di difficile accesso. Sono da evitare se il gatto di casa ha l’artrosi, o patologie dolorose a carico degli arti o è in sovrappeso. In questo caso, infatti, il piccolo felino fa molta fatica a entrare e quindi si rischia che si fermi prima e sporchi sul pavimento. In queste toilette, quando il gatto riemerge può far presa con le zampe anteriori su un grip antisdrucciolo che ha anche la funzione di trattenenere i granelli di lettiera per non farli cadere sul pavimento. Le cassettine autopulenti sono chiuse e in genere più grandi di quelle tradizionali, dotate di meccanismi a motore o manuali che tramite una griglia consentono di trattenere escrementi e agglomerati di urina in un

Cassettina robot

rivestito in materiale lavabile. Molto interessante è la soluzione sfoderabile in modo da agevolare la pulizia. Al cliente interessato e disposto a spendere, si possono proporre modelli dal design di alto livello. I modelli hi-tech, realizzati in materiale plastico o di metallo, dopo aver rilevato la presenza del gatto si autopuliscono in modo automatico. Varie sono le opzioni di pulizia tramite un rastrello elettronico o con il ricambio completo della sabbia. Sia aperte che chiuse queste cassettine tecnologiche sono amate dai gatti schizzinosi perché ogni volta che vi entrano la sabbia è perfetta, un po’ meno dai gatti insicuri e timidi che possono non gradire il rumore del motore elettrico. Ideali per chi mette l’igiene al primo posto e a coloro che cercano le novità a tutti i costi, possono essere un valido aiuto quando ci si allontana da casa per un weekend. ●


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COMPORTAMENTO

COSA PREVEDE LA NORMATIVA NEL CASO IN CUI UN CANE AGGREDISCA UN ANIMALE O UNA PERSONA. VEDIAMO COME SI DEVE COMPORTARE IL PROPRIETARIO IN QUESTI CASI

MORSO E LA LEGGE

Freegr - Pixabay

IL

P Franco Fassola Medico Veterinario Esperto in Comportamento Medico Veterinario Esperto in IAA Presidente Senior SISCA Presidente AIRS Direttore SIACr Responsabile del Servizio di Medicina Comportamentale Istituto Veterinario di Novara fassola@medicinacomportamentale.com

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er il cane l’atto di mordere rientra nel bagaglio naturale delle possibili e necessarie azioni da compiere per affrontare l’ambiente circostante. Il comportamento di aggressione può esplicarsi con ringhio non seguito dal morso, oppure con ringhio seguito dal morso; in altre situazioni il cane può anche mordere direttamente, senza aver dato segnali di avviso, come un ringhio o un abbaio più o meno evidenti. Se il cane ha morsicato più volte, il suo comportamento non rispecchia più la sequenza classica: il soggetto passa direttamente all’azione,

ossia morde senza avvisare e questa è la situazione più sfavorevole per la vittima, perché non può attuare alcuna difesa.

Senza una Legge, l’Ordinanza si rinnova Considerato l’aumento dei casi di aggressione, nel 2009 il Ministro della Salute ha emanato l’Ordinanza contingibile e urgente concernente la tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani. Avrebbe dovuto far seguito una legge che trattasse la materia in modo definitivo, ma per il


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momento ciò non è ancora avvenuto, per cui ogni anno, anche se l’urgenza, evidentemente, è venuta meno, l’ordinanza viene rinnovata. In questo articolo sono definiti due aspetti legati al morso del cane, uno trattato marginalmente, ossia che il “Regolamento di Polizia veterinaria” stabilisce che il cane deve essere sottoposto a controllo per la prevenzione della rabbia, considerando l’aspetto sanitario legato al morso, e ciò nonostante in Italia la rabbia sia scomparsa su quasi tutto il territorio nazionale. L’altro aspetto, che ha maggior impatto sociale, è invece la valutazione della pericolosità del soggetto morsicatore e il rischio che possa ancora mordere, quindi la norma, evidenziando l’impatto sociale di questo comportamento, stabilisce che il cane può essere sottoposto ad una valutazione comportamentale.

Due percorsi, una soluzione

L’articolo 3 (Ordinanza del 2013) è l’anima di questo atto legislativo, in quanto definisce cosa prevede il legislatore in caso di un cane morsicatore e recita: Fatto salvo quanto stabilito dagli articoli 86 e 87 del decreto del Presidente della Repubblica 8 febbraio 1954, n. 320, recante «Regolamento di polizia veterinaria», a seguito di morsicatura o aggressione, i servizi veterinari attivano un percorso mirato all’accertamento delle condizioni psicofisiche dell’animale e della corretta gestione da parte del proprietario. I servizi veterinari, oltre a quanto stabilito dall’articolo 1, comma 7, in caso di rilevazione di rischio elevato, stabiliscono le misure di prevenzione e la necessità di una valutazione comportamentale e di un eventuale intervento terapeutico da parte di medici veterinari esperti in comportamento animale.

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sanitaria, nel secondo caso il Medico del pronto soccorso, oppure il Medico di base che soccorre la persona ferita, devono segnalare l’identità del proprietario/detentore (ossia chi in quel momento aveva la responsabilità dell’animale) del cane all’autorità sanitaria. Il Medico Veterinario dell’Azienda di Tutela della Salute (ATS), ricevuta la segnalazione, procede alla visita del cane prescrivendo le prime misure di

sicurezza e richiedendo alla persona responsabile del cane, se lo ritiene necessario, di sottoporre l’animale a una visita comportamentale da un Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale (MVECA) iscritto nelle liste FNOVI. Il MVECA è un professionista in possesso di caratteristiche professionali definite dalle Linee Guida e previste dal Decreto Ministeriale 26 novembre

Mariuszopole - Pixabay

Facendo un passo indietro, le vittime del cane possono essere: un altro cane, un altro animale, oppure una persona. Nella prima ipotesi il Medico Veterinario che cura il cane morsicato ha l’obbligo di segnalazione all’autorità

PUNTO CARDINE DELL’ORDINANZA

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COMPORTAMENTO

2009: 1) Laurea in Medicina Veterinaria e iscrizione all’Ordine; 2) Esercizio della professione da almeno 3 anni; 3) Una comprovata formazione data dalla frequentazione di Scuole di Specializzazione Universitarie, Master Universitari; il possesso di una certificazione attestante la partecipazione e la frequenza a un corso di formazione teorico-pratico presso una scuola, con superamento di un esame finale. Possono essere inseriti nell’elenco anche i professionisti che per l’Ordine dei Medici Veterinari posseggono i requisiti per “acclarata competenza professionale”. Sono veterinari che hanno fatto un percorso formativo e professionale che ha permesso loro di essere esperti nella materia ma, che hanno anche anni di esperienza in ambito clinico.

Cosa deve fare il proprietario del cane aggressore Il cane viene affidato alla responsabilità della persona e posto sotto

osservazione una prima volta, a pochi giorni dall’evento, dal Veterinario dell’ATS e poi dopo dieci giorni dalla prima visita clinica per escludere la comparsa di sintomi clinici riconducibili alla rabbia. Qualora sia richiesta una visita comportamentale, il proprietario del cane deve, entro il termine stabilito dall’autorità sanitaria, sottoporre il soggetto a tale visita e consegnare al veterinario dell’ATS la relazione del MVECA. Durante questo lasso di tempo devono essere rispettate le indicazioni che il sanitario dell’ATS ha dato all’atto della prima visita clinica. A seguito della visita comportamentale, il proprietario insieme al cane seguiranno un percorso riabilitativo secondo le indicazioni del MVECA. Il proprietario del cane che è stato inserito nell’elenco dei cani morsicatori deve stipulare una polizza di assicurazione per la responsabilità civile che garantisca i terzi dai danni causati dal proprio cane, deve frequentare un percorso formativo (Pa-

tentino) e deve rispettare delle norme specifiche per uscire in luoghi pubblici o aperti al pubblico, ossia indossare il guinzaglio e/o la museruola. Anche se l’ordinanza non lo richiede, alla fine del percorso riabilitativo, il MVECA a seguito di una visita comportamentale di controllo potrebbe stilare una relazione che, se richiesta, potrebbe essere consegnata al veterinario ATS.

La visita comportamentale La visita comportamentale è una visita clinica che valuta le condizioni psicofisiche dell’animale. Non viene solo valutato il cane ma anche le relazioni che intercorrono all’interno del sistema famiglia in cui è inserito, senza tralasciare la visita clinica per escludere una patologia organica che possa indurre una modificazione del comportamento. A seguito della diagnosi e della prognosi, il MVECA prescrive una terapia che si basa su indicazioni volte a migliorare la relazione tra il cane e le persone che vivono con lui, a migliorare il benessere dell’animale anche con il supporto di terapie naturali (feromoni, nutraceutici, fiori di Back o australiani, ecc) o psicofarmaci da somministrare per un tempo necessario a riportare il sistema cane-uomo al miglior benessere possibile. ● Bibliografia •

Darcy Lawrey - Pexels

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Ordinanza 6 agosto 2013 - Ordinanza contingibile ed urgente concernente la tutela dell'incolumità pubblica dall'aggressione dei cani (13A07313) (GU Serie Generale n. 209 del 06-09-2013). C. Benazzi, P. Benazzi, Il regolamento di polizia veterinaria, Esculapio Editore, Bologna, 1984, pag. 353. F. Carlevaro, M. Conedera, N. Cerini, Metodologia operativa per la valutazione del cane morsicatore e prescrizione, argomenti rivista SIVEMP. R. Colangeli, F. Fassola, S. Giussani, I. Merola, M. Possenti, Medicina Comportamentale del cane e del gatto e di nuovi animali da compagnia, 2016, Milano. M. Marino, M. Gnaccarini, M Moretta, P. Morero, Gestione dei cani pericolosi: una proposta di linee guida per i servizi veterinari, Argomenti 2015. http://www.fnovi.it/sites/default/files/ dm_26_novembre_2009_percorsi_formativi_per_i_proprietari_dei_cani.pdf Congresso SCIVAC Rimini 2021, relazione Raimondo Colangeli - Refertare: tra competenza e legge. Valutazione e refertazione del cane morsicatore.


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NORME E DIRITTI

LA TUTELA DEGLI ANIMALI: COM’È MATURATA E COME SI È TRADOTTA IN INTERVENTI LEGISLATIVI. DAI PRIMI TIMIDI PASSI AI SUCCESSIVI SVILUPPI, FINO AL DISEGNO DI LEGGE N. 1078, MEGLIO CONOSCIUTO COME “PROTEGGI ANIMALI”

DIRITTI DEGLI ANIMALI IERI, OGGI E DOMANI

Philipp T - Pixabay

I

L ANDREA FERRARIO Avvocato civilista del foro di Milano, esperto in materia di diritto del lavoro e di responsabilità professionale

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’attenzione dell’uomo verso i diritti del mondo animale è radicata da sempre nelle menti più illuminate, come dimostra la famosa frase attribuita a Leonardo Da Vinci: “Verrà un tempo in cui considereremo l’uccisione di un animale con lo stesso biasimo con cui consideriamo oggi quella di un uomo”. Su questo tema del resto riflettevano già in epoca anche più remota pensatori del mondo classico, quali Pitagora e Plutarco,

condannando nei loro scritti ogni forma di crudeltà verso gli animali. E non si può dimenticare come si è pronunciato a questo proposito M.K. “Mahatma” Gandhi: “La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali”. È però solo nel corso degli ultimi decenni e dopo un lungo processo di maturazione che anche il diritto si è finalmente fatto carico di tradurre


Felix Wolf - Pixabay

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questa sempre più diffusa percezione filosofica e sociale in un sistema di vere e proprie norme giuridiche stringenti e dettagliate. Molta strada è stata dunque fatta. Gli animali non sono più una semplice “cosa”, ma sono sempre più percepiti come titolari di diritti elementari e portatori di una propria sensibilità: oggi l’uomo non può dunque più disporre impunemente o abusare della loro integrità fisica e neppure dei loro sentimenti. E chi viola le regole, non si espone soltanto a una condanna sociale, ma anche a una punizione legale. Tuttavia, ancora oggi molta strada resta da fare. Le miti e solo parziali sanzioni già vigenti vengono infatti applicate episodicamente e molte condotte controverse non hanno una chiara e condivisa copertura giuridica. In tale prospettiva, il nostro Paese tenta di fare un salto di qualità con la promozione di un ambizioso progetto di riforma: parliamo soprattutto del disegno di legge n. 1078, meglio conosciuto come “Proteggi Animali”, ma anche di altre bozze legislative più o meno simili contemporaneamente elaborate da diversi Gruppi politici. Gli estensori di questi complessi strumenti normativi, tuttora all’esame del Senato, auspicano mediante l’inasprimento delle pene e delle sanzioni già esistenti e l’intro-

duzione di nuove fattispecie sostanziali e procedurali, di superare finalmente l’esiguità, l’ambiguità e la sostanziale inefficacia dell’attuale quadro di tutela. Ma procediamo con ordine e vediamo intanto i comunque importantissimi passi compiuti fin qui.

Il percorso di tutela, dai primi passi al quadro attuale Un primo storico passo in avanti nel processo di riconoscimento dei diritti animali viene compiuto alla fine degli anni Settanta del secolo scorso. Il 15 ottobre 1978 viene infatti sottoscritta presso la sede dell’Unesco una solenne Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Animale. Si tratta in realtà di uno strumento di indirizzo etico più che giuridico, ma alcuni dei suoi contenuti fondamentali verranno poi ampiamente recepiti dalla legislazione di varie nazioni, tra cui la nostra. Con la Legge 14 agosto 1991 n. 281, l’Italia raccoglie infatti l’esortazione morale della Dichiarazione e si colloca così tra i primi paesi al mondo a riconoscere il diritto alla vita e alla tutela degli animali randagi, vietandone la soppressione se non in alcuni casi particolari. Con lo stesso strumento vengono inoltre previste le prime sanzioni anti-abbandono e ulteriori misure di contrasto al commercio a fini di

sperimentazione. Pochi anni più tardi viene varato un ulteriore provvedimento (l’Accordo del 6 febbraio 2003, tra Stato, Regioni e Provincie autonome) mediante il quale, tra l’altro, vengono delineati con ancora maggiore precisione le responsabilità del detentore di animali, con un’elencazione di alcuni doveri “minimi”, quali la garanzia di un nutrimento sufficiente, di spazi confortevoli e puliti, di un adeguato livello di benessere fisico ed etologico e così via. Ma a una vera e propria svolta si assisterà soltanto l’anno successivo con la Legge del 20 luglio 2004, n. 189. Con questo provvedimento vengono inserite nel codice penale (articoli da 544 bis a 544 sexies) alcune nuove figure di reato volte a punire, con sanzioni anche detentive, condotte attuate “per crudeltà o senza necessità” in danno di animali: uccisione e maltrattamento (ma anche i combattimenti e taluni spettacoli) diventano atti formalmente vietati e perseguiti dallo Stato. Un clamoroso balzo in avanti, impensabile fino a poco prima. Bisogna tuttavia evidenziare come nella logica più complessiva anche di questo epocale intervento il bene protetto non sia ancora direttamente l’animale come vero e proprio soggetto autonomo di diritti, ma il sentimento - umano - di pietà nei suoi confronti. Al centro del sistema resta dunque l’uomo e il suo sentimento di affezione verso la “vittima”. La Legge 210 del 2010, con la quale l’Italia ratifica la Convenzione europea per gli animali da compagnia del 1991, segna comunque un ulteriore progresso nella strutturazione dei diritti degli animali e nei correlativi doveri dell’uomo. Oltre ad allargare la nozione di animale da “compagnia” ad alcune specie prima non contemplate, a regolare le procedure di eutanasia e a stabilire a 16 anni l’età minima per l’acquisto, lo strumento definisce in modo ancora più dettagliato i principi fondamentali a presidio del benessere degli animali. Vengono così formalmente sanzionati anche comportamenti umani che oltre a sofferenza fisica vera e propria possono ingenerare nell’animale un senso di “angoscia”, avvicinando sempre di più l’idea, riconosciuta per ora soltanto in talune decisioni giudiziarie di avanguardia (v. Cassazione. n. 20934/2017) dell’animale come essere autonomo e senziente e non più semplice oggetto, PetTrend • Settembre 2021

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Simona Robov - Pixabay

NORME E DIRITTI

destinatario di una tutela “di rimbalzo” concepita ancora primariamente per l’uomo.

I “nuovi” diritti degli animali: un cantiere ancora aperto Fin qui gli esiti del lento, ma inarrestabile processo avviatosi più di trent’anni orsono. Un processo tuttavia ben lungi dall’essersi concluso e che la coscienza sociale ha dimostrato negli anni di voler portare a un grado ancora più avanzato di compimento. È raccogliendo questa forte istanza proveniente dal basso, dai cittadini, dall’associazionismo, ma anche da una più matura riflessione giuridica e filosofica, che nascono così i vari (oltre al citato e più noto n. 1078, adottato

come testo base, se ne contano altri sei) testi di riforma presentati in Parlamento e attualmente in fase di esame. Questi articolati, pur con diversità di sfumature connesse al colore politico dei presentatori, seguono un fil rouge sostanzialmente condiviso e prefigurano una vera e propria rivoluzione. Le linee di intervento sono strutturate su due fondamentali direttrici: disegni di legge recanti misure di carattere penale, amministrativo e procedurale e disegni di legge che intervengono invece sulla disciplina privata e civilistica. Nella prima prospettiva, oltre all’inasprimento delle pene e delle sanzioni apprestate a tutela degli animali, con pene detentive che potrebbero arrivare fino a cinque anni, e al

MA SARÀ VERA RIVOLUZIONE? Non mancano le resistenze, sia settoriali (si pensi al mondo della caccia), sia politico-ideologiche, a un varo rapido delle nuove misure; né, come pure la prassi di questi ultimi decenni ha purtroppo indotto a pensare, mancano le riserve sulla loro efficacia concreta e sostenibilità. Il nostro sistema giudiziario è infatti in forte affanno e costretto a operare su linee di emergenza e priorità. Si tratterà dunque di verificare sul campo se in queste ricadranno, e in che misura, anche i diritti animali e la loro tutela. Lo potrà naturalmente dire solo il tempo e soprattutto l’evolversi della sensibilità pubblica sul grado di effettivo allarme sociale suscitato dalle condotte prese di mira dal progetto di riforma. Come hanno dimostrato, i sia pur numerosi interventi fin qui messi in campo, le enunciazioni di principio, le regole e le punizioni, non bastano finché la maggioranza della collettività e i suoi custodi non decideranno di farle veramente proprie.

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varo di nuove condotte punibili (il delitto di “esche avvelenate” e il divieto di commercio e detenzione di collari elettronici, elettrici o “a strozzo”, i maltrattamenti a sfondo sessuale, etc.), il più dirompente elemento di novità che accomuna questi progetti risiede soprattutto in un vero e proprio cambio di paradigma - appunto rivoluzionario - nel rapporto uomo-animale. Con la riforma, il bene tutelato non è infatti più il sentimento di pietà dell’uomo verso l’animale, ma è l’animale in sé al quale vengono finalmente attribuite una vera e propria soggettività giuridica autonoma e una dignità inalienabile e protetta in modo diretto dall’ordinamento, senza la mediazione dell’uomo. Lo stesso approccio teorico anima anche le misure di riforma incidenti sul diritto civile, con l’introduzione nel codice di un titolo autonomo denominato “Degli animali”. Con i nuovi articoli viene intanto istituita la figura dell’animale “familiare”, inteso come ogni animale domestico tenuto dall’uomo per compagnia e senza scopi alimentari. Ma soprattutto, l’animale viene una volta per tutte qualificato come essere senziente, al quale potranno applicarsi, ove compatibili, le disposizioni generali relative ai diritti civili. Con tutto ciò che ne consegue. Gli animali non potranno dunque più essere separati arbitrariamente dai proprietari e in presenza di eventi come la separazione, il divorzio, la carcerazione o il decesso degli “umani” costituenti un riferimento affettivo, o in caso di ogni altra ipotesi di allontanamento coatto dalla “famiglia”, verranno adottate misure di affido atte a contenere il più possibile lo strazio degli animali vittime involontarie e collaterali di tali eventi esterni. Al fine di rendere ancora più effettive queste misure, sarà infine data anche a enti e associazioni la possibilità di agire in giudizio ai fini del risarcimento del danno in relazione a casi di maltrattamento. Ricordiamo infine che, nello stesso solco di questi interventi di dettaglio, ma a un livello sovraordinato, è anche iniziato in Parlamento l’iter della legge che intende far entrare la tutela dell’ambiente e degli animali nella stessa Costituzione italiana mediante la modifica degli art. 9 e 41 della Carta: un contributo preziosissimo destinato a scolpire, anche simbolicamente, per l’intera comunità il rilievo fondamentale dei diritti animali. ●


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DIGITAL MARKETING

L’OPPORTUNITÀ DI PARLARE CON IL CLIENTE NON È UNA NOVITÀ. MA OGGI LA CONVERSAZIONE HA A SUA DISPOSIZIONE TANTI CANALI DIVERSI CHE OFFRONO RISPOSTE IMMEDIATE AL CONSUMATORE E SOLUZIONI EFFICIENTI AL NEGOZIANTE

IL COMMERCIO CONVERSAZIONALE SILVIA BOSIO E-commerce specialist e divulgatrice silvia.bosio@me.com

I clienti sono già lì che aspettano Il motivo per cui oggi si parla di commercio conversazionale è che sono cambiati radicalmente i mezzi che ci permettono di intrattenere conversazioni commerciali (e non solo) con i nostri clienti. Non è più necessario che una persona entri nel nostro punto vendita per poter ricevere la consulenza di cui ha bisogno. E, attenzione, non stiamo parlando della vendita tramite un sito ecommerce. I vantaggi del commercio conversazionale sono molteplici anche per l’esercente fisico: si guadagna tempo, si possono trattare in maniera più strutturata le richieste, si riduce il 66

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Anna Shvets - Pexels

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e vogliamo dare una definizione di commercio conversazionale, si tratta della vendita di prodotti e servizi tramite una conversazione privata con i propri clienti. Fin qui niente di nuovo, quella che chiamavamo vendita assistita è una modalità di vendita ben nota a tutto il mondo del commercio fisico: un cliente entra in negozio, chiede un’informazione o un consiglio su un prodotto e acquista il prodotto in questione. Allora perché si è sentita l’esigenza di trovare una definizione nuova a una pratica consolidata?

numero delle chiamate telefoniche, si ha la possibilità di raccogliere ulteriori dati sui clienti, si offre un’esperienza personalizzata e innovativa. Sono ormai diversi anni che le quattro principali applicazioni di messaggistica istantanea mondiali contano un numero di account superiore rispetto a quello dei canali social. È quindi evidente che è lì che si trovano i nostri clienti - sia quelli già acquisiti che quelli potenziali - ed è lì che le aziende di tutte le dimensioni devono andare. Gli strumenti ci sono, esistono gli sms (con un tasso di apertura entro 3 minuti che supera il 90%), tutti hanno la mail sullo smartphone, ci sono gli account business di WhatsApp che permettono di impostare alcune risposte automatiche, ma qui stiamo parlando di qualcosa di più, qui entra in gioco l’intelligenza artificiale al servizio delle piccole e medie aziende.

Non solo chatbot Innazitutto chiariamo subito di cosa stiamo parlando. O meglio, che cosa è un chatbot? Si tratta di un software che simula ed elabora le conversazioni umane, consentendo agli utenti del web di interagire con i dispositivi digitali come se stessero comunicando con una persona reale. Quando si sente parlare del binomio chatbot-commercio la prima cosa che viene in mente è probabilmente un’esperienza negativa. Entriamo in un sito perché abbiamo bisogno di assistenza, scambiamo qualche battuta con un chatbot, ci arrabbiamo e chiudiamo tutto. Risposte imprecise, fuori luogo, gineprai senza uscita. Allora ti chiedi perché un’esperienza ormai quotidiana deve essere ancora così frustrante per molte persone. La risposta è disarmante: l’intelli-


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genza artificiale che gestisce il chatbot non è intelligente, o meglio, un chatbot sa quello che gli abbiamo insegnato, ha imparato le cose che gli abbiamo detto, che quasi sempre non vanno oltre le classiche FAQ che si possono trovare anche in una apposita pagina del sito. La tecnologia abilitante che permette alla macchina di apprendere dalle domande che le vengono poste e che impari dai suoi errori oggi esiste, ma i costi per una soluzione di questo tipo sono ancora molto alti e non sono sicuramente alla portata di piccole aziende o di piccole attività commerciali. Se siamo fortunati e abbiamo a che a fare con un sistema evoluto di chatbot questo sarà in grado di gestire e risolvere il 75% delle conversazioni ripetitive, le classiche FAQ appunto. Ma cosa succede quando il chatbot non riesce a darci la risposta giusta? Ecco che interviene l’uomo e ha inizio il vero commercio conversazionale, quello che crea valore per l’azienda. Quando interviene una persona porta con sé la complessità e la ricchezza della sua conoscenza insieme alla certezza che l’intelligenza artificiale non sostituirà mai l’uomo, ma al contrario ne potenzierà i risultati. Avremo fatto un buon lavoro se riusciremo a rendere

IL PROCESSO DI ACQUISTO LIQUIDO Mentre gli spazi fisici di vendita si modificano, il processo di acquisto diventa sempre più liquido grazie anche ai dispositivi digitali che rendono i perimetri sempre meno delimitati agevolando l’interazione sociale e la comunicazione tra venditore e compratore. Oltre a offrire uno spazio di dialogo privilegiato con i clienti, il commercio conversazionale può essere fonte di entrate supplementari per il negozio. È possibile, grazie ad alcune piattaforme di pagamento, proporre la funzionalità di Pay-by-Link, che consiste nel generare link di pagamento da inviare direttamente al cliente tramite qualsiasi canale: SMS, e-mail, WhatsApp, Messenger, chat. Il cliente deve semplicemente cliccare per essere reindirizzato a una pagina di pagamento sicura. L’acquirente inserisce i dati della carta di credito e l’acquisto è convalidato. Non è più importante quale sia stato il primo punto di contatto con il cliente, che può essere sulla nostra pagina Facebook o davanti alla vetrina del negozio. Il processo di acquisto passa attraverso tutti i canali disponibili senza poter essere compresso, proprio come un liquido. Vista da un’altra angolazione, i clienti potranno passare da un canale all’altro senza interruzioni nella loro esperienza di acquisto. Potranno, ad esempio, individuare un prodotto sul tuo sito web, iniziare una conversazione e pagare su WhatsApp, per poi ritirare il prodotto in negozio.

impercettibile, ovvero senza frizioni, senza stress, il passaggio dalla conversazione automatica a quella umana.

Pronti a iniziare la conversazione? Le email, gli SMS, le applicazioni di messaggistica istantanea e i chatbot non sono solo canali di comunicazione, sono veri e propri strumenti per offrire un’esperienza di acquisto evoluta. Ormai è chiaro che i clienti desiderano un contatto semplice,

ovunque e in qualsiasi momento, e vogliono ricevere una risposta immediata e adatta alle loro esigenze. Sfruttando questi strumenti si può costruire un percorso d’acquisto completo, dalla ricerca di informazioni fino al pagamento, permettendo di concludere vendite anche al di fuori dei canali abituali o di evitare lunghe file in negozio oltre che valorizzare il lato innovativo del proprio brand per distinguersi dalla concorrenza! ● PetTrend • Settembre 2021

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PUBBLIREDAZIONALE

Ceva Salute Animale S.p.A. Viale Colleoni, 15 -20864 Agrate Brianza (MB) Tel. 039 6559.442 marketing.italy@ceva.com

ANTIPARASSITARI GATTI: VITA IN CASA E ZERO RISCHI?

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gatti domestici sono animali che passano la maggior parte del proprio tempo in casa e dunque al riparo dai pericoli del mondo esterno, come la possibilità di essere bersaglio di parassiti insidiosi come pulci e zecche… Ma è proprio vero? I gatti che vivono in casa possono essere infestati? Come e con quali rischi? Queste domande - che si pongono tanti proprietari di gatti - sono all’ordine del giorno per il negoziante, che può fornire consigli preziosi sulla prevenzione di queste eventualità. Tutti i gatti possono prendere le pulci, anche quelli che vivono per lo più in un ambiente domestico e non hanno accesso a spazi aperti. Naturalmente, quelli che vivono all’esterno hanno maggiori occasioni di contatto con i parassiti ma, contrariamente a quanto si pensi, anche i gatti domestici possono essere infestati e a rischio di malattie molto pericolose. Tra queste, oltre alle più conosciute e fastidiose dermatiti e infiammazioni a livello cutaneo, anche Dipylidiosi, Bartonellosi (zoonosi), Rickettsiosi (zoonosi), Tularemia (zoonosi) e Anemia infettiva felina portate dalle pulci e dalle zecche. La causa, e principale vettore, di un’infestazione domestica possiamo essere proprio noi umani. I parassiti, in particolare le pulci, possono entrare in casa trasportati dalle scarpe di chiunque entri ed esca o insidiarsi nel trasportino che viene utilizzato per andare dal veterinario e appoggiato a terra una volta fuori casa. Una volta fatto il loro ingresso in un ambiente riscaldato, i parassiti si nascondono nei punti più umidi e nascosti, nelle cucce degli animali da compagnia, nelle trame dei tappeti, tra i cuscini del divano e del letto o nelle fessure di muri e parquet, dove è più difficile scovarli e contrastarli con le normali pratiche di disinfezione, per poi infestare i quattro zampe di casa. Il rischio di infestazioni da pulci adulte, però, è solo l’inizio: oltre il 95% delle pulci è rappresentato da un elevato numero di uova, larve e pupe presenti nell’ambiente e che possono maturare in pulci adulte in ogni momento. Le forme immature hanno dimensioni piccolissime e possono persistere anche per interi mesi nell’ambiente causando re-infestazioni frequenti, non solo nei mesi più caldi e umidi. Proprio per questo gli esperti concordano nel con68

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sigliare di proteggere i propri gatti con un antiparassitario che garantisca anche la protezione ambientale 12 mesi all’anno. Le linee Vectra e Duoflect di Ceva Salute Animale sono formulate per la protezione, prevenzione e cura di infestazioni da parassiti come pulci e zecche sugli animali da compagnia e nell’ambiente domestico. Vectra Felis, lo “specialista della pulce” consigliato per i gatti che vivono principalmente in casa, garantisce velocità di azione (in 2 ore elimina le pulci adulte), durata d’azione (1 mese) e protezione della casa dall’infestazione di uova e larve di pulci per ben 3 mesi dopo l’applicazione sull’animale. Un plus importante della linea Vectra per i proprietari che incontrano difficoltà nell’applicazione degli spot-on è la pipetta innovativa e brevettata, che rende questa operazione davvero semplice, senza il rischio che la cute molto delicata del gatto si graffi, grazie all’estremità dell’applicatore a punta arrotondata. Consigliato per gatti che hanno accesso a spazi aperti, perché efficace anche contro le zecche, è invece Duoflect, che - grazie ai suoi 2 principi attivi Fipronil e S-Methoprene – uccide le pulci adulte (in 24h) e le zecche (in 48h) sull’animale e impedisce alle uova di pulci di svilupparsi in casa. Duoflect vanta una maggiore concentrazione di principio attivo (fipronil) rispetto alla formulazione storica, il che gli conferisce una lunga protezione che gli permette di distinguersi dal resto del mercato. Anche nel caso di Duoflect un’importante innovazione è rappresentata dalla pipetta, elaborata per rendere semplice l’applicazione, senza dispersione di prodotto e senza stress per animale e proprietario. Tra le referenze di Duoflect è possibile trovare inoltre una confezione (o presentazione) specifica che, nel caso di gatto oltre i 5kg e cane tra i 2kg e 10kg conviventi nello stesso ambiente domestico, può essere utilizzato indistintamente su entrambi gli animali. Per saperne di più: www.vectrapet.com/it, www.duoflect.com/it o contattare marketing.italy@ceva.com ●


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StockSnap - Pixabay

COSTUME E SOCIETÀ

PER MOLTI È NORMALE VIVERE OGNI ASPETTO DELLA QUOTIDIANITÀ IN COMPAGNIA DEL PROPRIO CANE, COMPRESA UNA CENA AL RISTORANTE. GLI ALTRI AVVENTORI PERÒ POTREBBERO AVERE QUALCOSA DA RIDIRE. VEDIAMO COME AFFRONTARE UNA SITUAZIONE SIMILE

AL

RISTORANTE CON IL PET

P Lorena Bassis Giornalista

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roviamo a incrociare due dati. Quello dell’indagine Doxa da cui risulta che gli italiani amano mangiare fuori casa almeno 5/6 volte al mese e che, secondo quanto riportato dal Rapporto Assalco - Zoomark 2020, in Italia nel 2019 erano presenti circa 60 milioni di animali d’affezione. Tra questi, oltre 7 milioni sono i cani che hanno trovato una famiglia. A questo punto, viene immediato pensare che portare Fido

al ristorante dovrebbe essere una cosa del tutto naturale. A maggior ragione, dopo le tante restrizioni messe in campo per cercare di contenere la diffusione del virus da Covid-19, oggi si incominciano a vedere i primi segni di una ritrovata normalità con la riapertura di bar e ristoranti. Ma in realtà non è così semplice. Nonostante negli ultimi anni la situazione sia decisamente migliorata, complice il numero


Marion Giehoff - Pixabay

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l’altro non è mancata la replica degli esclusi. «Siamo stati respinti» - è la replica di un gruppo di mamme. «Il personale ripete ai clienti che “non sono ammessi cani e bambini” e alcune famiglie sono state cacciate dai tavoli all’esterno posti su suolo pubblico anche dopo aver acquistato da mangiare all’interno». D’altra parte, per quanto Esposito abbia cercato una tregua e tentato la strada della conciliazione dedicando uno dei due gazebo alle famiglie con animali al seguito, è anche vero che la sua presa di posizione è dipesa da diversi episodi spiacevoli. «I bambini, che correvano dappertutto, hanno rotto un lampadario e un vetro. Un altro bambino, nel totale disinteresse dei genitori, è caduto sbattendo la testa su un tavolino. Mi volevano perfino denunciare». Con i cani l’esperienza non è stata migliore: «Abbaiano e sporcano. Hanno anche litigato come fossero su un ring».

Si può vietare l’ingresso ai cani?

in crescita degli animali da compagnia, presentarsi nei locali accompagnati dal fedele amico può essere un problema. Come dimostrano i fatti di cronaca.

No a cani e bambini «C’è molta richiesta, i posti con il Covid sono limitati e poi chi viene qui cerca qualcosa di unico, elegante, rilassante», ha dichiarato Vittorio

Esposito, il direttore del ristorante La Palapa nel quartiere Prati a Roma. Un locale quindi “off limits” per cani e bambini la cui presenza potrebbe rovinare l’atmosfera a quanti cercano un luogo per un pranzo d’affari o una cena speciale. Una scelta quella del ristoratore che ha inevitabilmente scatenato polemiche e suscitato indignazione. E se da un lato il direttore del locale ha difeso la sua posizione, dal-

IL BUON SENSO INNANZITUTTO Ammesso che il cane possa sedersi con noi, ci sono delle regole anche dettate dal buon senso - da rispettare. Vediamole: • Il cane deve essere tenuto al guinzaglio e stare vicino al suo amico umano in modo da non intralciare i camerieri e gli altri clienti del locale. Inoltre, deve essere ben educato per non creare situazioni di disagio. • L’animale deve essere pulito e non emanare odori sgradevoli. Naturalmente deve essere sano e in regola con le vaccinazioni. • Bisogna informarsi per tempo se i vicini di tavolo hanno problemi di allergia al pelo oppure se c’è un altro cane. In tal caso, è meglio chiedere di spostarsi in un’altra zona del locale. Anche se l’animale ha un’indole tranquilla, va evitato che venga accarezzato da estranei per non agitarlo. • È opportuno non dargli da mangiare.

Per quanto sia stato creato il binomio “bambini-cani”, tralasciamo in questo contesto i primi e rivolgiamo invece l’attenzione ai pet. Attorno alla questione «cani sì o no nei ristoranti» c’è molta confusione in quanto non esiste un regolamento né a livello europeo né nazionale. Così, se da una parte bar, pizzerie e ristoranti sono luoghi di proprietà privata aperti al pubblico, per cui il proprietario è libero di vietare l’ingresso agli animali, dall’altra ci sono dei comuni in cui vige il regolamento per il benessere e la tutela degli animali, e chi si vede respinto dal ristoratore se in compagnia del suo animale da compagnia può segnalarlo ai vigili urbani. Attenzione però, perché se il proprietario del locale - anche se si trova in un comune “pet friendly” - ha esposto un cartello di divieto per ragioni igienico-sanitarie, il suo rifiuto a far entrare il cliente accompagnato dal cane a questo punto è legittimo (tale divieto ovviamente non vale per i cani-guida). La conseguenza di questa incertezza? I ristoratori - spesso per non infastidire altri commensali insofferenti nei confronti degli animali - preferiscono vietarne l’ingresso. Oppure, può capitare che ammettano nel loro locale solo i cani di piccola taglia considerando quelli medio-grandi decisamente ingombranti perché possono arrivare all’altezza dei PetTrend • Settembre 2021

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Pexels - cottonbro

COSTUME E SOCIETÀ

vietate a bambini e animali così come in Spagna, in Francia o in Inghilterra, anche se il fenomeno sembra avere origini Oltreoceano. E così anche se da una parte c’è la tendenza ad avere al nostro fianco il pet in qualsiasi istante della nostra vita, dall’altra sono ancora tanti i locali che non ne autorizzano l’ingresso all’interno.

Il web aiuta a trovare il locale “pet friendly” Non facciamo però di tutta l’erba un fascio. Chi ha un cane generalmente è poco intenzionato a lasciarlo a casa. Nettamente controtendenza anche il numero dei locali dove ci si può sedere al tavolo portando con sé il proprio animale. In Italia ci sono diversi ristoranti dove i quattro zampe sono i benvenuti e i gestori provvedono a riservare un tavolo in una zona del locale in modo che l’animale possa stare tranquillo accanto alla sua famiglia. Non è così raro poi imbattersi in qualche ristoratore accorto che addirittura potrebbe riservare maggiori attenzioni ai clienti portando una ciotola d’acqua e - perché no? - delle crocchette per conquistarsi le simpatie del pet. Per uscire di casa ed evitare spiacevoli sorprese sarebbe comunque opportuno fare una ricerca: dogwelcome.it, vacanzeanimali.it, dogalize.com sono solo alcuni dei siti (ma l’elenco è molto lungo) dove trovare la struttura che ospiti la famiglia al gran completo! ●

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Comunque vada, la regola numero uno è quella di informarsi prima di prenotare un tavolo per sapere se il pet sarà ben accetto. Ciò permette di evitare inutili discussioni una volta sul posto.

Anche all’estero si trovano tante restrizioni Il caso de La Palapa di Roma non è certo né il primo né l’unico caso. Spesso tra ristoratori e proprietari di animali i rapporti non sono facili. E non solo nel nostro Paese. La fobia per i cani sembra possa inquadrarsi come una sorta di atteggiamento diffuso che colpisce senza limiti. Dalle pizzerie ai ristoranti stellati, con l’obiettivo di rendere questi locali luoghi sempre più asettici. In Germania per esempio ci sono intere catene di bar

Pexels - Cottonbro

tavoli. Tuttavia la FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) e il Ministero della Salute hanno chiaramente detto che non ci sono motivi igienico-sanitari per impedire l’ingresso ai cani nei pubblici esercizi. Quindi, è fatto divieto alle ASL di multare gli esercizi in cui saranno presenti animali e le amministrazioni comunali non potranno deliberare regolamenti che limitano o impediscono l’ingresso ai cani nei pubblici esercizi. Tuttavia, se i proprietari degli esercizi non hanno aderito a questa iniziativa potranno esporre cartelli che vietano esplicitamente l’ingresso ai cani, in tal caso non sarà possibile in nessun modo introdurli a nessun titolo nell’esercizio. Quindi, nonostante questo intervento, di fatto ben poco (se non nulla!) è cambiato rispetto alla situazione precedente.


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ERPETOLOGIA

ATTIVA NEL CORSO DELL’INTERO ANNO, UNA VOLTA CHE VENGA SISTEMATO IL TERRARIO CON LA DOVUTA ATTENZIONE, NON DEVE FARE IL LETARGO E LA SI PUÒ OSSERVARE SENZA PAUSE INVERNALI

GEOCHELONE

CARBONARIA

L Serena Sola Medico veterinario GPCert ExAP e Certificato ESVPS Responsabile Società Italiana Animali Esotici - Regione Veneto Foto di Marco Marsili

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a tartaruga dalle zampe rosse è la tartaruga dei contrasti: scura di corpo e pelle, presenta degli spot cromatici caratteristici su zampe e carapace. Sebbene siano tartarughe molto timide, di solito in cattività si abituano facilmente alla presenza dell’uomo. È in appendice II CITES (La Convenzione di Washington sul Commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione) e in allegato B del Reg. CE 338/97. In natura risente dell’inquinamento, della caccia, della distruzione delle foreste a causa dei frequenti incendi e delle vangature dei terreni agricoli. Originaria del Sud America e più precisamente delle zone adiacenti al bacino del Rio delle Amazzoni: Pana-

má, Colombia, Venezuela, Brasile fino al nord dell’Argentina, Trinidad, Paraguay, Bolivia e alcune isole dei Caraibi (Barbados, Martinica, Guadalupa, Antigua, Isole Vergini). Occupa le aree aperte delle savane umide e le foreste tropicali. Ama gli ambienti spaziosi, caldi e umidi, mentre evita la luce solare diretta. Queste zone sono caratterizzate da un’umidità del 60-90% con temperature giornaliere attorno ai 25-30°C e gradiente termico notturno anche di 10°C.

Caratteristiche fisiche Caratteristiche sono le scaglie rosse delle zampe (dalle quali ha preso il nome comune), specialmente quelle anteriori. Le dimensioni medie si ag-


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girano intorno ai 29-40 centimetri di lunghezza (anche se in natura è stato ritrovato un esemplare di 51 cm) con i maschi leggermente più grandi delle femmine (qualche centimetro). Il carapace è liscio e allungato, di colore nerastro con ampie areole giallo intenso-arancio al centro degli scuti dorsali e laterali, che tendono leggermente a diminuire di dimensione con l’andare degli anni e in molti adulti tendono a scomparire. Questa specie è priva dello scuto nucale. Il piastrone (la parte inferiore) è quasi completamente giallo con una macchia a forma di rombo più o meno estesa al centro, con aree tendenti al nero ai margini degli scuti. La pelle della testa, della

coda e delle zampe è nera o grigio scuro con macchie sulle scaglie gialle o arancio-rosso, più intenso sulle quattro zampe. Vi possono essere variazioni di colore della pelle in relazione alla distribuzione geografica. In Brasile (regione di Baia) esiste una varietà denominata Cherry Head (testa di ciliegia), essa si distingue per i colori più intensi, minori dimensioni (circa 25-30 cm) e minore differenza fra i sessi.

Il mantenimento in cattività Si tratta di tartarughe piuttosto robuste, adatte anche ai principianti. Questi rettili hanno bisogno di un ambiente caldo e umido tutto l’anno,

IL DIMORFISMO SESSUALE Il dimorfismo sessuale è ben marcato: tutte le caratteristiche distintive si possono osservare con l’insorgenza della maturità sessuale quando l’animale ha raggiunto una lunghezza di almeno 15-18 centimetri. 1. Un restringimento a clessidra della corazza può essere presente nel maschio. 2. Nel maschio il piastrone è molto concavo, mentre nella femmina è piatto. 3. Gli scuti anali formano un angolo più aperto nei maschi mentre nella femmina sono più ravvicinati e di forma ovoidale. 4. Lo spazio tra il margine posteriore del piastrone e lo scuto sopracaudale del carapace è doppio nella femmina rispetto al maschio, per facilitare il passaggio delle uova. 5. Nel maschio la coda è più lunga e larga (sebbene non in tutti i soggetti) rispetto alla femmina e l’apertura cloacale è più lontana dalla base della coda.

con poche fluttuazioni di temperatura sia durante la giornata che stagionali. Mentre nella stagione calda è possibile lasciare questi rettili all’aperto, è indispensabile alloggiarli in un ambiente riscaldato durante il periodo invernale e nelle notti fredde: questa specie non fa il letargo. Il terrario va allestito in modo da mantenere una temperatura diurna di 32°C nella zona calda e 23-25°C nella zona fresca, con un abbassamento notturno fino a 21°C per i cuccioli e 19/20 per gli adulti. L’umidità deve essere alta (80% circa). Per il fondo si può utilizzare torba di sfagno con normale terriccio, oppure fibra di cocco mischiata con terriccio. Il petshopper deve consigliare il substrato ideale che aiuti a mantenere alta l’umidità e che sia facilmente pulibile per evitare l’insorgenza di contaminazioni batteriche e lo sviluppo di muffe. All’interno del terrario va ricreata una zona in cui somministrare l’alimento: in ciotole - non rovesciabili - in modo da evitare l’ingestione del terriccio causa di ostruzione e rallentamento intestinale. È fondamentale fornire numerosi rifugi sia nella zona calda che nella zona fredda. Quando le temperature esterne si stabilizzano e di notte non scendono sotto i 19°C, possono stare all’aperto, in recinti ben riparati dal vento e molto ombreggiati. Il recinto deve essere piuttosto spazioso (20 metri quadri per un gruppo di adulti: tre F con un M) e soprattutto molto resistente. Una rete metallica sotterranea lungo i quattro lati del recinto deve essere alloggiata al fine di evitare fughe. Una pratica consona è alloggiare nell’area sia erbe di campo sia piante da siepi e cespugli, per offrire zone d’ombra (questa tartaruga non ama molto esporsi al sole) ricordandosi di porre un rifugio termicamente isolato in zona appartata. Richiedendo ambienti umidi, il recinto deve essere spruzzato d’acqua di frequente. Un’idea valida consiste nel creare una pozza d’acqua poco profonda in cui la tartaruga possa facilmente immergersi, senza rischi di annegamento.

L’alimentazione Questa tartaruga si alimenta di prima mattina o al crepuscolo. In commercio ci sono degli alimenti formulati e bilanciati che possono essere utilizzati con sicurezza. Prevalentemente erbivora, può cibarsi anche di PetTrend • Settembre 2021

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ERPETOLOGIA

CLASSIFICAZIONE

alimenti di origine animale. In natura la dieta è costituita in prevalenza da erbe, foglie, fiori, frutta, legumi, funghi, invertebrati (lumache, termiti, farfalle e altri insetti) e talvolta di carogne e feci di altri animali. L’alimento preferito è la frutta matura, caduta dagli alberi, che rappresenta il 70% della dieta durante la stagione umida e il 40% durante la stagione secca. In cattività si possono somministrare, in aggiunta

agli alimenti industriali, grandi quantità di frutta. Si possono offrire meloni, angurie, papaia, ananas, prugne, mele, fichi, arance, uva e altri tipi di frutti ben maturi, fino al 50% della dieta. La banana va data con molta parsimonia. Altri alimenti indicati sono costituiti da vegetali a foglia, funghi, fiori d’ibisco e dente di leone. La tendenza a somministrare un elevato quantitativo di proteine animali per accelerare la cre-

CLASSE

Rettili

ORDINE

Testudines

SOTTORDINI

Cryptodira

FAMIGLIA

Testudinidae

GENERE SPECIE

Geochelone G. carbonaria o Chelonoidis carbonaria

scita è molto dannosa. La dieta deve avere un buon contenuto di calcio e soprattutto un elevato rapporto calcio/fosforo, per esempio addizionando all’alimento prodotti specifici o carbonato di calcio, oltre all’utilizzo di complessi minerali e vitaminici da tenere sempre a scaffale; un osso di seppia, sempre a disposizione, è ben gradito. L’acqua fresca e pulita non deve mai mancare.

La riproduzione In cattività la maturità sessuale è raggiunta all’età di 7-9 anni, anche se dipende maggiormente dalle dimensioni; il piastrone dovrebbe essere, infatti, almeno circa 25 cm di lunghezza. L’accoppiamento avviene tutto l’anno. Il maschio, emette suoni gutturali, muove la testa a destra e sinistra attratto dai colori accesi delle zampe della femmina, senza mai essere aggressivo. La femmina fa mediamente quattro o cinque deposizioni all’anno a intervalli di circa 30 giorni di quatto-sei uova per volta. Nel periodo in cui le femmine sono prossime alla deposizione è importante fornire maggiori e varie fonti di calcio. Le uova vanno mantenute (meglio se in incubatrice) a 29-30,5°C con umidità elevata (7080%). In queste condizioni la schiusa avviene in circa 150-175 giorni. ● 76

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ACQUARIOLOGIA

Coralli duri e minerali: una solida coppia!

Alessio Arbuatti

I coralli duri (Sclerattinie) sono considerati a tutti gli effetti i più grandi bioingegneri del mare. Piccoli polipi capaci di produrre a livello globale una quantità di carbonato di calcio calcolata in circa 1012 kg di aragonite (carbonato di calcio) per anno, che li ha portati nel tempo a edificare immense strutture di origine biologica come le barriere coralline, fonti di biodiversità e di sussistenza per milioni di persone. Coloniali (Fig. 1) o solitari (Fig. 2), questi organismi affascinano da sempre l’uomo e non solo per i rapporti di mutualismo che instaurano con specifiche alghe (zooxantelle) ma anche per la capacità di formare complesse strutture minerali. Una fisiologia molto complessa e ancora oggetto di numerosi studi e teorie. Il processo di mineralizzazione e di lento accrescimento avviene a partire dall’utilizzo dei minerali disciolti in acqua. Si parla infatti di bio mineralizzazione, un processo che inizia con la deposizione di minerali penetrati per diffusione o per trasporto attivo. Non solo minerali, all’interno dello scheletro dei coralli vi è anche una matrice ricca di numerosi polisaccaridi,

LA TRIADE E I CORALLI DEL REEF

Visa Vietnam - Pixabay

Alessio Arbuatti Medico veterinario, accreditato FNOVI in “Medicina dei pesci e gestione degli acquari”, Professore di Zoologia ed Ecologia, Facoltà di Medicina Veterinaria, Università degli Studi di Teramo

CALCIO, MAGNESIO E DUREZZA CARBONATICA, QUESTI SONO I TRE 'FATTORI' LEGATI TRA LORO, IL CUI CORRETTO EQUILIBRIO CONSENTE DI RICREARE DISPONIBILITÀ MINERALE E STABILITÀ DEL PH IDEALI PER LO SVILUPPO DEI CORALLI DURI

la cui funzione è tuttora oggetto di studi scientifici. La matrice organica è prodotta dalle cellule note come calicoblasti per poi venire secreta laddove avverrà la mineralizzazione vera e propria. Tra le funzioni attribuite ad alcuni polisaccaridi scoperti nei coralli duri vi è la capacità di indurre la nucleazione del carbonato di calcio che formerà la base minerale in lento ac-

crescimento (Fig. 3). Così come l’acqua di mare è la principale fonte di minerali utilizzati dai coralli in natura, quella destinata alle vasche reef che ospitano coralli duri (LPS ed SPS), popolazioni coralligene miste (Fig. 4), ma anche altri organismi tra i quali gasteropodi, echinodermi (Fig. 5) e bivalvi (Fig. 6), dovrà soddisfare le medesime richieste in termini di pH, carbonati (durezza), calcio ed altri elementi minerali essenziali per la crescita di questi organismi.

I “tre moschettieri” della vasca reef

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Ogni acquariofilo che si avvicina al mondo reef sente quasi da subito parlare della “triade”. Questo termine è riferito a tre diversi elementi legati tra loro: calcio, magnesio e KH (durezza carbonatica). Il corretto equilibrio consente di ricreare una disponibilità minerale e una stabilità del pH, ideali per lo sviluppo dei coralli duri e degli altri organismi che fissano il calcio. Poiché la vasca reef con coralli duri è PetTrend • Settembre 2021

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un sistema semichiuso, questi elementi andranno inseriti dall’esterno, attraverso tecniche e impiantistiche specifiche, rispettandone i range di valori ideali comunemente consultabili nelle specifiche tabelle modulari. I dati e i range più spesso riportati nei testi sono Ca 420 mg/l, KH 7-8 e Mg 12901350 mg/l, pH circa 8.2.

Le modalità di dosaggio

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Appare dunque chiaro quanto in una vasca reef che ospiti questi organismi divenga cruciale la misurazione tramite test e l’integrazione di calcio,

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carbonati (KH) e altri minerali. Quest’operazione può essere eseguita attraverso tre metodiche non del tutto uguali tra loro: la kalkwasser (acqua calcarea) ma, soprattutto, il reattore di calcio e il metodo Balling. La Kalkwasser consiste nel preparare una soluzione, partendo da prodotti a base di idrossido di calcio specifici per vasche reef. Il mix solubile deve essere prima versato in acqua osmotica all’interno di appositi miscelatori magnetici e sciolto con estrema attenzione. Si ottiene un liquido lattiginoso a elevato pH pronto per essere som-

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ACQUARIOLOGIA

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ministrato in vasca, meglio se con una pompa dosimetrica o con sistemi automatici in relazione ai valori ottenuti dalla vasca. È il metodo in assoluto più semplice, è sconsigliata l’immissione della soluzione in breve tempo per non andare incontro a potenziali incrementi del pH. Il reattore di calcio è invece uno strumento che permette di estrarre e rilasciare nell’acquario reef ioni calcio e carbonati a partire da una matrice minerale formata da residui coralligeni. Un elemento d’impiantistica certamente più complesso degli altri ma molto utile per quelle vasche che mostrano un’elevata esigenza in termini di utilizzo del calcio. Ogni impianto è formato da più elementi (Fig. 7): reattore (Fig. 8), bombola e relativo diffusore di anidride carbonica, riduttore di pressione, contabolle, pompa di alimentazione, pompa di ricircolo, sonde, valvole di non ritorno, pH-metro, eventuali degassificatori. Per prima cosa bisogna inserire una fonte di calcio nel reattore. A tal proposito è molto comune l’utilizzo di aragonite, un minerale composto da carbonato di calcio CaCO3 tipico degli ambienti sedimentari (Fig. 9). Quella più utilizzata in acquariofilia è l’aragonite corallina a grana grossolana. Il materiale minerale non si scioglie però da solo, l’acqua della vasca rag-


giunge il reattore e qui viene a contatto con l’anidride carbonica proveniente dallo specifico impianto. L’abbassamento del pH dell’acqua nel reattore consente una lenta degradazione e discioglimento del minerale e la formazione di una soluzione ricca di calcio, magnesio, carbonati e altri elementi che saranno utilizzati da coralli duri, alghe coralligene, bivalvi e altri ospiti. Attraverso un rubinetto di uscita opportunamente tarato, la soluzione ricca di minerali sarà riversata lentamente in vasca, reintegrando gli elementi necessari per la crescita degli organismi. Fin da prima dell’istallazione

Il metodo Balling Il metodo Balling prende il nome del suo inventore Hans-Werner Balling

COS’È L’ACIDIFICAZIONE DEGLI OCEANI? Un acquario reef correttamente gestito è una riproduzione di un sistema naturale in equilibrio e permette anche di comprendere al meglio le dinamiche vitali degli organismi ospitati e ciò che succede anche negli ambienti naturali. Abbiamo visto per esempio come in caso di utilizzo di un reattore di calcio sia importante l’azione svolta dall’anidride carbonica. Traslando questo concetto a livello globale, sempre più spesso si sente parlare di acidificazione degli oceani, in cosa consiste? L’anidride carbonica (CO2) è una molecola naturalmente presente in atmosfera e nelle acque dove è fondamentale per la crescita di piante, alghe e altri organismi fotosintetici. A partire dalla metà del 1800, a seguito dell’industrializzazione, la sua concentrazione globale è aumentata. Nello specifico quando la sua concentrazione aumenta nei mari, questa molecola reagisce con quelle d’acqua e con lo ione carbonato portando a un duplice effetto. La dissoluzione dell’anidride carbonica in acqua porta alla formazione di acido carbonico. Questo si dissocia in ioni H+, che favoriscono un abbassamento del pH. Gli ioni H+ presenti in quantità eccessive vanno però a reagire anche con gli ioni carbonato CO32-. Questa reazione sottrae dunque il carbonato a quegli organismi marini che ne necessitano per costruire la propria struttura corporea. Molluschi, crostacei, ma soprattutto coralli duri, riducono la propria capacità costruttiva e a ciò va aggiunto anche l’effetto dell’abbassamento del pH sulle strutture minerali già costruite e sulle forme larvali.

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è fondamentale il controllo dei parametri (calcio, KH e pH) in vasca, in modo di tarare poi al meglio sia il numero di bolle di anidride carbonica rilasciate sia il sistema di reimmissione della soluzione in acquario al fine di rispettare i valori ottimali e i consumi che consentono l’equilibrio in vasca. Misurare i valori di 8 KH, Calcio e pH in uscita dal reattore è ugualmente importante e consente di tarare al meglio il sistema per garantire l’equilibrio in vasca. Il reattore di calcio è un complesso che integra i consumi della vasca, per questo i suoi valori nella vasca reef dovranno essere già bilanciati fin da prima, rispettando i range noti in acquariofilia reef. Alcuni impianti montano una seconda camera di degassaggio per diminuire la CO2 presente nel prodotto finale.

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che lo concepì nel 1994. Si basa su un impianto composto da tre miscele liquide bilanciate (calcio, KH e magnesio) e poste in altrettante piccole taniche, tre pompe dosimetriche (Fig. 10) che distribuiscono gli elementi in vasca ai quali vanno aggiunti i test, un pH-metro e una bilancia. In commercio sono disponibili sia sali da sciogliere, sia soluzioni già pronte all’uso da porre direttamente all’interno delle tre taniche. Le pompe consentono l’immissione controllata di calcio, magnesio, carbonati e microelementi in acquario. Tramite il monitoraggio dei parametri fisici, dei minerali e dei consumi, è possibile modificare i dosaggi fino a trovare il corretto equilibrio. Il costo iniziale, in termine di componentistica necessaria, è inferiore rispetto al reattore di calcio, ma aumenta nel tempo poiché maggiore è invece quello che fa capo alle soluzioni, più costose nel metodo Balling. Questo sistema consente inoltre di programmare e dosare a intervalli impostati il rilascio in vasca degli elementi, senza il potenziale rischio di alterazioni del pH evento più frequente utilizzando con reattore di calcio specie se non si è raggiunto l’equilibrio. Infine, a differenza del reattore di calcio, non vi è immissione di fosfati in acqua. ● PetTrend • Settembre 2021

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ELENCO INSERZIONISTI

I Copertina Wonderfood Oasy

II Copertina Rinaldo Franco Cat&Rina

III Copertina Royal Canin

IV Copertina Vitakraft - Snack

1 Cerere - Pars

3 Morando Superfood

9 Formevet Fipralone Duo

15 Innovet - Urys

21 Ceva - Feliway

29 Farmina - Health management program

41 Zoodiaco Together

45 Monge - Le buone abitudini per il gatto

51 BamaPet - Miapet

55 Webinar allevatore cinofilo

59 Zoomark 2021

61 Purina ProPlan gatto

65 Master toelettatori - terza edizione

69 Ceva - Vectra

73 Scuola di formazione per tecnico veterinario

Sono presenti con pubbliredazionali, in ordine di apparizione:

Trend

Oasy - Rinaldo Franco - Formevet - Morando - Innovet - Cerere - Ceva - Ever Clean - Vitakraft - Zoodiaco Monge - BamaPet - Purina - Ceva

Settembre 2021 N° 7 - ANNO 10 Edizioni EV SOC. CONS. a R.L. via Trecchi, 20 - 26100 Cremona Direttore editoriale: ANTONIO MANFREDI Direttore responsabile: ANTONIO MANFREDI antonio.manfredi@pettrend.it Coordinamento editoriale: MARCO MORESCO marco.moresco@pettrend.it

Segreteria di redazione: ILARIA COSTA via Trecchi, 20 - 26100 Cremona marketing@pettrend.it Consulente scientifico LUISA QUATTRINA luisa.quattrina@pettrend.it Grafica e impaginazione: PRESS POINT Srl Ufficio Stampa: ILARIA COSTA Pubblicità: ILARIA COSTA marketing@pettrend.it Hanno collaborato a questo numero Alessio Arbuatti, Lorena Bassis, Giacomo Biagi, Silvia Bosio,

Maria Virginia Cesarini, Stefania Colasuono, Andrea Ferrario, Anna Pozzi, Francesca Serena, Serena Sola, Fabrizio Vallari, Giuliano Zaghini

Stampa PRESS POINT Srl Via Luigi Cagnola, 35 20081 Abbiategrasso (Mi)

Foto da agenzie: Silvia Pampallona

Iscrizione al registro del tribunale di Vigevano N. 1/2012.

Ringraziamenti motori di ricerca Flickr Pixabay Pexels Shutterstock Creative Commons Public License di Wikimedia Commons Servizio abbonamenti: ILARIA COSTA ilaria.costa@pettrend.it

Tutti i diritti riservati. È vietata ogni riproduzione se non autorizzata dall’editore. Rivista di riferimento di


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