FASHION MAGAZINE N 3 - 2021

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INTERVISTA Livio Proli Missoni

«Un'offerta più ampia è il motore della nuova fase. Serve un dialogo con la new gen» La scelta di Angela Missoni di lasciare la direzione creativa del marchio segna l'inzio di una nuova fase. «Il nuovo piano strategico punta sul rafforzamento nel segmento lusso, l'allargamento della gamma agli accessori e più attenzione all'uomo e al digital», dice il nuovo ceo DI ANDREA BIGOZZI

Per una anno ha lavorato in silenzio. Perché per Livio Proli, il manager italiano divenuto amministratore delegato di Missoni nel 2020 dopo una lunga carriera trascorsa ai vertici di Giorgio Armani, prima si fa e poi si racconta. Durante la pandemia Proli ha studiato la situazione e aperto una riflessione con la famiglia fondatrice del marchio che ha portato Angela Missoni a lasciare la direzione creativa per dedicarsi al ruolo di presidente della società. Proli è intervenuto anche sulla struttura manageriale, costruendo un nuovo team composto da professionisti in larga parte abbondantemente under 40. Ha lavorato sul potenziamento della distribuzione, previsto una serie di colab (si inizia con Acbc), messo ordine nelle licenze, internalizzando la linea casa attraverso l’acquisto di T&J Vestor. E, soprattutto, è intervenuto sul prodotto, con l’obiettivo di posizionarsi nel segmento lusso, «ma facendo attenzione al value for money». Adesso che la riorganizzazione è stata fatta e il terzo capitolo della maison è pronto a cominciare, il ceo di Missoni annuncia l’intenzione di arrivare in quattro anni «a 150 milioni di euro di ricavi. Sono ottimista, è un progetto solido e c’è grande armonia tra i soci». Alla sfilata di settembre, per la prima volta, a disegnare le collezioni non sarà qualcuno della famiglia, ma Alberto Caliri. Come la vede?

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Caliri è una garanzia di continuità, perché è da 15 anni che affianca Angela allo stile. Da gennaio ha preso in mano la collezione: la cruise 2022 è un assaggio di quello che sa fare e a settembre vedremo la sua interpretazione del dna Missoni.

Prima di diventare ceo di Missoni, Livio Proli per 10 anni è stato top manager di Giorgio Armani

Si tratta di una scelta transitoria? Né a tempo, né definitiva: Alberto se la gioca, vediamo cosa succederà. Sono state prese in considerazione anche altre ipotesi, ma per il momento vogliamo dare l'opportunità a questo designer, che conosce bene il marchio, di tirare fuori il lato nuovo di Missoni.

senza disorientare la clientela storica. Sarà un percorso innovativo, fatto di collaborazioni speciali e selezionate, ma anche di riprogettazione delle collezioni: potenzieremo l'offerta daywear, perché non possiamo più accontentarci del successo dell'offerta sera e del beachwear, attualmente i nostri best seller. Anche il menswear va ripensato: sarà uno degli asset della crescita dei prossimi tre anni. Ci aspettiamo molto dallo sportswear, attualmente una componente della collezione moda, ma che presto potrebbe tornare ad essere indipendente, con il rilancio della linea Missoni Sport.

Qual è questo lato nuovo? Vogliamo dimostrare che Missoni e le nuove generazioni parlano lo stesso linguaggio. Millennials e Gen Z danno valore a empatia e diversity, caratteristiche che accompagnano il marchio sin dalla nascita. Da qui partiremo per costruire un linguaggio nuovo e moderno per dialogare con il consumatore under 35,

Quali sono gli obiettivi fissati dal piano strategico 2021-25? Il 2019 l'avevamo chiuso a quota 110 milioni di euro e nel 2020 ci siamo difesi al meglio, ma le vendite sono calate del 33%. Il primo trimestre del 2021 sta facendo vedere segnali positivi: le vendite globali sono a +20,5%, con l'homewear e l'e-commerce best performer 9


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