INTERVISTE PERSONAGGIO di Silvia Ragusa
Andrea Rotti AMMINISTRATORE DELEGATO, ERSEL
“NOI, IL MADE IN ITALY DEL PRIVATE BANKING” Due realtà che si uniscono, oltre venti miliardi di euro di masse in gestione, 80 professionisti tra Milano e Torino e sette società. Ecco la nuova boutique del wealth management targata Ersel. ’è la storia di due prestigiose boutiques, un forte commitment degli azionisti, una squadra manageriale compatta e di lungo corso. Ci sono oltre 20 miliardi di euro di masse in gestione (16,3 in capo al wealth management), 80 professionisti concentrati soprattutto nel nord Italia (Milano, Torino, Bologna e Reggio Emilia) e sette società. Come a dire, “il miglior made in Italy del private banking”. No, non è la réclame di un manifesto ma la convinzione che sta alla base di un’importante fusione nel panorama del wealth management . Due protagonisti della finanza italiana, Giubergia e Albertini, hanno scelto di unire i loro percorsi per dar vita ad un’importante realtà: Ersel Spa. “Una boutique indipendente di wealth management che vuole offrire un servizio integrato ampio e competitivo”, dice subito Andrea Rotti, amministratore delegato di Ersel.
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I QUATTRO POLI DI ERSEL SPA Già nel 2018 Ersel SIM aveva rilevato la quota di maggioranza di Banca Albertini. Adesso, dopo l’autorizzazione di Banca d’Italia, l’idea diventa concreta: dal primo gennaio arriva una nuova sede a Milano (in via Caradosso), un nuovo nome e una nuova organizzazione. “Abbiamo l’ambizione di essere un player distintivo nel mondo del private banking, attraverso la somma di quattro poli: l’attività fiduciaria, con la nostra società Simon, la banca capogruppo con le attività di gestione finanziaria, molto focalizzate sulla personalizzazione dei servizi, l’asset management, con Ersel AM, di base a Torino, e la lussemburghese Ersel Gestion Internationale, per continuare ad affermare il valore della competenza specialistica negli investimenti che servono anche nell’attività 88 FUNDSPEOPLE I DICEMBRE
di private banking e Online SIM, la piattaforma italiana di distribuzione online di fondi che ha sia una clientela privata sia una clientela istituzionale” spiega Rotti. Un progetto, insomma, costruito negli anni, che trova la sua sintesi in una piattaforma multiservizi per i clienti private di fascia medio alta, in un momento di consolidamento del mercato. “Riteniamo di avere la forza e la dimensione necessarie per far fronte con successo alle sfide della nostra industria, il wealth management, in cui il puntuale rigore normativo fa da cornice al contesto competitivo”, afferma l’amministratore delegato. Non solo. La sintesi porta alla consapevolezza che si cresce anche attraendo nuovi talenti. “Abbiamo già avviato dei colloqui in alcune aree del territorio, per ampliare il numero dei private banker. Il nostro obiettivo è di assumere professionisti, di anno in anno, per allargare il raggio di azione. Siamo presenti in Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna. Vorremmo rafforzarci anche in Veneto e a Roma”.
PORTAFOGLI DIVERSIFICATI Se il private banking ha avuto dei numeri importanti nel corso dell’anno, è anche vero che il panorama generale finanziario rende sempre più necessario ricorrere ad un approccio consulenziale. Non esistono soluzioni prodigiose, come spiega Rotti, tanto più che gli strumenti tradizionali più semplici (leggi le obbligazioni) non hanno prospettive di rendimento. “La boutique lavora sui servizi di consulenza e di gestione personalizzata, soprattutto per la clientela più attenta e sofisticata. Il nostro polo di asset management ha uno storico track record nell’equity italiano ma anche nell’equity internazionale, con prodotti legati all’approccio tematico, in particolare sull’innovazione tecnologica. Portiamo avanti anche strategie alternative liquide, come un hedge fund e uno Ucits specializzati nell’approccio Event Driven”. Poi c’è la spinta verso gli asset privati, che anche i professionisti di Ersel guardano con attenzione. “L’approccio del private banking ai mercati privati è sempre più rilevante. Cerchiamo di offrire una modalità d’investimento tipica dell’investitore istituzionale”. Con Fondaco SGR, ad esempio, Ersel ha lanciato un fondo di private equity. Ma anche un FIA mobiliare chiuso e riservato di diritto italiano, nato dalla partnership con Equiter, investitore e advisor finanziario nel settore delle infrastrutture e dell’innovazione, sulla scia del PNRR. “Stiamo valutando, anche, iniziative di private equity sull’immobiliare e, quando opportuno, abbiamo selezionato alcuni partner con cui realizzare qualificati accordi di distribuzione”, continua l’AD. In fondo il mantra è sempre lo stesso: creare un portafoglio diversificato. E la progettualità europea legata ai fondi del Recovery Fund, d’altronde, porta con sé un maggiore interesse anche per chi fa gestione attiva. “Viviamo una stagione di riforme che fa bene al Paese. Penso alla transizione energetica. Non ci resta che tenere il passo”, conclude.