Rivista FundsPeople Italia n. 62 maggio 2022

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INTERVISTE GESTORE ITALIANO di Raffaela Ulgheri

Mirco Portolani SENIOR PORTFOLIO MANAGER, EUROPEAN AND GLOBAL EQUITY, FIDEURAM ASSET MANAGEMENT (IRELAND) DAC

UNA RISPOSTA ALL’INVESTITORE CON APPETITO PER I FONDI GLOBALI Il Fideuram Fund Global Equity, con Rating FSP 2022, offre diversificazione globale e punta a ritorni superiori al benchmark, con un rischio contenuto.

O

ffrire ritorni superiori a quelli dell’indice di riferimento con un rischio molto contenuto ed evitando esposizioni “involontarie” a fattori difficilmente controllabili. Sono le caratteristiche su cui si puntella l’azione del Fideuram Fund Global Equity, prodotto azionario globale di Fideuram Asset Management (Ireland) dac, che ha ottenuto Rating FundsPeople 2022. “Il fondo è nato nel 2018 in seguito all’idea di rendere più moderna la gamma prodotti Fideuram Asset Management con l’inclusione di una serie di prodotti azionari 100% globali tra cui, appunto, questo comparto”, afferma Mirco Portolani, senior portfolio manager, european and global equity di Fideuram Asset Management (Ireland) dac e gestore del fondo, che ricorda come il Fideuram Fund Global Equity sia nato con l’obiettivo preciso di diversificazione globale e sia rivolto a un investitore più esigente, “che ha modificato il proprio portafoglio rispetto ai decenni passati”. Il fondo matura infatti all’interno della strategia azionaria di Fideuram in risposta a una trasformazione nel comportamento di investimento, passato dai titoli di Stato e dall’investimento in fondi italiani a un interesse crescente verso i prodotti europei. “Oggi gli investitori mostrano un evidente appetito per i fondi globali, che costituiscono di fatto la nuova frontiera della diversificazione”.

STRATEGIA DI INVESTIMENTO

Nella parte dedicata all’investimento nel Vecchio Continente il fondo replica la strategia dei fondi europei: “Il mercato domestico è una delle nostre competenze prin82 FUNDSPEOPLE I MAGGIO

cipali”, specifica Portolani indicando come la strategia sia costruita dal team Fideuram di Dublino. “Su scala globale ci affidiamo alle migliori idee di investimento del nostro team globale, con una forte attenzione alla costruzione del portafoglio, il che ci consente di evitare bias a livello di stile o di fattore. In questo modo – precisa ancora l’esperto –, la performance strutturale del fondo tende a bilanciare l’esposizione rispetto al benchmark (che investe in un universo di riferimento di oltre 2 mila titoli) affidandosi alla stock selection”. Nel momento in cui si scrive, ad esempio, un fattore molto rilevante è quello del rialzo dei tassi: nello scenario globale diversi titoli mostrano una correlazione negativa a tale fattore. “Su questo, e altri fattori, abbiamo inserito elementi nella portfolio construction che ci hanno permesso di tenere in equilibrio il portafoglio. In ultima analisi, dal momento che l’universo di investimento è molto ampio, occorre offrire un ritorno almeno in linea o superiore (come avvenuto nel 2021) all’universo di riferimento, senza discostarsi in maniera importante per orizzonti temporali significativi”. Dalla sua nascita, il Fideuram Fund Global Equity ha avuto un ritorno superiore al 50% circa e oggi raccoglie 700 milioni di euro di masse azionarie. Il fondo prosegue nel percorso di investimento diversificato su scala globale con un peso maggiore per la componente statunitense (circa il 65% del portafoglio), europea (25%) e giapponese (8% circa) ed “esposizioni residuali su altre aree su cui non abbiamo una visione specialistica e utilizziamo future a copertura”, afferma Portolani. Una diversificazione dettata dalla filosofia del comparto che, pur cercando di non discostarsi troppo dal benchmark, opera una gestione attiva “quanto mai adeguata a periodi come quello attuale”. Il riferimento va alla forte volatilità “dettata da un contesto difficile da analizzare, dopo due anni di chiusure e, nel momento della normalizzazione dell’economia, l’emersione di un nuovo fattore legato al conflitto”. Tutti elementi che si vanno a sommare a un fenomeno inflattivo in atto da mesi e alle scelte delle banche centrali. “In questa fase il fondo è stato fedele al proprio orientamento, e la diversificazione ha permesso di contenere rischio ed esposizione pur non trattandosi di un fondo difensivo”, rimarca il gestore riportando come al momento il team di gestione sia impegnato a “mantenere un portafoglio in linea con quello che riteniamo lo scenario più probabile: un rallentamento economico più marcato rispetto all’espansione attesa a inizio anno, ma non una recessione”. L’esperto ricorda infine che la struttura del portafoglio è rimasta invariata, dal momento che “il nostro team lavora su tutti gli scenari e provvede a ribilanciare il portafoglio a seconda di quella che è l’idea predominante della casa a livello di strategia di investimento”.


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