Rivista FundsPeople Italia n. 62 maggio 2022

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INTERVISTE ISTITUZIONALE di Raffaela Ulgheri

ASSET ALLOCATION

Mirko Rugolo

“Lo stato di salute della Cassa è confermato dal bilancio tecnico, nel momento in cui il capitale è remunerato con un rendimento di almeno il 3%”

CONSIGLIERE DI AMMINISTRAZIONE E COORDINATORE DELLA COMMISSIONE INVESTIMENTI, CASSA DOTTORI COMMERCIALISTI

“BILANCIO TECNICO E PORTAFOGLIO STRATEGICO, I PUNTI DI FORZA DI CDC NEL LUNGO PERIODO” La Cassa si prepara alla “sostenibilità” delle erogazioni una volta superata la “gobba demografica”.

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n’entità ancora in fase di “raccolta positiva” ma che, nel lungo periodo, si prepara a mantenere la sostenibilità delle erogazioni facendo leva sui rendimenti. Con ingressi annui nell’ordine delle 1.500 unità in più rispetto ai cancellati, e un rapporto tra pensionamenti e iscrizioni di circa uno a sette, Cassa Dottori Commercialisti (CDC) “si qualifica come una Cassa giovane”, afferma Mirko Rugolo, consigliere di amministrazione e coordinatore della commissione investimenti dell’ente. Questo andamento si riflette anche sulle masse in entrata, “chiudiamo gli esercizi sociali con un incremento annuo nella raccolta che si aggira intorno ai 600 milioni di euro”, specifica Rugolo escludendo (cautamente) l’annualità del COVID (“che è stata particolare, certo, ma non così penalizzante”), mentre le masse complessive si collocano nell’ordine di circa 10,5 miliardi. A oggi l’incremento arriva ancora dall’incasso dei contributi, cui si aggiungono i rendimenti della remunerazione del patrimonio investito. “Il tema è molto importante per la sostenibilità della Cassa – precisa il consigliere –. Far in mondo che, quando la ‘gobba demografica’ sarà superata, e quindi il saldo previdenziale sarà negativo (intorno al 2035 secondo il bilancio tecnico), dovranno sopperire le risorse finanziarie accumulate e capitalizzate fino ad allora. E noi da questo punto di vista siamo confortati da bilanci tecnici molto solidi”. Un percorso giovane, si è detto, ma che affonda le radici in una storia più antica, dal momento che la Cassa nasce nel 1963 come ente di diritto pubblico trasformato, nel ’95 (in seguito al Dlgs 509/94), in ente di diritto privato. Nel 2004 un 86 FUNDSPEOPLE I MAGGIO

altro passaggio: la scelta di adottare il sistema contributivo in luogo di quello retributivo. La “inversione di rotta” provoca qualche scossone nelle varie coorti in quanto gli assoggettati al contributivo emergono “penalizzati”. Per assicurare l’equità intergenerazionale, dunque, “la Cassa ha introdotto dei meccanismi che dessero maggiori benefici agli iscritti col metodo contributivo derivanti da un’aliquota di computo più generosa rispetto a quella di finanziamento, e dalla retrocessione di parte del contributo integrativo nel proprio montante individuale”. Dal 2016 la decisione di concentrarsi anche sulle prestazioni assistenziali, in ottica di “sostenibilità di lungo periodo” garantita dalla base demografica. “Questo non ha determinato un incremento immediato nei numeri, ma ha avviato un percorso con cui ci proponiamo come più appetibili nei confronti delle nuove generazioni”.

LA PREVALENZA DELL’ALTERNATIVO

L’asset allocation ruota intorno a una serie di punti fermi. Il bilancio tecnico, in primis, “ossia lo strumento che, con un orizzonte temporale di 50 anni, consente di individuare i numeri necessari per pagare le pensioni degli iscritti”. Lo stato di salute della Cassa, rimarca Rugolo, è confermato appunto dal bilancio “nel momento in cui il capitale è remunerato con un rendimento di almeno il 3%”. A partire da questo assunto Mercer, advisor di CDC, individua un benchmark strategico e, in relazione a questo, definisce il posizionamento di portafoglio. “Per il 2022, la suddivisione per macro asset class vede l’obbligazionario compreso in una fascia tra il 28 e il 40%, l’azionario tra il 15 e il 22%, il comparto alternativo tra il 30 e il 50% e quello monetario tra lo zero e il 10%”, prosegue l’esperto. Alla base della “prevalenza dell’alternativo”, la motivazione che gli asset illiquidi “permettono di contrastare i fenomeni inflattivi”, attesi già prima dello scoppio del conflitto in Ucraina (anche se non con queste oscillazioni). “Il fatto di aver impostato correttamente l’asset allocation e predisposto strumenti che potessero contrastare i fenomeni inflattivi, o comunque di volatilità del mercato, ha consentito di mantenere una posizione di equilibrio senza riportare perdite o scossoni come quelli riscontrati nella prima fase del COVID (e poi recuperati)”. Nel 2022 il piano di investimenti nell’ambito degli alternativi illiquidi prevede risorse per 700 milioni complessivi, da investire nelle diverse sub-asset class, accompagnate da una “proiezione di tipo internazionale, per una questione di diversificazione del rischio, ma con grande attenzione all’economia italiana”, conclude Rugolo che indica come circa il 36% delle masse investite nel comparto degli illiquidi sia “focalizzato su asset tricolore”.


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