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siste un’abbondante letteratura che riguarda giocatori problematici, ma la vasta gamma delle ricerche compiute su di loro tende a raggrupparli in una sola categoria, “giocatori patologici o ludopatici”. La gran parte dell’opposizione al gioco legale nasce dal costo sociale proveniente dalla dipendenza da esso. Negli ultimi anni c’è stato un grande dibattito sui benefici e sui costi del gioco legalizzato. L’industria del settore sostiene che il suo prodotto è semplicemente un’altra forma di intrattenimento, come andare al cinema e guardare una partita di calcio. Ma molti ricercatori ritengono che il gioco con vincita in denaro sia fondamentalmente diverso da altre forme di intrattenimento in quanto esso, a differenza dei film e del calcio, può portare alla dipendenza. Inoltre, i giocatori dipendenti o patologici sono accusati di infliggere costi elevati alla società. I ricercatori adottano diversi variabili per calcolare tale costo, ma in generale quelli sociali del gioco problematico si suddividono in nove gruppi: costi della criminalità, costi per le imprese e l’occupazione, bancarotta, suicidi, malattie legate al gioco patologico, costi per i servizi sociali, costi di regolamentazione, costi per le famiglie (divorzi) e costi diretti causati dall’abuso. Ma cos’è la “dipendenza”? La definizione scientifica che raccoglie il consenso degli esperti è “malattia neurobiologica cronica caratterizzata da comportamenti che includono uno o più dei seguenti: controllo alterato dell’uso LEDRITTE DELMAESTRO
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di Michael Haile
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Tra giocatori patologici e ludopatici esistono profonde differenze, e l’esperienza internazionale mostra come la “cura” consistente nella sola esclusione non sia efficace nel lungo periodo, che occorra un approccio non ideologico e che punti anche sull’inclusione
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GIOCONEWS #07/08 LUGLIO/AGOSTO 2021
di droghe, alcol, gioco, sesso etc., uso compulsivo e uso continuato nonostante il danno e inabilità nel gestire la brama”. Le parole chiave sono “uso compulsivo e uso continuato nonostante il danno...”. Il problema non è la quantità e neanche la frequenza, ma l’impatto. Si può identificare un giocatore problematico quando si può dimostrare un modello di ossessione mentale e uso compulsivo di prodotti di gioco ripetuto nel tempo e con ricadute. Quando i giocatori si sentono obbligati a persistere, indipendentemente dall’impatto negativo sulla loro vita e su quella degli altri, come familiari, amici e colleghi, li si può descrivere come problematici. La dipendenza ha tre chiare caratteristiche: 1. controllo alterato 2. persistenza o ricaduta, nonostante l’evidenza del danno 3. insoddisfazione, irritabilità e desiderio intenso quando l’oggetto, sia esso droga, attività di gioco o un altro obiettivo, non è immediatamente disponibile. La “dipendenza dal gioco” ha tutti gli elementi distintivi della “ludopatia”, ma si differenzia per un aspetto fondamentale: una persona dipendente da una sostanza o dal gioco può essere curata, mentre un ludopatico, come l’alcolizzato e il tossicodipendente cronico, non può esserlo. Un alcolizzato rimarrà sempre un alcolizzato, come un ludopatico rimarrà sempre un ludopatico; quindi l’unica scelta che hanno, che poi scelta non è, è di non bere o non giocare mai.