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2022_
POLITICA
Roberta Toffanin: «Sicurezza, legalità e regole chiare»
IL•LAVORO NOBILITA IL•GIOCO
Riordino, il pressing dell'Anci
SPECIALE FORMAZIONE
08—SPECIALE FORMAZIONE
La cultura del gioco PERSONAGGI
Francesca Vecchioni Fabio Bacà COVER STORY 22
LASLOTDELMESE
Novomatic Italia Il giusto gioco al giusto giocatore
BALDAZZI TOP 7 DIAMOND | S E T T E G I O C H I I N G R A D O D I B R I L L A R E
ENGLISH PAGES INSIDE
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numero 5
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maggio 2022
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Editore GN Media srl corso Tacito, 101 – 05100 Terni Redazione tel. 0744 461296 fax 0744 461362 redazione@gioconews.it
Lunga vita al gioco legale e ai suoi addetti
Direttore responsabile Alessio Crisantemi Product manager Anna Maria Rengo In redazione Cesare Antonini Michela Carboni Daniele Duso Vincenzo Giacometti Francesca Mancosu Giuseppe Tondelli Hanno collaborato a questo numero Giovanni Adamo Alfonso ‘Alfi’ Amarante Ewa Bakun Michele Bragantini Geronimo Cardia Gianni Carra Steven Carson Marco Fiore Giancarlo Marzo Nashira Hélène Thibault Francesco Scardovi Riccardo Zerbetto Progetto grafico e impaginazione Francesco Bellucci via del Maglio, 6 – 05100 Terni fbellucci@me.com Foto GN Media 123rf unsplash pexels WilliamsEsports Stampa Comunicare srl piazzale degli Eroi, 8 – 00136 Roma Pubblicità Fabrizio Galli mob. 342 5813311 gioconews@gmail.com Alexander Greco mob. 393 9492062 commerciale@gioconews.it Segreteria Natasha Crisantemi segreteria@gioconews.it Reg. Tribunale Terni n. 04/2009 Iscrizione ROC n. 18462 ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA DI SETTORE Testata associata Associazione Nazionale Editoria di Settore L’editore è a disposizione degli eventuali proprietari dei diritti sulle immagini riprodotte nel caso non si fosse riusciti a reperirli per chiedere la debita autorizzazione.
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IL LAVORO NOBILITA IL GIOCO
Prove di normalità, per quanto la guerra consente, per il settore
del gioco, con la progressiva uscita dall’emergenza Covid-19, che per oltre due anni ha aggravato una situazione già fortemente compromessa da quella “Questione territoriale” (come abbiamo iniziato a chiamarla proprio su queste pagine fin quando questa denominazione è diventata d’uso comune) che tarda ancora a trovare soluzione. O meglio, la soluzione ci sarebbe, e si chiama legge delega, ma i tempi per il suo approdo in Parlamento sembrano allungarsi, certamente, in questo caso, anche a causa di altre emergenze che hanno ancora una volta, dopo la pandemia, scompaginato i piani e le attese degli italiani e dei decisori politici. E intanto la scadenza naturale della legislatura si avvicina. In questo contesto, il gioco pubblico cerca la strada per rialzare comunque la testa, per riprendere a generare occupazione e gettito fiscale, oltre che per assolvere appieno le sue funzioni, che sono anche quelle di garantire legalità e di tutelare minori e le fasce deboli. Compiti non da poco, come spieghiamo nello speciale sulla formazione nel settore del gioco che costituisce uno dei punti salienti di questo numero di maggio della rivista. Ma, appunto, la resilienza del gioco, la sua caparbietà, non bastano. E dunque si torna al punto di partenza: la necessità di avviare un percorso di riforma che inizi a mettere mano ai punti più critici del settore. In maniera strutturale, senza dunque saltellare tra una proroga e l’altra, visto che non ci sono le condizioni per indire nuovi bandi, e come stanno (e meno male!) facendo diverse Regioni, finalmente consapevoli del fatto che le loro norme restrittive e proibizioniste non hanno portato agli esiti sperati, e hanno finito solo per danneggiare un settore legale, ricordiamocelo sempre, e i suoi addetti legali, ricordiamocelo sempre, che avrebbero dignità di operare come tutti gli altri settori e addetti. “Di buono”, almeno, la pandemia ha lasciato in tutti, a cominciare dalla classe politica, la consapevolezza che il gioco pubblico nel corso degli anni ha subito un trattamento tanto, troppo viziato da pregiudizi e punitivo. È giunto il momento di invertire la rotta, dando concretezza a questa nuova consapevolezza. Partendo dalle Regioni che ancora non hanno posto riparo agli effetti espulsivi che hanno determinato o che stanno determinando, e proseguendo con il Governo, che deve dare attuazione a quanto più volte ha annunciato e messo per iscritto anche nelle sue leggi di bilancio: il riordino del gioco. Anna Maria Rengo
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EDITORIALE
anno xiv
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2022_
04
POLITICA S O M M A R I O
04. Regole chiare per giocare in sicurezza, legalità e trasparenza La senatrice Roberta Toffanin propone un censimento delle attività per lasciare sempre meno spazio all’illecito
06. Prima è, meglio è
Anci Lazio, capofila del Coordinamento nazionale sul gioco e la ludopatia dell’associazione, non ha dubbi: il riordino non può più attendere, in primis per tutelare davvero la salute dei cittadini
SPECIALE
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ESTERI
26. Tutto il mondo (delle banche)
SCOMMESSE
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è paese
Non solo Italia. Anche in Belgio, dove vige un approccio molto più laico nei confronti del gioco, sorgono problemi con le banche che chiudono i conti alle imprese, e non solo.
30. La forza dell’online NORMATIVA
44. L’evoluzione del betting
incertezze
Da Enada Rimini ad Ice Londra, gli operatori segnano il sentiero dello sviluppo del settore delle scommesse, sia dal lato gestionale dei bookmaker sia nello sviluppo olistico dei concessionari
34. Gioco e pubblicità, tra divieti e 08. La cultura del gioco
Formazione professionalizzante e ricerca scientifica, secondo gli esperti, sono i primi strumenti per combattere davvero il Gap, e cambiare la percezione esterna del settore e rinnovarlo dal profondo
14. Esports, una crescita
continua ma manca professionalità 16. Formazione, per lasciare il segno 18. Un lavoro su cui non giocare
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GIOCONEWS #05 MAGGIO 2022
Il Dl Dignità ha rivoluzionato il panorama nazionale del settore e sulla sua corretta interpretazione è intervenuta l’Agcom. Ma l’attenzione alle appropriate modalità di comunicazione deve ancora essere massima.
36. Il distanziometro sul banco
degli imputati
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dal provider all’omnichannel
46. LEDRITTEDELMAESTRO
IPPICA 48. Rilanciare un’eccellenza italiana Il senatore Patrizio La Pietra, firmatario di un disegno di legge sull’ippica, afferma che occorre volontà e attenzione speciale da parte della politica per il comparto
POKER
INTERVISTE
66. La consapevolezza del pregiudizio/ Uscire da
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pericolosi e affollati luoghi comuni si può. A indicare la strada è Francesca Vecchioni, fondatrice dell’associazione no-profit Diversity, ospite dei Martedì letterari del Casinò di Sanremo.
67. Il lato sociale
del gioco/ Fabio Bacà
54.
Rosa vince la prima Battle azzurra della storia a Malta Negli ampi spazi del Casino Malta il player toscano primeggia su 2.592 entries
56. Tra Italia e Germania il Trucco del successo 58. Il poker è uno sport anche in Brasile
»
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COMMA 7
CASINÒ
60. Verso l’uscita dal concordato
giusto giocatore lavoratori
PROMOSPACE
GIOCO &ARTE
GIOCO &ARTE
DALMONDO
DANON PERDERE
ILUOGHI DELGIOCO
RIFLESSIONI DAORSO
L’OROSCOPO
GIOCO &PSICHE
L’AVVOCATO DELDIAVOLO
english pages
88. Training to leave your mark 90. It’s the same the world (of banks)
94. The future of competitive gaming
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3 GIOCARE GIO CONGUSTO
POKE STRA
LEAVVE DAROO
NTURE EY
GIOCARE GIO CONGUSTO
NUOVE TENDENZE
ment
NUOVE TENDENZE
NEWSLETTER
93. Sustainability, the new key in recruitNEWSLETTER
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LEAVVENTURE DAROONEY
over
LEAVVENTURE DAROONEY
I SEGRETIDEL TAVOLOVERDE
22. Novomatic Italia, il giusto gioco al
82. NUOVETENDENZE 84. NEWSLETTER
GIOCO &PSICHE
PANNONERO
DANON PERDERE
DALMONDO
LOSFIZIO DELGIOCO
Dopo circa due anni di interruzione delle competizioni ufficiali, il movimento del flipper sportivo raggiunge i suoi massimi livelli in Italia
40. FISCO&SLOT 68. GIOCO&SOSTENIBILITÀ 70. L’ORADELGIOCO 72. DANONPERDERE 73. DALMONDO 74. GIOCO&RETAIL 75. GIOCARECONGUSTO 76. ALBARDEGLIESPORTS 77. L’AVVOCATODELDIAVOLO 78. GIOCO&PSICHE 82. LASLOTDELMESE 84. LOSFIZIODELGIOCO 96. OROSCOPO
24. Staff, sempre al fianco di imprese e
L’AVVOCATO DELDIAVOLO
52. Il momento magico in un anno speciale
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aziende
62. PANNONERO 64. LASLOTONLINEDELMESE
LAVLT DELMESE
GIOCO &TECNICA
DANON PERDERE
FLIPPER
PANNONERO
DALMONDO
LOSFIZIO DELGIOCO
Vanni Ferro, presidente dell’associazione New Asgi Italia, sottolinea che la normativa italiana sui comma sette non incoraggia l’importazione di nuovi giochi
L’assessore alle Partecipate della Regione Valle d’Aosta, Luciano Caveri, delinea le prospettive future del Saint Vincent Resort & Casino
LASLOT DELMESE
50. Un codice etico per l’amusement
è l’autore di Nova, uno dei romanzi candidati al premio Strega 2022, nel quale viene raccontata una delle pulsioni dell’uomo, quella per la violenza
rubriche
Roberta Toffanin
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GY
Il comparto vive delle difficoltà per le differenti normative tra Regioni, tra Stato e Autonomie. La commissione rappresenta una sede istituzionale che grazie alle sue attività consente una discussione politica tra tutti gli stakeholder, partendo da dati certi e collegandosi al contesto attuale che è molto cambiato, anche solo rispetto al periodo pre-pandemia.
DALMONDO
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politica
R O B E R T A
T O F F A N I N
Regole chiare per giocare in sicurezza, legalità e trasparenza
Il
di Daniele Duso
comparto del gioco è una vera e propria industria che dà La senatrice Roberta Toffanin propone un lavoro a tante persone e garantisce all’Erario un gettito censimento delle attività per lasciare sempre meno importante. Si tratta, tuttavia, anche di un settore intrinspazio all’illecito secamente legato ad alcune problematiche da affrontare con urgenza, come la regolamentazione che l’intero comparto attende da tempo. Roberta Toffanin, senatrice di Forza Italia, membro della commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico, dimostra di aver piena consapevolezza di questa necessità, a partire da quale ruolo può avere la Commissione sul gioco del Senato nel percorso verso la regolamentazione a livello nazionale del settore. “Il settore del gioco legale rappresenta un comparto importante, basti pensare che la raccolta nel mercato italiano del gioco ha raggiunto 88 miliardi di euro nel 2020, anno in cui la pandemia ha fatto sentire i propri effetti anche in questo settore. Vorrei ricordare che si tratta di un mercato popolato da oltre 500 concessionari autorizzati dallo Stato, 3.200 imprese di gestione e 80.000 punti vendita. 8.721 sono le imprese della filiera diretta con circa 40.000 addetti, che arrivano a 150.000 considerando anche l’indotto. La commissione riveste un ruolo importante rispetto al nuovo regolamento previsto per il settore del gioco. L’approfondimento consentito grazie alle audizioni in corso, infatti, permette di analizzare non solo i risultati economici conseguiti dal comparto e il relativo gettito erariale, ma consente anche di rilevare l’entità del gioco illegale e della ludopatia, che necessariamente devono essere al centro dell’attenzione ai fini della sostenibilità del settore. Questi strumenti ci permetteranno di valutare la legge delega per svolgere un’adeguata attività emendativa al fine di consentire al settore, da una parte, di poter intervenire con regole certe per una propria programmazione, dall’altra di permettere al consumatore di giocare in sicurezza, legalità e trasparenza”. Il sistema di leggi e norme attualmente presente in Italia è comunque all’avanguardia, e come è stato spesso sottolineato, fa scuola anche a livello internazionale. Quali sono, a suo parere, gli aspetti sui quali possiamo migliorare ancora? “Con l’arrivo della pandemia, che come uno tsunami ha travolto tutte le attività commerciali tra cui quella del gioco legale presso i punti vendita e sale gioco, molte di queste attività si sono trasferite sull’online che ha avuto infatti una crescita consistente negli ultimi due anni (più 35 percento), costringendo il settore ad evolversi dal punto di vista delle piattaforme digitali. Questi sviluppi tecnologici hanno modificato profondamente l’industria del gioco creando un nuovo mercato digitale che ora necessita di una risposta nel quadro regolatorio. Risposta che deve esserci anche verso il contrasto del gioco illegale, per cui già l’Agenzia
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POLITICA ROBERTA TOFFANIN
delle dogane e dei monopoli sta intervenendo ampliando i processi regolatori legati alle concessioni, in modo da favorire sempre più le attività legali, con più esteso tracciamento delle transazioni per ottenere un controllo puntuale dei fenomeni finanziari ed effettuare i relativi controlli. Infine, il monitoraggio dei dati sui fenomeni di mercato deve garantire scelte legislative corrette nella distribuzione ricercando l’equilibrio tra i canali distributivi (punti non specializzati, punti specializzati, gioco online) e tra i vari prodotti di gioco (lotterie, apparecchi, scommesse, bingo) evitando distorsioni della concorrenza oltre che l’apertura di spazi per il gioco illegale”. Anche nel recente passato alcune Regioni hanno protratto per settimane discussioni sulla modifica delle leggi regionali che dovrebbero regolamentare il gioco d’azzardo. Molti si focalizzano ancora sul problema delle distanze da luoghi sensibili o sugli orari di apertura degli esercizi, problemi ormai abbondantemente superati dall’aumento del gioco online. Il lavoro della commissione può contribuire a elevare anche la qualità delle discussioni politiche? “Come ho già detto, la commissione sta affrontando tutti gli aspetti legati al settore del gioco, sia legale che illegale, cogliendone le criticità. Il comparto vive delle difficoltà per le differenti normative tra Regioni, tra Stato e Autonomie. La commissione rappresenta una sede istituzionale che grazie alle sue attività consente una discussione politica tra tutti gli stakeholder, partendo da dati certi e collegandosi al contesto attuale che è molto cambiato, anche solo rispetto al periodo pre-pandemia. Pensiamo per esempio all’implementazione del gioco online, che ha rimesso in discussione tutti quegli strumenti di repressione legati ai luoghi sensibili e agli orari di fruizione”. L’illegalità. Uno dei grossi problemi del settore è il fatto che attiri costantemente su di sé le mire di criminali attratti da facili guadagni o da possibilità di ripulire somme di denaro illecite. L’Agenzia delle dogane e dei monopoli in collaborazione con le varie forze di polizia svolte costantemente un gran lavoro di contrasto. Quale sarà il ruolo della commissione nell’affrontare questo problema? “Il tema dell’illegalità in commissione è all’ordine del giorno. Si sono svolte e ancora si stanno svolgendo diverse audizioni proprio su questo tema, dalle quali è emerso che le Forze dell’Ordine si stanno costantemente adoperando per la repressione, mentre Adm si sta concentrando soprattutto sul tema della prevenzione ampliando le concessioni, in quanto l’illegalità si insinua proprio dove viene limitato l’accesso al gioco, andando a colmare quello spazio creato dall’assenza del gioco legale”. Parlare del gioco, oggi, significa fare i conti con l’online, una sezione di quest’industria che si sta sviluppando sempre più, e sempre più velocemente. In tal caso pensa che servano nuove norme o solo una migliore applicazione di quelle già esistenti (e dunque magari maggiori risorse messe a disposizione di Adm e Copregi)? “L’online rappresenta una grande parte del futuro di questo settore come di altri, ed è inevitabile il processo di transizione digitale attraverso tutti i dispositivi mobili. Sarà necessario anche adeguare alcune delle norme già esistenti
verso questo fronte, considerando anche che le piattaforme digitali prevedono il trattamento di dati sensibili legati alla privacy, come i dati personali e bancari. Certamente sarà richiesto il supporto di Adm e Copregi, che sono stati auditi in commissione, per aspetti tecnici legati alla regolamentazione. Il direttore generale di Adm, Marcello Minenna, in commissione ci ha informati della realizzazione di una piattaforma ufficiale - realizzata da Sogei - dove si trovano tutti i circuiti legali di gioco autorizzati dallo Stato, in modo che il consumatore possa riconoscere i canali ufficiali da quelli illeciti. Anche questo mi sembra un passo importante, certo non potrà essere l’unico”. Si parla anche di un settore che rende molto allo Stato italiano, tuttavia, a differenza di tabacchi e alcolici, il gioco continua a portarsi dietro uno stigma negativo. È tutta colpa della politica, come si dice forse troppo spesso in Italia, oppure anche il mondo del gioco dovrebbe cambiare qualcosa? “Ho già evidenziato che il settore dei giochi è molto proficuo per lo Stato italiano, vorrei ricordare i 14 miliardi di gettito che genera per le casse dell’Erario. Il nostro impegno sarà quello di prevenire fenomeni legati alla dipendenza, ma è impossibile arrivare ed eliminare il problema con un colpo di spugna. Così come l’alcolismo e la dipendenza dal fumo non vengono contrastati con l’eliminazione dei superalcolici dagli scaffali dei supermercati e delle sigarette dai tabaccai”. Un altro tema importante è quello della disturbi legati al gioco patologico, problematica subdola, perché rispetto ad altre vista ancora con vergogna e spesso nascosta abilmente da chi ne è affetto e da chi gli sta attorno. Cosa si può fare, a suo parere, per cambiare la percezione del problema sia da parte di chi lo deve contrastare (magari evitando strumentazioni) sia da parte di chi lo vive? “La ludopatia è un aspetto drammatico che caratterizza questo settore e che purtroppo ha portato molte famiglie alla rovina. Però non è limitando l’accesso al gioco che si riesce ad arginare il problema perché subentrerebbe il gioco illegale (e i dati raccolti durante questa pandemia ce l’hanno certificato). Con un censimento delle attività legali invece, sempre più ampliate dalle concesLEI CHI È? !? sioni dello Stato, si può in primo luogo lasciare Roberta Toffanin, nata a Padova il 29 aprile 1968, meno spazio all’illeciè un’imprenditrice italiana e senatrice della to e poi permettere di Repubblica del gruppo di Forza Italia. Dall’aprile monitorare gli anda2021 è responsabile per il dipartimento Lavoro di menti individuando le Forza Italia, mentre al Senato ricopre la carica di situazioni patologiche vicepresidente della 6ª Commissione permanensu cui poter intervenite (Finanze e tesoro), oltre ad essere membro re. È fondamentale che della Commissione parlamentare di inchiesta sul si susseguano campagioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico e della Commissione parlamentare per le gne di sensibilizzazioquestioni regionali. Promotrice di numerose inine e di informazione, ziative legislative è, tra il resto, prima firmataria controlli per limitare il del disegno di legge “Disposizioni in materia di gioco agli assidui conequità del compenso e responsabilità professiosumatori sia sull’onlinale delle professioni regolamentate”. ne che per i giochi in loco”.
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politica
PRIMA È MEGLIO È Anci Lazio, capofila del Coordinamento nazionale sul gioco e la ludopatia dell’associazione che rappresenta i Comuni italiani, non ha dubbi: il riordino non può più attendere, in primis per tutelare davvero la salute dei cittadini
P
di Francesca Mancosu
assano i mesi, e, almeno fino ad oggi, sembra rinviato a tempi migliori l’avvio in Parlamento dell’iter che dovrebbe portare a concretizzarsi il riordino del gioco pubblico, attraverso una legge delega del
Governo. Sì, perché non si può vivere solo a colpi di proroghe – vedi quella, non onerosa, disposta dall’Agenzia accise, dogane e monopoli per le concessioni di slot e Vlt fino al 30 giugno 2023 – e, allo stesso tempo perché è necessario dare urgentemente risposta agli operatori del settore, così come ai tribunali amministrativi e al Consiglio di Stato, sempre più spesso concordi nel richiedere ai Comuni di accertare l’effetto espulsivo dei loro regolamenti nei confronti delle attività di gioco poste nelle vicinanze di “luoghi sensibili” come chiese o scuole. Senza contare l’impasse in cui sono cadute tante amministrazioni territoriali, che – dal Lazio alla provincia di Trento, dalla Calabria alle Marche – hanno già scelto,
o stanno provando a percorrere, la via della proroga delle proprie normative in tema di contrasto al gioco patologico proprio “in attesa del riordino”, per garantire una risposta al comparto e prendere tempo in vista della definizione di una cornice regolatoria omogenea e stabile nel tempo, che tuteli lavoratori e malati in egual misura. Un “nodo” non di poco conto, che, come detto, riguarda molto da vicino i Comuni, chiamati ad attuare le disposizioni regionali, a controllarne il loro rispetto e spesso anche a prendersi cura dei cittadini che si trovano a fronteggiare la dipendenza patologica, direttamente o indirettamente. Proviamo a dipaGIUSEPPE DE RIGHI E LINA NOVELLI
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POLITICA PRIMA È MEGLIO È
narlo insieme con due esponenti di Anci Lazio, FEDERICO FRENI, S OT TO S E G R E TA R I O A L L’ E C O N O M I A capofila del Coordinamento nazionale sulle ludopatie, di cui sono membri: il segretario generale Giuseppe de Righi e Lina Novelli, delegata alle Politiche sociali e welfare. Il Tavolo sulle problematiche del gioco dell’Anci potrebbe diventare un interlocutore ancora più importante e decisivo in vista del riordino del settore promesso dal sottosegretario all’Economia Federico Freni. Quali sono, per sommi capi, le linee d’azione, le iniziative previste per il prossimo futuro anche tenendo conto di questo orizzonte? “L’Anci Lazio, che è capofila del Coordinamento nazionale Anci sul gioco e la ludopatia, sta seguendo la tematica con impegno e determinazione in accordo con tutte le sue componenti, con la partecipazione dei segretari generali, dei rappresentanti regionali ed esperti del settore. Il Coordinamento nazionale rappresenta uno strumento importante di approfondimento dei temi Calabria, Provincia di Trento e Lazio – fino all’attuazione connessi con il gioco e la ludopatia e concorre ad ela- concreta del riordino? borare un organico punto di vista dei Comuni su una “Questo è un aspetto su cui abbiamo in corso una riquestione tanto delicata. Nel corso dell’ultima riunio- flessione anche al nostro interno, ma è chiaro che la ne abbiamo ripreso le fila del percorso, rilanciando la linea principale resta quella di un sollecito riordino capacità di proposta e di operatività dei Comuni, ma della materia a livello nazionale per evitare che singosiamo in attesa del testo del decreto di riordino com- li aspetti localistici giochino un ruolo significativo. La plessivo della materia: su quello ci confronteremo tra nuova legge prima si fa, meglio è per tutti”. di noi e presenteremo le osservazioni che riterremo Che idea vi siete fatti delle misure prese dai Comuni per il necessarie. Aspettiamo pertanto il testo del decreto per contrasto al gioco patologico (limiti orari, distanziometro affrontare in maniera più specifica e puntuale la pro- etc)? Quali dovrebbero essere i loro poteri su questa materia? blematica”. O è meglio lavorare sulla prevenzione? Nel lanciare la sua proposta per il riordino, Freni ha sotto- “Anche se disposizioni a livello comunale possono lineato: “Mettere ordine, con regole uniformi per l’esercizio prevedere provvedimenti relativi sia sul piano degli del gioco, comporterà necessariamente il coinvolgimento di orari che mediante disposizioni strettamente urbaComuni e Regioni nella pianificazione della dislocazione ter- nistiche, è utile considerare che interventi innovativi ritoriale della rete di raccolta che dovrà fondarsi su un com- finalizzati alla prevenzione sono di certo da esaminare plessivo ridimensionamento dell’offerta e su una distribuzio- con attenzione e da ritenere prioritari. Molti Comune territoriale dei punti di gioco che risulti sostenibile sotto il ni, in questo frangente, hanno fatto la loro parte egreprofilo dell’impatto sociale e dei controlli a salvaguardia sia giamente con l’assunzione di ordinanze e/o di regoladella legalità, sia dei soggetti più vulnerabili, minori e affetti menti, che costituiscono spesso delle buone pratiche da disturbo da gioco d’azzardo patologico”. Qual è la posi- da assumere a livello nazionale e lo faremo con una zione di Anci a riguardo e quali punti Anci vorrebbe vedere campagna di informazione e formazione di alta quanel testo del riordino? lità. Ma è prioritario un quadro legislativo nazionale “La funzione di Anci è di analisi successiva alla pubbli- di riferimento su cui poter contare per dare organicità cazione della normativa, l’Associazione sarà attenta al te- alla nostra azione”. sto che verrà presentato per poter poi svolgere il ruolo di Avete avuto modo di seguire la vicenda della proroga dell’encompetenza, mediante un approfondimento dei singoli trata in vigore del distanziometro nel Lazio (fino alla fine di aspetti, anche con il massimo coinvolgimento dei Co- agosto 2022)? Pensate che ci sia margine per concertare una muni. È chiaro ed evidente che la stella polare di Anci è normativa che tenga conto delle esigenze di tutela della salurappresentata dalla necessità di tutelare in primis la salu- te e del lavoro, come richiesto dagli operatori? Considerando te dei cittadini sotto ogni aspetto mediante un’azione di che anche diversi politici laziali ora sembrano concordi sulla prevenzione, che le indicazioni del sottosegretario Freni necessità di una proroga... mi pare raccolgano. Ma è chiaro che il nostro impegno “Su questo tema credo che la normativa di riordino per la diventerà concreto anche attraverso attività di informazio- quale c’è molta attesa sarà di sicuro conforto alle misure ne, formazione ed animazione nella rete delle comunità”. che le Regioni, in generale, dovranno considerare, e penCosa ne pensate della proposta formulata da alcuni esponen- so che la stessa Regione Lazio sarà in grado di prendere ti dell’industria del gioco di prorogare l’entrata in vigore di le giuste decisioni per garantire e concertare le diverse alcune leggi regionali – ad esempio, fra maggio ed agosto in esigenze di tutela della salute e del lavoro”.
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speciale politica PH. AL NIK, UNSPLASH
La cultura del gioco Formazione professionalizzante e ricerca scientifica, secondo gli esperti, sono i primi strumenti per combattere davvero il Gap, cambiare la percezione esterna del settore e rinnovarlo dal profondo. Una volta per tutte. di Francesca Mancosu
“P
er il 2020 i dati occupazionali ricavati dall’osservatorio statistico dell’Inps, in base al codice Ateco 2007, parlano di una notevole riduzione degli occupati, il cui numero è sceso a 32.352 lavoratori dipendenti. Secondo i dati Istat il settore del gioco contava, nel 2018, 9265 imprese, 42.818 occupati, con 15 miliardi di fatturato complessivo e un valore aggiunto di 3 miliardi di euro”.
I NUMERI DEL GIOCO
42.818 n. occupati
COSÌ NEL 2018:
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32.352
2018
9.265 imprese
GIOCONEWS #05 MAGGIO 2022
2021
15 miliardi di fatturato
3 miliardi di valore aggiunto
Basterebbero questi numeri, riferiti dal vice ministro del ministero dello Sviluppo economico, Gilberto Pichetto Fratin, in audizione alla commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico, a illustrare il pesante cambiamento subito dall’industria del settore in termini occupazionali in questi ultimi, pochi anni. Una situazione a dir poco critica, frutto di una serie di fattori, strettamente collegati fra loro. Di sicuro, pesa l’impatto degli oltre 10 mesi di chiusura affrontati dalle attività di gioco terrestre in ossequio alle norme di contenimento della pandemia di Covid-19 in vigore fra il 2020 e il 2021, ed altrettanto pesano le nuove abitudini acquisite dai giocatori in questo biennio, a tutto vantaggio dell’online. Ma la “colpa” di questo scenario non è da ricondurre solo al coronavirus e ai suoi effetti sulla quotidianità di tutti noi. Sull’emorragia di entrate e, di conseguenza, di occupati per il settore del gioco, incide infatti fortemente un
LA CULTURA DEL GIOCO
L’ISTAT
F OTOGRAFA
L A
Parlando di occupazione, i dati più “freschi” al momento disponibili sono quelli forniti dall’Istat e relativi al quarto trimestre 2021, con un focus sulle “Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento”, fra le quali si annovera anche il gioco. In particolare, nello specchietto sulle “posizioni lavorative dei dipendenti per tempo di lavoro e settore di attività economica” si registra una variazione
C RISI
DELL’IN TR AT TEN IMEN TO
percentuale congiunturale e tendenziale pari a meno 0,9 percento rispetto al terzo trimestre. Quanto al “monte ore lavorate e ore lavorate per dipendente” la variazione si attesta su meno 23,7 percento rispetto al terzo trimestre. Il “tasso di posti vacanti” invece è pari al 2 percento. Guardando alle “retribuzioni di fatto, oneri sociali e costo del lavoro per
altro “effetto” quello espulsivo delle attività legali generato in molti dei nostri territori dall’entrata in vigore di normative regionali e provvedimenti attuativi comunali che, come noto, hanno reso fuorilegge esercizi troppo vicini a luoghi sensibili come chiese, scuole o compro oro. Territori che potrebbero diventare ancora di più se non ci saranno nuove proroghe – vedi Calabria, Lazio e Provincia di Trento, solo per citare i casi sotto attenzione nei prossimi mesi – o se non diventerà realtà la legge delega per il riordino promossa dal Governo, per il quale è indubbiamente necessario accelerare i tempi. Come richiesto da Antonio De Donno, procuratore della Repubblica di Brindisi, in audizione alla commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico del Senato a fine aprile, e dagli operatori del settore. Di fronte a questo orizzonte, emerge ancora di più la necessità di garantire un po’ di stabilità e certezze all’industria e ai suoi occupati. Come? Da parte del comparto sicuramente cercando l’unità, per essere un interlocutore ancora più efficace con Governo e politica locale, e lavorando per garantire un’offerta sempre
Ula”, cioè il numero medio mensile di dipendenti occupati a tempo pieno, le retribuzioni segnano un meno 0,3 percento rispetto al precedente trimestre, e un meno 21 percento sui dati grezzi del quarto trimestre del 2020 Infine, guardando al prospetto delle “retribuzioni contrattuali di cassa per dipendente per settore”, nel IV trimestre 2021 la media mensile in euro è di 2.330, con un +0,8 sul quarto trimestre 2020.
più qualificata, responsabile e sicura, puntando anche e soprattutto sulla formazione degli operatori sul territorio, già oggetto di alcuni leggi regionali che ne hanno sancito l’obbligatorietà, con alterni risultati. Uno strumento ritenuto indispensabile anche dal cosiddetto decreto Speranza, che nella seconda metà del 2021 ha definito il “Regolamento recante adozione delle linee di azione per garantire le prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle persone affette dal gioco d’azzardo patologico” e avocato allo Stato tale problematica spingendo sull’obbligo formativo per tutti coloro che nel pubblico o nel privato siano a contatto con un giocatore problematico/patologico o con la sua famiglia. A questo importante tema è dedicato lo speciale protagonista delle pagine seguenti. Cominciamo con le interviste a Ornella De Rosa, docente di Storia del gioco pubblico in età contemporanea presso l’Università degli Studi di Salerno e presidente dell’Osservatorio internazionale sul gioco, e a Cristiano Iurilli, responsabile area legale gruppo di studio Disturbo da gioco d’azzardo dell’Università di Roma Tor Vergata.
DE ROSA «INFORMAZIONE: IL PRIMO PASSO PER SUPERARE I PREGIUDIZI» Conosciamo da vicino le linee di azione e le attività dell’Osservatorio internazionale sul gioco e i progetti in itinere, attraverso le parole della professoressa De Rosa. “L’Osservatorio fin dalla metà degli anni Novanta ha operato come organismo tecnico-scientifico in collaborazione privilegiata con l’Università di Salerno, per poi divenire un affermato polo di ricerca attivando collaborazioni con numerose università italiane e straniere, oltre che partenariati con associazioni ed enti pubblici e privati. I nostri progetti hanno lo scopo di promuovere la cultura alta del gioco e in tal senso vengono svolte varie iniziative di intervento e di orientamento. L’azione di ricerca vede collocato l’Osservatorio in prima linea nello studio delle dinamiche sociali, economiche, culturali e cliniche connesse al sostenuto sviluppo del comparto
del gioco pubblico in Italia e all’estero, per orientare e suggerire linee di sviluppo responsabile del mercato, oltre che compatibili con l’indice di tollerabilità sociale. Oltre a realizzare progetti di ricerca, ci impegniamo anche nella formazione diversificata e su vari livelli rivolta in primis ad operatori del settore e professionisti, ma siamo anche molto impegnati in attività di formazione che aiutano a far crescere nei giovani competenze e abilità civiche”, sottolinea la docente. “Ogni anno sono organizzati convegni e seminari, durante i quali vengono trattati gli argomenti tradizionali su come il settore del gioco si è evoluto e qual è il suo ruolo nella società contemporanea e sono posti in risalto alcuni temi legati alla società, come le New addiction. Per combattere e sensibilizzare sul fenomeno delle nuove dipendenze, si praticano attività di analisi
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inchiesta speciale politica
> del problema, attraverso i progetti di ricerca, nei quali si registra una viva partecipazione anche dalla comunità studentesca. Questa ampia e diversificata attività decennale ha fatto godere l’Osservatorio di importanti riconoscimenti come l’Alto patronato del presidente della Repubblica, fino al 2015, e attualmente il patrocinio del ministero dell’Economia e delle finanze”. L’Osservatorio ha creato il primo insegnamento sulla storia del gioco riconosciuto dal Miur e istituito il primo dottorato di ricerca sul gioco. “Nell’ambito del corso di laurea in Scienze della comunicazione del Dipartimento di Scienze politiche e della comunicazione dell’Università di Salerno è stato istituito il primo e unico insegnamento sulla storia del gioco pubblico in età contemporanea (in verità l’insegnamento di storia del gioco esiste anche presso l’Università di Venezia ‘Ca Foscari’, però analizza l’età medievale). Obiettivo del corso è illustrare alle nuove generazioni i tratti peculiari della disciplina gioco pubblico e come questo settore sia strettamente connesso con le dinamiche che interessano la nostra società, sotto i più diversificati profili: economico, sociale, medico, giuridico, culturale, letterario. Diversamente con il segmento di dottorato di ricerca rivolto allo studio del gioco pubblico, i ricercatori si impegnano ad analizzare con metodo scientifico gli aspetti peculiari del settore ludico, ampliando il ventaglio di informazioni a disposizione della comunità scientifica e offrendo una soluzione a temi e argomenti che sono stati fin ora trattati con pregiudizio o superficialità”. Ne approfittiamo per chiedere alla dottoressa De Rosa quali dovrebbero essere, in virtù della sua esperienza, gli strumenti di intervento e sostegno ai giocatori patologici che gli operatori dovrebbero conoscere e quali, invece, quelli che a suo avviso molti ignorano ancora. “L’Osservatorio, restando saldamente ancorato ai principi dettati dal suo fondatore, il professor Giuseppe Imbucci, si occupa anche di indagare sui più efficaci strumenti di tutela contro le possibili tracimazioni problematiche date dalla dipendenza da gioco d’azzardo. Credo che uno strumento fondamentale per arginare il problema e le difficoltà degli operatori sia l’informazione. Un’informazione aggiornata costantemente e a 360 gradi permette ai vari operatori di occuparsi nella maniera più opportuna di eventuali giocatori problematici e intervenire in modo tempestivo e adeguato nel caso fossero di fronte a situazioni difficili”. La formazione, prosegue la presidente dell’Osservato-
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rio internazionale sul gioco, “è un elemento necessario e imprescindibile per i vari tecnici del settore, ma dovrebbe essere uno strumento utilizzato anche dai giocatori. Nella maggior parte dei casi è proprio la mancanza di una corretta formazione ed informazione che fa nascere pregiudizi e limiti, oltre che rivestire il settore del gioco pubblico di un abito che mette in risalto solo le peculiarità negative, molto spesso anche senza alcuna veridicità scientifica. È quindi di fondamentale importanza rendere nota la cultura alta del gioco e diffondere le peculiarità della materia e come questa sia alla base una semplice e positiva attività umana. Per tali ragioni, oltre ai vari progetti di ricerca, abbiamo attivato anche corsi di aggiornamento e perfezionamento diretti ad operatori e tecnici del settore che possano formare sull’evoluzione del fenomeno ludico e forniscano le giuste competenze per conoscere ad ampio spettro la materia e quindi anche aspetti patologici, le presunte cause che li originano e le soluzioni da adottare per fronteggiarli”. Una visione a 360 gradi, quindi, che dovrebbe essere presente anche nella futura riforma del gioco pubblico per tutelare gli interessi degli operatori del settore e gli aspetti socio-sanitari, come rimarca la professoressa De Rosa. “Bisognerebbe diffondere il concetto di ‘Cultura alta del gioco’. L’attività ludica si svolge in tempi e spazi ben definiti e racchiude in sé un importante valore biologico. Si potrebbe inserire nel programma di riforme una stringente formazione per tecnici e operatori e quindi fare in modo che si inizi a lavorare nel settore ludico solo in seguito ad un’adeguata preparazione. Ciò permetterebbe di sconfiggere molti pregiudizi che purtroppo nel corso del tempo si sono costruiti intorno al gioco pubblico, proprio a causa della mancanza di conoscenza. Credo inoltre che gli operatori delle varie compagini del settore gioco dovrebbero lavorare in sinergia, andando oltre la visione del singolo e creando un sistema basato sulla maggiore collaborazione e unione di interessi. Per ottenere ciò oltre alla disponibilità di chi lavora nel settore, occorre un ordinamento legislativo che possa finalmente dargli stabilità, con un quadro normativo che sia uguale per tutte le regioni. I vari provvedimenti attuati fin ora nelle differenti regioni e comuni creano solo confusioni e disuguaglianze. Infine, inserirei sanzioni più severe per coloro che utilizzano illecitamente apparecchi da gioco legali e illegali, così da proteggere l’industria ma anche il consumatore che utilizzando i circuiti illegali può essere più facilmente vittima di modalità di gioco non controllate e nocive poiché associate a fenomeni di criminalità organizzata, come ad esempio l’usura. Questi sono solo i primi accorgimenti che mi vengono in mente, ma sicuramente lo scopo fondamentale del legislatore dovrebbe essere proteggere il settore. Solo attraverso la giusta attenzione al gioco pubblico, si riesce a dare adeguata attenzione anche al consumatore/ giocatore sociale”.
LA CULTURA DEL GIOCO
IURILLI «AL VIA IL CORSO SU GIOCO RESPONSABILE E GAP» Il nostro approfondimento prosegue con Cristiano Iurilli, responsabile area legale del gruppo di studio Disturbo da gioco d’azzardo dell’Università di Roma Tor Vergata, nonché coordinatore del corso “Giochi, scommesse e misure per la promozione del gioco responsabile. Il Gap” che prenderà il via il 19 maggio di quest’anno. “Noi riteniamo innanzitutto che il gioco ed in generale l’attività ludica abbiano da sempre fatto parte della natura umana, rappresentando un bisogno irrinunciabile sia come stimolo di crescita che di sviluppo e di socializzazione. Tuttavia, nella realtà contemporanea la pulsione al gioco ha esasperato - nei singoli e nella collettività - atteggiamenti patologici o problematici che possono trasformare la gara, la scommessa ed il gioco in generale, da strumenti di libertà a forme di costrizione psicologica. In una visione ampia del concetto di gioco a caratterizzazione economica, si pone il problema di affrontare, non solo a livello giuridico bensì anche e specialmente in relazione ai profili di marketing responsabile, le delicate dinamiche che legano il gioco pubblico, i divieti in materia, le esigenze di tutela dei giocatori-consumatori e l’attività commerciale delle imprese del settore, e ciò in una visione necessariamente multidisciplinare. La facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università di Roma Tor Vergata, nell’ambito delle attività del ‘Gruppo studi e ricerche diritti e salute del giocatore-consumatore. Settore dei giochi e delle scommesse’ che nel corso degli ultimi quattro anni si è dedicato alla ricerca sulle dipendenze comportamentali e in particolare allo studio dei Disturbi da gioco d’azzardo (Dga), e dopo aver istituito, già dal 2017, il primo corso universitario dal titolo ‘Ludopatia. Gioco d’azzardo patologico e social network nell’era di internet’, per l’anno accademico 2021/2022 ha istituito un corso di formazione professionalizzante dal titolo ‘Giochi, scommesse e misure per la promozione del gioco responsabile. Il Gap’. Il corso, che per la prima volta in Italia si inserisce pienamente all’interno delle linee guida del cosiddetto decreto Speranza del 19 luglio 2021 in cui viene data massima evidenza alla prevenzione, ed i cui destinatari sono riconducibili a più ampi settori, quali le Aziende sanitarie locali, i medici di base, le Regioni, i dipendenti dell’Agenzia accise, dogane e monopoli, intende affrontare la tematica del gioco allorquando esso diviene problematico e patologico, approfondendo aspetti legali, clinici (di sintesi) e reputazionali, riconoscendo la rilevanza delle tre linee guida del decreto Speranza, ovvero la prevenzione attraverso iniziative di carattere educativo ed informativo, la prevenzione attraverso azioni di formazione e la prevenzione attraverso campagne di sensibilizzazione. Ed è proprio sulla formazione che il decreto Speranza sottolinea il cosiddetto
‘primo livello di responsabilità’, individuato nel primo punto di accesso ai servizi, in relazione al quale si chiede un sostanziale ripensamento delle competenze di tutti gli operatori che si trovino a contatto con il pubblico”, spiega Iurilli. Per il professore è “tuttavia chiaro che, essendo il problema del Gap e della sua prevenzione, elemento che deve caratterizzare anche l’organizzazione interna delle imprese del settore, un adeguato approccio formativo, informativo ed organizzativo fa sì che il corso sia funzionale anche all’implementazione delle competenze di tutti i livelli manageriali delle citate imprese. Il corso, che si svolgerà presso la facoltà di Medicina e chirurgia, sia in presenza sia su piattaforma Teams, si articolerà in cinque insegnamenti per un totale durata di 32 ore, e vedrà un riconoscimento di 6 Cfu universitari. Al termine del corso sarà rilasciato l’attestato di frequenza a firma del coordinatore e del direttore del Dipartimento. Il corso, che come detto si articolerà in cinque insegnamenti, comprenderà i seguenti moduli: Inquadramento generale gioco pubblico ed analisi della domanda di gioco, all’interno del quale si approfondirà la regolamentazione del gioco pubblico, le tipologie di gioco pubblico e i diversi regimi concessori, le caratteristiche dell’offerta di gioco e dei canali distributivi, i valori di mercato; Il marketing responsabile, ove si approfondiranno le tematiche relative allo sviluppo del marketing socialmente responsabile come conseguenza della trasformazione socioeconomica della società; si definirà il marketing responsabile evidenziando le differenze tra marketing tradizionale e marketing socialmente responsabile, anche come strumento per condizionare la condotta dei consumatori verso un consumo responsabile del gioco; Il gioco responsabile ed il ruolo della comunicazione, che affronterà il tema del customer journey del giocatore online e fisico, le misure di prevenzione e contrasto del Dgs per tipologia di gioco,
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> gli strumenti per la promozione del gioco responsabile nelle varie fasi del customer journey del giocatore ed il benchmarking internazionale delle misure di gioco responsabile adottate; Contratto e gioco d’azzardo patologico. Il giocatore come consumatore. Le tutele contrattuali, ove si analizzeranno il gioco e la scommessa nella loro visione contrattuale, le categorie e tipologie di giochi, il gioco online, le nuove forme di giochi e sommesse come le scommesse finanziarie, i social network ed il gaming Ove peraltro si approfondiranno la tutela del consumatore-giocatore, i temi dell’informazione e della pubblicità, la gamification ed i suoi collegamenti con la gamblification, nonché le problematiche relative al game for fun, gli esports e le ticket redemption; le tutele legali assistenziali e cliniche, la funzione degli intermediari bancari e degli intermediari nella prevenzione e controllo del Gap, relazioni con i presidi antiriciclaggio, modulo ampiamente multidisciplinare ove si affronteranno le dinamiche cliniche ed assistenziali relative al Gap, le dipendenze, i livelli essenziali di assistenza, il sistema delle limitazioni alla capacità di agire dell’uomo, in relazione agli istituti della interdizione ed inabilitazione e dell’amministrazione di sostegno, ma si affronterà la tematica anche da un punto di vista organizzativo delle aziende di gioco, portando l’attenzione sui modelli di vigilanza 231/01, la disciplina contro la lotta al riciclaggio ed il nuovo reato di autoriciclaggio, le problematiche inerenti l’erogazione del credito e rapporti con il Gap ed il problema del sovraindebitamento delle famiglie. Tra i docenti del corso annoveriamo sia professori della nostra università, sia esperti di marketing relazionale e reputazionale sia dirigenti di Adm. Il corso inizierà in data 19 maggio ove vi fosse la copertura dei posti minimi previsti per il suo inizio”. In tema di sostegno dei giocatori patologici, Iurilli rileva in generale “una scarsa conoscenza sia dei presidi clinici e sanitari a cui potrebbero accedere i giocatori, sia dei presidi giuridici idonei a bloccare le conseguenze patrimoniali negative del gioco, quali ad esempio la legge sul sovraindebitamento o le nomine di amministratori di sostegno. A ciò aggiungo che molto spesso vi è una scarsa cultura dei diritti dei consumatori/giocatori ed una altrettanto scarsa cultura sugli strumenti bancari collegati al gioco ed alle scommesse ed i rischi collegati. Sarà tuttavia necessario realizzare delle proposte formative che in molti casi saranno adattate alle varie categorie di discenti, siano essi dipendenti dei concessionari, operatori socio-sanitari, forze dell’ordine o dipendenti
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pubblici. In tal senso stiamo predisponendo un modello di formazione adattabile alle varie esigenze”. Venendo alla stretta attualità chiediamo al professore dell’ateneo romano un commento sulla proposta di riordino del gioco pubblico avanzata dal Governo, e sulla necessità, sottolineata dal sottosegretario Federico Freni, di “garantire la tutela del giocatore attraverso le sale pubbliche in cui si esercita il gioco, definire un sistema coordinato sanitario, di comunità e di filiera per la lotta ai comportamenti patologici mediante l’attivazione di una rete integrata di soggetti che, dagli organismi di territorio agli operatori della filiera (a contatto con i giocatori, quindi con una formazione ad hoc), possa operare come un sistema di protezione e pronto intervento nei confronti dei soggetti a rischio, attraverso un approccio complessivo ai loro problemi di dipendenza”. “Sono d’accordo innanzitutto nel dare evidenza alle necessità di tutela collegate al ‘gioco’ in sé, sia esso a caratterizzazione economica sia esso ‘for fun’. Poi se mi si chiede se l’ambiente di gioco ed i comportamenti e relativi controlli nell’ambiente ludico siano fondamentali per prevenire il fenomeno, sono ampiamente d’accordo. È necessario realizzare un sistema compliant ad un modello in cui l’ambiente di gioco, sia esso fisico sia online, permetta al giocatore la più chiara informazione sugli elementi essenziali del gioco, sul suo funzionamento, sui rischi connessi e sugli strumenti di tutela del giocatore e della sua famiglia”. Anche Iurilli poi, come De Rosa, rimarca il bisogno di creare una “cultura del gioco”, partendo dall’assunto che “cultura è conoscenza, coscienza e consapevolezza. Cultura del gioco, come detto, significa andare oltre la componente dell’azzardo, iniziando una riflessione che parta dal gioco come elemento che entra nella cultura dei cittadini sin dalla tenera età. Così come con i game for fun si inizializza un cittadino alla cultura del gioco, essa deve permeare l’educazione del cittadino sin dalla minore età, accompagnandolo in un percorso formativo, anche di stampo scolastico, idoneo tendenzialmente a far assumere comportamenti equilibrati nella fruizione del gioco e della scommessa”. In quest’ottica, l’attesa riforma del gioco per Iurilli dovrebbe “realizzare un sistema di tutela e regolamentazione certamente a livello nazionale, mediante strumenti di regolazione che comunque possano adattarsi alle varie esperienze regionali e territoriali. E qui credo che la ricerca scientifica, anche a livello territoriale, possa rappresentare un volano di studi ed interpretazione di dati statistici, economici e clinici, che possano e debbano essere utilizzabili per proporzionare, con efficacia, le norme nazionali alle esigenze territoriali. L’aspetto che ritengo importante è quello di un sistema di regolamentazione che faccia sedere al medesimo tavolo i diversi soggetti che risultano connessi al settore: le pubbliche amministrazioni, i concessionari, le associazioni di categoria, le Università e, non da ultimo, le banche presso le quali transitano le operazioni economiche connesse al gioco”.
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VALERIO GALLO [PH. WILLIAMSESPORTS]
Esports, una crescita continua, ma manca professionalità
di Daniele Duso
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opo gli sviluppi del settore degli ultimi anni, dopo il boom legato alla pandemia e l’interessamento del Coni e di molte aziende sponsor, la scena esportiva italiana è molto cambiata. Rimangono tanti tasselli da sistemare, ma già rispetto al periodo prepandemico la situazione sembra molto diversa, con la nascita di competizioni nazionali, il consolidamento di organizzazioni importanti e la conferma di grandi campioni ormai identificabili anche al di fuori dalla nicchia del gaming. Ma quanto è cambiato effettivamente questo settore può dirlo solo chi lo vive quotidianamente, per questo abbiamo realizzato un’inchiesta, che verrà pubblicata integralmente a inizio maggio su Esportsmag.it, raccogliendo le voci dei protagonisti, giocatori, imprenditori e altri professionisti del settore, chiedendo loro com’è, oggi, lavorare negli esports, in Italia. Conferma che “il settore è in continua crescita da un punto di vista di numeri, audience e di interessamento da parte dei partner” Federico Brambilla, presidente e co-fondatore del team exeed, uno dei più attivi in Italia, capace di stringere accordi con aziende come Adidas, Red Bull, Lg, Open Fiber, Corsair. “Fare esports oggi in Italia – spiega - è un attività lavorativa a tutti gli effetti, ma solo pochi riescono a farlo perché quella che manca più di tutto è una professionalità a 360 gradi”. Anche Fabio Battista, co-founder di Pro2Be, la prima agenzia di esports management in Italia, sottolinea che “siamo in crescita e che si sono create sempre più figure professionali che lavorano a tempo pieno in questo settore. Un esempio
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sono squadre di calcio come la Roma che hanno assunto un proprio esports manager o chi come noi ha creato la propria azienda buttandosi completamente in questa avventura. L’ambiente di lavoro è sicuramente diventato più attento e preciso, la crescita si nota soprattutto negli eventi dal vivo dove chi non è riuscito in questi anni a fare uno step in avanti a livello di professionalità inizia a subirne le conseguenze sia dai player che dagli addetti ai lavori. E non nascondo che ci sono ancora molti margini di miglioramento”, conclude. In leggera controtendenza Fabio Cucciari, Ceo del team Reply Totem, secondo il quale “l’esport in Italia è ancora agli albori. Sicuramente la pandemia ha velocizzato il processo di sensibilizzazione e di presa di coscienza del settore da parte di moltissime persone, soprattutto i genitori, ed è un passo avanti importantissimo per il nostro ecosistema, che vede nell’allargamento della community gaming un punto focale per la crescita delle aziende. L’avanzamento del nostro settore ha anche portato il Coni ad interessarsi di più al nostro settore, e questo non può che essere un bene a lungo termine per avere un ambiente che possa essere sostenibile per aziende e privati che vogliono investire. Una regolamentazione che porterebbe giovamento sia ai giocatori che avrebbero più opportunità e tutele, sia alle aziende che avranno più facilità e più supporto nell’organizzazione di eventi. Oggi si può vivere di esport
Nell’inchiesta realizzata da Esportsmag.it in occasione della Festa del Lavoro le parole degli addetti sulla dimensione degli sport elettronici, oggi, in Italia ma è necessario disporre di specifiche competenze ed essere mentalmente elastici, capaci di adattarsi, perché si tratta di un settore in continua evoluzione ed attento alle mutevoli esigenze dei più giovani”. Pensa che il mondo degli esports sia evidentemente cambiato Gianluca Matelli, presidente di una realtà ancora diversa, quella dell’Asd Sportivamente, che rappresenta la Carrarese Esports. “Ma è solo la punta dell’iceberg”, spiega. “Fare esports attualmente è un’attività lavorativa, ma per pochi. Ci sono ottime prospettive che lo diventi per molti, soprattutto per i players, ma perché questo succeda è fondamentale che gli esports entrino nell’elenco delle discipline riconosciute dal Coni, e a quanto pare dovremmo esserci. Questo passaggio è fondamentale per far sì che i players possano essere ricompensati con compensi sportivi, come avviene, per fare un esempio, con i calciatori dilettanti”. Che il settore stia crescendo e che ci sia “più consapevolezza riguardo alla figura del pro player o del talent” è invece il pensiero di una top player come Elena “Hevnokat” Coriale, la gamer di Fifa più forte in Italia, secondo la quale “da anni all’estero è un lavoro così come il pro player viene considerato un atleta, delle volte anche da un punto di vista normativo. In Italia se vai in giro a dire che sei una videogiocatrice professionista può purtroppo capitare di non essere ‘ben visti’ per usare un eufemismo. Ci sono ancora alcuni stereotipi da superare, allo stesso tempo sono fiduciosa perchè se ripenso anche alla mia personale carriera si sta migliorando di anno in anno”.
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di Daniele Duso
tempo l’Università del Nevada, Las Vegas, International gaming institute (Igi) fornisce all’industria del gioco soluzioni basate sulla ricerca, approfondimenti all’avanguardia e formazione altamente specializzata per i dirigenti. Descritto come la “capitale intellettuale globale del gioco” dall’ex governatore del Nevada Brian Sandoval e “The Harvard of Gaming” da Global gaming business, l’Igi ospita diversi percorsi di approfondimento sul tema del gioco, e in particolare del gioco responsabile e iniziative quali il Center for gaming innovation, l’International center for gaming regulation e l’Expanding and Leaderverse. Ognuno di questi risponde a un’esigenza peculiare, e vitale, per l’industria del gioco globale, per la quale l’Igi funge da centro di riferimento dove reperire risposte, animato da un team di professionisti riconosciuto a livello internazionale. Per approfondire la conoscenza di questa realtà abbiamo interpellato Craig Ferreira, direttore esecutivo ad interim dell’International center for gaming regulation dell’Università del Nevada, Las Vegas, chiedendogli innanzitutto di presentarci il lavoro svolto in questi anni, spiegandoPROMOSPACE
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Il professor Craig Ferreira spiega che l’obiettivo di Unlv è insegnare agli studenti le migliori pratiche per rispondere alle sfide impegnative che l’industria del gioco deve affrontare oggi
ci verso quali obiettivi punta, e come si inseriscono nel mercato i loro studenti. Professor Ferreira, l’Università del Nevada Las Vegas propone da oltre 25 anni una proposta formativa dedicata al mondo del gioco d’azzardo. Quali sono gli obiettivi che si pone la vostra Università delineando i vari percorsi formativi in ambito gaming e gambling? “L’Università del Nevada, Las Vegas International Center for Gaming Regulation, si concentra su programmi di formazione per regolatori, operatori e fornitori della comunità di gioco globale. Il nostro obiettivo è insegnare le migliori pratiche dal punto di vista normativo per consentire ai nostri partecipanti di rispondere alle sfide impegnative che l’industria del gioco deve affrontare oggi”. Ci sono molti giovani interessati a studiare e comprendere il mondo del gioco? Quali sono i loro obiettivi, le loro ambizioni, quando vengono a studiare a Las Vegas? “Oggi stiamo vedendo molti giovani entrare nell’industria del gioco. La sua crescita fulminea in tutto il mondo testimonia il suo impatto economico positivo e le generazioni più giovani vogliono far parte di questo
FORMAZIONE PER LASCIARE IL SEGNO
settore dinamico. L’obiettivo dei giovani è imparare il più possibile da noi, che siamo l’epicentro dell’accoglienza e del gioco a livello globale, e applicare poi tale conoscenza nelle loro giurisdizioni di origine. Gli studenti che escono da Unlv vogliono lasciare il segno in questa industria”. La vostra attività di ricerca e studio ha portato a cambiamenti nel modo in cui il gioco d’azzardo è regolamentato nei vari stati americani? “La ricerca che l’International Center for Gaming Regulation ha condotto negli ultimi anni ha avuto un grande impatto sull’industria del gioco. Alcuni dei nostri ricercatori hanno testimoniato davanti al Congresso su questioni relative alle scommesse sportive e hanno persino depositato due memorie legali alla Corte Suprema degli Stati Uniti. Poiché i dati sportivi sono così fondamentali per l’industria, alcune delle nostre ricerche si sono incentrate su come e quanto la legge statale possa controllare il flusso di notizie e informazioni sulle scommesse sportive, sollevando questioni critiche sul Primo emendamento e sull’antitrust. Più recentemente abbiamo studiato le scommesse sportive e il rapporto con le nazioni sovrane e i singoli stati in cui operano e quali sono i vantaggi e gli svantaggi dei diversi modelli operativi e tipi di contratti”. Il mondo è cambiato molto negli ultimi venticinque anni, avete individuato date storiche, eventi o invenzioni dopo le quali il mondo del gioco d’azzardo non era più quello di prima? “Negli ultimi anni il drammatico cambiamento che gli Stati Uniti hanno visto nelle scommesse sportive ha avuto un impatto su quasi tutti gli aspetti del gioco. A maggio del 2018 nel Murphy v. National Collegiate Athletic Association la Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che il Professional and Amateur Sports Protection Act del 1992 era in conflitto con il decimo emendamento della Costituzione. Ciò ha aperto la porta ai singoli stati per legalizzare e regolamentare le scommesse sportive. Da allora abbiamo assistito alla crescita più rapida di qualsiasi verticale di gioco nella storia e a un evento che cambierà per sempre l’ecosistema di gioco”. La pandemia è probabilmente un altro degli eventi epocali cui abbiamo accennato, anche se ormai molti elementi suggeriscono che il peggio sia ormai alle nostre spalle. In che modo il periodo del Covid-19 ha influito sul gioco in Nevada e negli Stati Uniti in generale? “La pandemia ha interrotto il gioco a marzo del 2020 e quando i casinò hanno riaperto nell’agosto del 2020 le entrate lorde di gioco in tutto lo Stato sono diminuite del 22 percento con la Strip di Las Vegas in calo di quasi il 40 percento. Da quel momento il Nevada ha raggiunto un record assoluto di 13,4 miliardi di dollari di entrate dal gioco d’azzardo nel 2021. Durante la pandemia il cashless, gli esport e il divieto di fumo nei casinò hanno guadagnato terreno nello Stato e in molte altre giurisdizioni degli Stati Uniti”. Il Pil del Nevada è in gran parte legato al turismo del gioco d’azzardo, quanto ha influito la pandemia sull’economia? Ci
sono state gravi conseguenze per l’industria del gioco d’azzardo e in termini di occupazione? “Quando la pandemia ha colpito gli Stati Uniti nel marzo del 2020 il tasso di disoccupazione del Nevada era di circa l’8 percento. Entro il mese successivo, aprile 2020, il tasso di disoccupazione è salito alle stelle, fino al 28,5 percento. Da allora il tasso di disoccupazione è lentamente diminuito ed è attualmente al 5 percento, secondo il Bureau of Labor Statistics degli Stati Uniti. Sebbene questi numeri siano incoraggianti ci sono ancora carenze di manodopera nell’ospitalità e nelle industrie di gioco in tutto lo stato. Tuttavia le prospettive sono positive per il gioco a Las Vegas. Durante la pandemia sono stati aperti due importanti resort integrati e il traffico dei visitatori è in aumento, così come le future prenotazioni di convegni all’interno della città”. Un’ultima domanda: il gioco d’azzardo può causare seri problemi alle persone. Secondo la vostra esperienza quali possono essere le migliori strategie per proteggere il giocatore assicurando il funzionamento dell’industria del gioco? “Il gioco responsabile è una questione sociale complessa. Il futuro della protezione dei giocatori si concentrerà sui clienti e non solo sulla conformità. I regolatori, gli operatori e i fornitori devono concentrarsi sui risultati misurando le aspettative e la consapevolezza, il che significa educare tutte le parti interessate chiave sulla portata del problema. Promuovere atteggiamenti responsabili positivi e responsabilizzare i clienti è un ottimo punto di partenza. Tuttavia la necessità di finanziare le cure per i bisognosi non scomparirà presto. Dal lato dell’offerta dobbiamo sostenere la progettazione responsabile del prodotto e tutti noi dobbiamo guidare il cambiamento all’interno delle nostre organizzazioni per ridurre lo stigma e far funzionare il gioco responsabile”. LUI
CHI
È? !?
Craig Ferreira è il direttore esecutivo ad interim dell’Unlv, International Center for Gaming Regulation. Si è laureato Summa cum laude presso la California State University, Hayward (East Bay) con una laurea in Comunicazioni di massa e ha conseguito un Mba presso la Aspen University in Colorado. Ha poi trascorso 18 anni nella gestione e nel marketing dell’ospitalità prima di entrare nel mondo dei giochi, nel 2018. Nel suo ruolo presso l’Unlv, Ferreira delinea le strategie che supportano e migliorano la programmazione normativa e le operazioni organizzative del Centro, inclusa la fornitura di seminari e contenuti didattici coinvolgenti per il nostro pubblico di stakeholder di operatori di gioco, autorità di regolamentazione, fornitori e responsabili politici, gestendo le risorse, semplificando e ottimizzando le operazioni finanziarie, fornendo leadership a tutto il personale, stabilendo obiettivi aziendali e consigliando i dirigenti senior all’interno dell’Unlv sui principi fondamentali della mission del Centro.
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Un lavoro su cui non giocare I sindacati di categoria che rappresentano gli addetti del settore sottolineano le difficoltà occupazionali derivanti soprattutto dalle normative regionali ma certamente aggravate dalla pandemia, auspicando un riordino che dia regole certe e che protegga dall’avanzare dell’illegalità, mentre in tema di formazione focalizzano l’attenzione sulla prevenzione e riconoscimento di comportamenti patologici, ma anche su nuove figure professionali. di Anna Maria Rengo
CGIL «RICONOSCERE LA DIGNITÀ DEL SETTORE» Quali sono le principali difficoltà incontrate e rappresentate al sindacato dai lavoratori nel settore del gioco? A fare il punto è Danilo Lelli, della Filcams Cgil: “La prima, che fa da sfondo, è il riconoscimento di questo settore, evitando alcune strumentalizzazioni e semplificazioni. Gli addetti non vogliono sentirsi dire che fanno un lavoro danoso per la società. Essi lavorano in un settore regolato da leggi e concessioni e hanno la stessa dignità degli altri. Svolgono un lavoro che va fatto. A seguire, deve essere riconosciuta la filiera contrattuale, visto che c’è anche la possibilità di fare una contrattazione di secondo livello, come stiamo facendo con diverse aziende così da coprire questo spazio e da
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riconoscere, per esempio, delle quote di salario legate alla produttività”. La pandemia ha lasciato effetti permanenti sull’occupazione nel settore del gioco? “In realtà il sistema degli ammortizazatori sociali ha aiutato molto. Il settore è stato coperto per intero dal Fondi di integrazione salariale e da altri strumenti, e alcune aziende hanno integrato la retribuzione quasi al 100 percento. Quindi sul piano occupazionale c’è stata una tenuta, ma il Covid è stato un acceleratore di processi che ha portato per esempio a una grossa affermazione del gioco online, il che ha impattato su impiegati e aziende, creando l’esigenza di rimodulare l’organizza-
UN LAVORO SU CUI NON GIOCARE
zione del lavoro. Quindi serve nuova formazione, mettere in campo nuove capacità. I due sistemi si possono integrare a dare una risposta aggiuntiva a livello occupazionale”. Grande è l’attenzione che sia a livello nazionale che regionale si pone sulla formazione degli operatori di gioco. In che modo Filcams Cgil sta affrontando questa questione e quanto è importante che chi è a diretto contatto con il pubblico riconosca e prevenga comportamenti patologici? “Il tema della formazione è fondamentale. In una fase di transizione e cambiamento per quanto riguarda la digitalizzazione e l’innovazione tecnologica, siamo impegnati nel chiedere alle aziende di usare i fondi interprofessionali organizzando corsi di formazione che sostengano le nuove figure che si stanno creando. C’è poi da evidenziare il ruolo del settore nel fare in modo che il gioco legale non sia un elemento di pericolo per la società, e dunque l’importanza di avere del personale che sia in grado di riconoscere l’elemento patologico, che intervenga, segnalandolo o prevenendolo, un obiettivo che necessita di un lavoro congiunto tra aziende, lavoratori e sindacati. Questo si lega al tema dei diritti: c’è bisogno che ci siano lavoratori consapevoli dei loro diritti e della possibilità di agire in serenità. Dunque servono rapporti positivi sui posti di lavoro. Dove ci sono lavoratori più garantiti c’è anche più sicurezza sul gioco legale e si lavora meglio sul fronte della prevenzione e della legalità”. Ritenete che quello del gioco sia un settore nel quale le pari opportunità tra uomo e donna siano pienamente rispettate? “C’è molto da lavorare. Tradizionalmente, fino a qualche
anno fa, quello del gioco era un settore molto maschile come occupazione. Ora le donne sono il 40, anche il 50 percento del totale degli addetti, ma quando si sale nella scala gerarchica, nei posti di responsabilità, questa percentuale cala. Con le aziende virtuose lavoriamo per far loro compiere dei passi in avanti dandosi degli obiettivi e portando dentro quelle sensibilità di cui le donne sono portatrici”. In vista del riordino dell’offerta di gioco in Italia, quali attenzioni auspicate che siano destinate nei confronti dei lavoratori del settore? “Intanto che nelle aziende del settore siano applicati i Ccnl sottoscritti dai sindacati maggiormente rappresentativi. Il gioco sta cambiando e c’è più attenzione al mercato, ma chiederemo alle istituzioni competenti di inserire nella discussione sul riordino l’obbligo di riconoscere nei bandi e nelle concessioni le clausole sociali, per la tutela dell’occupazione e dei diritti in caso di cambio di concessione. Noi abbiamo un’idea completa di questo settore e proviamo a sostenerlo in tutte le occasioni possibili. Anche tramite la comunicazione. Dobbiamo parlare a questo settore e alla società in generale, e non attraverso semplificazioni dannose”. A prendere la parola, in casa Cgil, è anche Fabio Scurpa, del sindacato di categoria Slc, che rappresenta i lavoratori dei casinò: “La pandemia ha lasciato degli strascichi, ma non peggio di altri settori come sport e spettacolo, maggiormente colpiti”. E per quanto riguarda i casinò e il loro futuro, “auspichiamo che siano regolati da un contratto nazionale unico per tutte le case da gioco”.
DANILO LELLI
CISL «REGOLE CERTE PER CONTINUARE A PRODURRE OCCUPAZIONE» “Gli operatori del gioco hanno avuto lunghissimi momenti di chiusura totale delle attività; fin da marzo 2020 e fino ad oggi hanno avuto molti mesi di chiusura totale. Inoltre le leggi regionali emanate nel tempo hanno contribuito alla chiusura per cessazione di molte aziende del gioco. Di conseguenza i lavoratori hanno effettuato lunghi periodi di Fis in deroga, limitando fortemente la loro capacità di reddito, e in diversi casi hanno dovuto chiudere consensualmente il rapporto di lavoro e cercare altra occupazione”. Questo il quadro dipinto da Mirco Ceotto, segretario nazionale della Fisascat Cisl, sugli effetti occupazionali, per quanto riguarda il settore del gioco, a seguito della pandemia. Ma ora di che cosa ha bisogno il settore del gioco per continuare a produrre occupazione? “È necessaria una riforma organica del settore, con leggi nazionali che non possano essere stravolte da normative locali. Questo mette tutti sullo stesso piano e evita lo spostamento dei clienti da comuni con norma-
tive più restrittive a comuni meno limitanti”. Verso quali versanti deve orientarsi la formazione degli addetti del settore? “È necessario che tutto il settore vada verso una regolamentazione che, in collaborazione tra le istituzioni e le imprese, controlli il fenomeno della ludopatia. Crediamo infatti che tale fenomeno sia possibile tenerlo monitorato attraverso collaborazioni tra istituzioni, imprese e lavoratori. La formazione dei lavoratori, ma anche dei datori di lavoro, dovrà andare in questo senso: la sicurezza del gioco, anche dal punto di vista sociale”. Come sindacato, cosa auspicate ora che il Governo ha intenzione di avviare un riordino dell’offerta, attraverso lo strumento della legge delega? “Siamo convinti che il sistema gioco vada riordinato ma non vada limitato. Limitazioni e riduzioni dell’offerta di gioco farebbero crescere l’online, oggi poco o niente controllato, e il gioco illegale, che per sua natura esplode se quello legale viene meno”.
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MIRCO CEOTTO
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UIL «RICONOSCERE LA DIGNITÀ DEL SETTORE» Anche Paolo Proietti, della UilTucs, traccia un bilancio pesante degli effetti della pandemia sul settore del gioco, soprattutto per quanto riguarda le ricadute occupazionali. “Non intendo soffermarmi sulle singole, gravi, difficoltà che hanno travolto il settore durante il periodo dell’emergenza sanitaria. Ma basta prendere una, come esempio: le chiusure, protratte nel tempo ben oltre quelle imposte alla stragrande maggioranza delle attività. È chiaro che queste scelte hanno prodotto una serie di effetti sulle attività del settore che, unite ai provvedimenti adottati in molte regioni, hanno messo in seria difficoltà gli operatori. Le criticità si sono inevitabilmente riversate sui lavoratori e le lavoratrici, in termini di sostanziali riduzioni delle retribuzioni e utilizzo massiccio degli ammortizzatori sociali. A questo si aggiunga la produzione legislativa regionale, con l’adozione di procedure e requisiti sempre più stringenti. Penso, in particolare, al distanziometro anche per le attività già esistenti, strumento che ha provocato in molti casi la chiusura delle sale che non sono state riallocate e, di conseguenza, rilevanti esuberi del personale (come dimenticare il caso dell’Emilia Romagna...). Preoccupa molto, in conclusione, la tendenza ad intervenire ex post, mettendo a rischio l’occupazione con effetti strutturali sul sistema che, tendenzialmente, non riassorbirà gli esuberi che si stanno generando”. Quanto è importante la formazione dei lavoratori, in un contesto che si avvia verso la fine della pandemia, ma nel quale deve restare alta l’attenzione? “La formazione e l’aggiornamento delle competenze sono fondamentali nel mondo del lavoro per come lo conosciamo oggi. Possiamo affermare con certezza che la formazione e l’informazione delle lavoratrici e dei lavoratori, in particolare in materia di salute e sicurezza, non sono mai mancate in questi ultimi due anni. La consapevolezza dell’importanza del rispetto delle regole è stata forte. Quando lo si è consentito, gli operatori delle sale hanno dato dimostrazione di responsabilità e consapevolezza dei rischi, oltre a manifestare attenzione in tutte le fasi dell’attività: non ci stancheremo mai di sottolineare che, quando sono state concesse le riaperture, non si sono registrati focolai nelle sale grazie a procedure puntuali e al loro rigoroso rispetto”. Quali sono le esigenze specifiche, in materia di formazione, degli operatori di gioco e come si muove la UilTucs al riguardo, da sola o in sinergia con altri enti? “Se vogliamo guardare al futuro con un minimo di senso della prospettiva occorre rafPAOLO PROIETTI
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forzare le attività formative in materia di ruolo dell’operatore, con attenzione alla sua capacità di relazione e comunicazione con gli utenti, puntando a sviluppare un rapporto empatico con questi ultimi, soprattutto allo scopo di monitorare gli atteggiamenti che possono essere considerati “a rischio” o potenzialmente patologici. Si deve rafforzare la dimensione anche sociale del settore del gioco legale, che va percepito sempre più come argine ai fenomeni ludopatici. Questo può realizzarsi attraverso un arricchimento delle competenze e delle professionalità degli operatori che sono a contatto con gli utenti. Sosteniamo da sempre la formazione continua dei fondi interprofessionali come leva dei processi di accrescimento professionale e della qualificazione: conta molto l’opportunità di accedere ai finanziamenti per la formazione delle lavoratrici e dei lavoratori messi a disposizione dei fondi contrattuali, attraverso bandi periodici e conti aziendali”. Quali sono invece le principali richieste, di tipo generale, che i lavoratori del settore del gioco rivolgono al vostro sindacato? “Anche su questo i problemi non mancano: orari e organizzazione del lavoro, in primo luogo, ma anche stabilizzazione dei tempi determinati e il tema delle indennità, solo per citare alcuni problemi. La pandemia di Covid-19, ponendo l’emergenza come primo fenomeno da contrastare ha inevitabilmente messo in un angolo il lavoro che pure si era proficuamente avviato almeno con alcune delle principali realtà del settore per varare e consolidare le relazioni sindacali a livello aziendale. Oggi, con la possibile uscita dalla crisi sanitaria, si può ragionevolmente immaginare di riprendere il filo delle trattative per migliorare le condizioni di lavoro nel settore”. Il Governo intende riordinare il settore del gioco, dotandolo di norme uniformi sull’intero territorio nazionale. Pensa che questo riordino risolverà i tanti problemi, anche di tipo occupazionale, causati dal proliferare e sovrapporsi di norme regionali e locali? “Il proposito annunciato di voler procedere con un intervento legislativo nazionale che uniformi il quadro normativo di riferimento è senz’altro da accogliere positivamente: uno dei problemi del settore è, infatti, quello della frammentazione. Ma c’è anche la contraddizione delle norme che disciplinano il gioco legale, e che variano, anche in maniera sostanziale, tra regione e regione. A volte perfino tra comune e comune. Non c’è dubbio: un’attività economica autorizzata da una concessione nazionale, dovrebbe trovare la propria disciplina allo stesso livello. Ma assistiamo troppo spesso a orientamenti di cui abbiamo difficoltà a comprendere la ratio. Certamente, in primis, c’è da superare il fenomeno di interventi retroattivi delle diverse legislazioni, che mettono in discussione anche i livelli occupazionali conseguiti nel tempo”.
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Novomatic Italia Il giusto gioco al giusto giocatore L’ O P E R AT O R E P R E S E N TA I L P RO G E T T O D I F O R MAZ IO N E R I VO LT O AL P E R SO N AL E D E L L E P RO P R I E SAL E V LT, C O N L’ O BI E T T I V O D I M E T T E R E A D ISP OSIZ IO N E D E I CL I E N T I D E I V E R I E P R O P R I “ C O N SU L E N T I D E L P RO D O T T O ”
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qualificazione dell’offerta è un elemento imprescindibile per garantire il rinnovamento del settore del gioco, in risposta alle nuove abitudini di consumo emerse nei due anni di pandemia, con la chiusura del comparto terrestre per quasi la metà del tempo.
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Un periodo che ha visto l’accelerazione di trend in atto già da tempo in realtà, e che ha visto molti operatori del settore “approfittare” di questo stand by forzato per investire ancora di più nell’innovazione, del prodotto quanto del punto vendita, a cominciare dalla formazione dei propri dipendenti, tema a cui è dedicato lo speciale al centro di questa rivista. Fra loro si pone senza dubbio in evidenza il gruppo Novomatic Italia, che negli ultimi 24 mesi ha promosso il progetto 4 Assi legato alle quattro direttrici strategiche sulle quali Novomatic ha deciso di investire per rilanciare il prodotto Vlt: Academy, Store promotion, Store automation e Innovation. In questi due anni di oggettive difficoltà per il mercato gaming, il concetto dell’Academy/formazione ha destato grande curiosità e coinvolgimento. La Vlt Academy è il percorso di formazione focalizzato sul prodotto Vlt, con un’attenzio-
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ne specifica sui nuovi giochi e sulla loro proposizione in sala. Tale iniziativa nasce dall’esigenza di arricchire il know how dei propri partner, fornendo loro tutti gli strumenti necessari per comprendere l’offerta Novomatic, che è in continua evoluzione, e conoscerne i dettagli. Il portfolio Novomatic si aggiorna continuamente di nuovi giochi, ognuno dei quali ha caratteristiche innovative che possono essere apprezzate solo se correttamente comunicate. IL CLAIM “Il giusto gioco al giusto giocatore”. Questo il claim adottato da Novomatic Italia nell’ambito del suo progetto di formazione. Infatti, il cliente finale apprezza la presenza di un personale di sala adeguatamente preparato e in grado di presentargli il gioco più adatto conoscendone gusti ed aspettative. L’obiettivo è rendere gli operatori dei veri e propri “Consulenti del prodotto”, punti di riferimento ai quali il giocatore in qualsiasi momento sa di poter chiedere spiegazioni e ricevere supporto sulla piattaforma e sui giochi Vlt Novomatic. COME SI SVOLGE LA FORMAZIONE La formazione viene erogata contestualmente alla distribuzione in sala del nuovo gioco attraverso diverse modalità, direttamente on site o da remoto, coinvolgendo gli operatori di sala e/o le strutture commerciali di riferimento. Tale attività risulta essere molto innovativa grazie all’ausilio di video e demo, che illustrano nel dettaglio le caratteristiche distintive di ciascun nuovo prodotto/gioco e il suo target di riferimento, individuando la modalità più efficace di proposizione in sala. La sessione di formazione prevede anche l’interazione con la platea attraverso l’utilizzo di questionari di riepilogo, finalizzati alla completa comprensione degli argomenti trattati, arricchito da uno spazio riservato alle domande dei partecipanti, che ha lo scopo di generare spunti di riflessione. Tutto questo genera un piacevole e leggero momento di confronto, al termine del quale l’uditore ne
esce arricchito, formato e soddisfatto. Il pacchetto formativo si completa con la condivisione di schede illustrative del gioco, video e audio messaggi di breve durata da distribuire alle sale ed utilizzare ad hoc per informare la clientela sui nuovi lanci. L’EVOLUZIONE DELLA FORMAZIONE Il successo della Vlt Academy ha spinto Novomatic ad investire nella creazione di una piattaforma e-learning denominata “Novolearn” con l’intento di far crescere e diffondere la cultura sui giochi. Lo strumento è stato reso disponibile, in prima battuta, alle diverse strutture interne al Gruppo. Novomatic Italia è una famiglia allargata e come tale ha l’obiettivo di formare le proprie risorse a 360 gradi. Seguendo questa linea, ogni dipendente, che faccia parte del legal o dell’amministrazione, della logistica o delle risorse umane, diventa conoscitore del prodotto, informato, pronto alla comunicazione con l’esterno. Da poche settimane, inoltre, il Novolearn è accessibile anche ai partner esterni con l’obiettivo di renderli autonomi e rapidamente aggiornati sulle ultime novità. IL PROSSIMO STEP Novomatic Italia oggi si propone di garantire la Vlt Academy su un retail strategico che per la sua importanza può essere definito “Network Core”. L’obiettivo è di indirizzare questo tipo di formazione a tutti i partner commerciali e a tutte le strutture o gruppi di sale che sono in grado di cogliere il valore di tale progetto, interpretandolo come una crescita culturale e professionale del proprio retail, al fine di utilizzarlo nella gestione “attiva” dei propri clienti. Questo nuovo processo è già partito: sono state organizzate alcune sessioni formative presso sale Bingo e in location dedicate, messe a disposizione dagli esercenti di importanti gruppi o direttamente dalle concessionarie. Tutto risponde all’esigenza di rendere questo network sempre più evoluto, in linea con la sua necessità di differenziarsi e dare agli operatori di sala il ruolo di veri e propri consulenti di prodotto. Il Network diventa “core” non solo per i suoi volumi di raccolta, ma anche per la qualità del servizio offerto grazie alla competenza raggiunta.
Comunicazione “business to business” a finalità imprenditoriale, commerciale o professionale, ai sensi delle Linee Guida AgCom (Delibera n.132/19/Cons.).
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ata nel 2012, Staff Spa è un’Agenzia per il lavoro iscritta alla sezione I dell’Albo delle Agenzie del lavoro presso il Ministero del Lavoro e P.S. ed è abilitata allo svolgimento di tutte le attività di cui all’art. 20, d. lgs. 276/2003. Società a capitale interamente italiano, Staff ha una presenza capillare in 12 regioni con 38 filiali, costantemente impegnate nella ricerca, formazione e selezione di lavoratori, a testimonianza del profondo legame con il territorio e al tempo stesso di un’altrettanto profonda conoscenza del tessuto produttivo e del mercato del lavoro. Mercato servito attraverso una gamma di servizi che, insieme al core business della somministrazione, vanno a coprire tutte le aree di gestione delle risorse umane: ricerca e selezione del personale, formazione, head hunting, politiche attive del lavoro, welfare aziendale. Solo nel 2021 Staff ha raggiunto ricavi pari a 200 milioni di euro, impiegando in somministrazione più di 17.000 lavoratori presso 2.500 clienti. Staff offre soluzioni innovative e personalizzate per il recruitment, sia per in-
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STAFF Sempre al fianco di imprese e lavoratori carichi in somministrazione di lavoro sia per missioni a tempo determinato e indeterminato. L’esperienza settoriale dei suoi professionisti conferma inoltre la volontà da parte di Staff di portare alle aziende risposte rapide, adatte alla diversità dei loro bisogni e delle loro problematiche, stabilendo così una vera e propria partnership con il cliente.
LA RICERCA E LA SELEZIONE DEL PERSONALE PER IL SETTORE GAMING... Il settore e i prodotti gioco, nel corso della loro evoluzione, sono cambiati rapidamente in base alle necessità, al mercato e agli utenti di riferimento. Un cambiamento che negli ultimi due anni, a causa della pandemia, ha fatto emergere una crescente richiesta di nuovi prodotti, nuovi videogiochi, live betting, mobile e online ed esports, che sempre più si affiancano al mondo delle scommesse e del gioco terrestre con slot e Vlt. Così come i prodotti e le esigenze del settore, anche i ruoli e le mansioni all’interno delle società del gioco hanno subìto una rapida trasformazione. Staff,
grazie a una forte conoscenza del settore gaming, offre consulenza e supporto nella ricerca e selezione di personale, in particolar modo di risorse del mercato gioco, personale per le sale bingo, sale slot e le gaming hall, e sempre più anche di profili tecnici, informatici, manageriali e dirigenziali. Inoltre, per la sua natura di settore competitivo e dalla forte evoluzione tecnologica, Staff supporta le aziende clienti nella ricerca di personale per profili tecnici e di livello manageriale nell’ambito del gioco online, figure sempre più richieste dal mercato.
… E LA FORMAZIONE PER LE RISORSE Staff è convinta che una delle chiavi per governare questi momenti di profonda transizione passi dalla formazione dei lavoratori, per questo rivolge massima attenzione alla formazione che rappresenta non solo un obbligo normativo, ma un dovere sociale che garantisce preparazione, consapevolezza, e credibilità per tutti gli operatori della filiera. Volge particolare attenzione all’ambito del gioco patologico, costruendo percorsi volti soprattutto a garantire la sicurezza degli ambienti di gioco, una condotta responsabile da parte del giocatore e a migliorare lo stato di decoro delle attività stesse. Da diversi anni, alcune Regioni in Italia hanno approvato normative che rendono obbligatori i percorsi formativi per titolari e preposti di sale dedicate al gioco: ad oggi, Staff collabora con enti certificati in Lombardia, Emilia Romagna, Umbria, Marche, Piemonte e Toscana, per l’organizzazione ed erogazione dei corsi. I percorsi formativi sono costruiti sulle specifiche richieste del cliente, sia online che in presenza, e sono dedicati alle normative vigenti in materia di sicurezza e antiriciclaggio, rispondendo sempre alle varie necessità di prevenzione, trasparenza e professionalità richieste.
inchiesta politica esteri PH. BROCK WEGNER, UNSPLASH
TUTTO IL MONDO (DELLE BANCHE) È PAESE di Alessio Crisantemi
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Non solo Italia. Anche in Belgio, dove vige un approccio molto più laico nei confronti del gioco, sorgono problemi con le banche che chiudono i conti alle imprese, e non solo.
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confini nazionali. Escludendo pertanto l’accesso a nuovi competitor appartenenti ad altri Stati membri (se non attraverso partnership con operatori locali). Così, in Belgio, per conseguire una licenza per l’esercizio del gioco online occorre dapprima avere quella per il gioco terrestre e, sulla base di questa, si può prendere la corrispondente licenza per la rete. In termini più semplici: le licenze “base” previste dalla Commission des Jeux de Hasard e che interessano il settore sono la lettera A, che individua i casinò. La lettera B, che individua le sale giochi e la lettera F che individua le agenzie di scommesse. Per ognuna di queste è stata creata l’analoga licenza per il web: ovvero, gli operatori del casinò (solo e soltanto loro) possono chiedere una licenza A+ che gli consente di offrire gli stessi giochi anche sul canale online. Stesso discorso per i titolari di licenza B, per i quali è stata creata la licenza B+ per la diffusione in rete e, infine, per gli operatori di scommesse identificati dalla lettera F, esiste una licenza F+ che consente di offrire anche giochi online ma deve trattarsi, in questo caso, esclusivamente di giochi di “corse” sui quali poter scommettere, come corse di cani, cavalli, auto, e così via. La differenza con le altre normativa adottate in Europa è pertanto evidente: qui è stato eliminato il rischio – oggi rivendicato con forza dagli operatori “terrestri” europei – di subire il peso della concorrenza online nelle proprie sale da gioco, visto che ad offrire il gioco nei due canali sono gli stessi operatori. Certo, è evidente, il tutto va a scapito della competitività, in quanto un’offerta fortemente limitata si rivela tale anche in termini di sviluppo del mercato e del prodotto. Ma è evidente la volontà di mantenimento piuttosto che di crescita di questo mercato. Con lo scopo primario che è quello di far emergere il sommerso piuttosto che fare cassa. Certo, va detto, quello belga è un mercato sicuramente limitato, in quanto riferito a una comunità di “appena” 11 milioni di persone, caratterizzato – com’è evidente – da un’impostazione fortemente protezionistica, mirata però a mettere al sicuro, da un lato, i consumatori, con un chiaro intervento limitativo per prevenire le dipendenze dal gioco; dall’altro, gli addetti ai lavori, garantendo (per quanto poi possibile) pari condizioni a chi opera nei diversi canali di distribuzione e, in particolare, tra gioco fisico e online. Peccato però che a dare il cattivo esempio, al di là del regolatore, è oggi la politica, con la proposta che è iniziata ad aleggiare da alcune parti del Parlamento, di andare a limitare fortemente le pubblicità del gioco. Un’iniziativa comprensibile, tenendo conto del boom di pubblicità – per lo più di bookmaker e casinò online - degli ultimi mesi, che ha alimentato il dibattito anche in un territorio non proprio ostile nei confronti del settore. Ma l’esempio peggiore, come dicevamo in apertura, viene offerto dagli istituti bancari, che in vari casi stanno procedendo con “l’oscuramento” dei conti correnti banPROMOSPACE
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ome un virus, che si diffonde ininterrotto tra paesi diversi e territori, anche l’onda anti-gioco si propaga senza confini, infrangendosi sugli operatori, di varie nazionalità. Finendo con l’investire anche quelle realtà dove, a dire il vero, il rapporto tra gioco e cittadinanza (come pure quello con la politica), sembrava tutt’altro che compromesso. E ben lontano da quanto accade, invece, in Italia. Come nel caso del Belgio, il paese che, in tempi non sospetti, avevamo addirittura etichettato come “Il buon governo dei giochi” (si veda lo “Speciale Belgio” pubblicato sulla rivista di aprile 2013), proprio per sottolineare il corretto approccio del legislatore nei confronti dell’industria, esercitato attraverso la Commission des Jeux de Hasard, quale ente regolatore del mercato. Eppure, anche in una terra così virtuosa dal punto di vista regolamentare, ci si deve scontrare con la nascita di problemi “etici” che – analogamente a quanto accade in Italia – stanno portando all’interruzione dei rapporti in essere tra le principali banche e le imprese del gioco. Una “macchia” sul sistema belga, che lo accomuna ora all’ormai sbiadito sistema di regole italiano, vanificando, in parte, quel buon lavoro che lo Stato era riuscito a fare nei confronti del comparto. In effetti, nel suo modello sui generis di gestione e controllo del mercato del gioco pubblico, il Belgio – a suo tempo - aveva preso in prestito le best practices dei migliori mercati internazionali per creare il suo sistema di regolamentazione, pur proponendo, al tempo stesso, un profilo di interesse che, se esplorato da altri paesi, potrebbe rivelarsi un paradigma su cui tracciare le basi per lo sviluppo di una nuova strategia e un diverso approccio, nei confronti di una materia così complessa, come quella del gioco. Attraverso l’imposizione di un limite di perdita oraria per ogni prodotto di gioco considerato di “azzardo”, il Belgio ha gettato le basi di una vera e propria “rivoluzione” nella regolamentazione del comparto, anche se non è ancora stata seguita da altri. Intanto, però, tutti gli apparecchi che si trovano in territorio belga – e, si badi bene, non si tratta di sole slot machine ma anzi, ad andare per la maggiore sono i bingo flipper (ma in versione a vincita e non come li vediamo in Italia, di puro intrattenimento, che sono presenti in oltre 7mila esemplari) e, da qualche tempo, anche i giochi di dadi – sono omologati sulla base di alcuni algoritmi matematici che tengono conto della massima perdita che quella macchina può creare ogni ora. Per i bingo tale limite è fissato a 25 euro l’ora, mentre per le slot machine arriva fino a 70 euro l’ora; ma queste ultime si possono trovare, a differenza dell’Italia, solo nei casinò (nove in tutto il territorio nazionale) e non in ogni locale pubblico come dalle nostre parti. Ma non è tutto. Con la normativa pubblicata a metà 2011 e attuata durante l’anno seguente, il governo belga ha attivato il proprio mercato del gioco online affidandolo ai propri partner storici e, in particolare, blindando il settore ai propri
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RENATO BAZZARINI
cari alle società di gioco o agli operatori. Creando non pochi problemi ai singoli imprenditori (o, addirittura, ai dipendenti delle società del comparto), che si vedono congelare i propri account, con tutti gli evidenti disagi in termini di operativi, in maniera del tutto ingiustificata. E neppure documentata. Come spiega Renato Bazzarini, direttore generale di Gaa - General Automatic Amusement, società leader nel gaming “terrestre” e titolare della licenza online del brand Goldenpalace.be: “Quello che sta accadendo in questi ultimi mesi è che molte banche stanno chiudendo i conti correnti agli operatori di gioco, ma senza spiegare il motivo. Anche se ci viene riferito, informalmente o indirettamente, che questo avviene perché questo tipo di attività sono ritenute poco gradite, in realtà fino ad oggi non è mai stata fornita alcuna motivazione per iscritto, in nessun caso. Ma purtroppo le norme vigenti consentono agli istituti bancari una certa autonomia operativa nel poter rifiutare i clienti ritenuti non graditi. E non siamo finiti in questa situazione per un motivo specifico o per un elemento scatenante, tenendo conto che in Belgio non si è mai registrata fino ad ora una certa ostilità nei confronti del nostro settore, non essendoci mai stati dei disagi particolari”. Ecco quindi un altro (triste) aspetto che accomuna il Belgio al nostro paese. “Non è un problema del tutto nuovo – spiega - ma è già da qualche anno che accade questo. Il nostro stesso gruppo è stato escluso anche dalla banca con cui lavorava, serenamente, da quasi cinquant’anni, anche se non è avvenuto dalla sera al mattino ma con un preavviso di tre mesi. Ma è stato comunque un disagio immenso. Anche perchè, dopo aver aperto nuovi conti correnti con altre banche, anche queste hanno successivamente adottato provvedimenti simili, riportandoci così al punto di partenza”. Ciò accade, secondo Bazzarini, per via del fatto che gli istituti bancari stanno lavorando al miglioramento del-
LIMITI DI PERDITA CONSENTITI IN BELGIO
25 euro/ora bingo e dadi per il fisico, poker, dadi e altri per online 70 euro/ora per slot, roulette, black jack Esiste un sistema di pre-registrazione obbligatoria per poter aprire conti di gioco online che permette di verificare la maggiore età dell’utente. Il limite di deposito settimanale è fissato a 300 euro mentre la spesa giornaliera non può superare i 100 euro . IN BELGIO SUL TERRITORIO: Al 31 dicembre 2020 erano attive in totale 15.997 licenze (A, A+, B, B+, C, D, E, F1, F1+ e F2).
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la loro immagine pubblica e facendo questo, decidono di eliminare dai propri clienti quelli che si occupano di settori ritenuti “a rischio”, o comunque scomodi da un punto di vista etico. Esattamente come avviene in Italia. Solo che in un certo senso, in Belgio sta andando ancora peggio, come può testimoniare lo stesso operatore: “A me è accaduto, addirittura, che la mia banca di fiducia ha bloccato anche il mio conto personale. Quello come normale cittadino, che è anche co-intestato con mia moglie e non ha nulla a che fare con l’azienda per la quale lavoro”. E aggiunge: “Per il momento per fortuna non tutte le banche stanno adottando questa linea dura, ma un numero sempre crescente di istituti bancari si sta indirizzando in questa direzione, e se continuiamo di questo passo, a breve questo problema investirà l’intera industria. Anche perchè, guardando ciò che è successo a me a livello personale, se mi viene bloccato il conto solo perchè impiegato in un’azienda di gioco, allora lo stesso potrebbe accadere agli altri 410 dipendenti del gruppo”. Per un problema che potrebbe assumere dimensioni spropositate. Ecco quindi che quando si parla di gioco, tutto il mondo è paese. Ma il male comune potrebbe essere affrontato in maniera sinergica, per cercare una soluzione che potrebbe (e dovrebbe) arrivare dall’Europa. “Quando ho letto dei problemi che stavano vivendo gli operatori italiani con le banche – spiega ancora Bazzarini, che con la nostra lingua non ha problemi – ho subito pensato che la situazione si potrebbe affrontare insieme, essendo del tutto analoga”. L’idea, dunque, potrebbe essere quella di promuovere un dibattito pubblico sul tema, di carattere internazionale e magari in sede europea, tenendo conto che proprio in Belgio ha sede la Commissione Europea. Nel frattempo gli operatori belgi stanno lavorando sul tema, anche attraverso l’associazione Bago, che rappresenta i principali operatori locali, la quale ha già chiesto vari incontri a governo e regolatore, anche se – per il momento – l’unico interlocutore che hanno potuto trovare attento e ricettivo, è la proprio l’ente di controllo, cioè la Commissione dei giochi, nella persona del presidente Magali Clavie. Una leader che ha studiato (e citato) più volte il “caso Italia”, soprattutto per quanto riguarda il divieto di pubblicità (proponendo il nostro paese come caso da non seguire...) e che ora ha potuto scoprire altri punti di contatto. Anche se non proprio edificanti. Il resto della storia, per ora, è tutto da scrivere. Ma il fatto di sapere che il problema che sta angosciando un numero crescente di operatori italiani non è soltanto una questione nazionale, non deve soltanto allietare i malcapitati imprenditori, nella logica del “mezzo gaudio”, ma dovrebbe al contrario spingere i diretti interessati ad adottare azioni sinergiche, in modo da esercitare pressioni sulle istituzioni, soprattutto a livello comunitario, per cercare di risolvere a monte, e una volta per tutte, una situazione che grida vendetta, per chi opera nella legalità, nella correttezza e nell’integrità. Ovvero, nel pieno rispetto di ogni etica, a differenza di quanto pensano le banche.
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inchiesta politica esteri
Dal 24 al 26 maggio a Malta è tempo di CasinoBeats Summit, evento ricco di novità e interessanti spunti per il mondo virtuale
LA FORZA DELL’ONLINE
U
na due giorni dedicata al mondo dei casinò. Dal 24 al 26 maggio va in scena a Malta il CasinoBeats Summit, evento targato Sbc Events, che torna dal vivo, dopo lo stop imposto dal Covid. Quali sono le novità e le caratteristiche principali di questo evento dedicato all’industria del igaming? A rispondere è Dennis Algreen, direttore marketing di Sbc: “È fantastico per noi essere in grado di organizzare la conferenza e l’esposizione CasinoBeats Summit a Malta nel suo format completo, dopo essere passati al digitale nel 2020 e aver avuto il permesso di accogliere solo un numero limitato di delegati nel 2021. L’evento è incentrato sull’industria dell’igaming e non c’è davvero posto migliore per metterlo in scena di Malta, dove hanno scelto di stabilirsi tanti grandi operatori internazionali e studi di giochi innovativi. Vedremo molte di queste aziende partecipare alla conferenza all’InterContinental a St Julian’s, dove 160 dirigenti e specialisti senior discuteranno degli ultimi sviluppi dell’industria”. Tra i relatori ci sono i rappresentanti di Entain, Kindred, Sks365, 888, Betsson, Danske Spil, Genesis Global, Glitnor Group, PressEnter, Hero Gaming, Kwiff, Mr Green, Rootz e Videoslots, e molti altri. Insieme alla conferenza c’è una esposizione con 40 fornitori leader che mostrano le loro ultime tecnologie e giochi, un programma di eventi serali di networking in luoghi eleganti e la seconda edizione dei CasinoBeats Game Developer Awards”. Quali sono i principali argomenti che verranno affrontati? “L’agenda ha una forte focalizzazione sul
DENNIS ALGREEN
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prodotto, rendendo il Summit il luogo per conoscere la prossima generazione di slot e giochi da casinò dal vivo, nonché le opportunità create per operatori e fornitori dalla crescita del metaverso (un mondo virtuale che può essere esplorato interagendo con elementi reali, Ndr) , l’influenza dei videogiochi sull’industria e il futuro dei cripto casinò. Faremo anche un tour dei mercati emergenti più interessanti al mondo ed esamineremo il futuro dei mercati consolidati dell’igaming in Europa, poiché l’intervento di Global Casino prevede sessioni su Canada, Brasile, India, Giappone, America Latina, Stati Uniti, Regno Unito, Spagna, Svezia, Germania e Paesi Bassi. Infine, ci concentreremo fortemente sul marketing in tutte le sue forme, con contenuti su accordi di affiliazione, Seo, streaming di slot, social media, media tradizionali, lancio di marchi e strategie per attirare nuovi giocatori in modo responsabile”. Quali sono le opportunità di questo mercato? “La diffusione della regolamentazione in nuovi mercati rappresenta un’enorme opportunità per l’industria del gioco. Abbiamo visto quanto siano popolari i casinò online in territori come Regno Unito, Italia, Svezia e New Jersey (Usa) e non c’è motivo di pensare che saranno meno popolari quando verranno creati mercati regolamentati su più territori di Stati Uniti, Brasile, Canada e Argentina. È probabile che qualsiasi operatore o fornitore in grado di localizzare efficacemente la propria offerta per quei mercati emergenti avrà un enorme successo. L’altra grande opportunità deriva dal ritmo del cambiamento tecnologico che sta rapidamente consentendo la creazio-
ne di giochi più personalizzati e interattivi, elementi social più coinvolgenti per i casinò e persino esperienze di casinò metaverso complete. Tutte queste cose hanno il potenziale per migliorare notevolmente l’esperienza del giocatore e, a loro volta, aiutare gli operatori a ottenere migliori prestazioni di acquisizione e fidelizzazione”. In che modo il Covid ha influenzato l’industria del gioco? “Mentre il settore retail ha sofferto gravemente a causa delle chiusure forzate e delle restrizioni commerciali, il segmento online ha prosperato. Solo in Italia l’importo puntato sui giochi da casinò online è aumentato da 23,3 miliardi di euro nel 2019 a 33,1 miliardi di euro nel 2020, quando i giocatori si sono rivolti a Internet per il loro divertimento. La popolarità dell’igaming era già in aumento prima della pandemia, ma le restrizioni Covid hanno decisamente accelerato il passaggio online. Sarà interessante vedere quanto del terreno perduto potrà riguadagnare il settore terrestre o sarà il caso di un cambiamento permanente?”. Come si può ricominciare? “Mentre parti dell’industria del gioco retail possono vedere la pandemia come un’opportunità per un riavvio e per ripensare la propria offerta, il settore dei casinò online sta uscendo dalla pandemia in una posizione di forza. Piuttosto che dover ricominciare da capo, è probabile che l’attenzione per l’industria dei casinò online si concentri sulle sfide in corso per continuare a migliorare le misure di protezione dei giocatori e sviluppare prodotti ancora più accattivanti. È probabile che entrambi siano fattori chiave nella battaglia a lungo termine per la spesa sull’intrattenimento dei consumatori, poiché anche cose come servizi di streaming Tv e film, videogiochi ed esport continuano a crescere in popolarità”.
normativa normativa
Gioco e pubblicità tra divieti e incertezze A quasi quattro anni dalla sua approvazione, il decreto Dignità ha rivoluzionato il panorama nazionale del settore e sulla sua corretta interpretazione è intervenuta l’Agcom. Ma l’attenzione alle appropriate modalità di comunicazione deve ancora essere massima. di Hélène Thibault
Il
decreto Dignità è stato un vero terremoto per il settore del gioco in Italia. Dopo il decreto Balduzzi che per primo, nel 2012, aveva introdotto il divieto di effettuare pubblicità a favore di giochi con vincite in denaro nelle trasmissioni televisive e radiofoniche e nelle pagine della stampa scritta, l’emanazione del decreto-legge 12 luglio 2018 n. 87, poi convertito dalla legge 9 agosto 2018 n. 96 – meglio noto come decreto Dignità, era stato annunciato dall’allora governo Cinque Stelle - Lega come il rimedio definitivo al fenomeno della ludopatia. Per la prima volta infatti, si adottava una posizione drastica rispetto all’industria del gioco, cristallizzatasi all’art. 9 del Decreto con la previsione di un divieto pressoché assoluto di pubblicità relativamente a giochi e scommesse con vincite in denaro e gioco d’azzardo1, facendo dell’Italia un’eccezione nel panorama europeo e mettendo di fatto a rischio gli investimenti e la stessa presenza degli attori dell’industria del gaming nel nostro Paese. Infatti, oltre a vietare “qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta”, “comunque effettuata su qualunque mezzo”, “compresi i social media”, includeva tra le forme di comunicazioni proibite anche le sponsorizzazioni e “ogni altre forme di comunicazione di contenuto promozionale, comprese le citazioni visive e acustiche e la sovraimpressione del nome, marchio, simboli, attività o prodotti la cui pubblicità [fosse] vietata [ai sensi del Decreto]”, così ricoprendo potenzial-
1. Si ricorda infatti che ai sensi dell’art. 9 comma 1, in particolare, “è vietata qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro nonché al gioco d’azzardo, comunque effettuata e su qualunque mezzo, incluse le manifestazioni sportive, culturali o artistiche, le trasmissioni televisive o radiofoniche, la stampa quotidiana e periodica, le pubblicazioni in genere, le affissioni e i canali informatici, digitali e telematici, compresi i social media”. Dal 1° gennaio 2019 il divieto […] si applica anche alle sponsorizzazioni di eventi, attività, manifestazioni, programmi, prodotti o servizi e a tutte le altre forme di comunicazione di contenuto promozionale, comprese le citazioni visive e acustiche e la sovraimpressione del nome, marchio, simboli, attività o prodotti la cui pubblicità, ai sensi del presente articolo, è vietata”. Il comma 1 esclude dal divieto solo le lotterie nazionali a estrazione differita, le manifestazioni di sorte locali e i loghi sul gioco sicuro e responsabile dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli.
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mente ogni e qualsiasi tipo di comunicazione promozionale a favore delle società di gaming & betting. Il divieto veniva peraltro corredato da un dispositivo sanzionatorio non particolarmente chiaro, che prevedeva l’erogazione di sanzioni potenzialmente molto alte nei confronti di contravveniva alla normativa2. Primi settori di attività ad avere subito l’impatto del Decreto sono stati i media e lo sport, i quali – rispettivamente tramite la vendita di spazi pubblicitari e la sponsorizzazione di brand di betting – avevano tratto dalla collaborazione con il settore rilevanti introiti. Come noto, l’adozione del Decreto ha comportato l’interruzione di varie partnership tra club e società di betting, fino a quel momento in pole position nelle sponsorizzazioni nel mondo del calcio, causando un danno non indifferente ad un settore poi duramente colpito dal Covid e dalle restrizioni che questo ha comportato in termini di sfruttamento dello spettacolo sportivo. In un contesto di grande preoccupazione circa le ricadute che il Decreto avrebbe avuto per l’intero sistema paese, nel novembre del 2018, l’Agcom pubblicava un Questionario sulle modalità attuative dell’art. 9 del decreto Dignità3 al quale numerosi operatori del settore contribuirono4 esponendo le proprie perplessità circa il testo normativo, evidenziando potenziali profili di illegittimità, avanzando richieste di chiarimenti, ma soprattutto auspicando un’interpretazione restrittiva del divieto che consentisse di arginare i principi molti rigorosi enunciati dal legislatore. E così fu. L’Agcom, in una ricerca di equilibrio tra le 2. La sanzione prevista nella prima versione del decreto è stata ulteriormente alzata in sede di conversione, cosicché il testo prevede ora a carico del committente, del proprietario del mezzo o del sito di diffusione o di destinazione e dell’organizzatore della manifestazione, evento o attività, “l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria di importo pari al 20 per cento del valore della sponsorizzazione o della pubblicità e in ogni caso non inferiore, per ogni violazione, a euro 50.000”. 3. Delibera m. 579/18/Cons del 29 novembre 2018. 4. In tale proposito si rinvia ai numerosi contributi citati nella Delibera n. 132/19/CONS recante le Linee guida ed alle audizioni citate.
GIOCO E PUBBLICITÀ TRA DIVIE TI E INCERTEZZE
L’AUTRICE
aspettative di un settore portante per il paese e l’interesse pubblico alla tutela de consumatore e alla prevenzione del gioco patologico, ha così introdotto una serie di distinzioni che, di fatto, se correttamente interpretate e implementate, rendono possibile agli operatori del settore la promozione delle proprie attività presso il pubblico. Tra le varie esclusioni introdotte dall’Agcom5, particolarmente degne di nota risultano essere le seguenti attività, che l’Autorità considera esulare dal divieto formulato dal Decreto: (i) la diffusione di comunicazioni di mero carattere informativo, in particolare quelle che includono (a) informazioni limitate alle sole caratteristiche dei vari prodotti e servizi di gioco offerto, laddove rilasciate nel contesto in cui si offre il servizio di gioco a pagamento (ad esempio, le informazioni rese disponibili nei siti di gioco o nei punti fisici di gioco, riguardanti le quote, il jackpot, le probabilità di vincita, le puntate minime, gli eventuali bonus offerti, purché effettuate nel rispetto dei principi di continenza, non ingannevolezza, trasparenza nonché assenza di enfasi promozionale) ovvero (b) informazioni, rilasciate su richiesta del cliente - se strettamente pertinenti a quanto richiesto dal cliente e funzionali a consentire scelte di gioco consapevoli - in ordine al funzionamento e alle caratteristiche del servizio di gioco, ovvero sull’esistenza di nuovi prodotti o servizi; (ii) la fornitura di servizi informativi di comparazione di quote o offerte commerciali dei competitors, purché effettuati nel rispetto dei principi di continenza, non ingannevolezza e trasparenza di cui al comma precedente (ad esempio sono consentiti i c.d. “spazi quote” ovvero le rubriche ospitate dai programmi televisivi o web sportivi che indicano le quote offerte dai bookmaker); (iii) l’utilizzo del marchio che identifichi, oltre ai servizi giochi con vincite in denaro o d’azzardo, ulteriori attività, aventi carattere autonomo, purché non sussistano ambiguità circa l’oggetto della promozione e non compaiano elementi evocativi del gioco, fatta eccezione per la mera denominazione del fornitore. L’introduzione di queste esclusioni al divieto ha di fatto aperto la strada all’implementazione di nuove strategie di marketing da parte degli operatori di gioco in Italia, ispirate a due concetti chiave: 1. Attenzione al contenuto del messaggio comunicativo, evitando qualsiasi parola, riferimento, grafica o formula che possa ricondursi ad un incitamento al gioco; e 2. Accostamento di un’attività informativa all’attività di giocoe spostamento dell’attività di promozione sul nuovo brandinformativo (il quale di norma vede l’associazione del marchio notorio dell’operatore di gioco con una dicitura richiamante la vocazione informativa dello stesso). Rimane il fatto che non viene formulata dalle Linee guida una definizione esaustiva della comunicazione informativa consentita – per opposizione alla pubblicità vietata –, co5. Tra cui i servizi gratuiti di indicizzazione mediante algoritmo forniti dai motori di ricerca o marketplace, l’esposizione del logo sulle vetrine degli esercizi di gioco e l’esposizione delle vincite realizzate presso il punto vendita purché con modalità che non inducono al gioco, la pubblicità b2b, l’organizzazione di fiere per gli operatori di settore, la mera citazione dell’operatore quale finanziatore di progetti a vocazione sociale o benefica senza utilizzo del logo e la televendita di beni e servizi di gioco ad alcune condizioni.
sicché non è sempre Hélène Thibault è avvocato dal 2003. Specializzata in diritto commerciale e della proprietà chiaro dove si debintellettuale, vanta un’esperienza pluriennale nei ba situare la linea di settori dell’entertainment e dello sport e collabora con lo studio legale Tonucci & Partners. confine tra informazione e comunicazione. Qualora non ci si trovi in una delle fattispecie tipicizzate nelle Linee guida stesse, spetta quindi logicamente all’operatore implementare al meglio le indicazioni fornite dall’Agcom, interpretandone il pensiero e rispettando la ratio dell’impianto normativo disegnato dalla stessa. Sul punto, risulta interessante la recente decisione del Tar Lazio6, resa a seguito dell’emissione da parte dell’Agcom di un’ingiunzione di pagamento di una sanzione di euro 50.000 per violazione del divieto di cui all’art. 9 del decreto Dignità nei confronti di una testata giornalistica online. I fatti erano i seguenti: all’interno di un articolo relativo ai casinò telematici, era stato riscontrato dall’Autorità un collegamento ipertestuale che permetteva all’utente di accedere alla pagina web di un sito internet specializzato nei casinò online, dove erano pubblicizzati diversi siti di gioco online, condotta che l’Agcom aveva ritenuto essere un’attività promozionale del gioco a pagamento vietata ai sensi del Decreto. Se, secondo la ricorrente, i contenuti pubblicati sul sito della testata e quelli della pagina del sito a cui il collegamento ipertestuale rinviava non costituivano pubblicità in favore di una specifica piattaforma, avendo piuttosto una finalità informativa circa le piattaforme reperibili in rete, il Tar ha invece ritenuto la violazione integrata in base alle modalità di confezionamento del messaggio (per esempio, linguaggio utilizzato, elementi grafici e acustici, contesto di diffusione), decisive secondo il Tribunale nella determinazione della natura informativo o meno della comunicazione. Nel caso di specie, la finalità promozionale del messaggio, secondo i giudici, si sarebbe “concretizzata nel collegamento diretto ed univoco presente nella pagina [della testata] a quella del sito [dell’operatore di gioco], favorita dalla particolare modalità di confezionamento dello stesso messaggio”, che vede “la presenza di uno specifico link ipertestuale, enfatizzato mediante colori e particolari caratteri in evidenza” e “l’indicazione [nella pagina collegata tramite il link] dei ‘migliori casinò online’, promuovendo direttamente i portali in essa contenuti, con i relativi annessi bonus di benvenuto messi a loro volta in risalto”. In conclusione, se il divieto di cui al decreto Dignità è stato in (gran) parte ridimensionato dalle Linee guida dell’Agcom, è ancora effettivo il rischio di venire sanzionato sulla base di un atteggiamento comunicativo ritenuto eccessivamente volto a promuovere le attività di gioco. Gli operatori di gioco devono quindi prestare la massima attenzione alle modalità di comunicazione utilizzate, focalizzandosi sull’informazione sui propri prodotti di gioco ed evitando nella relativa attività di comunicazione l’utilizzo di toni, linguaggio, elementi visivi troppo aggressivi e incitativi, e sviluppando strategie di business che consentano di dare visibilità al proprio marchio – notorio nel settore del gioco – in altri settori di attività. 6. Tar Lazio, Sezione terza ter, 21 ottobre 2021 n. 10814.
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normativa normativa
Il distanziometro sul banco degli imputati PH. SORA SHIMAZAKI, PEXELS
IL CONSIGLIO DI STATO VUOLE VEDERCI CHIARO SUL DISTANZIOMETRO ESPULSIVO DELL’EMILIA ROMAGNA
L’
articolo 48, comma 4, della Legge Regione Emilia Romagna n. 18 del 2016 ha aggiunto alla Legge Regione Emilia Romagna n. 5 del 2013 il comma 2 bis dell’articolo 6 specificando che “Sono vietati l’esercizio delle sale da gioco e delle sale scommesse (…) nonché la nuova installazione di apparecchi (…), in locali che si trovino a una distanza inferiore a cinquecento metri, calcolati secondo il percorso pedonale più breve, dai seguenti luoghi sensibili: gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, i luoghi di culto, impianti sportivi, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o sociosanitario, strutture ricettive per categorie protette, luoghi di aggregazione giovanile e oratori”. Le deliberazioni della Giunta Regionale n. 831 del 2017 e 68 del 2019 ne hanno poi dato specifica attuazione e sono stati indicati i criteri di ubicazione, misurazione e conformazione dei locali con la deliberazione del Comune di Bologna n. 239 del 2018. Gli operatori hanno potuto rappresentare nel corso del tempo che l’applicazione in concreto dei luoghi sensibili al territorio di riferimento abbia determinato, unitamente ai divieti di installazio-
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A cura di Geronimo Cardia
ne altrimenti verificabili, l’interdizione sulla sostanziale totalità del territorio, con ciò integrando il cosiddetto effetto espulsivo dell’offerta pubblica di gioco. LA VERIFICAZIONE RICHIESTA Ebbene, il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale, Sezione quinta, con l’Ordinanza pubblicata il 14 marzo 2022 (n. 1766/2022 Reg. Prov. Coll.) emessa nell’ambito del Ricorso 5750 del 2021 ha ritenuto di “disporre, ai sensi degli artt. 19 e 66 Cod. proc. amm., una verificazione che (…) chiarisca” alcuni aspetti. In particolare, viene richiesto di verificare “se, tenuto conto della conformazione naturale e della disciplina urbanistica vigente nel Comune di Bologna, l’applicazione del criterio della distanza dai siti c.d. sensibili individuati nell’art. 6 comma 2 bis, della legge della Regione Emilia Romagna (…), unitamente ai criteri di ubicazione, misurazione delle distanze e conformazione dei locali di cui al regolamento comunale approvato dal Consiglio comunale di Bologna (…), determini che [i] non sia in assoluto possibile la localizzazione sull’intero territorio comunale delle sale gioco e delle sale scommesse come definite dalla legge regionale e,
normativa
IL DISTANZIOMETRO SUL BANCO DEGLI IMPUTATI
[ii] comunque, quale sia la percentuale di territorio in cui tale preclusione verrebbe ad operare (ovvero, all’opposto, la percentuale di territorio disponibile sia all’insediamento di nuove sale giochi e sale scommesse od all’installazione ex novo di apparecchi (…) sia al trasferimento di quelle esistenti, secondo quanto appresso), considerati separatamente gli edifici esistenti e le strutture di possibile edificazione”. In questa richiesta emerge l’importante e giusto intento di entrare nel merito e di misurare il grado di interdizione determinato dalla normativa richiamata, anche valutando la specifica percentuale di interdizione (e la complementare specifica percentuale insediamento). Sarà importante chiarire che una volta determinata l’area di interdizione determinata dalle distanze, per rispondere al quesito che chiede quale siano le aree e le percentuali effettive e in concreto di insediabilità e trasferimento, si individuino altresì sulle aree residue quelle che risultino vietate per altri specifici criteri o divieti urbanistici vigenti (aree verdi etc). Solo così si potrà accedere alla possibilità di valutare l’esistenza di un concreto effetto espulsivo che lo si è detto in diverse occasioni rappresenta una circostanza di fatto in cui, per l’applicazione delle distanze e per la valutazione dei luoghi altrimenti vietati, finisce per essere interdetta la sostanziale totalità del territorio, laddove il termine sostanziale sta proprio ad indicare una percentuale talmente alta, non necessariamente uguale al 100 percento, da ritenersi inaccettabile. Con detta specifica richiesta, e con la precisazione sopra indicata, si dimostra dunque di voler superare alcune valutazioni operate in passato, in alcuni accertamenti tecnici che si sono spinti ad affermare l’inesistenza di un effetto espulsivo per il solo fatto che non fosse raggiunto il 100 percento di interdizione, ritenendo di non dover dare evidenza del dato percentuale, ma solo quello assoluto dei metri quadrati. Dato assoluto di interdizione in metri quadrati che in concreto sommati ai metri quadrati dei luoghi altrimenti vietati avevano comunque dato percentuali di interdizione superiori al 99 percento. Altra circostanza che viene richiesto di verificare è “se, tenuto conto di tutte le sale gioco e le sale scommesse autorizzate ed in esercizio in ambito comunale alla data di entrata in vigore della legge regionale n. 18 del 2016, nonché della “mappatura dei luoghi sensibili” realizzata dall’amministrazione comunale, l’applicazione della disciplina volta alla c.d. delocalizzazione dell’attività nello stesso territorio comunale (oppure, ove possibile, in territorio limitrofo) ne consentisse, nei termini ivi fissati, il trasferimento e la prosecuzione in altro sito idoneo, contestualmente ad analogo trasferimento da attuarsi da parte degli altri operatori economici destinatari del medesimo divieto di legge, anche alla stregua della zonizzazione vigente nel territoriale comunale e/o di altri atti, generali o di pianificazione, dell’amministrazione comunale utili all’individuazione di aree idonee allo scopo”. Viene quindi richiesto di verificare se, alla luce degli accertamenti urbanistici, vi fosse un’impossibilità oggettiva al trasferimento di tutte le realtà preesistenti in aree non vietate.
Qui l’accertamento non potrà prescindere da un iter logico che dovrà necessariamente partire dall’area di insediabilità residua calcolata con il criterio sopra richiamato (ovvero l’area non interessata né dai divieti posti con le distanze né dai divieti posti dagli altri vincoli di natura urbanistica, comunque esistenti) e su questa individuare in concreto: (i) l’esistenza di edifici/locali in concreto idonei all’insediamento di punti di gioco pubblico; (ii) l’esistenza di edifici/locali in concreto disponibili all’insediamento di questi; (iii) la verifica della disponibilità di edifici/locali in concreto idonei, disponibili e soprattutto sufficienti ad accogliere l’intero numero dei punti degli operatori del gioco pubblico preesistenti alla legge regionale. IL VERIFICATORE Questa volta il Consiglio di Stato affida l’incarico al “Direttore del Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle costruzioni e ambiente costruito –Dabc del Politecnico di Milano”. LA DOCUMENTAZIONE UTILIZZABILE Una precisazione, nell’ordinanza si legge altresì che la verificazione potrà avvenire tenendo conto “degli atti di causa, compreso l’elaborato peritale prodotto in primo grado dalla parte ricorrente, e di ogni accertamento ritenuto utile ai fini della verificazione (compresa l’acquisizione della relazione tecnica richiesta con i pareri nn. 198/2021 e 934/2021 di questo Consiglio di Stato, ove tempestivamente depositata)”. IL PARERE N. 198/2021 Al riguardo si ricorda che il parere del Consiglio Stato numero 198/2021 è quello del 15 febbraio 2021, adottato nell’adunanza di Sezione Prima del Consiglio di Stato del 10 febbraio 2021, nell’ambito di un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, per l’annullamento tra l’altro: (i) del provvedimento del 6 febbraio 2019, a firma del Dirigente dell’U.I. Attività produttive e commercio del Comune di Bologna, avente ad oggetto “Attuazione normativa regionale in tema di ludopatie”; (ii) della deliberazione n. 239/2018 del Consiglio comunale di Bologna, avente ad oggetto “Approvazione del regolamento per la prevenzione e il contrasto delle patologie e delle problematiche legate al gioco di azzardo lecito”, e relativi allegati, tra cui il “Regolamento per la prevenzione e il contrasto delle patologie e delle problematiche legate al gioco d’azzardo lecito”. Per quel che qui rileva, nel provvedimento si legge che tra i motivi del ricorso che sono stati presentati vi sono: (i) il fatto che nell’ambito della valutazione del contemperamento degli interessi, l’atto impugnato “non avrebbe accertato la presenza delle condizioni indispensabili affinché l’attività si svolga senza pregiudizio per la salute pubblica”; (ii) ed anche qui il concreto effetto espulsivo dalla sostanziale totalità del territorio provocato dal distanziometro in questione laddove viene precisato che “ove la sala si trovasse al di sotto del limite di 500 metri, i provvedimenti avrebbero innegabile effetto “espulsivo” in quanto non sarebbe possibile procedere alla dislocazione nell’ambito del territorio comunale; ciò in con-
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normativa
IL DISTANZIOMETRO SUL BANCO DEGLI IMPUTATI
> siderazione della massiccia presenza dei luoghi sensibili, che si estendono anche a quelli situati nell’ambito territoriale di Comuni confinanti, nonché dell’esistenza di altri divieti e limitazioni di carattere urbanistico, connessi alla destinazione d’uso dei locali ed alla situazione generale del mercato immobiliare”. E ancora, dal ricorrente risulta essere contestato che: (i) “non è possibile comprendere: quale sia l’organo facente capo all’ente locale che ha posto in essere le misurazioni dai luoghi sensibili; quali siano gli strumenti in concreto utilizzati per porre in essere dette misurazioni; quali siano le effettive distanze tra le sale condotte dai ricorrenti ed i luoghi sensibili individuati”; (ii) “il Regolamento si limita a richiamare un generico criterio di calcolo della misurazione delle distanze, che non consente (…) la verifica circa la sussistenza o meno delle distanze e di comprendere l’esattezza delle misurazioni effettuate; ciò in quanto è specifico onere probatorio dell’amministrazione la dimostrazione delle ragioni che impediscono la permanenza dell’attività”; (iii) “non è stato posto in essere alcun contraddittorio procedimentale”. Al riguardo il Consiglio di Stato ha ritenuto che per portare a termine la propria valutazione è necessario completare la conoscenza con elementi fattuali che riguardano la vicenda, prevedendo che “l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli deve acquisire dal Comune di Bologna una dettagliata relazione tecnica, corredata da ogni pertinente documentazione, con la quale si chiarisca, anche in controdeduzione all’elaborato peritale prodotto dal ricorrente, se l’applicazione del divieto di esercizio di sale giochi e sale scommesse, in relazione ai luoghi sensibili mappati dal Comune e al limite distanziale previsto, comporti o meno l’effetto espulsivo lamentato nel gravame; evidenziando, altresì, le aree del territorio comunale in cui la delocalizzazione delle sale giochi e scommesse, pur in presenza del richiamato divieto, è possibile, sia in termini di allocazione in edifici già esistenti sia in termini di alL’AUTORE locazione in strutture da ediGeronimo Cardia ficare.” Avvocato cassazionista, dottore commercialista Tuttavia, con provvedie revisore contabile mento numero 1840/2021 Studio Cardia e Cardia del 06 dicembre 2021 www.gclegal.It adottato nell’adunanza di
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Sezione Prima del Consiglio di Stato del 10 novembre 2021, il Consiglio di Stato ha espresso poi il parere che il ricorso debba essere respinto, evidenziando, tra l’altro, e per quel che qui rileva quanto segue: (i) “il limite distanziale applicato dal provvedimento impugnato, in esecuzione delle previsioni del Regolamento comunale e degli atti normativi regionali ad esso presupposti comportante il divieto di esercizio delle sale da gioco, delle sale scommesse e dei punti di raccolta in locali che si trovino a una distanza inferiore a cinquecento metri dai luoghi sensibili - costituisce mezzo idoneo al perseguimento degli obiettivi prefissati”; (ii) “Parte allega (…) perizia tecnica del gennaio 2019, a dimostrazione dell’effetto espulsivo che le disposizioni regolamentari determinerebbero” ma “a giudizio della Sezione, nel caso di specie non sono state adottate misure di carattere “espulsivo”, come sostenuto dalla ricorrente, sia perché l’attività potrà essere esercitata in altra parte del territorio sia per la gradualità con la quale ha agito l’amministrazione. Si realizza in tal modo un equilibrato e ragionevole contemperamento degli interessi privati e pubblici coinvolti”. Ecco quindi che in questo caso il provvedimento si è affrettato ad escludere l’esistenza dell’effetto espulsivo, circostanza quindi che precluderebbe al giudice di prendere atto di una non manifesta infondatezza della questione sollevata. In realtà i numeri e le rilevazioni urbanistiche sembrerebbero invece dire altro. IL PARERE N. 934/2021 Con provvedimento numero 934/2021 del 29 maggio 2021, adottato nell’adunanza di Sezione Prima del Consiglio di Stato del 19 maggio 2021, nell’ambito di un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica (numero affare 366/2020), per l’annullamento dei medesimi atti di cui al precedente caso, il Consiglio di Stato ha ordinato i medesimi incombenti istruttori. In questo caso si è in attesa della pronuncia da parte del Consiglio di Stato posto che è stato chiesto di prendere in considerazione le repliche del ricorrente alle note depositate dal Comune di Bologna. CONCLUSIONI Alla luce di quanto sopra è evidente che la verifica tecnica sia importante per accertare l’oggettiva impossibilità di attuare una delocalizzazione dell’offerta del gioco pubblico e la sostanziale esclusione della medesima dai territori. Per chiarezza incidentalmente va detto che la riduzione dell’offerta pubblica si è già verificata a seguito dell’Intesa Stato-Regioni del 2017 e nella misura ivi indicata. Ed è per ciò importante che l’approccio per la ricerca tecnica della soluzione ai quesiti posti sia caratterizzato da valutazioni che consentano di cogliere in concreto quale sia l’effettiva insediabilità. Valutazioni che mettano in luce quindi quanto autenticamente il bene della vita (il presidio dei territori con un’offerta pubblica di gioco) risulti autenticamente compromesso.
IMPOSTE DIRETTE Come definitivamente chiarito dalla circolare dell’Agenzia delle entrate “Sale Giochi e Biliardi” del 2014, i gestori, così come gli esercenti, devono rilevare tra i propri ricavi i proventi come rendicontati periodicamente dai concessionari, secondo il principio della competenza economica. Se dunque in corso di anno, anche a seguito della persistenza nell’applicazione di imponibili forfettari da parte dei concessionari, è prassi consolidata la contabilizzazione degli incassi in base a quanto rilevato per cassa durante l’apertura degli apparecchi Awp, è necessario operare, in chiusura di esercizio, i conguagli di competenza sulla base dei 25’ rendiconti riepilogativi predisposti dai concessionari. In caso di scostamento rilevante è assolutamente consigliabile approfondirne le motivazioni con gli uffici amministrativi dei concessionari stessi, controllando anche la corretta intervenuta comunicazione delle quote di compensi concordate tra raccoglitori. Le quote GLI AUTORI prelevate dai gestoFrancesco Scardovi ri per Preu, canoni Dottore Commercialista concessori, compenRevisore legale, Partner Studio Scardovi & Giordani si dei concessionari e quota compensi Giancarlo Marzo Managing partner esercenti, da boniStudio legale e Tributario ficarsi alle scadenze Marzo Associati
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contrattuali convenute, non rappresentano componenti di reddito ma esclusivamente movimentazioni finanziarie di debito. Da monitorare inoltre, in corso di esercizio ed in particolare a fine anno, le effettive giacenze di cassa presenti in azienda, rispetto alle evidenze contabili. Eventuali scostamenti, ove non frutto di sottrazioni o rapine opportunamente denunciate, possono essere dedotte tra i costi solo in presenza di apposita certificazione interna (come confermato dalla Consulenza giuridica dell’Agenzia delle entrate n. 95421/2015 in risposta a interpello Sapar). Una tematica mai risolta definitivamente riguarda invece gli ammortamenti degli apparecchi. In assenza della tanto attesa e mai intervenuta revisione delle tabelle ministeriali, gli Uffici tributari, tendono generalmente a pretendere l’applicazione dell’aliquota fiscale prevista per i computer e le macchine elettroniche (pari al 20 percento); senza distinzioni tra cabinet e schede, che hanno una evidente vita media molto diversa, per la rapita obsolescenza fisica, commerciale e regolamentare dei componenti di gioco. Si raccomanda di segnalare come, in ogni caso, l’applicazione di una diversa aliquota non generi evasione di imposte ma esclusivamente uno slittamento temporale della deducibilità degli ammortamenti agli esercizi successivi, senza dunque addebito di maggiori imposte dovute Né deve ritenersi applicabile alcuna sanzione stante l’evidenza dell’incertezza e del vuoto normativo in tema di ammortamento apparecchi da intrattenimento. Il consiglio è comunque quello di definire al meglio, ove possibile, in sede di accertamento con adesione, le contestazioni accertate, stante il drammatico “stato” della giustizia tributaria in Italia, che prevede, in molti casi, da parte degli Uffici la tendenza a proseguire i contenziosi nei tre gradi di giudizio, per una tempistica che supera i dieci anni, anche in casi di palese soccombenza, con tempi e soprattutto costi che rendono le opposi-
zioni, ancorché legittime e fondate, spesso economicamente sconvenienti.
LA QUESTIONE IVA Alcuni Uffici inoltre, travisando gli effetti delle sentenze di Cassazione del 2021, hanno avviato nuove verifiche fiscali in tema di imponibilità, ai fini Iva, dei compensi percepiti da esercenti e altri collaboratori alla raccolta che operano insieme ai gestori, in favore dei concessionari di rete che hanno conferito, ai gestori stessi, i mandati di individuare esercenti e terzi collaboratori al fine di realizzare ed incrementare la raccolta erariale, definendone, sempre per conto dei concessionari, i rispettivi compensi. Si ricorda ancora una volta che, in presenza della iscrizione all’albo Ries degli operatori coinvolti (in attesa del nuovo Ruog già previsto dalle norme di settore), della remunerazione opportunamente rendicontata delle quote di compenso di tutti i collaboratori coinvolti derivante dal residuo della raccolta e di un corretto impianto contrattuale, i proventi sono esenti da Iva ai sensi dell’art. 10, comma 1, nn. 6 e 9 della Legge Iva (Dpr 633/72 e s.m.i.). Impianto contrattuale che normalmente prevede: il rapporto diretto concessionario – gestore, il cosiddetto contratto di rete fra concessionario ed esercenti e l’accordo commerciale tra gestori, esercenti ed eventuali terzi raccoglitori che definisca le percentuali di ripartizione dei compensi e le varie attività assunte nella collaborazione. Gli stessi criteri si ritiene debbano essere applicati alla raccolta di scommesse ippiche e sportive presso sale, agenzie e corner nonché per gli operatori di raccolta di gioco online, ove in misura crescente i concessionari si stanno avvalendo di terze figure necessarie alla raccolta, i cosiddetti Pvr o punti vendita ricariche. Ma anche in questo caso sono necessari e urgenti i chiarimenti dell’Amministrazione per scongiurare altri inutili e infiniti accertamenti seriali con i conseguenti costi a carico di erario ed operatori.
TORNEANDO
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ALCUNE DIREZIONI PROVINCIALI DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE HANNO RIATTIVATO LE VERIFICHE FISCALI AGLI OPERATORI DI RACCOLTA, DOPO LE SOSPENSIONI DURANTE IL PICCO DELL’EMERGENZA PANDEMICA, MANTENENDO QUEL PARTICOLARE E ANTICO VIGORE VERSO I GESTORI DI SLOT MACHINE. RIPERCORRIAMO IN QUESTO ARTICOLO LE REGOLE CHIAVE PER GESTIRE AL MEGLIO IL CONTROLLO. CASINÒ FRANCESI
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RIFLESSIONI DAORSO
Accertamenti tributari slot come difendersi
macchina dei controlli è ripartita. Dopo la calma apparente dei mesi del lockdown e delle attività sospese, anche a seguito dei rinvii previsti dai decreti emanati durante l’emergenza, sono già diverse le richieste di assistenza ricevute negli ultimi mesi dagli operatori del gaming, in particolare da esercenti e gestori di Awp. Partendo dal meno recente anno ancora accertabile in ordine di tempo, il 2016, e analizzando gli impianti contabili e contrattuali di alcuni operatori, verifichiamo che ancora alcune regole base necessarie per evitare lunghi contenziosi non sono rispettate.
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A cura di Francesco Scardovi e Giancarlo Marzo
scommesse
L’EVOLUZIONE DEL BETTING DAL PROVIDER ALL’OMNICHANNEL Da Enada Rimini ad Ice Londra, gli operatori segnano il sentiero dello sviluppo del settore delle scommesse, sia dal lato gestionale dei bookmaker sia nello sviluppo olistico dei concessionari
di Cesare Antonini
ALTENAR, PROVIDER SEMPRE PIÙ IN HOUSE E DI LIVELLO MONDIALE “Un grande momento per il mercato delle scommesse sportive, per il gioco online e soprattutto per la nostra azienda, Altenar, che continua a crescere sia come fatturato che come mercati. Cerchiamo di leggere anche il futuro e di capire le nuove tendenze e ad Ice Londra 2022 abbiamo potuto incontrare i nostri clienti e fare il punto proprio su questi temi”. Domenico Mazzola, commercial director di Altenar, il popolare fornitore di servizi integrati per le scommesse e per il gioco online, ha commentato con Gioco News l’andamento di Ice Londra 2022,
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appuntamento del grande ritorno dopo il lungo stop per il Covid-19 e che ha rappresentato l’ennesima ottima opportunità per operatori come Altenar di uscire fuori dalle call e dalle distanze per ritrovare i clienti anche dal vivo. “Assolutamente sì - assicura Mazzola - abbiamo potuto vedere tantissimi manager, tantissimi clienti e potenziali investitori e abbiamo riscosso un grande successo. Il mercato ci riconosce ormai come un’alternativa solida e valida ai provider puri che operano nel settore. Tuttavia stiamo sviluppando nuovi progetti entro la fine dell’anno e stiamo centrando anche nuove partnership oltre a coltivare quelle esistenti”. Il wall dello stand di Ice è sempre più denso di loghi e brand: e pensare che qualche anno fa in Italia Altenar aveva un paio di bookmaker. La crescita è stata e continua a essere importantissima. Lo scopriremo più avanti, poi, nel corso dell’intervista. Da aggregatore e ottimizzatore di servizi la strada sembra essere quella di creare un prodotto sempre più “in house”: “Allo sviluppo in effetti c’è un app semi nativa per le scommesse sportive e stiamo cercando di creare un’offerta sempre più ricca per i concessionari a partire dagli eSports. Il concetto è proprio quello: cercheremo di essere sempre più autonomi e offriremo prodotti esclusivi e realizzati proprio da noi. Abbiamo passato gli ultimi due
L’EVOLUZIONE DEL BETTING DAL PROVIDER ALL’OMNICHANNEL
anni ad aggiungere innovazioni ai prodotti lanciati e ora funziona a pieno regime. Di recente abbiamo introdotto la nuova versione del nostro libro di scommesse sportive, che consente ai nostri partner commerciali di utilizzare una gamma di funzionalità uniche sul mercato. Abbiamo aumentato sia la flessibilità del nostro sistema che la velocità. Di recente abbiamo ottenuto una nuova certificazione Iso e investiamo costantemente in certificazioni di licenza per dare ai nostri clienti la certezza che il nostro software possa aiutare a guidare il loro successo”, spiega Mazzola e la crescita di un’azienda come Altenar sembra davvero segnata. Ecco, appunto, i videogiochi competitivi: qual è l’approccio di Altenar su questo tema e anche sulla scommesse legate al mercato italiano: “L’offerta deve essere sempre più ricca per i nostri concessionari e l’idea degli eSports è proprio quella. Di sicuro questo verticale di gioco sembra essere una prospettiva molto importante per il futuro. Per quello che riguarda il mercato italiano forse ci vorrà più tempo per vedere la crescita che il betting sui videogame sta già avendo in altri mercati. Di sicuro l’anagrafica tenderà a diminuire e nel futuro prossimo e dei prossimi anni gli esports rappresenteranno sempre di più una fet-
ta interessante di mercato all’interno del verticale del betting. Tuttavia non credo in un effetto di sostituzione ma semmai di integrazione e di crescita dell’intero comparto”. La crescita è sotto gli occhi di tutti, non solo del reparto finanziario interno. Qual è la situazione globale per un’azienda internazionale come quella del direttore commerciale Mazzola? “Il fatturato continua a crescere e stiamo entrando in nuovi mercati dopo l’affermazione in Spagna, Inghilterra, Italia e anche Bulgaria. Dove operiamo siamo più o meno il primo o il secondo mercato e l’espansione nel Latam, nel mercato latino americano, è sempre più importante. Gli occhi sono puntati sul Brasile, senza dubbio un mercato dalle potenzialità enormi. Per quello che riguarda i nostri clienti nordamericani, sappiamo che stanno vivendo una forte domanda di scommesse sportive. Quindi sicuramente le opportunità che ci sono sono piuttosto interessanti. Attualmente stiamo valutando un paio di nuovi entusiasmanti piani per questo mercato che crediamo sarà molto, molto interessante per tutti in futuro”.
CRISTALTEC, IL RETAIL CHE SI FONDE NELLA LOGICA OMNICHANNEL Abbiamo sempre commentato, scritto, trattato nei nostri panel nei vari eventi di settore che l’omnichannel sarebbe diventata l’unica strategia possibile per tutti gli operatori di gioco. I concessionari “puri” live o online, ormai, si contano sulla punta delle dita. Sono pochissime le aziende del gaming che non approcciano il settore in una visione olistica dell’intrattenimento. La pandemia, poi, ha convinto anche i più scettici. A Enada Rimini c’ha impressionato favorevolmente la crescita pazzesca di un operatore che era già leader nel settore delle videolottery e delle Awp. Stiamo parlando di Cristaltec, che nello show riminese ha presentato uno stand dalla dinamica particolare in cui ha lanciato tre messaggi nella stessa filosofia aziendale: online, videolotterie e Awp. E con Franco Carboni, responsabile commerciale di Cristaltec, cerchiamo di capire meglio la filosofia aziendale: “Ovviamente sulle Awp siamo nei primi posti coi no-
stri titoli da tanti anni nelle preferenze dei concessionari. Nel segmento delle Vlt siamo cresciuti tantissimo grazie all’acquisizione di Inspired che c’ha permesso di primeggiare anche in questo verticale di gioco. Sul gioco online, poi, abbiamo sfruttato la grande popolarità dei nostri prodotti con titoli come Gallina d’Egitto, Egyptian Mytology e Mystic Ocean. Ma la logica è quella omnichannel, la direzione che va seguita nel settore e offriamo anche i più popolari table games da casino, le scommesse con Easybet e tutti gli altri giochi. A Enada c’è stato un fortissimo interesse su tutti e tre i fronti ma l’online è sempre di più la nuova frontiera per il futuro”. Eccolo, quindi, lo sviluppo ulteriore, le scommesse e tutti i giochi che l’Agenzia delle dogane e dei monopoli gestisce come regolatore italiano sul nostro territorio nazionale e nel nostro ambiente web. L’attenzione per il betting può essere cruciale per il futuro e può allargare ulteriormente i confini di un’azienda già leader nei verticali di gioco in cui ha eccelso in questi anni. Grandissimo interesse su tutti i fronti e una grande fiducia nel futuro anche in un momento di grande cambiamento e di possibile riordino del settore dei giochi: “È davvero complesso capire cosa potrà succedere da qui ai prossimi mesi e prevedere l’impatto di un eventuale riforma del settore. Post pandemia abbiamo visto come sono cambiati i gusti dei giocatori e la nostra accelerazione sull’online con investimenti importanti va in quella direzione. In generale solo mantenendo alta la qualità sui prodotti si può reggere l’impatto del mercato”, conclude Carboni.
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LEDRITTE DELMAESTRO di Gianni Carra
Come battere il banco del bookmaker PROMOSPACE
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el mondo delle scommesse tutti i giocatori cercano soluzioni e nuove idee per vincere e battere i bookmakers. La qualità indispensabile è la disciplina ma soprattutto non farsi tentare dall’evento senza una quota corretta e vantaggiosa per il giocatore. L’amatore cerca di vincere giocando poco ma inserendo nella scommessa tanti eventi, mentre il professionista punta sul singolo evento cercando l’errore della proposta di gioco stilata dai quotisti. È sempre più difficile trovare errori di quote, ma per il giocatore professionista è un lavoro meticoloso, quotidiano ed ognuno ha la propria metodologia di lavoro. È importante avere a disposizione più conti dei vari bookmakers per puntare sulla quota più alta, trovare anche lo 0.5 percento in più per ogni scommessa a fine anno fa la differenza tra giocatori professionisti e amatori. Il giocatore professionista punta su quote che hanno un valore, per molti il valore è soggettivo alle proprie conoscenze. La prima regola è non essere tuttologi ma specializzarsi in uno sport e, ancora meglio, in pochi campionati. La conoscenza di un campionato minore offre molti vantaggi perché i quotisti devono
sempre trovare le controindicazioni, lo svantaggio è che i bookmakers alla lunga non accettano gioco da un professionista se scoprono che punta solamente sullo stesso campionato. La seconda regola è anticipare il mercato, molti puntano analizzando il movimento delle quote prematch, confrontando la quota di apertura e quella del momento che si vuole scommettere, cercando di capire la motivazione del cambio della valutazione: in questo caso non sempre è vantaggioso puntare su una quota senza valore e in gergo si dice “ho perso la quota”. Tuttavia molti puntano lo stesso. facendo un grande errore: regalare il valore della scommessa ai bookmakers. L’errore più elementare è pensare che se una quota crolla la percentuale di vittoria si alza. Il crollo di una quota dipende dalle notizie che arrivano durante la settimana, soprattutto degli infortuni dell’ultimo momento, ma la quota cambia quando arriva gioco su quella partita. Esempio: se una quota di una vittoria calcistica apre 1.80, e al bookmakers arrivano scommesse importanti su quella quota, naturalmente scende la valutazione del segno 1 e si alza quella del segno X e del segno 2. In questo caso il bookmaker utilizza le conoscenze e le informazioni dei giocatori che hanno puntato cifre importanti sul segno 1 e possono equilibrare le quote di quell’evento. Ho conosciuto negli anni ‘90 molti proprietari di agenzie che quasi tutto il gioco che ricevevano in agenzia lo rigiocavano su siti dot com, che spesso accettano gioco illimitato. Il
Rubrica a contenuto informativo ai sensi delle Linee Guida Agcom (Delibera n.132/19/CONS)
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Chi è Gianni Carra Cinquantuno anni, un passato sui campi da tennis serie C1 nel 1984, ha insegnato in vari circoli lombardi dal 1980 al 1987. Dal 1976 ha iniziato a frequentare gli ippodromi, nel 1992 è collaboratore del quotidiano Cavalli e Corse. Dal 1996 la sua attività professionale principale è scommettere sugli avvenimenti sportivi. Nel 2006 inizia la sua avventura anche nel mondo del poker prima come giocatore e poi come organizzatore. Dal giugno 2012 entra nel team pro di VipBox.it poi nel luglio 2013 il salto di qualità. Carra diventa l’unico poker pro player di PaddyPower.it e cura alcune rubriche radiofoniche e in tv nel seguitissimo programma ‘Qui studio a voi stadio’ di Telelombardia, sempre come uomo Paddy Power. Quotidianamente centinaia di lettori lo seguono sulla sua pagina Facebook e anche nel suo blog, ‘Le dritte del Maestro’ (www. ledrittedelmaestro.it) dove il suo motto è: mano passata, mano finita.
vantaggio era quello di accettare una scommessa o multipli a quote inferiori e ripuntarle su siti dove c’era una differenza anche del 20 percento. Un trading sicuro e che portava utili sul movimento. Nella mia lunga esperienza nel mondo del betting ho conosciuto anche molti “clanda”, personaggi che accettavano gioco, soprattutto nel mondo ippico, illegalmente, non pagavano le tasse e offrivano quote più alte dei picchetti autorizzati, un equivalente dei punti com. Molti di questi personaggi accettavano puntate da giocatori professionisti vincenti e poi raddoppiavano la puntata e la rigiocavano su un altro book illegale. Questo tipo di gioco è ovviamente sconsigliabile e il mercato legale offre un gioco sicuro a tutela dello scommettitore. Invece i consigli da seguire sono questi: giocate solamente singole perché le multiple danno vantaggi solamente al banco, specializzatevi in uno sport oppure in un solo campionato, trovate dei collaboratori specializzati in vari campionati, seguite l’andamento del mercato asiatico con siti specializzati, preparate le vostre quote personali prima che le pubblichino i vari bookmakers e quelle che trovate più alte delle vostre sono delle value bets da verificare. Ricordate di avere sempre una disciplina continua e che chi ha una dritta… se la tiene per sè.
ippica
Rilanciare un’eccellenza italiana
L’
di Michela Carboni
ippica di nuovo sotto i riflettori politici, con il disegno di legge “Istituzione dell’Agenzia autonoma per la promozione, lo sviluppo e la tutela dell’ippica nazionale e disposizioni per la riforma del settore ippico”, presentato lo scorso anno dai senatori Patrizio La Pietra e Luca DeCarlo (entrambi di FdI), di cui si torna a parlare in commissione Agricoltura del Senato. “Dopo l’incardinamento, cioè la presa in carico del disegno di legge da parte della commissione per l’inizio della discussione – afferma La Pietra - abbiamo iniziato l’audizione dei principali attori del settore. Al momento sono stati ascoltati i rappresentanti degli ippodromi e della maggiori associazioni di rappresentanza del mondo del trotto. Abbiamo in programma almeno altre due audizioni; una con i rappresentanti del mondo del galoppo e una con i rappresentati dei veterinari, presidenti di giuria e funzionari corse. Se ci sarà bisogno di ulteriori approfondimenti potremmo allungare con
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Il senatore Patrizio La Pietra, firmatario di un disegno di legge sull’ippica, afferma che occorre volontà e attenzione speciale da parte della politica per il comparto un’ulteriore audizione. Comunque l’intento potrebbe essere quello di chiudere il ciclo delle audizioni entro il mese di maggio per poi passare alla presentazione degli emendamenti e poter chiudere in commissione il prima possibile”. Cosa auspica per il comparto ippico italiano? “Sicuramente il rilancio di un comparto che rappresenta un’eccellenza italiana. L’ippica italiana con tutte le sue sfaccettature ha sempre rappresentato un modello di efficienza e qualità che il mondo ci ha sempre invidiato e poi copiato. Mentre gli altri copiavano il nostro modello e di quella base si sono sviluppati noi lo abbiamo abbandonato per seguire strade che ci hanno portato alla situazione attuale, con un comparto al collasso.
IPPICA RILANCIARE UN’ECCELLENZA ITALIANA
A L L A
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Dopo la serie di pareri favorevoli, il disegno di legge “Disciplina dell’ippicoltura e delega al Governo per l’adozione di disposizioni volte allo sviluppo del settore” presentato dalla deputata Maria Chiara Gadda (Italia viva) torna sotto la lente delle commis-
D D L
S U L L ’ I P P I C O L T U R A
sioni della Camera dei deputati. Nella seduta del 20 aprile ad occuparsene è stata la commissione Agricoltura, con la richiesta da parte della vice ministra Laura Castelli (Mef), alla luce delle criticità sotto il profilo finanziario del testo, di una relazione
In che modo è possibile rilanciare il settore? “Ristrutturandolo dalle fondamenta. Il Ddl che ho presentato mette nero su bianco un modello completamente diverso dall’attuale, un modello che punta a creare una agenzia autonoma del comparto, dal punto di vista organizzativo e finanziario ma con un forte legame con il ministero delle Politiche agricole, d’intesa con il Mef e l’Agenzia delle dogane e dei monopoli per la parte relativa alla vigilanza e monitoraggio della raccolta delle scommesse ippiche e le ulteriori e necessarie scelte strategiche della materia. Una governance adeguata tecnicamente è che colga le sensibilità di ogni settore ma soprattutto che sia veloce e puntuale nel dare risposte organizzative e finanziarie”. Cosa pensa delle misure per l’ippica contenute nel Dl Sostegni Ter? “In questo momento drammatico, sotto tutti i punti di vista, ogni misura in favore del comparto è sicuramente positiva. Detto questo, quanto fatto nel Dl Sostegni Ter, è come dare un’aspirina a un malato terminale. So di usare termini forti. Ma la verità è che non può reggere un sistema con pagamenti che vanno dai sei/sette mesi a oltre un anno. Le risorse complessive messe a disposizione compreso quelle statali e delle scommesse non ripagano nemmeno la metà dei costi sostenuti dal comparto. Non credo che così si possa andare avanti. Ripeto: ci sono ferite che non possono rimarginare mettendoci un cerotto”. Il Governo in che modo deve agire per riformare il settore? “La costituzione della direzione dell’ippica rappresenta un piccolo passo avanti, se la si considera in un disegno più ampio di riforma del comparto che vada nella direzione che auspico con il Ddl. Anche il disegno di legge Gadda in discussione alla Camera, così come la riforma delle scommesse possono essere elementi positivi, ma ci deve essere una strategia complessiva, un obiettivo, che porti ad un ripensamento di tutto il sistema, così come auspicato nel disegno di legge di riforma. Non ultimo occorre dare più risorse alla legge Zaia che metteva a disposizione del comparto risorse importanti, ma non più sufficienti per la mutata situazione”. Gli ippodromi in che modo possono essere
tecnica sul nuovo testo, scaturito dalla decisione di stralciare la delega al Governo. La proposta di legge ricomprende esplicitamente nell’attività agricola l’allevamento, la cura e la valorizzazione degli equidi in tutte le sue fasi.
rilanciati e come possono attrarre nuovo target? “Gli ippodromi rappresentano delle strutture fondamentali e potrebbero ricoprire un ruolo importante in un nuovo assetto organizzativo se ben sfruttati nelle loro potenzialità. Di fatto rappresentano delle strutture sportive, perché non pensare ad una legge specifica sulla falsa riga della legge sugli stadi. Occorre ottimizzare gli spazi e sfruttare la loro posizione nel contesto urbano. Chi gestisce queste strutture ha competenze, idee e voglia, occorre solo metterli in condizione di operare in questo senso”. Le scommesse come andrebbero riformate? “Nel Ddl ho cercato di indicare la strada. Una percentuale di circa l’80 percento da destinare alle vincite; l’unificazione dei totalizzatori in un totalizzatore unico per la gestione delle scommesse ippiche; l’introduzione del sistema jackpot e di premi di consolazione e una nuova programmazione settimanale combinata con le scommesse Tris; riduzione del prelievo fiscale sulle scommesse ippiche per renderle, ribadisco, più concorrenziali rispetto ad altri tipi di scommesse. Aggiungo che occorre ‘ristorare’, se mi si passa il termine per quanto dato dal comparto ippico al gioco delle scommesse, mi riferisco al fatto che una volta c’erano solo le agenzie ippiche che gestivano il gioco e su questo si è sviluppato tutto il resto è allora perché non pensare ad una percentuale, anche minima, su tutto il monte scommesse da destinare all’ippica. Soluzioni ce ne possono essere tante, ma quello che occorre è fondamentalmente una volontà e un’attenzione speciale da parte della politica per il comparto. Personalmente ci credo e per questo mi sto adoperando”.
Lui chi è?!? Nato a Pistoia il 10 aprile del 1961, aderisce a metà degli anni novanta ad Alleanza Nazionale e dopo essere stato consigliere comunale di Serravalle Pistoiese dal 2007 al 2012, sarà quello stesso anno eletto consigliere provinciale del Popolo della Libertà e ricoprirà tale incarico per due anni. Coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia pistoiese dal 2014, alle elezioni politiche del 2018 è eletto senatore nel collegio uninominale di Prato. È membro della Commissione permanente Agricoltura e produzione agroalimentare del Senato.
PATRIZIO LA PIETRA
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comma 7
Vanni Ferro, presidente dell'associazione New Asgi Italia, sottolinea che la normativa italiana sui comma sette non incoraggia l'importazione di nuovi giochi
UN CODICE ETICO PER L’AMUSEMENT di Michela Carboni
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on splende il sole sul settore del comma sette, nonostante la bella stagione. L’amusement italiano continua, infatti, a soffrire un impasse che lo costringe a non potersi innovare, come sottolineano gli operatori. Vanni Ferro, presidente dell’associazione New Asgi Italia (associazione solo gioco d’intrattenimento per famiglie), afferma: “L’industria dei comma 7 è pressoché ferma, vista la situazione normativa italiana, pochi sono gli investitori che si sono cimentati nelle importazioni di nuovi giochi e lo si è ben notato dal gap della proposta tra la fiera di Londra e quella di Rimini, dove sostanzialmente, al di là dell’iniezione di fiducia nel vedere riaprire dopo due anni di fermo, poche sono state le novità e molta la paura di acquistare da parte dei gestori dettata dall’incertezza delle omologazioni”. Cosa dovrebbe fare la politica? “Alla politica chiediamo solo un po’ di buon senso, una revisione delle norme, in primis per gli elettromeccanici (calcetti, kiddie rides, etc.) per cui troviamo veramente spropositata l’omologazione, e poi anche per tutto il parco macchine esistente, che con queste norme
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sarà in buona parte impossibile omologare e che potrebbe benissimo godere di una deroga, demandando eventualmente il nuovo regime regolatorio solo ai nuovi giochi”. Come commenta i dati del recente studio sul settore? “Dallo studio dell’Università di Roma 3 non si sono evidenziate correlazione tra il gioco a ticket e il gioco con vincita in denaro, ma per fugare anche l’ultimo dubbio, è allo studio un codice etico da adottare
nelle nostre sale, un codice che attraverso informazioni e azioni evidenzi la bontà della nostra offerta di gioco, al fine di fermare questo mood negazionista a prescindere nei confronti di un settore nato per divertire l’intera famiglia”. Come vi state preparando per la stagione estiva? “Capite anche voi che in una situazione come questa non è facile riaprire per la stagione estiva, dopo due anni di Covid, con restrizioni che variavano con cadenza settimanale, per poi poter aprire solo nel mese di giugno, dopo mesi passati ad autocertificare, a cercare di capire cosa e come fare, e ancora oggi in piena incertezza nell’attesa delle omologazioni, stiamo riaprendo confidando nella collaborazione e sensibilità delle istituzioni. Comunque siamo fiduciosi che il 2022, dopo il 2020 e 2021 tormentati dal Covid, grazie anche alla nuova normativa, possibilmente rivista per renderla più collegata alla realtà, sia veramente l’anno che segni la svolta, il rilancio di un settore che in futuro possa tornare serenamente a investire e lavorare in tutta tranquillità”.
Lo studio dell'università Roma 3 “Solo una piccola parte dei rispondenti (3 percento) ritiene che i ticket gli abbiano fatto scoprire il gioco con vincita in denaro; una piccola percentuale ritiene che questi possano influenzare la propensione a questa tipologia di gioco (5 percento). Inoltre, il 6 percento del campione ritiene che i ticket siano simili alle scommesse e l’8 percento percepisce i ticket come pericolosi”. È quanto si legge nei risultati delle interviste condotte da un gruppo interdisciplinare di esperti dei dipartimenti di Economia aziendale e di Scienze della formazione dell’Università degli Studi Roma Tre, nell’ambito della terza e ultima fase del progetto di ricerca Family Amusement, finanziato da Consorzio Fee, Sapar e New Asgi Italia. In tale ambito, è stato realizzato un sondaggio con questionario che ha visto coinvolti 1.000 individui tra i 18 e i 30 anni; il campione è rappresentativo di tutto il territorio nazionale. Il 53 percento dichiara di non frequentare o aver frequentato le sale amusement, mentre il 47 percento afferma di frequentarle/averle frequentate. Di questi, il 62 percento dichiara di non collezionare/aver collezionato mai i ticket, mentre il 38 percento li colleziona con diversi livelli di intensità. In particolare: il 9 percento dichiara di collezionare/aver collezionato sempre o spesso i ticket; il 29 percento di collezionarli/averli collezionati saltuariamente.
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DOPO CIRCA DUE ANNI DI INTERRUZIONE DELLE COMPETIZIONI UFFICIALI, IL MOVIMENTO DEL FLIPPER SPORTIVO RAGGIUNGE I SUOI MASSIMI LIVELLI IN ITALIA
Il momento magico in un anno speciale di Vincenzo Giacometti
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Per saperne di più sul flipper sportivo in italia: www.ifpaitalia.com
hi lo avrebbe mai detto che, dopo oltre due anni di blocco pressoché totale delle attività, si sarebbe andati incontro a una vera e propria esplosione del flipper sportivo in Italia? Soltanto in pochi, forse, avrebbero potuto immaginarlo: anche se, a dirla tutta, potrebbe anche considerarsi un ritorno di fiamma a dir poco “fisiologico”, tenendo conto che i tanti mesi di astinenza dalla competizioni ufficiali, non potevano far altro che accumulare nei giocatori la voglia di tornare a sfidarsi in carne e ossa. Sta di fatto, però, che dopo il riavvio delle competizioni valide per il ranking internazionale del Wppr (World pinball player rankings) che in Italia è avvenuto soltanto con l’avvio del nuovo anno, si sta assistendo a un proliferare di eventi e iniziative varie mirate al debutto di nuovi tornei o alla riorganizzazione di antiche sfide già note ai giocatori, come non si era mai verificato prima. Al punto che il calendario attuale di Ifpa Italia (l’organizzazione che gestisce il ranking nel nostro paese) risulta praticamente full. Dopo i vari appuntamenti di gennaio, marzo e aprile, tra Bologna, Rimini e Milano, a maggio sono in programma altre tre sfide di alto livello. Si parte sabato 7 con il (gradito) ritorno del Mad 4 Pinball di Milano, ospitato come tradizione dallo Showroom Morlacchi, che celebra la sua sesta edizione, con una tappa valida per il Circuito nazionale Ics (Italian championship series), ma anche per quello europeo Ecs (Eu-
ropean championship series), confermando l’Italia tra i protagonisti sulla scena del flipper competitivo globale e in particolare del Vecchio Continente. L’appuntamento successivo è invece in programma nei due giorni del 21 e 22 maggio, questa volta a Roma, dove andrà in scena il The Arcade Lab pinball tournament, per un altro gradito ritorno, cioè quello del flipper sportivo nella Capitale. Anche questa sifda è valida per il circuito nazionale Ics che in questo modo già prima di giugno avrà completato già cinque delle sei tappe stagionali. Ma a chiudere il mese in bellezza, ci sarà anche il ritrovato Merlino Pinball Zone di Genova, a Sestri Levante, all’interno del circolo Arci e Uisp Merlino, già sede di alcuni importanti tornei in passato. Per un mese ad alta intensità che promette di regalare molteplici emozioni per i giocatori di flipper sportivo italiani e anche diverse opportunità per scalare il ranking internazionale. LA CLASSIFICA ICS In attesa di conoscere i verdetti che arriveranno da Milano e Roma delle prossime due tappe del Circuito nazionale Ics, a godersi il primo posto della classifica provvisoria dopo la terza gara è ancora una volta Luca Vignando, già in testa al circuito dopo la prima e poi dopo la seconda tappa. Il player lombardo è stabile al comando con 229 punti, seguito dal giovane Luca Fredella che dopo il piazzamento di Enada e l’exploit di Milano (in occasione
del torneo Milano Pinball Frenzy) ha raggiunto la quota 202 punti e la seconda posizione in classifica nazionale. In terza posizione sale invece Giampiero Pittelli a quota 174 mentre in quarta posizione il vincitore del torneo di Enada “Spring pinball tournament”, Giuseppe Violante (143), seguito da Manuele Cereda (140). Ma solo al termine di questo mese di sfide che vedrà disputare ben due gara nel giro di pochi giorni valide per il circuito nazionale, si potrà avere un verdetto semi-definitivo sui 32 finalisti che approderanno della fase finale della competizione e che si sfideranno per il titolo di “Miglior giocatore italiano nel 2021” messo in palio da Ifpa Italia. Ranking ICS 2022 dopo il Round 3 1
Luca Vignando
229
2
Luca Fredella
202
3
Giampiero Pittelli
174
4
Giuseppe Violante
143
5
Manuele Cereda
140
6
Francesco Sacco
135
7
Roberto Pedroni
118
8
Enrico Giorgio De Stefani
115
9
Antonella Iannotta
109
10
Paolo Luise
106
11
Fabio Francescato
90
11
Gabriele Tedeschi
90
13
Lorenzo Gagliardi
85
13
Michael Trepp
85
15
Antonio Freddo
79
16
Andrea Bernard
75
16
Michael Mauracher
75
18
Danny Iuliano
70
18
Davide Colleoni
70
20
Devis Pierantozzi
65
21
Alessandro Camellini
61
21
Paolo Iacoponi
61
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Daniele Baldan
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Alberto Olivero
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24
Fabio Cavallo
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24
Franco Benedetti
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Michele Magagni
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Alessandro Cacialli
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Lorenzo Mauri
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Chiara Sacco
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Claudio Fredella
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Daniele Cavazzo
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Matteo Filippin
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Omar Spada
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Tommaso Castellese
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(Ultimo aggiornamento del ranking aprile 2022)
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GIOCONEWS #05 MAGGIO 2022
politica poker GIUSEPPEP ROSA
ROSA VINCE LA PRIMA BATTLE AZZURRA DELLA STORIA DI MALTA Negli ampi spazi del Casino Malta il player toscano primeggia su 2.592 entries nell’evento giocato dal 20 al 26 aprile di Cesare Antonini
“L’
adrenalina non mi fa pensare, non riesco ancora a capacitarmi di quello che è successo. Sono solo molto contento del successo perché lo inseguivo da parecchio dopo tanti risultati è arrivato un trofeo importante. Penso di aver giocato un poker solido e pulito e dopo un colpo a 10 left ho iniziato a crederci. Adesso proverò a fare un leggero level up e continuo a vivere di hold’em”. Giuseppe Rosa, toscano di Colle Val d’Elsa (in provincia di Siena), è il primo italiano a vincere il Battle of Malta. Super evento che dopo il Covid-19 e due anni e mezzo di rinvii, è tornato sopra a tutte le aspettative con 2.592 entries e oltre 1,2 milioni di euro di montepremi con il garantito proposto che era di 500mila euro. Migliore ripresa l’organizzazione guidata dal lato Italia da Mario Sfameni e il suo team con Massimo Majolino, Antonio Parlavecchio e il brand ambassador Francesco Legnaro, non poteva sperare. Tornando a Giuseppe Rosa e prima di entrare nel vivo dell’action, cerchiamo di capire le emozioni del winner:
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GIOCONEWS #05 MAGGIO 2022
“Di sicuro il colpo in cui prendo un piatto importantissimo a Jeremy Soreau (che scenderà a 3 milioni di gettoni facendo volare il futuro vincitore nel count, Ndr), dove, con A7, scende un Asso al river e vinco un piatto fondamentale (oppo aveva QQ, Ndr). Se non fosse sceso un Asso avrei check/foldato ovviamente. Riconosco che questo spot mi ha cambiato il torneo”. Ma Rosa se l’è giocata benissimo e nonostante sia stato card dead per le prime ore del final table, è riuscito a incastrare i giusti colpi quando la carta è tornata a girare: “A 5 left con A3 ho centrato la top pair contro un avversario che aveva 10-7. Poi ho centrato la doppia e anche lui l’ha chiusa e ho vinto un altro piatto fondamentale per la vittoria finale”. Occhi lucidi, emozione pazzesca e poi lo sfogo con l’adrenalina che scende ma ancora non si può realizzare il successo da 200mila euro di prima moneta. Prima di passare alle emozioni di Rosa un piccolo retroscena. Arrivato all’heads up con Stan Van Dijk, olandese che vive a Malta e che lavora in una poker room online basata sull’isola, Rosa ha proposto un deal. L’avversario ha rifiutato la divisione delle due prime monete che erano distanti ben 60mila euro, e Giuseppe ha accettato serenamente di giocare. Per una legge non scritta, alla fine chi rifiuta qualsiasi divisione di solito non ha il favore della fortuna. Anche se il poker, specie in heads up, necessita di molte skills. E così è stato anche se l’olandese ha dimostrato di giocare un poker importante, senza troppi fronzoli, ma efficace e in grado di alzare il trofeo. In ogni caso in heads up Rosa partiva davanti. Leggermente ma partiva davanti. Seppur la condizione era forte, Rosa non ha trattenuto
ROSA VINCE LA PRIMA BATTLE DELLA STORIA A MALTA
La cronaca del final table La mano decisiva arriva dopo pochi colpi in un heads up tutto sommato rapido. Van Dijk chiama dal bottone e Rosa decide per l’optino check. Il flop: J-8-5 con due quadri e Stan esce di 800.000 gettoni, call Giuseppe. Al turn un K di picche con Stan che continua a salire a 2,5 milioni, Giuseppe chiama. Il river J fiori e Stan esce di 7 milioni con Rosa che manda tutto e Stan alla fine decide di giocare il suo stack che è inferiore a quello dell’azzurro. Il J10 offsuited di Rosa supera il J6 di Stan per un trips deciso dal kicker 10 che manda tutti i gettoni in Italia, anzi in Toscana, ed elimina l’olandese che lavora in una poker room che ha sede in Malta e che forse la prossima volta scenderò a patti per un deal che gli avrebbe salvato qualche decina di migliaia di euro. Come detto, il temibile Cohen è uscito in terza piazza mandando i due players in heads up. In all in preflop è stato l’olandese van Dijk a buttare l’israeliano trapiantato a Malta 99 vs A5 su un board che non ha aiutato il terzo classificato fuori per una moneta tonda tonda da 100mila euro. Dopo la prima fase di card dead, come ha raccontato lo stesso Giuseppe, la storia è cambiata. L’action, in ogni caso, l’hanno fatta sempre l’italiano e l’olandese con il primo che è riuscito a mantenere la calma e a gestire l’emozione e l’adrenalina. Questo è successo anche dopo il colpo decisivo che lo poteva portare a credere un po’ troppo
S TA N VA N D I J K
l’emozione: “Ho pianto subito dopo la vittoria - confessa il winner - un’emozione pazzesca anche perché non ho chiuso occhi tutta la notte per il tavolo finale in cui partivo chip lreafer e anche con un discreto vantaggio”. Vantaggio che è contato, alla fine, visto il successo. “Avevo dichiarato la vittoria poco prima del Day3”, dichiara Rosa. Mentre noi di Gioco News avevamo certificato che la vittoria poteva arrivare sia per le sue qualità, sia per quella famosa scaramanzia di chi rifiuta il deal che, guarda caso, ogni volta si ritorce contro. E adesso? “Io vivo già di poker da tanti anni ma un risultato del genere mancava. Ora potrò alzare il livello del gioco e giocare magari qualche satellite importante per qualche highroller anche più dispendioso. Ho giocato l’Ept di Praga un mese mezzo fa e il livello l’ho già raggiunto”, prosegue Rosa. Un tavolo molto difficile e tra i più temibili un israeliano che pare giochi spesso a Malta, Yossef Cohen: “Era il player più aggressivo e che ha giocato davvero un ottimo torneo - spiega Rosa - in generale il tavolo era molto difficile e c’erano molti player che potevano mettere in difficoltà. Adesso? Cosa succede? “Continuo a giocare e andrò all’Ept di Monte Carlo e, a seguire, all’Ipo di Sanremo, due tornei vicini e che offriranno tante opportunità di gioco”. Nel futuro c’è anche voglia di studiare e di migliorare? “Gioco a poker da oltre dieci anni e ho studiato molto all’inizio - prosegue Rosa - non è escluso che ora non si riapprofondisca il gioco ma ho tantissima esperienza e questo risultato era proprio quello che mi serviva”.
nel successo. Invece è riuscito a scalare la marcia quando serviva e ad accelerare quando era necessario. In quarta piazza è uscito un altro player maltese, Noam Garama, che poteva tranquillamente mettere il sigillo al torneo. Per lui una quarta piazza per 72mila euro proprio in quel colpo in cui Giuseppe Rosa è riuscito a centrare una top pair over two pair A3 vs 10 e 7 e ha eliminato un cliente assai scomodo. Con questa eliminazione Giuseppe ha preso il comando visto che poco prima con van Dijk c’era un equilibrio perfetto. Quella è stata indubbiamente la mano della svolta. Peccato per Federico Petruzzelli che alla fine è uscito quinto per 54.120 euro dopo aver dominato il torneo in alcuni momenti. Purtroppo alla fine del Day3 è sceso molto anche se ha chiuso in average. Nel colpo decisivo Coen ha aperto dal bottone e Petrux ha difeso il big bling. Al flop scendono K98 tutto a picche e i due vanno ai resti. Cohen, purtroppo, ha floppato un colore nuts con AJs a picche mentre Petruzzelli ha mandato i resti con 10 e 7 di fiori e una scala bilaterale che, anche se fosse uscita, non sarebbe servita a nulla. L’altro azzurro qualificato al tavolo finale, Walter Marchi, è uscito in ottava piazza per 18.040 euro ed è stato eliminato proprio da Petruzzelli QJ offsuited vs A6 offsuited. Sul board basta una “donna” per eliminare l’azzurro. Alla fine del torneo l’organizzazione ha annunciato la prossima data dal 4 al 12 ottobre con il torneo che torna con 1 milione di euro garantiti come l’evento del 2019, prima del Covid-19, che collezionò un montepremi da oltre 2,4 milioni di euro. L’appuntamento è davvero imperdibile. 2 0 22 BA T T L E O F M A LT A F I N A L T A B L E PAY O U T S
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Giuseppe Rosa Stan van Dijk Yossef Cohen Noam Garama Federico Petruzzelli Jeremy Soreau Karol Szyszko Valter Marchi Peep Kivistik
Italy Netherlands Israel Israel Italy France Poland Italy Estonia
€ 200.340 140.000 100.000 72.000 54.120 41.680 29.240 18.040 10.580
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politica poker
Tra Italia e Germania il Trucco del successo LA RICETTA DEL MANAGER ITALIANO ATTUALMENTE IN FORZE A GGPOKER, OPERATORE SPECIALIZZATO NEL POKER ONLINE E LEGALE IN TANTI MERCATI CON IL BEL PAESE IN TESTA di Cesare Antonini
“Lo
sbarco di GgPoker in Ontario è una grossa novità per la politica della room in cui lavoro e potrebbe anche aprire le strade e le porte alla concessione in Italia e in altri mercati regolati in cui la liquidità è segregata e chiusa entro i confini nazionali. Intanto all’iGb Affiliate di Londra cerchiamo di trovare nuovi partner per le affiliazioni, appunto, secondo il nostro obiettivo che è quello di creare valore e contenuto”. Marco Trucco, top manager italiano e Md Europe a GgPoker, era all’iGb Affiliate a Londra, a metà aprile, e ha analizzato con Gioco News le prossime strategie della room per cui lavora che non ha ancora una licenza per operare sul mercato italiano ma che continua a fare notizia grazie a innovazione, comunicazione e dati impressionanti che la stanno imponendo sempre più leader nel mercato “dot com”. Una chiacchierata interessantissima al di là del ruolo di Trucco, e che ha dato prospettiva e analisi anche per altri mercati europei come la Germania. GgPoker, room cresciuta esponenzialmente da metà 2020 e strutturata e consolidatasi per tutto il 2021, ora sta lanciando altre sfide e seguendo altre prospettive. Specie nei mercati regolati. La domanda chiave però, rimane l’Italia? “L’Italia è nella lista dei Paesi in cui GgPoker vuole entrare - spiega Trucco - c’è sempre stata e continuerà ad esserci perché vogliamo arrivare dappertutto. Basta seguire i nostri passi, come in Ontario che è il primo mercato
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a liquidità chiusa in cui entriamo. Un progetto pilota, un tentativo che potrebbe portarci in Francia, Spagna, Portogallo e, perché no, magari anche altri Paesi. Ma il concetto è che le cose stanno cambiando e se prima per noi era complesso gestire tanti mercati separati, adesso l’azienda ha una struttura che, secondo il livello dimensionale raggiunto, può consentirle di gestire al meglio tutto. Questo significa che nulla è da escludere”. Ma c’è anche un’altra prospettiva: “Bisogna capire cosa pensa l’Italia perché in Europa inizia a cadere il tabù della liquidità internazionale: nazioni come la Germania, l’Olanda e anche la Svezia o la Danimarca (anche se tutti dicono che è un mercato limitato ma vale il principio) hanno aperto ai mercati globali senza problemi. Per cui sarebbe bene che le autorità italiane domandino a questi mercati come sta andando l’esperienza, se hanno rintracciato quei rischi e quelle criticità che si temevano o se l’esperimento è riuscito. Questi framework hanno parametri più rigidi dei nostri ma per loro la liquidità non è mai stata un problema. Probabilmente abbiamo perso molti treni per il poker nel nostro Paese ma ora potremmo muoverci in questo modo e finalmente recuperare e rilanciare il mercato”. Questo sarebbe l’obiettivo massimo. Ma se non fosse possibile? “Allora se necessario ci adegueremo anche alla liquidità regionale condivisa con Francia, Spagna e Portogallo con la speranza di estenderci ancora un po’”. In attesa di altre analisi di Marco Trucco, gli chiedia-
TRA ITALIA E GERMANIA IL TRUCCO DEL SUCCESSO
mo il senso della presenza di GgPoker all’iGb Affiliate: “La nostra presenza a Londra è dedicata alla ricerca di nuovi partner che possano fare affiliazione per noi anche se ne abbiamo pochi ma buoni e sono tutti dedicati al poker. Tuttavia preferiamo chi produce contenuti social, video, news e che crea una community e poi fa engagement sulla stessa. Abbiamo anche molti steamer, Youtuber, che fanno ottimi numeri e si stanno specializzando nelle versioni di tutti i giochi. Questa, secondo noi, è la strada per crescere sotto questo punto di vista”, prosegue. Com’è andata l’esperienza a iGb e qual è la strategia della room in chiave affiliazioni? “Siamo venuti a Londra per esserci e per farci vedere e, ovviamente, per fare affiliati in più. Tuttavia la nostra scelta è avere affiliati orientati alla produzione di contenuti e di valore sul poker. Preferiamo chi produce content social come video, news e quelli che in generale funzionano in termini di engagement e che hanno una comunità dietro dove attingere. Dobbiamo essere sinceri, in ogni paese ce ne sono molto pochi. Di youtuber e streamer, invece, ne abbiamo tantissimi. E fanno dei bei numeri. In molti si stanno specializzando anche su alcuni giochi come il Plo a 5 carte, lo short deck e altre varianti ma è sempre dura riuscire ad andare oltre certe soglie. Ad esempio in Olanda hanno deciso di eliminare le celebrities dagli spot mentre la Germania ha nel mirino gli streamer”. Il decreto dignità ha colpito anche in Olanda, quindi: “Come detto, i Paesi Bassi hanno limitato molto l’utilizzo dei vip e dei testimonial - ci spiega il manager mentre ci dà uno spoiler del primo spot GgPoker in Olanda, ed è molto incisivo e di sicuro non eccessivo - nel giro di due mesi le autorità hanno subito chiarito che la pubblicità era troppa ma è difficile limitare una fase di avvio di un mercato in cui tutti, naturalmente, puntano a farsi vedere e cercano di ottenere una maggiore quota di mercato. Ed è anche assai complesso pensare che gli operatori si autoregolino. Ma ovviamente se si cambiano le condizioni in cui operare dopo aver ottenuto l’autorizzazione a farlo è sempre un fattore estremamente negativo, Andrebbero comunicate prima della richiesta della licenza la strategia sulla comunicazione e le possibilità di fare marketing. In generale continuo a credere che antitrust e autoregolamentazione lasciano il tempo che trovano”. Ci potrà essere una soluzione o siamo nelle mani complete del regolatore? “L’unica via che avrebbe senso è quella di un’autoregolamentazione tra gli operatori di un marchio a patto che poi un’agenzia ratifichi gli accordi. Facciamo le regole prima ma poi fissiamo anche qualche sanzione per chi sgarra se l’autoregolamentazione è recepita a livello centrale”, spiega Trucco. Parlando di regolamentazioni europee si è tanto parlato di Germania, GgPoker opera in questo mercato: com’è la situazione per quello che riguarda questo framework? “Una regolamentazione di cui non si comprende il senso e che sarà ancora peggiore quando le licenze diventeranno definitive - esordisce il manager
italiano - il problema è il limite massimo di deposito di 1.000 euro ma quello che tutti devono capire è che il cap è cumulativo e va a sommare tutti i versamenti dei conti gioco sui vari siti. Questo sistema sembra favorire gli operatori generalisti e sfavorire quelli specializzati che offrono un servizio migliore di gioco. Anche perché gli utenti ormai sono abituati ad aprire più conti. Ovviamente è un grosso freno anche all’innovazione e alle start up”. L’idea era quella di regolare il gioco, giusto? “Sì, ma si otterrà ovviamente l’effetto opposto che è quello di forzare gli operatori ad avere nel più breve tempo possibile e le strategie diventano molto più aggressive. Inoltre - analizza Trucco - il limite di deposito è fissato una volta al mese e quando si finisce il credito la guerra è ad inizio mese quando si bombarderanno i players per accaparrarsi i fondi possibilmente tutti su una stessa room. Invece di puntare sull’intrattenimento quello che accadrà è l’esatto contrario”. Rischia di essere un modello poco sostenibile per il settore? “Assolutamente sì, in questo modo gli operatori non fanno profitto e non riescono neanche a fare investimenti. C’è davvero il rischio che se non cambia qualcosa nei parametri e nelle normative non abbia più senso rimanere in questo mercato. Al momento l’equilibrio tra tassazione e limite di deposito non si può fare profitto. Chi gioca e vince, inoltre, paga somme ingenti di tasse. Quindi il player vincente si allontana, chi perde non può depositare e le difficoltà di fidelizzarlo e trattenerlo sono tantissime”. Cosa deve succedere per poter cambiare qualcosa e per rimanere nell’industria del gioco tedesca? “Rimaniamo nella speranza che il mercato si autosostenga ma devono cambiare le tasse e anche le regole. Hanno tagliato la testa e le gambe al mercato, agli operatori e ai player - prosegue Trucco - in ogni caso quando finirà il processo di affidamento delle licenze avremo la situazione definitiva e potremo finalmente dire che i numeri sono quelli e dimostrare che le regole scritte sono inadeguate. Noi contribuiremo con la nostra azione sul poker e appoggeremo le associazioni e gli altri operatori. Va sottolineato che tutti vogliono essere in regola e pagare le tasse ma il prodotto deve essere sia competitivo che sostenibile”, conclude il manager italiano.
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poker
CON L’ARRIVO DELLA NUOVA LEGGE SUL GIOCO ONLINE, INIZIA SOLO ORA LA BATTAGLIA PER LO SDOGANAMENTO DI UNA DISCIPLINA CHE DA QUASI DUE DECENNI CERCA DI ESSERE RICONOSCIUTA COME MIND GAME
Il poker è uno sport anche in Brasile di Cesare Antonini
Il
mercato del poker in Brasile è in grande fermento e, anche se aspetta la sua regolamentazione solo nei prossimi mesi dopo anni di zona grigia, inizia a percorrere i passi che gli altri hanno già seguito nei primi anni del lancio. Il primo principio è: cercare di inquadrare il poker come gioco d’abilità o mental game. In Brasile ci sta provando l’avvocato Gustavo Henrique Almeida do Nascimento, dello studio Lewandowski Libertuci Advogados, a definire la vera caratteristica del poker come sport della mente, che verrebbe riconosciuto in questo modo a livello internazionale. Nulla di nuovo sotto il sole per noi ma vale la pena capire quale sia la teoria. L’avvocato parla della popolarità di questo gioco di abilità e della disinformazione sulla modalità, spesso vista come un gioco d’azzardo: “Il poker è un gioco di carte la cui popolarità è sicuramente cresciuta in Brasile negli ultimi anni. Sebbene i praticanti di questa attività la concepiscano già come uno sport, c’è una certa mancanza di conoscenza e persino un pregiudizio da parte della popolazione. Sebbene non sia un argomento nuovo, è importante portare questo argomento sotto i riflettori. La lotta alla disinformazione deve essere presente e continua in ogni ambito”, spiega Almeida do Nascimento. Ora è di fondamentale importanza, concettualizzare lo sport. “Questa missione non è la più semplice, dal momento che la legge 9.615/1998, l’attuale legge generale sullo Sport,
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non definisce cosa esso sia. A differenza di quanto qualcuno possa pensare, lo sport ha elementi rilevanti che lo caratterizzano, e non può essere inteso come sinonimo di pratica dell’esercizio fisico. Rafael Fachada, nella sua tesi di laurea, ne elenca alcuni, tra i quali spiccano l’attività fisica, l’attività agonistica e la pratica organizzata (regole del gioco)”. È anche importante commentare che l’attività fisica e l’esercizio fisico non sono terminologie che hanno lo stesso significato: “L’attività fisica si riferisce a qualsiasi movimento eseguito dal corpo, mentre l’esercizio fisico, d’altra parte, è un’attività strutturata che mira a migliorare la forma fisica a un certo livello. Pertanto, si comprende che l’attività fisica è un genere di cui l’esercizio fisico configura una specie. Gli esperti nel commentare che l’elemento caratterizzante dello sport non è l’esercizio fisico, ma l’attività fisica, esemplifica che il semplice movimento di un dito potrebbe essere considerato attività fisica. In questo senso, molte attività che, in linea di principio, non richiedono un grande sforzo fisico da parte dei partecipanti, sono già considerate sport, tra cui gli scacchi e, più recentemente, gli esport”. Interessante questa lettura anche se, in alcune occasioni, c’è anche chi sostiene che il poker non si possa configurare come uno sport, in quanto consiste nell’indurre l’avversario all’errore. “Tuttavia, ciò che si identifica è un controllo della propria espressione e del linguaggio del corpo, nonché una lettura accurata
di queste stesse caratteristiche di fronte al giocatore avversario. Non si tratta di un cheat o di una simulazione, ma di un elemento che costituisce la natura stessa del gioco e consentito dalle regole. Condannare questo tipo di pratica sarebbe assurdo come dire che la boxe, il taekwondo e il judo non possono essere considerati sport a causa della pratica dell’aggressività”. Sempre trattando gli aspetti concettuali del poker, è opportuno commentare che lo sfruttamento del gioco d’azzardo è proibito dall’articolo 50 della legge sui reati penali. “Secondo la formulazione della legge, per gioco d’azzardo si intende un gioco in cui il guadagno e la perdita dipendono esclusivamente o principalmente dalla fortuna. In questo senso, il poker non si qualifica come un gioco d’azzardo, in quanto la ricezione delle carte, sebbene rilevante, non è il fattore determinante della vittoria. Il giocatore ha bisogno di sviluppare diverse abilità di lettura del gioco, linguaggio del corpo e applicazione per vincere, e questi elementi si dimostrano più rilevanti della fortuna, rendendo il poker un gioco di carte differenziato. Inoltre, non è raro che la giurisprudenza esprima l’idea che il gioco del poker non è un gioco d’azzardo, ma un gioco di abilità”. Cosa differente nei tournament dove esiste anche la predeterminazione della vincita. L’International Mind Sports Association (Imsa) ha riconosciuto il poker come sport da anni. “Il poker come sport ha già un’organizzazione relativamente consolidata con un’entità amministrativa internazionale, confederazioni nazionali e federazioni regionali. è esigenze e peculiarità che devono essere studiate”, conclude Almeida do Nascimento.
casinò
Verso l’uscita dal concordato L’ASSESSORE ALLE PARTECIPATE DELLA REGIONE VALLE D’AOSTA, LUCIANO CAVERI, DELINEA LE PROSPETTIVE FUTURE DEL SAINT VINCENT RESORT & CASINO, TRA VALORIZZAZIONE DELL’OFFERTA ALBERGHIERA E POSSIBILE PRIVATIZZAZIONE DELLA GESTIONE
Le
di Anna Maria Rengo
vicende dei casinò italiani seguono sempre due strade sia parallele che perpendicolari: quelle delle loro società di gestione e quelle delle loro proprietà, Comuni (Campione d’Italia, Sanremo e Venezia) e Regione Valle d’Aosta, per quanto attiene la Casa da gioco di Saint Vincent, da sempre fulcro economico e occupazionale per l’intero territorio, oltre che oggetto, nel corso dei decenni, di accese dispute politiche in Consiglio Valle e di intricate vicende giudiziarie, tra il percorso concordatario ormai giunto a buon punto e la condanna da parte della Corte dei Conti di diciotto tra consiglieri regionali attuali e passati, per i finanziamenti concessi alla società di gestione dal 2012 e il 2015. A fare il punto sul suo stato di salute e le prospettive future, ora che la Corte costituzionale (come analizziamo dal punto di vista giuridico nella rubrica “L’avvo-
LUCIANO CAVERI
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cato del diavolo” nelle pagine seguenti) ha annullato la sentenza della Corte dei Conti, facendo ovviamente tirare un grosso sospiro di sollievo ai politici valdostani che avrebbero dovuto risarcire la Regione per un totale di ben sedici milioni di euro, è l’attuale assessore regionale alle Partecipate della Regione, Luciano Caveri. Il Casinò di Saint Vincent ha iniziato l’anno, pur con le difficoltà legate al Covid, in maniera positiva. Che giudizio dà dell’andamento della Casa da gioco? “Se si tiene conto della pandemia con le chiusure e le limitazioni, oltreché dei problemi derivanti dal conflitto in corso, come l’aumento del prezzo dei carburanti, la situazione è buona e si potrebbe parlare di ‘cauto ottimismo’. L’orizzonte resta l’uscita dal concordato”. Come sta invece andando il Gran Hotel Billia, come si colloca in un contesto societario più ampio e come eventualmente lo si può e deve valorizzare? “Resto convinto che per la Casa da gioco il Grand Hotel resti un valore aggiunto e c’è stata una positiva tenuta di questa attività su cui concentrare nuovi sforzi, nel limite degli investimenti possibili nel regime concordatario. Certo l’albergo deve funzionare non solo per gli appassio-
CASINÒ VERSO L’USCITA DAL CONCORDATO
nati di gioco e deve aprirsi di più anche ai valdostani”. Come sta procedendo invece l’iter concordatario? “Sul concordato vigilano un commissario (Ivano Pagliero Ndr) e il tribunale e mi pare che al momento le cose avanzino positivamente. Bisogna fare sempre bene i conti con grande attenzione per poter chiudere positivamente con i creditori”. Che giudizio dà della sentenza della Corte costituzionale sul conflitto di attribuzione proposto dalla Regione Valle d’Aosta e come si muoverà ora l’ente, visto che aveva già incassato circa otto dei sedici milioni di euro di risarcimento disposti dalla Corte dei Conti? E quali sono le attese nei confronti del procedimento giudiziario parallelo, quello in Corte di cassazione? “La sentenza della Corte costituzionale è stata molto positiva e spetta ora agli uffici seguire tutti gli adempimenti derivanti in linea con questa decisione di confermare la legittimità dei voti espressi in consiglio regionale per ‘salvare’ il Casinò. Sulla Cassazione si attende l’esito e si leggerà la sentenza”. Anche se i tempi sono prematuri per discuterne, quali potreb-
bero essere i vantaggi con la privatizzazione del Casinò di Saint Vincent, un tema che ovviamente dovrà aspettare la conclusione dell’iter concordatario ma che è già stato recentemente proposto da qualche formazione di maggioranza in Consiglio Valle? “La privatizzazione, chiuso il concordato, può essere una scelta su cui riflettere. Personalmente la caldeggio, ma va aperto sul tema un confronto ad ampio raggio. Un bando europeo è tema complesso e certo bisognerà che la situazione economica si stabilizzi per fare un eventuale passo di questo genere”. Dopo l’esperienza con la Gestione straordinaria, vecchia società privata di gestione del Casinò attiva negli anni Novanta e che non si riesce ancora a liquidare, non temete che ci potrebbero essere problemi analoghi? E quali sono i motivi, al di là degli specifici contenziosi ancora in corso, che hanno provocato questa impasse decennale? “Sulla Gestione straordinaria i tempi lunghi sono quelli della giustizia ed è prematura già immaginare contenziosi su di una gara che vada verso la privatizzazione”. ERIK LAVEVAZ
La soddisfazione della politica Sulla vicenda interviene anche il senatore Albert Lanièce (gruppo Per l’autonomia): “L’annullamento sentenza della Corte dei conti sul Casinò da parte della Corte costituzionale è l’esemplare risposta a chi, in Valle e fuori, ha accusato con violenza la classe politica valdostana di incapacità e malafede, mentre si salvava una azienda da 800 posti di lavoro”. Emily Rini, già consigliere regionale e attualmente coordinatore regionale di Forza Italia, ritiene che sia finito “un incubo durato cinque lunghi anni. Giustizia è stata fatta. La Corte costituzionale ha riconosciuto la piena legittimità del nostro operato. Grazie di cuore ai tanti amici e conoscenti che mi sono stati vicini e che mi hanno supportata (e sopportata!) in questi anni difficili. Ho vissuto momenti e situazioni così complessi che non si possono raccontare a parole. Grazie alla mia famiglia ️, senza di loro non ce l’avrei fatta. Grazie anche a chi, con cattiveria, ha cavalcato questa storia strumentalizzandola - approfittandosene per screditare le persone coinvolte. Da voi ho avuto il più grande insegnamento: quello di non essere mai come voi. Tutta questa storia mi ha insegnato tanto e il dolore e le difficoltà provate in questi anni dovranno essere trasformati in forza per affrontare meglio le sfide future della vita”. Anche Mauro Baccega, consigliere regionale di recente ingresso in Forza Italia, commenta con grande sollievo la sentenza: “Sono rinato per la seconda volta. La Corte costituzionale ha annullato la sentenza della Corte dei conti che mi condannava insieme ad altri colleghi per aver votato la delibera che ha salvato il Casinò e tutto quanto ruotava intorno. Sono stati cinque anni d’inferno e comunque... giustizia è stata fatta. Ringrazio tutti coloro che nel tempo mi sono stati vicino e che mi hanno sempre sostenuto”.
AUGUSTO ROLLANDIN ALBERT LANIÉCE E L I LY R I N I MAURO BACCEGA
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ALBERTO BERTIN
La sentenza della Consulta che ha annullato la condanna della Corte dei Conti è stata accolta con un coro di consensi in Valle d’Aosta, con le massime istituzioni regionali, direttamente chiamate in causa o no, che hanno salutato con favore il dispositivo. A cominciare dal presidente della Regione, Erik Lavevaz: “Prendiamo atto della sentenza che accoglie quanto la Regione ha sostenuto in questi anni: la piena potestà dei consiglieri regionali di espletare pienamente il loro mandato politico. L’autonomia del Consiglio viene ribadita dalla Corte costituzionale, che conferma la legittimità di quanto fatto dai consiglieri e la facoltà del Consiglio di agire con una visione che non è meramente amministrativa, ma politica e strategica”, queste le sue parole, cui si aggiungono quelle del presidente del Consiglio Valle, Alberto Bertin: ““La sentenza della Corte costituzionale è un fatto importante perché fa finalmente chiarezza sulle competenze che spettano al Consiglio regionale nell’esercizio delle sue funzioni, tracciando una demarcazione tra gli atti da considerare di indirizzo politico e quelli di natura amministrativa. Una sentenza che dà nuove certezze all’operato dei consiglieri e alla loro autonomia decisionale. Si chiude una vicenda molto complessa che si è trascinata per troppi anni e che ha avuto ripercussioni di ordine politico oltre che sul piano personale per i consiglieri coinvolti”. Più sintetico, ma significativo, il commento di Augusto Rollandin, per lunghi anni governatore della Regione e tra gli amministratori regionali condannati dalla Cdc a un risarcimento più grande: “Credo sia un passo molto importante, abbiamo passato sette anni di agonia. Se guardiamo tutto quello che è successo in questo tempo, ce n’è per discutere”.
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ottenere grandi risultati. Occorre precisare che la variante poco sopra citata prevede che sia il Banco a garantire tutte le puntate e considerata la tipologia di clientela di cui stiamo parlando è facile ipotizzare che il rischio per il casinò che decide di proporre questo gioco sia molto elevato. A poco serve proporre massimi di puntata limitati per ridurre la percentuale del rischio perché un’azione di questo genere non potrebbe che causare disaffezione immediata da parte della clientela che, anche con sacrifici, abbiamo intercettato. È un tema che ricorre nei casinò anche per la gestione di tutti gli altri giochi. La capacità di attrazione della clientela con elevato potenziale di spesa, oltre a richiedere standard di accoglienza di assoluta eccellenza, quindi hotel minimo 5 stelle lusso, ristoranti stellati, centri benessere di chiara fama, shopping di grandi firme e servizi di intrattenimento e di trasporto al top, necessita, per avere successo, di massimali di puntata elevati. La base per una strategia vincente è quella di poter contare su presenze di clienti che siano numericamente adeguate, è certamente sconsigliabile, per non dire da evitare, il pensare di gestire questo target di clientela a livello di unità o poco più, salvo rischiare di subire perdite importanti difficilmente compensabili nel breve periodo.
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gli introiti delle case da gioco a causa del crollo della spesa per i beni e i servizi che la clientela in questione inevitabilmente porrà in essere per le limitazioni alle quali è costretta. Una puntualizzazione è d’obbligo: la scarsa presenza di clientela russa nei casinò italiani non è certamente conseguenza del fatto che l’offerta di gioco non è all’altezza, quanto piuttosto per il contesto nel quale gli stessi operano che non è in grado di offrire quei servizi di lusso sfrenato che tanto piacciono a questa clientela, in estrema sintesi non è possibile esagerare nello spendere denaro per godere dei beni più costosi al mondo. Le considerazioni di cui sopra devono essere del tutto riviste se prendiamo in considerazione altre realtà del gioco d’azzardo, cito come esempio i Casinò di Monte Carlo o di Las Vegas che in termini di contesto possono sicuramente assicurare a questa clientela la possibilità di dare sfogo ai propri capricci più bizzarri e costosi. I russi non mi risultano essere grandi appassionati di gioco tradizionale, amano sicuramente il poker sia nella modalità torneo che in quella “cash” e in particolare nella variante denominata “Russian Poker”. I Casinò italiani hanno più volte tentato di attrarre questa clientela proponendo quest’ultimo gioco, ma senza
CASINÒ FRANCESI
FISCO&SLOT
GIOCONEWS #05 MAGGIO 2022
RIFLESSIONI DAORSO
LASLOT DELMESE
drammatici fatti di cronaca che in questo ultimo periodo popolano i media mi hanno suggerito il tema che affronto in questo numero della rubrica. Si discute molto dell’impatto che le sanzioni, economiche e non solo, approvate dall’Europa avranno nei confronti della Russia. Il mio intento sarà pertanto quello di fare il punto sull’incidenza eventuale che le stesse potranno generare sull’andamento del business di cui mi occupo, ovvero del gioco d’azzardo. Premetto che i casinò italiani non sono mai stati meta della clientela straniera, se non occasionalmente e per il fatto di operare comunque in località che si trovano ad un passo dagli stati confinanti. I casinò di Campione d’Italia, di Saint-Vincent e di Sanremo vantano sicuramente clienti svizzeri e francesi, così come il casinò di Venezia è meta di austriaci, ma se pensiamo a una clientela proveniente da stati più lontani, i numeri sono trascurabili. Per tornare al tema principale, la clientela russa è sicuramente la più ambita per tutte le attività che operano nella filiera del lusso, dal settore turistico a quelli dell’intrattenimento, del divertimento, della moda e dei gioielli, senza dimenticare i mondi dell’automotive e cantieristico navale da diporto, ambiti nei quali l’Italia propone eccellenze a livello mondiale. Il protrarsi eventuale del conflitto tra l’Ucraina e la Russia non potrà che generare gravissime conseguenze negative sul volume di affari di tutte le attività legate ai settori che poco sopra ho evidenziato. Per il gioco d’azzardo, sempre con riferimento al mercato di casa nostra, l’impatto dal punto di vista diretto sarà a mio parere trascurabile. I russi non hanno mai frequentato i Casinò italiani con assiduità, almeno per quanto a mia conoscenza. Non v’è dubbio che, indirettamente, l’impatto economico negativo si verificherà condizionando anche
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GIOCO &PSICHE
I SEGRETIDEL TAVOLOVERDE
di Marco Fiore
Russi e casinò matrimonio non in Italia PANNONERO
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politica
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ROCCO GALLO
Una slot che dà il buongiorno al giocatore | | | |
Nome_ Rocco Gallo Produttore_ Play’n GO Disponibile su_ Omnichannel | Volatilità_ molto alta Data di rilascio_ giugno 2022 | Payout_ 96,23%
Per saperne di più:
›› grafica
In un piccolo villaggio italiano, un possente galletto la fa da padrone: si tratta di Rocco Gallo. Un galletto molto arrogante, che domina la fattoria, ma Vinnie Volpe è sempre in agguato, nell’ombra, pronta a balzare e sgattaiolare via con i pulcini di Rocco. Un’ambientazione così particolare e decisamente insolita, soprattutto per una slot, lascia già intendere quanto possa essere curioso questo nuovo titolo di Play’n GO che in effetti riesce a stupire proprio per la straordinaria qualità e varietà grafica, oltre che per l’accuratezza e a scelta della simbologia, che spazia nella natura, tra il mondo animale e quello vegetale. Molto piacevole, fresca, divertente, in stile cartoon e di alto livello. Solo a vederla viene voglia di giocarci.
›› sound
Se la grafica risulta particolarmente ricercata e suggestiva, lo stesso si può dire per la parte audio, con delle musiche molto carine e coinvolgenti e degli effetti sonori molto divertenti, che sanno come stuzzicare al meglio i giocatori. Intrattenendoli in tutte le fasi del gioco e accompagnandoli in maniera ideale, senza mai eccedere, rischiando di disturbare o di stancare chi ascolta, ma riuscendo a rimanere sempre col ritmo giusto, in ogni situazione.
›› bonus
›› giocabilità
Rocco Gallo è una videoslot a 5 rulli con 20 linee di vincita fisse, che propone il tema della fattoria: un qualcosa già esplorato da varie slot “terrestri” e poi riproposto anche online, ma che in questo caso viene esplorato in un gioco “nativo digitale”, e con successo. Ma stavolta, invece delle galline, il protagonista è un gallo, che da autentico padrone di casa, deve difendere tutti dagli attacchi della volpe Vinnie. Il funzionamento del gioco segue questa narrativa, rendendo tutto molto dinamico, con un motore di pagamento che si muove al ritmo di una vera e propria corsa, come quella effettuata dalla Volpe e dal Gallo per raggiungere i propri obiettivi. Proprio per questo la slot presenta un’alta volatilità che la rende ideale per i giocatori più esigenti.
Una slot così curiosa e divertente non poteva che essere dotata di una serie di funzionalità divertenti e pure intriganti. A partire dal simbolo Rocco Gallo (Wild) che sostituisce tutti i simboli tranne l’uovo d’oro (Scatter). Quando le uova sullo schermo sono tre o più, su un singolo giro, si entra nel gioco Bonus premio istantaneo. Qui, in qualunque giro, si avranno almeno due simbolo uovo. Durante questa fase, ogni posizione del simbolo diventerà un rullo. Sui rulli speciali, è possibile che compaiano solo Rocco Gallo o Vinnie Volpe. Vengono inoltre assegnati tre re-spin, che conteranno alla rovescia di 1 all’inizio di ogni giro, fino a 0. Si tratta di free spin e vengono assegnati senza alcun costo aggiuntivo. Se un uovo d’oro o un Rocco Gallo compare durante un re-spin, il contatore tornerà a 3. Il Bonus premio istantaneo terminerà quando i re-spin saranno pari a 0 e non ci saranno più uova d’oro né Rocco Gallo sui rulli. Durante il Bonus premio istantaneo, le uova d’oro possono assegnare premi istantanei che possono essere: 0,5x, 1x, 2x, 5x e 10x la puntata totale. Se si ottiene un premio istantaneo, l’importo della vincita sarà immediatamente assegnato e anche accumulato in un Cash Pot. Ma occhio sempre a Rocco Gallo, che può comparire sul suo rullo speciale assegnando in questo caso il Cash Pot al giocatore.
il nostro giudizio. Un omaggio all’Italia oppure una presa in giro? Bisognerebbe chiederlo agli sviluppatori. Ma il risultato, in ogni caso, non cambia: resta sempre una slot molto divertente da giocatore e a tratti anche sorprendente, che riesce a incurisire chiunque già al primo sguardo, per poi farsi ancora più apprezzare dopo i primi giri di rulli. Una novità che ci voleva, nel super-inflazionato mondo delle slot online. Comunicazione “business to business” a finalità imprenditoriale, commerciale o professionale, ai sensi delle Linee Guida AgCom (Delibera n.132/19/Cons.)
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La consapevolezza del pregiudizio Uscire da pericolosi e affollati luoghi comuni si può. A indicare la strada è Francesca Vecchioni, fondatrice dell’associazione noprofit Diversity, ospite dei Martedì letterari del Casinò di Sanremo.
INTERVISTE
di Anna Maria Rengo
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iamo tanto politically correct e per niente razzisti, sessisti, omofobi, per carità. Non fosse che ci piace la collega Margherita perché “è una donna con le palle”, mentre Carlo che “al computer è un po’ handicappato” e siamo frustrati perché “lavoriamo come n…” ma possiamo permetterci solo “cineserie”. Qualche dubbio, sull’essere solo a parole non discriminatori, ma con le parole forse sì, vi è venuto? Sicuramente ne vengono degli altri, ma si trova anche la via d’uscita, leggendo il libro “Pregiudizi inconsapevoli. Perché i luoghi comuni sono sempre così affollati” (Mondadori), presentato ai Martedì letterari del Casinò di Sanremo da Francesca Vecchioni, scrittrice e fondatrice dell’associazione no-profit Diversity impegnata nel diffondere la cultura dell’inclusione. La nostra conversazione con lei parte proprio dal tema dei pregiudizi inconsapevoli: da dove è nato questo suo interesse per una materia tanto vera quanto d’attualità? “La voglia di scrivere è nata dalla domande delle mie figlie (Francesca è madre di due gemelle, delle quali condivide la genitorialità con l’ex compagna Ndr): noi diamo sempre per scontato di avere le risposte per i nostri bambini, che pensano che abbiamo tutto il mondo in mano, ma nel tempo mi sono resa conto, con loro, che le risposte sono meno importanti delle domande che si fanno.
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In particolare, su temi come le discriminazioni, i pregiudizi, le diversità, siamo meno competenti dei bambini perchè siamo più artefatti, stratificati culturalmente. Questa costruzione pensiamo che sia razionale, mentre è invece basata su automatismi che portano spesso a fare errori. Sono tendenze che scientificamente sono state scoperte come forme di scorciatoie che la mente usa per cercare di interpretare la realtà e che nella maggior parte dei casi applichiamo senza esserne consapevoli”. Se dovesse fotografare il pregiudizio inconsapevole o consapevole, verso quali categorie è più diffuso in Italia, e come si manifesta? “Rigiro la domanda: quali sono quelli più pericolosi? Il pregiudizio consapevole, di per sé, non è un problema. Se hai un pregiudizio sull’etnia, te le accorgi. Il vero problema sono quelli di cui non ci rendiamo conto e che sono ambivalenti, e che portano per esempio a considerare alcune categorie come più deboli. Le percepiamo come fragili e nei loro confronti abbiamo un atteggiamento paternalistico e pietistico. Così facendo pensiamo di provare un sentimento positivo ma nella realtà mettiamo queste categorie in un livello inferiore al nostro e le consideriamo sacrificabili. Invece, le dobbiamo pensare forti: ognuno di noi non è caratterizzato solo dall’essere anziano, disabile, o gay. Noi siamo tante altre cose ma quando organizziamo i gruppi sociali sulla base di un solo elemento, tendiamo ad applicare i pregiudizi più insidiosi. Del resto, però, la nostra mente funziona
così. Non possiamo non farlo, ma ne dobbiamo essere consapevoli e gestire i risvolti negativi del pregiudizio”. Secondo lei è possibile essere del tutto privi di pregiudizi? Il nostro pensiero non è comunque sempre e comunque condizionato dalla cultura e dall’ambiente dove siamo cresciuti? “Noi umani abbiamo una visione che è naturalmente soggettiva. Come si gestiscono i pregiudizi? Attraverso la consapevolezza, il dubbio socratico, la grande filosofia dle passato e orientale. Occorre essere autentici, perseguire nel profondo quello che si desidera e comprendere perchè si sono fatte alcune scelte. Poi ci sono dei trucchi, che spiego nel libro, per riuscire a capire quando si è di fronte a una trappola”. Quanto è importante l’essere figlia di Roberto Vecchioni, soprattutto al fine di portare avanti il tema dell’inclusività? “Fare un coming out pubblico non avrebbe avuto lo stesso impatto se non avessi avuto un cognome famoso, di cui non ho alcun merito, ma l’ho usato in maniera positiva, non per far conoscere la mia persona ma il tema. Tutti comunque hanno la propria sfera di azione nel mondo e possono agire in maniera responsabile”. Lei presenta il suo libro al Casinò di Sanremo, che cosa ne pensa dell’accoppiata tra gioco e cultura che da decenni esso propone? “Io sono sempre molto onorata di venire qui. È un po’ come l’uso del mio cognome: il Casinò potrebbe fare tante cose e invece con la sua struttura crea cultura. Trovo che sia molto intelligente e lodevole associare la componente ludica alla diffusione della cultura”.
INTERVISTE
Il lato sociale del gioco Fabio Bacà è l'autore di Nova, uno dei romanzi candidati al premio Strega 2022, nel quale viene raccontata una delle pulsioni dell'uomo, quella per la violenza di Daniele Duso
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arla di violenza, di quella violenza che fa parte da sempre dell’uomo, il secondo libro di Fabio Bacà, “Nova” (Adelphi Edizioni). Un tema attualissimo, peraltro, mentre il mondo è sfregiato dall’ennesima guerra. Ma soprattutto un tema completamente diverso da quello del primo libro, quel “Benevolenza cosmica” che ha fatto apprezzare Bacà al grande pubblico. L’autore ne parla con Gioco News partendo proprio dalle riflessioni dalle quali è scaturito questo romanzo. “Viviamo un mondo in cui la violenza viene condannata”, spiega Bacà, “sia dalle principali religioni, sia dal buonsenso, ma nonostante ciò la violenza è naturalmente presente, connaturata al capitalismo stesso, una pulsione che ha sempre fatto parte della storia dell’uomo”. Un concetto, quello della violenza, che effettivamente troviamo quotidianamente sulle prime pagine dei giornali. “Basta pensare anche alla guerra in Ucraina, a come si è scatenata, a come viene presentata, costantemente in prima pagina, pur non essendo l’unica che si combatte ancora nel mondo. Comunque sì, questa è una contraddizione interna della società che mi ha sempre incuriosito, e questo è il primo motivo che mi ha spinto a scriverne. Poi c’è un secondo motivo, che è legato ad uno dei privilegi dello scrittore, tra
i quali c’è, appunto, quello di rendere omaggio a film o altre opere apprezzate. Per quel che mi riguarda, e in particolare per questo romanzo, io ho voluto omaggiare Fight club”. Con una storia che tuttavia presenta una grande differenza, rispetto al film, visto che nel libro c’è un mentore, che è il personaggio del maestro zen, mentre nel film lo stesso protagonista è il protagonista stesso? “Esatto, ma nel libro come nel film i protagonisti scoprono, dentro sé, una cosa che hanno sempre saputo di avere. Vengono fuori pulsioni che sono sempre state dell’uomo e con le quali dobbiamo sempre fare i conti”. Tema peraltro molto diverso da quello del suo primo libro. “Il fatto è che detesto la serialità, per questo ho voluto raccontare una storia completamente diversa. Anche se poi, in realtà, un richiamo al mio primo romanzo c’è, con un piccolo cameo che ho inserito, nel quale appare il protagonista di Benevolenza cosmica. In Nova invece ho voluto inserire una persona assolutamente normale all’interno di uno schema narrativo che lo mette di fronte a fatti straordinariamente reali, a episodi di violenza, di prevaricazione, che sono gli stessi che fanno parte delle cronache quotidiane”. Perché, come accennava prima, la violenza viene stigmatizzata, ma poi ce la ritroviamo ovunque. “Già, anche lo stesso sport, che è un gioco, è infarcito di terminologia e di retorica bellicista: l’orgoglio patriottico, lo scontro tra nazionali, ma anche semplicemente i concetti di vittoria e sconfitta sono tutte cose su cui si può riflettere. Peraltro la stessa scienza ci dice che mentre si fa sport si producono ormoni che scatenano aggressività”.
Un aspetto che solitamente viene associato al maschio, quello della violenza. A questo proposito, il protagonista di Nova è un uomo: si tratta di una scelta voluta, oppure avrebbe potuto essere anche una donna? “Non c’è nessuna casualità nel fatto che il protagonista sia un uomo. Ma penso ad altre storie, come ad esempio quella narrata in Telma & Louise, pertanto la protagonista avrebbe potuto benissimo essere anche una donna. Credo però che, in questa particolare epoca storica, un personaggio maschio sia particolarmente adatto nel contrasto con una donna che si è maschilizzata, di fronte alla quale l’uomo si sente schiacciato, o quantomeno confuso. Tornando a quanto lei accennava sul gioco cosa ci può dice invece di quel che è il suo rapporto con l’universo ludico? “Io sono un grande amante del gioco. Per quanto riguarda lo sport sono stato un grande amante del calcio, tanto che da piccolo speravo pure di fare il calciatore, un giorno. Per il resto non sono mai stato un giocatore d’azzardo, però mi piace molto giocare a carte, amo quella che è la parte sociale del gioco, quella che accade una volta l’anno e caratterizza determinati periodi, quelli delle feste, nei quali ci si ritrova in famiglia o con gli amici e si sta in compagnia”. Ora sta vivendo l’avventura dello Strega, che le auguriamo finisca nel migliore dei modi, ma ha già qualche idea per il suo prossimo lavoro? Sarà diverso dai precedenti? “Come accennavo odio la serialità. Il prossimo libro sarà sicuramente diverso. Posso solo dire che parla dei social, ma non solo, e parlerà molto di sesso. Attualmente lo sto ancora scrivendo, penso che non vedrà la luce prima di altri tre o quattro anni almeno, ma senza considerare il tempo che mi richiederà lo Strega”.
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SOSTENIBILITÀ IN GIOCO
SOSTENIBILITÀ IN GIOCO
Sostenibilità la nuova chiave nel recultamento
Direttore delle strategie sui contenuti per Clarion Gaming dal 2018, è nel gruppo da oltre 13 anni, dove ha ricoperto i ruoli precedenti di head of content, event director focalizzati sul gaming e di programme manager.
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Guarda la ricerca di iGB e Pentasia sul personale
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uesto pezzo nasce a distanza di pochi giorni dall’Ice di Londra, la maggiore fiera del settore del gioco, il punto di incontro globale per operatori, fornitori di technologie, servizi e prodotti, regolatori, affiliati e media che ogni anno (eccetto il 2021 per la pandemia) offre l’opportunità di dimostrare l’innovazione, il genio e il progresso di questa industria. Come membro di Clarion Gaming, l’organizzatore dell’evento dal 2009, ho osservato e contribuito all’evoluzione della fiera, che ho sempre pensato non come una mera riflessione dell’industria attuale, bensì come un banco di prova per ciò che la stessa industria vuole diventare, delle sue aspirazioni e obiettivi che intende raggiungere. L’aspirazione a progredire e perfezionare è sia l’obiettivo che la motivazione di Ice e della partecipazione a qualsiasi evento. Il desiderio di educazione e formazione rappresenta il sentimento dominante che prevale durante tutta la settimana e ci offre una visione del futuro. Con la memoria fresca dell’ultima edizione di Ice, voglio qui riassumere la mia interpretazione di questa visione, che è però – in questo caso – una lettura del presente e non una previsione del futuro. Anche se parlare del futuro è parlare di sostenibilità, rimanendo quindi sul tema principale di questa rubrica. Se trattiamo Ice come una bussola di tendenze e di interessi in atto nel settore del gioco, allora il tema della sostenibilità, nelle sue varie accezioni, poteva essere imparato in qualunque momento della fiera, essendo considerato un tema prevalente, se non dominante. Prescindendo dal gioco responsabile, di cui si è parlato in tutti i tre giorni della fiera (tra i convegni di Ice Vox e la Consumer Protection Zone, di cui abbiamo già parlato in precedenza), il tema Esg – ovvero, “Environmental, Social and Governance” - diventa sempre più prevalente
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A cura di Ewa Bakun
tra gli esperti, dividendo la sostenibilità in aree più specifiche che ci indicano la necessità di guardare olte il gioco responsabile, verso gli altri impatti di lungo termine che il settore esercita, come quello sull’ambiente o sulla società nel senso più ampio e generale. Il settore online ritiene di non esercitare impatti negativi all’ambiente, invece i relatori dell’Ice ci hanno invitato a riflettere su questo tema, sfidando, tra altro, le aziende online di pensare all’impronta ecologica delle loro banche dati. Perchè lo notiamo? Per la pressione da parte dei regolatori, degli investori, dei consumatori, ma anche del personale. Per il settore, quando deve affrontare il reclutamento di nuovo personale, soprattutto quello tecnico, diventa una sfida sempre più grande, in cui la percezione dell’industria e la cura della sostenibilità, devono migliorare. La ricerca annuale di iGb (nel box), effettuata insieme all’agenzia di reclutamento Pentasia, e dedicata ai salari e alle risorse umane più in generale, ha rivelato un’acuta consapevolezza della crescente carenza del personale tecnico: un espetto critico per la crescita del settore. Purtroppo il nostro settore non riesce a competere con altri settori e-commerce che esigono simili qualità e offrono simili opportunità di formazione tecnologica, per via della sua peggiore percezione. Quindi l’unico modo di competere è quello di salario (e infatti, secondo la stessa ricerca i salari sono cresciuti di 12 percento in media), ma nel mondo in cui la crescente percentuale di laureati che entrano nel mondo di lavoro dichiarano che la mission e la sostenibilità dell’azienda hanno un ruolo principale
nella loro scelta di impiego, la competizione alla base di salari non è una strategia di Hr sostenibile. Sempre più candidati, secondo le statistiche, indicano interesse per la diversità del personale e l’indicazione di quanto sia inclusivo l’ambiente di lavoro. E anche qui il nostro settore potrebbe fare meglio, nella sua rappresentazione ai livelli di gestione e nella sua generale reputazione e percezione agli occhi del consumatore mainstream, riflesso degli anni di marketing sfrenato che ancora condizionano la mente. Sembra che il nostro settore stia arrivando pian piano a riconoscere che il desiderio di maggiore diversità non lo sveste della sua capacità di intrattenimento, ma anzi lo può arricchire con più capacità di innovazione e pensiero eterogeneo. Come evidenza di questo riconoscimento, due startup, selezionate dal pubblico a partecipare a Pitch Ice, avevano come obiettivo principale quello di aiutare il settore a diventare più inclusivo, sia nel reclutamento (Rubik Talent) che nella ritenzione del personale con l’offerta di tutoraggio per le donne (One Up One Down). Non è facile osservare questi trend sottili nella cnfusione di Ice. Ma quest’anno, così diverso dagli altri, in cui i fornitori di metodi di pagamento sembravano prevalere sui quelli di giochi, si poteva riconoscere i temi che non dominano ancora la scena, ma che sono cresciuti di importanza per quelli che hanno il potere di decidere il futoro del gioco. E se fino a qualche anno fa il driver principale era quello del gioco responsabile, oggi è l’Esg la tendenza da osservare nel prossimo e immediato futuro.
Comunicazione “business to business” a finalità imprenditoriale, commerciale o professionale, ai sensi delle Linee Guida AgCom (Delibera n.132/19/Cons.)
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Con l’avanzare della tecnologia cambiano anche le opportunità di esperienza e di gioco nei Fec e in altri luoghi
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sono alcuni modi migliori per ravvivare un’esperienza di gioco e per coinvolgere gli altri. Nel corso degli anni a diventare incredibilmente popolare – come noto – è il fenomeno degli esports, con gli eventi di questo tipo che sono ora enormi esposizioni per gli spettatori. Ma come avviene con gli atleti professionisti e con i calciatori che giocano in un parco durante il fine settimana solo per divertirsi con gli amici, lo stesso accade con i videogiochi, in cui il gioco competitivo non è solo per i migliori “X per cento” al mondo, ma è un qualcosa a cui tutto possono dedicarsi. Naturalmente c’è sempre stato un interesse a giocare in modo competitivo – ricordando per esempio al gioco di saltare i ciottoli il più lontano possibile attraverso un corso d’acqua – ma nell’era di internet e dei vari progressi tecnologici, come la realtà virtuale (Vr)
e la realtà aumentata (Ar), i giochi contemporanei raggiungono grandezze più complesse. E questo non fa che aumentare il fattore divertimento. Come già accennato la Vr è un modo relativamente nuovo ed eccitante di vivere esperienze e uno dei leader dell’industria in questo campo è Laserforce. L’azienda, fondata nel 1987 a Brisbane, in Australia, è famosa per le sue apparecchiature laser tag di alto livello ma ha recentemente lanciato una nuova esperienza di gioco chiamata Laserball, che combina elementi del calcio con quelli del laser tag. “Laserball è il futuro del laser tag”, afferma Rohan Kelly, direttore operativo di Laserforce. “È davvero un gioco che cambia l’industria. Combinando il calcio con una premiata attrezzatura laser tag, si propone di essere una variazione di base del laser tag per i decenni a venire”. Il laserball è già stato adottato in Germania, spiega, ENGLISHPAGES
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A QUANTO STANNO? IL FUTURO DEL GIOCO COMPETITIVO
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dove i locali sono già in competizione l’uno contro l’altro. “Sta rapidamente diventando un gioco base nelle serate di molti utenti nel mondo. Dagli Stati Uniti fino alla Repubblica Ceca”. Tutto questo grazie alla miscela unica di due elementi: quali, appunto, il fascino del laser tag unito alla popolarità del gioco più praticato al mondo, cioè il calcio. “L’uso di questa tecnologia per alterare lo spazio fisico dei giocatori che devono comandare nell’arena crea un’esperienza unica che si trova solo in un’arena Laserforce. Laserball massimizza gli schermi dei phaser e delle tute da battaglia di Laserforce e, se combinato con il nostro sistema di illuminazione a sfioramento Gen8, diventa un’esperienza incredibilmente coinvolgente”. In effetti la Vr – ancor più al livello di immersione che può essere messo in atto dall’impressionante tecnologia di Laserforce - consente ai suoi utenti di addentrarsi in mondi in cui possono perdersi e godersi davvero tutta l’esperienza che ha da offrire.Queste esperienze prevedono spesso la costruzione di un gruppo, coinvolgendo esplicitamente sessioni multigiocatore per necessità.
UN’ALTRA ANGOLAZIONE Ci sono altri modi per competere tra videogiocatori, qualcosa che tutti abbiamo sicuramente sperimentato in una forma o nell’altra negli ultimi anni, mantenendo le distanze l’uno dall’altro durante la pandemia di Covid-19. Internet è stato sicuramente un amico per molti, aiutandoci a rimanere in contatto e rimanere aggiornati su tutte le questioni; e lo ha fatto, in modo piuttosto evidente e significativo, fin dall’inizio. Ma internet consente oggi anche delle aggiunte bizzarre alle esperienze, come insegna la piattaforma Insider Connected di Stern Pinball. L’ultima innovazione della società con sede negli Stati Uniti consente ai suoi utenti di competere tra loro oltre a una
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serie di altre funzionalità aggiuntive riservate agli appassionati di flipper. Insider Connected ha recentemente ricevuto un importante premio all’Amusement Expo International di Las Vegas, l’Amoa Innovator Award “in riconoscimento dell’eccellenza nello sviluppo e nella fornitura di idee uniche all’industria del divertimento”. In effetti “Insider Connected è il più grande progresso tecnologico per il flipper degli ultimi decenni, che offre ai giocatori ancora più motivi per giocare”, afferma Zach Sharpe, direttore marketing di Stern Pinball. “Insider Connected consente ai giocatori di tenere traccia dei punteggi e offre nuovi risultati per i flipper connessi. Attraverso i loro telefoni cellulari e computer i giocatori possono accedere ai loro profili, pubblicare punteggi, trovare le posizioni delle macchine collegate o esplorare le attività di flipper nella loro zona”. In effetti queste “attività” possono benissimo includere eventi simili a quelli toccati da Kelly, inclusi eventi di squadra. Ma la tecnologia consente un’esperienza di gioco più strettamente online, utilizzando le classifiche e consentendo ai suoi utenti di, scusate il giro di parole, “connettersi” tra loro, aumentando la rigiocabilità di una tacca. “Insider Connected Pro fornisce strumenti agli operatori commerciali per migliorare i guadagni e l’efficienza operativa attraverso aggiornamenti e diagnostica remoti”, ha affermato Sharpe di Stern. “Tutti i flipper Stern ora vengono spediti con Insider Connected abilitato e i giocatori possono registrarsi sul nostro sito web.
“Insider Connected è stata la più grande fonte di rigiocabilità in tutte le località del mondo. Che si tratti di un individuo che cerca di ottenere risultati personali e badge o di diventare il campione della classifica a un evento, Insider Connected è la guida strumentale della rigiocabilità su tutti i flipper Stern collegati. Per molti il flipper potrebbe non essere l’opzione più ovvia quando si tratta di un’esperienza di gioco competitiva – spesso, immaginereste qualcuno che gioca da solo sul mobile, con forse un piccolo tabellone segnapunti solo su quella macchina – ma è sicuramente una fiorente comunità, come spiegato da Sharpe. “Il flipper competitivo non mostra segni di rallentamento”, ha detto. “Che sia attraverso I campionati promossi dall’International Flipper Pinball Association (Ifpa) con le classifiche dei giocatori e gli eventi che crescono anno dopo anno o con le sedi di Stern Army che spuntano in tutto il mondo, promuovendo un linguaggio competitivo del divertimento ed è sempre più divertente competere!”.
UNO SGUARDO AL FUTURO Detto questo, cosa ha in serbo l’industria per i suoi clienti e professionisti? Kelly, amministratore delegato di Laserforce, crede naturalmente che il laser tag contenga una delle chiavi del futuro. “Con la crescente concor-
renza nell’industria del divertimento e dell’intrattenimento per famiglie, sta diventando sempre più importante per i sistemi laser tag avere opzioni di gioco competitive per giocatori esperti e abituali”, ha affermato. “Laserforce è di gran lunga leader dell’industria nei tipi di giochi di tag laser personalizzati e giochi di rigiocabilità come Laserball e Space Marines 5 (un altro dei giochi di Laserforce) sono alcuni dei capisaldi del vasto catalogo di giochi laser tag competitivi di Laserforce”. Con uno sguardo più immediato al calendario Sharpe di Stern si è spostato per evidenziare alcuni eventi imminenti nella comunità del flipper (al momento in cui scriviamo). Lo Stern Pro Circuit ha fatto la sua ricomparsa il mese scorso dopo una breve pausa. “C’è stato un esperimento virtuale che ha ottenuto un’enorme visibilità, portando il flipper (Elvira) sulla rete Espn, promuovendolo attraverso gli account ufficiali Marvel di Instagram e Twitch e l’account ufficiale di Elvira Instagram, e mostrando il flipper competitivo a un pubblico completamente nuovo”. E quest’ultimo punto lega davvero tutto questo: le persone, forse ora più che mai, trattano il gioco come un’esperienza sociale. Sia che si guardi o si partecipi, l’interesse rimane. La natura competitiva di queste esperienze fa sì che i giocatori tornino di più, il che getta ulteriore benzina sul fuoco. Lo stesso si può assolutamente dire di altre esperienze, come air hockey, freccette elettriche e mini-golf, che godono tutte di una popolarità incrollabile.
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MID-SEASON INVITATIONAL (MSI 2022)” Gwangalli Beach, Pusan, Corea del Sud https://lolesports.com/
Vilnius, Lituania https://hipther.com/events/marebalticum/
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THE ARCADE LAB PINBALL TOURNAMENT 2022
The Arcade Lab, Roma www.ifpaitalia.com/calendarioeventi/ 28 TORNEO FLIPPER SPORTIVO
MERLINO PINBALL ZONE 2022 Circolo Arci-Uisp Merlino Sestri Ponente, Genova www.ifpaitalia.com/calendarioeventi/ 20-29
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DALMONDO A cura di Francesca Mancosu
Giappone Il futuro e il passato del gioco Il più grande parco di esport del Paese è realtà
Resort-casinò: Nagasaki approva il piano, Wakayama si sfila
“Pachinko”, dal romanzo alla serie tv
Alla fine di aprile in Giappone ha aperto i battenti il maggiore parco nazionale dedicato agli sport elettronici, con la segreta speranza che aiuti a far diventare il Paese sempre più forte in questa “disciplina” e possa sfidare alla pari la Cina. “Il mercato degli esport in Giappone è in crescita ma ancora distante rispetto all’estero. Speriamo di colmare il divario”, afferma Yasuo Hara, presidente di Tokyo Esports Gate, che ha sviluppato l’attrazione Red Tokyo Tower. Disposto su tre piani alla base della storica Tokyo Tower, il parco offre spazio per le competizioni di export insieme ai più recenti simulatori di corse automobilistiche, realtà virtuale e giochi. I giocatori giapponesi sono stati lenti a lanciarsi nei videogame competitivi, preferendo giochi di ruolo per console (Rpg) autoctoni come “Final fantasy” e “Dragon quest” e titoli per mobile come “Monster strike”. “Questo è ancora il Paese di Donkey Kong ”, sottolinea Serkan Toto, fondatore della società di consulenza per l’industria dei giochi Kantan Games, riferendosi alla classica serie platform Nintendo, che ha una fedele base di fan in Giappone per il suo dispositivo Switch. Il ritardo giapponese negli esport contrasta con il boom registrato in Cina, dalla quale nel 2022 arriveranno un terzo delle entrate globali degli sport elettronici, trainate dalla crescita dello streaming durante la pandemia di Covid-19.
L’assemblea della Prefettura di Nagasaki ha approvato a maggioranza un disegno di legge per chiedere l’autorizzazione del governo nazionale per il piano della prefettura di ospitare un resort integrato dotato di casinò. Il progetto prevede l’acquisizione di fondi per un totale di 438,3 miliardi di yen per coprire la costruzione del complesso, da realizzarsi nella città di Sasebo intorno all’autunno 2027, prevedendo che attiri 6,73 milioni di visitatori e guadagni 271,6 miliardi di yen di entrate nel 2031. Nel frattempo, l’assemblea della Prefettura di Wakayama ha respinto un disegno di legge per presentare allo Stato il suo piano di sviluppo per un resort-casinò. Un rifiuto ritenuto “estremamente deplorevole” dal governatore di Wakayama, Yoshinobu Nisaka, che, però, non si arrende: “Possiamo fare un altro tentativo se si presenta l’opportunità perché è necessario per stimolare la rivitalizzazione regionale”. Il piano fallito del governo di Wakayama prevedeva la costruzione di un resort-casinò a Marina City, su un’isola artificiale, per un costo di circa 470 miliardi di yen. La prefettura mirava ad avviare le operazioni del complesso intorno all’autunno 2027. Altrove in Giappone, la prefettura e la città di Osaka e la città dovrebbero presentare presto al governo centrale il loro piano di sviluppo per un resort dotato di casinò, già approvato dalle assemblee.
Parlando di Giappone e di gioco, non può non venire alla mente il pachinko, popolare passatempo nazionale simile a un flipper verticale, al centro del quale ci sono tante piccole sfere d’acciaio che si tenta di far uscire dai fori laterali, per avere in premio altre palline per giocare. Proprio questo gioco dà il nome a un celebre libro, scritto da Min Jin Lee, giornalista coreana, trapiantata a New York, e dal quale è tratta una serie disponibile in streaming anche in Italia da questa primavera, su Apple Tv. Una produzione in grande stile, che ripercorre la storia di una famiglia tra Corea, Giappone e Stati Uniti nel corso di quattro generazioni, dagli inizi del Novecento – i tempi in cui la Corea era occupata dai giapponesi - fino agli anni Ottanta, passando per la seconda guerra mondiale. Con alcuni cambiamenti rispetto al libro, sia dal punto di vista cronologico che della trama. Al centro della storia, sulla quale non diamo anticipazioni, c’è Sunja: nata e cresciuta nella Corea occupata dai giapponesi, si trasferisce in Giappone diventando la matriarca di una famiglia che finisce per affermarsi grazie alle sale di pachinko aperte da suo figlio, così come fatto da tanti coreani emigrati in terra nipponica. Ma senza per questo avere mai “la vita facile”, e dovendo sempre combattere contro la discriminazione e il “peso” della propria origine.
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GIOCO &RETAIL A cura di Michele Bragantini
Ennio Flaiano
GIOCO &RETAIL
«Non c’è che una stagione: l’estate. Tanto bella che le altre le girano intorno. L’autunno la ricorda, inverno la invoca, la primavera la invidia e tenta puerilmente di guastarla».
L’INTRATTENIMENTO NON VA IN VACANZA MA FERVONO I PREPARATIVI
L’
estate, la stagione delle vacanze e dei turisti, vede la ripresa di molte attività di intrattenimento, dai parchi tematici alle installazioni nelle località turistiche (parchi per bambini, gonfiabili, trampoline outdoor). Riparte anche un comparto che caratterizza da sempre il mondo dell’amusement e cioè quello delle sale giochi al mare, ovvero, le Video Arcade stagionali. È una parte molto importante dell’ industria del gioco, tanto da muovere in maniera significativa tutto il settore, garantendo importanti investimenti per il rinnovo delle macchine da gioco, tali da rappresentare una fetta sostanziale dei fatturati delle aziende che producono od importano i giochi. Inoltre le sale stagionali fanno lavorare l’indotto delle aziende che forniscono premi per le macchine a ticket, oltre alle società che assicurano assistenza tecnica. Volendo evidenziarne le peculiarità, da un punto di vista schematicamente retail, come facciamo sempre, possiamo isolarne alcune che esprimono sia una valenza strategica che operativa: A) la varietà dell’offerta; B) la risposta della sala alla necessità di “garantire” postazioni di gioco nei momenti di picco di presenze; C) accoglienza/assistenza ai clienti e competenza del personale. Partiamo dal primo
LUI CHI È?!? Michele Bragantini si forma in marketing e business administration. Entra nel mondo del gioco e dell’intrattenimento dal 1996, con incarichi di direttore generale e Ad di importanti aziende del settore, sia nel comparto delle macchine Comma 6 che Comma 7. È tra i primi che credono in un nuovo mercato per l’amusement, quello dei centri commerciali, e a parlare di strategie retail nell’intrattenimento, così come di “entertainment” nello shopping. Dal 2008 al 2015 è Ad di Fec Spa, la prima catena in Italia gestita direttamente di Family Entertainment Center, con insegna Playcity. Collabora negli anni successivi con un concessionario del gioco, come amministratore delegato di una società del Gruppo, per la riorganizzazione ed il riposizionamento di una catena di Sale Bingo. Attualmente è uno degli amministratori di Robox, holding del Gruppo Marai e presidente di Optima Gaming Service. È inoltre attivamente coinvolto nell’industria dei centri commerciali, membro del Cncc (Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali), coordinatore della commissione Food & Leisure. Svolge attività di advisor per catene retail ed è vicepresidente di due consorzi.
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GIOCONEWS #05 MAGGIO 2022
punto e consideriamo che una sala stagionale deve essere in grado di intercettare praticamente tutti i target, partendo dalla famiglia, quindi anche o soprattutto bambini, poi i gruppi di ragazzi più grandi e infine i clienti più maturi. Questi target si alternano durante la giornata, in diversi orari e a seconda delle abitudini di ciascun gruppo. L’offerta di gioco deve quindi tenere conto delle diverse aspettative, che nella maggior parte dei casi possono anche sovrapporsi: il simulatore di guida piuttosto che alcune macchine a ticket, o le classiche piastra d’aria. Da non dimenticare: per i più piccoli vanno previste attrazioni specifiche, al di la dei “soggetti o dondolanti”, quali giochi interattivi o a contenuto ludico/ didattico, che caratterizzino la sala. La qualità dell’offerta si esprime anche attraverso la varietà e l’assortimento dei premi della raccolta ticket, sui quali vale la pena spendere due parole. Le macchine a ticket e la conseguente raccolta punti, rappresentano in sostanza il principale strumento di fidelizzazione di cui può disporre la sala. Questo strumento diventa particolarmente importante, in stagione, quale strumento per far ritornare i clienti in sala più volte nelle due settimane, considerato il periodo medio, di permanenza, con l’obiettivo di raccogliere abbastanza ticket per portarsi a casa l’oggetto desiderato. Porre quindi dei valori raggiungibili può rappresentare una strategia vincente per assicurarsi una buona probabilità di frequenza e un buon livello di soddisfazione del cliente, che chiacchiera e può diventare un primo importante strumento di promozione. Sempre in quest’ambito, va data attenzione anche ai clienti locali che “fanno stagione”, proponendo premi interessanti, pur con valori più alti, che aiutino ad estendere il periodo la fidelizzazione. Per il secondo punto, diamo per scontato che ogni gestore sia organizzato per mettere a disposizione il maggior numero di postazioni di gioco in relazione ai momenti di picco. Desidero piuttosto ricordare come un corretto layout dei giochi, spesso sottovalutato o sacrificato al concetto di riempimento degli spazi, possa determinare, in meglio, la capacità
La stagione estiva è da sempre quella di maggiore splendore per il settore dell’intrattenimento, con la riapertura di parchi giochi e sale stagionali, ma per gli operatori è già il momento di preparsi al meglio per sfruttare al massimo tutte le opportunità
di attrazione di una sala, scatenare il cosiddetto “acquisto di impulso” in chi sta passeggiando e non prevede una puntata in sala giochi. Nel pratico: i flipper, le piastre ad aria, i calcetti, hanno notevole facilità di utilizzo e di comprensione ed una grande trasversalità di target, in quanto fruibili dai bambini e da adulti. Mettere questo tipo di giochi in una posizione visibile e facilmente accessibile può essere un buon sistema per attrarre anche i “non clienti” e coinvolgerli anche su altre macchine. Lo stesso dicasi per le pesca pelouche o macchine a vincita diretta, particolarmente performanti. In merito, l’alternanza dei premi nelle pesche dovrebbe tener conto della permanenza media del cliente nella località, e quindi adottare una rotazione dei premi nello spazio dei 15 giorni fa trovare al cliente soggetti diversi, che lo spingono a giocare anche a fronte di una vincita già realizzata qualche giorno prima. Il terzo punto potrebbe sembrare una ripetizione di quanto abbiamo già detto altre volte, però, visitando in questo periodo parecchie sale, ho notato come la cortesia e la competenza del personale non siano aspetti scontati. La gestione del cliente di una sala stagionale può rivelarsi particolarmente difficile, si lavora in condizioni di stress con picchi che mettono a dura prova l’organizzazione. Le persone sono in vacanza, con elevate aspettative in termini di experience e più si riuscirà a soddisfarle, più verranno più volentieri nella nostra sala che in altre, innescando un corretto processo virtuoso. Accoglienza, che si concretizza in un saluto, nell’atteggiamento cordiale alla cassa, in una risposta veloce ed efficace ad una richiesta del cliente, ma anche attraverso la pulizia della sala, una comunicazione chiara ed adeguata che spieghi prezzi, offerte, funzionamento dei giochi, una corretta illuminazione, una musica giusta che cambi durante la giornata a seconda dei target, qualche scenografia che aumenti la magia. Si preannuncia una stagione positiva che faccia il bis di quella dell’anno scorso, indubbiamente soddisfacente. Ma qualche attenzione in più, di certo non guasta: a volte basta poco per migliorare le performance.
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migliore. Ma questo lo facciamo anche con le altre persone in azienda per cui speriamo di continuare così”. Anche nel futuro, nonostante il contesto attuale non aiuti. “Purtroppo non viviamo momenti semplici, veniamo da più di due anni di pandemia che ha cancellato ogni certezza e che ci ha messo in condizioni sempre diverse in pochi giorni e da settimane la guerra in Ucraina sta creando situazioni ancora peggiori: dall’aumento dei prezzi dell’energia a quelli della materia prima, che tocca non solo l’impresa ma anche i privati e quindi i consumi. Quindi, mi piacerebbe dire che prevedo un futuro roseo, ma ne immagino uno molto difficile che però, nel nostro caso, poggia su basi solide per cui siamo pronti ad affrontarlo basandoci su di esse”.
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TORNEANDO
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A cura di Francesca Mancosu
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famiglia, aperto con i nostri pochissimi risparmi più quelli di parenti e amici che ci hanno creduto e ovviamente grazie a un prestito della banca”, racconta ancora Matteo. “Poi è stato determinante Lucio Cavazzoni, ex presidente di Alce Nero (celebre brand dei prodotti alimentari biologici, dal 1978, Ndr) che è venuto a cena spinto dalle figlie che gli parlavano di un’ottima pizzeria e che nel 2013 ci ha proposto di prendere in gestione il locale in centro a Bologna allora gestito da Alce Nero, che è fondamentale e determinante per aiutarci a crescere”. Un’avventura imprenditoriale e di vita condivisa con il fratello Salvatore. “Sia caratterialmente sia professionalmente ci completiamo. Salvatore si occupa più della parte finanziaria e istituzionale dell’azienda, nonché dello sviluppo, mentre io sono più dentro l’operatività, dallo staff al prodotto. Entrambi condividiamo ogni decisione, problema e lo analizziamo assieme per poi trovare quella che, pensiamo, sia la soluzione
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“F
are pizze buonissime, servite gentilmente, in luoghi bellissimi”. Questa la missione di Matteo e Salvatore Aloe, vulcanica coppia di fratelli calabresi, che in poco più di dieci anni hanno costruito una delle catene di pizzerie più note e amate d’Italia, sotto il brand Berberè (che trae il nome da quello di una spezia etiope composta da una miscela di vari ingredienti). Una storia nata a Bologna, dove i due frequentavano l’università e dove è nata la decisione di diventare imprenditori del settore della ristorazione. Una storia di passione e di successo, e di tanta tenacia, raccontata da Matteo Aloe. “Già durante gli studi, avevo fatto piccoli lavori nei ristoranti per mantenermi. La mia tesi di laurea riguardava il ‘Restaurant marketing’, un argomento che mi ha sempre appassionato. Come tutti gli studenti squattrinati mangiavamo molta pizza e così ci siamo accorti di quanto in città mancasse una pizzeria di qualità. Da un nostro desiderio personale quindi è partita l’avventura, ci sono voluti molti mesi di studio per giungere all’inaugurazione del primo locale. La prima insegna fu quella di Castel Maggiore, in provincia di Bologna, accesa nel 2010. All’epoca, anche se non parliamo di così tanto tempo fa, in Italia il mondo della pizza era statico e stanco. Il nostro obiettivo è stato chiaro fin dall’inizio: creare un locale dove trovare una pizza buona con l’utilizzo di solo lievito madre, digeribile, preparata con ingredienti selezionati in un contesto giovane, contemporaneo e informale”, all’insegna della condivisione, visto che ognuna di esse arriva al tavolo già tagliata in otto spicchi per fare in modo che tutti i commensali possano assaggiare i vari gusti. In tante città diverse, visto che oggi i due fratelli Aloe sono titolari di quindici locali fra Bologna, Milano, Torino, Roma, Castel Maggiore e Verona, senza dimenticare Londra. Il primo Berberè “è stato un prodotto di
Fratelli Aloe La pizza è più buona se è condivisa
La ricetta dello chef PIZZA MARGHERITA CON LIEVITO MADRE Ingredienti per la farcitura
Ingredienti per l’impasto
200 g di pelati 150 g di fiordilatte olio d’oliva extravergine sale basilico
200 g di grano duro 200 g di farina tipo 1 80 g di pasta madre rinfrescata 240 g di acqua a temperatura ambiente 2 g di malto 10 g di sale
Preparazione Setacciare insieme le farine. Metterne metà in una ciotola, fare un buco al centro e versare il lievito rinfrescato, l’acqua e il malto. Mescolare con le mani fino a ottenere un composto omogeneo e lasciar riposare per 30 minuti. Aggiungere la farina restante poco alla volta, mescolando energicamente. Impastare per circa 10 minuti fino a ottenere un impasto liscio. Formare una palla, metterla in una ciotola unta d’olio, coprire con un foglio di pellicola e far lievitare fino al raddoppio (circa 5-6 ore). Ungere d’olio una teglia tonda del diametro di circa 34 cm. Trasportare delicatamente l’impasto sulla teglia e stenderlo con le dita, partendo dal centro verso l’esterno. Coprire con la pellicola e lasciar riposare per almeno altre 2 ore. Scaldare il forno alla massima temperatura. Schiacciare i pomodori pelati con una forchetta e condire con olio e sale. Cospargere la pizza con il pomodoro, senza pressare. Cuocere per 7 minuti appoggiando la teglia sul fondo del forno. Spostare la teglia sul piano medio del forno e cuocere per altri 6 minuti, aggiungendo la mozzarella spezzettata all’ultimo minuto. Tagliare in 8 spicchi e condire con olio d’oliva e basilico tritato.
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ALBAR DEGLIESPORTS LOSFIZIO DELGIOCO
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Italia in ritardo su esports, ma brava a recuperare
Il SAMUELE FRATERNALI
Questo articolo è realizzato in collaborazione a eSportsMag.it, il primo magazine online in Italia interamente dedicato al fenomeno degli eSports
gaming, e in particolare la sua parte competitiva, gli esports, hanno vissuto un’impennata nel periodo caratterizzato dalla pandemia. Si tratta di un mercato che da tempo ormai supera quelli di video e musica messi assieme, e che non smette di crescere anche grazie al supporto dei social, che ne fanno una delle forme di intrattenimento più seguite, soprattutto dalle giovani generazioni. Ne abbiamo parlato con Samuele Fraternali, direttore dell’Osservatorio Digital Content del Politecnico di Milano, chiedendogli innanzitutto qualche dato per inquadrare il fenomeno. “Il gaming ha beneficiato dal periodo pandemico, così come tutte le altre forme di informazione e intrattenimento digitale. Se guardiamo alla spesa del consumatore in abbonamenti e acquisti singoli o noleggi per fruire di contenuti digitali, nel 2021, con la Ricerca dell’Osservatorio Digital Content, abbiamo registrato un valore vicino ai 3 miliardi di euro, in crescita di oltre il 21 percento rispetto all’anno precedente. E nel 2020 il mercato era cresciuto del 38,5 percento. In questo panorama, a crescere maggiormente nel 2021 è il mondo dei contenuti video, con un più 39 percento, e dei contenuti audio, più 32 percento. Per il gaming abbiamo stimato una crescita a tassi inferiori, seppur importanti, intorno al 15 percento. Un dato che non deve ingannare visto che, in valore assoluto, questo si conferma il primo segmento dell’intrattenimento con una spesa digital di oltre 1,7 miliardi di euro. E gli esports, con un’audience, secondo i dati di Iidea, di oltre 1,62 milioni di fan, stanno contribuendo in modo significato alla crescita non solo del mondo del gaming,
Secondo Samuele Fraternali, dell’Osservatorio digital content del Politecnico di Milano, la filiera italiana è ancora in costruzione, con alcune relazioni, come quella con i media e con l’ecosistema advertising, ancora da consolidare A cura di Daniele Duso
ma anche dell’intrattenimento digitale in senso ampio. Di fatto gli esports rappresentano una nuova categoria di eventi e attivano, attorno a sé stessi, contenuti di varia natura: dalle dirette Tv/Web a contenuti editoriali, da podcast a video on demand. Nel mondo video ne abbiamo la prova primaria con l’ascesa di Twitch e il ruolo di Facebook e Youtube”. In relazione ad altri mercati come si pone la scena esportiva italiana? “La scena esportiva in Italia ha preso piede con qualche anno di ritardo rispetto ad altri mercati europei. In Europa il fenomeno è partito dai paesi nordici per poi espandersi in UK, Germania e Francia. Però, come spesso l’Italia fa, è stata brava a recuperare e in pochi anni si è sviluppato un ecosistema ampio e interessante. Tant’è che abbiamo raggiunto, in poco tempo e forse sorprendentemente, importanti traguardi come la vittoria all’Europeo 2020 di Pes della eNazionale della Figc o il titolo mondiale ottenuto nel 2021 da Riccardo Romiti e Marco Ragusa rispettivamente a StarCraft2 e a Quake. Resta vero però che la filiera italiana è ancora in costruzione: alcune relazioni, ad esempio con i media e con l’ecosistema advertising, sono ancora da consolidare; occorre poi lavorare sulla sostenibilità dei modelli di business e, infine, sulla regolamentazione a più livelli: dai rapporti con i game publisher a quelli con i player e gli organi istituzionali di governo e controllo dei mercati”. Molte aziende si avvicinano agli esports interessate alle potenzialità del media videoludico per avvicinare un pubblico difficilmente reperibile altrove. Su questi fronti quali sono gli aspetti che ancora frenano gli investimenti?
“È vero, gli esports, così come i contenuti editoriali associati al gaming, sono sempre più un’arma in mano alle aziende, anche non endemiche, per avvicinarsi alla Z-generation, ossia alla popolazione più giovane. E questo vale per tutte le aziende: dai brand che necessitano di farsi conoscere e stimolare le vendite, alle federazioni, leghe e club sportivi, che hanno bisogno di trovare nuove vie per aggiornare e ampliare la propria fanbase. Un tema a mio avviso determinante e che, molto probabilmente, detterà la configurazione futura del settore è la separazione tra gli esports basati su titoli di gioco sportivi e titoli non sportivi (sparatutto, strategia, …). Gli esports a base sportiva diventeranno (e già si sta lavorando in questa direzione) un’estensione dello sport tradizionale e si affiancheranno, integrandosi pienamente, agli eventi e alle manifestazioni classiche. Diversamente, invece, si strutturerà la filiera delle competizioni esports basate su titoli non sportivi, che godranno di un ecosistema proprio, che ha però ancora bisogno di regole e di sostenibilità economica. Insomma, si svilupperanno due mondi paralleli, simili ma con differenze molto significative che determineranno l’evoluzione del settore. A mio avviso, questo è il tema che, una volta chiarito, avvierà, a livello internazionale, il settore verso la maturità”.
LA ENAZIONALE
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GIOCONEWS #05 MAGGIO 2022
L’AVVOCATO DELDIAVOLO di Giovanni Adamo
Corte costituzionale
«Finanziamento a Casinò è atto politico»
N
ella rubrica di questo mese è interessante soffermarsi su un’importante sentenza della Corte Costituzionale relativa al Casino di Saint-Vincent, e in particolare sul ruolo e sulla contestualizzazione della società che lo gestisce. La vicenda della quale si è occupato il giudice delle leggi prende le mosse da un procedimento per asserito danno erariale radicato avanti alla Corte dei Conti a carico di taluni consiglieri regionali della Regione Valle d’Aosta (proprietaria della Casa da gioco), “accusati” di avere generato un danno allo Stato per effetto del loro voto a favore di alcune delibere di ricapitalizzazione della società che gestisce il Casino. L’addebito, in buona sostanza e in estrema sintesi, era il seguente: poiché il voto era espressione non di attività “politica”, ma di attività “amministrativa”, da ciò sarebbe conseguita la responsabilità dei consiglieri regionali in parola per il “pregiudizio” che dalla loro votazione sarebbe conseguito a carico dell’erario. Veniva sollevato, da parte della Regione, il cosiddetto “conflitto di attribuzione” (la Regione, in pratica, impugnava la decisione della Corte dei Conti, eccependo che quest’ultima avrebbe “tracimato” dalle proprie competenze, per “invadere” quelle della Regione Valle d’Aosta – a Statuto Speciale, di rilevan-
za costituzionale -) avanti alla Corte Costituzionale. Il problema era spinoso, come effettivamente lo è in generale, per la sua stessa natura, il conflitto di attribuzione: la Regione lamentava la menomazione della propria sfera di attribuzione, e riteneva illegittimo l’esercizio del potere giurisdizionale da parte della Corte dei Conti. La Corte Costituzionale, per risolverlo, ha preso le mosse da un dato di fatto, ormai risultante da consolidato orientamento giurisprudenziale maturato in seno alla Consulta stessa: l’insindacabilità del voto dei consiglieri regionali non è limitata alla funzione legislativa, ma è estesa anche alle diverse funzioni (di indirizzo e regolamentari) affidate al consiglio regionale. Del resto nel caso di specie vi era legislazione regionale (preesistente rispetto alla delibera oggetto di contestazione erariale) che stabiliva espressamente, fra l’altro, la necessità di ricapitalizzare e/o rifinanziare la società (a totale partecipazione pubblica, essendo partecipata da Regione e dal Comune di St. Vincent in minima parte) gerente il Casino. Ragione per la quale la delibera contestata avrebbe dovuto essere inquadrata nel contesto normativo che la prevedeva, e che ad essa avrebbe dato origine. In altri termini, il quadro complessivo mostrava piuttosto chiaramente
come l’attività del consiglio regionale nel caso di specie fosse da ricondursi a quella coperta da insindacabilità, e non, invece, a quella dei “normali” atti amministrativi. E allora, la Corte Costituzionale ha ritenuto che “nel quadro così delineato, l’approvazione della delibera di cui qui si discute costituisce una espressione di voto che, pur rivestendo la forma di atto amministrativo, è, sotto ogni profilo, riconducibile all’esercizio di funzioni inerenti al nucleo caratterizzante delle funzioni consiliari, rispetto al quale l’art. 24 dello Statuto Speciale della Regione autonoma Valle d’Aosta, al pari dell’art. 122 Cost., esclude la responsabilità (penale, civile e amministrativa) dei consiglieri regionali per le opinioni espresse e i voti dati”. Alla luce di quanto sopra, pertanto, la Corte ha accolto il ricorso e annullato la sentenza della Corte dei Conti impugnata dalla Regione. Una sentenza tranchant, dunque, che plausibilmente assumerà anche la valenza di vero e proprio “precedente”, laddove a venire in discussione siano atti lato sensu “politici” compiuti da un’AmministrazioGiovanni Adamo ne (e poco importa se Fondatore Studio Legale Adamo aventi con(www.studiolegaleadamo.it) Avvocato in Bologna – Cultore tenuto “fidella Materia di Diritto Civile nanziario” o nell’Università di Bologna meno).
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tendenti che stanno giocando sulla pelle di civili indifesi nell’inseguire un mito di supremazia e di rivalsa dimenticando le comuni origini come “figli di una unica Grande Madre Russia”. Una partita a scacchi della quale viene messo in evidenza il “tallone di Achille” del giocatore compulsivo nella sua incapacità di accettare una sconfitta nella sua compulsione a rilanciare oltre, passando i limiti della ragionevolezza. La stessa “scommessa” di proclamare la vittoria sull’Ucraina il 9 maggio quando è prevista la celebrazione per quella sulla Germania - pur in una fase ancora molto incerta sull’esito degli sconti - non è forse per definizione un gioco d’azzardo? La decisione estrema è nelle mani di un singolo uomo: l’attuale regime russo, più che un sistema totalitario governato da un “soviet supremo”, viene sempre più spesso definita un’autocrazia nelle mani di
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di Riccardo Zerbetto psichiatra, direttore scientifico di Orthos
uesta è la domanda che tutti ci poniamo: saprà Vladimir Putin prendere atto del grave errore nel decidere “autocraticamente” di invadere un paese libero e indipendente come l’Ucraina o, incapace di farlo e di ammettere di aver “perso” la guerra contro questo paese sempre più alleato dell’Occidente, assumerà la decisione estrema di ricorrere all’ultima arma che ancora gli rimane scatenando il terzo conflitto mondiale e, forse anche ultimo per il genere umano, in quanto nucleare? Abbiamo già affrontato questo tema nel precedente numero della rubrica su “Una tragica partita” che si sta svolgendo sotto i nostri occhi nel martoriato scacchiere dell’Ucraina e nel quale, giorno dopo giorno, assistiamo alle avanzate, alle battute d’arresto, alle controffensive e ai falliti tentativi di mediazione tra questi due acerrimi conCASINÒ FRANCESI
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L’arte di saper perdere
una figura sicuramente abile e carismatica al suo quarto mandato presidenziale e con il potere di modificare la costituzione per assicurarsi una posizione egemone senza più limiti di tempo. Gli oppositori vengono puntualmente eliminati, anche fisicamente, o comunque privati della possibilità di esprimere posizioni divergenti da quelle dettate da Putin, come constatato anche recentemente nei confronti dell’addetto stampa o di generali che non condividevano le sue mire espansionistiche senza una più attenta valutazione delle forze in campo. Il dissenso è palesemente represso come evidenziano gli oltre15.000 arresti di giornalisti, oppositori o singoli cittadini imputabili come oppositori per il solo fatto di menzionare la “Azione speciale” come “guerra”. I tratti di personalità che lo caratterizzano e che sono emersi da una vastissima letteratura giornalisti-
GIOCO E PSICHE L’ARTE DI SAPER PERDERE
ca ma anche biografica e politologica sembrano convergere su alcuni elementi tra cui: le origini e la formazione del carattere evidenziano le umili origini di un fanciullo cresciuto nella umiliazione di una povertà estrema che, durante l’adolescenza, ha dovuto fare i conti con la spietata legge della strada nella quale prevale “chi picchia duro e per primo” ma riscattata dalla promessa di riscatto offertagli da un Kgb interessato a farne un devoto servitore del sentimento nazionale che non risparmia persecuzioni nei confronti di ogni oppositore del regime. La sovra-identificazione con la Madre Russia del giovane astro nascente che riceva l’imprimatur di Boris Eltzin a raccogliere l’eredità di una Urss ormai smembrata in paesi che ora reclamano autonomia e indipendenza raggiunge la forma di un’autentica “mitomania salvifica” per la quale Putin impersona l’unico uomo del destino in grado di risollevare il grande Orso ferito ormai umiliato a potenza “regionale” (da una infelice espressione di Barack Obama), per risalire ai fasti di una Grande Russia che non sia solo il più grande paese, in estensione territoriale come già è, ma anche per potenze economico-politico-militari. Un tratto di personalità contraddistinto da competitività esasperata (nota la pratica delle arti marziali e della caccia) e capace di risolvere ogni conflitto con la forza e la determinazione più spietata (come avvenuto nelle guerra in Cecenia e nei bombardamenti a tappeto in Siria) hanno verosimilmente alimentato un complesso di Achille sulla invulnerabilità e di Alessandro Magno sulla sicurezza di prevalere su ogni altro oppositore, fosse anche, come nel suo caso, l’impero di Persia di fronte a una falange macedone. Non sono rari nella storia condottieri dalle doti strategiche straordinarie e capaci di far volgere a proprio favore situazioni anche disperate, ma la negazione della possibile sconfitta può assumere a volte i caratteri di una costruzione de-realistica e delirante, come
testimonia la vicenda di Hitler che, asserragliato ormai nel bunker di Berlino, impartiva ordini di accerchiamento e contrattacco alle sue armate ormai annientate. La guerra di invasione della Ucraina, di estensione doppia dell’Italia e con 42 milioni di abitanti si sta dimostrando perdente sotto vari profili: 15.000 giovani (spesso di leva…) militari caduti sul campo, impasse nell’avanzata compensata da bombardamenti su civili con grave perdita dell’immagine e dei consensi a livello sia interno che internazionale, catastrofe economica etc.. Il punto è chiedersi se Putin saprà prendere atto dell’errore strategico compiuto per un misto di mitomania di sovra-identificazione onnipotente con il destino messianico di personificazione della Grande Russia o incapace di autocritica “giocherà al rialzo” sino a giocare la “carta estrema” del ricorso alle atomiche in un gesto suicida auto-eterodistruttivo dal quale possa magicamente derivare la stessa memoria collettiva degli errori compiuti? Non solo “ai posteri” come dice il poeta Alessandro Manzoni per la morte di Napoleone, ma a noi abitanti del pianeta, oggi, la “ardua sentenza”. Una prospettiva di suicidio-omicidio collettivo che evoca la fine tragico-eroica di monarchi “assoluti” di ogni tempo e dalla quale noi, abitanti del XXI secolo, non vogliamo essere fagocitati. Il punto non è quindi la follia di Putin, tema oggetto di numerosissimi interventi di giornalisti, storici e anche psichiatri che hanno evidenziato tratti di personalità morbosa ma che, come anche nella procedura intentata a Donald Trump, non può aprire a una prospettiva effettivamente utilizzabile. È noto infatti che l’American Psychiatric Association (Apa) ha ribadito che “agli psichiatri è eticamente vietato di valutare individui senza permesso o altra autorizzazione”. Si tratta, semmai, di poter individuare una pluralità di elementi personologici, storici, economici, e “ideali” che nell’insieme possano costituire una miscela pronta a esplodere non appena una miccia
fatale possa farla detonare irreversibilmente a seguito dell’innesco di un processo auto amplificantesi che oltre un certo limite rischia di divenire senza ritorno. Inutili si sono dimostrati sinora i tentativi di trovare una mediazione che, a detta di molti, nessuno nemmeno si propone più in una fase di radicalizzazione del conflitto che prefigura come unica soluzione la disfatta del nemico. Come sempre più spesso viene evidenziato, lo scontro si è allargato dal conflitto tra due paesi a quello su due sistemi di governo che si rifanno a un modello sostanzialmente totalitario e a uno più democratico che lascia più spazio alla libertà di espressione e alla difesa dei diritti umani. Una guerra ideologica quindi ma che comporta corollari molto concreti se le spinte per la richiesta di principi democratici dovessero minacciare l’establishment totalitario e, ancor più, autocratico di un leader che non tollera alcuna forma di confronto dialettico. Al punto in cui siamo arrivati, con la perdita del consenso sia interno che internazionale aggravato dall’avvio della procedura di denuncia per crimini di guerra, si profila l’evento di uno “scacco matto” al nostro Zar cui non rimarrebbero che due vie: capitolare o … il “muoia Sansone con tutti i filistei” imboccando la scelta fatale della “scelta nucleare” nella quale, come si dice, nessuno vince o perde perché tutti indiscriminatamente rischiano di essere inghiottiti nella voragine. “L’intelligenza – si dice – consiste nell’imparare dai propri errori”, ma quale miracolo potrà schiudere questa unica via di fuga nel saper riconoscere una sconfitta? Lo sapremo a breve! Riccardo Zerbetto È psichiatra e direttore del Centro Studi di Terapia della Gestalt. Dal 2007 è direttore scientifico di Orthos, associazione per lo studio e il trattamento dei giocatori d’azzardo.
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NUOVE TENDENZE
NEWSLETT
La grafica è uno dei punti di forza di questa slot, che è in grado di proporre varie ambientazioni, tutte molto coinvolgenti proprio grazie alle animazioni, alle simbologie scelte e alla loro ottima resa e qualità. Non può certo sfuggire, in particolare, la nuova versione della Hard Vampire, in formato “Hd”, che offre tutto il meglio della qualità grafica in una Awp, rendendo il gioco ancora più attrattivo.
re di “Magic Table”, “La Fattoria Gold”, “Diablo Extreme”, “The Club”, “Tokio”, “Hard Vampire Hd” e “Silver Gun”. Tutti i giochi risultano molto accurati e divertenti al punto da rendere difficile la scelta: al di là dell’intoccabile Hard Vampire, qui proposta in versione Hd, gli altri dei giochi sono stati completamente rivisitati con varie innovazioni nelle fasi di bonus, rendendoli particolarmente accattivaneti. Ne è un esempio quello delle cinque porte infernali della Diablo Extrime, oppure il gioco dei dadi della Magic Table o, ancora, quello contenuto nella nuova Tokyo o quello custodito dalle bellezze della The Club. Che dire poi del bonus di carte “lascia o raddoppia” della fattoria, con nuove musiche e altre sorprese varie. Come quella, molto carina, della nuova pistola argento di Silver Gun che sparando sui simboli li trasforma in jolly, come per magia. Insomma, ce n’è per tutti i gusti, anche dal punto di vistao del “Bet”, che è frammentabile, in 25, 50, 100 o 200 punti. Il tutto sopra a un motore di pagamento molto dinamico e performante che sa come accontentare il giocare quando serve.
EFFETTI SONORI E AUDIO 18,5
PRESTAZIONI 18,5
Ciclo_ 28.000 | Payout_ 65%
NOTE GENERALI
CASINÒ FRANCESI
CASINÒ FRANCESI
TORNEANDO
/20
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Se la grafica risulta accattivante e di altissimo livello, si possono fare considerazioni simili anche per la parte audio, grazie all’ottimo mix ed equilibrio di tutti gli effetti sonori che caratterizzano ogni singolo gioco. Nei sette diversi titoli si possono sempre ascoltare musiche piacevoli e divertenti, coinvolgenti al punto giusto e in grado di far sentire a proprio agio il giocatore, in tutte le fasi. Specialmente nei momenti fatidici che accompagnano una fase “calda” del gioco o una vincita.
GIOCABILITÀ E INTRATTENIMENTO 19 /20 Come indicato in premessa abbiamo a che fare con una slot in grado di unire sette titoli molto diversi tra loro e variegati. Si tratta in particola-
IL NOSTRO GIUDIZIO: Una slot interessante, che vede uno dei produttori leader sul mercato italiano continuare a rimanere in prima linea sulla scena del gaming italiano, anche in un momento particolarmente difficile come quello vissuto oggi del gioco terrestre. Si tratta di un prodotto da provare e che saprà rimanere nella testa dei giocatori.
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DESIGN E GRAFICA 19
CASINÒ FRANCESI
FISCO&SLOT
Una nuova slot multigioco della saga di successo “Top 7” che mette insieme sette titoli di vario genere, anche molto diversi tra loro, ma tutti di grande appeal. Il risultato è una slot in grado di catturare l’attenzione già a prima vista, che merita di essere provata, come abbiamo fatto noi, e come vi raccontiamo in questa recensione.
/20
Ancora presto per giudicare il prodotto “sul campo”, avendo testato questa slot quando stava uscendo sul mercato. A giudicare tuttavia dal piacere che ha suscitato in noi durante la prova e stando alle valutazioni dei vari gestori che l’hanno provata e ordinata al produttore, il prodotto sembra convincere appieno e promettere bene.
BUDGET 18,5
/20
Abbiamo più volte ribadito, su questa rubrica, la convenienza intrinseca racchiusa nei prodotti multigioco, meglio ancora se con sette titoli, che permettono di ottimizzare i costi di gestioni racchiudendo più giochi in un unico cabinet. Quando si parla di prodotti Baldazzi, inoltre, è bene sottolineare pure l’ottimo rapporto tra qualità e prezzo garantito dal marchio, grazie dell’alta affidabilità dei suoi hardware ma anche della qualità generale dei prodotti.
DESIGN E GRAFICA EFFET TI SONORI E AUDIO GIOCABILITÀ E INTRATTENIMENTO PRESTAZIONI BUDGET
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Comunicazione “business to business” a finalità imprenditoriale, commerciale o professionale, ai sensi delle Linee Guida AgCom (Delibera n.132/19/Cons.).
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GIOCONEWS #05 MAGGIO 2022
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RIFLESSIONI DAORSO
FISCO&SLOT
A cura di Vincenzo Giacometti
B R I L L A R E
POKER STRATEGY
Specifiche normative_ comma 6a del Tulps Data omologazione_ maggio 2022
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LEAVVENTURE DAROONEY
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RIFLESSIONI DAORSO
Produttore_ Baldazzi Styl Art
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G I O C H I
Nome_ Baldazzi Top 7 Diamond
L’ORA DEL GIOCO
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Baldazzi Top 7 Diamond
24-26 MAY 2022 INTERCONTINENTAL MALTA
IGAMING DEVELOPMENT, INNOVATION & STRATEGY
2,000
DELEGATES
40
SPEAKERS
160
EXHIBITORS
#CASINOBEATSSUMMIT Comunicazione “business to business” a finalità imprenditoriale, commerciale o professionale, ai sensi delle Linee Guida AgCom (Delibera n.132/19/Cons.)
SBCEVENTS.COM
PROMOSPACE
GIOCARE GIO CONGUSTO
GIOCARE GIO CONGUSTO
PAROLADI COLLOVATI
PAROLADI COLLOVATI
TORNEANDO
GIOCARE GIO CONGUSTO
A cura di Vincenzo Giacometti
U
na bella novità a Enada Rimini 2022 con MyOne, azienda leader nella progettazione e realizzazione di soluzioni innovative, tecnologiche e di design per l’industria del gioco globale. In ambito betting la gamma prodotti spazia dai terminali self service (betting terminals) per la raccolta automatica delle scommesse, alle casse automatiche multifunzione per il pagamento delle ricevute vincenti o voucher di resto, fino a svariate tipologie di prenotatori di scommesse. “Offriamo la possibilità di customizzare i nostri prodotti, dal design al layout e scelta delle periferiche, fino alla personalizzazione dei colori e del brand - fanno sapere dall’azienda - il nostro obiettivo è quello di automatizzare completamente il processo di acquisto e di pagamento all’interno dell’agenzia scommesse, portando al massimo il profitto grazie all’abbattimento dei costi di struttura ed evitando i rischi di frode”. Il focus è su MyPay V1, una nuova cassa automatica multifunzione identificata come “Terminale Pagatore”, in quanto eroga denaro (monete e banconote) a fronte di una ricevuta vincente derivante da una scommessa sportiva. Il ticket inserito verrà automaticamente accettato, scannerizzato e se vincente, validato, vidimato e stackerizzato al suo interno (come da normativa), altrimenti reso all’utente. Il terminale oltre ad essere configurato per il pagamento dei ticket vincenti o voucher emessi come prenotazioni onsite/online e ticket di resto, può gestire denaro (e voucher) in ingresso e in uscita, così come il cambio tra banconote e monete. Questo permette di abilitare terminali esterni (ad esempio le pompe benzina) ed offre la possibilità di integrare ulteriori servizi come la ricarica, prelievo e apertura di conti gioco online.
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STRATEGY
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NUOVE TENDENZE
MyOne, il self service delle scommesse dalla giocata all’incasso
Gieffe Videogames, il Vr per tutti dai Top Gun a tutta la famiglia
Vr
Storm, Infinity Battle, Beat Hero, Super Hero e Space Time. Sono tantissime le novità di Gieffe Videogames che ha focalizzato l’offerta di gioco sulla Vr anche per il 2022 sulla Vr, sistema d’intrattenimento che da diversi anni l’azienda sta portando avanti e che continua a scaturire un grande successo in tutte le location basate sull’intrattenimento, dimostrando di riuscire a coinvolgere persone di tutte le età, di intrattenere e divertire. “Gli apparecchi di gioco di nostra produzione e distribuzione, grazie anche alle loro innovative caratteristiche, vengono considerati dei “must-have” per ogni operatore commerciale che opera nell’amusement. Attrazioni iconiche che si differenziano per il loro straordinario impatto visivo e tecnologico - spiega Marco Casalvieri, Ceo Gieffe Videogames - la parola chiave è divertimento coi players di tutte le età che amano i nostri giochi”. Nelle macchine Gieffe il player diventa protagonista del gioco ed riesce ad avere il pieno controllo dell’azione: “Siamo molto orgogliosi che siamo tra i primi in Italia ad aver omologato 5 device secondo le nuove direttive e regolamentazioni di Adm. Tra gli apparecchi in questione c’è la Top Gun, certificata come comma 7C-Bis, sia nella versione ticket redemption che nella versione senza ticket. Un video shooting game interattivo, ricco di azione, in cui i giocatori mettono alla prova i loro riflessi in numerose modalità di gioco molto emozionanti. La velocità e la precisione sono le skills necessarie per la ricerca del vero Top Gun!”. L’apparecchio offre un’esperienza di tiro realistica grazie al force feedback, il rinculo della pistola. Il gameplay è completato da suoni emozionanti e fasi di gioco pieni di adrenalina che catturano l’attenzione totale dei giocatori. Si presenta con un design accattivante grazie all’attraente cabinet che ospita uno monitor da 50” ed una serie di effetti di luci a Led molto brillanti. Disponibile nelle versioni Videogioco puro o Ticket Redemption, è configurabile da 2 a 4 postazioni di gioco linkate in multiplayer. I giocatori avanzeranno attraverso le diverse fasi di gioco in cui spareranno a bottiglie, lattine, bersagli mobili e altro ancora. Potranno mostrate le loro skills in diversi ambientazioni, mentre si fanno strada nella classifica finale. “Top Gun è un gioco divertente per tutta la famiglia ed è l’ideale per tutte le location basate sull’intrattenimento per famiglie, bowling center, sale giochi, centri di divertimento o attività generaliste ma non dimentichiamo le altre proposte dell’azienda come Infinity Battle, Beat Hero, Super Hero e Space Time”, conclude Casalvieri.
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settore del gaming in questo momento ha bisogno di innovazioni che siano in graPer saperne di più: do di assecondare i cambiamenti dei consumi dei giocatori, soprattutto nei mercati regolamentati più consolidati dove c’è una grande saturazione dell’offerta, come l’Italia, ma non solo. Per questo si sta cercando di creare qualcosa di diverso e di nuovo, andando ad esaltare la componente di intrattenimento”. Ne è convinto Stefano Fregoni, managing partner di Fils Game, la software house specializzata nella creazione di nuovi giochi e piattaforme online già leader in Italia e altri mercati. Ed è proprio perseguendo questo obiettivo che l’azienda ha sviluppato un “prodotto torneo”, che consente ai giocatori online di divertirsi con i giochi Fils Game anche in modalità diversa da quella tradizionale, con un’esperienza più “social” rispetto alla normale partita alla slot. “Si tratta di una nuova feature offerta agli operatori – spiega ancora Fregoni Scopri la nuova Arca: - che possono a loro volta metterla a disposizione dei clienti, consentendo loro di intrattenersi con nuove caratteristiche tipiche del mondo entertainment. Per ora le stiamo lanciando in prova su più operatori, in Italia e Spagna, poi saranno presto introdotte anche su altri mercati, a partire da Regno Unito e Stati Uniti”. Lo scopo è quindi far divertire il giocatore e mantenerlo, facendogli spendere quello che desidera su quel gioco ma senza eccedere con la volatilità. In questo modo pur offrendo la stessa possibilità di vincita, la durata temporale di una giocata è maggiore, in favore dell’esperienza utente. In questo modo il target si ampli verso un giocatore più sociale, senza essere limitato unicamente a quello degli utenti specializzati. Ma non è tutto. Sì, perché l’azienda, coerentemente con le tendenze generali di mercato verso l’intrattenimento ha sviluppato, con una specifica divisione, anche un prodotto Arcade: si tratta della nuova e innvativa piattaforma “Arca”, che ripropone alcuni classici giochi dell’universo arcade (quindi non gambling), su tecnologia mobile. Oltre a una serie di nuovi titoli. In questo modo anche titoli di spicco come Pac-Man e tanti altri, potranno essere goduti di qualunque device, oltre ad affiancarsi a un nutrito catalogo di altri giochi. La nuova piattaforma è già “live” in versione Beta, e raggiungibile all’indirizzo www.arcagame.it mentre il lancio definitivo avverrà entro giugno.
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Fils Game, nuovi prodotti per nuovi mercati
Sacoa, l’intrattenimento diventa cashless, per tutti
C
on un vero e proprio “never ending tour”, il team di Sacoa, il fornitore leader globale nei sistemi di gestione dei ricavi per il settore del divertimento e del tempo libero con oltre duemila locali serviti in oltre 70 paesi diversi, continua a proporre le sue soluzioni dedicate nei principali eventi di settore. Così, dopo aver partecipato all’Eag di Londra e all’Enada di Rimini, la società ha continuato la corsa partecipando anche al Deal di Dubai per poi dirigersi verso gli Stati Uniti, per prendere poi parte al Fec Connect del 5 aprile in Florida, fino ad arrivare all’Iaapa Latin American Summit (25-27 aprile) in Brasile, seguito dal CinemaCon (26-28 aprile) di Las Vegas e infine all’Interfun Expo a Leeds, in Regno Unito (26-27 aprile). Pol Mochkovsky, amministratore delegato di Sacoa, spiega: “Siamo felici di intraprendere questi viaggi e continuare a lavorare per servire i nostri clienti, consigliare i nostri clienti su progetti e partecipare a fiere. Ogni giorno affrontiamo nuove sfide e tutte queste interazioni ci consentono di continuare a crescere e di offrire nuovi prodotti e soluzioni all’avanguardia”. La società offre applicazioni personalizzate per gestire e controllare tutti gli aspetti di una struttura di intrattenimento. In particolare, attraverso il prodotto Sacoa Cashless System che include straordinarie funzionalità per guadagnare soldi altrimenti impossibili da ottenere con i mezzi tradizionali o con altri sistemi cashless, ha conquistato notevole attenzione anche sul pubblico italiano, in occasione della fiera Enada. Il suo sistema, infatti, impedisce ai cassieri di imbrogliare l’operatore oi clienti. Inoltre le strategie di prezzo e la maggiore fidelizzazione dei clienti possono essere costruite e consolidate attraverso questa soluzione, traducendosi un aumento significativo dei ricavi, che in media aumentano dal 20 al 30 percento rispetto alle modalità di gioco tradizionali, tramite gettone o a “cash play”. “Ogni gioco e attrazione può essere valutato in base al suo valore di intrattenimento attuale, i prezzi possono essere modificati in base alla domanda e i giocatori possono ricaricare le proprie carte in qualsiasi momento”, spiega infine Mochkovsky. A SINISTR A IL CEO POL MOCHKOVSKY
CON MICHELE BRIONI E MARCELLO MANTICA A ENADA
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GREENTUBE UNA NUOVA AVVENTURA NELL’ANTICO EGITTO PER BOOK OF RA
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SNAIPAY UN CUORE ROSSONERO E TANTI PREMI IN PALIO
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Si
torna nell’antico Egito con Greentube, la divisione Gaming and entertainment di Novomatic, che presenta la slot online Book of Ra deluxe 10: Win Ways. “Non si può negare che Book of Ra sia di gran lunga uno dei franchise di slot di maggior successo in Europa, quindi naturalmente siamo lieti di tornare su questa iconica serie”, così la presenta Steve Cross, director of Games development and operations di Greentube. “Non solo questa slot presenta tutte le caratteristiche di gioco classiche che i giocatori conoscono e amano, ma è notevolmente potenziata dall’aggiunta della meccanica Win Ways 10, che aumenta enormemente il potenziale di vincita grazie a centinaia di migliaia di modi extra per vincere”. Questa nuova avventurosa slot a 10 rulli si gioca su due set di rulli che promettono risultati imprevedibili e redditizi grazie alla meccanica Win Ways che consente fino a un massimo combinato di 251.957 modi di vincere. Book of Ra deluxe 10: Win Ways vanta trasferimenti jolly che vedono i simboli jolly atterrare in una pila singola, doppia o tripla che verrà trasferita sul set di rulli corrispondente, se capita che si atterri sul primo set di rulli. Inoltre, questo titolo ricco di funzionalità vedrà i giocatori vincere 8, 12 o 20 giri gratis quando 3, 4 o 5 simboli scatter si fermano sui rulli 1, 3 e 5 su entrambi i set di rulli. Durante questa funzione, un simbolo viene selezionato per diventare uno speciale simbolo in espansione che può espandersi per coprire tutte le posizioni sul primo set di rulli. Questi simboli speciali in espansione si trasferiranno automaticamente al secondo rullo impostato come simboli impilati e pagheranno come i normali simboli, anche su posizioni non adiacenti.
consolida la partnership tra Snaipay, brand di servizi a valore aggiunto di Snaitech, e Ac Milan. C’è infatti tempo fino al 23 maggio per partecipare al concorso di fan engagement “Snaipay Matchday”, che mette in palio i biglietti per le partite casalinghe dei rossoneri, un premio certamente molto gradito agli appassionati di sport. Per aderire basta andare sul sito www.snaipayconcorso.it, registrarsi inserendo i dati richiesti, rispondere a 4 semplici domande e scoprire subito se si è vinto uno dei premi. Il concorso prevede due modalità di vincita: l’Instant Win e l’estrazione finale. Per quanto riguarda la modalità Instant Win, i premi saranno oltre 60, tra cui gli ambitissimi biglietti per le partite casalinghe del Milan. Oltre alle 10 coppie di biglietti per Milan – Fiorentina, in programma il 1°maggio e già assegnate, ce ne sono altre 2 per Milan- Atalanta, ultima partita interna della stagione. Tra gli altri premi anche biglietti per il Museo Mondo Milan, coupon per lo shopping sullo store online Ac Milan, buoni Amazon, maglie e palloni autografati dai calciatori rossoneri. Tutte le persone registrate su www.snaipayconcorso.it potranno partecipare all’estrazione finale in programma entro il 24 giugno. In palio una Vip Experience, per una giornata indimenticabile, che comprende: tour per due persone del Museo Mondo Milan, un coupon dal valore di 100 euro per lo shopping sullo store online Ac Milan, due biglietti Vip per una partita casalinga a scelta del Milan della Serie A 2022/2023 e, infine, una maglia personalizzata Ac Milan della prossima stagione.
LED JOYVILLAGE SUL PODIO MONDIALE DELL’INTRATTENIMENTO
P
arla italiano il migliore Fec del 2021. Il nuovo centro di intrattenimento per famiglie Joyvillage della Capitale, recentemente inaugurato all’interno del centro commerciale “Maximo”, si è infatti aggiudicato il premio “Best New International Interior Family Entertainment Center” per l’anno passato, in occasione della 37esima edizione del “Bowling Center Architecture an Design Awards”, organizzato dall’American magazine Bowling Center Management. Un riconoscimento internazionale, dunque, e di prestigio, che ha premiato la location italiana facendola prevalere tra i 50 centri classificati, provenienti da tutto il mondo. La nuova sala romana era stata inaugurata il primo luglio del 2021, in un periodo tutt’altro che semplice per il settore dell’intrattenimento, dal gruppo Led, titolare del brand Joyvillage. Si tratta di un locale di oltre tremila metri quadrati, inserito all’interno del centro commerciale Maximo, dove si trovano 40 bar ristoranti - 160 negozi - ipermercato - multisala cinematografica “Uci Luxe” - centro fitness “Mcfit” e altri servizi. Ma è nella sala Joyvillage che si esprime il pieno divertimento, attraverso varie attività: sala giochi, bowling, hyper bowling, minibowling, spazio bambini 3-9 anni joy4kids (600 metri), sala biliardi, snack bar, joyshop, arena virtuale multi giocatore “Hologate” e tanto altro ancora. Al punto da valere il prestigioso riconoscimento internazionale.
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B2B MARKETING CONFERENCE 2022 19 Maggio 2022 Milano e Live Streaming
ARE YOU READY FOR THE FUTURE OF BUSINESS?
Acquisire gli strumenti giusti per vincere le sfide del marketing B2B
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poker ispira ancora una volta il mondo dei gioielli. Interessante il bracciale in argento, con i classici semi delle carte da gioco, proposto da Damiano Argenti. Il bracciale è di lungo 19 centimetri ed è composto di una catena in argento 925 con quattro ciondoli smaltati, che prendono la forma dei quattro semi del poker: cuori, picche, quadri e rombi. La chiusura è a moschettone ed è molto facile e comodo da indossare, abbinandosi bene a qualsiasi stile. Un prodotto 100 percento made in Italy, presentato nella scatola regalo personalizzata Argenteria Mb.
DALMONDO NEWSLETTER LEAVVENTURE DAROONEY
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uovi giochi nella libreria di Gamepix, la popolare software house che offre intrattenimento in Html5 senza bisogno di scaricare nulla, e giocabili gratuitamente su qualsiasi piattaforma. Si parte con Scary Ghost Finder, sii veloce e subdolo e spaventa i cacciatori di fantasmi! Fai attenzione alle telecamere e alle trappole. Nifty Hoopers è un gioco di basket impegnativo. Prendi la tua squadra e segna abbastanza punti prima che scada il tempo. Riuscirai a vincere la Coppa del Mondo? Trypseed è un classico gioco arcade senza fine. Scivola a tutta velocità attraverso gli ostacoli, vai più lontano di chiunque altro! A-D/Frecce sinistra-destra/Fai clic sul lato sinistro-destro dello schermo per scorrere di conseguenza. -Evita gli ostacoli, raccogli il collezionabile e i potenziamenti. Il professor Brain stava sperimentando per creare onde che aumentassero la potenza del cervello, come se potesse renderti davvero intelligente, ma i suoi esperimenti sono andati terribilmente male (come sempre) e hanno reso stupida ogni persona che è entrata in contatto con le onde. Ora non sanno nemmeno cosa fare e come sopravvivere nella loro vita quotidiana. In questa situazione disastrosa, il professore ha avuto l’idea di creare un’app in cui le persone possono pubblicare le loro domande e ottenere risposte per i loro problemi. Non sorprenderti che al giorno d’oggi ci sia un’app per letteralmente qualsiasi cosa. Quindi crea rapidamente un’app e ti incarica di rispondere a tutte le domande. Il tuo compito è rispondere alle persone il meglio che puoi per mantenere l’equilibrio di questo pianeta. Sii solo cauto Non popolare troppo la terra Non estinguere gli umani Non renderli troppo tristi Non renderli troppo felici Guarda com’è stato semplice. Ora continua ad aiutare quelle povere anime e non dimenticare di divertirti!
QUATTRO SEMI PER UN BRACCIALE GLAMOUR
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dado fortunato è il ciondolo prezioso pensato da Bamoer. In argento, ripropone i simboli della carte da gioco, Jack, Regina, Re, Asso, sui quattro lati, alternati a cuori, picche, fiori e quadri, decorati ciascuno con tre zirconi color viola. Le lettere e i simboli sono stati ossidati. Il cubo si adatta a qualsiasi braccialetto classico con charm da 3 millimetri (anche originale Pandora). Ma può anche essere indossato molto bene su un cinturino in pelle nera leggermente più largo. Un simpatico portafortuna per tutti coloro a cui piace giocare, ma anche per chi ama indossare gioielli sfiziosi. Un design fresco e professionale per un oggetto che può portare chiunque, dato che è senza nichel, senza piombo, senza cadmio e ipoallergenico.
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GIOCO &TECNICA
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LOSFIZIO DELGIOCO A cura di Michela Carboni
IL DADO FORTUNATO
Comunicazione “business to business” a finalità imprenditoriale, commerciale o professionale, ai sensi delle Linee Guida AgCom (Delibera n.132/19/Cons.)
PH. JOAO CRUZ, UNSPLASH
Training to leave your mark Professor Ferreira explains that Unlv’s goal is to teach students the best practices to meet the demanding challenges that the gaming industry faces today
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or a while, the University of Nevada, Las Vegas, International gaming institute (Igi) provides the gaming industry with researchbased solutions, cutting-edge insights and highly specialized training for executives. Described as the “global intellectual capital of gaming” by former Nevada governor Brian Sandoval and “The Harvard of Gaming” by Global gaming business, Igi hosts several in-depth courses about gaming subject, and in particular about responsible gaming and initiatives, such as the Center for gaming innovation, the International center for gaming regulation and the Expanding and Leaderverse. Each of these responds to a particular and vital need for the global gaming industry, for which the Igi acts as a reference center for finding answers, populated by an internationally recognized dream team of professionals. To learn more about this reality, we asked Craig Ferreira, interim chief executive of the International center for gaming regulation of the University of Nevada, Las Vegas, first of all asking him to introduce us to the work he has done over the years, explaining what he is aiming for, and how their students enter the market.
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By Daniele Duso
Professor Ferreira, the University of Nevada las Vegas has been offering a course of study dedicated to the world of gambling for more than 25 years. What are the goals that your University sets itself, by outlining the various training courses in the gaming and gambling field? “The University of Nevada, Las Vegas International Center for Gaming Regulation focuses on executive education training programs for regulators, operators, and suppliers from the global gaming community. Our goal is to teach best practices from a regulatory perspective to empower our attendees to answer the challenging issues facing the gaming industry today”. Are there many young people interested in studying and understanding the world of gaming? What are their goals, their ambitions, when they come to study in Las Vegas? “Today, we are seeing many young people enter the gaming industry. Its meteoric growth across the globe is testament to its impact and younger generations want to be a part of this dynamic industry. Their goal is to learn from being in the epicenter of global hospitality and gaming and apply that knowledge back in their home jurisdictions. These students want to leave their mark on this industry”.
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Has your research and study activity led to any changes in the way gambling is regulated in the various American states? “The research the International Center for Gaming Regulation has executed over the last few years has been very impactful on gaming industry. Some of our researchers have testified before Congress on sports betting issues and have even filed two U.S. Supreme Court amicus briefs. Since sports data is so critical to the industry, some of our research has questioned whether state law can control the flow of sports betting news and information and does it raise critical First Amendment and antitrust issues. Most recently, we have researched sports wagering and the relationship with sovereign nations and the individual states they operate in and what are the advantages and disadvantages of different operational models and types of contracts”. The world has changed a lot in the last 25 years, have you identified any historical dates, events or inventions after which the world of gambling was no longer what it was before? “In recent years, the dramatic shift the United States has seen in sports wagering has impacted nearly all aspects of gaming. In May of 2018 in Murphy v. National Collegiate Athletic Association, the Supreme Court of the United States ruled that the Professional and Amateur Sports Protection Act of 1992 conflicted with the Tenth Amendment of the Constitution. This opened the door for individual states to legalize and regulate sports wagering. Since then we have seen the fastest growth of any gaming vertical in history and an event that will forever change the gaming ecosystem”. The pandemic is probably one of these, although now many elements suggest that the worst is now behind us. How did the period of Covid-19 affect gaming in Nevada and more in the United States in general? “The pandemic shut down gaming in March of 2020 and when the casinos reopened in August of 2020, statewide gross gaming revenue was down 22% with the Las Vegas Strip down nearly 40%. Since that time, Nevada hit an all-time record of $13.4 billion in gambling revenue in 2021. During the pandemic, cashless, esports and nonsmoking in casinos gained momentum within in the state and in many other U.S. jurisdictions”. Nevada’s GDP is largely linked to gambling tourism, how much has the pandemic affected the economy? Were there serious consequences for the gambling industry, and in terms of employment? “When the pandemic struck the U.S. in March of 2020, Nevada’s unemployment rate was approximately 8%. By the following month, April of 2020, the unemployment rate skyrocketed to 28.5%. Since then, the unemployment rate has slowly dropped and is currently at 5% according to the U.S. Bureau of Labor Statistics. While these numbers are encouraging, there
TRAINING TO LEAVE YOUR TRADEMARK
are still labor shortages in the hospitality and gaming industries throughout the state. However, the outlook is positive for gaming in Las Vegas. During the pandemic, two major integrated resorts opened and visitor traffic is trending upwards as are future convention bookings within the city”. Gambling can cause serious problems for people. What can be the best strategies to protect the player, by assuring the gaming industry to work? Are there cases of excellence in America that can be reference points? “Responsible gaming is a complex societal issue. The future of player protection will focus on customers and not just on compliance. Regulators, operators and suppliers need to focus on outcomes measuring expectations and awareness which means educating all key stakeholders on the scale of the problem. Promoting positive responsible attitudes and empowering customers is a great place to start. However, the need to fund treatment for those in need is not going away any time soon. From the supply side, we need to champion responsible product design and all of us need to drive change within our organizations to reduce the stigma and make responsible gaming work”.
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Craig Ferreira is the ad interim chief executive of UNLV, International Center for Gaming Regulation. He graduated Summa cum laude at the California State University, Hayward (East Bay) with a degree in Mass Communications and an Mba from Aspen University in Colorado. Then, he spent 18 years in hospitality and marketing management before entering the gaming world in 2018. In his role at UNLV, Ferreira outlines the strategies that support and improve the Centre’s regulatory planning and organizational operations, including delivering engaging seminars and educational content for our stakeholders, from gaming operators, regulators, suppliers and policy makers, managing resources, simplifying and optimizing financial operations, providing leadership to all staff, setting business goals and advising senior executives within the UNLV on the fundamental principles of the Centre’s mission.
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PH. BROCK WEGNER, UNSPLASH
IT’S THE SAME THE WORLD (OF BANKS) OVER By Alessio Crisantemi
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States (except through partnerships with local operators). Thus, in Belgium, in order to obtain a license for the operation of online gaming, it is first necessary to have a license for land-based gaming and, on the basis of this, the corresponding license for the network can be obtained. In simpler terms: the “basic” licenses provided by the Commission des Jeux de Hasard and which interest the sector are the letter A, which identifies casinos. The letter B, which identifies the arcades and the letter F which identifies betting agencies. For each of these, a similar web license has been created: that is, casino operators (and only them) can request an A+ license, which allows them to offer the same games on the online channel too. The same goes for the holders of a B license, for whom the B+ license has been created for the spread on the web and, finally, for the betting operators identified by the letter F, there is an F+ license that allows them to also offer online games, but in this case, these must exclusively be “racing” games on which betting, such as dog, horse, cars, and so on. So, the difference with the other regulations adopted in Europe is clear: here the risk - today strongly claimed by European “land-based” operators - of suffering the weight of online competition in their own gaming rooms has been eliminated, given that the same operators offer the gaming in the two channels. Of course it is clear that all is at the expense of competitiveness, as a strongly limited offer is also revealed in terms of market and product development. But the desire to maintain rather than grow this market is clear. With the primary purpose which is to bring out the hidden rather than making cash. Of course, it must be said that the Belgian market is certainly a limited market, as it refers to a community of “just” 11 million people, characterized - as is evident - by a strongly protectionist approach, aimed however at securing, from on the one hand, consumers, with a clear limiting intervention to prevent gaming addictions; on the other hand, the professionals, assuring (as far as possible) equal conditions to those who work in the various distribution channels and, in particular, between physical and online gaming. It is a pity that today, beyond the regulator, it is politics that set a bad example, with the proposal that has begun to hover in some parts of Parliament, to strongly limit gaming advertising. An understandable initiative, taking into account the advertising boom - mostly of bookmakers and online casinos - in recent months, which has fueled the discussion, even in a territory that is not exactly hostile towards the sector. But the worst example, as we said at the beginning, is offered by banks, which in several cases are proceeding with the “shutdown” of the bank accounts of gaming companies or operators. Creating many problems for individual entrepreneurs (or even the employees of companies in the sector), who have their accounts frozen,
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ike a virus, which continuously spreads between different countries and territories, the anti-gaming wave also spreads without borders, crashing on operators of various nationalities. Ending by investing even those realities where, to tell the truth, the relationship between gaming and citizenship (as well as that with politics), seemed anything but compromised. And far from what happens, instead, in Italy. As in the case of Belgium, the country that, in unsuspected times, we had even labeled as “The good governance of games” (see the “Belgium Special” published in the 2013 April issue of the magazine), precisely to underline the correct approach of the legislator towards industry, carried out through the Commission des Jeux de Hasard, as a market regulatory body. Yet, even in such a virtuous land from a regulatory point of view, we must face the emergence of “ethical” problems which - similarly to what happens in Italy - are causing the interruption of existing relationships between the main banks and gaming companies. A “mark” on the Belgian system, which now unites it with the now faded Italian system of rules, partially jeopardising the good work that the State had managed to do towards the sector. In fact, in its sui generis model of management and control of the public gaming market, Belgium - at the time - had borrowed the best practices of the best international markets to create its regulatory system, while proposing, at the same time, an interesting profile which, if explored by other countries, could be an example on which to lay the foundations for the development of a new strategy and a different approach towards such a complex subject, such as that of gaming. By imposing a loss limit per hour for each gaming product considered to be “gambling”, Belgium has laid the foundations for a real “revolution” in the regulation of the sector, even if it has not yet been followed by others. In the meantime, however, all the devices that are in Belgian territory - and they are not just slot machines but rather, the bingo pinball machines are the most popular (but in the payout version and not as we see them in Italy, of pure entertainment, which are present in over 7 thousand copies) and, for some time, also dice games – they are approved on the basis of some mathematical algorithms that take into account the maximum loss that the machine can create every hour. For bingo, this limit is set at €25 per hour, while for slot machines it reaches up to €70 per hour; but the latter can be found, unlike in Italy, only in casinos (nine throughout the country) and not in every public place as in our country. But that is not all. With the legislation published in mid-2011 and implemented during the following year, the Belgian government activated its online gaming market by entrusting it to its historical partners and, in particular, by locking the sector to its national borders. Therefore, excluding access to new competitors belonging to other Member
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Not only Italy. Even in Belgium, where there is a much more secular approach to gaming, problems arise with banks closing accounts to businesses, and beyond.
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inchiesta esteri IT’S THE SAME THE WORLD (OF BANKS) OVER
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RENATO BAZZARINI
with all the obvious inconveniences in terms of operations, in a completely unjustified manner. And not event documented. As Renato Bazzarini, general manager of Gaa General Automatic Amusement, a leading company in “land-based” gaming and owner of the online license of the Goldenpalace.be brand, explains: “What has been happening in recent months is that many banks are closing the accounts to gaming operators, but without explaining the reason. Even if it is reported to us, informally or indirectly, that this happens because this type of activity is considered unwelcome, in reality up to now no reason has been given in writing, in any case. But unfortunately the current regulations allow banks some operational autonomy in being able to refuse unwelcome customers. And we aren’t in this situation for a specific reason, taking into account that in Belgium there has never been some hostility towards our sector up to now, as there have never been any particular inconveniences”. This is another (sad) aspect that Belgium has in common with our country. “It is not a completely new problem - he explains - but this has been happening for some years now. Our same group was also excluded from the bank with which it had been peacefully working for almost fifty years, even if it did not suddenly happen but with three months’ notice. But it was still an immense inconvenience. Also because, after opening new accounts with other banks, these too have subse-
LOSS LIMITS ALLOWED IN BELGIUM
€25/hour bingo and craps for physical, poker, craps and others for online
€70/hour for slots, roulette, black jack There is a mandatory pre-registration system in order to open online gaming accounts, that allows them to verify the user’s majority age. The weekly deposit limit is set at €300, while the daily expenditure cannot exceed €100 . IN BELGIUM ON THE TERRITORY: As of December, the 31st, 2020, a total of 15.997 licenses were active (A, A+, B, B+, C, D, E, F1, F1+ and F2).
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quently adopted similar measures, thus bringing us back to the starting point”. This happens, according to Bazzarini, due to the fact that banks are working on improving their public image and by doing this they decide to eliminate from their customers those who deal with sectors deemed “at risk”, or in any case thorny from an ethical point of view. Exactly as it happens in Italy. Except that in Belgium it is probably going even worse, as the operator can say: “It even happened to me that my trusted bank also blocked my personal account. The one as a normal citizen, who is also co-registered with my wife and has nothing to do with the company I work for”. And he adds: “For the moment, fortunately not all banks are adopting this hard line, but an ever-increasing number of banks are moving in this direction, and if we continue at this rate, this problem will soon affect the entire industry. Also because, looking at what has happened to me on a personal level, if my account is blocked just because I am employed in a gaming company, then the same could happen to the other 410 employees of the group”. For a problem that could have drastic consequences. So, when we talk about gaming, it’s the same the world over. But the common evil could be tackled in a synergistic way, to seek a solution that could (and should) come from Europe. “When I read about the problems that Italian operators were experiencing with banks – Bazzarini explains, who has no problems with our language - I immediately thought that the situation could be tackled together, being completely similar”. The idea, therefore, could be to promote a public discussione on the issue, of an international nature and perhaps at the European level, taking into account that the European Commission (in addition to the European Central Bank) is based in Belgium. In the meantime, the Belgian operators are working on the issue, also through the Bago association, which represents the main local operators, which has already requested various meetings from the government and regulator, even if - for the moment - the control body, that is the Gaming Commission, in the person of the president Magali Clavi, is the only careful and receptive interlocutor they have been able to find. A leader who has studied (and quoted) the “Italy case” several times, especially as regards the advertising ban (proposing our country as a case not to be followed...) and who has now been able to discover other contact points. The rest of the story, for now, is all to be written. But the fact of knowing that the problem that is distressing a growing number of Italian operators is not only a national issue, must not only gladden the unfortunate entrepreneurs, in the logic of “trouble halved”, but should on the contrary push those directly interested to adopt synergistic actions, in order to put pressure on institutions, especially at the community level, to try to resolve once and for all a situation that is screaming for justice, for those who operate in legality, fairness and integrity. That is, in full compliance with all ethics, unlike what the banks think.
Sustainability the new key in recruitment
director of Industry Insight and Engagement Clarion Gaming
SOSTENIBILITÀ IN GIOCO
By Ewa Bakun
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his article was born a few days after the London Ice, the largest fair in the gaming sector, the global meeting point for operators, suppliers of technologies, services and products, regulators, affiliates and media that every year (except 2021, due to the pandemic) offers the opportunity to demonstrate the innovation, genius and progress of this industry. As a member of Clarion Gaming, the organizer of the event since 2009, I have observed and contributed to the evolution of the fair, which I have always thought of not as a mere reflection of the current industry, but as a test bed for what the industry wants to become, of its aspirations and goals it wants to achieve. The ambition to progress and perfect is both the goal and the purpose of Ice and of participation in any event. The desire for education and training is the dominant feeling that prevails throughout the week and offers us a vision of the future. With the fresh memory of the last edition of Ice, here I want to summarize my interpretation of this vision, which is however - in this case - a reading of the present and not a forecast of the future. Even if talking about the future is talking about sustainability, thus remaining on the main theme of this column. If we think to Ice as a compass of current trends and interests in the gaming sector, then the subject of sustainability, in its various meanings, could be learned at any time during the fair, being considered a predominant, if not dominant, subject. Apart from responsible gaming, which was discussed during all three days of the fair (between the Ice Vox conferences and the Consumer Protection Zone, which previously we have already spoken about), the Esg subject - that is, “Environmental, Social and Governance “- becomes more and more predominant among experts, dividing sustainability into more specific areas, indicating the need to look beyond responsible gaming, towards the other long-term impacts that the sector has, such as that on the environment or society in the broadest and most general sense. Online sector believes that it does not have negative impacts on the environment, instead the speakers of the Ice invited us to reflect on this issue,
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challenging, among other things, online companies to think about the ecological footprint of their databases. Why do we notice it? For the pressure from regulators, investors, consumers, but also from staff. For the sector, when it has to face the recruitment of new emplyees, especially the technical ones, it becomes an ever greater challenge, in which the perception of the industry and the attention to sustainability must improve. IGb’s annual research (in the box), carried out together with the recruiting agency Pentasia, and dedicated to salaries and human resources more generally, revealed a quick awareness of the growing shortage of technical staff: a critical aspect for the growth of the sector. Unfortunately, our sector cannot compete with other e-commerce sectors requiring similar qualities and offer similar opportunities for technological training, due to its worst perception. So, the only way to compete is by salary (and indeed, according to the same research, salaries have grown by 12 percent on average), but in the world where the growing percentage of graduates entering the world of work declare that the mission and the company’s sustainability play a major role in their choice of employment, salary competition is not a sustainable Hr strategy. According to statistics, more and more candidates show interest in staff diversity and information of how inclusive the work environment is. And even here our industry could do better, in its representation at management levels and in its general reputation and perception in the
eyes of the mainstream consumer, a reflection of the years of excessive marketing that still condition the mind. It seems that our sector is slowly coming to recognize that the desire for greater diversity does not deprive it of its entertainment skills, but rather can enrich it with more skills for innovation and heterogeneous thinking. As evidence of this identification, two start-ups, selected by the public to participate in Pitch Ice, had the main objective of helping the sector to become more inclusive, both in recruiting (Rubik Talent) and in staff retention with the offer of tutoring for women (One Up One Down). It is not easy to observe these subtle trends in Ice’s confusion. But this year, so different from the others, where payment method providers seemed to prevail over the gaming ones, one could recognize the subjects that do not yet dominate the scene, but that have grown in importance for those who have the power to decide gaming future. And if until a few years ago the main driver was that of responsible gaming, today Esg is the trend to be observed in the near and immediate future.
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Look at iGB and Pentasia’s research on staff
Ewa Bakun Director of content strategies for Clarion Gaming since 2018, he has been with the group for over 13 years, where he held previous roles as head of content, gamingfocused event director and program manager.
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L’ORA DEL GIOCO
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As technology advances, opportunities for different experiences at Fecs and other venues also change
L’ORA DEL GIOCO
WHAT’S THE SCORE? THE FUTURE OF COMPETITIVE GAMING
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here are few ways better to spice up a gaming experience than involving others. Over the years, this has become so popular that esports events are now huge spectator exhibitions. But like with professional athletes, such as association footballers, and their counterparts playing in a park at the weekend for fun with friends, competitive gaming is not just for the top X per cent to indulge in. Naturally, there has always been an interest in playing games with each other – harking back to skipping pebbles the furthest across a body of water – but in the age of the Internet and advances in technology, such as virtual reality (VR) and augmented reality (Ar), contemporary games are magnitudes more complex. And that only amps up the fun factor. As already touched upon, Vr is a relatively new and exciting way to enjoy experi-
ences and one of the industry’s leaders in that field is Laserforce. The company, founded back in 1987 in Brisbane, Australia, is famed for its top-of-the-range laser tag equipment, but has recently launched a new gaming experience called Laserball. It combines elements of association football (or soccer) with laser tag. “Laserball is the future of laser tag,” said Rohan Kelly, chief operating officer at Laserforce. “It truly is an industry changing laser game. Combining soccer with Laserforce’s award winning laser tag equipment, Laserball sets out to be a staple laser tag variation for decades to come.” Laserball has already been embraced in Germany, Kelly reports, and sites are already competing against each other. “It is quickly becoming a staple game type at many members’ nights and leagues all over the globe. Customers from the Us all
By Steven Carson
the way to the Czech Republic are using Laserball to enhance their players’ experience.” When asked why Laserforce’s newest product was going down so well, Kelly said its unique blend of two elements make it stand out; those being laser tag and the most popular game in the world, association football. “It is built upon the most popular game on Earth, soccer. Laserball is decisively the product of Laserforce’s patented proximity detection technology. Using this technology to alter the physical space of players need to command in the arena creates a unique experience only found in a Laserforce Arena. Laserball maximises Laserforce’s industry leading phaser and battlesuit screens, and when combined with our award winning Gen8 infinity lighting system, Laserball becomes an incredibly immersive experience.” Indeed, Vr – certainly, at the level of immersion able to be put on by Laserforce’s impressive technology – allows its users to delve into worlds in which they are able to lose themselves and really enjoy all the experience has to offer. As lightly touched upon by Kelly, these experiences are perhaps quite often team-building exercises, explicitly involving multi-player sessions by necessity. But what keeps people coming back for more? “These competitive games of Laserball are very exciting,” added Kelly. “Bringing back members and non-members alike to participate in league nights and special tournaments. What makes Laserball truly impact replay-ability is the simplicity of the game. We see Laserball as the perfect combination of advance play and simplicity, it is a great gateway game type for newer players to progress into Laserforce’s illustrious collection of laser tag game types.”
ANOTHER ANGLE There are other ways to compete with each other while playing games, something we have all certainly experienced in one form or another in the last few years,
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WHAT’S THE SCORE? THE FUTURE OF COMPETITIVE GAMING
while keeping our distance from one another during the Covid-19 pandemic. The Internet has definitely been a friend for many, helping us keep in touch and remain up-to-date on all matters; in an intensified way it has done so since its inception. But the Internet also allows for quirky additions to experiences, such as Stern Pinball’s Insider Connected platform. The Us-based company’s latest innovation allows its users to compete with each other, as well as a host of other features for pinball enthusiasts. Insider Connected recently picked up a major award at the Amusement Expo International in Las Vegas, the Amoa Innovator Award ‘in recognition of excellence in developing and delivering unique ideas to the amusement industry’. “Insider Connected is the greatest technological advance to pinball in decades, giving players even more reasons to play,” said Zach Sharpe, director of marketing at Stern Pinball. “Insider Connected lets players track scores and offers new achievements for connected pinball machines. Through their mobile phones and computers, players can access their profiles, post scores, find the locations of connected machines or explore pinball activities in their area.” Indeed, these “activities” may very well include events similar to those lightly touched upon by Kelly, including team events. But the technology does allow for a more strictly online gaming experience, utilising leaderboards and allowing its users to, pardon the turn of phrase, “connect” with each other, kicking up replay-ability
a notch. “Insider Connected Pro provides tools for commercial operators to improve earnings and operational efficiency through remote updates and diagnostics,” said Stern’s Sharpe. “All Stern Pinball machines now ship with Insider Connected enabled and players can register on our website. “Insider Connected has been the biggest source of replay value across locations around the world. Whether it’s an individual trying to earn personal achievements and badges or attempting to become the champion on the leaderboard at an event, Insider Connected is the instrumental driver of replay-ability across all connected Stern pinball machines.” For many, pinball may not be the most obvious option when it comes to a competitive gaming experience – often, you’d imagine someone playing a cabinet solo, with perhaps a small scoreboard on that one machine alone – but it’s certainly a thriving community, as explained by Sharpe. “Competitive pinball shows no sign of slowing down,” he said. “Whether it’s through the International Flipper Pinball Association (Ifpa) with player rankings and events growing year over year or with Stern Army locations popping up across the globe, promoting competitive language of fun and it’s always more fun to compete!”
A GLANCE TO THE FUTURE All that said, what does the industry have
in store for its patrons and professionals? Kelly, Laserforce Ceo, naturally believes laser tag holds one of the keys to the future. “With more and more competition in the amusement and family entertainment industry, it is becoming increasingly more important for laser tag systems to have competitive play options for advanced and repeat players,” he said. “Laserforce is by far the industry leader in custom laser tag game types, and replayability games like Laserball and Space Marines 5 (another of Laserforce’s games) are a few staples of Laserforce’s deep catalogue of competitive laser tag games.” With a more immediate look to the calendar, Stern’s Sharpe moved to highlight some upcoming events in the pinball community (at the time of writing). The Stern Pro Circuit made its reappearance last month after a brief hiatus. “The demand cannot be satiated,” he explained. “There is a virtual invitational that has garnered massive exposure, featured on Espn, the official Marvel Instagram and Twitch accounts, and on the official Elvira Instagram account, showcasing competitive pinball to entirely new audiences.” And that final point really ties all of this together – people, perhaps now even more than ever, treat gaming as a social experience. Be that watching or partaking, the interest remains. The competitive nature of these experiences keep players coming back for more, which adds further fuel to the fire. The same could absolutely be said of other experiences, such as air hockey, electric darts and mini-golf, all of which enjoy unwavering popularity.
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LOTTO
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ILUOGHI DELGIOCO
RIFLESSIONI DAORSO
L’OROSCOPO
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PER TENTARE LA FORTUNA
a cura di Nashira astrologa e sensitiva
16, 20, 30 Ambo, Terno e su Tutte, Roma, Genova SUPERENALOTTO
comico, imitatore, attore e sceneggiatore
GIOCARE GIO CONGUSTO
Corrado Guzzanti
GIOCARE GIO CONGUSTO
NUOVE TENDENZE
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DANON PERDERE
LEAVVENTURE DAROONEY
LEAVVENTURE DAROONEY
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SCORPIONE La pazienza non è forse la vostra principale caratteristica, ma in questo mese dovrete averne tanta, perché sarete duramente messi alla prova da una pioggia di imprevisti e problemi di varia natura. Andrà tutto per il meglio, ma ci sarà da penare e pensare un po’. Lasciate stare il gioco.
SAGITTARIO È inutile intestardirsi a cercare di raddrizzare delle situazioni ormai irrimediabilmente compromesse. Fareste meglio a concentrare le vostre energie nel perseguire nuovi obiettivi, specie nel campo lavorativo, dove purtroppo avrete qualche delusione. Molto bene invece il gioco.
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ACQUARIO A chi è single questo mese porterà delle fantastiche opportunità per conoscere finalmente l’anima gemella. Occhio a non scacciarla da voi con atteggiamenti troppo ritrosi e malinconici. Avete un bellissimo sorriso, è ora di sfoderarlo e tutti saranno ai vostri piedi! Gioco: così così.
PESCI Avete spesso nutrito dei dubbi su un amico di fresca conoscenza e come tale da voi ritenuto non meritevole di fiducia. In questo mese vi chiarirete una volta per tutte le idee, anche a causa di un evento imprevisto che vi consentirà di “testarlo”. Prudenza al gioco.
PAROLADI COLLOVATI
CAPRICORNO Non basta essere simpatici e allegri per riuscire nel lavoro. Questo mese dovrete dimostrarvi dei capricorni ben determinati, anche a costo di perdere qualche ora dedicata allo svago pur di rispettare gli impegni presi e di perseguire ambiziosi progetti. Gioco: aspettate giugno.
TORNEANDO
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CASINÒ FRANCESI
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VERGINE La primavera che ormai volge all’estate giova moltissimo al vostro umore e raramente in questo 2012 siete stati così pimpanti e pieni di spirito di iniziativa. Il vostro partner è davvero felice e vi spingerà a fare progetti a lunga scadenza: valutate bene! La dea bendata vi è vicina.
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CASINÒ FRANCESI
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GEMELLI Se non avete ancora deciso cosa fare da grandi, è il momento giusto per farlo. Gli astri vi sono particolarmente propizi e sapranno indicarvi la giusta direzione, sia in amore che nella vita professionale. Date loro retta! Tanta fortuna al gioco, fino a metà mese.
LEONE Molte persone a voi vicine scopriranno tutta la dolcezza del vostro carattere. In questo soleggiato mese sarete infatti in grado di fare fronte a situazioni difficili e di essere un valido sostegno per gli altri. Popolarità al top, complimenti! Al gioco, meglio aspettare giugno per rischiare.
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Non è tempo di cullarvi sugli allori, che potrebbero rivelarsi più scomodi del previsto, se non saprete guardare avanti con lungimiranza e spirito organizzativo. Cercate di contare di più su voi stessi e meno sull’aiuto di terzi. Fortunatissimi al gioco, specie dal 15 in poi.
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Qualche acciacco fuori stagione vi renderà un po’ difficoltoso l’inizio di un mese che proseguirà invece ottimamente, soprattutto se siete in cerca di qualcosa che possa dare una svolta alla vostra vita. Nuovi amori in vista? Puntate poco al gioco, almeno sino al 20.
Contare fino a dieci prima di rispondere è cosa buona, e prima di prendere una decisione magari contate fino a cento! Siete curiosamente impulsivi ma gli astri consigliano prudenza, specie se in ballo c’è il vostro futuro professionale. Piuttosto, dedicatevi senza timori al gioco!
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La miglior cura è la prevenzione, dunque evitate di mettervi in situazioni pericolose o perlomeno imbarazzanti. I vostri cari vi ringrazieranno e anche voi eviterete spiacevoli discussioni casalinghe dalle quali uscireste inoltre dalla parte del torto. Al gioco il momento è fortunato.
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ARIETE
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Roma, 17 maggio 1965