Happy Aquatics & Wellness n. 4 anno 2020

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Beatrice Masserini

beatrice.masserini@studiocassinis.com

MANAGEMENT

8’

L’ESPERTO RISPONDE Dalle domande di chi dirige imprese, società e centri sportivi, le risposte di una delle più autorevoli esperte del nostro settore. Beatrice Masserini, che cura da tempo questa rubrica, risponde ad una serie di quesiti su tematiche molto attuali e comuni, con focus particolare anche sulla fase delle riaperture e delle osservanze in merito alle nuove regole anti covid

“L’art. 124 del D.L. 34/2020 prevede l’azzeramento dell’aliquota Iva fino al 31 dicembre 2020 per i “detergenti disinfettanti per mani”. Mentre è chiara l’applicabilità per i prodotti classificabili come “presidio medico chirurgico”, si chiede se sono da includere nell’agevolazione anche i prodotti che rientrano comunque nei “materiali sanitari e farmaceutici necessari per contrastare i diffondersi dell’epidemia”. Nello specifico, un prodotto igienizzante che contiene oltre il 66% di alcol, e serve quindi ad inattivare il virus, è ammesso all’esenzione Iva, benché non sia presidio medico-chirurgico?” Si ritiene che il prodotto descritto nel quesito possa rientrare nel regime di esenzione, previsto dall’art. 124 del

D.L. 24/2020 (Decreto Rilancio), nella misura in cui possa essere classificato nella categoria dei “detergenti disinfettanti”. Secondo le definizioni fornite dall’ISS nel proprio sito web, “i termini detergente e disinfettante sono spesso confusi tra loro: mentre il primo ha lo scopo di rimuovere lo sporco (detergere), il secondo è formulato per diminuire drasticamente la presenza di batteri, funghi e/o virus (disinfettare)”. Inoltre, la vendita dei disinfettanti è soggetta ad autorizzazione, a differenza di quanto accade per i semplici detergenti. Dalle caratteristiche che sinteticamente sono descritte nel quesito, pare di capire che vi siano le condizioni per classificare il prodotto come un “disinfettante” e non come un semplice “detergente”.

“In seguito all’emergenza Covid-19 una SRL chiede un finanziamento per il 25% del suo fatturato con garanzia dello Stato e di Confidi. Se, un anno dopo avere ottenuto il finanziamento, a causa del crollo del commercio, questa società si trovasse in stato di insolvenza verso i fornitori e fosse costretta a chiedere il fallimento, chi pagherebbe il prestito alla banca? E che cosa rischierebbe l’imprenditore che ha fatto la richiesta?” Se il beneficiario dei finanziamenti non rimborsa le somme dovute alla banca, quest’ultima attiverà la garanzia rilasciata dal Fondo, che pagherà la banca in sostituzione del debitore. Una volta erogatala la somma, il Fondo di garanzia è surrogato nei

La vendita dei disinfettanti è soggetta ad autorizzazione, a differenza di quanto accade per i semplici detergenti Palestre e impianti sportivi possono rilasciare la certificazione per la deduzione del costo dalla denuncia dei redditi ph GymNation Dubai

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HA 4 - 2020

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