NO. 19 I'GIORNALINO

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Pinocchio:

rinascere per diventare grandi

Recensendo…

di Letizia Chiostri Tutti conosciamo la storia di Pinocchio, però non tutti la interpretiamo nello stesso modo. C’è chi, riprendendo in mano il testo, ripercorre i momenti della propria infanzia; c’è chi non ha mai letto il libro oppure lo ha letto da piccolo e non si ricorda la storia nei suoi minimi particolari; c’è chi ci ha scritto trattati. Mi ricordo di aver letto qualche anno fa la rivisitazione di Pinocchio scritta da Franco Nembrini, “L’avventura di Pinocchio, ovvero Rileggere Collodi e scoprire che parla della vita di tutti”, una rilettura del testo in chiave cristiana. Invece, l’interpretazione di Pier Paolo Pacini, regista dello spettacolo messo in scena al teatro della Pergola dalle attrici e dagli attori del Corso per attori “Orazio Costa”, è molto diversa: si è reso conto che quella che consideriamo una storiella a lieto fine per bambini è in realtà una vera e propria favola dark che tocca in modo più profondo gli adulti. Nella terza parte del libro viene promesso a Pinocchio che diventerà un bambino, ma questa trasformazione non avverrà mai: alla fine del romanzo egli si sveglia ragazzo e accanto a lui c’è il burattino. Perciò il Walther Jervolino,"Una probabile burattino è dovuto morire morte di Pinocchio", olio su tela, per far nascere il bambino. 1988, Pinocchio è sempre stato 21


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