SANTIAGO

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15-04-2011

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DA SANTIAGO A FINISTERRE

1. Conchiglie che decorano un libro d’ore, miniatura fiamminga del XV secolo. Bayerische Staatsbibliothek, Monaco di Baviera.

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Il proseguimento del viaggio sino a Finisterre significava giungere a vedere non solo l’oceano, ma il luogo in cui la terra abitata e conosciuta finiva, dove l’ignoto si concretizzava nell’incontro, che li ben si vede, delle acque dei due mari che si scontrano sotto il promontorio. È luogo che di per sé, con il senso di mistero che suscita ancor oggi in chi pure sa che non si tratta della fine di ogni terra abitata, rimanda all’infinito e alle cose ultime: qui la «terra finiva», e iniziava il Mar Misterioso nel quale nessuno osava spingersi. Ci si avvia, passando per Noya, Muros, Louro, costeggiando la frastagliata costa atlantica. Su questa costa si raccoglievano non solo le conchas, le conchiglie del tipo Cappasanta (Pecten jacobeus), ma anche le caracolas, le conchiglie a spirale, che accostate all’orecchio fanno risuonare il rumore del mare: si dice che il suono che si sente aumenti la fede, plachi e renda soavi i venti, allontani le insidie dei nemici, la grandine e le tempeste. Ancor oggi i pescatori le suonano come un corno per annunciare il loro ritorno dalla pesca. Noya è un borgo posto all’imbocco della ría de Muros ed è noto per la grande spiaggia sabbiosa che lo rende apprezzata meta turistica. Il paese ha un impianto medievale, con alcuni palazzi rinascimentali. Notevole è la chiesa romanica di Santa María la Nueva, nella cui lunetta si trova una raffigurazione policroma dell’Adorazione dei Magi. Nel vicino cimitero, la Quintana dos Mortos, si trovano lapidi molto antiche, datate fin dal X secolo, e tradizione vuole che vi si conservi terra palestinese portata qui da imbarcazioni locali. A Muros si segnala la chiesa della Virgen del Tránsito, ricca di ex voto marinari (tavolette lignee e modelli di imbarcazioni), e la statua della Madonna Pellegrina, con il mantello, il cappello con la conchiglia e il bordone. A Louro è da segnalare una Via Crucis che s’inerpica sulla sommità del colle che domina la cittadina e guarda l’Atlantico. Attraverso un paesaggio verde, ricco di eucalipti e pini marittimi, ancora segnato dalle Croci del Cammino, si giunge infine a Capo Finisterre, o Cabo Fisterra in gallego, sul cui promontorio roccioso sorge ora il faro più a ovest della Spagna, e dove si andava a vedere «finire il mondo». Recentemente è nata tra quanti hanno compiuto il pellegrinaggio a piedi una tradizione che i pellegrini di un tempo non potevano certo permettersi, e cioè il bruciare sulla riva dell’oceano i calzoni, o altro capo di vestiario, usati lungo tutto il Cammino: gesto rituale che segnala non solo il raggiungimento di un punto di non ritorno, un cambiamento sostanziale e irreversibile, ma anche la sua totale accettazione. È un gesto analogo a quello che si compie invece più a nord, presso Muxía, a Capo Touriñan, dove, davanti al santuario della Virxe da Barca o Nosa Señora da Barca, i pellegrini fanno oscillare la Pedra d’Abalar (pietra oscillante) finché non si ferma in equiliDA SANTIAGO A FINISTERRE

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