china con la droga che i tre amici gli avevano chiesto di nascondere dopo un conflitto a fuoco con i carabinieri, affiorano continuamente: si alternano con scene e scenette del viaggio come l’incontro con due turiste austriache impertinenti e sfacciate che li prendono in giro ma sono da Vincenzo derubate di soldi e orologi. La strana coppia arriva, comunque, a destinazione e, non senza pericolo, Vincenzo consegna la droga secondo i piani rifornendosi, così, di un po’ di soldi. Quasi casualmente, tramite l’incontro con i vecchi amici, Vito dopo il carcere duro è ridotto a una larva umana, Vincenzo e Salvo conoscono Bianca, la modella di Mangiafreda; da lei passano una notte e tramite lei arrivano al professore che Vincenzo inchioda a terra in un piazzale dopo un breve inseguimento. Il professore, tra lamenti e preghiere spiega che quel giorno lontano Bianca aveva voluto guidare la potente macchina a lui affidata e che, dopo averla posteggiata, era stata scovata dalla polizia che era risalita ai tre. Vincenzo sembra accettare le parole di Mangiafreda e ha un momento di distrazione, in quell’attimo è colpito da una revolverata del professore e muore; Salvo impugna la pistola del padre e mira, è l’ultima scena, non si sa se abbia la voglia e il coraggio di cominciare tanto presto a uccidere.
La storia in itinere, il viaggio, il percorso che due o più persone compiono verso una meta, un obiettivo, hanno sempre rappresentato per il cinema un ricco serbatoio d’idee, sentimenti e originali modi di comunicazione tra esseri umani. Il viaggio insieme è l’occasione per parlare e scoprirsi nel mettere a nudo ciò che non si può più nascondere e anche il desiderio che ognuno ha nel trovare nell’altro quella comprensione, quell’aiuto capace di sostenere il peso del vivere. Anche questo film non si discosta da questo assunto di base, cui si aggiunge il processo d’iniziazione alla vita adulta del piccolo Salvo che alla fine di tutto quello che ha imparato si ritrova con una pistola in mano e, subito dopo, a saltare da un alto trampolino in piscina. Parrebbe questa la summa indicata dal film: per inserirsi nella vita adulta occorre essere disposti alla violenza e ai salti nel vuoto cui si può essere chiamati in tanti e imprevedibili momenti. Nonostante tutto, però, indipendentemente dagli insegnamenti che Salvo può recepire e dal loro valore morale, avviene qualcosa d’importante: il rapporto tra padre e figlio si ricostituisce, si arricchisce di comprensione e calore, si salda nella formazione di un sentimento inizialmente scomposto ma sempre più forte, sugellato, purtroppo, da un colpo di pistola.
L
Particolarmente indicativa la lettura de L’isola del tesoro che tiene compagnia al giovane protagonista per tutto il viaggio: l’emancipazione di Jim Hawkins grazie al periodo trascorso con i pirati va di pari passo con la maturità che Salvo conquista vicino al padre, bandito affettuoso e in cerca d’affetto. Il tesoro per entrambi i ragazzi è diverso ma di uguale valore, l’essere diventati uomini. Riccardo Scamarcio consolida il suo profilo di cattivo non privo di sentimenti che ha costruito nei suoi ultimi film accostando perfettamente la sua faccia al disegno registico e di scrittura (il regista Guido Lombardi è anche l’autore del libro da cui è tratto il film). A questo aggiunge un’evidente, ammirevole, affettuosa azione tutoriale nei confronti del giovanissimo Augusto Zazzaro, sorprendentemente incisivo nell’esprimere i suoi turbamenti di fronte alla vita di adulto che lo sta chiamando e le sue paure di questo sentimento verso il padre che sente sempre più prorompente, scena dopo scena. Fabrizio Moresco
di Andrea Segre
IL PIANETA IN MARE Origine: Italia, 2019
Didascalie riguardanti la genesi di Porto Marghera tra mito e storia. Sequenza con inserti di repertorio, gondolieri si alternano all’esecuzione di una ballata in dialetto, “E mi me ne so ‘ndao”.
D
Tamim un migrante del Bangladesh parla al telefono con un suo compagno. Mattia, giovane operaio, cammina nel labirinto di uno stabilimento industriale. Nicoletta e Lucio, ex chimici, assistono alla demolizione di un si11
Produzione: Andrea Segre per Zalab Film, Rai Cinema, Istituto Luce Cinecittà Regia: Andrea Segre Soggetto e Sceneggiatura: Gianfranco Bettin, Andrea Segre Durata: 93’ Distribuzione: Zalab Uscita: 26 settembre 2019