Film n.15 luglio/settembre 2020

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La sceneggiatura del film fa pensare senza dubbio a Non ci resta che piangere e ci porta ad un giudizio di confronto immancabile, anche se la coppia siciliana non può essere minimamente paragonata allo storico duo del film Benigni-Troisi. Tuttavia il film rimane piacevole e mai volgare, ai limiti del cinema parrocchiale. In fin dei conti ben ancorato ad un concetto di umanità e solidarietà dalla parte degli ultimi, che trascende la fede e consiste nel proporre i canonici buoni sentimenti tipici del cinema natalizio, attraverso l’arco narrativo dei due personaggi, che finiranno per migliorarsi. La stessa soluzione della vicenda non è malvagia, anzi. C’è anche quel briciolo di satira politica, che si chiude a cerchio rispetto al prologo iniziale. Si fa l’occhiolino persino a chi non è credente, a chi cerca nel passato dei riferimenti alle situazioni presenti, a valori etici e morali, sfiorando violenze, guerre, immigrazione e razzismo. Tutto ciò si intravede, ma purtroppo non è molto approfondito; i due amano

piuttosto farsi vedere al naturale, far ridere con vecchie gag e alcune nuove d’effetto. Se è vero che Ficarra e Picone preferiscono alle renne e alle slitte il primo presepe vivente della Storia, dando un volto a Giuseppe e Maria, a Isacco ed Erode, è altrettanto vero che i costi di produzione, altissimi per il cinema italiano, servono a contrastare la concorrenza americana sul suo stesso campo di battaglia. Stavolta i due comici costruiscono un cinema spettacolare con buoni risultati, che omaggia la Cinecittà degli anni Cinquanta (gli antichi romani e persino una tigre feroce nell’arena, resa possibile anche dal digitale). Le scene di lotta con le spade sono credibili, così come la messa in scena di luoghi lontani nel tempo e nello spazio. La scenografia infatti è degna di nota, veramente ben realizzata, così come i costumi. La fotografia funziona abbastanza bene nelle scene di giorno, ed è forte soprattutto dell’impianto scenografico. Betlemme è ricostruita con grande cura, pur nella sua stereotipata

semplicità, anche grazie alle numerose comparse e sequenze corali, alle location in Marocco e nel Lazio, ricostruite ma naturali. I due registi poi, grazie a qualche scena di corsa a cavallo, chiaroscuri e controluce al crepuscolo, praterie aride e sconfinate si cimentano addirittura col genere western. Ficarra e Picone nei rispettivi ruoli si trovano benissimo. La dinamica degli opposti che si attraggono funziona: Salvo e Valentino sono il diavolo e l’acqua santa, il cinico e l’appassionato, l’uomo di ragione e l’uomo di fede. Ma la storia è fatta perché ognuno dei personaggi cresca durante questo viaggio così particolare, tanto da muoversi dalle posizioni di partenza e andare a comprendere le posizioni dell’altro. Ficarra si trova a fare un personaggio che gli riesce bene, mentre Picone fa fatica. Logicamente in un duo comico c’è sempre la spalla, ma l’espressività non prescinde dal ruolo e Picone appare piuttosto monoespressivo. Veronica Barteri

di Lorenzo Mattotti

LA FAMOSA INVASIONE DEGLI ORSI IN SICILIA

Origine: Italia, Francia, 2019

Il cantastorie Gedeone e la sua assistente Almerina, diretti a Caltabellotta, si ritrovano in una bufera di neve e si riparano in una caverna abitata da un vecchissimo orso, che udendo i loro passi si sveglia dal letargo. Per aver salva la vita, i due lo intrattengono mettendo in scena la loro storia: La famosa invasione degli orsi in Sicilia. Tonio, il figlio del re degli orsi, è stato rapito dai cacciatori delle montagne e suo padre organizza e guida una spedizione attraverso tutta la Sicilia. Il malvagio Granduca di Sicilia viene a scoprire che l’esercito degli orsi marcia verso

I

il suo regno e comincia a tramare per fermare l’invasione, con l’aiuto del mago di corte De Ambrosiis, che possiede una bacchetta magica in grado di compiere ancora solamente due incantesimi. Prima i due eserciti si scontrano, tanto che l’esercito del Granduca uccide il vecchio orso saggio Teofilo, ma gli orsi si salvano. De Ambrosiis riesce a entrare in confidenza con Leonzio, il re degli orsi, ma il Malvagio invia contro i nemici un nuovo esercito: i cinghiali del Sire di Molfetta. Al mago non resta che salvarli, utilizzando uno dei due incantesimi. Una volta scoperto, il Granduca minaccia di morte De Ambrosiis che conduce 23

Produzione: Christophe Jankovic, Valérie Schermann per France 3 Cinéma Regia: Lorenzo Mattotti Soggetto: dal romanzo “La famosa invasione degli orsi in Sicilia” di Dino Buzzati Sceneggiatura: Thomas Bidegain, JeanLuc Fromenta, Lorenzo Mattotti Durata: 82’ Distribuzione: Bim Distribution Uscita: 7 novembre 2019

gli orsi in un castello infestato da fantasmi allo scopo di terrorizzarli. Nel castello però, Leonzio ritrova lo spirito di Teofilo che lo aiuta a entrare in comunicazione con gli altri spettri. Infine, gli orsi vengono condotti a casa di un orco che li


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