Film n.15 luglio/settembre 2020

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intenta alla sua tela, svelano di se stesse molto più di qualsiasi, lunga conversazione. È inevitabile, quindi, che tra le due sbocci una grande passione che le coinvolge in tutte le emozioni possibili e permetta loro di godere quel breve periodo che il destino offre. La partecipazione a una festa sulla spiaggia, insieme ad altre donne del paese vicino che si trasforma presto in un sabba pagano e il tentativo di aborto di Sophie per opera di una megera del luogo, sono episodi che rispecchiano il legame carnale che unisce le due giovani. Il periodo è breve e presto Marianne ed Héloise sono costrette a dirsi addio: si vedono un’ultima volta da lontano, in teatro, in un momento di estrema tensione e coinvolgimento. Il Secolo dei Lumi è stato chiamato il Settecento, a evidenziare quante “luci” avesse dato il nuovo pensiero, la forza della nuova ragione all’evoluzione sociale e civile dell’essere umano. È in questa trasformazione del ruolo dell’individuo nella società

I

che avviene la ridefinizione del ruolo e dell’immagine della donna: la presenza femminile nella società, nella famiglia, nei rapporti con il potere degli uomini sarà sempre più ampia e diversificata tanto da contribuire profondamente agli avvenimenti della rivoluzione francese. Tutto questo sarà il punto di partenza per la donna verso la legittimazione del proprio esistere in ogni settore della vita pubblica e privata. La regista Céline Sciamma, che proviene dai piani alti della cultura, laurea magistralis in letteratura francese e frequentazione della prestigiosa scuola di cinema La Fémis, non a caso ha scelto questo periodo per la sua storia: occorre tenere presente tutto ciò nella lettura di questo film, di questa storia d’amore che parla dell’autoaffermazionee della consapevolezza del rispetto dei propri desideri, tutto nell’ambito di una raffinata ricerca culturale. Nulla quindi di più indovinato di questo titolo che riguarda il dipinto e l’intero argomento del film: il fuoco è utilizzato ovunque, per ardere il ritratto rifiutato, per popolare i sogni e gli struggimenti della pittrice, per incendiare il vestito di Héloise durante la danza pagana del sabba, a racchiudere la passione tra le due donne che liberamente si amano, affrancate da ogni costrizione. Il fuoco brucia anche nella composizione ambientale che utilizza stili e atmosfere d’impianto romantico, l’isola in solitudine, il mare cupo, ostile, in tempesta, le

di Nanni Moretti

coste scoscese che invitano alla dissoluzione della propria esistenza per accompagnare la tensione spessa, evidente, in certi punti insopportabile, in cui s’incendia il progressivo avvicinamento delle due protagoniste. Tutto è erotismo: gli sguardi, la fissità di gesti e atteggiamenti, l’attesa di qualcosa che, si sa, dovrà accadere, la citazione della fine straziante dell’amore tra Orfeo ed Euridice, l’ingresso violento sul finale del film dell’Estate di Vivaldi che evidenzia la crudeltà del distacco forzato tra le due giovani. Sciamma e le sue attrici si muovono sulla stessa linea come simultaneamente spinte da quel carboncino o quel pennello spesso inquadrati: gli sguardi più profondi si mescolano nella descrizione reale insieme a quella pittorica, senza distinzione alcuna. Non si sa se quel gesto, quegli occhi, quei volti e anche quelle azioni appartengano a una semplice fase descrittiva o siano filtrati dall’arte di un pennello. Questo è il gioco sublime di questo film che ci illustra come un racconto si trasfiguri in qualcosa di vero, verissimo ma impalpabile, come un sogno raccontato su uno schermo. Ci si accorge alla fine come due personaggi, due splendide, grandiose attrici come Noémie Merlant e Adèle Haenel abbiano dipinto il loro grande amore fino a farlo diventare un quadro, fino a farlo diventare un film. Fabrizio Moresco

SANTIAGO, ITALIA

Origine: Italia, 2018 Produzione: Nanni Moretti per Sacher Film, Le Pacte, Storyboard Media e Rai Cinema Regia: Nanni Moretti Soggetto e Sceneggiatura: Nanni Moretti Interpreti: Nanni Moretti Durata: 80’ Distribuzione: Academy Two Uscita: 6 dicembre 2018

Dal nero, Nanni Moretti, inquadrato di spalle, osserva Santiago del Cile. Sullo sfondo, le Ande innevate. In grafica bianca, il titolo del film. Dopo i titoli di testa su varie immagini della città, una scritta rossa su schermo nero:

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“1970 - 1973 GLI ANNI DI UNIDAD POPULAR”. Moretti intervista, in inquadratura frontale, registi, imprenditori, avvocati, giornalisti, uniti, all’epoca dei fatti raccontati, dalla militanza tra le fila dell’Unidad Popular


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