Film n.15 luglio/settembre 2020

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qualche mese senza permesso di soggiorno. Pierre-François Martin Laval è rimasto colpito da questa storia tanto da decidere di farne un film innestando su un tema politico una commedia di buoni sentimenti. La pellicola è tratta dal libro autobiografico Un re clandestino scritto da Fahim Mohammad (il protagonista della vicenda), Sophie Le Callennec (antropologa e scrittrice che insegnò il francese al padre del giovane) e Xavier Parmentier (l’allenatore di scacchi, nel film ribattezzato Sylvain) pubblicato nel 2014. Laval mette tanta carne al fuoco: dalla descrizione delle condizioni disperate di tanti immigrati clandestini, il loro coraggio, le loro difficili condizioni di vita, fino allo spirito della sana competizione e alle capacità educative degli scacchi. I buoni sentimenti (e qualche scena che provoca l’inevitabile lacrimuccia) sono dispensati a piene mani e solo per un soffio il regista evita di cadere in un eccesso di pietismo. Commedia con venature di dramma, il film plana sull’inevitabile happy end con leggerezza. Merito del regista è di essere riuscito a trovare un delicato equilibrio tra la capacità di intrattenere con una storia commovente con la for-

te carica di realismo sociale che la vicenda porta con sé. A questo proposito, l’incipit del film è rivelatore: la situazione di grande disagio in cui il piccolo talento degli scacchi Fahim e la sua famiglia vivono in Bangladesh è tratteggiata con efficacia ma non si indugia su di essa, anche nella toccante scena dell’addio alla mamma addolorata. Altra nota di merito del regista è l’aver indovinato la scelta degli attori: dall’esordiente Assad Ahmed viso vispo e sguardo carico di espressività nei panni del piccolo campione di scacchi, al bravo Mizanur Rahaman nel ruolo del padre Nura, fino al grande Gérard Depardieu che regala una prova composta e priva di svolazzi attoriali nei panni dell’allenatore-mentore Sylvain. Gran parte del fascino del film risiede però nella disciplina attorno a cui ruota la vicenda: gli scacchi, uno sport che è più guerra di tanti sport ‘fisici’, una battaglia in cui la tattica è al centro di tutto. “Non sono un gioco, non c’è sport più violento degli scacchi”, è la lezione basilare dell’allenatore al suo pupillo, perché in fondo è su una scacchiera che noi tutti giochiamo le nostre vite. Anche nella vita ogni nostra mossa può determinare

quella di chi ci sta di fronte. E allora le pedine possiamo essere noi stessi e il nostro destino può essere davvero nelle nostre mani. Nella battaglia giocata nel film questa volta c’è in gioco una vita, anzi, la vita di un’intera famiglia e la faccia di un grande paese, la patria dei diritti fondamentali dell’uomo. Ed ecco fare capolino la retorica nella tirata finale della segretaria dell’allenatore al primo ministro François Fillon: perché non è giusto regolarizzare un immigrato clandestino e senza diritti che è capace di raggiungere vette di eccellenza in una disciplina ferrea come quella degli scacchi? Ed ecco che lo sport diventa il pretesto per un messaggio politico, come se ancora una volta dovesse venire dallo sport l’attenzione verso temi spinosi e capaci oggi più che mai di infiammare l’agone politico come quello dell’inclusione e delle condizioni degli immigrati in molti paesi europei. In questo parlare ancora di muri, di barriere linguistiche e culturali, di pregiudizi, Qualcosa di meraviglioso è molto di più che un semplice ‘feel good movie’ che scalda il cuore. Elena Bartoni

di Fausto Brizzi

LA MIA BANDA SUONA IL POP Origine: Italia, 2020

Il ricchissimo magnate russo Ivanov sta per fare una grande festa per i suoi cinquant’anni e per l’occasione sogna una reunion, su un palco appositamente allestito, della sua band preferita degli anni Ottanta, i Popcorn. L’ex manager del gruppo, Franco Masiero, viene contattato da Olga, donna di fiducia di Ivanov. Nonostante Franco tenti di proporre altri cantanti perché lui ha rotto con la band, Olga dice che il magnate è irremovibi-

I

le, vuole a tutti i costi i Popcorn. Produzione: Luca Barbareschi Franco suo malgrado si mette alla Regia: Fausto Brizzi ricerca dei quattro componenti. Soggetto e Sceneggiatura: Fausto Brizzi, Tony, il frontman del gruppo, Marco Martani che è stato appena scartato dal Interpreti: Christian De Sica (Antonio “Tony reality “L’isola delle meteore” per Brando” Santopadre), Diego Abatantuono aver bestemmiato in diretta e si (Franco Masiero), Angela Finocchiaro (Micky), Massimo Ghini (Luciano “Lucky” è ridotto a cantare per matrimoni Fioretti), Paolo Rossi (Jerry), Natasha kitsch racimolando i resti dei buf- Stefanenko (Olga) fet, sulle prime non è d’accordo ma Durata: 95’ poi accetta un incontro con i suoi Distribuzione: Medusa ex compagni. Uscita: 20 febbraio 2020 La stessa cosa vale per Lucky che ora ha un negozio di ferramen- da due soldi per strada e Micky, ta, Jerry, ridotto a fare esibizioni unica donna del gruppo, che si è 33


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