Intelligenza ART/ificiale

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Liceo D’Ascanio a.s. 2022/23
Intelligenza ART/ificiale
Corso di Storia dell’Arte
Prof. Lorenzo Massimiano

"Eppure, nonostante tutta la loro sofisticata programmazione, le macchine non potranno mai conoscere l'estasi dell'arte come la conosciamo noi. Perché l'arte non è solo il risultato di una serie di algoritmi, ma è l'espressione della nostra umanità e della nostra capacità di cogliere la bellezza e l'essenza della vita stessa.”

ISAAC ASIMOV

Aforisma generato grazie all’intelligenza artificiale, simulando una riflessione di Isaac Asimov sul rapporto tra arte e A.I

Introduzione

Il 2023 sarà ricordato come un anno speciale. Uno di quei momenti che segnano un “prima” e un “dopo” nella vita di tutti noi, almeno per quanto riguarda la sfera didattica. Improvvisamente siamo stati colpiti da una novità incredibile, che ha messo in crisi le nostre certezze: la diffusione dell’Intelligenza Artificiale. La portata dirompente di una simile innovazione tecnologica è già evidente e sarebbe inutile provare a fermare questo tsunami; tanto vale, allora, tentare di “surfarlo”, assecondandone la forza propulsiva.

Per il mio corso di Storia dell’Arte ho immaginato un progetto che sfrutti le potenzialità dell’Intelligenza Artificiale, con l’obiettivo di trasformare il più recente e acerrimo nemico dell’insegnate in uno strumento inedito della sua nuova cassetta degli attrezzi, con cui gli studenti possono mettere a frutto le nozioni acquisite e sviluppare il pensiero creativo.

A questo scopo ho impiegato l’Intelligenza Artificiale “Dall-E 2”, una piattaforma web gratuita capace di generare immagini a partire da una descrizione di tipo testuale.

Gli studenti sono stati chiamati a mettersi nei panni degli artisti studiati in classe: ognuno di loro ha ideato un’opera d’arte, impiegando concetti, tecniche e riferimenti appresi durante il corso. Successivamente quest’opera è stata descritta in una didascalia sintetica, che è stata poi inserita come input nell’Intelligenza Artificiale. Il risultato ottenuto – una vera sorpresa per tutti! – è diventato l’oggetto della loro “analisi dell’opera”, un testo in cui gli alunni hanno esposto la loro opera d’arte ricoprendo simultaneamente il ruolo di artista e di critico.

La risposta degli studenti al progetto è stata entusiasta, elettrizzati dalla possibilità di adoperare uno strumento digitale così originale e innovativo. Inoltre, l’Intelligenza Artificiale gli ha permesso di manifestare la loro creatività a prescindere dalle loro effettive capacità tecniche/ artistiche, ottenendo dei risultati notevoli. Quest’ultimo aspetto ha permesso di includere in modo coinvolgente anche gli alunni con BES e difficoltà motorie, i quali avevano come unico limite la loro fantasia.

Siamo rimasti tutti così soddisfatti della sperimentazione, che, oltre a replicare il progetto anche nelle classi inferiori, stiamo collezionando le opere d’arte (insieme alle analisi critiche) in una pubblicazione interna, la quale non solo avrà il compito di diffondere il lavoro svolto dagli studenti, ma diventerà anche una testimonianza futura dello stato dell’arte dei primordi dell’Intelligenza Artificiale.

Elenco delle opere

1. “Amour Au-delà du Temps”

2. “Uomo Pazzo”

3. “Il Tradimento”

4. “Il Mare, quell’amico in più”

5. “Tranquillità Apparente”

6. “They Are”

7. “Après-midi en Ville”

8. “Panta Rei”

9. “L’Es-senza”

10. “Coscienza Universale”

11. “Divinità in tempesta”

12. “Smarrimento”

WORK IN PROGRESS...

Amour Au-delà du Temps

“two lovers in a park in the rain in the sunset, with the degas technique, oil on canvas, romantic style”

I due amanti si abbracciano sotto l’ombrello, la sua presenza è causata da una pioggia improvvisa. La scena descrive l’attimo che precede il bacio, i due si stringono ma non si toccano, si trovano in un parco durante un bellissimo tramonto circondati dai giardini. Notiamo in particolare sulla destra una quercia di un albero e un cespuglio folto. Un lampione acceso che lascia intravedere la pioggia e a terra il riflesso dell’ambiente circostante dato dallo strato d’acqua formatosi. Dietro la quercia intravediamo un palazzo arancione. La quercia dell’albero funge da cornice alla scena centrale: i due amanti e il loro abbraccio romantico. Questi ultimi infatti sono i protagonisti dell’opera e l’occhio, influenzato dal gioco di luci e colori, torna sempre su di loro. La presenza di prospettiva ci aiuta a percepire l’opera. Sul lato destro notiamo un gran raggruppamento di elementi naturali ma troviamo, spostandosi verso sinistra nel centro dell’opera, un punto di fuga, il tramonto ci permette di respirare e contemplare l’opera. La linea d’orizzonte la troviamo alla fine del cespuglio.

Quest’opera è un olio su tela caratterizzata da pennellate veloci e approssimative, utilizzo di colori caldi per descrivere una scena realistica di due innamorati. I dettagli passano in secondo piano, notiamo ad esempio i visi dei due personaggi rappresentati da due “macchie” scure, come i corpi e i vestiti, rappresentati da pennellate di colori.

La tecnica pittorica di ‘Amour au-delá du temps’ mi ricorda la pittura di Renoir, in particolare in ‘La Grenouillère’.

In quest’opera infatti le pennellate veloci e, soprattutto, l’importanza donata ai personaggi è paragonabile all’opera precedente. A differenziare è però l’utilizzo di colori freddi nell’opera di Renoir.

I due amanti abbracciati in una situazione mondana ci trasmettono amore e sentimenti contrastanti, caratteristiche centrali del movimento artistico ‘romanticismo’, sicuramente però quest’opera non possiamo indirizzare solo in quella corrente. L’impressionismo, e probabilmente data la presenza di prospettiva, il post-impressionismo, é sicuramente la corrente più adatta per descrivere quest’opera. La pittura en plain air, la mancanza di bordi e di figure geometriche caratterizzano quest’opera e in contemporanea la corrente impressionista.

In particolare troviamo oggetti facilmente paragonabili con altre illustrazioni:

• Ombrello

• Tramonto

• Abbraccio

• Pioggia

Gli ombrelli presenti nell’opera ‘Un dimanche après-midi à l’Île de la Grande Jatte’ di Seurat sono utilizzati per uno scopo differente. In questa scena infatti i personaggi, primari e secondari, lo utilizzano per coprirsi dal sole come da fabbrica, infatti questi nascono nel 12 secolo con lo scopo di proteggere il soggetto dal sole e diventa segno di nobiltà andando avanti nel tempo, al contrario i due amanti utilizzano l’ombrello per proteggersi dalla pioggia. Il tramonto generato dall’A.I può essere paragonato al tramonto di Turner e di Manet. Nel primo la terra (o il mare infuocato) diventa solo una fascia marrone che, in basso, si addensa, scurendo nel margine superiore. In alto un’altra fascia, più ampia di quella inferiore, è tinta di giallo, con squarci di bianco (a sinistra) e drammatici spolveri bruni (a destra).

Il tramonto di Manet in ‘Impressione, sole nascente' utilizza invece i colori che ritroviamo nella nostra opera. L’uso giustapposto di colori caldi e freddi rende in modo estremamente suggestivo il senso della nebbia del mattino. Attraverso il suo manto, infatti, si fa lentamente strada un sole inizialmente debole, i cui primi riflessi aranciati guizzano sul mare, evidenziati con straordinaria incisività da pochi e sapienti tocchi di pennello dati a spessore, come se il colore stesso avesse un proprio volume e una propria consistenza materica.

Il tramonto generato in effetti ha delle sfumature più romantiche dal rosa all’azzurro riprendendo degli aspetti del suo contorno, come Cézanne, riprende il rosa del vestito della donna e l’azzurro della pioggiarella. Cézanne nei ‘bagnanti’ riprende il rosa della carnagione degli uomini e lo riporta nelle nuvole.

L’abbraccio può essere accantonato al ‘bacio’ di Hayez, L'opera rappresenta l'attimo terribile del distacco tra due giovani condannati ad una separazione piena di tragici enigmi. L'ombra che sale le scale è il segno che il giovane è pronto a fuggire, il bacio è dunque d'addio. Nello stesso modo l’abbraccio sotto la pioggia trasuda tristezza e passione in contemporanea, mentre il tramonto, il calare del sole che saluta la giornata passata, dice addio al passato dei due amanti.

Al contrario in ‘Amore e psiche’ di Canova i due amanti si abbracciano dopo il loro incontro, nello stesso

tempo però le due immagini descrivo l'attimo che precede il bacio, nell’opera di Canova il pre-bacio è circondato dalle braccia formando due cerchi che si incrociano, nell’immagine generate il bacio in se passa in secondo piano lasciando spazio all’addio complessivo.

La pioggia è poi confrontabile con ‘Acquazzone sul ponte di Atake’ dalla serie Cento vedute celebri di Edo. A vista d’occhio le due opere rappresentano la pioggia con due metodologie diverse, nelle stampe giapponesi l’uso di un disegno semplice e netto, privo di forti variazioni chiaroscurali, e la stesura dei colori in campiture omogenee e smaglianti rendevano queste stampe estremamente decorative, poiché ogni soggetto, per quanto reale, veniva immediatamente trasfigurato in una dimensione immobile e fiabesca, al di là di qualsiasi possibile riferimento spaziale o temporale. Nell’illustrazione generata la pioggia modifica l’immagine, sfuma ogni oggetto e personaggi. Altri artisti rappresentano delle precipitazioni atmosferiche, come Sisley nel ‘Neve a Louveciennes’.

Questa illustrazione complessivamente trasmette malinconia, la malinconia che solo due amanti che si salutano per sempre possono provare. I due, con il loro ultimo abbraccio si dicono addio prima che lui parta per un lunghissimo viaggio di lavoro senza di lei. È la pioggia però a evidenziare tutte le caratteristiche di questa tristezza, sfoca tutti gli elementi circostanti, rappresentando le lacrime. Il sito mi ha permesso di rappresentare quel che sentivo, ha generato l’opera perfetta data la mia citazione. In pochissime varianti ha creato l’illustrazione perfetta, la pecca però la troviamo nella tecnica dell’artista che ho scritto. Di Degas ritrovo veramente poco e anzi trovo similitudini più con altri autori (Renoir, Manet, Cézanne). Con il romanticismo invece trasmette esattamente la via di mezzo che richiedevo, l’angoscia che la tristezza ci fa sentire é perfettamente equilibrata al sentimento d’amore.

Uomo Pazzo

“uomo pazzo, nello stile di Van Gogh”

Nell’opera da me generata attraverso l’intelligenza artificiale ho deciso di rappresentare un uomo pazzo nello stile del celebre pittore Van Gogh.

L’uomo rappresentato nell’opera è sicuramente un uomo anziano come si può vedere dal colore della barba e dei capelli che sono di colore grigio/bianchi ed è, sicuramente, turbato e lo si nota dallo sguardo perso nel vuoto accompagnato dalla postura del capo inclinato verso la spalla destra e da una mimica facciale molto spenta, che potremmo definire quasi triste come si può ben vedere dalla posizione assunta dalla bocca. Il viso dell’uomo, guardando attentamente lo zigomo in luce, è scavato e sembrerebbe quasi che l’uomo sia denutrito e ciò costituisce un elemento in più che ci aiuta a ricalcare il fatto che l’uomo sia turbato da qualcosa.

Come ultimo dettaglio del soggetto possiamo notare una barba folta e mal curata che insieme al cappello sgualcito ci fanno capire che le turbe dell’uomo si ripercuotono anche sul suo modo di essere e sul suo stile facendolo apparire come una persona sporca e incurante di se stessa.

Come si può ben vedere nell’opera è rappresentato un solo individuo senza che sullo sfondo o al suo fianco ci sia la presenza di oggetti o figure secondarie.

La composizione, oltretutto, non è affatto equilibrata in quanto il soggetto non trasmette armonia e grazia al contrario trasmette il suo stato d’animo all’osservatore, un altro aspetto che va espresso la mancanza di simmetria nell’opera e ciò si può vedere anche osservando la postura assunta dall’uomo.

Di conseguenza possiamo dire che la composizione si concentra nettamente verso il centro dell’opera, in particolare sullo sguardo dell’uomo.

Altro elemento caratteristico e senza ombra di dubbio l’assenza di prospettiva infatti, possiamo dire che l’opera è piatta.

Per quanto riguarda i “tecnicismi” possiamo individuare il punto di fuga e la linea di orizzonte; il primo lo identifichiamo all’altezza dell’occhio sinistro mentre per quanto riguarda la linea di orizzonte possiamo collocarla poco sopra gli occhi, quasi all’altezza della fronte.

La tecnica utilizzata è quella del divisionismo (pointillisme), che consiste nella sostanziale divisione dei colori, ed è una tecnica molto utilizzata dai post-impressionisti in particolare da Vincent Van Gogh.

La pennellata presenta un carattere molto particolare tanto da farla definire “nervosa”,ovvero molto fugace ed imprecisa, la parte destra del volto dell’uomo denota la chiara presenza del chiaroscuro che mostra delle ombre sul volto del soggetto.

Nell’opera vi è l’utilizzo di colori sia caldi sia freddi, l’utilizzo di quelli caldi lo ritroviamo soprattutto nel volto mentre i colori freddi vanno a costituire, seppur con contaminazioni di colori caldi, lo sfondo dell’opera.

L’opera e senza dubbio un opera figurativa e ciò e dovuto alla fatto che il soggetto, al di là della tecnica adoperata, è rappresentato in maniera fedele con qualche lieve distorsione (la parte terminale del cappello e l’orecchio).

L’opera va a toccare il tema della follia, nonché un tema molto presente nell’arte e che ha permesso la realizzazione di opere che sono considerate dei veri e propri capolavori.

Quest’opera permette il collegamento con molte opere d’arte tra le più famose non possiamo non citare “Autoritratto di un uomo disperato” di “Gustave Courbet”, opera nella quale troviamo l’espressione dell’artista folle, altra opera che ci da spunti di collegamento con l’opera realizzata è senza dubbio “L’urlo” di “Edvard Munch” che, nonostante la diversità dei soggetti rappresentati, rappresenta il medesimo tema ovvero quella della follia allo stato puro, come ultima opera, non per importanza, possiamo citare “Il vecchio” di “Pieter Bruegel”, con quest’opera il collegamento non è affatto scontato ma possiamo sicuramente dire che ciò che accomuna i due quadri è il chaos, che da un lato è un chaos visivo e chiaro(Bruegel) e dall’altro è un chaos mentale che imprigiona l’uomo(Gianluigi).

IL quadro richiama la pittura ed i soggetti di Vincent Van Gogh e avendo tratti comuni con esso potremmo, visti anche i tecnicismi, collocare questo meraviglioso quadro all’interno della corrente post impressionista. Riprendendo un’opera di Van Gogh riscontriamo delle analogie sicuramente con “Arte, genio, follia” nel quale vi è anche qui un unico soggetto rappresentato che come nel caso del mio quadro e visibilmente turbato e ciò è evidenziato dallo sguardo assente.

Sempre comparando le due opere troviamo diverse differenze come ad esempio l’uso di diverse tonalità di colore, infatti nell’opera di Van Gogh troviamo la presenza di tonalità più fredde di colore e, un’altra differenza che salta all’occhio, e sicuramente quella dello sfondo in quanto van Gogh dipinge un paesaggio alle

spalle del soggetto mentre per quanto riguarda la mia opera ad avvolgere il soggetto c’è un paesaggio astratto. Anche qui vi è l’utilizzo di pennellate veloci e della tecnica pittorica del divisionismo, che ribadisco essere uno degli elementi cardine del post-impressionismo, come si può vedere ad esempio dal colore del viso dell’uomo, inoltre anche i il punto di fuga coincide con lo sguardo del soggetto rappresentato e vi è la quasi totale assenza di chiaroscuro.

Per concludere questa descrizione voglio parlare del messaggio che quest’opera trasmette.

Il dipinto realizzato crea un senso di angoscia e di annichilimento dovuti allo sguardo spento ma persuasivo del soggetto rappresentato, il tutto viene del resto accentuato dall’uso dei colori che attenuano la carnagione del soggetto rendendola più pallida.

Da qui possiamo rilasciare quello che è il vero messaggio di quest’opera ovvero quella che la follia porta al deterioramento del corpo e dello spirito.

Personalmente trovo che questa esperienza sia stata molto piacevole e divertente in quanto mi sono cimentato con interesse e curiosità in un’attività che non sono solito compiere.

Sono molto fiducioso, visto il mio risultato, dell’intelligenza artificiale in ambito artistico ma sono assolutamente d’accordo con Asimov sul fatto che la macchina non potrà mai sostituire l’uomo in quanto priva di sentimenti.

Concludo ribadendo la piacevole esperienza e ci vediamo alla prossima opera d’arte.

Il Tradimento

“crime scene with the victim on the ground bleeding and a seated woman oil on canvas post impressionist in the manner of Cezanne”

Descrizione del soggetto realizzato:

I personaggi principali sono due uomini e una donna. L’uomo vestito di bianco è la vittima mentre l’uomo alla sinistra è un passante fermatosi lì per caso dopo aver sentito delle urla provenienti da una vietta di campagna. La donna è la moglie della vittima questa è inginocchiata, non crede ai suoi occhi. Il passante cerca in tutti modi di curare la ferita dell’uomo, la donna invece non lo aiuta, è ancora incredula, non crede che sia potuto veramente succedere, l’odio e la rabbia per il tradimento del marito l’hanno portata a ferirlo a morte, con un attrezzo preso dalla loro casa in campagna. La donna resta distante, mentre dalla ferita del marito esce molto sangue tanto da sporcare il tappeto sotto di lui messo lì dal passante per non infettare la ferita.

Analisi della composizione artistica:

La composizione dell’opera è a triangolo per incentrare tutta l’attenzione sul centro dell’opera dove sta accadendo il fatto.Intorno un paesaggio di Campagna. In particolare una via sperduta tra fiori di tutti i tipi e colori, specialmente rose rosse e viole quasi nascoste dall’erba alta. Inoltre non esiste prospettiva.

Analisi della tecnica artistica:

La tecnica artistica è quella di Cézanne, rappresenta i sentimenti anziché la realtà, con pennellate veloci e non incentrate sul disegno. Da lui la geometria all’interno delle cose, come per esempio i volti ovali e i corpi rettangolari senza curve. Per quanto riguarda la pittura, questa è olio su tela con presenza di grumi, come solito di Cézanne. Viene usato il chiaroscuro per dare solidità ai corpi. Inoltre i colori sono caldi.

Collegamenti:

L’assassinio – Paul Cézanne (1867-8)

Il collegamento per quanto riguarda il tema cioè quello dell’omicidio, è con l’opera l’assassinio di Cezanne anche se questo molto più brutale, commesso in una zona selvaggia, per mano di due bruti.

Paul-Jacques-Aimé Baudry, Charlotte Corday, L’Assassinat de Marat, 1860, olio su tela, 203 x 154 cm Nel dipinto l’artista raffigura la donna immediatamente dopo il delitto, mentre esce dalla stanza da bagno. La giovane indossa un lungo abito a righe con un’ampia scollatura. Charlotte inoltre lascia la scena del crimine con un atteggiamento orgoglioso e convinta di aver compiuto la propria missione politica. Il suo viso è rivolto verso sinistra e mostra un’espressione intensa e determinata. La tensione prodotta dal suo gesto infine è rappresentata dalle mani contratte.

Marat invece è immobile e riverso nella vasca da bagno, ormai morto. Un pugnale è affondato nel suo costato e sullo scrittorio improvvisato sono posati un calamaio e una penna. Sulla parete laterale, una mensola sostiene alcuni libri. Invece nella parete di fondo è affissa una cartina della Francia. A terra è rovesciata una sedia e sul pavimento sono sparsi alcuni fogli e un ventaglio chiuso di colore blu. L’analogia sta sul tema dell’opera che è quella dell’assassinio, l’atteggiamento di lei è completamente diverso, Charlotte è orgogliosa del suo operato mentre nel “il tradimento” la moglie è sconvolta non si capacita di quello che ha appena compiuto.

Il dipinto che raffigura Charlotte Corday di Baudry è un olio su tela di 203 x 154 cm.L’opera nel complesso presenta colori caldi tranne qualche particolare, come il ventaglio, il fiocco della ragazza e il telo di colore blu e verde.La luce che illumina la scena proviene dalla finestra che si intuisce a destra. Anche qui una similitudine con l’opera “il tradimento” i toni caldi dati dal fatto che siamo in un luogo di campagna di giorno e la luca che proviene dall’angolo in alto a destra.

Collegamenti con artisti:

Il collegamento più importante è quello con monet per quanto riguarda la tecnica pittorica infatti nello spezzone di un antico filmato risulta molto chiaro l’approccio alla tela del pittore ed emerge la postura assunta di fronte alla tela e la posizione della mano sul pennello, in grado di originare quelle “macchie” di colore che hanno la funzione, di creare un movimento notevole all’interno della struttura del dipinto. Come appare dal filmato l’artista impugnava il pennello verso la parte estrema, quella più sottile, utilizzandolo pertanto come una bacchetta. La distanza dall’impugnatura bassa, vicino alle setole, gli permetteva di raggiungere una minor incisività disegnativa a favore di un composizione sfocata, per macchia. La somma dei tocchi di pennello, guidato alla distanza, creava quella voluta imprecisione del segno che si componeva invece in maniera perfetta alla distanza. Il pennello brandito in quel modo, permette infatti di usufruire del disordine creativo provocato da una certa oscillazione e di sfocare, in una visione ravvicinata, il dipinto, affinché la somma

delle sfocature divenga invece, a una certa distanza, messa a fuoco, dinamica e perfetta. L’uso di un pennello dal manico lungo – oltre ad evitare a Monet una controproducente precisione disegnativa – aveva anche la funzione di fungere da distanziatore che consentisse all’artista di stendere i colori e di vedere immediatamente l’effetto della stesura, senza dover continuamente arretrare per controllarne il punto di messa a fuoco. Esposizione del messaggio/emozioni/sensazioni:

Si configura come un’opera semi religiosa poiché la donna dopo essere stata tradita aveva paura che il suo matrimonio fosse ormai fallito. E per salvarlo decide di confrontarsi col marito, avendo scarsi risultati prende decisioni affrettate senza pensare alle ripercussioni. Le emozioni trasmesse sono tante, dalla paura allo sgomento. Ma in particolare penso ci sia una contrapposizione di emozioni che appartengono alla donna, paura di aver ucciso il marito, rabbia perché lui l’aveva tradita, ma secondo me anche felicità, quel minimo di felicità per essersi vendicata di quello che gli ha fatto passare.

Il Mare, quell’amico in più

“an impressionist oil painting on canvas representing four men having fun at the sea”

Descrizione del soggetto rappresentato:

L’opera in questione vuole rappresentare 3 uomini che stanno passando la loro giornata al mare divertendosi. Ci sono un uomo con una giacca gialla, uno con una blu ed uno con una verde in piedi su una spiaggia con alcuni resti che il mare ha lasciato assieme alla sabbia. L’elemento che accompagna gli uomini è chiaramente il mare che si presenta abbastanza mosso con varie onde in circostanza. In lontananza possiamo vedere un’isola accompagnata da un cielo piuttosto chiaro e molto acceso.

Analisi della composizione dell’opera:

Possiamo notare che gli elementi presenti nell’opera siano in sintonia tra di loro; non sono in simmetria, ma sono equilibrati. Si può dire che l’opera non presenta determinati punti su cui l’occhio cade maggiormente. Ci sono parti importanti come il mare oppure gli uomini sui cui l’occhio prevalentemente cade. La linea di orizzonte si trova appunto verso l’isola che da spazio poi al mare.

Analisi della tecnica artistica:

l’immagine è in olio su tela e le pennellate sono rapide e con piccoli tocchi. I colori sono maggiormente freddi per raffigurare il mare e la parte di cielo azzurra, oppure i vestiti di due dei tre uomini che vanno dal blu al verde. Per quanto riguarda i colori caldi, li possiamo trovare nella spiaggia con l’ocra e i vari marrone e blu scuro per indicare i resti che il mare assieme alla sabbia ha lasciato. Altri fattori importanti sono i contrasti tra luci ed ombre che caratterizzano il dipinto e naturalmente l’importanza della luce e dell’acqua che assumono un ruolo chiave. Bisogna ricordare che i colori non sono sovrapposti e questi ultimi evitano di mescolarsi tra loro. La scena che rappresenta l’opera è una classica scena realistica di uomini che hanno il solo desiderio di divertirsi; inoltre i soggetti sono solidi e voluminosi.

Collegamenti con altre opere, artisti, correnti: Quest’opera prende ispirazione al movimento impressionista del IX sec., ma anche dal post impressionismo per la realizzazione del mare. Tra i vari artisti che fanno risplendere maggiormente questa corrente d’arte ci sono Monet, Manet, Renoir o Degas. Per la realizzazione di questo quadro ho preso ispirazione da vari dipinti, come quello di Monet: “Impressione, Sole Nascente”, oppure “La Grenouillère” di Renoir e da “Une baignade à Asnières” di Seurat.

Esposizione del messaggio, emozioni e sensazioni: Il messaggio che l’opera vuole dare all’osservatore è una sensazione di calma. Guardando questo dipinto secondo si riesce a vedere la calma e la serenità, anche grazie al mare che con il suo sciabordio genera quella sicurezza e sensazione di benessere nell’uomo. Un ruolo importante è anche quello del cielo che grazie al suo colore chiaro, trasmette anch’egli sicurezza e felicità. Nella didascalia avevo citato che gli uomini dovevano essere 4, ma nel dipinto ne sono presenti solo 3, perché se ci facciamo caso quel quarto membro del gruppo è proprio il mare che gioca con i 3 uomini e rende la loro giornata molto più rilassante come se fosse una quarta persona; perciò il messaggio che vuole lanciare l’opera oltre al senso di benessere, è anche quello che non per forza per essere amici, bisogna avere un altro essere umano insieme a te, ma può anche esserci la natura che supporta quest’ultimo.

Commento del risultato generato dall’IA:

All’inizio ero un po’ titubante dall’idea di dover generare un’opera d’arte con un’intelligenza artificiale e successivamente descriverla come se fosse un vero dipinto, ma dopo aver iniziato a lavorarci, ho iniziato a prenderci la mano e devo dire che personalmente lo ritengo un progetto davvero interessante per poter aprire le proprie capacità creative, ma anche per conoscere ciò che gli altri hanno dentro la loro creatività e confrontarsi l’uno con l’altro. Devo ammettere che ho faticato per trovare un’opera adatta al tema, perché l’ho dovuta generare diverse volte, ma alla fine ce l’ho fatta. Non molto tempo fa dissi che il tema dell’acqua era uno dei miei preferiti, se non il mio preferito e grazie a questo progetto sono riuscito a creare una mia opera d’arte personale proprio sul tema che preferisco. Secondo me sarebbe bello fare altri progetti come questo in un futuro prossimo.

Tranquillità apparente

“oil painting, friends meeting on the beach with umbrellas, having breakfast and playing, with the sea in the background, sailboat, Degas technique, impressionism”

Il quadro ha come intento quello di trasmettere la tranquillità di una semplice giornata trascorsa in famiglia. Ad un primo sguardo riesci a percepirla, ma soffermandoti sui singoli personaggi puoi notare un’atmosfera di silenzio e inquietudine. Sembra quasi come se tutti i personaggi presenti nel dipinto siano immobili, come se si volesse fermare il tempo e catturare quell’attimo. Il titolo va infatti a descrivere la tranquillità apparente del dipinto. Se ci focalizziamo sulle emozioni e sensazioni che l’opera suscita, saremo in grado di percepire sentimenti contrastanti tra loro. Può trasmettere felicità, quiete e calma come anche ansia, turbamento e angoscia.

In primo piano è presente la figura di una bambina, che cattura lo sguardo dell’osservatore grazie al suo abito bianco e al cappello, e che ci trasmette una sensazione di innocenza. Troviamo subito dietro di lei il fratello che sembra intento a raccogliere e scegliere conchiglie da aggiungere alla sua collezione. Sulla sinistra del quadro troviamo poi due figure in primo piano che rappresentano, una madre mentre parla con suo figlio. Dietro di lei l’altra figlia che sta portando un ombrellone con la speranza di ripararsi dal sole. Il personaggio che invece si trova sulla destra ritrae un bambino seduto da solo, e che sembra stia in disparte come se non volesse giocare con gli altri fratelli. Troviamo poi sullo sfondo la figura di una barca a vela.

Ogni elemento presente nel quadro ha una diversa interpretazione.

La bambina in primo piano: lei rappresenta la parte di noi che riesce, grazie alla sua ingenuità, a farci inseguire i nostri sogni.

Il bambino al centro del dipinto: lui è colui che si sofferma e ragiona sulle possibili strade da prendere. I tre personaggi sulla sinistra: loro sono coloro che ci bloccano, coloro che frenano le nostre pulsioni.

Il bambino sulla destra: lui va invece a rappresentare colui che ha paura, che non vuole essere partecipe alla scelta del proprio futuro.

La barca a vela: ha lo scopo di rappresentare il mezzo con il quale riesci a godere delle libertà delle tue scelte. Va infatti ad enfatizzare il messaggio del quadro: ognuno di noi deve seguire i propri sogni e le proprie passioni senza essere influenzati dagli amici, dalla famiglia e da sé stessi in modo da riuscire ad essere libero.

Per quanto riguarda la parte tecnica possiamo dire che il dipinto presenta dei caratteri impressionisti. Questo perché è un dipinto privo di contorni, di disegno e di prospettiva. Infatti gli impressionisti abolivano l’idea del disegno e della prospettiva preferendo ritrarre l’impressione di uno stimolo esterno, e non realizzare un quadro che descriveva la realtà così com’è. Sono, quindi, più interessati a come l’occhio percepisce la realtà della realtà stessa. In questo modo si eliminava il superfluo e si arrivava al punto delle cose. Un altro particolare impressionista che ritroviamo in questo quadro è quello che riguarda le ombre, i colori e a luce.

Gli impressionisti tendono ad abolire i forti contrasti del chiaroscuro, e si rendono conto che ogni colore esiste grazie all’accostamento di quest’ultimo vicino ad un altro colore. Le ombre saranno quindi l’unione del colore del soggetto e della superficie in cui è posto. Questo tipo di tecnica per realizzare le ombre la possiamo notare nel dipinto. Ad esempio, se ci soffermiamo sul bambino sulla sinistra girato di spalle, noteremo come la sua ombra avrà un colore che tende al celeste, questo proprio perché riprende il colore dei pantaloni e della sabbia.

Notiamo infine come le pennellate non sono fluide ma sono veloci (ci suggerisce una pittura en plein air) e presentano forme come tratti e macchie.

Oltre a presentare caratteri impressionisti riusciamo a trovare una somiglianza con i quadri di Monet, in particolare con “impressione, sole nascente”. In questo dipinto ritroviamo infatti alcune caratteristiche dell’impressionismo che si possono osservare anche in “tranquillità apparente”, come le pennellate veloci, rappresentate da tratti e macchie di colore, l’assenza del disegno e della prospettiva e il colore steso direttamente sulla tela. Monet in questo quadro cerca di cogliere l’impressione di un attimo trasmettendo le sensazioni da lui provate osservando l’alba sul porto di Le Havre.

Mi sono trovata molto bene con questo sito. È infatti riuscito a rappresentare ciò che intendevo realizzare. Posso dire di essere soddisfatta del risultato generato dall’intelligenza artificiale.

They Are

“olio su tela impressionista di un bambino povero in Africa alla maniera di Manet”

They are (loro sono) in chiave impressionista, nasce da un principio assolutamente contemporaneo, L’INDIFFERENZA, la tela rappresenta infatti un bambino di colore mentre rientra a casa da una giornata di lavoro. Indifferenza che può essere ritrovata direttamente nella scelta dei COLORI , essi infatti si confondono con lo sfondo e questo sta a significare proprio la poca importanza che ancora oggi si dà a questi temi.

LO SGUARDO traspare perfettamente la rassegnazione umana di fronte ad una condizione che sembra essere ormai permanente ma che vede uno spiraglio di speranza rappresentato anche dal cielo sereno e limpido che allude alla possibilità di miglioramento.

In fine il TITOLO (loro sono) scelto per indicare letteralmente il fatto che loro sono qualcosa e per ciò non vanno dimenticati, e allo stesso tempo allargare questa condizione a tutti coloro che la stanno vivendo, attraverso la faccia rassegnata di un bambino.

Nella tela viene rappresentato un singolo soggetto su uno sfondo relativamente semplice, ho apprezzato la creazione fatta Dall’AI perché pur non avendolo richiesto trasmette attraverso colori, forme e contesto la solitudine di questo bambino rispetto alla sua condizione, anche se è possibile leggere nei suoi occhi la voglia di migliorare e la speranza nel farlo. Nonostante ciò è Completamente abbandonato dal resto e consapevole di dover affrontare tutto da solo, condizione questa rispecchiata nell’opera dalla tempia del bambino, quest’ultima infatti manca parzialmente, essa è stata infatti tagliata in modo da rappresentare che il soggetto è schiacciato dalla pressione del mondo che lo circonda, dalla ricchezza e da tutti coloro che sono indifferenti. Il punto di fuga a tal proposito è stato incentrato sul petto del bambino proprio per dargli maggiore importanza ed entrare in contrasto con l’indifferenza , inoltre nello sfondo è possibile notare delle montagne rappresentate scegliendo colori simili a quelli usati per il bambino (tendenti all’azzurro, poco vivaci), tant’è che quasi si confondono con il soggetto in sé.

La tecnica riprende un olio su tela alla maniera di Manet, dunque impressionista, in questo caso sono presenti campiture lente e larghe, non troppo dettagliate ma attraverso la scelta dei colori si distinguono facilmente le forme. I colori in generale tendono all’azzurro/blu, sicuramente molto freddi visto anche l’obiettivo della tela, ovvero rappresentare fedelmente una tematica reale e contemporanea.

Come già detto dal punto di vista tecnico l’opera cerca di rimanere fedele alla pittura tipica di Manet, anche per la scelta dei colori, dunque sicuramente ricollocabile al periodo impressionista francese. Dal punto di vista del tema e dei soggetti, guardandola ho subito pensato al nudo blu di Picasso, anch’esso infatti con quel corpo spigoloso femminile vuole rappresentare quelli che dovrebbero essere i diritti per le donne, lasciando anche qui presagire alla speranza lontana ma arrivabile.

Com’è facile immaginare l’opera ha scopo divulgativo rispetto a situazioni critiche ma fortemente attive e presenti in posti meno sviluppati, e di conseguenza ha funzione di denuncia per tutti coloro che fanno finta di nulla, fanno passare il fenomeno inosservato per il semplice fatto che non è vicino alla nostra realtà, tra questi i primi sono proprio le istituzioni.

L’AI è sicuramente un grandissimo passo avanti, al giorno d’oggi è addirittura possibile creare un’opera direttamente sul proprio smartphone seduti sul proprio divano di casa, un qualcosa che lo scorso secolo era impensabile. Nonostante ciò secondo il mio punto di vista ci sono aspetti negativi a riguardo, un artista direbbe che questa non è vera arte e forse non ha proprio tutti i torti, in quanto la vera arte sta nel fare uno sforzo, uscire di casa all’aria aperta e disegnare, stimolando così tutte quelle aree del nostro cervello capaci di immaginare, interpretare e intraprendere nuove sensazioni.

L’esperienza proposta dal professore è una bellissima idea e in generale sono rimasto soddisfatto del risultato ottenuto e spero possa piacere a chiunque riuscirà a vederla.

Après-midi en Ville

“dipinto in stile impressionista, con pittura ad olio, donne che passano il loro tempo in città”

DESCRIZIONE SOGGETTO RAPPRESENTATO

Le donne protagoniste, sono parte dell’alta borghesia. Questo particolare è evidenziato dai loro vestiti, moderni e alla moda, seguono una nuova idea di stile. Le protagoniste, rappresentano l’emancipazione della donna nella nuova epoca: possono passeggiare per la città da sole o con delle amiche, senza la presenza costante di una figura maschile. Ci sono quattro donne, due passeggiano in autonomia, mentre due sono insieme. La loro identità non è rilevante, perché bisogna soffermarsi sull’idea d’insieme, sull’autonomia che stanno dimostrando. Sullo sfondo vediamo delle case, e un albero, rende l’idea della piazza, che sta diventando simbolo della vita sociale delle persone: è nella piazza che ci si incontra per andare nei locali, o per chiacchierare, è dunque il simbolo della nuova idea di intrattenimento. L’ambientazione è quella della Belle Époque, quindi quel periodo che nasce in Francia prima dell’inizio della prima guerra mondiale, caratterizzato dall’esaltazione del progresso: viene innalzata la Tour Eiffel, totalmente in acciaio, si utilizzano nuove forme di energia (elettricità, petrolio). Qui nasce il tempo libero, l’idea dello shopping e dei grandi magazzini, il cinema con i fratelli Lumiere, e i diversi locali di intrattenimento.

COMPOSIZIONE DELL’OPERA

Non è presente una composizione geometrica, ma si è cercato di bilanciare la presenza dei soggetti: la donna al centro, divide la scena in due, sulla destra, c’è un’altra donna che passeggia in autonomia, mentre sulla sinistra, troviamo due donne, che passano il loro pomeriggio insieme. L’elemento di superamento dell’impressionismo è rappresentato dalla prospettiva: si rende l’dea del primo e del secondo piano: le dimensioni dei soggetti diminuiscono man mano che ci si va più in profondità nel dipinto.

TECNICA ARTISTICA

La tecnica, è quella impressionista, il dipinto è realizzato a olio. È uno stile libero, non accademico. Le pennellate sono evidenti e definite, si rende l’idea del complesso della scena, senza specificare i singoli particolari, ma limitandosi a trasmettere l’impressione che le donne che passeggiano trasmettono. I colori sono accesi, e si evidenzia il rapporto tra luci e ombre.

COLLEGAMENTI CON ALTRI ARTISTI

Per realizzare l’opera, ho fatto riferimento ad alcuni artisti che abbiamo studiato, in particolare Monet e Renoir. Monet per quanto riguarda lo stile delle pennellate, che tra gli impressionisti, è colui che meglio trasmette l’idea della luce e delle ombre. Ho fatto riferimento a Renoir per quanto riguarda i soggetti: il pittore era solito rappresentare elementi di festa, e allo stesso modo ho scelto di riportare delle donne che celebrano la loro emancipazione. Inoltre, rispetto alle tendenze di Monet, ho dato molta importanza al soggetto umano, anziché all’ambientazione paesaggistica, che offre solo un contesto spaziale.

MESSAGGIO

Il messaggio che cerco di trasmettere, è la riflessione su ciò che per noi può essere scontato, come una passeggiata in città, o fare shopping, ma che per un tempo rappresentava un segno di grande novità. Allo stesso tempo, ho voluto mettere in risalto il cambiamento a cui si è andati incontro nel secolo tra romanticismo e impressionismo: dal prediligere temi naturali, alla solitudine dell’uomo dinnanzi la maestosità della natura, fino alla Belle Époque, in cui si celebra il progresso e dunque, da un certo punto di vista, l’imporsi dell’uomo sulla Natura. Dunque l’opera presenta un messaggio storico.

COMMENTO INTELLIGENZA ARTIFICIALE

L’utilizzo di DALL-E2, è stato positivo, perché permette di generare molte versioni di un’idea artistica che si sta sviluppando, in modo veloce e intuitivo. Tuttavia, preferisco l’idea che l’opera d’arte debba essere creata dalla mente dell’uomo, perché soltanto avendo il controllo diretto di ciò che si sta creando, si riesce a creare un’opera che contenga in sé i sentimenti, le emozioni, il messaggio…

La grandezza di un quadro sta nel vederlo, interpretarlo, e immedesimarsi nell’artista, ricreare quel rapporto tra opera d’arte e artista, che è il vero significato dell’arte. Un’opera generata automaticamente non può avere lo stesso valore di una pensata e ideata da un uomo. Inoltre, se si ha un’idea artistica ben precisa, non la si può realizzare tramite un sito web. Il suo utilizzo può essere utile nel momento in cui si voglia cercare ispirazione, ma il risultato, a mio parere, dovrebbe essere rielaborato in modo personale.

Panta Rei

“Olio su tela impressionista che rappresenta la cascata grande rispetto all’uomo, il quale osserva la maestosità naturale. Una barca si trova sul fiume.”

Descrizione del soggetto rappresentato

Il dipinto realizzato in stile impressionista utilizzando la tecnica olio su tela, rappresenta le cascate, fenomeno naturale maestoso, con presenza umana quasi impercettibile. L’uomo assume un aspetto marginale nei confronti della natura, che è protagonista evidenziando quanto l’uomo sia piccolo al confronto con la natura stessa. L’acqua scorre inarrestabile cullando la barca sul fiume, l’atmosfera è tranquilla. Il cielo è sereno, con il suo colore azzurro tappezzato di sfumature bianche si riflette sull’acqua sottostante. I colori sono accesi e luminosi. Sulla sinistra è presente un albero con il tronco che assume le sembianze del profilo di una persona, a simboleggiare l’armonia tra l’uomo e la natura.

Analisi della composizione dell’opera

Il dipinto, realizzato con pennellate rapide, nel complesso è armonioso, grazie alla sua composizione suscita allo spettatore una sensazione di calma. Tuttavia il risultato espressivo è di movimento e dinamicità dati dal fluire dell’acqua. È importante tener conto anche della direzione obliqua che assume la composizione, percepita grazie allo scorrere inarrestabile del fiume. L’opera è bidimensionale, tranne per la presenza di una leggera profondità al centro, dietro la cascata, creata dalla giustapposizione dei colori. L’elemento naturale è protagonista indiscusso per ricordarci quanto siamo piccoli e fragili al cospetto della natura.

Analisi della tecnica artistica

La tecnica utilizzata è l’olio su tela e lo stile è impressionista, molte sono le caratteristiche che includono l’opera rappresentata in questa corrente artistica. Nel dipinto i colori sono stesi in modo rapido con delle pennellate veloci, non è particolarmente evidente il chiaroscuro, evidenziato solo nella zona retrostante alla cascata. Inoltre c’è poca attenzione ai contorni delle figure, ma anche se il disegno è assente, la composizione è facilmente leggibile. Nel dipinto, come per i pittori impressionisti, è importante la luce che determina la percezione dei vari colori. Ogni colore è legato alla quantità di luce che lo colpisce e alla presenza o meno di altri colori che ne smorzano o ne esaltano la vivacità. La luce è importante perché suscita emozioni differenti e dunque, per preservare l’emozione dell’artista di fronte al paesaggio naturale, il dipinto en plein air deve essere realizzato in maniera rapida, con tocchi virgolati veloci. L’acqua, che rappresenta il divenire e non si acquieta mai, è il soggetto che meglio permette di rappresentare la continua evoluzione e le diverse increspature di colore.

Collegamenti con altre opere, artisti, correnti

Il dipinto riprende sicuramente il tema romantico dell’uomo completamente dominato dalla natura. Questo aspetto lo si percepisce dalla maestosità dell’elemento naturale che si pone davanti all’uomo con tutta la sua potenza. Il dipinto è caratterizzato dalla monumentalità del fenomeno naturale, protagonista della scena, e dall’energia incontenibile dell’acqua, tema molto caro ai pittori impressionisti e a Eraclito per la sua teoria del “tutto scorre”. L’acqua trasporta l’uomo, lo domina nella sua fragilità. D’altro canto il tronco dell’albero in primo piano che rimanda al profilo di una persona umana allude al tema dell’armonia tra uomo e natura. L’opera rappresenta il trionfo del naturalismo pittorico grazie alla sua istintualità espressiva. Come nell’opera di Constable “La cattedrale di Salisbury” e “Le falesie di gesso di Rugen” di Friedrich, anche qui è presente un elemento naturale che assume la forma di un arcata gotica.

Come molte opere del romanticismo, anche in questo quadro l’uomo ha aspetto marginale perché viene data maggiore possibilità d’espressione alla natura. Le opere impressioniste da ricordare nelle quali questo concetto è evidente sono quelle di Monet: “La stazione di Saint Lazare”, dove sono presenti rare figure umane che attraverso i vapori si intravedono appena, e “La grenouillere” dove le persone sono per lo più macchie di colore. Anche nell’opera di Alfred Sisley “Nave a Louveciennes” c’è la figura umana che interrompe la visione paesaggistica.

L’opera di Monet “Impressione, sole nascente” rimanda al tema della barca, presente anche in “Panta Rei”. Lo stesso soggetto è presente anche in diverse opere del romanticismo, infatti oltre ai già citati Friedrich e Constable, ritroviamo la rappresentazione della barca anche nei dipinti di Géricault e Delacroix. Il soggetto delle cascate invece lo si può ritrovare nell’opera del pittore romantico americano Frederic Edwin Church, nel suo dipinto “Le cascate del Niagara” dove c’è tutta la grandezza romantica della natura e, allo stesso tempo, la piccolezza dell’uomo che ci aiuta a comprendere la dimensione enorme del salto d’acqua.

Messaggio/emozioni/sensazioni che l’opera vuole trasmettere.

Il messaggio principale che l’opera vuole trasmettere è la visione romantica dell’infinita grandezza della natura ed il desiderio dell’uomo di innamorarsi del mondo naturale, che è puro perché non ancora contaminato dall’umanità.

La poetica dell’opera d’arte è emersa insieme alla descrizione della tecnica e al soggetto. L’essenza di un dipinto si manifesta attraverso la visione completa delle sua caratteristiche, che coinvolge occhi, mente e cuore. L’emozione che l’opera d’arte deve suscitare è soggettiva, propria di ogni spettatore. Al fine di descrivere al meglio l’opera sono stati catalogati i vari aspetti, ma in realtà ogni spettatore, ogni interlocutore deve essere in grado di interiorizzare gli aspetti per vivere al massimo l’emozione che l’arte gli suggerisce.

Commento del risultato generato dall’AI

Il risultato generato dall’AI è stato esaustivo per il tema scelto sul rapporto uomo natura della corrente del romanticismo, seppur dopo svariati tentativi. Tuttavia credo che l’opera d’arte debba nascere esclusivamente da ciò che l’artista vuole rappresentare, perché non c’è nulla di più autentico della libera espressione della mano dell’artista che risponde alle proprie emozioni. Attraverso le opere create dall’intelligenza artificiale è difficile ritrovarsi completamente nel disegno rappresentato, anche se è la nostra mente a dettarle la descrizione, c’è bisogno dell’emozione che AI non riesce a rispettare al massimo

L’Es-senza

“Cavalletto senza tela, solo cornice che fa intravedere il prato nello sfondo, stile olio su tela, alla maniera di Manet.”

L’opera “L’Es-Senza” è un dipinto olio su tela realizzato alla maniera di Manet. L’opera si presenta come un’enigmatica immagine di un cavalletto posto di spalle in una distesa verde. Nel complesso, “L’Es-senza” è un’opera d’arte che invita lo spettatore a riflettere sulla natura dell’arte stessa e sulle modalità attraverso cui essa viene creata e percepita.

Il titolo riassume, difatti, come l’artista abbia voluto concentrarsi sull’elemento fondamentale dell’arte, ovvero il supporto (il cavalletto stesso) sulla quale essa viene creata. L’Es è per Freud una delle tre istanze della psiche umana (analizzate nella sua teoria della psicoanalisi), e rappresenta la parte più creativa, primitiva, istintiva e pulsionaria della personalità. Rapportata all’arte, l’Es può essere fonte di creatività, ma in questo caso (l’es-senza) l’artista non lascia intravedere l’opera, per cui, emerge più il rapporto conflittuale che l’Es ha nella società, in quanto, la nostra primitività non sempre è conforme al rigore e alla morale. A tal proposito va ricordato come l’impressionismo nasca dal rifiuto dell’accademismo, fuori dalle regole pittoriche ed etiche. La pittura di Manet, primo grande esponente dell’impressionismo ha infatti rappresentato un’importante innovazione per il XIX secolo, proprio per la sua capacità di sfidare le convenzioni artistiche dell’epoca. L’opera “L’Es-Senza” è un dipinto olio su tela realizzato alla maniera di Manet. L’opera si presenta come un’enigmatica immagine di un cavalletto posto di spalle in una distesa verde. Nel complesso, “L’Es-senza” è un’opera d’arte che invita lo spettatore a riflettere sulla natura dell’arte stessa e sulle modalità attraverso cui essa viene creata e percepita.

Ora l’artista non è più interessato alla rappresentazione della realtà, quanto alle sensazioni che essa suscita, proprio all’impressione. È per questo che egli deve essere il più rapido possibile nell’esecuzione del dipinto, al fine di evitare che le condizioni che determinano in lui tali impressioni vengano meno, senza però escludere una certa accuratezza e raffinatezza nei dettagli. Il cavalletto, difatti, appare nitido e dettagliato, con i suoi particolari elementi ben distinguibili, ad apparire morbido e quasi sfumato, è invece il prato nello sfondo (che crea un effetto di profondità e tridimensionalità) in quanto per questi artisti, la realtà è soggetta ad un’evoluzione continua e non costituisce un elemento definitivo, bensì un incessante e frenetico divenire.

A tal proposito è possibile comparare un dipinto di Curbet, massimo esponente del realismo, per sottolineare come invece, la natura veniva rappresentata in precedenza, e cioè in modo statico e dettagliato.

Quanto detto chiarisce il motivo per il quale molti pittori impressionisti, sentendosi attratti dall’esperienza di Corot e dalla scuola di Barbizon prediligono anch’essi dipingere en plein air, all’aria aperta. La scelta di porre il cavalletto immerso in una distesa verde, dove l’erba cresce spontanea, è proprio data dall’uso di questa tecnica. Gli impressionisti, infatti, fuggono dal chiuso degli atelier, preferendo le rive del fiume Senna, anche perché un punto fondamentale della loro pittura, risiede nell’uso della luce e del colore.

È la luce che determina la percezione dei vari colori, capace quindi di definire le forme, i volumi e le superfici degli oggetti, ma la luce è anche in grado di definire emozioni e atmosfera, è così che gli impressionisti potevano rappresentare oggetti e paesaggi in modo realistico, ma allo stesso tempo evocativo, suggestivo e poetico.

Così la scelta di seguire la tecnica pittorica di Manet, in quanto ad egli si deve il coraggio di aver spezzato il predominio della pittura accademica per una pittura volta alle emozioni e alla libertà espressiva. Difatti, la sostanziale differenza rispetto ad ogni altra forma di pittura, risiede nel diverso modo che gli impressionisti hanno di porsi in rapporto con la realtà esterna. Essi, si resero conto che tutto ciò che si percepisce attraverso gli occhi continua aldilà del nostro campo visivo.

L’intento dell’ opera è proprio quello di far risaltare questa continuità, seguendo la tecnica del dipinto nel dipinto, in quanto il limite imposto dal cavalletto posizionato di spalle, implica l’osservatore ad immaginare, evocare, progettare e realizzare altre opere che completino la mancanza apparente del quadro. Leopardi credeva che l’immaginazione fosse una forza liberatrice, capace di far sognare mondi alternativi, offrendoci una via di fuga dalla realtà quotidiana e dalle sue limitazioni.

L’es-senza sebbene a primo impatto possa suscitare tranquillità, equilibrio, armonia e quiete, suggerite dall’immediatezza della visione, dalla semplicità del soggetto, quasi in un vivace realismo, in realtà nasconde mistero, incertezza, ed angoscia. Il quadro è dinamico, seppur non ci sia nessun soggetto in azione, è la nostra

mente che vaga alla ricerca del dipinto o dell’artista stesso... ma è necessaria questa ricerca? In alcuni casi, la consapevolezza che un quadro sia stato creato da un artista di grande fama o importanza storica può aumentare il valore percepito e condizionare la nostra reazione di fronte ad essa.

Il valore di un’opera d’arte non deve essere determinato dall’artista che l’ha creata, ma dalla qualità delle emozioni che essa suscita. Un dipinto può essere considerato bello anche se non ha un significato o un senso particolare. Molti artisti creano opere d’arte che sono intese come espressioni puramente estetiche, senza alcun significato o intenzione specifica di comunicare un messaggio o un’idea.

L’Es-senza o l’Essenza, difatti, vuole comunicare proprio questo: l’opera d’arte è l’arte in sé.

L’opera è stata realizzata dalla piattaforma DALL-E 2, un sito di intelligenza artificiale, di facile ed intuitivo utilizzo. Ho apprezzato particolarmente l’opzione di generare varianti partendo da un’opera generata in precedenza, in quanto mi ha permesso di arrivare al risultato definitivo, che più si atteneva alla didascalia imposta. Inizialmente la mia idea era quella di un cavalletto con al di sopra una cornice, senza la tela, che lasciava intravedere il paesaggio nello sfondo, per cui è stato necessario generare numerose varianti, talvolta modificando anche l’input.

Tuttavia, il risultato ha superato l’idea, mi ha sorpreso: il cavalletto girato, la visione dell’opera negata, hanno lasciato spazio a riflessione e immaginazione. Ho trovato poi molto realistici la riproduzione dei filoni artistici e delle tecniche pittoriche. Si tratta di un sito completo e sviluppato correttamente, aggiungerei più tentativi di ricerca per dare la possibilità di lasciarsi trasportare dalla creatività.

Coscienza Universale

“A guitarist who is playing his instrument and a painter who is painting, both are facing each other and are connected to a colourful brain-shaped cloud made of star, galaxies and planets, on a black background, painted in the style of Monet as an oil painting”

Soggetto:

Un musicista ed un pittore impegnati nella propria arte, posti di fronte ad una nuvola spumeggiante dalla forma di cervello umano che fluttua nello spazio, il tutto incorniciato da un’esplosione di colori nello spazio sidereo in un rapporto di implicito dialogo.

Analisi della composizione:

L’opera ha una struttura molto regolare: è divisa orizzontalmente in due sezioni rettangolari che ospitano rispettivamente “il cervello” e le due figure umane. I personaggi si contrappongono quasi simmetricamente (il motivo del pennello sproporzionato è proprio quello di dare un senso di simmetria) formando un triangolo molto largo, mentre la forma arcuata dell’encefalo conferisce un senso di circolarità che porta a racchiudere i tre elementi in un unico cerchio. Questo elemento somiglia ad una nuvola e sembra catturato come in preda a moti convettivi interni.

I due artisti hanno colori complementari che troviamo l’uno nell’altro, entrambi contenuti nella nuvola di fronte ad essi, come a suggerire diverse manifestazioni cromatiche di uno stesso spettro. L’ordine di disposizione degli elementi è il seguente dal retro verso il fronte: stelle e galassie (fungono da sfondo), cervello (porta l’occhio a scrutare i ripiegamenti colorati) e artisti (sembrano presi da un’altra scena e spostati su piano anteriore).

Analisi della tecnica:

In quest’olio su tela con intenzioni palesemente figurative è distinguibile il tratto veloce ed impreciso del pennello, molto piccolo e denso nelle due figure umane e più aperto e scostante nel cervello, portando rispettivamente ad approssimare le forme dei due esseri e a rendere l’encefalo voluminoso e soffice. I colori della mente appaiono in chiazze che si sovrappongono, mischiano e contrastano, risaltando sullo sfondo nero monocromatico. Nonostante si faccia poco uso della prospettiva, le due figure appaiono distaccate dal resto e prive di ogni tipo di dettaglio, suggerito però dall’uso del chiaro-scuro, che permette così di definire chiaramente i contorni. Nelle figure umane si evince l’uso minimo dell’olio, dando come risultato una texture grumosa, mentre nel cervello viene messa in mostra la pastosità e morbidezza dei colori nel caso opposto. Analogie artistiche:

Traspare molto l’influenza tecnica dell’Impressionismo: le pennellate veloci, approssimate e ricche di significato cromatico sono analoghe a quelle dei più famosi artisti tardo-ottocenteschi come Monet e Renoir. L’impiego esiguo dell’olio è accostabile al metodo utilizzato da Cezanne nel dipingere, che ha come effetto una superficie quasi sgranata, simile a quella che troviamo ne “L’assenzio” di Degas.

La rappresentazione di soggetti intenti a svolgere semplici azioni quotidiane richiama il realismo tipico di Courbet, come possiamo evincere da “Gli spaccapietre”. La rigidità della postura richiama invece l’armonia neoclassicista nell’impostazione delle figure.

Alcune delle inspirazioni per quest’opera sono: Lavoisier ed il suo postulato: “Nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma”, “Star Wars” ed il concetto di entità dai tratti mistici che pervade l’universo ovvero la Forza, Interstellar e l’esistenza di esseri quadridimensionali capaci di spostarsi nel tempo e nello spazio, ed infine “2001, odissea nello spazio” con “Il bambino delle stelle”.

Messaggio:

La presenza di un enorme cervello dinanzi a due umili artisti sta a rappresentare il processo di trasferimento e trasformazione dell’energia dell’universo in opere d’arte, come l’incanalizzazione della forza creativa da una grande mente universale ad ogni singolo artista.

Chi produce arte non crea nulla di propriamente suo, ma semplicemente trasforma l’estro espressivo innato che ha in sé in una manifestazione percettibile. Nel momento in cui l’artista dedica il suo tempo al focalizzare la sua passione su una tela o su uno spartito, egli può entrare in contatto con “La mente”.

Commento:

Premetto che non vedo di buon occhio che una macchina estragga la conoscenza artistica di secoli e secoli e tolga ciò che c’è di umano da una disciplina che è puramente umana essa stessa, però riconosco che l’AI è ben capace di eseguire i comandi che le vengono impartiti, anche se spesso e volentieri non riesce a seguire il filo logico di un’idea o i tratti artistici che sono richiesti. Ciò mi rassicura perché per raggiungere qualcosa che si avvicinasse a quel che avevo in mente ho dovuto generare molte variazioni, richiedere dei significativi cambiamenti attraverso l’editor e ripetere lo stesso comando numerose volte. Se dovessi dare un voto alle capacità dell’intelligenza artificiale la valuterei 7/10 (7.25 per la tecnica, 7.25 per la composizione e 6.5 per la creatività).

Divintà in Tempesta

“Nave sommersa da un onda, con Zeus che scaglia fulmini sul mare con stile romantico (olio su tela)”

DESCRIZIONE DEL SOGGETTO RAPPRESENTATO

Al centro dell’opera troviamo il punto focale del dipinto, una nave affetta dalle ire di due antiche divinità greche, Zeus rappresentato dal fulmine in alto a destra e Poseidone che è rappresentato dal mare in tempesta.

ANALISI DELLA COMPOSIZIONE DELL’OPERA

La nave è al centro del dipinto e fa anche da tramite per definire la netta distinzione tra le potenze marine e quelle dei fulmini dovute a Zeus. La nave è messa dall’artista in prospettiva e non sono presenti linee di fuga. Importante è la distinzione dei colori, infatti si nota il blu acceso del mare e l’importante differenza tra le diverse colorazioni del cielo, questo perché il lato destro dell’opera è di un colore grigio scuro dovuto alla presenza del padre degli dèi, mentre il centro – sinistra dell’opera è composto da un blu scuro dove non è arrivata la potenza del Dio.

ANALISI TECNICA ARTISTICA

Il dipinto è un olio su tela, caratterizzato da pennellate lunghe e ben definite, fatta eccezione per il mare dove le pennellate sono più veloci e approssimative perché vanno a definire il movimento ondulatorio delle onde. I colori sono colori accesi e freddi, messi bene in contrasto gli uni con gli altri. L’opera è caratterizzata anche dalla presenza ben bilanciata di un chiaro scuro utilizzato in maniera molto omogenea dall’artista.

COLLEGAMENTI CON ALTRE OPERE

L’opera presentata è di certo appartenente alla corrente del romanticismo, questo lo si evince dalla presenza del sublime che è caratterizzato sia dalla tempesta e sia dalla travolgente forza del mare confrontate con la piccolezza e la debolezza dell’uomo, rappresentato dalla barca, rispetto alla natura e in questo caso confrontato anche con l’immensa forza divina. L’opera dal punto di vista rappresentativo può ricordare “la zattera della medusa” di Gericault, dove però sono presenti comunque vistose differenze: in primo luogo nel dipinto dell’artista francese ci sono innumerevoli soggetti a vista d’occhio, cosa che nel dipinto “Divinità in tempesta” non è presente; nella zattera della medusa in lontananza è presente una nave intenta nel salvataggio dei superstiti, mentre nell’opera da me scelta, se la nave si salverà o meno è molto ad interpretazione del osservatore; un altra differenza può essere il tratto pittorico, nell’opera di Gericault è tutto ben definito, i soggetti sono ben distinti tra di loro e le onde del mare sono eseguite con accuratezza, mentre nell’opera che vede protagonista la nave, il tratto pittorico può essere più simile a quello di Friedrich nel “Viandante sul mare di nebbia” e può magari ricordare la tecnica pittorica impressionista.

ESPOSIZIONE DEL MESSAGGIO DELL’OPERA

Questa è un opera che presenta un significato principale molto ben definito e facile da cogliere; l’opera è un opera anche di stampo religioso che richiama le vecchie divinità greche come Zeus e Poseidone, uno impersonificato dai fulmini e l’altro dalle onde del mare. La chiave di volta dell’opera sta però nel guardarla come se ci trovassimo noi su quella barca, così facendo proveremmo un miscuglio d’emozioni, influenzate sia dal fascino provocato ad esempio da un fulmine scagliato dal padre di tutti gli dei e sia dalla paura di non riuscire mai a tornare a casa (caratteristica molto ricorrente e alla base del movimento artistico romantico, il sublime). Leggendo l’opera si può capire anche come l’artista voglia far percepire la sensazione di inferiorità dell’uomo rispetto alla natura, il sentirsi talmente tanto piccolo in un mondo così grande da sembrare quasi insignificante in queste circostanze. La cosa molto affascinante nell’opera è la libera interpretazione lasciata all’osservatore che deciderà inconsciamente se far sopravvivere o meno le persone abbordo della nave.

COMMENTO SULL’ A.I

La mia prima esperienza con l’intelligenza artificiale è stata, in maniera generale, molto positiva, mi sono sbizzarrito dando sfogo alla mia immaginazione e generando numerose immagini che nella mia testa avevano un senso e vederle, anche se in maniera molto abbozzata, pure con i miei occhi è stato qualcosa di positivo. La cosa che più mi è piaciuta è stata quella di poter lavorare senza limiti, tutto ciò che mi passava per la testa ho rappresentato, cosa che si può evincere anche dal fatto di aver utilizzato tutti e 50 i tentativi gratis per vedere più immagini possibili. L’intelligenza artificiale dal punto di vista esecutivo è anche molto efficiente, non sono sorti particolari problemi, a parte in alcuni casi in cui non generava le immagini che cercavo tramite la didascalia perché non era in grado, esperienza che rifarei, per dare sfogo alla mia immaginazione.

Smarrimento

“An hyper realistic businessman standing beside a blindfolded child in plastic material with newspapers in the style of Gottfried Helnwein”

L’intero soggetto dell’opera poggia su due figure cardine: un bambino e un uomo adulto, entrambi volutamente lasciati nell’anonimato. Essi sono disposti all’interno di uno spazio minimale, quasi asettico, simile a quello di un moderno studio fotografico.

A rendere più intrigante l’esperienza visiva è sicuramente lo studio dell’azione: le due figure interagiscono in maniera diretta fra loro, eppure mantengono un rapporto enigmatico che stimola il fruitore ad interrogarsi a riguardo. Questa impostazione è recuperata da uno studio della “Pietà Rondanini” del maestro Michelangelo Buonarroti: classica e contemporanea allo stesso tempo, la sua scultura è incredibilmente all’avanguardia dal punto di vista dell’interazione tra i corpi, i quali sembrano quasi arrivare a fondersi l’uno con l’altro.

Anche l’oggettistica in “Smarrimento” non è lasciata al caso: l’uso del materiale che avvolge per tre quarti la sagoma del ragazzo è un riferimento alla mostra antologica del fotografo italiano Mario Cresci - “La fotografia del no”. Essa si articola in 12 sezioni tematiche che ripercorrono tutte le fasi di sperimentazione dell’artista: a colpirmi è stato però il suo intimo rapporto proprio con la “Pietà Rondanini”, come lui stesso dichiara - «Andavo spesso di lunedì a guardarla, quando non sono aperte le visite al pubblico. Avevo il permesso di stare lì quanto volevo: portavo con me la macchina fotografica, ma spesso non la usavo. Me ne stavo a osservare quel capolavoro, tra le icone più entusiasmanti, complesse e misteriose della storia dell’arte». Ciò su cui si focalizza Cresci è nello specifico il ruolo della materia, poiché il suo scopo è quello di trasfigurare gli insegnamenti ricevuti dalla Pietà in 8 nuove sculture, fotografate 1:1 (e qui riportate)

I materiali portanti sono delle coperte termiche (largamente diffuse per il soccorso marittimo dei migranti) che attraverso le loro pieghe e i loro riflessi sono in grado di ricordare le scalpellature dell’opera del Michelangelo: il loro scopo è quello di dotare di luce propria e forza volumica i soggetti delle foto, in modo da andare oltre l’interpretazione tradizionale di un’opera celeberrima e offrirne un punto di vista personale. Tutto questo processo è pertanto citato in “Smarrimento” attraverso un materiale plastico-cartaceo, così da giocare in maniera dinamica con l’effetto visivo del ragazzino.

Dal punto di vista compositivo, le fondamenta strutturali dei due protagonisti delineano un primo piano dirompente, enfatizzato da un forte contrasto costruito con lo sfondo. Attraverso il ricorso alle sfumature in secondo piano e alle scelte di posizionamento si genera un certo senso di dimensionalità, senza dover impiegare particolari artifici prospettici.

Non si ricorre a specifiche simmetrie, ma parte della composizione sembra inscrivibile in una struttura triangolare (i cui lati coincidono idealmente in un vertice posto sul volto dell’uomo, il quale però è celato). Si denota un lieve squilibrio nella sezione sinistra dell’opera, dovuto sia alla preponderanza dell’adulto che alla presenza di una linea di forza individuabile tra le braccia sinistre dei soggetti; tuttavia esso risulta bilanciato dalla direzionalità assegnata allo sguardo del bambino, il quale sembra stia scorgendo qualcosa o qualcuno di cui ci è negata la conoscenza.

L’ispirazione tecnica nella realizzazione dei soggetti è molto variegata: nella sezione di destra, l’uomo mostra un forte rigore compositivo sia nell’incarnato (particolare della mano) che nella definizione dei contorni e dei dettagli del vestiario, simbolo di attenzione per il dettagli. Questa necessità rappresentativa è stata esalta da un filone artistico collocabile verso la metà degli anni ‘60 denominato Iperrealismo: nato dal desiderio di un ritorno alla figurazione, si afferma soprattutto per il tentativo talvolta provocatorio di ripristinare un realismo integrale, volto a riprodurre la realtà al massimo grado di fedeltà. Ne è dimostrazione scultorea il percorso tracciato da Duane Hanson (di cui riporto “Man on a Bench”), riconosciuto come uno dei maggiori esponenti del movimento: il suo soggetto prediletto è il cittadino borghese immerso nelle vicende quotidiane tipiche della società statunitense e riprodotto attraverso l’impiego di fibra di vetro o resine sintetiche, le quali permettono una sbalorditiva caratterizzazione fisionomica. Ho voluto pertanto dirigere in tal senso gran parte dell’esteriorità del busto dell’uomo in “Smarrimento”.

Allo stesso tempo però, il gusto rappresentativo della cravatta, trattata con pennellate a campiture più larghe, assieme all’inserimento di alcuni guizzi di colore distesi attraverso tratti distinguibili e alla scelta di tonalità prevalentemente sobrie sembra suggerire un ritorno a concezioni pittoriche ben più precedenti (es. Realismo francese, Impressionismo), risultanti in un “appiattimento” dal punto di vista spaziale di tale elemento rispetto a quanto lo circonda.

Questi tentativi sono tuttavia in parte smentiti dal chiaroscuro ancora presente nel colletto, cui si aggiunge l’intenso gioco di luci e ombre che si estende per tutto l’abito.

Risulta inoltre interessante notare come le squillanti pennellate citate in precedenza adempiano anche a una duplice funzione: assecondano la sorgente luminosa proveniente dall’alto e aiutano a rafforzare l’interazione tra le due figure, andando a colpire le dita della mano dell’uomo con delle picchiettate di colore, mentre si accinge a toccare il bambino (si ritrovano nuovamente i veloci tocchi virgolati degli impressionisti).

Nella sezione di sinistra troviamo invece ciò che lascia attonito l’osservatore, ovvero il ragazzino: diametralmente opposto all’adulto per tecnica compositiva, cela dietro di sé numerose chiavi di lettura del secolo scorso, che cerco di esaurire sinteticamente.

Tutto ha inizio dall’approccio inedito di Paul Cézanne, generalmente categorizzato come Post-impressionista ma padre delle riflessioni alla base delle maggiori avanguardie del Novecento. Con lui lo sguardo dell’artista non si ferma più alla riproduzione della realtà o, come si era tentato nell’Impressionismo, alla ricerca di una sua impressione visiva (inevitabilmente schiava del tempo) da catturare e riportare sulla tela, bensì decide di distaccarsi da questa sua interpretazione effimera e riduttiva per andare alla ricerca della verità essenziale delle cose.

E come strumento di indagine di cui servirsi, Cézanne sceglie la geometria: questo processo avrà come conseguenze una progressiva semplificazione e schematizzazione delle forme, una scansione del paesaggio attraverso piani di colore, una nuova tecnica di “modulazione” delle tonalità e un isolamento dei corpi, ridotti ai volumi puri (cilindro, sfera e cono) che ne costituiscono la geometria tridimensionale originaria. La portata rivoluzionaria di questo artista sta nell’aver posto le basi di una nuova volontà, quella di andare oltre la realtà evidente [riporto: studio su “I giocatori di carte”, “La montagna Sainte-Victoire vista di Lauves” - Cézanne | “Violino e candele” - Braque]

Al suo insegnamento si rifaranno così i futuri pionieri del Cubismo (Pablo Picasso, Georges Braque) e dell’Astrattismo (Franz Marc, Paul Klee), rispettivamente per creare una nuova realtà da quella di partenza dotata di prospettive multiple e in grado di stupire, e per indagare nel profondo la sua essenza nascosta e le sue leggi attraverso la trasformazione della natura in una sua versione complessa, multiforme e ramificata. [riporto “Il Föhn nel giardino di Marc” - Klee | Foliage - Cézanne]

Partendo dalle riflessioni elencate, è apprezzabile il dinamismo presente nella convergenza dei molteplici piani in cui si avvolge la figura del bambino e l’interazione di forme che tra loro si configurano come accenni ad un riduzionismo geometrico. Volendo invece fare confronto con una produzione artistica ancor più recente, è possibile notare nella decisione delle pennellate adottate per questo personaggio una correlazione alla forza con cui Lucian Freud (nipote di Sigmund Freud), appartenente alla Transavanguardia di fine Novecento, mette a nudoi propri soggetti di fronte agli altri. [riporto “Autoritratto” - Freud]

In “Smarrimento” il peso della corporeità non viene abbandonato, proprio come nell’arte del pittore tedesco, volta a scuotere il pubblico facendo percepire l’incombenza della dimensione carnale, insita nell’uomo. Il ragazzo trasmette la propria fisicità nel tentativo di opporsi alla penetrazione proveniente dall’esterno (particolare della mano destra), tentativo che però fallisce e al quale viene sostituito uno struggente senso di smarrimento e sottomissione.

Per riuscire a trasmettere questo clima agghiacciante e disperato, mi sono lasciato guidare dalle atmosfere angoscianti che l’artista austriaco Gottfried Helnwein riesce a proporre in maniera magistrale. Nel suo poliedrico percorso si cimenta nella pittura, nella scenografia e nell’arte performativa, ma il motivo conduttore di tutta la sua opera è lo studio dell’ansia psicologica e sociologica tipica del nostro tempo, fatto di drammi privati della loro narrazione e che riempiono di paure: esse sono spesso analizzate proprio attraverso l’immagine metaforica del bambino: un bambino ferito, costretto a rapportarsi nella sua innocenza con le violazioni subite dal mondo esterno. [riporto Epifania III (Presentazione al Tempio) - Helnwein]

La forza espressiva dell’opera risiede appunto nella sua psicologia: tutto ruota attorno all’interpretazione dei ruoli e degli scopi dei soggetti, la cui incompatibilità è messa in risalto dalla stabilità dell’uomo opposta alla fragilità del ragazzo. Il messaggio individuabile è duplice: da un lato si può cogliere l’idea di rappresentare il

sentimento di incertezza e indeterminazione tipico dei primi anni 2000: durante tutto il Novecento, il mondo è andato incontro a stravolgimenti sociali, ideologici, politici ed economici di ogni tipo; tutti hanno visto la propria vita mutare, talvolta positivamente talvolta negativamente, senza riuscire a definire prospettive chiare per il futuro; futuro spesso percepito come inafferrabile o imperscrutabile. Dopo questa successione di implacabili scosse civili, intimamente introiettate, l’avvento di un nuovo millennio dovrebbe seminare nei cittadini un rinnovato entusiasmo; eppure l’affermazione di massicci modelli economici globali (teorizzati a partire dagli anni ’80), l’avvento di Internet sembrano far riaffiorare le fragilità interiori di molte anime travagliate, impreparate a vedere la loro quotidianità modificarsi di nuovo. Ecco allora la scelta del bambino: esso diventa un’allegoria del timore e dell’innocenza di molti che, ancorati ai costumi del passato (come l’uso del quotidiano), si trovano ora a essere risucchiati da un nuovo mondo (l’uomo in giacca e cravatta che è in procinto di “assorbire” il ragazzo), fatto di telecomunicazioni e attuazione del progresso, deciso e spesso incurante di coloro che non sono ancora pronti a voltare pagina.

Dall’altro, rivolgendo lo sguardo all’attualità, si può riflettere sull’impersonalità diffusa nel sistema sociale contemporaneo: durante il nostro cammino di vita, ci immergiamo costantemente in ciò che ci circonda, comprese le vicende altrui; d’altronde la curiosità è ciò che ha reso l’uomo un animale sociale, spingendolo a inserirsi nella collettività. Lo sviluppo comunitario è così andato avanti per secoli sino a giorni nostri; ora però siamo spesso travolti da una tempesta di informazioni diffuse ad altissima frequenza, le quali conducono inevitabilmente alla creazione di affermazioni altisonanti impiegate per dare vita a schieramenti d’opinione. L’effetto di quanto descritto è palesato dalla sempre più prominente impersonalità e incapacità di spirito critico rilevata nei cittadini, i quali vengono ridotti dai media e dal sistema a semplici pedine da sfruttare a discrezione del miglior offerente. Da ciò, l’immagine dell’uomo ben composto che conduce “calorosamente” il bambino (simbolo di inconsapevolezza e ingenuità) verso il suo tragico destino di alienazione.

Infine, per ciò che concerne l’esperienza avuta con l’AI, posso ritenermi piuttosto soddisfatto del risultato ottenuto: dal punto di vista compositivo, la richiesta enunciata nell’input è stata rispettata sin da subito, permettendomi di ottenere la versione finale dell’opera dopo 3 soli tentativi. Sono state invece le caratteristiche tecniche a lasciarmi inizialmente in leggero disappunto, poiché parzialmente distanti dalla mia idea d’origine. Nonostante ciò, attraverso un’attenta ricerca di collegamenti e riferimenti, credo di essere riuscito a costruire una visione d’insieme coerente con i miei intenti iniziali: anche gli elementi attesi sono stati in grado di ispirare interpretazioni ambivalenti, permettendomi di arricchire notevolmente l’opera.

Intelligenza ART/ificiale

Corso di Storia dell’Arte

Prof. Lorenzo Massimiano

Liceo D’Ascanio a.s. 2022/23

L’immagine di copertina è stata realizzata con l’intelligenza artificiale “DALL-E 2” inserendo nella didascalia di input: “studente che fa i compiti, nello stile di Van Gohg”

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