l'Unità Laburista - Il tempo politico - Numero 6 del 30 agosto 2019

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Storia e Urbanistica

Il Parco Trotter. La storia di un progetto urbanistico all’avanguardia di Giovan Giuseppe MENNELLA

L’Esposizione universale di Milano del 2015 non è stata la sola che si è tenuta nella città lombarda. Infatti, è ormai dimenticata quella che si svolse nel 1906. In quel periodo, all’inizio del ‘900, Milano andava facendo le prove generali per diventare una vera e propria metropoli. Giovanni Verga, un siciliano che però visse in gran parte a Milano, la definì la città più città d’Italia. La struttura urbanistica era radiale, cioè espandentesi a cerchi concentrici che, appunto a cavallo tra 800 e 900, andavano progressivamente inglobando i "borghi", come “la Barona”, “Turro”, “Garola”, quelli che erano chiamati “i corpi santi” perché c’erano i cimiteri, quelli poeticamente descritti da Foscolo ne “I sepolcri”. Negli anni ’20 del Novecento, durante il fascismo, la città doveva raddoppiare le sue dimensioni. Nel borgo di Turro iniziava la Brianza, i salumai vi facevano stagionare i salumi. In quella zona intorno al 1906, quando con l’Esposizione Milano si è mostrata al mondo come città in espansione, si erano cominciate a costruire le prime case popolari, per via della grande concentrazione di fabbriche come la Breda, la Falck, le due Marelli e della popolazione operaia. Era la parte di città che sarebbe stata raccontata dal cinema neorealista o dagli scritti di Giovanni Testori. Siamo nella periferia Nord, intorno alle attuali Viale Monza e via Padova, già com25


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