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LA NEFERTITI DI NADIA @nefertitifilm
Nefertiti Film, casa di produzione cinematografica tutta friulana, produce film e documentari di successo internazionale Testo di Sveva Casolino
A San Vito al Tagliamento c’è la sede di una piccola casa di produzione cinematografica che ormai tanto piccola non è. La Nefertiti film (che nome stupendo n.a.) è stata fondata dall’impegno e dalla dedizione di Nadia Trevisan e suo marito, il regista Alberto Fasulo (con lei nella foto qui sopra e, sul set, nella pagina accanto), nel 2013. In questi anni hanno prodotto diversi film e documentari, come il loro più grande successo ad oggi, Menocchio, pellicola diretta da Fasulo e uscita nel 2018, vincitrice di molti premi tra cui il Grand Prix du Jury al 35° Annecy Cinéma Italien e una menzione speciale al Festival di Locarno. In serbo per noi hanno diversi nuovi progetti che non vediamo l’ora di vedere nelle sale cinematografiche.
Giulia, la nostra terra di origine, e insieme abbiamo fondato Nefertiti film nel 2013.
Nadia Trevisan mi ha gentilmente concesso un’intervista, per far conoscere a tutto il FVG e ai suoi cittadini la loro importante realtà del cinema friulano.
La Nefertiti si è imposta nel panorama del cinema indipendente come una tra le realtà più autorevoli. Qual è il suo rapporto con il FVG? Nefertiti Film è nata in FVG, io come produttrice cinematografica mi sono formata grazie alla possibilità di frequentare workshop internazionali tramite il sostegno del fondo dell’Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia, che tanto ha fatto e sta ancora facendo affinchè realtà come Nefertiti Film possano nascere in una terra di confine. Spesso, tra i miei colleghi europei, ma non solo, mi trovo a spiegare loro che quando penso a come finanziare un film per me è naturale pensarlo in un’ottica internazionale, dove Lubiana dista 1 ora e mezza dall’ufficio, Vienna 4 ore, Roma 6 ore.
Come è diventata produttrice cinematografica e cosa l’ha spinta a creare una casa di produzione indipendente in Friuli? Direi quasi per caso. Sono laureata in Psicologia e ho lavorato per quasi 10 anni nelle risorse umane. Era mio marito, Alberto Fasulo, quello che già lavorava nell’ambito cinematografico come regista. Con la nascita della nostra prima figlia, ho dovuto fare delle scelte: ci siamo trasferiti da Roma in Friuli Venezia
Come pensa che il Covid-19 stia cambiando la prassi del cinema, il lavorare al film, pensando sia all’ambito indipendente che a quello più commerciale? Stare sul set è molto complicato in questo momento. Abbiamo protocolli molto rigidi da seguire, con un incremento conseguente dei costi del film. Ma per fortuna siamo potuti tornare sul set. Proprio un anno fa eravamo tutti bloccati, noi avevamo un set interrotto che ha potuto concludersi solo quest’anno.
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