Notiziario della Marina gennaio 2022

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Le interviste, la parola ai protagonisti

Capitano di vascello Luca Pasquale Esposito Comandante, le Forze da pattugliamento sono sempre in mare e non di rado impegnate nella ricerca e soccorso. La salvaguardia della vita umana in mare è nel DNA del marinaio. Quanto si addestra il personale delle sue navi per essere sempre pronto 24 ore su 24? La nostra missione è sorvegliare, proteggere e garantire la libertà di navigazione, vigilando affinché siano rispettate le leggi nazionali e internazionali. Le navi di COMFORPAT per ragioni di salvaguardia della vita umana in mare sono chiamate anche a intervenire in attività di soccorso in mare. Si tratta di un dovere morale per ogni marinaio.

Tra le vostre operazioni vi è la Vigilanza Pesca, 365 giorni all’anno dal 1959 a supporto della flotta peschereccia italiana, terza in Europa e prima nel Mediterraneo. Quanto è grande l’area in cui operate? Qual è la turnazione degli equipaggi, quali sono i rapporti con i pescatori a cui date sicurezza? La Vigilanza Pesca è una storica missione svolta dalle navi del comando Forze da Pattugliamento. Una missione svolta senza soluzione di continuità a salvaguardia dell’attività di pesca e del rispetto delle leggi nazionali e internazionali. L’area sottoposta al pattugliamento delle nostre navi è pari a circa 33.000 miglia quadrate. È un’area di mare vastissima, che equivale a circa un terzo della superficie della penisola italiana, in cui è fondamentale l’impiego degli elicotteri imbarcati per estendere il raggio d’azione dei nostri pattugliatori. Essi si alternano per periodi che vanno da dieci a quattordici giorni di mare. I rapporti in mare sono sempre improntati alla collaborazione; ogni giorno le navi della Marina contattano i pescherecci nazionali e i mercantili in transito nell’area di vigilanza, accertandosi che non vi siano problematiche e intervenendo quando richiesto o necessario in supporto tecnico, sanitario o di altro genere. Il covid è un nemico subdolo che ancora combattiamo, ma che non ha fermato le missioni della Marina, neanche un giorno. Come si motivano comandanti ed equipaggi che per lunghi periodi stanno distanti dalle loro famiglie? Nelle fasi più critiche dei lockdown, la Marina ha attivato dei “nuclei di supporto” alle famiglie dei colleghi impegnati in mare. Vari i compiti: dalla consegna a domicilio della spesa e di farmaci, al consulto medico domiciliare da parte degli ufficiali medici. È stato impegnativo da gestire, tanto quanto è stato bello osservare l’entusiasmo con cui il personale ha supportato le famiglie dei colleghi, facendo sentire la vicinanza della Marina in quei particolari momenti in cui spesso non si poteva contare sull’aiuto di parenti o amici. Sentirsi parte di un’organizzazione che è presente e pronta a supportare in concreto il proprio personale contribuisce a motivare gli equipaggi, così come vi contribuiscono la vicinanza e il contatto continuo e diretto con i propri comandanti. La funzione del comandante è quindi centrale nel sostenere l’equipaggio, e sebbene ogni comandante sviluppi un proprio stile di comando, mi sento di dire che, a fattor comune, questo rapporto è basato sul contatto continuo, sulla conoscenza approfondita dei propri uomini e donne, sul rigore e sull’esempio. Abbiamo poi incontrato e conosciuto anche il comandante e il conduttore di macchina del pattugliatore Sirio


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