Gennaio 2021

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Il valore dell’esperienza | GENNAIO 2022 | Anno XLIV - n.1 - € 2,50 I.P.

INCHIESTA

Animali domestici. E la vita si arricchisce

Un antidoto alla solitudine, alla carenza di abbracci, allo stress. Ma è per sempre? CONCORSO 50&PIÙ Le opere vincitrici della XXXIX edizione La scheda di votazione per proclamare i supervincitori

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STORIA Olocausto, tutto l’orrore negli occhi dei bambini I ricordi indelebili dei piccoli deportati di allora

ESTERO Un “nuovo inizio” per la Germania post-Merkel A Berlino, una coalizione di Governo “tricolore”

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50&Più il valore dell’esperienza

Sommario

Mensile di attualità e cultura di 50&Più Sistema Associativo e di Servizi

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Anno XLIV - n. 1 - gennaio 2022

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2021, tra risentimento e speranza Volontariato, bene prezioso per la società

Carlo Sangalli

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Anna Maria Melloni

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Dario De Felicis

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Leonardo Guzzo

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Valerio Maria Urru

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Luca Giustinelli

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Alessandra De Feo

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di L. Russo, G. Valdannini e V.M. Urru

SENIOR E DIGITALIZZAZIONE

Presentato al Cnel il volume, a cura di Carlo Sangalli e Marco Trabucchi, dedicato al rapporto tra anziani e tecnologie, e al loro futuro.

In questo numero Periscopio, notizie dal mondo Il “nuovo” inizio della Germania Tecnologia Previdenza Fisco

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L’OLOCAUSTO E L’INFANZIA VIOLATA

PET IN FAMIGLIA, UN LEGAME INDISSOLUBILE. O QUASI

Una delle pagine peggiori della Storia nel ricordo dei bambini che l’hanno vissuta

Adozioni in aumento, per compagnia, per solitudine, per amore

Giada Valdannini

di G. Vecchiotti, L. Russo, D. De Felicis, A. Costalunga e I. Romano

Rubriche Gianrico e Giorgia Carofiglio

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Lidia Ravera

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Marco Trabucchi

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Effetto Terra

Francesca Santolini

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Lettere al Direttore

Giovanna Vecchiotti

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La forma delle nuvole Il Terzo Tempo Anni possibili

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di Fulvio De Sanctis

LA RINASCITA DEL VINILE

Quel suono caldo, avvolgente, ruvido, che solo un disco LP può dare. Un mercato che ha iniziato una seconda giovinezza.

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di Stefano Leoni

CONCORSO 50&PIÙ XXXIX EDIZIONE

Tutte le opere artistiche vincitrici, suddivise per sezione. Ora, spetta ai lettori votare per proclamare i supervincitori. gennaio 2022 | www.spazio50.org

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Intervista Elisabetta Villaggio Nelle pagine del suo recente libro, il ricordo dell’indimenticato papà

Direttore Editoriale Anna Maria Melloni @ am.melloni@50epiu.it

Raffaello Carabini 30

Direttore Responsabile Giovanna Vecchiotti @ g.vecchiotti@50epiu.it Design Massimo Cervoni @ m.cervoni@50epiu.it Editoriale 50&Più Srl Amministratori Antonio Fanucchi (Presidente) Giuseppina Belardinelli Franco Bonini Antonino Frattagli Brigida Gallinaro Procuratore Gabriele Sampaolo

Scienze Una “mens sana”, passo dopo passo

di Giovanna Dall’Ongaro

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Direzione e Redazione 00186 Roma - Via del Melangolo, 26 Telefono 06.68134552 www.50epiueditoriale.it

Quel gonfiore a gambe e piedi... Un’attenta analisi delle eventuali cause e le possibili soluzioni

Stampa e Spedizione Spadamedia Srl 00198 Roma - Via Panama, 88

di Alessandro Mascia

Cultura e tempo libero I Viaggi di 50&Più

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Libri, Arte, Teatro, Musica, Cinema

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Vivere in Armonia

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Giochi

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Bacheca

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Bazar

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Credit foto: Agf, Contrasto, Masterfile, Shutterstock, Antonio Barella, ©Alessandro Carofiglio, Stephanie Gengotti. Shutterstock: Angela Bragato, Francesco Bonino, Olena Z, Galih Yoga Wicaksono. Foto di copertina: Shutterstock. Illustrazioni: Enrico Riposati. Abbonamenti annuali: Italia (11 numeri) sostenitore euro 22,00 copia singola euro 2,50 copia arretrata euro 4,50 Estero euro 41,50

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Finito di stampare: 28 dicembre 2021

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NUMERO CERTIFICATO 8802 DEL 5/05/2021

ASSOCIATO ALL’USPI UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

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2021, TRA RISENTIMENTO E SPERANZA Dall’ultimo rapporto Censis emerge una popolazione italiana caratterizzata da forte irrazionalità. Questo dato viene registrato in molteplici ambiti: il 5,9% degli italiani (circa 3 milioni) crede che il Coronavirus non esista e il 10,9% che il vaccino sia inutile; il 19,9% pensa che il 5G sia uno strumento per controllare le persone; il 5,8% considera la Terra piatta e il 10% non crede allo sbarco sulla Luna possono portare nella vita delle persone, dalle applicazioni “social” alla telemedicina. Al Censis più del 70% degli italiani ha dichiarato di possedere le competenze di base necessarie per svolgere tutte le attività online. Tuttavia, appare chiara una criticità: la generazione più anziana per oltre il 30% si autoesclude completamente dal mondo digitale. Infatti, se da una parte la tecnologia proprio nel Covid ha salvato tanIL CAMBIAMENTO SANO te persone anziane dall’isolamento, SI REALIZZA QUANDO NASCE dando nuovi stimoli, garantendo di “DA DENTRO”: DA DENTRO rimanere in contatto con i propri LE PERSONE, LE ISTITUZIONI, cari e generando nuove possibilità, LA SOCIETÀ dall’altra parte il digital divide si fa sentire, sia in termini di competenze te negli ultimi due anni. Non è banale sia in termini di accessibilità. e nient’affatto scontato che quando la La generazione dei 50 e più è più instoria accelera, l’uomo sia nelle condidietro su competenze digitali e in tezioni di inseguirla. di Carlo Sangalli ma di privacy, accessibilità e diritti Il cambiamento sano si realizza infatti Presidente Nazionale 50&Più legati al digitale, ma è anche il segquando nasce “da dentro”: da dentro le persone, le istituzioni, la società. Viceversa, il cambia- mento di popolazione maggiormente in crescita e destimento che viene da fuori e non sempre riesce ad essere nato ad assumere un ruolo sempre più centrale in termini accettato, elaborato e rigenerato rimane solo “trauma” sociali ed economici. Non si può lasciare indietro una parte e talvolta “ci rompe”, un po’ come un uovo che, se viene così importante del Paese perché questo significa lasciare spezzato da fuori, serve solo a fare una frittata, e se invece indietro il Paese. E creare l’ennesima frattura di un’Italia si rompe da dentro, significa che prende vita una creatura. con troppe polarità. È quindi indispensabile elaborare le grandi trasformazio- Ancora una volta, come direbbe proprio il padre fondatore ni a cui la storia ci ha sottoposto, metabolizzarle appena del Censis, il professor Giuseppe De Rita, bisogna dunque possibile e in qualche maniera farle proprie. Pensiamo tentare di uscire dal “presentismo” che non riconosce vaload esempio al digitale, raccontato nel volume Ipotesi per re al passato e non sporge lo sguardo al futuro, presentanil futuro degli anziani. Tecnologie per l’autonomia, la do la tecnologia digitale alle generazioni più anziane non salute e le connessioni sociali, realizzato da Fondazione come un fine in sé - a volte perfino banale, a volte troppo Leonardo e Associazione 50&Più e presentato al CNEL a astruso - ma come lo strumento di una strategia di senso metà dicembre. Anziani e tecnologia digitale: più grande che tiene al centro la persona e le sue possibilità di crescere, è il gap, più grande è il beneficio che queste tecnologie adattarsi, cambiare. Di cambiare “da dentro”. In bilico tra risentimento e speranza: così viene fotografato il nostro Paese nell’anno della ripresa dall’annuale rapporto Censis. Il 73,4% degli italiani indica nella paura dell’ignoto e nell’ansia conseguente il sentimento prevalente. È certo attitudine comprensibile, davanti ai devastanti, improvvisi e imprevisti cambiamenti a cui siamo stati sottoposti individualmente e collettivamen-

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VOLONTARIATO, UN BENE PREZIOSO PER LA SOCIETÀ di Anna Maria Melloni

Sono circa 7 milioni gli italiani che si “spendono” gratuitamente per il prossimo. Tra di loro tantissimi giovani e anziani, che in questo modo riescono a condividere quella situazione di benessere e di soddisfazione per la propria vita, alimentata dalla fiducia che nutrono per gli altri

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l volontariato è una straordinaria energia civile che aiuta le comunità ad affrontare le sfide del tempo e le sue difficoltà. Abbiamo avuto ulteriore prova dell’importanza e del coraggio dei volontari e delle loro associazioni nell’emergenza provocata dalla pandemia. I volontari sono stati in prima fila, accanto a medici e infermieri, nel prestare cura ai malati, nel sostenere chi è rimasto solo, nel costruire connessioni laddove tanti rischiavano di venire esclusi». Sono le parole pronunciate dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il mese scorso in occasione della Giornata Mondiale del Volontariato. Parole che raccontano il tempo speso da circa 7 milioni di italiani. Di questa fetta, circa 4 milioni di persone fanno volontariato attraverso una o più organizzazioni, mentre gli altri 3 milioni di persone lo praticano direttamente, individualmente e senza nessuna intermediazione organizzativa. Secondo una ricerca condotta dal dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa, le persone più attive sarebbero quelle nella fascia tra

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i 40 e i 60 anni, mentre giovani e anziani registrano tassi di volontariato più bassi. Ad impegnarsi di più nel volontariato sono quindi proprio coloro che sono ancora in età lavorativa. Può sembrare un paradosso, eppure il volontariato è soprattutto relazione e cresce grazie agli incontri che si creano negli ambienti di tutti i giorni. È interessante, però, soffermarsi sulle attività di volontariato svolte da pensionati e studenti. Poli apparentemente opposti della società che sempre più spesso si trovano a condividere più di quanto si immagini. Secondo la ricerca, i primi sarebbero motivati alle attività di volontariato da un’aspettativa di socialità, i secondi, invece, da una motivazione di natura “individualistica” che vive nell’idea che fare qualcosa per gli altri possa anche avere un impatto positivo ai fini della propria occupabilità e alimentare dei contatti che possono essere un valore aggiunto nel mercato del lavoro. Le diverse spinte e i diversi impegni della popolazione, però, portano inequivocabilmente allo stesso risultato: il volontariato è un bene prezioso per chi ne riceve gli effetti così come lo è per

chi lo pratica e per la società intera. Sono molti gli studi che raccontano di come i volontari godano di una situazione di benessere e di soddisfazione per la propria vita grazie alla fiducia che nutrono negli altri e nella comunità di cui fanno parte. Durante questi ultimi due anni, abbiamo visto nascere tantissime iniziative di persone che si sono messe a disposizione per affrontare l’emergenza sanitaria. In queste occasioni, alla generosità di fondo che contraddistingue chi si spende gratuitamente per l’altro, si è aggiunto un elemento che non possiamo trascurare. Oggi uscire dai confini della propria quotidianità per andare incontro ai bisogni dell’altro comporta l’assunzione di un rischio, un rischio che in molti, anche appartenendo alle fasce più fragili, si sono assunti per dare il proprio contributo. Chi fa volontariato infatti è spesso portato ad anteporre alle proprie esigenze il bene comune. Un aspetto che, durante gli ultimi venti mesi, giorno dopo giorno, ha contribuito a mantenere vivo l’enorme tessuto di risorse di cui il nostro Paese ha avuto e avrà un estremo bisogno.

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ROBERT CAPA

FOTOGRAFIE OLTRE LA GUERRA La mostra propone una nuova prospettiva del fotografo di guerra. Attraverso i ritratti di celebri personaggi (e non solo), esplora il suo rapporto con il mondo della cultura dell’epoca. Villa Bassi Rathgeb - Abano Terme (Pd)

DAL 15 GENNAIO AL 5 GIUGNO 2022

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“Pablo Picasso con Françoise Gilot. Francia, agosto 1948. ©Robert Capa ©International Center of Photography / Magnum Photos”

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La forma delle nuvole

Un padre e una figlia osservano il mondo

MERAVIGLIOSA, SAPIENTE NATURA di Gianrico e Giorgia Carofiglio

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Siamo abituati a pensare che la natura sia solo una delle risorse che possediamo e sfruttiamo. Niente di più sbagliato. E da una foresta possiamo imparare un’importante lezione 10

a scienziata canadese Suzanne Simard ha dedicato la sua carriera allo studio delle foreste. Quando camminiamo tra i sentieri di un bosco, di solito i nostri sguardi sono rivolti verso l’alto, alle chiome degli alberi, o in avanti, al susseguirsi di tronchi, rami caduti, tracce di animali selvatici. Simard, che da piccola visitava le enormi foreste canadesi con i suoi fratelli, ha invece passato decenni a portare alla luce quello che succede nel sottosuolo delle foreste. Sotto le distese di alberi si estende una rete sterminata di radici e funghi. Queste ramificazioni collegano le radici di alberi anche lontani tra loro: funghi e alberi creano un’alleanza sotterranea che permette loro di comunicare e collaborare. Attraverso segnali trasmessi dai funghi, gli alberi possono avvertire i propri vicini in caso di pericolo (come, per esempio, l’arrivo di un parassita, cui occorre reagire con la produzione di sostanze chimiche) e passare sostanze nutrienti a piante più giovani, fragili o meno esposte al sole. Sono scambi che non avvengono solo tra individui della stessa specie, ma anche tra specie diverse e perciò tradizionalmente considerate rivali. Perché funghi e alberi si comportino in questo modo, collaborando tra di loro, rimane un mistero. Quello che sappiamo è che una foresta ha

un’organizzazione molto più complessa di quanto immaginiamo. Alberi, muschi, funghi e batteri sono interdipendenti tra loro e formano strutture che sono molto più della somma delle loro parti: per questa ragione, alcuni scienziati chiamano le foreste “superorganismi”. Scoprire che le foreste sono sistemi tanto articolati ci mette di fronte a domande importanti sul rapporto tra uomo e natura, sulle caratteristiche che pensiamo essere solamente umane - o al massimo condivise con poche specie di mammiferi - tra cui la comunicazione e la cooperazione. Non sono solo le foreste a mettere in crisi la nostra arrogante concezione dell’uomo come l’unico essere dotato di certi tipi di intelligenza. Negli ultimi decenni, numerosi studi hanno indagato le insospettabili qualità di animali tradizionalmente considerati inferiori. A cominciare dai polpi, che sono capaci di evadere dagli acquari, di usare pietre e conchiglie come strumenti, di distinguere creature al di fuori della loro specie, anche esseri umani. O i corvi, che sanno risolvere problemi complessi, individuare volti conosciuti anche dopo anni, usare rametti per recuperare cibi difficili da raggiungere. Generalmente, tendiamo a credere che ci sia una separazione netta tra uomo e natura: l’uomo è dotato di intenzionalità e si organizza in strutture sociali evolute, mentre

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la natura è una risorsa controllata dall’uomo, da gestire, tenere a bada, sfruttare in maniera efficiente. Scoprire che la realtà è molto più sfaccettata di così ci costringe allo stupore e dunque a considerare le cose da una prospettiva nuova. È in quello spazio che nasce la possibilità di una visione alternativa. In tempi di crisi ambientale, è necessario trovare, oltre a soluzioni con un solido fondamento scientifico, un modo diverso di vedere il rapporto tra noi e il mondo. Un rapporto che non sia nostalgico, che non rifiuti la modernità, ma sappia ridisegnare i confini troppo netti e artificiosi tra l’umano e il naturale. Uno dei modi che abbiamo per cambiare punto di vista è apprezzare la varietà e complessità dei sistemi non umani e cercare soluzioni che

tengano conto degli equilibri naturali. Piantare nuovi alberi è spesso considerato uno strumento importante per la lotta al cambiamento climatico. Gli alberi infatti sono capaci di assorbire anidride carbonica dall’atmosfera e di immagazzinarla nel sottosuolo. Ma piantare nuove foreste ha un impatto ben diverso da quello di preservare foreste antiche. Quando un seme germoglia in una foresta vecchia centinaia di anni, entra a far parte di una rete già sviluppata di cooperazione tra organismi diversissimi tra loro. Sono soprattutto gli alberi più antichi ad avere un ruolo centrale e ad aiutare quelli più giovani a sopravvivere, come abbiamo detto, con l’aiuto di funghi e batteri. Non sono tanto gli alberi in sé, quanto le foreste che hanno

sviluppato nei secoli equilibri sofisticati, non replicabili dall’uomo, a rivelarsi fondamentali per la lotta al cambiamento climatico. Esse non solo assorbono l’anidride carbonica, ma producono ossigeno, aiutano a mantenere il suolo sano, proteggono la biodiversità. C’è qualche ragione per essere ottimisti: alla COP di Glasgow, l’incontro per il clima a cui partecipano la maggior parte degli Stati del mondo, cento nazioni si sono impegnate a fermare la deforestazione entro il 2030. Confidiamo che questo impegno venga rispettato. In ogni caso, sapendo quello di cui sono capaci le foreste, sarà difficile d’ora in poi camminare tra gli alberi senza pensare con meraviglia all’universo di scambi e cooperazione che si muove, in ogni momento, sotto i nostri piedi. gennaio 2022 | www.spazio50.org

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Il TERZO tempo

DI FRONTE ALL’INCEDERE DEL TEMPO di Lidia Ravera

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ncurante del trascorrere degli anni, mi impegno a non contrastare il mio karma: sono e resto una eterna studentessa, perpetuamente impegnata nel nobile compito di apprendere, interrogare me stessa e gli altri, accumulare dati, dare spazio ad ogni curiosità, da quelle pettegole a quelle cosmiche. Non più tardi di 15 giorni fa, trovandomi - come mi capita spesso da quando il confinamento causa Covid si è allentato - a presentare il mio ultimo romanzo, Avanti, parla, davanti ad un folto pubblico composto per lo più di persone della mia generazione o di poco più giovani, mi è venuta una gran voglia di essere io, per una volta, a fare una domanda a loro. Ho chiesto: «Che cosa vi fa più paura nell’invecchiare?». Si è creato un silenzio eccitato e imbarazzato: tutti erano contenti di riflettere sul tema, nessuno aveva voglia di parlare per primo. Gli uomini erano una minoranza, ma è stato uno degli uomini a parlare subito, a rompere il ghiaccio. «Le malattie - ha detto - gli acciacchi, di questo ho paura, aggiusti di qua e ti rompi di là. L’anno scorso la cataratta, quest’anno la protesi all’anca. La pressione alta. Il diabete… Devo continuare?». Tutti si sono messi a ridere. Il signore si è seduto soddisfatto di aver provocato una risata. Aveva una

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notevole circonferenza addominale e certo avrebbe ridotto gli acciacchi perdendo trenta chili, ma non si vergognava affatto del suo aspetto. Noi donne non siamo così fortunate. La signora che si è cimentata dopo di lui nel rispondere alla mia domanda, era del peso giusto, aveva un caschetto ben curato di capelli biondi, tinti, certo, ma assai gradevoli da guardare. Ha detto: «La solitudine, mi fa paura la solitudine»; l’amica che era seduta accanto a lei (capelli corti, bianchi, folti, ben tagliati) ha protestato: «Ma se sei piena di amiche e anche di amici!». «Lo so, non ho paura di stare sola, la mia paura è che mi piaccia troppo, la solitudine. Mi annoio sempre più facilmente, alle feste, alle cene, ho sempre voglia di tornare a casa. Sul mio divano, a guardare una serie… ce n’è di bellissime. Mi piace stare zitta e mangiare davanti alla televisione. È grave?». «No - ho sentenziato magnanima - non è grave», ma non ero del tutto sincera. Io ho una gran fame di relazioni, e quella fame cresce con gli anni invece di diminuire, sono curiosa come una scimmietta e adoro farmi i fatti degli altri; penso che il pettegolezzo sia la prima forma di narrativa e non reprimo la mia voglia di ascoltare. Semmai mi sono annoiata di me stessa, ho più voglia di ascoltare che di parlare. E mi piace fare domande. La

signora che aveva troppa voglia di stare da sola ha fatto arrabbiare un bel po’ di gente. Eppure, non aveva tutti torti: quando hai accumulato giorni, mesi, anni e decenni di vita è sempre più probabile cadere vittima della ripetizione. Intuisci in fretta che cosa dirà, e che cosa non dirà, la persona che ti sta intrattenendo, per lo più con una dettagliata antologia di fatti

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PARLIAMONE... Chi volesse scrivere a Lidia Ravera può farlo: per posta - C/O Redazione 50&Più Via del Melangolo, 26 - (RM) per fax - 066872597 per email - redazione@50epiu.it

suoi, spesso di poco interesse. Il problema è lì: a me interessano le storie. Sarà una malattia professionale degli scrittori, come la silicosi per i minatori, amare troppo le storie? Gli unici che mi annoiano veramente sono quelli che mentono, infatti. Anche senza saperlo. Quelli che sono infarciti di stereotipi e nemmeno se ne rendono conto.

Tipo una signora, leggermente rifatta dalle parti delle pinne del naso, che ha dichiarato di non aver paura di niente perché lei sta benissimo, perché è “bella dentro” e ha un compagno che la ama, riamato. Che vuol dire “bella dentro”? Che hai bello lo scheletro? Da quell’incontro non ho cavato molto altro, perciò mi è venuta voglia di

continuare l’inchiesta con voi, lettrici e lettori di questa pagina: che cosa vi fa più paura della vecchiaia? Sia che l’abbiate già raggiunta come me, sia che siate degli imberbi cinquantenni o addirittura dei trentenni, di quelli che leggono di nascosto “Il Terzo tempo” rubandolo alla nonna. In uno dei prossimi numeri daremo spazio alle vostre considerazioni. gennaio 2022 | www.spazio50.org

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Anni possibili

SI PUÒ (SI DEVE) IMPARARE AD OGNI ETÀ di Marco Trabucchi

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a vita di ognuno è ricca se ogni giorno si impara. Non è mai troppo tardi, non è mai così buio attorno, non vi è mai un silenzio così assordante da impedirci di ascoltare e quindi di imparare. La donna e l’uomo sono naturalmente delle “spugne,” spesso

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senza rendersene conto. Partendo da questa certezza l’individuo deve porre attenzione perché le capacità di cogliere i messaggi, di capire la realtà, di apprendere e di ricordare possano essere esplicate. È quindi doveroso mettere in atto accorgimenti che, con il passare del tempo, fanno

conservare queste prerogative umanissime; dobbiamo essere attenti e generosi perché le dinamiche della vita vanno lette e interpretate, non subìte in un’atmosfera di tristezza e di adeguamento acritico. Di seguito, mi permetto di indicare alcuni aspetti particolarmente delicati dei nostri comportamenti, quelli che più di altri influiscono sulla capacità di imparare. Si può farlo in modi diversi; c’è chi lo fa per il gusto di apprendere cose nuove, e così rinnovare e ampliare la propria cultura; c’è, invece, chi lo fa per sentirsi sempre più adeguato alle richieste della vita, ai progressi della tecnica che si riflettono sull’organizzazione della giornata, ai progressi degli stili di vita, delle aspirazioni, delle credenze. L’apprendimento, attraverso lo studio di cose nuove, permette di non essere mai depressi e stanchi laudatores temporis acti, persone ripiegate su se stesse, che divengono un peso in famiglia e nella cerchia di amici e conoscenti. Chi è legato al passato,

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Non è mai troppo tardi per apprendere. Inteso non solo come studio sui libri ma anche come curiosità verso la vita, rinnovare la propria cultura, coltivare interessi. E allontanarsi il più possibile dalla tentazione di sedersi in poltrona e ne tesse le lodi indipendentemente dalla realtà, è persona incapace di avere fiducia nelle proprie potenzialità. In questi casi è importante avere legami di affetto, o almeno di consuetudine, con chi invece è aperto al futuro e al presente, cerca di studiarli, certo che così riesce a vivere meglio, senza angosce e paure. Chi si impone di guardare avanti vede una realtà che può essere chiaroscura, ma è la sua, e quindi deve cercare di infilarvisi dentro per coglierne gli aspetti migliori, che sempre ci sono. La cecità pessimista uccide la speranza e così non si cambia nulla nella vita; si accetta il presente, talvolta anche colorandolo di tonalità più scure di quelle che sono in realtà. Per apprendere è necessario utilizzare tutti i sensi; in alcuni casi è quindi importante farsi assistere dai tecnici per compensare eventuali deficit. I sensi sono la finestra sul mondo; ci permettono di ascoltarne tutti i rumori (con gli occhi, le orecchie, il naso, il tatto, il gusto). L’anziano non è

mai troppo vecchio (escluso il caso di alcune malattie) per diventare incapace di interpretare una condizione e di darle un significato, perché, a seconda dei casi, oltre allo sguardo ha avuto la possibilità di udirne i segnali, di percepirne gli odori, di toccarli, talvolta anche di coglierne il sapore. Il nostro cervello è in grado di integrare la grande massa di dati che giungono da una passeggiata nella natura, dall’ascoltare un concerto, dal curiosare in una cucina durante la preparazione di un pasto, dal leggere un libro in una biblioteca, dall’entrare nella casa di un figlio, di un amico, della persona amata… Non si dispiaccia il lettore se avvicino realtà così apparentemente diverse, perché tutte sono esperienze vitali e tutte permettono di apprendere qualche cosa di nuovo, di piacevole o doloroso, di ricordarlo, per riceverne indicazioni importanti al fine di indirizzare la vita. Queste capacità di comprendere hanno inoltre la caratteristica di essere auto-riproduttive: l’oggi vivo induce a costruire un domani vivo. Al contrario, un oggi privo di stimoli induce ad abbandonare qualsiasi impegno, innescando tonalità vitali sempre più tristi e scure. Per permettere un’evoluzione dei comportamenti positivi, contrastando le pigrizie dell’età, il desiderio di mettere “la poltrona al centro”, cioè la quasi naturale tendenza al riposo,

è necessario essere in grado di controllare gli stress provocati da eventi negativi, sia situazioni non ricercate sia conflitti e tensioni che si possono creare, ma anche evitare. Lo stress, infatti, crea una barriera all’ingresso di qualsiasi stimolo proveniente dall’esterno, ne impedisce l’elaborazione e quindi toglie all’individuo ogni desiderio di crescere. Ulteriore caratteristica che permette di apprendere e di memorizzare è la generosità, verso gli altri e verso se stessi. È un atteggiamento di fondo di apertura, di attenzione, di disponibilità, che permette un contatto più intenso con l’esterno e quindi con tutto quello che si vuole e si può apprendere. La generosità stimola la curiosità, impedisce la chiusura; chi è curioso ha uno sguardo sempre aperto verso l’esterno e così, a qualsiasi età, è persona che più facilmente studia, elabora e ricorda. La generosità verso gli altri è spesso accompagnata dalla generosità verso sé stessi, perché la persona non è avara di attenzione nei propri confronti, mantenendosi allenata e sempre pronta ad affrontare le difficoltà della vita. Non è mai troppo tardi, quindi. Per sé e per le comunità dove si vive è necessario costruire (o mantenere) la capacità di apprendere e di ricordare. Così si vive bene e si collabora alla costruzione di convivenze positive, città nelle quali è per tutti più facile vivere.

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Effetto Terra

FARE DI PIÙ CON MENO di Francesca Santolini

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alla necessità di produrre, riducendo il nostro impatto sulle risorse naturali, è nata qualche anno fa l’idea dell’economia circolare: materiali e oggetti che possono essere riciclati e riutilizzati più e più volte. Oggi però parlare di economia circolare non è più sufficiente, è indispensabile andare oltre. Si tratta di un’economia più innovativa

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che usa risorse biologiche rinnovabili provenienti dalla terra e dal mare, per la produzione industriale, energetica e alimentare, sostituendo così prodotti chimici più nocivi: un promettente paradigma per evitare sprechi e valorizzare gli scarti. Di bioeconomia circolare si parla in tutti i piani europei per l’ambiente, dal “Green Deal” a “Horizon 2020”; si tratta di un

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re recuperato per la produzione di fibre nobili e creare nuovi prodotti alimentari ad alto valore aggiunto. Anche il settore tessile sta ripensando il proprio modo di produrre. Come richiedono le direttive europee sull’economia circolare, infatti, la raccolta differenziata dei rifiuti tessili diventerà obbligatoria entro il 2025, ma in Italia sarà operativa già a partire dall’1 gennaio 2022. Ogni anno buttiamo quasi 34 kg di vestiti e l’85% finisce nelle discariche o nell’inceneritore, quando non può

pendenti (dati 2018), la bioeconomia italiana è la terza in Europa, dopo la Germania e la Francia. Ripensare profondamente le filiere produttive, a partire dal tipo di materiali consumati, significa anche tutelare un bene primario come il suolo. Secondo l’IPCC, l’organismo scientifico delle Nazioni Unite che studia il cambiamento climatico, in media, nel decennio 2007-2016, attività come agricoltura, silvicoltura e altri usi del suolo sono state responsabili ogni anno dell’emissione

«L’Europa della transizione ecologica non può fare a meno della bioeconomia circolare»

tassello fondamentale degli indirizzi economici europei e un’opportunità per superare il modello lineare di sviluppo, per porre rimedio al riscaldamento climatico e al degrado ambientale. Un esempio concreto? I sacchetti di bioplastica, in futuro si tenderà a produrre sempre di più plastica biodegradabile e compostabile. Ma non solo. Un esempio è dato dall’utilizzo degli agrumi nella produzione dei succhi di frutta, il cui scarto di bucce e semi può finire in un digestore per la produzione di biogas ma, meglio ancora, esse-

essere affidato alla filiera delle donazioni riservata a chi ha più bisogno. Acqua, tinte chimiche, produzione, manodopera a basso costo: tutto il circuito che occorre per produrre abiti dalla vita sempre più breve non è più sostenibile per il pianeta. Con gli imballaggi non va meglio: ogni anno si aggiungono 73 chilogrammi di plastica, di cui il 60% finisce in discarica o in mare. Perché non unire entrambi i problemi in un’unica soluzione? Una start up di Vicenza ha pensato di recuperare i vecchi abiti per trasformarli in confezioni e imballaggi biodegradabili che si possono buttare addirittura nell’umido. E niente più plastica a inquinare i nostri mari! Dunque, si tratta di produrre di più con meno, creare nuovi materiali da fonti rinnovabili, contrastando l’inquinamento di intere aree e utilizzando gli scarti di un’attività economica per produrre nuova ricchezza. A confermarlo sono i dati relativi al giro d’affari che ruota attorno a questo settore: con 345 miliardi di euro di fatturato annuo e 2 milioni di di-

netta di circa 12 miliardi di tonnellate di CO2, circa un quarto dei gas serra globali. Al contrario, la difesa del suolo, delle foreste, delle risorse marine sono profili strutturali nello sviluppo di una bioeconomia sostenibile. Del resto, se guardiamo ai comparti che più contribuiscono al valore economico e occupazionale della bioeconomia, troviamo l’industria alimentare, delle bevande e quello della produzione primaria (agricoltura, silvicoltura e pesca). Tutti settori che hanno una significativa impronta ambientale e che è decisivo reindirizzare prima possibile nel binario della sostenibilità. Un passaggio strategico di quella che chiamiamo transizione ecologica.

PARLIAMONE... Chi volesse scrivere a Francesca Santolini può farlo: per posta - C/O Redazione 50&Più Via del Melangolo, 26 - (RM) per fax - 066872597 per email - redazione@50epiu.it gennaio 2022 | www.spazio50.org

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Periscopio

MONOPATTINI ELETTRICI: LE NUOVE REGOLE a cura di Dario De Felicis

Per molti, il monopattino elettrico rappresenta il mezzo di locomozione del futuro: pulito, ecologico, elettrico e poco ingombrante. Si usa con facilità per andare al lavoro o percorrere brevi distanze; si ripiega e si può portare persino in metropolitana, per poi riaprirlo e muoversi agilmente tra le vie cittadine. Dopo la pandemia poi, grazie anche agli incentivi statali, c’è stato un vero boom di vendite del piccolo bi-ruote. Contemporaneamente, però, sono nati i primi problemi sulla sicurezza di questi mezzi ed è stato necessario mettere mano al Codice della Strada, con il Decreto Legge 121/2021 (detto anche decreto Infrastrutture), poi convertito in Legge n.156/2021. La nuova Legge,

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in vigore dal 10 novembre, limita la velocità dei monopattini a 20 km/h, ma la soglia scende ulteriormente a 6 km/h nelle aree urbane. Per i conducenti è stato fissato anche un nuovo limite di età: può essere guidato da chi ha più di 14 anni, con l’obbligo del casco per i minori di 18 anni. Niente più parcheggi sui marciapiedi e percorsi illimitati; si dovranno utilizzare - dove possibile - solo le piste ciclabili o le zone pedonali, rispettando il senso di marcia. In monopattino in due? Mai più, e da ora è vietato trasportare anche oggetti o animali. Per adesso si può circolare senza assicurazione, ma in molti sono pronti a scommettere che presto sarà obbligatoria.

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In giro per il mondo

CI: COPENAGHEN, AMICA DEI CICLISTI Con circa 675.000 biciclette e solo 120.000 automobili, Copenaghen è la città più “bike friendly” al mondo. È dal 2005 che la Capitale danese investe nelle infrastrutture per i ciclisti. Finora, per le bici sono stati spesi più di un miliardo di corone, circa 155 milioni di euro.

IL RECORD DI LONGEVITÀ DELLE GEMELLE GIAPPONESI

A PROPOSITO DI... LENTI A CONTATTO

Sumiyama e Kodama Umeno sono le gemelle monozigote viventi più anziane e più longeve al mondo, con 107 anni e oltre 300 giorni. Le due sorelle hanno superato il precedente record che spettava alle gemelle Kin Narita e Gin Kanie, con 107 anni e “solo” 175 giorni.

www.lastampa.it

www.rainews.it

NUOVA ZELANDA: ANIMALI CHE PASSIONE! I neozelandesi hanno il rapporto animali domestici per famiglia più alto rispetto a qualsiasi altro Paese nel Mondo. Il 68% dei nuclei familiari possiede almeno un cane, un gatto, un uccello o un acquario con pesci. Ma non è raro che si abbiano più animali contemporaneamente.

VISIONE NITIDA

Permettono una maggiore libertà di movimento, evitano riflessi del sole e la visione è sempre nitida. Esteticamente gradevoli, lasciano il volto libero e scoperto.

www.petsecure.com.au

www.stateofmind.it

VIDEOGAMES, PER CONTRASTARE LA DEMENZA MANUTENZIONE IMPEGNATIVA

Sono difficili da applicare e necessitano una manutenzione maggiore rispetto agli occhiali. Se indossate troppo a lungo, possono ridurre il rifornimento di ossigeno all’occhio.

INIZIO LAVORI

72 d.C.

SPETTATORI

50.000

PERIMETRO

527 mt

ALTEZZA ORIGINALE

Per gli over 60, giocare ai videogiochi 3D per 30 minuti al giorno riduce il rischio di demenza. I benefici maggiori riguardano la memoria e la salute cognitiva, che vengono sollecitati gradualmente, anche dalla poltrona di casa. www.fondazioneleonardo.it

LE IMMORTALI DEL MONDO ANIMALE

IL COLOSSEO IN NUMERI Maestoso ed affascinante, il Colosseo a Roma è uno dei monumenti più conosciuti al mondo. L’anfiteatro più grande dell’antichità, la cui costruzione iniziò il 72 d.C., era capace di ospitare fino a 50.000 spettatori. Di forma ellittica e con un perimetro di 527 mt, era alto 52 mt, ma nel tempo la sua altezza si è ridotta a 48,5 mt.

In Cina, nella regione di Shangai, è stato inaugurato il primo villaggio-comunità totalmente a misura di senior. Il complesso “Ardor Gardens” dispone di 800 appartamenti su 85mila mq, tutti senza barriere architettoniche, altamente tecnologici e dotati di sistemi di sicurezza. www.globalconstructionreview.com

AUMENTANO I CENTENARI Il numero di centenari nel mondo sta aumentando sempre più rapidamente. Secondo la Population Division of the United Nations, nel 1990 si contavano all’incirca 96.000 centenari; entro il 2100, si stima ce ne saranno oltre 20 milioni in tutto il mondo.

UN RESORT DI LUSSO… SOLO PER ANZIANI

52 mt

È diffuso il mito per cui le aragoste sono “biologicamente immortali”. Questo perché producono un enzima che ripara le loro cellule e aiuta il loro DNA a replicarsi indefinitamente. Ma possono lo stesso morire per cause naturali. www.interestrip.com gennaio 2022 | www.spazio50.org

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Eventi

LA TRASFORMAZIONE DIGITALE PER TUTTI

La sfida del futuro sarà quella di implementare una tecnologia davvero al servizio di tutti, specialmente dei senior. Un processo iniziato per necessità durante la pandemia, che adesso deve essere consolidato di Linda Russo

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85% dei senior italiani possiede uno smartphone, più del 61% di loro ha un pc, il 21% ha un tablet e l’8,4% utilizza uno smartwatch. Sfidando il senso comune, quindi, possiamo dire che gli over 50 sono tecnologici e smart. Un’affermazione, questa, che vale in effetti per molti di loro. Eppure, sono ancora tanti, forse troppi, coloro che non hanno accesso a internet, alla cosiddetta banda ultra-larga, a quei mezzi che sembrano così semplici nelle mani dei nativi digitali, rimanendo così tagliati fuori da un mondo che cambia velocemente. Questo è ciò che ha spinto 50&Più e Fondazione Leonardo a collaborare ancora una volta per dar vita a un’opera che stagliasse nuovi orizzonti per il binomio anziani e tec-

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nologie. E proprio lo scorso dicembre, al Parlamentino del CNEL, i curatori del volume, Carlo Sangalli (nella foto in basso) e Marco Trabucchi (nella foto in alto, a destra), insieme ad altri prestigiosi esperti, hanno dato voce a ciò che è contenuto nelle pagine del volume Ipotesi per il futuro de-

gli anziani. Tecnologie per l’autonomia, la salute e le connessioni sociali, presentando anche un manifesto che delinea gli impegni e le richieste con cui queste due realtà desiderano raggiungere obiettivi concreti. A condurre l’incontro è stata Barbara Carfagna, giornalista, autrice e conduttrice di Codice: la vita è digitale, programma televisivo di divulgazione scientifica, tecnologica e sociale in onda su Rai 1. Ed è proprio prendendo spunto da questo che il Presidente di 50&Più, Carlo Sangalli, ha voluto analizzare l’intento di quest’opera corale. «Vorrei che vi soffermaste sul concetto di codice - ha esordito -. In fondo non è altro che un sistema di simboli che consente la trasmissione e la comprensione di un messaggio e che serve a comunicare. Un concetto quantomai attuale visto che l’emergenza sanitaria ha cambiato i codici di lettura della realtà e della comunicazione, amplificando la diffusione e l’utilizzo delle tecnologie nella vita quotidiana. E se durante la pandemia abbiamo adottato il digitale per necessità, ora bisogna implementarne l’utilizzo, massimizzarne i benefici. La generazione over 50, che sulla carta possiede meno competenze digitali, è anche il segmento di popolazione maggiormente in crescita e destinato ad assumere un ruolo sempre più centrale in termini sociali ed economici. Non possiamo permettere che vengano lasciati indietro, che rimangano “fuori dal codice”». Un aspetto ribadito anche dal Presidente di Fondazione Leonardo, Marco Trabucchi: «Davanti alle problematiche legate alla crisi demografica ed epidemiologica è più facile individuare l’individuo fragile e colui che ha bisogno di supporto. Ma ciò che non si considera è che tutte le persone anziane, al di là della condizione di fragilità, possono sentirsi spiazzate di fronte ai grandi cambiamenti e a mutamenti così rapidi come quelli tecno-

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logici, che possono mettere in crisi il sistema di welfare e l’economia del Paese. E allora ben vengano imprese, realtà e associazioni che, come 50&Più e Fondazione Leonardo, arrivano a dare risposte su argomenti di grande rilievo per la nostra organizzazione sociale, coinvolgendo anche realtà intermedie». Insieme a loro, anche il Presidente del CNEL, Tiziano Treu, che ha aperto l’incontro, e il Presidente di Format Research, Pierluigi Ascani, che ha dato conto del rapporto che intercorre tra senior e tecnologia mostrando i dati raccolti nell’indagine che apre il volume edito da Il Mulino. A chiudere, però, è stato il Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, Assuntela Messina. «Quello che è stato esposto in questo volume è in linea con gli orizzonti etici che guardano all’inclusione e all’assorbimento delle disuguaglianze - ha commentato -. Per raggiungere questi obiettivi è necessario mettere al centro le esigenze di ogni singola persona senza lasciare indietro nessuno. L’universo che comprende gli anziani del nostro Paese deve essere inserito e coinvolto all’interno delle nostre azioni e delle nostre riflessioni. Non possiamo immaginare di trasformare le nostre comunità anche in direzione digitale, se non comprendendo appieno quelle che sono le esigenze di una parte sostanziosa della popolazione».

LA NECESSITÀ DI UN NUOVO UMANESIMO TECNOLOGICO L’Italia è chiamata ad abbracciare la più grande transizione digitale della sua storia. Con obiettivi importanti fissati per il 2026, per incrementare l’inclusione sociale e la telemedicina di Giada Valdannini

L

«

a tecnologia può essere una grande alleata per il miglioramento della qualità della vita delle persone senior, a patto che la dimensione dell’umano diventi la stella polare in grado di guidare il cambiamento. Bisogna scongiurare che l’evoluzione tecnologica ponga in secondo piano quell’umanesimo democratico che anche la trasformazione tecnologica deve assolutamente considerare». A parlare è Assuntela Messina, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale: tra i protagonisti al CNEL dell’incontro intorno al libro Ipotesi per il futuro degli anziani. Tecnologie per l’autonomia, la salute e le connessioni sociali (Il Mulino), a cura di Carlo Sangalli, Presidente nazionale di 50&Più e Marco Trabucchi, Presidente di Fondazione Leonardo. «La pandemia - ha sottolineato il Sottosegretario Messina - ha accelerato i processi ed è stata sicuramente terreno fertile per la diffusione delle gennaio 2022 | www.spazio50.org

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Eventi tecnologie, ma ha anche inculcato in tutti noi una sorta di responsabilità maggiore, un uso sapiente, critico della tecnologia. Questo perché un utilizzo della tecnologia non critico, non attento, produce grossi rischi».

di giuste competenze digitali. La società può essere veramente più inclusiva grazie alla tecnologia? È importantissimo parlare di inclusione sociale perché poi è uno degli

Senatrice Messina, il 27% delle risorse totali del PNRR sono dedicate alla transizione digitale. Quali sono gli obiettivi e le strategie messi in atto dal Governo tramite “Italia digitale 2026”, il programma di innovazione che promette di “rivoluzionare” il nostro Paese? Il nostro Paese deve raggiungere, entro il 2026, degli obiettivi molto importanti. Innanzitutto, deve mettere tutta la popolazione nella condizione di avere delle competenze digitali. Ecco perché il Governo sta lavorando, attraverso il Piano “Italia 5G” (un piano di investimenti pubblici con un finanziamento di 2,02 miliardi di euro, ndr) e “Italia a 1 Giga” (prevede la realizzazione di infrastrutture in banda ultra larga, ndr), per consentire l’accesso e il possesso di strumentazioni tecnologiche nonché sull’acquisizione

assi portanti del PNRR. Inclusione sociale significa non lasciare indietro nessuno e creare le stesse opportunità di sviluppo della persona. Il tema, però, è fare in modo che tutti abbiano accesso alla tecnologia, per cui penso che il diritto all’accesso sia un tema sul quale è necessario intervenire. Il Servizio Civile Digitale prevede l’impiego di mille giovani volontari impegnati in oltre cento progetti, le cui finalità sono la facilitazione e l’educazione digitale. Il Servizio Civile Digitale è una grande opportunità per il nostro Paese, perché consente di avvicinare tutte le generazioni a questo grande momento di trasformazione in cui anche le competenze digitali hanno bisogno di misure e di strumenti particolari. Alcuni giovani facilitatori consentiranno alle Regioni, agli Enti Locali, di avere a disposizione delle nuove com-

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petenze e soprattutto di entrare in relazione con le generazioni più mature per avvicinarle a questo processo di cambiamento. Il divario digitale è uno dei temi sui quali il Governo sta lavorando e, come risposta, guarda al Fondo di “Repubblica Digitale” (l’iniziativa strategica nazionale che ha l’obiettivo di combattere il divario digitale culturale presente nella popolazione italiana, ndr) proprio per indirizzare delle misure specifiche alla formazione delle competenze. Quali altre azioni volte a ridurre il digital divide e migliorare la vita dei senior saranno messe in campo dal Governo? Si sta lavorando molto sul fascicolo sanitario e sulla telemedicina. Grandi investimenti sosterranno la trasformazione della sanità in una fase molto particolare e in un periodo in cui anche la struttura demografica e sociale del nostro Paese è attraversata da grandi cambiamenti. Nell’ottica di una riforma del sistema sanitario che va verso un modello di cura incentrato sulla comunità e ancor più sul territorio, si terranno al centro i bisogni specifici della persona, e la tecnologia e il digitale possono sicuramente andare incontro a queste rinnovate esigenze e alle necessarie risposte. Si tratta anche di passare da un sistema reattivo a un sistema proattivo: la raccolta e l’analisi dei dati - anche grazie all’intelligenza artificiale - diventeranno ancora più importanti per un efficace servizio di cura e di assistenza, soprattutto per potenziare le nostre capacità tecniche di prevenzione e diagnosi, anche precoce, delle varie patologie. Tecnologia e sanità. Quali le linee guida per il futuro? La telemedicina è uno strumento straordinario perché vede la casa come primo luogo di cura. E la casa è sempre più svincolata dalla necessità di dover raggiungere per forza

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un luogo fisico. La telemedicina e la sanità digitale avranno un valore fondamentale. La televisita, il teleconsulto, il telemonitoraggio, durante il periodo di lockdown, hanno avuto una loro definitiva importanza. Non possiamo però non notare come ancora esista una bassa integrazione tra le piattaforme esistenti, un’alta frammentazione di servizi e una certa disomogeneità di offerta tra i sistemi regionali. L’attuazione del PNRR deve guardare a questo tessuto di differenze, promuovendo e finanziando lo sviluppo e la diffusione di nuovi progetti e soluzioni di telemedicina. Va incentivata l’adozione di soluzioni di telemedicina durante tutto il percorso di cura, con una particolare attenzione alla popolazione anziana.

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Ipotesi per il futuro degli anziani. Tecnologie per l’autonomia, la salute e le connessioni sociali - presentato lo scorso dicembre - è un volume che inquadra il rapporto, in costante evoluzione, tra senior e strumenti digitali. Una tecnologia che si evolve e che, potenzialmente, può diventare un valido alleato per la terza età, per comunicare, mantenere relazioni e ricevere un’efficace assistenza sanitaria da remoto.

Quale coinvolgimento è previsto per le organizzazioni che si occupano di persone anziane per stimolare, sviluppare e testare nuove tecnologie? È necessario il coinvolgimento anche del mondo dell’associazionismo

perché evidentemente tutti - e quindi anche gran parte della società civile - possano essere compresi ed impegnati all’interno di questo cambiamento, che è un cambiamento importante e che riguarda tutte le dimensioni sociali.

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Eventi

SENIOR E TECNOLOGIA: L’IMPEGNO E LE RICHIESTE DI 50&PIÙ E FONDAZIONE LEONARDO di Valerio Maria Urru

La presentazione del volume “Ipotesi per il futuro degli anziani. Tecnologie per l’autonomia, la salute e le connessioni sociali” è stata l’occasione per presentare un manifesto programmatico per favorire un incontro attivo tra i senior e le tecnologie

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el corso di questi ultimi anni, i cambiamenti tecnologici hanno prodotto un notevole impatto sulle nostre vite. Per via dell’emergenza sanitaria il processo di implementazione del digitale ha subìto una forte accelerazione, lasciando emergere sfide che hanno bisogno di risposte concrete. Oggi, infatti, gli anziani restano i più penalizzati dal digital divide in una società in cui, tra l’altro, la diffusione della tecnologia appare già di per sé molto complessa. 50&Più e Fondazione Leonardo hanno cercato queste risposte realizzando proprio il volume Ipotesi per il futuro degli anziani”. Tecnologie per l’autonomia, la salute e le connessioni sociali. Nata per tracciare un quadro del presente e degli scenari con cui gli anziani dovranno confrontarsi nei prossimi anni, l’opera è stata anche lo stimolo per raccogliere le istanze di superamento dell’attuale digital divide attraverso un manifesto programmatico in cinque punti. Si tratta di un cambiamento che impone uno sguardo aperto a nuove visioni. Quello stesso sguardo con cui 50&Più e Fondazione Leonardo, osservando l’attuale rivoluzione tecnologica rapportata alle necessità dei senior, chiedono di: 1. Includere gli anziani all’interno di un progresso civile favorito dall’impiego della tecnologia, anche grazie a percorsi sensibilizzativi di formazione. È fondamentale che sia garantita alla popola-

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zione anziana la possibilità di accedere a tutte quelle opportunità ed esperienze che possono avere un impatto decisivo e positivo sulla loro qualità di vita. Deve crescere l’attenzione delle Istituzioni e della società sul tema dell’accessibilità al progresso tecnologico, sulla sua “democratica” diffusione, per andare così oltre limiti e ageismi. Una concreta acquisizione dei mezzi tecnologici, infatti, incentiverebbe l’autonomia e l’instaurarsi di una relazione positiva tra la persona e la società. 2. Ampliare l’accesso alle reti informatiche e alle infrastrutture tecnologiche della popolazione anziana sull’intero territorio nazionale. Alcune aree del nostro Paese presentano notevoli problemi di connettività che disincentivano diffusione e acquisizione delle capacità necessarie all’utilizzo delle tecnologie. È un divario che va colmato nel più breve tempo possibile per garantire una maggiore fruizione dei servizi e delle opportunità. 3. Accelerare l’adozione di strumenti tecnologici da parte dei servizi sociosanitari e assistenziali a beneficio dei senior. I vantaggi e gli spazi che le attuali tecnologie possono garantire alla popolazione anziana si riscontrano anche nella telemedicina e nella digitalizzazione della Sanità. Questi due aspetti possono semplificare notevolmente la vita degli anziani, permettendo loro una gestione più efficace del proprio tempo e della propria salute.

4. Coinvolgere le organizzazioni che si occupano di persone anziane per stimolare, sviluppare e testare nuove tecnologie. Le organizzazioni che si occupano di terza età possono e devono essere uno dei principali punti di riferimento per costruire una tecnologia “alla portata di tutti”, comprensibile a tutti, ma soprattutto per incentivare la riflessione di un progresso digitale che includa ogni individuo e non dimentichi nessuno. 5. Finalizzare parte delle risorse del PNRR per ridurre il digital divide e migliorare così la vita della generazione senior. Occorre investire in tutti quei settori nei quali l’utilizzo delle tecnologie è ridotto nelle le fasce di età più mature. I grandi cambiamenti non dovranno riguardare solo una maggiore diffusione della telemedicina - sebbene sia propedeutica ad una revisione complessiva dell’assistenza sanitaria - ma dovranno toccare ogni aspetto della vita dei senior.

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Storia

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rano piccoli e fu loro letteralmente rubata l’infanzia. Sono quei bambini e ragazzini cui toccò una delle pagine più buie della storia recente: la deportazione nei campi di concentramento. Secondo la storiografia contemporanea, si considera furono almeno un milione e mezzo i bambini uccisi dai nazisti e dai loro sostenitori. A ricordare in eterno la loro condizione, le parole di Elie Wiesel, scrittore e premio Nobel per la Pace nel 1986, rinchiuso ad Auschwitz all’età di 15 anni: «Mai dimenticherò quel fumo. Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto. Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia Fede. Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai». Erano ebrei, rom, disabili, slavi ma erano soprattutto bambini. E si fatica a leggerne le storie, come altrettanto doloroso è raccontarle. Con coraggio e senso di trasmissione della memoria, lo hanno fatto alcuni di loro

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I BAMBINI E L’OLOCAUSTO, UNA FERITA ANCORA APERTA Testimoni di una delle pagine più brutte della Storia, i bambini che scamparono all’Olocausto - ora adulti - vivono per raccontare quell’orrore. Perché nessuno, mai, possa dimenticare di Giada Valdannini - superstiti -, testimoni di un incubo inimmaginabile, specie se vissuto in così tenera età. Il 27 gennaio si celebra la ricorrenza internazionale della Giornata della Memoria, che commemora le vittime dell’Olocausto e ci dà modo di tornare col pensiero e la partecipazione emotiva a quei fatti: uno dei drammi più grandi e terribili della storia dell’intera umanità. Le vittime minori del III Reich morirono nei campi di sterminio, altri nei

lager, molti ancora nei ghetti, dove la fame e il tifo decimarono migliaia di persone. Chi sopravvisse, come appunto Liliana Segre o Elie Wiesel, non ha mai smesso di ricordare, in favore di tutti coloro che hanno perso la vita giovani e meno - e perché mai un abominio simile torni a ripetersi. Secondo l’Enciclopedia dell’Olocausto, «Più di un milione di queste giovani vittime erano - appunto - ebrei, mentre altre decine di migliaia erano rom, polacchi e sovietici che vivevano nelle

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LA STORIA NEI LIBRI

zone occupate dalla Germania, nonché bambini tedeschi con handicap fisici e/o mentali provenienti dagli istituti di cura. Le possibilità di sopravvivenza degli adolescenti con un’età compresa tra i 13 e i 18 anni - sia ebrei che non ebrei - erano invece maggiori, in quanto potevano essere utilizzati nel lavoro forzato». Quasi tutti coloro che perirono nei campi, furono sterminati in camere a gas o finirono uccisi da stenti e malattia. Momento di caduta libera verso l’abisso fu di certo la promulgazione delle Leggi razziali. La condizioni dei bambini non ariani nella Germania nazista si fece infatti più drammatica nel 1933, quando Hitler sale al potere e, due anni dopo, promulga le prime Leggi razziali, copiate poi in Italia da Benito Mussolini. Secondo ricostruzioni che, però, potrebbero essere anche per difetto, solo in Italia furono più di 4mila i minori delle elementari ad essere allontanati dalle scuole pubbliche del Regno d’Italia. L’unica ragione, essere ebrei. La storia, purtroppo, per tutti loro è assai simile. I piccoli arrivavano nei campi di concentramento dopo

aver viaggiato molto a lungo in treni colmi di gente. Nessuno sapeva esattamente la destinazione che, invece, avrebbero scoperto solo all’arrivo. La ferrovia giungeva fin dentro questi luoghi di deportazione e morte, dove i bambini venivano spesso allontanati dalle famiglie. Una volta lì, finivano all’interno delle baracche, coperti di indumenti assolutamente non adeguati alle temperature, tra filo spinato e l’odore nauseabondo e inquietante dei forni crematori. I più anziani, molte donne e gli stessi bambini, non di rado, venivano costretti direttamente ai forni, mentre i maggiori di dodici anni venivano inviati ai lavori forzati. Molti di coloro che non venivano immediatamente uccisi, però, erano destinati a giorni terribilmente amari. Per molti di loro scattavano i tristemente noti esperimenti del criminale dottor Mengele che, ad Auschwitz, usò come cavie circa 3mila bambini (ne sopravvissero appena 200). Ma finirono cavie anche alcuni piccoli detenuti a Theresienstadt (Terezín) - altro campo di concentramento - che, nel luglio del 1944, furono selezionati per gli

Esistono in commercio numerosi libri che raccontano la condizione dei bambini durante le deportazioni. Alcuni sono libri prettamente per l’infanzia; altri, più rivolti agli adulti. Tra quelli adatti agli studenti delle scuole primarie, c’è senza dubbio Il giorno speciale di Max, di Sophie Andriansen e con le illustrazioni di Ilaria Zanellato. Racconta la storia Max, che un giorno, improvvisamente, si trova costretto a vivere in un mondo che sta cambiando, con una stella d’oro ben evidente sul petto. Nelle pagine, si parla di discriminazione e rastrellamento, tutti concetti che, però, nessuno spiega a Max, fino al momento in cui, in casa Geiger - la sua casa - arrivano i tedeschi. È il 16 luglio del 1942. Altro libro da segnalare è sicuramente L’amico ritrovato di Fred Uhlman. Racconta la storia di un’amicizia tra ragazzini nella Germania degli anni Trenta. Esce per la prima volta nel 1971 e descrive le vicende di Hans Schwarz, ragazzino ebreo di famiglia colta e borghese, e di Konradin von Hohenfels, di estrazione nobiliare. Tra loro nasce un’amicizia esclusiva che si scontra, però, con gli anni terribili del regime nazista. gennaio 2022 | www.spazio50.org

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Storia esperimenti. Terezín si trovava in territorio cecoslovacco e rimase in attività fino alla liberazione, l’8 maggio del 1945: da lì transitarono 140mila prigionieri. Quindicimila erano bambini, tra loro molti neonati. E sono proprio alcuni di questi neonati al centro del libro Survivors: Children’s lives after the Holocaust di Rebecca Clifford, storica statunitense, le cui storie - per certi versi - hanno dell’incredibile. In tanti, fra i bambini che lei racconta, hanno saputo solo in età matura cosa abbiano esattamente vissuto nella loro prima infanzia. Tra di essi, un uomo che venne a sapere del campo di concentramento solo quando - alle prese coi documenti del matrimonio - scoprì la propria storia. I genitori adottivi lo avevano cresciuto senza fare alcun riferimento al passato del bambino che, nato a Vienna nel 1942, era finito quasi subito nel campo di concentramento: quello appunto di Theresienstadt. Ma se conosciamo quegli anni terribili grazie agli occhi di una bambina è proprio per aver letto le parole atroci e indimenticabili di Anna Frank, il cui Diario racconta - con la viva voce di una ragazzina - l’orrore dello sterminio degli ebrei, il tentativo disperato di scongiurare la deportazione e quindi l’epilogo nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, e dunque in quello di Bergen-Belsen. Ferite difficilmente rimarginabili, anche per i sopravvissuti, che sono - in questi giorni di ricordo di quanto accaduto - al centro di incontri con le scuole e in tutti quei luoghi che hanno fatto della Memoria perno del loro agire. Tra le figure sicuramente più rappresentative di quegli anni, ci sono le sorelle Andra e Tatiana Bucci - autrici peraltro del libro edito Mondadori, Noi, bambine ad Auschwitz. La nostra storia di sopravvissute alla Shoah. Loro, come Liliana Segre, continuano a 28

Secondo alcune ricostruzioni, solo in Italia furono più di 4mila i minori delle elementari ad essere allontanati dalle scuole pubbliche del Regno d’Italia. L’unica ragione, essere ebrei ricordarci quanto l’orrore abbia toccato anche i più piccoli. Scambiate per gemelle, per via della loro notevole somiglianza, furono risparmiate a una immediata uccisione nelle camere a gas. Gli esperimenti nei campi di sterminio, infatti, puntavano spesso alle coppie di gemelli. Secondo il loro stesso racconto, stettero ad Auschwitz-Birkenau per 11 mesi - dal marzo 1944 al gennaio 1945 - e, pur di sopravvivere, si adattarono alle condizioni del campo. Convissero, dunque, con stenti, paura, freddo e fame, separate dalla madre, che scoprirono essere sopravvissuta solo nel 1946. Anche loro furono costrette all’interminabile viaggio nei treni della deportazione prima

di giungere appunto in Polonia. Oggi, hanno rispettivamente 85 e 83 anni. Ma tra i bambini sopravvissuti, ci furono anche personaggi come François Englert, fisico, e il chimico nonché scrittore Roald Hoffmann, entrambi poi divenuti Nobel, rispettivamente per la Fisica e per la Chimica. Il secondo, nell’arco degli anni, raccontò come riuscì a fuggire con la madre da un campo di concentramento nel 1939. Sorte sempre complessa anche per lo psicologo Daniel Kahneman (Nobel per l’Economia nel 2002) e Imre Kertész, scrittore e Nobel vent’anni fa: fu deportato quindicenne - come Elie Wiesel - ad Auschwitz e poi trasferito a Buchenwald, dove fu liberato nel 1945.

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Intervista

ELISABETTA VILLAGGIO: SIAMO TUTTI UN PO’ FANTOZZI La figlia di Paolo Villaggio ha da poco pubblicato Fantozzi dietro le quinte, un piacevole ricordo del padre e del suo personaggio più amato, a cinquant’anni dalla pubblicazione del primo libro dedicato al “mitico” ragioniere. di Raffaello Carabini

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a studiato filosofia a Bologna, e cinema e televisione a Los Angeles. Ha lavorato a lungo presso le principali emittenti Tv nazionali, realizzato due cortometraggi, curato la

regia del film Luna e le altre, scritto sceneggiature e anche due romanzi: Una vita bizzarra (2013, Premio Anassilaos alla narrativa) e La Mustang rossa (2016). Attualmente insegna alla Rome University of Fine

Arts, presso il dipartimento di Cinema. Elisabetta Villaggio è molto più della “figlia di”. È stato suo padre a incanalarla verso questa carriera? No. Lui non ha mai insistito. Però sono cresciuta immersa in questo mondo, il cinema, la Tv: è diventata quasi una scelta obbligata. Papà mi ha presa in alcuni film per fare dei lavori di contorno e di supporto, per imparare il mestiere. Dopo è diventato più difficile, perché in molti pensavano che la mia sola capacità fosse essere la “figlia di”. Fantozzi è nato prima come personaggio di una rubrica sul settimanale L’Europeo - il direttore voleva qualcosa di paradossale -, poi come protagonista di libri e infine al cinema. È vero che si rifà a un collega di suo padre durante gli anni in cui lavorò come impiegato, tale Bianchi con un ufficio in un sottoscala, oppure è una delle boutade con cui riempiva le interviste? In famiglia questo non l’ha mai detto, ma non portava il lavoro a casa, ne parlava pochissimo. Di sicuro non amava quello che faceva nella sua vita da impiegato. Secondo me, è stato ispirato dal “suo” rapporto con il lavoro e da tutto quel mondo impiegatizio della fine degli Anni ’50, inizio ’60.

«Mio padre era un intellettuale. Leggeva moltissimo, era molto colto, non seguiva gli schemi» 30

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Inizialmente aveva pensato di far interpretare Fantozzi a Renato Pozzetto, che però rifiutò. Non è che all’inizio lo amasse poco o comunque non si immedesimasse con lui? È vero che avevano chiamato sia Pozzetto che Tognazzi, però tutti e due avevano altri impegni con nuovi film. Allora il produttore gli disse: “Perché non lo fai tu?”. Lui rimase un po’ così, meravigliato, ma poi accettò volentieri e Fantozzi è rimasto totalmente associato a lui. Non è vero che non lo amasse, anzi era quasi un suo terzo figlio. L’aveva creato, plasmato, cambiato, anche a sua immagine e somiglianza. Era una sua creatura, mentre negli altri film faceva sostanzialmente l’attore. Un momento importante del periodo pre-Fantozzi è stato l’amicizia con Fabrizio De André, con cui ha condiviso il palcoscenico delle navi da crociera e quello del teatro di piazza Marsala. Il cantautore raccontava che insieme facevano lo scherzo degli schiaffi alla sta-

Sopra, Elisabetta Villaggio in compagnia del papà e del fratello Pier Francesco, in una tenera immagine risalente all’infanzia. In basso: insieme a suo padre, in uno scatto di qualche anno fa. In apertura, una recente immagine di Elisabetta con il fratello Pier Francesco.

zione prima di Amici miei... Si conoscevano fin da bambini, perché i rispettivi genitori erano amici. Si trovarono anche a fare le vacanze insieme. Poi si erano entrambi iscritti a Legge, perché ci tenevano i rispettivi genitori, non per scelta loro. Uno voleva recitare, apparire; l’altro fare musica. Erano un po’ dei pesci fuor d’acqua nella Genova di allora, due spiantati che però venivano da famiglie borghesi. Facevano degli spettacolini in giro, a casa di amici. Uno con la chitarra, mentre l’altro diceva battute e inventava personaggi. C’era un’amicizia molto stretta, piaceva a entrambi fare tardi. Fabrizio veniva a casa nostra quasi tutte le sere. Anche quando ci siamo trasferiti a Roma, se per qualche motivo scendeva, si fermava da noi. Stavano bene insieme: grande talento, con qualcosa di avanguardistico nei rispettivi ambiti. Praticamente lo scoprì Maurizio Costanzo, che ricorda di aver firmato l’accordo con suo padre per averlo a Roma nel suo teatrino di cabaret sul to-

vagliolo di un ristorante. Lui ebbe il coraggio di lasciare il posto fisso per trasferirsi con tutta la famiglia. Non dovette essere una scelta facile, specie alla fine degli Anni ’60... Mio padre andò a Roma con una borsa piena di poche cose, un giubbottino, pantaloni, qualche camicia, perché pensava di rimanere pochi giorni, fare qualche spettacolo e tornare. “Tanto non verrà nessuno”, pensava. Invece fu un successo e dovette scendere mia madre per portargli i vestiti necessari e convincerlo a fare questa scelta molto coraggiosa. Lei, che ha sempre creduto molto in mio padre, capiva che non era felice di fare l’impiegato e che aveva le qualità per fare questo salto. Che tipo di rapporto aveva con il denaro? Gli piaceva molto, gli piaceva averlo e gli piaceva molto spenderlo. Ne ha sperperato e buttato tantissimo. Spesso suo padre ha dichiarato che Fantozzi era una figura terapeutica per gli spettatori che non si sentivano competitivi oppure erano isolati sul gennaio 2022 | www.spazio50.org

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Intervista posto di lavoro... Mio padre diceva sempre che le persone lo fermavano esclamando: “Lo sa che Fantozzi è proprio come il mio vicino di casa, come mio zio, come un mio collega”. In realtà era un modo per nascondere a se stessi che un po’ di Fantozzi c’è in ognuno di noi, perché a tutti capitano situazioni e reazioni fantozziane. Sul posto di lavoro e nella vita di tutti i giorni. Ci si riconosce, perché è un po’ Paperino, sfortunatissimo. Però allora era molto sottostimato dalla critica... Mio padre fondamentalmente era un intellettuale. Leggeva moltissimo, era molto colto, non seguiva gli schemi, gli piaceva la storia che lo aiutava a comprendere i fatti con una mente più aperta. Questo essere considerato quasi un guitto lo disturbava. Diceva sempre che Jerry Lewis era

un grandissimo attore e invece era reputato da noi come uno scemone che faceva le facce e parlava strano. E lui si sentiva un po’ così. Quando parlava di sé, però, lui si definiva un cialtrone, se non peggio. Addirittura, lei dice, era convinto di essere pazzo. Come mai? Cialtrone lo definivano i suoi amici in modo affettuoso, ma un po’ picca32

IL RAGIONIERE PIÙ FAMOSO D’ITALIA Ugo Fantozzi nacque sulle pagine dell’Europeo nel 1968 e poi diventò protagonista di una lunga saga fatta di proverbiali libri e film. Ultima “maschera” comica italiana, con un linguaggio iperbolico e gag immediate, conquistò (e continua a farlo) milioni di lettori e spettatori. Il libro Fantozzi dietro le quinte (Baldini+Castoldi) non è la storia del personaggio, è il ritratto di un padre. La figlia Elisabetta ricorda e raccoglie testimonianze per raccontare come fosse davvero l’uomo, il comico, lo scrittore che ci ha lasciato nel 2017. Dall’infanzia a Genova all’amore incontrato a vent’anni, dalla gavetta a Roma all’amicizia con De André. E poi l’ansia congenita, il cibo come sfogo, il ritiro, la malattia.

ti. Era capace di dare appuntamenti, magari in altre città, e poi cambiava all’improvviso idea senza neppure avvisare. Capisce che era seccante. Del pazzo, invece, me l’ha detto negli ultimi anni. Non era uno che raccontava mai molto di sé e io non avrei mai immaginato che, quando era piccolo, aveva pensato seriamente per alcuni anni di essere pazzo. Nell’ultimo periodo si dedicò soprattutto al teatro, con altrettanto successo... Lui ha sempre lavorato sodo. Non poteva stare senza lavoro, così, poiché al cinema lo chiamavano molto poco, negli ultimi anni ha recitato a teatro prima testi di altri adattandoli a se stesso, poi ne ha scritti lui, raccontandosi. Gli dava una linfa vitale, lo faceva anche per questo. Ricordo che, quando veniva una troupe in casa per intervistarlo, si sollevava dal torpore dell’ultimo periodo, si tirava molto su. Aumentò anche molto di peso, praticamente cercando di superare quella specie di depressione che lo aveva colpito rivolgendosi al cibo. In più aveva il diabete alimentare e non fece nulla per curarsi, fino a essere costretto sulla sedia a rotelle. Cosa gli dicevate? Perché non siete riusciti a, diciamo così, farlo ragionare? Il cibo lo ha sempre un po’ usato come placatore di ansia. Quando ottenne il Leone d’oro alla Carriera disse: “Da domani mangerò di meno”, ma non fu così. Negli ultimi anni diceva: “Lavoro meno, vedo meno amici, non c’è più sesso, il cibo mi sostituisce tutto”. Decideva sempre di testa sua. Io lo portavo dal diabetologo, ma appena usciti vedeva una pasticceria, entrava e non comprava un bignè, un cioccolatino, comprava una torta che mangiava tutta. Benché fosse una persona molto razionale, era impossibile farlo ragionare su certe cose.

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Corti di Lunga Vita, il concorso di cortometraggi dell’associazione 50&Più, è pensato per tutti coloro che vogliono realizzare opere che fanno riferimento all’anzianità e all’invecchiamento. Per partecipare, è necessario presentare opere inedite o edite (purché realizzate e trasmesse dopo il 1° ottobre 2020) di durata uguale o inferiore ai 7 minuti. Tutte le opere dovranno declinare il tema “Abbracciami!” – che guiderà questa edizione – in relazione alla terza età.

Per maggiori informazioni e per rimanere aggiornati sul bando di quest’anno, è possibile visitare la pagina


Estero

IL “NUOVO INIZIO” DELLA GERMANIA DI OLAF SCHOLZ Il rosso della socialdemocrazia, il verde degli ambientalisti e il giallo dei liberali: sono i “colori” di una coalizione a tre a guidare la Germania uscita dalle prime elezioni politiche del dopo-Merkel di Leonardo Guzzo

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e elezioni politiche dello scorso 26 settembre hanno traghettato la Germania nelle mani di una coalizione inedita, tripartita, definita “semaforo” dai colori distintivi dei partiti che la compongono: il rosso dei socialdemocratici, il verde degli ambientalisti e il giallo dei liberali. L’uscita di scena di Angela Merkel, dopo 16 anni di governo, ha determinato il crollo del partito cristiano-democratico, fermo al 24% dei consensi e calato di oltre otto punti percentuali rispetto alla precedente tornata elettorale. La leadership debole di Armin Laschet, penalizzato da una comunicazione poco efficace e da una serie di incidenti di percorso, ha condannato l’Unione Cristiano Democratica (CDU) a una pesante sconfitta politica. Il Partito Socialdemocratico

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di Germania (SPD), i Verdi (Grünen) e il Partito Liberale Democratico (FDP) hanno invece guadagnato voti, attestandosi rispettivamente al 26%, al 15% e al 12% e facendo il pieno dei consensi giovanili, interpretati come un’impellente richiesta di cambiamento. Dopo due mesi di intense trattative, i tre vincitori delle elezioni hanno raggiunto un accordo di governo, scongiurando così una riedizione della Grosse Koalition che ha sostenuto l’ultimo esecutivo di Angela Merkel. «L’accordo di governo - spiega Tiziano Zgaga, professore aggiunto di Politica Comparata alla Luiss Guido Carli e ricercatore presso l’Università di Costanza - è molto particolareggiato ed è stato significativamente intitolato “Osare per il progresso”, riprendendo un celebre motto dell’ico-

Nella foto in alto, Olaf Scholz, il nuovo Cancelliere della Germania. In basso, i neo ministri in occasione della prima riunione del nuovo Governo tedesco, tenutasi l’8 dicembre scorso presso la Cancelleria di Berlino.

na socialdemocratica Willy Brandt, “Osare per la democrazia”. L’idea di fondo è quella di promuovere un cambiamento e trovare un punto di incontro tra i membri di una coalizione indubbiamente originale, in cui i voti del secondo e del terzo partito - sommati - superano quelli del primo. Questa situazione si riflette nella meticolosità e insieme nel complicato equilibrio del programma che, da un lato, asseconda l’austerity dei liberali (si tornerà al più presto al pareggio di bilancio, non saranno imposte nuove tasse, resteranno invariate le imposte sul reddito e sulle società e l’Iva) e, dall’altro, sposa la transizione ecologica sostenuta dai Verdi, prevedendo ingenti investimenti per ristrutturare il sistema di approvvigionamento energetico con l’intento di azzerare la dipendenza dal carbone entro il 2030. Un super-Ministero dello Sviluppo Economico e del cambiamento climatico, affidato al verde Robert Habeck, dovrà controllare che ogni iniziativa del governo rispetti certi standard ecologici; e, d’altro canto, lo strategico Ministero delle Finanze è stato assegnato al liberale Christian Lindner». Il successore di Angela Merkel è il socialdemocratico Olaf Scholz, ministro delle Finanze nello scorso governo, che per tutta la campagna elettorale ha cercato di accreditarsi come cancelliere

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Estero della continuità. «Scholz ha esperienza e competenza - dice Tiziano Zgaga - ed è stato già introdotto da Angela Merkel nel club dei leader dell’Unione Europea. Tutto fa pensare che proseguirà la politica del pragmatismo e del compromesso praticata dall’ex cancelliera. C’è da vedere se saprà supplire alla carenza di visione che spesso è stata imputata alla Merkel, per spiegare gli scarsi progressi compiuti dall’integrazione europea nel corso del suo lungo mandato. Per certo è lecito aspettarsi da Scholz una maggiore attenzione alle politiche sociali: il programma di governo prevede l’innalzamento del salario minimo da 9,60 a 12 euro, ampi interventi di edilizia pubblica, l’abbassamento dell’età per votare alle elezioni nazionali ed europee da 18 a 16 anni e, con riferimento alle politiche migratorie, l’accelerazione delle procedure di asilo, ricongiungimento familiare e rimpatrio. Anche in politica estera si annunciano aggiustamenti: nei confronti della Cina, quasi certamente, e nel senso di una maggiore attenzione al rispetto dei diritti umani». La delicata situazione sanitaria della Germania, in difficoltà di fronte alla veemenza della quarta ondata della pandemia da Covid-19, fa del nuovo esecutivo a tutti gli effetti un governo di emergenza, chiamato a gestire una fase di transizione cruciale per il futuro del Paese e dell’Europa. «Il governo Scholz dovrà prendere decisioni rapide e probabilmente impopolari - sottolinea Zgaga -, giustificate peraltro dall’emergenza sanitaria in cui la Germania versa. Il cancelliere

Cancelleria di Berlino, dicembre 2021: un momento del passaggio di testimone tra Angela Merkel e il suo successore, Olaf Scholz, leader del Partito socialdemocratico. sembra intenzionato a far approvare a scrutinio segreto una legge che introduca l’obbligo vaccinale al più tardi dal mese di marzo. La lotta alla pandemia darà la prima misura dell’affi-

L’uscita di scena di Angela Merkel, dopo 16 anni di governo, ha determinato il crollo del partito cristiano-democratico, fermo al 24% dei consensi e calato di oltre otto punti percentuali rispetto alla precedente tornata elettorale 36

dabilità del nuovo esecutivo e Scholz vuole condurla in nome del pragmatismo e della competenza che da tutti gli sono riconosciuti. La Germania resterà comunque, per peso politico ed economico, uno dei grandi attori sulla scena europea e mondiale, ma il nuovo governo ha un vantaggio di compattezza rispetto al precedente. Scholz e i suoi alleati sembrano aver l’immaginazione, la decisione e insieme la capacità di mediazione richieste in questa stagione di sfide interne ed internazionali».

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Costume

LA RINASCITA DEL VINILE, UNA QUESTIONE DI CUORE di Fulvio De Sanctis

Quel suono caldo, avvolgente, ruvido, che solo un disco LP può dare. Un’esperienza quasi fisica, che collezionisti e nostalgici conoscono bene e che non sono disposti a scambiare con la musica digitale o su CD. E il mercato del vinile ha iniziato una seconda giovinezza

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uanti sono i ricordi che ci riportano alla memoria gli oggetti smarriti del nostro passato? Molti risultano ormai inusuali o del tutto obsoleti; basti pensare alle cabine telefoniche, ai VHS, la lista sarebbe davvero lunga. Ma per qualche affascinante alchimia, alcuni di essi, hanno resistito ad ogni attacco tecnologico che li vorrebbe incastrati tra gli antichi rifugi di una vecchia foto. Il disco in vinile o Long Playing, ne è la prova conclamata: una sorprendente longevità nel mondo audiofilo, che mantiene intatto il rito sacrale di un ascolto vissuto con la medesima fisicità di un tempo. Dopo un periodo di supremazia digitale, quando la comodità del CD sembrava non lasciare spazio ai ripensamenti di un romanticismo andato, questo “signore”, nato nel 1948 come evoluzione del precedente 78 giri in ceralacca, torna pian piano ad esistere, con le sue grandi copertine, con la puntina che ne solca la spirale analogica, fino all’incanto di una riproduzione sonora capace di oltrepassare il senso del semplice ascolto, per raggiungere quell’esperienza mistica e tattile che ci racconta quasi un secolo di umanità. Il disco in vinile ha, da ormai più di 10 anni, confermato una sua fetta di mercato con la pubblicazione di nuovi tito-

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li, ristampe di classici e il fiorire di un collezionismo che, seppur di nicchia, è in grado di alimentarne il carisma. C’è un interesse sempre più crescente verso il supporto che ha cambiato la storia del nostro costume, un desiderio di rivalsa nei confronti di un presente che, probabilmente, ha l’urgenza di ritrovare la sua infanzia perduta. La rinascita del Long Playing non si limita ai nostalgici mercatini ambulanti, si espande con la concretezza di

gruppi Facebook, come “Dischi”, che conta migliaia di iscritti, e di nuovi negozi fisici come “Welcome to the Jungle” (nella foto sopra), due piani di sogni in vinile a Roma, nel quartiere Prati; inaugurato da pochi anni vanta titoli che spaziano dal Pop al Rock, fino ad un’imbattibile collezione di Jazz. Massimo Libutti, 70 anni e padre della proprietaria Martina (33), ci racconta la grande passione della figlia per il canto e del suo desiderio di apri-

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re un negozio di dischi. Quando gli domandiamo di spiegarci la tipologia di clientela, lui risponde: «Non esiste un target, varia dai 20 ai 60 anni. Sono molti i giovani che si avvicinano al mondo dei giradischi». “Welcome to the Jungle” è quindi il rinnovato amore perché, lo si voglia o meno, una parte di musica è tornata a girare sotto le puntine. A differenza dei negozi di un tempo, si lavora anche sull’usato, sulla verifica di un’accurata quotazione, in quanto il valore di un’edizione rispetto ad un’altra potrebbe differenziarsi in maniera significativa, fino a raggiun-

gere le vette dall’alto collezionismo. Oggi la clientela è più esigente, spiega Massimo, e servizi come il lavaggio dei supporti (grazie ad apposite macchine lava-dischi) e la possibilità di ascoltare un album prima dell’acquisto, sono parte della gestione di una struttura moderna. Quando poi si arriva agli artisti più venduti, Massimo risponde, senza riserve, che Beatles, Led Zeppelin e King Crimson resistono tra i più desiderati in assoluto; un’affermazione che ci illumina, traghettandoci verso l’odore della carta stampata, con gli occhi incantati su quelle copertine dal calore analogico. Il nuovo fenomeno del Long Playing ha, quindi, inevitabilmente riposizionato i giradischi nei soggiorni di molte abitazioni: piatti di nuova generazione o illustri vintage revisionati a dovere. Giampaolo Rugo, 53 anni, scrittore di libri e di teatro, ci apre la porta della sua casa a Roma, e ci racconta la sua passione per la musica e per l’ascolto analogico. Ha l’età perfetta per ricordare il passaggio epocale che condizionò l’uscita di scena del 33 giri a favore del più pragmatico CD. «Non ho niente contro il CD, parlo a titolo personale. Quando ero ragazzo, l’acquisto di un disco, il portarlo a casa, togliere la pellicola ed estrarre con attenzione dalla busta interna il vinile per evitare di toccare i solchi con la mano, posare su di esso la puntina, osservare con attenzione la copertina mentre la

C’è un interesse sempre più crescente verso il supporto che ha cambiato la storia del nostro costume, un desiderio di rivalsa nei confronti di un presente che, probabilmente, ha l’urgenza di ritrovare la sua infanzia perduta musica usciva dai diffusori: tutte cose che facevano parte dell’esperienza d’ascolto. Così, rovesciando il concetto, per me l’esperienza d’ascolto non è completa senza tutto questo rituale», ci dice Giampaolo davanti alla sua collezione di ben 700 dischi, parte di frammenti indelebili di vita. Poi ci racconta i suoi esordi da fruitore, quando una vecchia raccolta dei Beatles, Oldies But Goldies, aprì la porta a quello che, da sempre, è il suo gruppo preferito; seguirono i Cure, i The Who, il Jazz di Miles Davis. «Ascolto anche musica in CD. Ma ogni volta che metto un vinile sul piatto è come se quell’oggetto contenesse la magia degli ascolti precedenti», sottolinea alla fine, confermando un’esperienza d’ascolto che, malgrado le nuove tecnologie digitali, continua a raccontare una delle più belle storie del mondo… l’eterna poesia della musica.

Nella foto a sinistra, Martina Libutti, insieme al padre, Massimo; nella foto a destra, lo scrittore Giampaolo Rugo, grande appassionato dell’ascolto analogico.

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Scienze di Alessandro Mascia

PIEDI GONFI, PERCHÉ? LE POSSIBILI SOLUZIONI Gambe pesanti, difficoltà nel cammino, instabilità ad ogni passo... Argomenti su cui sarà spesso capitato di discutere con amici e conoscenti, per confrontarsi sui fastidi e gli inestetismi derivanti da problematiche agli arti inferiori

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edema venoso e linfatico degli arti inferiori si manifesta prevalentemente nei soggetti più anziani e nelle persone in sovrappeso, ma con la sedentarietà forzata di questo periodo di pandemia e telelavoro la percentuale di persone che soffrono di stasi è sensibilmente aumentata. Il gonfiore è dato da un eccessivo accumulo di liquidi nel tessuto adiposo sottocutaneo nei soggetti in cui il ritorno venoso non è in grado di vincere la forza di gravità. Tra le possibili cause troviamo: posture sedentarie (seduti o in piedi fermi troppo a lungo), traumi ed interventi chirurgici dell’addome o degli arti inferiori, scarsa attività fisica, gravidanza, sovrappeso, alimentazione scorretta con eccesso di sale e grassi, scarpe strette e con tacco troppo alto oppure troppo basso. Queste sono soltanto alcune tra le innumerevoli cause alla base del gonfiore dei piedi o di tutto l’arto inferiore. Andando ancor più nel-

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lo specifico, per capire invece quali patologie possono generare questo fastidioso disturbo possiamo elencare: insufficienza renale e/o venosa, trombosi venosa profonda o anche tromboembolia, patologie cardiache, diabete, steatosi e cirrosi epatica, malattie reumatiche, vene varicose, ipotiroidismo, tumori, assunzione di corticosteroidi e molte altre ancora. È evidente quanto una condizione apparentemente semplice possa in realtà nascondere un’estrema complessità e variabilità di condizioni. Gli specialisti coinvolti nella valutazione del paziente possono essere molti. Il primo giudizio (salvo casi acuti in cui si è necessario recarsi di urgenza in ospedale) è sempre affidato al medico di base, che conoscendo il paziente è in grado di orientare in modo corretto il percorso specialistico evitando visite inutili. Può essere consigliata la valutazione da parte del cardiologo, del nefrologo, dell’endocrinologo, del diabetologo, del fle-

SE DIPENDE DAL DIABETE…

Edema diffuso, pesantezza degli arti inferiori, formicolio, dolore e crampi notturni sono alcuni dei sintomi che devono indurre chi ne soffre a sospettare di un legame con la patologia diabetica. In questo caso i vasi si sfiancano, le valvole delle vene sono meno contenitive, il piede cambia appoggio ed il sangue viene pompato verso il cuore con maggiore difficoltà.

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bologo, dell’angiologo, come anche la valutazione da parte dell’epatologo o dell’ortopedico. Come detto, le gambe gonfie sono il risultato del ristagno dei liquidi (sostanzialmente acqua) migrati dal sistema venoso verso i tessuti degli arti inferiori a causa di una variazione della pressione del sistema venoso rispetto alla pressione interna delle cellule dei tessuti limitrofi. La causa delle gambe gonfie deve quindi essere ricercata nel malfunzionamento del sistema vascolare oppure a carico del sistema linfatico (dotti linfatici). L’edema è il risultato di uno squilibrio tra filtrazione e riassorbimento oppure tra pressione idrostatica e pressione oncotica nei piccoli capillari periferici. Se si effettua una pressione con il pollice sull’arto gonfio, permane per qualche minuto una fossetta, detta “fovea”, che rappresenta un segno clinico evidente di ritenzione (edema periferico). I sintomi possono andare dalla facile stancabilità nel camminare ai crampi muscolari, dal prurito al dolore degli arti inferiori, dal bruciore notturno ai polpacci fino, nelle situazioni peggiori, alla febbre. Ad ogni modo, stabilita la causa della stasi degli arti inferiori, viene normalmente prescritta una cura farmacologica accompagnata da un percorso riabilitativo composto da tecniche di linfodrenaggio (manuale o meccanico) e di rieducazione motoria preposta alla ricerca della libertà articolare, grazie ad esercizi e posture di allungamento e riequilibrio muscolare. Oltre al lavoro svolto durante la seduta di riabilitazione è vivamente consigliata l’integrazione con esercizi svolti tutti i giorni a casa. Si può, ad esempio, utilizzare una pallina propriocettiva oppure un rullo da far scorrere sotto la pianta dei piedi stando seduti o in stazione eret-

ta. In aggiunta, si devono eseguire esercizi di allungamento e rilassamento muscolare con le gambe sollevate in appoggio su una parete, sfruttando la forza di gravità per favorire il drenaggio degli arti. Sono inoltre utili esercizi di respirazione per migliorare la mobilità del muscolo diaframma, come motore fondamentale della pompa vascolare. È vivamente consigliata la ginnastica vascolare camminando in va-

sche riempite di acqua a differenti temperature. Stare troppo tempo seduti o fermi in piedi favorisce la formazione di varici e di teleangiectasie. Durante le ore di lavoro oppure durante una partita a carte tra amici, è indispensabile alzarsi dalla sedia ad intervalli regolari per compiere qualche passo, al fine di estendere le anche e le ginocchia e facilitare così il transito venoso e linfatico verso il cuore ed il torace.

EDEMA E DEAMBULAZIONE: GLI ACCORGIMENTI Il posturologo interviene quando alla base dell’edema è presente un problema biomeccanico del sistema muscolo-scheletrico, come nel caso del cedimento della volta mediale, che rallenta il ritorno del sangue venoso verso l’alto. Una possibile soluzione è data dai seguenti accorgimenti: adozione di calzature confortevoli idonee per camminare a lungo; utilizzo di plantari confezionati su misura che possano indurre il piede a ricreare i tre archi di sostegno del piede; rieducazione della deambulazione per correggere possibili squilibri dell’appoggio dei piedi, della stabilità del ginocchio e dell’ampiezza del movimento delle anche durante il passo.

È utile prevenire e curare la stasi venosa e l’edema nel periodo invernale, perché con il caldo estivo il quadro clinico è normalmente destinato a peggiorare. gennaio 2022 | www.spazio50.org

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Scienze

UNA “MENS SANA”, PASSO DOPO PASSO Camminare è un’attività fisica tanto semplice quanto benefica. Per mantenersi in salute sono sufficienti 10mila passi al giorno, purché eseguiti con un’andatura sostenuta. La mente ringrazia. E anche il corpo

di Giovanna Dall’Ongaro

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rendiamo una tipica giornata “no”. Non si trova un parcheggio neanche a pagarlo e ci si deve accontentare di un posto a un chilometro di distanza dalla destinazione. Poi, ci si incammina verso la meta, si sbaglia strada e si allunga di un bel po’ il tragitto previsto. Infine, si arriva all’appuntamento e si scopre che bisogna salire al quarto piano e che l’ascensore è rotto. Siamo proprio sicuri di poter dire che è andato tutto storto? Strano a credersi, ma ci sono buone ragioni per considerare tutti quei contrattempi una gran fortuna. Addirittura sarebbe bene che capitassero più spesso. Perché se così fosse, la salute ne guadagnerebbe. Tutta quella serie di (s)fortunati eventi, infatti, costringe a fare quello che oramai da tempo i medici prescrivono come se fosse una me-

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Salute

dicina: camminare. Un gesto semplice che fa bene non solo al corpo ma anche al cervello. Da una sperimentazione condotta su un gruppo di 48 persone over 55 con lieve decadimento cognitivo, pubblicata sul Journal of Alzheimer’s Disease, è emerso che le persone che avevano camminato con costanza e a passo sostenuto per un anno avevano punteggi migliori nei test sulle performance cognitive (memoria, capacità di ragionamento, concentrazione ecc…) rispetto a chi aveva seguito un programma di stretching. I ricercatori ipotizzano che l’impatto positivo della camminata dipenda dall’aumento del flusso sanguigno al cervello. La buona notizia è che i “camminatori” mantenevano i benefici ottenuti a lungo termine, anche dopo giorni dall’ultima camminata. Sembra infatti che l’attività motoria induca cambiamenti permanenti. Insomma, la mens sana si ottiene passo dopo passo. Ma quanti passi servono? Ha senso contarli? È davvero necessario munirsi di app, cinturini per il fitness, smartwatch per monitorare la propria attività fisica? Abbiamo rivolto questa e altre domande alla professoressa Daniela Lucini, responsabile del Servizio Medicina dello Sport e dell’Esercizio Fisico dell’IRCCS Istituto Auxologico Italiano e direttore della Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport ed Esercizio fisico dell’Università di Milano. Professoressa, ci tolga subito una curiosità: si è parlato tanto dell’obiettivo dei 10mila passi al giorno. È davvero utile per assicurarci un cervello in forma e gli altri benefici sulla salute? Bisogna fare una premessa. Noi specialisti dividiamo l’attività fisica in due tipologie. La prima consiste semplicemente nella cosiddetta

“riduzione della sedentarietà”. In questa categoria rientrano, per intenderci, tutte quelle attività considerate “meglio di niente”, come fare le scale invece di prendere l’ascensore, andare a spasso con il cane, ma nulla di impegnativo. La seconda comprende, invece, gli esercizi strutturati, attività di una certa durata, intensità e frequenza. La camminata può essere di entrambi i tipi. Ma per portare a casa benefici significativi va eseguita come un esercizio strutturato. Detto questo, i 10mila passi al giorno vanno bene solo se vengono effettuati a passo svelto. Dopo mezz’ora di attività bisogna sentirsi accaldati, il battito cardiaco deve accelerare fino a un livello tale in cui il fiato ci permette ancora di parlare ma non di cantare. Quindi, oltre alla quantità dei passi conta la qualità. È chiaro: i 10mila passi accumulati facendo shopping e passando da un negozio all’altro valgono solo come riduzione della sedentarietà. Che è qualcosa, ma non basta… Esattamente. Le linee guida consigliano di svolgere attività fisica di tipo endurance-aerobico di intensità moderata, ossia del tipo che abbiamo descritto prima, per 150-300 minuti alla settimana. Si è visto che in particolare le attività di endurance o cardio, come la camminata, la corsa, il nuoto ecc. riducono il rischio di malattie cardiovascolari e metaboliche, e allontanano il declino cognitivo. Come mai, però, la camminata è l’attività fisica più “sponsorizzata”? È semplice, perché è quella che è più facile a farsi. Nel consigliare uno sport o un’attività fisica bisogna tener conto, oltre che dei benefici specifici, anche della fattibilità. E, soprattutto in caso di persone di

una certa età, la camminata ha molti vantaggi. Non è pericolosa, può essere svolta in compagnia favorendo così la socializzazione, che ha ripercussioni positive sul benessere mentale e sull’umore, si può fare all’aperto in spazi verdi che hanno proprietà rilassanti ed è economica perché, al di là dell’investimento iniziale per un buon paio di scarpe, non richiede altre spese. Insomma, la camminata è la combinazione ideale di tanti elementi positivi e per questo viene tanto caldeggiata. Torniamo ai vantaggi per il cervello… È vero che camminando, il cervello resta al passo? Numerosi studi hanno dimostrato che l’esercizio fisico migliora le performance lavorative e scolastiche e, in generale, le capacità cognitive. Come mai ciò accada non è stato chiarito del tutto, ci sono tanti “perché” conosciuti e molti altri da scoprire. Indubbiamente l’attività fisica induce dei cambiamenti nel cervello che migliorano a lungo termine la capacità di gestire lo stress ed evitare la depressione, due fattori di rischio per il decadimento cognitivo. Altri benefici si osservano nell’immediato. Quando sto camminando o nuotando il cervello lavora meglio. Che consigli darebbe alle persone che vogliono iniziare a camminare? Prima di tutto di consultare un medico esperto dell’esercizio fisico, qualcuno che faccia una visita medica più approfondita rispetto a quella che serve per il certificato medico della palestra, e che individui l’attività più indicata per la persona definendo gli obiettivi da raggiungere. E, poi, consiglio di cominciare e basta. Iniziando semplicemente a fare quel che si riesce, per poi gradualmente progredire verso attività più strutturate. gennaio 2022 | www.spazio50.org

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Tecnologia e dintorni CURIOSITÀ

a cura di Valerio Maria Urru

In Svezia, migliaia di persone si sono fatte impiantare un microchip sottopelle. Con questo possono fare pagamenti contactless e persino aprire la porta di casa senza chiavi.

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UN’APP PER MANTENERE I BUONI PROPOSITI “Goal Tracker & Habit List” per programmare i nostri obiettivi

L’inizio di un nuovo anno è il momento migliore per avviare un cambiamento. Ma spesso è difficile modificare le proprie abitudini e monitorare gli obiettivi. In questo caso, può essere d’aiuto l'app Goal Tracker & Habit List. Stabilito un macro obiettivo, si segna con una “X” ogni giorno del calendario in cui si è fatto qualcosa per raggiungerlo. L’impegno costante creerà una catena di “X”. La vera sfida sarà non spezzarla per avvicinarsi sempre più all’obiettivo.

https://play.google.com/store/apps

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UN'INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER IL CALCIO La FIFA si affida sempre più alla tecnologia

Secondo alcuni rumor, la FIFA avrebbe in cantiere la realizzazione di un sistema che stabilisca il valore reale di un giocatore, per porre un argine alle speculazioni e ai prezzi esorbitanti degli atleti. La Federazione, infatti, avrebbe commissionato la realizzazione di un apposito algoritmo ad una compagnia italiana che lavora da tempo ad un sistema in grado di calcolare il valore di mercato dei giocatori. Sarà la fine del classico Calcio Mercato?

www.fifa.com

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CARTA DI IDENTITÀ ELETTRONICA? PRENOTIAMOLA Ad oggi in Italia sono state rilasciate oltre 25 milioni di CIE

I vantaggi della Carta d’Identità Elettronica sono tanti. Si va dall’accesso ai servizi digitali della Pubblica Amministrazione alla maggiore facilità con cui effettuare il download del Green Pass e del Super Green Pass. Per ottenerla si può prenotare un appuntamento direttamente online. Basta collegarsi alla pagina dedicata sul sito del Ministero dell’Interno, cliccare su “cittadini” e compilare il form di prenotazione.

www.prenotazionicie.interno.gov.it

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“UBO”, L’APP CHE VUOLE MIGLIORARE IL MONDO Un antidoto 2.0 allo spreco alimentare

Stanchi di gettare cibo solo perché è finito in fondo al frigo? La soluzione c’è e si chiama UBO. Con questa app si può fotografare la data di scadenza di un prodotto, impostare un avviso e lasciare che ci ricordi entro quando va consumato. Ma non solo: UBO aiuta a conoscere come conservare meglio i cibi, come preparare ottimi piatti con verdure o cibi in scadenza, come riutilizzare gli scarti. Un bell’aiuto per un impatto zero sull’ambiente.

https://www.unabuonaoccasione.it/it/app

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Dal 5 all’8 gennaio 2022, a Las Vegas, si tiene il CES, il più grande evento fieristico di tecnologia al mondo (www.ces.tech)

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Cattiva digestione Flatulenza

Gonfiore intestinale Aerofagia

da bere. Pronto r chi Utile pe lemi ha prob izione ut gl di de

IPPOCASTANO

DEPURATIVO AMBROSIANO

ARNICA

IPERICO GENZIANA AMAMELIDE


ABBIAMO SCOPERTO CHE C’È VITA DOPO LA VITA. Grazie al tuo lascito testamentario a Fondazione Umberto Veronesi, la ricerca oncologica potrà andare avanti e migliorare la vita delle generazioni future.

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Focus

Una famiglia italiana su quattro ha un cane, una su cinque un gatto: numeri in crescita durante la pandemia, con animali anche presi in adozione e “utilizzati” come sostituti di affetti mancanti. Perché non sempre è stato “vero amore”

IL PET? UNO DI FAMIGLIA. E LA VITA SI ARRICCHISCE DI SODDISFAZIONI di Giovanna Vecchiotti

Sono oltre 12 milioni, per la precisione 12,2 milioni, le famiglie italiane che ospitano in casa animali domestici; un incremento di circa un milione soltanto nell’ultimo anno, quando il Covid-19 ha determinato un profondo cambiamento nei nostri stili di vita. Da recenti ricerche risulta che i pet nel nostro Paese sono oltre 62 milioni - in media un animale per ogni abitante - e, di questi, 16 milioni sono cani e gatti, seguiti dai pesci (29,9 milioni) e dagli uccelli (12,9 milioni), ma non mancano conigli e tartarughe. E il dato più significativo è che a cercare la compagnia di un animale domestico sono state in prevalenza famiglie senza bambini, persone spesso con ridotti rapporti sociali, resi ancora più limitati dall’emergenza sanitaria. Ecco, quindi, che l’animale domestico, al tempo della pandemia, si è trasformato in antidoto alla solitudine, in surrogato agli abbracci mancanti, in aiuto per alleviare lo stress quotidiano e combattere l’ansia. Benefici a cui in tanti, purtroppo, hanno rinunciato nel momento in cui, allentate le misure restrittive, si sono sbarazzati del pet accolto in casa non tanto per amore quanto per convenienza. Senza comprendere che un animale domestico è un “amico per la vita”, che ti arricchisce dentro. E, cosa rara, non chiede niente in cambio.

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Inchiesta 50&Più

UN AMICO A QUATTRO ZAMPE PER RICOMINCIARE A SORRIDERE di Linda Russo

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el 2009, nelle sale cinematografiche italiane vennero proiettate due storie che affascinarono il pubblico. Entrambe trattavano vicende realmente accadute e, in entrambi i casi, il protagonista era un cane. Il primo, Marley, un labrador color miele che sconvolge la vita di un’allegra famigliola del sud della Florida. Il secondo, Hachiko, un Akita Inu che ogni giorno attende il padrone alla fermata del treno. Due storie diverse che, però, riescono a rendere con facilità l’indissolubile rapporto che si crea tra un animale da compagnia e l’essere umano che se ne prende cura. Un amore che non interessa solo i cani, ma anche i gatti. Per capire la profondità di questa relazione, i benefici che ne derivano e gli effetti anche terapeutici che si possono trarre, abbiamo intervistato la dottoressa Marta Borgi, ricercatrice presso il Centro di Riferimento per le Scienze comportamentali e la Salute mentale dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Dottoressa Borgi, secondo quanto dichiarato da ENPA (Ente Nazio-

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Nel 1964, venne coniato il termine “Pet Therapy” per descrivere l’uso di animali da compagnia nella cura di malattie psichiatriche. Ma la relazione con i nostri animali porta benefici anche nella vita quotidiana. Ne parliamo con la ricercatrice Marta Borgi nale per la Protezione degli Animali), durante il lockdown molti italiani hanno adottato un animale da compagnia. Quale potrebbe essere la motivazione che ha spinto sempre più famiglie in questa direzione? Quando prendiamo un cane o un gatto, lo consideriamo a tutti gli effetti parte della famiglia: instauriamo con esso un vero e proprio rapporto sociale che racchiude un’importante funzione di conforto, di amicizia e di supporto. Tre aspetti che in un momento

come il lockdown, in cui molti hanno sperimentato situazioni di solitudine, hanno fatto la differenza. Gli animali da compagnia fungono da partner sociale: con loro condividiamo tanti momenti della quotidianità. In più, a differenza di quanto avviene con amici o parenti, il nostro animale è sempre disponibile e, come viene spesso fatto notare, non è mai giudicante nei nostri confronti. Secondo lei, quindi, ci sono più i benefici o più rischi per un senior che decide di adottare un cane o un gatto? Sappiamo bene che, purtroppo, nella fase di vita che interessa la terza e la quarta età può capitare che i senior si trovino a vivere situazioni di solitudine e di ritiro sociale. Per questo, come dicevo, adottare un animale può portare dei benefici. In particolare, un cane potrebbe essere la soluzione ideale perché richiede una piccola attività fisica, che è quella della passeggiata, e inoltre funge da “rompighiaccio”. Quando si esce, infatti, è consuetudine che i padroni parlino tra loro. Considerando che essere attivi e con-

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tinuare ad avere contatti sociali sono attività fondamentali per un sano invecchiamento, avere un cane può fare la differenza. È necessario, però, che avvenga un giusto “match”. Un cane iperattivo potrebbe essere difficile da gestire per una persona che, ad esempio, ha difficoltà nel camminare o nel mantenere l’equilibrio. Non trascuriamo, poi, i benefici per l’animale. Prima di adottare, infatti, una famiglia dovrebbe valutare le esigenze di un cane o un gatto impegnandosi a rispettarle tutte. Anche perché la relazione non funziona se l’animale è frustrato. Gli animali sono spesso utilizzati per gli IAA (Interventi Assistiti con gli Animali). In Italia ci sono progetti di questo tipo? In Italia, lo possiamo dire orgogliosamente, abbiamo delle linee guida riconosciute dal Ministero della Salute con cui si tutelano sia la persona coinvolta in questi interventi che gli animali. Ad esempio, possono essere utilizzati solo animali domestici perché hanno vissuto un processo evolutivo tale da permettere loro maggiore confidenza nei nostri confronti, svolgendo così alcuni percorsi educativi con più facilità. Inoltre, queste linee guida hanno permesso la formazione di tantissimi operatori specializzati che sono in grado di riproporre adeguatamente Interventi Assistiti con gli Animali, monitorandone i risultati. Rispetto a vent’anni fa, c’è stato un inequivocabile cambiamento nel trattamento riservato agli animali da compagnia. Secondo lei, cosa ci ha spinto a riconsiderare i comportamenti nei loro confronti? Personalmente credo che ci siano due piani su cui analizzare questo cambiamento: quello individuale e quello sociale. Come esperienza individuale, indubbiamente vivere a stretto contatto con gli animali domestici ci ha permesso di capire meglio le loro emozioni e di comprendere i loro comportamenti, sviluppando sentimenti di empatia e di rispetto. A livello sociale, invece, c’è molta più attenzione a una serie di diritti che tendono al rispetto dell’altro e coinvolgono anche il mondo animale. Il movimento animalista in questo è stato molto importante.

I NUMERI DI UN GRANDE AMORE di Dario De Felicis Nelle abitazioni di un italiano su quattro c’è posto per un animale domestico. Pesci, uccelli e tartarughe: ma i preferiti restano cani e gatti «Ogni sguardo alla vita di un animale stimola la nostra stessa vita, la rende migliore e più ricca in ogni modo possibile». Nelle parole del naturalista scozzese John Muir c’è tutto il significato dell’amore che si può provare per un animale domestico. Un sentimento che 1 italiano su 4 conosce molto bene. Secondo il Rapporto Italia 2021 dell’Eurispes, infatti, il 40,2% della popolazione nazionale vive con animali in casa e, tra tutti, il cane è il compagno domestico più diffuso (nel 43,6% dei casi). Richiestissimo tra gli animali da compagnia anche il gatto (35,1%). Percentuali più contenute si notano per gli altri animali, come per le tartarughe (4,2%), uccelli (4,1%), pesci (3,5%), conigli (2,3%) e criceti (1,7%). C’è spazio anche per le specie esotiche (1,5%), i cavalli (1,2%) e, infine, i rettili (0,8%). Curiosità “di genere”: gli uomini preferiscono possedere un cane, mentre più spesso le donne scelgono la compagnia di un gatto. La fotografia del Rapporto Eurispes mostra anche una differenza sostanziale sulla distribuzione di animali domestici lungo tutto lo Stivale. Il primato di chi ha il maggior numero di animali in famiglia spetta alle regioni del Nord-Ovest (47%), seguite da quelle delle Isole (44,2%), del Nord-Est (39,2%), del Centro (37,3%) e del Sud (33,6%). Ma da dove vengono i nostri piccoli amici? Il 20,7% lo ha ricevuto in dono, il 19,3% lo ha preso in un canile o in un gattile, il 17,1% lo ha raccolto dalla strada, il 13% lo ha acquistato in un allevamento, mentre il 12,3% lo ha comprato in un negozio di animali. L’11,4%, invece, lo ha acquistato da privati, il 5,7% ha tenuto il cucciolo di un animale che già possedeva e solo una piccola percentuale, lo 0,5%, ha utilizzato internet per acquistare il proprio animale domestico. Aumenta anche la spesa pro-animale sostenuta dalle famiglie: il 63,4% di queste spende da 31 a 100 euro al mese. Tra i costi per l’alimentazione e la cura, troviamo anche la sterilizzazione, approvata dal 53,7%, degli italiani. Percentuali e numeri a parte, spicca un dato particolarmente interessante: gli italiani sono estremamente attenti a garantire la miglior qualità di vita possibile ai propri amici animali. Di conseguenza, si tende a bandire la sperimentazione e la vivisezione, lo sfruttamento (l’allevamento intensivo, la produzione di pellicce) e la caccia.

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Inchiesta 50&Più

C’ERAVAMO TANTO AMATI. L’EFFETTO PANDEMIA SULLE ADOZIONI DI ANIMALI DOMESTICI

L’allarme Enpa: a fine lockdown, nel nostro Paese, in aumento il numero di cani e gatti abbandonati

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nimali domestici: all’inizio della pandemia li abbiamo coccolati e vezzeggiati. Sono stati la nostra ancora nel confinamento più duro, quando la passeggiata giornaliera era l’unico momento di svago concesso all’aria aperta. Un aiuto prezioso anche per gli anziani, come conferma uno studio condotto in Florida su un campione di over 60 proprietari di cani, per i quali l’uscita con l’amico “peloso” durante il lockdown è stata di fatto il miglior antidoto alla solitudine imposta. Nei primi mesi dello scorso anno, in tutto il mondo sono aumentate a dismisura le richieste di adozioni di cani e gatti, possibilmente cuccioli. Il 73% degli spagnoli intervistati dalla Fondazione Affinity ha dichiarato che la compagnia di un animale domestico li ha aiutati ad affrontare meglio il confinamento e il distanziamento sociale, tanto che il 36% di coloro che non ne avevano mai posseduto uno aveva preso in considerazione l’adozione. Egual fenomeno si è registrato in diversi Paesi, tra cui l’Italia, dove il boom di adozioni per cani e gatti nel 2020

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ha stupito le stesse associazioni di volontariato. L’ong animalista Enpa ha trovato casa a 8.100 cani e 9.500 gatti, più del 15% rispetto al 2019; percentuali che hanno raggiunto il 20% e il 40% in alcune città, come Treviso e Perugia. Un trend positivo che ha interessato anche molte zone del Sud («Un piccolo miracolo del Covid», lo aveva definito la presidente nazionale Enpa, Carla Rocchi). LA FINE DI UN IDILLIO? Le cose sono cambiate con l’allentamento delle restrizioni e il parziale ritorno alla normalità. Nel Regno Unito, dove all’inizio della pandemia l’aumento di vendite di animali aveva raddoppiato il prezzo dei cuccioli, il numero di cani lasciati nei rifugi è aumentato vertiginosamente. Situazione analoga negli Stati Uniti e in Francia, dove tra il 1 maggio e il 23 luglio scorsi sono stati raccolti 11.335 animali abbandonati, oltre il 7% in più rispetto allo stesso periodo nel 2019. In Spagna le cose non sono andate meglio, tanto che la Procura ha deciso di indagare sulle facili adozioni del marzo 2020. L’effetto post-lockdown si è fatto

di Anna Costalunga

sentire anche in Italia. Giorgio Riva, presidente Enpa Monza e Brianza, denuncia che le richieste di cessione del proprio animale sono aumentate del 30% rispetto al 2019, con picchi di un caso al giorno nel mese di agosto. A questo fenomeno, in parte causato dalla morte o dal ricovero dei proprietari, non sono tuttavia estranee una certa superficialità e leggerezza, che richiamano ad adozioni più consapevoli. Il 24% dei cani ceduti a giugno, infatti, erano arrivati in famiglia da un anno o meno, ossia in piena crisi pandemica. Il cucciolo da portare a spasso, che riempiva le giornate e divertiva i bambini chiusi in casa, è infatti cresciuto, richiedendo un impegno maggiore, soprattutto dopo che il ritorno alle attività in presenza ha richiesto una diversa gestione dei tempi e degli spazi. E il periodo di persistenti difficoltà economiche certo non ha aiutato. UOMO E CANE, UN BINOMIO INSCINDIBILE ANCHE NELLE DIFFICOLTÀ Eppure uno studio sulla relazione tra uomo e cane durante il primo lockdown in Italia conferma che nelle dif-

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SENIOR E 4 ZAMPE: UN LEGAME SENZA FINE “Dopo di me”, il progetto di ASTA che garantisce una seconda vita agli anziani e ai loro animali

ficoltà il cane resta il miglior amico dell’uomo. E viceversa. Il lavoro, basato sulla teoria dello scambio sociale, dimostra l’esistenza di una “connessione bidirezionale” tra il benessere umano e quello canino. Il cane, infatti, ha bisogno di una figura di riferimento per superare situazioni complesse e stressanti - come il cambio di abitudini durante il lockdown - e nello stesso tempo soffre per l’angoscia del padrone. Dal canto suo l’uomo - attraverso un processo di osmosi emotiva - trae benessere dalla presenza dell’animale domestico e dalle aree affettive che contraddistinguono il rapporto con quest’ultimo. Un feeling che è stato di sollievo per entrambi nel periodo di confinamento.

Molti anziani si privano del benessere offerto dalla compagnia di un cane (o di un gatto) perché turbati al pensiero del “cosa accadrà” in caso della loro dipartita. Non è un’ipotesi peregrina. Secondo un sondaggio Enpa pubblicato la scorsa estate, tra le cause principali delle cessioni, figurano il ricovero dei proprietari anziani (53%), la morte di questi ultimi e nessun parente disposto a prendersi cura dell’animale (62%). La legge italiana, infatti, considera l’animale domestico una res, ereditabile come un qualunque bene di proprietà. Se l’erede non può - o non vuole prendersene cura, l’unica alternativa resta l’adozione, con tempi e modi incerti. Per questo ASTA, Associazione Salute e Tutela degli Animali, nel 2019 ha lanciato “Dopo di me”, un progetto che si occupa di aiutare gli anziani e i loro animali. Come spiega la presidente, Susanna Celsi: «La gestione e la sistemazione del nostro amico dopo di noi rappresenta un grosso deterrente nella decisione di avvalersi della sua compagnia». Da qui, l’idea di aiutare gli over 65, sostenendoli quando non potranno più occuparsi del loro compagno, grazie all’assistenza domiciliare veterinaria e ad una rete di famiglie pronte ad accoglierlo con affetto. L’iniziativa ha un duplice scopo: aiutare gli animali rimasti soli a trovare una nuova casa e attivare una rete di volontari anziani disposti a prendersene cura, sostenuti, in caso di bisogno, nelle spese sanitarie. Per garantire ciò, spiega il veterinario Maurizio Albano, coordinatore del progetto, gli over possono redigere - senza alcun costo - la documentazione necessaria per designare l’Associazione legittimo erede del loro pet. In caso della scomparsa del padrone, all’animale sarà garantita una sistemazione attenta in una struttura ad hoc o, se possibile, nell’abitazione di un “nonno” affidatario che se ne occupi in pre-adozione. Nel contempo, ASTA si attiverà per trovare quanto prima una famiglia adottiva, impegnandosi ad offrire assistenza veterinaria gratuita, se l’adottante è un over 65 con un Isee sotto i 15mila euro. Il progetto è attivo in tutta Italia e garantisce un accordo notarile. info: asta@associazioneasta.com - Tel. 3346551646

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PET FOOD E PET CARE: I COSTI DEGLI ANIMALI DA COMPAGNIA di Viviana Rubini

Gli italiani ne ospitano circa 60 milioni: componenti fondamentali delle famiglie, meritano il massimo delle cure e attenzioni. Ma comportano anche delle spese

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on solo cani e gatti, ma anche tartarughe, conigli, pesci e uccelli sono considerati i “migliori amici” dell’uomo e sono moltissime le famiglie italiane che se ne prendono cura all’interno delle proprie abitazioni. Secondo l’ONF, Osservatorio Nazionale Federconsumatori, mantenere un cane nel primo anno di vita costa dai 1.707,70 ai 2.497,50 euro annui. Negli anni successivi la spesa diminuisce per un cane di taglia piccola e aumenta a 2.232,20 euro per quelli di taglia medio/grande. Per quanto riguarda il mantenimento di un gatto, i costi annui ammontano a 1.178,50 euro per il primo anno di vita e a 892,00 euro per i successivi. Si riduce notevolmente la spesa per un piccolo coniglio, arrivando a 226,25 euro per il primo anno e 125 euro per quelli seguenti. Nel nostro Paese continua ad espandersi il business del “pet food”, soprattutto attraverso l’e-commerce.

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Secondo il report annuale Assalco - Zoomark, il mercato dei prodotti per l’alimentazione degli animali domestici ha sviluppato un giro d’affari di oltre 2,4 miliardi di euro all’anno, con un incremento del fatturato dell’8% a giugno 2021. Nell’anno dell’emergenza sanitaria la relazione con gli animali da compagnia ha acquisito maggior valore. Gli animali danno tanto ai loro detentori che, a loro volta, sono particolarmente attenti alla loro alimentazione, igiene e salute. È cambiato il modo di considerare l’animale domestico rispetto a qualche decennio fa; oggi siamo sempre più sensibili alle necessità dei nostri “amici” e li riconosciamo parte integrante della famiglia. L’alimentazione di qualità di gatti e cani continua a essere la componente più rilevante del mercato italiano del “pet food”. L’aumento della popolazione degli animali e il maggior tempo trascorso insieme durante la pandemia hanno sostenuto la crescita dei

prodotti per l’igiene, dei giochi e degli accessori; tappetini assorbenti igienici, salviette, shampoo, spazzole, deodoranti in crescita del 7,1%, i giochi, con un incremento del 14,6%. I proprietari spendono sempre di più per assicurarsi che i loro animali domestici siano ben curati e in buona salute, dalle cure dentali alla chemioterapia, arrivando in molti casi a dotarli degli ultimi gadget in commercio. Di recente stanno aumentando le collaborazioni con brand del lusso e dello streetwear, all’insegna della funzionalità ma anche dello stile per la creazione di molteplici accessori, sia per gli animali che per i proprietari. Collari e guinzagli in pelle, pettorine e felpe, piumini e impermeabili fluorescenti, borse griffate per il trasporto, accessori per la sicurezza durante il viaggio in auto o bici. Perfetti per chi ama viziare il proprio fedele compagno e metterlo al centro dell’attenzione, ripagandolo di tutto l’affetto ricevuto.

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all’inizio della pandemia le adozioni di cani e gatti sono aumentate del 20%, e non è un caso, poiché per la maggior parte delle persone e delle famiglie, l’ultimo anno e mezzo è stato caratterizzato da una rarefazione delle relazioni sociali, con pochi spostamenti legati soprattutto al lavoro e alla salute, più che alle occasioni di svago. Per combattere la solitudine, l’isolamento e la mancanza di attività prima quotidiane, molti hanno scelto di condividere la propria casa con un nuovo amico a quattro zampe. A fare il punto sui dati delle adozioni degli animali da compagnia è l’Enpa, Ente Nazionale Protezione Animali, che quest’anno festeggia i 150 anni della sua fondazione, e che nel corso del 2020 ha certificato complessivamente 31.685 adozioni di animali da affezione, prevalentemente cani e gatti ma non solo, che salgono a 75.084, se si considerano anche quelli che non sono stati presi in carico dall’associazione ma che hanno seguito percorsi differenti. In particolare, i gatti che hanno trovato una famiglia sono stati 11.815, dei quali 9.666 provenienti da rifugi, colonie e oasi Enpa; i cani, invece, sono stati 17.815, dei quali 8.824 provenienti da rifugi. Alcune città, da Nord a Sud, hanno manifestato una sensibilità particolare: a Monza, il rifugio Enpa è stato letteralmente svuotato già nel 2019, e l’andamento positivo delle adozioni si è confermato nel corso di tutto il 2020, dato che la quasi totalità dei cani è stata collocata e, su 400 nuovi ingressi nello scorso anno, sono rimasti nelle gabbie solo una quindicina di esemplari, tanto che quest’anno il canile ha cominciato a farne arrivare di nuovi anche da altre zone d’Italia, in particolare dal Sud, dove ancora oggi il fenomeno del randagismo è più presente. Una pratica, questa, già adottata in altri Paesi Ue, come Germania e Belgio.

NON TI LASCIO, TI PORTO IN VACANZA CON ME L’Italia è il Paese europeo con il più alto numero di città pet-friendly, in cui sono presenti servizi dedicati, hotel e case vacanza dove gli animali domestici sono i benvenuti di Ilaria Romano A Treviso sono stati adottati 100 cani dei 147 presenti nel rifugio cittadino, e pure Perugia si è dimostrata un’altra realtà “pet friendly”, con 70 gatti e 96 cani adottati nel 2020, compresi alcuni esemplari con disabilità o già adulti e anziani. San Severo, in provincia di Foggia, ha raggiunto le 161 adozioni (dati 2020) contro le 106 del 2019. Proprio nel Mezzogiorno la crescita delle famiglie che hanno scelto un animale domestico è stata doppia

rispetto alla media nazionale, con un aumento del 40%. «Questo forse è il piccolo miracolo di questa pandemia - ha commentato Carla Rocchi, presidentessa nazionale Enpa -, un miracolo che ha visto protagonisti gli animali presenti nelle nostre case, che con il loro affetto e amore incondizionato ci hanno aiutato in questo momento difficile». In ambito europeo l’Italia detiene il primato per il numero più elevato di città amiche degli animali, e lo con-

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Inchiesta 50&Più ferma anche una ricerca svolta da Airbnb, il portale online che mette in contatto chi cerca un alloggio o una camera per brevi periodi, con persone che dispongono di uno spazio extra da affittare, generalmente privati: dall’inizio di gennaio 2021 ad oggi, rispetto allo stesso periodo del 2020, sono cresciute le disponibilità di camere e case vacanza in cui gli amici a quattro zampe sono i benvenuti. Un dato rilevante che fa bene anche al turismo di prossimità, oltre che incoraggiare le adozioni, certi di potersi godere la compagnia del proprio pet anche in viaggio. A fronte di una voglia crescente di condividere la vita con i nostri migliori amici, bisogna però ricordare che nel corso del 2020 ci sono state anche numerose cessioni di animali, sempre per cause legate alla pandemia, come problemi economici, malattia e purtroppo il decesso di alcuni proprietari, quando i parenti e gli amici hanno deciso di non farsi carico del loro cane o gatto. Anche in casi difficili però non è mancata la solidarietà: attraverso il programma Enpa “Rete solidale”, dando seguito alle richieste d’aiuto, è stato possibile raccogliere e donare alle famiglie oltre 200mila euro di cibo, 100mila euro per le spese veterinarie e 200mila euro per i medicinali. Leidaa, la Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, ha invece attivato una campagna di adozione specifica, dedicata agli animali domestici rimasti soli a causa del Covid. Il Rotaract Club, nel distretto Abruzzo, Marche, Toscana e Umbria, ha avviato la campagna di sensibilizzazione anti-abbandono “Mi fido”, che ha lo scopo di informare sulle adozioni e raccogliere fondi per aiutare gli animali in difficoltà, in convenzione con altri enti e associazioni. Anche il Ministero della Salute ha promosso un progetto dedicato agli animali da affezione, volto a incentivare le adozioni nei canili e gattili e contrastare l’abbandono. L’iniziativa si chiama “Code di casa” (www.codedicasa.it) ed è realizzata in collaborazione con la Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani, oltre che con la Lav, Lega Anti Vivisezione, l’Enpa e la Lega Nazionale per la Difesa del Cane. Per incoraggiare le adozioni, molti rifugi hanno intrapreso una collaborazione con la Fondazione Capellino, ente che utilizza i profitti generati dalle vendite dell’azienda pet food Almo Nature, e che con il progetto europeo “Companion Animal for Life” aiuta l’inserimento del cane o del gatto nella nuova famiglia, con un supporto alla spesa alimentare per il primo mese. A livello europeo, l’associazione animalista inglese Dogs Trust ha dichiarato di aver ricevuto, in soli tre mesi, oltre 1.800 richieste di presa in carico di cuccioli da parte di acquirenti pentiti che volevano darli in adozione. In Francia, la Société Protectrice des Animaux ha deciso di introdurre un questionario per i potenziali adottanti, oltre a chiedere loro validi attestati di residenza e un contributo in denaro per l’identificazione, le vaccinazioni e la sterilizzazione dell’animale.

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ANIMALI IN CITTÀ, I DATI LEGAMBIENTE Secondo l’ultimo Report di Legambiente, Animali in città, uscito nell’aprile scorso (dati aggiornati al 2020), il rapporto fra popolazione e presenza di un cane in casa è di 1 ogni 5,2 cittadini. Guardando ai dati regionali, il rapporto diminuisce in Umbria, dove è presente un cane ogni 2,2 persone, e in Sardegna, dove è presente un cane ogni 3. In Puglia c’è un cane in famiglia ogni 7,7 persone, e in Calabria uno ogni 11,4. Per quanto riguarda i gatti, la media nazionale è di uno ogni 100 persone, con numeri ben al di sotto della media in Val d’Aosta che conta un gatto ogni 44,3 cittadini, e nella Provincia autonoma di Bolzano, con un gatto ogni 40,3 residenti. Per monitorare la popolazione animale presente nelle città italiane, Legambiente fa riferimento all’Anagrafe degli animali d’affezione, gestita a livello regionale tramite i servizi veterinari delle Aziende sanitarie, e solo in Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia gestita invece dalle Amministrazioni comunali. Purtroppo, denuncia l’associazione, la separazione territoriale delle banche dati continua a essere uno svantaggio, insieme all’assenza di un’anagrafe obbligatoria anche per gatti e altri animali da compagnia, oltre ai cani, cosa che non permette una stima accurata della popolazione felina presente nelle famiglie. La spesa per la gestione degli animali in città ammonta invece a circa 228 milioni e 682mila euro nel 2020. La cifra è pari a 2,7 volte la somma impegnata per tutti i 24 Parchi nazionali italiani o a 62 volte quella per tutte le 27 Aree marine protette e, secondo Legambiente, appare complessivamente spropositata rispetto alla qualità dei servizi offerti in termini di benessere animale.

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QUEI MISTERIOSI FASTIDI AI NERVI I ricercatori hanno sviluppato un complesso nutritivo unico

Sono numerosi gli italiani che accusano fastidi alla schiena o che provano una sensazione di bruciore, formicolio o di intorpidimento, soprattutto a piedi e gambe. Altri riportano sensazioni simili a dolori muscolari senza aver praticato attività fisica. Spesso questi misteriosi fastidi si manifestano perché ai nervi non vengono forniti nutrienti a sufficienza. Gli scienziati sono riusciti a combinare in una compressa speciale un complesso di 15 micronutrienti essenziali per nervi sani (Mavosten, in farmacia). Lo strato protettivo dei nervi è decisivo Il sistema nervoso dell’uomo è un articolato tessuto di miliardi di neuroni, il cui compito principale è la trasmissione di stimoli e segnali. A tale scopo, riveste un ruolo importante lo strato protettivo

ricco di grassi che circonda le fibre nervose (guaina mielinica). Infatti, solo con una guaina mielinica intatta la fibra nervosa è protetta e può trasmettere correttamente stimoli e segnali. Mavosten contiene la colina, che contribuisce al normale metabolismo dei lipidi: ciò è importante per il mantenimento delle funzioni della guaina mielinica. 15 micronutrienti speciali Ma non è tutto: questo avanzato complesso nutritivo di Mavosten contiene, oltre la colina, anche l’acido alfa-lipoico e molti altri micronutrienti importanti per i nervi sani. Ad esempio, la tiamina e la riboflavina contribuiscono al normale funzionamento del sistema nervoso. Inoltre, Mavosten contiene anche il calcio che contribuisce alla normale

neurotrasmissione. In aggiunta, la vitamina E contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo. Tutti questi micronutrienti sono stati calibrati specificatamente l’uno con l’altro all’interno di Mavosten. Il nostro consiglio: prendete una compressa di Mavosten al giorno, con micronutrienti speciali per supportare nervi sani. Per la farmacia:

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Concorso 50&Più

Prosa, Poesia, Pittura, Fotografia: un premio alla creatività

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e ripensiamo ai periodi trascorsi in lockdown, non possiamo che ricordare tutto ciò che abbiamo fatto per riempire le giornate. Abbiamo imparato a cucinare, a suonare, a cantare, qualcuno si è dilettato nella pittura, altri nella scrittura. Siamo stati certamente creativi. Una qualità, quella della creatività, che 50&Più mette al centro del Concorso Prosa, Poesia, Pittura e Fotografia che, quest’anno - dopo l’evento virtuale del 2020 -, ha dato nuovamente l’opportunità agli over 50 appassionati delle arti di incontrarsi e tornare a comunicare attraverso il proprio estro. In questa

Scopri le opere premiate con la Farfalla d’Oro - cinque per ogni Sezione durante la XXXIX edizione del Concorso. E, ora, vota le tue preferite di Stefano Leoni

edizione, le opere hanno raccontato molte sfaccettature dell’esperienza dell’isolamento, ma soprattutto del desiderio di ricominciare e della speranza nel futuro. Temi che ritroviamo anche nelle venti opere vincitrici della Farfalla d’Oro (cinque per ogni sezione), che i lettori possono votare decretando le supervincitrici. Esprimere la propria preferenza è semplicissimo: una volta visionate le venti opere, basterà compilare la scheda di votazione di pagina 77 (un solo voto per ciascuna disciplina) e inviarla all’indirizzo indicato, oppure votare online collegandosi al sito www. spazio50.org/concorso50epiu. gennaio 2022 | www.spazio50.org

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Concorso 50&Più

La guerra e i miei occhi di bambina di Maria GOGATO Ex commerciante ora in pensione, madre di tre figli e nonna di otto nipoti, scrive per diletto poesie da sempre. Partecipa al Concorso 50&Più per la seconda volta. Vive a Alba (Cn).

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o conosciuto la guerra a cinque anni. Quei miei occhi azzurri, che tutti si fermavano a guardare, hanno osservato avvenimenti più grandi della piccola consapevolezza del mondo che potessi avere. Da un momento all’altro ho iniziato a percepire attorno a me frenesia, tristezza, e tanta paura. Me ne sono accorta quando ho notato che la mamma aveva perso il suo sorriso e papà era sempre molto teso, allarmato, come su un costante chi va là. Soprattutto, la trattoria gestita dai miei genitori a Marola, la città in cui sono cresciuta in provincia di Vicenza, improvvisamente si era popolata di uomini grandi in divisa che parlavano talvolta una lingua che non conoscevo e talvolta, invece, solo con accenti diversi da quello che avevo sempre sentito. Non lo sapevo ancora, ma da quel momento, casa mia si sarebbe riempita di soldati. Mangiavano, si ubriacavano, urlavano. Mi sembravano dei matti. Ho iniziato ad avere paura di loro quando una sera ero nel mio letto al piano di sopra e dei rumori forti mi hanno svegliata. Con la lentezza dettata dalla paura ma con una irrefrenabile curiosità della mia età di bambina, mi sono affacciata dalla porta della mia camera che dava su un pianerottolo da cui scendevano le scale per andare alla tratto-

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ria. Vedo un soldato in cima alle scale e uno al fondo. Vedo i loro volti tesi, gli occhi sbarrati, le braccia allungate e le pistole puntate l’uno contro l’altro. Ricordo quel momento come bloccato, sospeso nel tempo; all’improvviso, sento delle braccia che mi tirano a sé. Mia nonna Pina mi prende e trascina via e mi nasconde sotto il letto insieme a lei mentre mi dice: «Vieni qui piccina mia, diciamo due preghiere per questi cretini che non sanno nemmeno cosa fanno!». La guerra ha iniziato a svelarsi nel mio piccolo mondo sotto altre forme, suoni e avvenimenti a me ancora sconosciuti. Un giorno a scuola ci hanno insegnato che al suono di una sirena, che mi faceva rabbrividire, avremmo dovuto correre insieme alle suore lungo la strada di campagna e nasconderci sotto le siepi perché non ci vedessero gli aerei. La prima volta che la sirena ha suonato mentre correvo via ho subito alzato gli occhi al cielo e ho visto un aereo fare come delle evoluzioni tra le nuvole. L’aereo stava precipitando e ho visto il pilota buttarsi giù con il suo paracadute. Subito dietro di noi sento arrivare voci dei contadini dai campi: «Andiamo ad ammazzarlo! Correte!». Giorni dopo ho saputo che quell’uomo era stato fatto prigioniero dai soldati: ho pensato fosse stata una fortuna per quel

poveretto ma anche per la mia famiglia. Il suo aereo era caduto a 100 metri da casa mia, in un prato. Il ricordo di quella carcassa di metallo mi ha seguita per diverse notti, rimanendo indelebile nella mia mente. Nei mesi successivi ho visto di nuovo cadere la morte dal cielo: i piloti di Pippo, aereo che controllava la città, avevano avuto un incidente schiantandosi contro una riva. Il giorno dopo ho fatto visita al cimitero insieme ad altri bambini per vedere le loro salme. Solo la testa usciva dal lenzuolo, non ho visto che i loro capelli scuri. Poco dopo, è passato un carro agricolo per portarli via e noi siamo corsi dietro. Correvamo, non sapevamo nemmeno perché: non pensavamo al dolore, alle loro madri o alle loro mogli che piangevano. Non ci accorgevamo del dolore, eravamo solo bambini che corrono dietro un carro. I bombardamenti iniziavano via via a essere sempre più frequenti. Quando erano vicini, la mamma ci prendeva e ci portava in cortile e ci faceva accucciare dentro un grande albero per evitare che le schegge ci colpissero, o peggio, che la casa ci crollasse sopra la testa. Mi dava un senso di protezione stare tutti lì stretti, ad aspettare. Amarillo, il mio fratellino, stava tra me e mia mamma e gli parlavamo per cercare di coprire con le nostre voci

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Sezione Prosa

il rumore dei colpi, sperando di tranquillizzarlo. A casa nostra veniva spesso un sergente tedesco, con grossi baffi sotto il naso. Era simpatico e parlava con un accento che ci faceva molto ridere. La sera spesso giocavamo tutti insieme a tombola: lui diceva i numeri in tedesco, io in italiano, e la serata trascorreva in allegria. Mia zia Emma lo chiamava “Mostaciti”, per via dei suoi baffi. Eravamo affezionati a lui, soprattutto la zia. Quando lui è dovuto partire per il fronte è venuto a salutarci. Chissà a cosa stava pensando in quel momento. Eppure, lui sorrideva come sempre. Mia zia, al momento dei saluti, gli ha dato una medaglietta della Madonna di Monte Berico di Vicenza. Lui l’ha ringraziata ed è partito. Ricordo la sua figura che si incammina lungo la strada, c’era solo lui, con la sua divisa, il cappel-

lo in mano, e chissà quante preoccupazioni sulle spalle. Ma a quello non ho pensato. Ero sempre una bambina. Dopo qualche mese, una notte in cui eravamo già tutti a letto, sentiamo qualcuno urlare giù dalla finestra: «Emmi, Emmi! La tua medaglietta mi ha salvato!». La zia Emma si affaccia dalla finestra e vede Mostaciti. Ci ha raccontato che aveva attraversato il Po sopra un asse di legno e aveva seriamente temuto per la sua vita stringendo al suo petto la sua medaglietta. Avevo imparato a conoscere i soldati tedeschi andando a scuola, anche se raramente potevamo andarci. Ricordo che c’era un accampamento delle SS accanto alla mia scuola e nell’intervallo in cortile ci sporgevamo oltre le siepi per vederli. A volte loro ci sporgevano della cioccolata, che divoravamo in un secondo dopo averla divisa tra noi. Oltre a loro, però, per la città

giravano sempre di nascosto altri soldati che a volte conoscevo per nome e che si facevano chiamare Partigiani. Dicevano che i tedeschi erano cattivi e un giorno dissero a mia mamma che avrebbero teso loro un agguato nella notte. Mia mamma subito li mise in guardia, tra lo sgomento e l’incredulità: «Ma siete matti? Non sentite cosa fanno i tedeschi in Piemonte?». Io non sapevo cosa facessero i tedeschi in Piemonte. I tedeschi che ho conosciuto in Veneto mi davano la cioccolata nell’intervallo e a noi bastava così poco per essere felici e per far tacere il gorgoglio dello stomaco affamato. I bambini non giudicano, osservano, e traggono conseguenze da quello che vedono. Ma giudicare è un atteggiamento da adulti. Ed io non sapevo cosa pensare dell’affermazione della mia mamma e non ho saputo dosare le sue parole e attribuire loro un senso. Quella notte ho teso l’orecchio per sentire se dalle strade arrivassero rumori: volevo stare in piedi tutta la notte per scoprire cosa sarebbe successo ma mi sono addormentata e il giorno dopo ho scoperto che, alla fine, non era successo nulla. Sono cresciuta negli anni convivendo con la guerra, come una parte ormai normale della mia vita. La quotidianità si era adeguata a quel nuovo senso del tempo, che ticchettava a suon di bombe, sirene, marce di soldati, bicchieri alzati e risate troppo esagerate in trattoria, colpi di fucile, colpi di pistola, corse nei campi. Un giorno ho visto i soldati tedeschi in marcia, tutti uniti, con i fucili abbassati. L’ho capito dopo che si stavano ritirando. Nella nostra trattoria però i soldati non se ne erano mai andati: cambiavano accento, cambiavano divisa, ma c’erano sempre. Ora parlavano un’altra lingua, l’inglese, e si atteggiavano come gloriosi liberatori. Un soldato inglese o americano, non lo saprò mai, a cavallo quando ha visto mio fratello gennaio 2022 | www.spazio50.org

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Concorso 50&Più Amarillo di soli 5 anni che lo guardava dal basso l’ha preso in braccio per metterlo sul cavallo. Amarillo ha iniziato a piangere dicendo che il cavallo gli pungeva la schiena e voleva scendere. Attraverso questo gesto e questo pianto ho conosciuto i soldati che venivano dal mare. Ma alla fine, anche i soldati inglesi e americani se ne sono andati. La guerra era finita. Si sentiva nell’aria, nei suoni, nei profumi, nei sorrisi, nelle lacrime, negli occhi profondi di chiunque si incontrasse per strada. Eravamo bambini, ma quella fine l’abbiamo percepita in ogni aspetto, l’abbiamo capita in tutta la sua potenza inattesa. Il brivido del cambiamento, la vertigine dello slancio verso un futuro senza la paura e la disperazione erano radicati in tutti gli sguardi. Le prospettive si stagliavano verso un orizzonte di speranza, di una vita nuova che dimostra di essere capace di rinnovarsi, sempre. La guerra era finita. E in me non rimanevano che i ricordi. Alcuni li ho rimossi, alcuni sono sfumati nel tempo della memoria, strumento meraviglioso ma, si sa, estremamente fallace. Il momento che mi sembra di rivivere però sempre, che mi ha accompagnato nei sogni agitati delle notti di adolescente e di adulta, risale a un’immagine chiara, nitida nella mia mente, tangibile in tutte le sfere sensoriali. È inverno, il camino di casa mia è acceso. Io sono lì davanti che mi scaldo e a un certo punto sento arrivare un rumore che si fa sempre più intenso, un boato che rimbomba nella canna fumaria del camino e che arriva verso di me. Sento il rumore degli aerei come se volassero sopra la mia testa. Sento il fragore farsi sempre più forte, come se mi avesse raggiunta dentro casa, come se fosse dentro le pareti, dentro i mobili, dentro la mia testa. Lo sento dentro di me e mi spaventa. Ma io rimango immobile in quella calma apparente del salotto e attendo. Guardo il fuoco scoppiettare e non sento il suo rumore flebile e armonioso. Pochi minuti, non riesco nemmeno a contarli, e tutto passa. E sento solo più un calmo crepitare delle fiamme che ardono il legno come in una danza. Improvvisamente, la quiete. 60

Della libertà e dell’amore di Maria Pia CORTELLESSA

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i aggiro per la casa in cerca degli occhiali. Non è certo la prima volta che li perdo e non sarà l’ultima. Ma ormai non me ne faccio più un problema: prima o poi spunteranno fuori, da qualche angolo nascosto, dove mai avrei pensato di riporli. E poi, con tutti quei pacchi sigillati e impilati gli uni sugli altri, alcuni ancora aperti, oggetti di varia natura sparsi per le varie stanze in attesa di definire la loro collocazione nella scatola giusta, non si può certo pretendere di trovare un affarino così piccolo. Il trasloco in una nuova casa, fonte di stress “seconda solo ad una grave perdita o alla fine di un rapporto” come ho letto da qualche parte, è quasi in dirittura d’arrivo e segnerà l’inizio della mia nuova vita. L’esperienza mi ha insegnato che, in ogni situazione anche la più negativa, c’è sempre un risvolto positivo: ad esempio, se non avessi avuto quel marito che ho sopportato per tanti anni fino poi ad esplodere e lasciarlo andare, certamente non sarei diventata quella che sono, la donna capace di prendere iniziative, gestire la vita sua e degli altri, in grado alla fine di liberarsi da ogni oppressione o legame soffocante. Probabilmente, con un marito “normale” sarei stata una donna banale, tutta casa famiglia lavoro, come tante

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Docente di lingua inglese nelle scuole superiori di Foggia e Rimini, dopo il pensionamento ha frequentato il corso di Accompagnatore Turistico e superato l’esame di Guida Turistica, svolgendo tale lavoro prevalentemente in Romagna. Al Concorso 50&Più, nel 2019, ha ricevuto la Menzione Speciale della Giuria per la Prosa. Vive a Foggia.

mie conoscenze. Le mie potenzialità si sarebbero dissolte in una vita opaca e senza slanci. Una noia mortale! Invece no, io non mi sono mai annoiata. La mia curiosità innata mi ha sempre spinta a guardarmi intorno, a cogliere le occasioni anche le più strane, per vivere la vita che voglio. Il suono del cellulare, l’arrivo di un messaggio, mi distoglie per un attimo dai miei pensieri. Il mio ultimo corteggiatore mi manda il buongiorno. Leggendo le poche righe non posso fare a meno di pensare che il giovane cerca solo un diversivo, sì deve essere così. Alla sua età una storia con una donna matura può essere l’oggetto di conversazioni piccanti con gli amici. Mostrare le foto dell’ultima conquista, immaginare i dettagli del primo incontro a letto… chissà quante risate e sberleffi! Stupido ragazzo, non ha capito proprio niente di me, lo farò illudere e poi lo manderò a quel paese. Mi sento libera. Della mia vita faccio quel che mi pare. I pensieri che mi ronzano nella testa mi riportano spesso ad una sola e giusta considerazione: la libertà non ha prezzo! Anche se la mia non è proprio una libertà totale, nel senso vero della parola. Non potrei, per esempio, sparire dalla vita di tutti senza provocare danni e senza sentire sensi di colpa grandi come macigni. Ma ciò di cui amo godere è la libertà nelle piccole cose di tutti i giorni: uscire frettolosamente dal bagno per rispondere al telefono con gli slip ancora abbassati, mangiare quando e come voglio io, uscire a far due passi negli orari più impensati. Ora, dico a me stessa, potrei fare tutto ciò con un compagno in casa? Quanto meno la decenza mi vieterebbe di vagabondare per casa mezza nuda, o se decidessi all’improvviso di uscire di casa dovrei dare giustificazioni. Sul terrazzino di casa, fumando distrattamente una sigaretta, osservo i fiorellini della pianta grassa che ini-

ziano timidamente a spuntare. Alcuni, i più arditi, già aperti e pronti a cogliere il calore del tiepido sole; altri più timidi, ancora in boccio, quasi consapevoli di essere troppo tempestivi, timorosi delle gelate che forse li potrebbero stroncare. Ma sento che ce la faranno, così come ce la farò io a superare questo periodo tremendo della mia vita. Cosa mi dà tanta energia e speranza? La forza, che è dentro di me, ormai non la cerco più altrove come un tempo. Conto solo nell’aiuto di Dio, quello sì, quel Dio che nonostante tutto continuo a pregare e Lui a proteggermi. In passato, mi sono sempre appoggiata a qualcuno, che fosse un amore, un’amica, un familiare, non importava. Credevo di non farcela da sola, e nella mia disistima pensavo di aver bisogno di una persona forte, che prendesse decisioni al posto mio, e invece con il tempo ho scoperto che quella persona forte sono io stessa! Di nuovo il suono del cellulare, questa volta è una telefonata della mia amica Viktoria, russa di nascita e di temperamento. Muore dalla voglia di rivedermi e trascorrere con me un po’ di giorni. Cerco di prendere tempo, il casino che regna a casa per via del trasloco mi fa pensare ad una presenza inopportuna, ma alla fine cedo. Viktoria mi è stata molto vicina nel periodo buio della separazione dal mio compagno, mi ha aiutata a non crollare di fronte alle problematiche che essa ha comportato, le devo molto. Le dico che l’aspetto con piacere, anche se dovrà adattarsi. «È ancora presto per tornare, perché non ci fermiamo a prendere qualcosa al bar?». Viktoria non è stanca, non lo è mai. È da prima mattina che la scarrozzo in giro per le strade tortuose del “mio” Gargano, una sosta sul lungomare non mi sembra una cattiva idea. Mi guardo in giro, il Bar Centrale, che ora ha cambiato nome come molti degli esercizi turistico-alberghiegennaio 2022 | www.spazio50.org

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Concorso 50&Più ri della zona, mi sembra l’ideale con il suo terrazzino che dà direttamente sulla spiaggia. Ci sediamo a un tavolino vista mare. La calda giornata dovrebbe suggerire una fresca bevanda dissetante: Viktoria opta per un bel bicchiere di prosecco, io mi fiondo su un gelato, cioccolato e limone, i miei soliti gusti imbarazzanti. Iniziamo a fare programmi per il giorno successivo: dopo il tour della costa garganica e dei più suggestivi paesini dell’interno che l’hanno affascinata nei giorni precedenti, lei vorrebbe visitare Castel del Monte ed io sono d’accordo, non l’ho mai visto, una vera vergogna per una pugliese doc. Dal tavolo disposto al nostro fianco, alla distanza dovuta dalle restrizioni del Covid 19, una voce pacata si introduce nel nostro discorrere. Appartiene ad un signore elegante ed attempato, che si insinua nella nostra conversazione con tanta naturalezza e tranquillità da spingermi ad osservarlo con attenzione. Ha un viso scavato da rughe profonde, occhi cerulei intensi ed attenti, lo sguardo serio e quasi triste. Mi sento subito attratta, tanto che dopo un po’ sposto la mia sedia in modo da averlo di fronte e riuscire a parlargli meglio. Ci consiglia di andare a Ruvo di Puglia che, dice, è un delizioso paesino tutto da scoprire, in particolare vale la pena visitare il museo nazionale, famoso per la sua collezione di vasi antichi. Prendiamo a conversare: di Ruvo, della Puglia e soprattutto del nostro Gargano del quale siamo entrambi innamorati. Scopro di avere tante affinità con questo raffinato signore con lo stile da “lord”. La sua carriera si era svolta principalmente nella biblioteca di Vico del Gargano, dove era stato direttore per trent’anni organizzandola in modo eccelso e anticipando i tempi: sua l’idea del bibliobus, una sorta di biblioteca ambulante che si spostava 62

giornalmente da un paesino all’altro del Gargano per permettere ai turisti di leggere, ma che attirava soprattutto i più piccoli. Quante volte ci ero stata con i miei bambini durante le lunghe vacanze estive, nella vana speranza di far nascere in loro il gusto della lettu-

ra! Di buon mattino salivamo la stradina che conduceva al parco giochi, il piccolo autobus era lì ad aspettarci. Sceglievamo i nostri libri, avventura e azione per i miei figli, storie d’amore a lieto fine per me, all’epoca perdutamente romantica. Il tempo vola, gli argomenti che ci accomunano sono tanti. Guardo l’orologio e mi accorgo che sono già le venti, è tempo di rientrare in città, ma lo farò di malavoglia, vorrei continuare a chiacchierare con questo signore all’infinito. Comunque, siamo d’accordo nel risentirci la settimana successiva quando tornerò sul Gargano per trascorrervi un’intera settimana di vacanza già programmata. Nello stringerci la mano per salutarci, lui mi guarda dritto negli occhi con un mezzo sorriso e mi fa: «Lei conosce il Gargano meglio di me, non riesco a trovare un qualcosa di cui lei già non sappia». «E per forza - gli dico -, sono sessant’anni che bazzico da queste parti!». E poi, vedendo il suo sguardo

perplesso, aggiungo: «Lo sa quanti anni ho? Sessantasei, e vengo qui da quando ero bambina!». Lo sguardo da perplesso si fa sbalordito. «Viktoria, solo dieci anni, avesse solo dieci anni di meno e sarebbe l’uomo ideale per me!». «Ma che importa l’età? È un tipo molto interessante e sai cosa ti potrebbe offrire…». La sua mentalità le fa prevedere cene a base di pesce e champagne in lussuosi ristoranti, viaggi esotici e regali costosi. La faccio parlare, ci sono abituata alle sue fantasticherie, ma non è quello che mi interessa. Non posso vederlo ma sento il suo sguardo e quello dei suoi amici del bar posato su di noi mentre ci incamminiamo verso l’auto parcheggiata poco distante. La vita può cambiare all’improvviso senza che noi lo vogliamo o ce l’aspettiamo, qualcosa dentro di me mi dice che questo incontro casuale porterà nuovo scompiglio nella mia esistenza. «Via dalla cucina! Lontano da me e dai fornelli!». Sono intenta a pasticciare nella casa del mio gentiluomo che, ho scoperto abbastanza in fretta, è un po’ “selvatico”. Lo chiamo infatti “Il Primitivo del Gargano”. Amante della natura e dell’archeologia, si aggira per i boschi come fossero il suo habitat naturale, ma vicino ai fornelli e per tutte le cose di casa è un vero disastro. Lo adoro, adoro i suoi difetti come i suoi pregi. Quando siamo insieme la parola silenzio non esiste, c’è sempre un argomento di cui parlare, considerazioni da fare, problematiche da sviscerare. E tante tantissime risate. Difficilmente mi annoio, il ché vuol dire tanto vista la mia natura inquieta. Mi divido equamente tra la mia nuova casa in città e la sua sul Gargano, cercando di tenere in salvo la “mia libertà”.

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Sezione Prosa

Rosso, giallo, arancio e… azzurro di Evelina MAYER

S

tiamo passeggiando, mano nella mano, come sempre. Una fila lunghissima di piccoli negozi in una stretta viuzza davanti e dietro a noi. Il sole filtra a malapena, anche perché dei teli di un colore indefinito, scoloriti come sono dal sole e dalla pioggia, sono stesi in alto da un lato all’altro. Guardando in su, si notano ammassi di fili elettrici fissati alla meno peggio sui muri o a dei pali, altri a penzoloni e da qui partono in una nera ragnatela caotica ad alimentare una miriade di lampade sparse ovunque a illuminare strada e negozi. Non possiamo non chiederci che ne è stato delle norme di sicurezza, ma qui proprio non esistono. Più che negozi, sono stanzette strapiene di mercanzia fino al soffitto, tutto intorno pile di roba fin fuori del-

Nonna attiva di 5 nipoti maschi. Ama viaggiare, dipingere e fotografare. Partecipa al Concorso 50&Più da 10 anni; nel 2010 ha vinto la Farfalla d’Oro per la Pittura; nel 2018 la Farfalla d’Oro per la Fotografia e, nel 2011 e 2014, la Menzione Speciale della Giuria per la Prosa. Vive a Selvazzano (Pd).

la porta; di lato, senza intervallo, la merce di un’altra bottega e così via. I bottegai sono all’ingresso, pronti a mostrare i loro prodotti e cercano di attirare l’attenzione dei passanti, specialmente se sono turisti, come nel nostro caso. Noi passando lentamente, sorridiamo loro facendo no con la testa ai più insistenti. Borse, ciabatte, sciarpe in seta, o quasi, stoffe, spezie coloratissime, si susseguono ininterrotte. Scattiamo molte foto; quelle ceste piene di frutta e di spezie sono veramente irresistibili. Come lo è per me il negozietto di piccoli gioielli d’argento. Non posso non fermarmi: ammiro le cose esposte, poi entro e come sempre, chiedo di comperare “perle”; non sono perle ma palline d’argento dalle forme più strane, lavorate spesso in modo originale. Nei nostri viaggi esotici non manco mai di fare questo genere di acquisti, come anche pietre dure, magari di poco valore ma a mio avviso, interessanti. Una volta a casa, quando mi viene l’ispirazione, tiro fuori il tutto e creo collane e bracciali molto originali. Le mie amiche dicono che sono belli e mi invitano a venderli, ma per il momento sono come mie creature, difficile staccarsi, forse un giorno… quando saranno troppe, chissà… Proseguiamo il nostro giro: ecco ora siamo davanti a un… difficile chiamarlo negozio; un antro polveroso pieno di carabattole e ferri vecchi. Paolo si ferma di botto, sorride e gli occhi luccicano, entra senza esitazione: questa è la sua passione, cercare robe vecchie, di qualsiasi tipo, coltelli, serrature, chiavi, oggetti strani. È come un bambino in un negozio di giocattoli: ora è il suo turno! Dopo le inevitabili trattative, anche questo fa parte del reciproco divertimento, usciamo soddisfatti, convinti di aver fatto veramente un affare. Anche il rigattiere sorride soddisfatto… troppo, mi sa che l’affare l’ha fatto cergennaio 2022 | www.spazio50.org

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Concorso 50&Più tamente lui, ma che importa, così siamo tutti contenti. Proseguiamo. Intorno a noi un andirivieni di gente dai lunghi vestiti colorati, donne che portano fagotti in testa, altre vestite di nero e il capo coperto, uomini con denti anneriti che sorridono un po’ sdentati, la barba lunga, altri, più o meno giovani ma con bellissimi occhi neri, il portamento fiero ma tutti sono sorridenti; mi sento leggera, tranquilla, stringo con affetto la mano di Paolo. Lui si gira, mi guarda e i suoi occhi mi accarezzano, mi dicono: ti amo, sorrido e mormoro: anch’io. Ci capiamo da sempre. Improvvisamente una folata di vento freddo alza la polvere e tutto intorno è indistinto, non vedo più nulla; chiudo gli occhi stordita… un senso di vuoto mi assale, allungo la mano che prima stringeva la sua… vuoto assoluto… Paolo? Non c’è nessuno accanto a me. Perché? Dove sono? Non lo so. Non capisco. Ho un momento di stordimento. Cerco di concentrarmi: sì certo sono in viaggio, uno dei tanti; appena posso ne approfitto, lascio figli e nipoti e me ne vado. Sola. Purtroppo Lui, il mio Paolo, da molti anni non c’è più; nonostante tutto ho continuato ad andare in giro per il mondo, sicuramente insieme era tutto più bello; ora vado con amici, non è la stessa cosa ma... Mi guardo intorno cercando di capire: sono sola, non c’è nessuno con me!… Forse il resto della compagnia non si è accorto che mi sono attardata a guardare una bancarella e hanno proseguito lasciandomi lì… frugo nella borsa, non porto mai lo zainetto sulle spalle per sicurezza. Continuo a frugare mentre l’ansia mi prende, continuo frenetica a cercare, ma non riesco a trovare né il portafoglio con tutti i miei soldi, né il passaporto. Ora l’ansia si tramuta in panico! Neanche il cellulare trovo! Come faccio? Chi chiamo? La guida? Gli amici? Ma 64

come?… Calma, cerchiamo di capire dove sono. Forse sono dentro al Suk di Istanbul, può essere… dal brusio incessante, gli odori di spezie, incenso, e altri che non conosco, l’andirivieni incessante di gente vestita con tante fogge, pochi all’europea; le donne con lunghi abiti colorati, il capo coperto, qualcuna con il burka. Il viavai è incessante. Cerco di fermare qualcuno e chiedere… Nessuno mi risponde, sembrano non capire la mia lingua. Provo con quel poco di inglese che so… poi provo con il francese… Mi guardano come fossi un animale strano, qualcuno sorride, altri mi scrutano seri, poco benevoli, le donne poi mi evitano proprio. Mi sento sempre più agitata… cosa ci faccio qui? Sola poi! Senza soldi né passaporto!… Ora sono certa di non essere al Suk di Istanbul, ci sono stata molte volte, un po’ lo conosco e qui non mi sono mai persa, inoltre c’è sempre qualcuno che parla italiano e normalmente sono molto gentili con i turisti… Allora dove??? Di certo un Suk; forse ci sono! Il Suk di

Aleppo! uno dei più pittoreschi che io abbia visto, sorgeva entro la cittadella medievale fortificata, affascinante! …Ma come può essere? Non l’hanno distrutto? Bombardato?… Sto impazzendo?… Mi guardo intorno sempre più agitata, non è da me. Cerco di calmarmi ma non ci riesco. La folla multicolore mi sta intorno. Ora noto che quasi tutti hanno il viso parzialmente coperto, non si capisce più la loro espressione, mi sembrano minacciosi, non capisco… mi sento pressata in mezzo alla moltitudine, ma nello stesso tempo isolata da tutti. L’odore di sudore di tanta gente mi disturba, mi prende alla gola che sento secchissima, mi sembra di soffocare; ora il brusio si è trasformato in frastuono… sempre più forte… quasi non respiro più... Il frastuono si fa più nitido e si trasforma nel trillo della sveglia del mio telefonino. Ansante, sudata e ancora spaventata, cerco di svegliarmi e aprire gli occhi. Allungo automaticamente un braccio, cerco a tentoni il telefonino, dov’è il pulsante per spegnere? Mi siedo sul let-

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Sezione Prosa

to, accendo la luce… certo, sono nella mia camera, nel mio letto, a casa mia. Ancora affannata, cerco di respirare normalmente… mi calmo. Meno male, era un sogno! Anzi un incubo; Paolo però lo sento ancora vicino a me, rivedo i suoi occhi… mi sembra ancora di sentire la sua mano nella mia, chiudo gli occhi per cercare di non allontanare il ricordo, ma questa è solo nostalgia, penso tristemente. Analizzo la situazione, il sogno me lo ricordo bene: certo che trovarsi all’estero, da soli, senza passaporto, senza soldi, senza cellulare è sicuramente un incubo. È nella mia natura cercare di capire il perché di questo sogno, che poi, realizzo solo ora, non è la prima volta: la terza, più o meno simile. Perché? Nel passato non mi era mai successo. Accendo la radio: stanno parlando della pandemia, del Coronavirus, di quanto tempo dovremo ancora stare chiusi in casa, di tutte le limitazioni di cui non si vede ancora la luce. Ecco cos’è! Mi sento prigioniera in casa mia. Non posso uscire quando voglio, oltretutto, appartenendo alla categoria dei, diciamo, non più giovanissimi, secondo le normative, non dovrei muovermi di casa proprio per nulla! Io che ero abituata ad andare in palestra, a giocare a tennis, a carte, di recente mi sono iscritta anche a un corso di tiro con l’arco e naturalmente, mi sono anche comperata un bellissimo arco. Tutti i pomeriggi andavo ad accompagnare i miei 5 nipoti nei luoghi dove praticavano i vari sport. Improvvisamente mi ritrovo segregata in casa, da sola, con il divieto assoluto di svolgere le attività alle quali ero abituata. Certo, nei primi tempi ho passato il tempo pulendo la casa da cima a fondo, lavato tende, tappeti, lampadari, piastrelle, pavimenti… e poi? Sono passata al giardino, mai stato così in ordine. Non un filo d’erba fuori posto! Il vivaista della mia zona mi ha

recapitato a casa una serie di piantine fiorite che avevo ordinato, sistemato anche quelle; giardino da esposizione! Ok e poi? Per mia fortuna ho l’hobby della pittura, bene, ho fatto ben 3 quadri! Il telefono lavora molto, tra messaggini e chiamate con le varie amiche, il tempo passa e arriva sera abbastanza velocemente, ma stringi, stringi, si ha poco da essere ragionevoli e ligi alle normative imposte: la libertà manca. Apri la televisione e tutti i canali ti informano di quanti sono i nuovi contagiati, quanti in terapia intensiva, quanti morti. È tutto molto triste; non puoi fare a meno di piangere per tutte quelle persone così colpite, per i loro famigliari, per i sanitari così provati; senza contare che in qualsiasi momento può capitare a uno di noi. Fuori è tutto bloccato, dalla scuola a tutto il commercio e non si sa quando ne usciremo. Delle vacanze, non se ne parla proprio, tutti i viaggi sono annullati almeno fino a settembre. Ora vado al mio cavalletto e cerco un’ispirazione per un nuovo quadro, questo mi rilassa sempre. Cerco una nuova tela che non ho, i negozi sono chiusi e allora? Passo in rivista le mie opere: ce ne sono alcune di qualche anno fa che non mi piacciono più. Perfetto, ho già trovato un soggetto che mi attira e un vecchio dipinto da eliminare: una bella mano di bianco, anzi no, è meglio di un azzurro chia-

ro, e per qualche giorno ancora sarò impegnata. In effetti gli ultimi quadri mi stanno riuscendo piuttosto bene, o per lo meno, mi soddisfano, cosa che non mi succede sempre. Bene, mi sta tornando un po’ di buonumore: sono certa che alla fine di questa mia nuova opera ci saranno buone novità: la pandemia starà terminando, potremo uscire di nuovo, incontrare gli amici, partecipare tutti insieme a qualche pranzo o cena, fare delle gite al mare, in montagna, programmare senza problemi un nuovo viaggio. Certo sarà così e questo periodo sarà solo un brutto ricordo che ci avrà insegnato quanto è bello stare insieme, volersi bene, andare tutti d’accordo e soprattutto muoversi in piena libertà. Ho appena riletto queste pagine che ho scritto esattamente un anno fa: la situazione non è cambiata molto. Non l’avrei mai creduto, ma siamo ancora qui a combattere il Coronavirus. Il paese si è colorato di rosso, giallo, arancio e poi ancora rosso… Guardo il mio cavalletto, il mio tavolo da lavoro con tutti i tubetti di colore: giallo rosso arancio… un quadro nello stile di Rothko. Ma ora abbiamo un’altra speranza: in fondo al tunnel si intravede dell’azzurro: stanno arrivando i vaccini. Per equilibrare i rossi abbiamo un altro colore da aggiungere: l’azzurro. Un quadro alla Mondrian quindi. Ma qui non basta un tocco, qualche quadratino azzurro, dobbiamo far sparire del tutto i rossi i gialli gli arancio, quindi… arriva Klein: tutto azzurro intenso! Sorrido: i vaccini sono di tanti tipi, quindi… il mio quadro sarà di tante tonalità di blu: indaco, ceruleo, cobalto, di Prussia, oltremare. Mi piacciono gli azzurri! Sono certa: questa è proprio la volta buona, riusciremo a sconfiggere definitivamente questo maledetto virus! Evviva il blu, evviva i vaccini. gennaio 2022 | www.spazio50.org

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Concorso 50&Più

Il pianoforte delle stelle di Luciana SALVUCCI

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A Miriam

ppena arrivati ad ArtiStrada, alla vista della lunga fila prevedo una noia prolungata, ma di una pizza non si può fare a meno, per questo decidiamo di metterci pazientemente in coda, in attesa del nostro turno. Lo stare in piedi lungo la balaustra, come in esposizione, con giovani festosi seduti sulle panche davanti a tavole imbandite e boccali di birra, mi imbarazza; Elio si sente a suo agio. Ci raggiunge un gruppo di amici. La fila sembra interminabile ma, come ogni anno, l’attesa è occasione di socializzazione. Incontro compagni di scuola elementare, frequentata a Colmurano nel vecchio monastero di Monte Loreto. Costruito fra il secolo XIV e il successivo, prima è condotto dai conventuali, poi, dal 1790, dal terzo ordine regolare. In seguito il monastero, detto di San Francesco, viene ceduto a privati. Le mura cariche di storia e i mitici boschi vicini, che di frequente andavamo a esplorare, hanno scortato la nostra infanzia. Incontro amici di gioventù di altri paesi. Incontro colleghe invecchiate; studenti cresciuti, divenuti adulti, alcuni innamorati e felici, altri malinconici e seriosi. Mi vengono incontro per salutarmi, ma non sempre riesco a celare l’imbarazzo nel dover ammettere di non ricordare il loro nome. Dal tempo trascorso dagli anni del liceo sono cambiati. Non sempre è facile ritrovare negli affascinanti giovani dai gesti disinvolti, nelle ragazze truccate e procaci, che sono davanti a me, l’ado66

Laureata in Pedagogia, ha insegnato nei licei, è stata dirigente scolastica e docente a contratto presso l’Università di Macerata. Ha scritto diversi testi di saggistica, poesia e teatro e molti sono stati pubblicati su riviste, antologie e cataloghi. Ha partecipato a Concorsi letterari nazionali e internazionali ottenendo lusinghieri riconoscimenti. Al Concorso 50&Più partecipa per la seconda volta; nel 2020 ha vinto la Farfalla d’Oro per la Fotografia. Vive a Macerata.

lescente intimidito durante l’interrogazione, o la ragazza ancora assonnata, silenziosa, con il viso pallido della prima ora di lezione. Ci annunciano che il nostro turno è arrivato. «Così presto?». Mi rammarico per il tempo troppo breve concesso alla parola e ai ricordi, e saluto l’ultimo incontrato. Mi chiedono cosa ordinare. A differenza degli amici, non ho dubbi. «Una pizza bianca. Pizzagra! Come sempre, come tutti gli anni!». L’impasto pizza è fatto dalle sapienti mani di Norina, che canticchia seguendo l’armonia di ArtiStrada. Lei stende pizze tonde e sottili, poi condite con origano, feta greca, olive nere e pachino. Appena la portano al nostro tavolo, soffice e calda, non posso fare a meno di sorridere. Il profumo solleva un coro magico di mani, bocche, giocolieri, saltimban-

chi, musiche e danze. Per me Pizzagra è la pizza dell’arte, dell’amore, delle emozioni felici. Mangiarla sotto la luna d’argento che mi abbraccia come una grande madre, mentre gli innamorati si baciano, le canzoni di ArtiStrada raccontano storie, danzatori, cantastorie e funamboli colorano il mio paese incantato; ogni volta è una gioia grande. La strada è una porta aperta al bello, alla meraviglia, allo stupore inatteso. Il sapore di Pizzagra esprime la nostra voglia di sorprendere e di sorprenderci, di conservare e realizzare un sogno di libertà, che possa elevare il senso della vita. Al tavolo assegnato ci sono artisti, più o meno giovani; a turno narrano le loro imprese, a tratti volano leggeri con la fantasia. Le loro voci argentine si armonizzano con la musica. Anche

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Sezione Prosa

i loro occhi sorridono sotto le ciglia. Oh sì! È bello perché tutti ascoltano le loro piccole o grandi risa e condividono commozioni parallele. L’arte è un modo di fare cultura, di concepire il mondo e l’amore. Nutre l’anima, genera contatti positivi, dà emozioni di luce, produce una sorta di affettuosa complicità tra una forma e una voce incontaminate e la reale quotidianità. Supera le barriere dei diversi mondi, geografici, espressivi e sociali e mira a una simbiosi culturale universale. Fa vivere in uno stato di grazia. Ride anche la luna di luglio dietro il trapezio degli acrobati sospesi a mezz’aria mentre percorrono il vuoto, quando Miriam si avvicina. Così splendente da oscurare il tripudio delle danzatrici! Nel piazzale la insegue il farisaico miracolo della luce del mangiafuoco, che si estende con le braccia distese a ringraziare il cielo immenso. La poesia lungo le vie di ArtiStrada è

un dono immateriale in versi di vissuti e memorie; è conoscenza di se stessi, degli altri e del mondo; è amalgama di attività artistica e sentimenti, emozioni, stati d’animo, condivisi o condivisibili. Una buona poesia, nello spirito degli organizzatori, può rappresentare il recupero di forme creative e libere di espressione lirica, accoglienza e relazioni amicali gratuite, non sempre presenti nell’odierna società del profitto. È bella Miriam, timida e colorata, col vestito della festa e i petali della poesia tra le labbra. Arrossisce agli sguardi mentre recita i versi e intona il sorriso alla melodia della brezza. È grata ai presenti per l’omaggio alla sua attività artistica. Guarda con gli occhi azzurri spalancati il cielo estasiato che s’inarca fecondo sulla notte magica di ArtiStrada. Con le braccia lungo i fianchi, resta ad ammirare. Lo sguardo dritto all’amore. Non ha paura del dolore lei. Stringe

forte tra le mani la rosa scarlatta della poesia. I petali volano oltre le vette, dov’è la speranza di libertà. All’improvviso! La rosa di Miriam oltrepassa le nuvole, sboccia nel cielo infinito. Luccica! La sua poesia dentro la mente, dentro la vita, nel cuore della terra, nell’anima del cielo. Sboccia ovunque la rosa scarlatta della libertà. Miriam suona il pianoforte delle stelle, declama i suoi versi alla luna. Nella notte stellata di ArtiStrada applaudono alla rosa sbocciata. Gli applausi si sciolgono in musica. Gli innamorati assiepati sono ammaliati dalla melodia. I bambini ascoltano incantati: i loro occhi sbattono di gioia. Tra i fuochi d’artificio il sorriso lucente di Miriam! Coi capelli biondi accarezzati dal vento e i petali della poesia tra le labbra, lei danza tra le braccia del cavaliere azzurro. Incanta tutti con la sua bellezza!

nel più intimo del loro essere: felici, tristi, innamorati… quanti profili ho ricamato nella mia mente compilando una specie di lista di un’umanità fantastica! Ho continuato a

portare avanti nel mio immaginario quel compito di psicologo improvvisato e silenzioso fino ad oggi: giovani dai sorrisi radiosi, anziani intristiti dagli anni, bambini innocenti e

Occhi di Gabriele VALENTE

I

ndossava con dignitosa noncuranza una tuta grigiastra un po’ sdrucita che aveva perduto da tempo il ricordo del suo colore originario: nero. Se ne stava lì silenziosa come è dato in tempi di Covid a fare la fila davanti al supermercato. La osservai interessato: scuri capelli scomposti ed altrettanto scuri occhi che vagavano persi intorno all’orizzonte desolato della via deserta in attesa del suo turno. Li osservai curioso quegli occhi. Mi è sempre piaciuto fin da quando ero bambino guardare la gente in faccia e in quelle espressioni cercare di leggere

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Concorso 50&Più

È nato a Milano e vive a Roma. Medico-specialista neurologo, ricercatore presso il Policlinico Umberto I e docente presso l’Università La Sapienza attualmente in pensione. Oltre ad essere autore di numerose pubblicazioni scientifiche, ha scritto alcuni articoli di carattere divulgativo per la terza pagina de La Nazione e Il Resto del Carlino. Ha redatto, in collaborazione con il giornalista G.M. Pace, i testi per la trasmissione Rai La fabbrica del pensiero, andata in onda su Rai 2 nel 1988 e divenuta oggetto del libro dal titolo omonimo edito da Eri nel 1990. Partecipa al Concorso 50&Più per la prima volta.

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Sezione Prosa

sorridenti, donne e uomini soli o amati, gratificati da piccole o grandi conquiste o privati invece di presenze e di speranze il che ha tolto loro il senso della vita. Non so perché lo faccio, ma è più forte di me: non resisto e questo compito che il destino mi ha per chissà quale motivo imposto lo vivo con piacere e gratificazione perché in questo modo ho la presunzione di poter entrare negli animi di tanta umanità. Forse lo faccio per cercare la mia di essenza che in età ormai avanzata non sono ancora riuscito a trovare. Fatto sta che in questi giorni a portare avanti il mio assurdo compito nella clausura che ci è impietosamente imposta c’è tra tanti un problema: la mascherina. Restano soltanto gli occhi a fare da specchio alla curiosità che mi induce a penetrare nell’animo di sconosciuti esseri umani per immaginarne schegge di vita. Copre impietosa la mascherina il loro volto che a me piace tanto sondare. E dagli occhi di questi sconosciuti privati delle loro espressioni, dei loro sorrisi, delle loro rughe celate dietro le mascherine, cerco anche in questi tristi giorni di distacco sociale forzato di leggere sentimenti ed emozioni per interpretare il loro modo di essere mentre faccio anch’io la fila davanti al supermercato. È l’unica occasione di socializzare idealmente con estranei e per me va bene così. Gli occhi di quella ragazza mi apparvero criptici a prima vista e capire il senso di quello che potevano esprimere non era facile. Avrà avuto venti, venticinque anni, il suo corpo come sempre succede per le ragazze era attraente, flessuoso e certamente era stato oggetto delle attenzioni di più di un ragazzo. Mentre la osservavo

discretamente cercando di tracciarne presuntuosamente il profilo psicologico notai le sottili caviglie che si mostravano timide tra le scarpe da ginnastica e l’orlo consunto della tuta ingrigita e facevano, pallide, bella mostra di sé. Caviglie lunghe e sottili come quelle dei caprioli, delle gazzelle o delle antilopi africane, caviglie fatte per correre, flettendosi agili per fuggire… già fuggire da che cosa? Non certo dal virus che ci attanaglia, quello non serve, forse fuggire da un destino che poteva non essere dei migliori o forse fuggire da se stessa… chi lo sa! Soddisfatto della mia analisi nonostante l’impedimento della mascherina che la ragazza indossava, quando arrivò il mio turno per entrare nel supermercato mi diressi verso la porta scorrevole e quella ragazza non la vidi più e mai più l’avrei rivista. Era scomparsa ai miei occhi e mi dispiacque. Ma io avevo ancora una volta inventato un’esistenza pur dietro la discrezione imposta dalla mascherina che cela mondi, vite, desideri. Cela solitudini imperscrutabili, cela dolori e piaceri, cela sentimenti che neanche io, tanto attento ed interessato agli esseri umani, so fino in fondo interpretare. Continuo a fare la fila fuori dai supermercati come mi è imposto e mentre me ne sto lì apparentemente attonito davanti a decine e decine di volti nascosti dietro alle mascherine so bene che al di là di ciascuno di quei volti c’è una vita e allora anche in questa situazione così triste io sono contento e continuo imperterrito a studiare occhi che fanno capolino sopra quelle mascherine. Sono l’unico, credo, che durante le lunghe attese davanti al supermercato non si annoia mai anzi si bea nel cercare un rapporto virtuale con sconosciuti violandone con discrezione l’intimità.

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Sezione Poesia

Sfogo palindromo

Acqua sui fondali

di Simonetta CALIGARA

di Francesca D’ERRICO

Non fidarti di me, non fidarti più I miei occhi sono un mare sabbioso Quanti giuramenti arenati come barchette di carta Promesse da poetucola Rime servite con grazia esagerata Ho giocato con le parole, inventato storie Piccole emozioni ingigantite La troppa fantasia le ha tacitate Alle mie labbra non dare più credito Quante verità perdute, quanti silenzi Allento il mio pugno serrato Una carezza è qui pronta nella mia mano rugosa Offerta di pace, pagina bianca da riscrivere Tambureggia il cuore e arrossisco Sincera è la voce del mio corpo Abbasso le palpebre, copro le mie pupille Ora hanno il colore indeciso d’un placido stagno I miei occhi luccicano come antichi specchi argentei Fidati di me. Dammi ancora fiducia.

Se solo tu danzassi tra i baci delle onde, rivedresti l’eterna collina della luna e il mite prato che adagio sposa l’ombra steccata del passato. Se solo tu cercassi il suono degli abbracci, in quella luce tanto attesa, schiuderesti, tra i contorni delle stelle, il cantico dell’aria e le carezze dipinte dall’acqua dei fondali.

Ha iniziato a scrivere poesie sin dall’infanzia ma, presa dall’inesorabile scorrere del quotidiano, ha accantonato per diversi anni questa passione. Da circa sei anni ha ripreso in mano la penna dedicandosi principalmente alla poesia in lingua milanese, ma non disdegna la poesia in italiano, lingua così ricca di vocaboli. Ha pubblicato in proprio alcuni suoi lavori che ama condividere con gli amici dell’Atelié di poetica gestito da Paola Cavanna a Milano. Partecipa al Concorso 50&Più per la prima volta. Vive a Settimo Milanese (Mi).

Nata a Capua, vive a Caserta. Già docente di filosofia e storia, si dedica da molti anni alla scrittura e alla poesia. Ha pubblicato raccolte di poesia e partecipa a concorsi e premi letterari nazionali e internazionali. Partecipa al Concorso 50&Più da alcuni anni; nel 2017 e nel 2020 ha ricevuto la Menzione Speciale della Giuria per la Poesia.

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Concorso 50&Più

Le sue mani

Nascere all’epoca del Coronavirus

di Gemma FERRO

di Marco LENCI

Forti e delicate insieme Dolci nelle carezze Un po’ ruvide per la lisciva delle rigovernature Attive sempre Vedevo scivolare affascinata il ferro da stiro luccicante sulle camicie di mio padre Come per incanto i miei abitini sembravano acquistare leggerezza alata e i miei cappellini prendevano forma da un’inamidatura sapiente Forti nell’usare il battipanni sui materassi Delicate nel farle scorrere a spianare una minima piega sul copriletto di brillanté Pazienti nel trapuntare la tela del ricamo Solerti nel risistemare le cocche del fiocco annodato sui capelli o davanti il grembiule di scuola Ferme e impietose nelle medicazioni per rimediare alle frequenti sbucciature di bimba piuttosto vivace incurante delle preghiere e dell’eco degli strilli che si propagavano per tutto il vicinato Dure nella punizione Decise nel rassettare con rapidi gesti gli abiti con la spazzola Piccole e belle con quei rivoli azzurri che le percorrevano Le unghie corte e pulite Mani che non hanno potuto invecchiare Le Sue mani Quelle di mia madre.

Nella deserta strada, affacciato dal mio balcone, scorgo un cane scodinzolante, felice col suo padrone. Il quale esce spesso con lui, e volentieri, a godersi l’aria pulita ed i cieli tersi come da decenni non li vedevi. E sì, perché qualche beneficio questo virus l’ha pur portato. Ci si accorge di quanto sia importante il nostro tempo. Di come ci arde dentro il sentimento. Il volontariato è ora dedizione. Il patriottismo ci colora le guance di emozione. L’appartenenza ci consola. Ed il balcone diventa un palco, dove cantare uniti con sentimento una canzone, ascoltare insieme ai vicini l’inno nazionale, applaudire per un grazie collettivo gli eroi del sociale. E mentre mio nipote viene al mondo, io prego per lui e per chi gli sta intorno. Che il Signore lo protegga, che abbia sempre con sé la buona stella, ora più che mai. Perché questo virus non l’abbia vinta e la vita torni a sorriderci come prima.

È nata a Torino e vive a Pietra Ligure (Sv). Da sempre appassionata di poesia, ha partecipato a diversi concorsi ricevendo premi e riconoscimenti. Partecipa al Concorso 50&Più per la terza volta.

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Manager presso una multinazionale tedesca, si diletta da anni a scrivere poesie «che colgono - dice - l’attimo fuggente di una visione o di un’emozione che mi balzi alla vista cogliendo i miei pensieri». Partecipa al Concorso 50&Più per la seconda volta. Vive a Milano.

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Sezione Poesia

Il bosco di Luigina MARAN

Ho camminato, come sempre, a piedi nudi sul muschio profumato, una brezza leggera mi accarezzava il viso, lo sguardo verso il cielo. Abeti altissimi che sussurrano piano, il volo impaurito di un crociere. Finalmente mi sento a casa mia appartengo a questo bosco. Qui trovo il senso dei giorni andati, e la speranza per i giorni futuri. È qui, mi aspetta, anno dopo anno, immutabile, eppure così diverso ogni volta. Chiudo gli occhi, i capelli scompigliati dal vento. Respiro forte il suo profumo, a riempire l’anima del senso della vita.

Contitolare di un’azienda artigiana, costituita 40 anni fa, volontaria della Croce Rossa, si occupa anche di un’associazione di genitori di scuole cattoliche. Oltre a scrivere le piace anche dipingere, fotografare e viaggiare. Partecipa al Concorso 50&Più per la seconda volta. Vive a Cittadella (Pd).

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Concorso 50&Più

Vortice Covid di Carmine RAIOLA

Commerciante, ora in pensione, si è appassionato alla pittura quando aveva 40 anni. «Da quando ho scoperto questa passione - dice e chiuso l’attività, mi sento libero di esprimere la mia creatività e guardare il mondo attraverso i colori a olio». Partecipa al Concorso 50&Più per la prima volta. Vive a Torre del Greco (Na).

Il silenzio del mondo di Giuliana CAPOCCHIA

Ha frequentato l’Istituto d’Arte di Perugia e, nel 2006, si è diplomata maestra d’arte. Ha partecipato a varie esposizioni, mostre personali e collettive riscuotendo lusinghieri riconoscimenti. Partecipa al Concorso 50&Più per la prima volta. Vive a Corciano (Pg). 72

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Sezione Pittura

Tra il profumo dei fiori di Marco LENCI

Manager presso una multinazionale tedesca, si diletta da anni a scrivere poesie “che colgono”, dice, “l’attimo fuggente di una visione o di un’emozione che mi balzi alla vista cogliendo i miei pensieri”. Partecipa al Concorso 50&Più per la seconda volta. Vive a Milano.

Castelluccio di Norcia e la sua fioritura di Marcella SABBA

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Dopo 40 anni di attività, ora che è in pensione può dare spazio a ciò che la appassiona da sempre: la pittura. Autodidatta, ha partecipato a corsi di disegno, pittura, ceramica e arte nella fotografia presso l’Università libera della sua città. Al Concorso 50&Più partecipa per la prima volta. Vive a Bastia Umbra (Pg). gennaio 2022 | www.spazio50.org

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Concorso 50&Più

Sezione Pittura

Campo di grano di Claudia Alessandra TENANI

Vive e opera a Milano. La passione per l’arte le è stata trasmessa dai genitori, che le hanno insegnato a osservare le cose, gli animali, le persone e la natura, e a visitare musei e gallerie. Dal 2005 frequenta l’école d’art Martenot di Milano e, dal 2008, corsi di incisione del gruppo Cesare Frigerio di Corsico. Dal 2006 partecipa a molte esposizioni, anche di pregio, in modo amatoriale. Al Concorso 50&Più nel 2014 ha vinto la Farfalla d’Oro per la Fotografia e nel 2019 la Libellula d’Oro; nel 2018 e 2019 la Menzione Speciale della Giuria per la Pittura.

Le mani che sanno

Sezione Fotografia

di Armando FESTINI

Fotografo per hobby, partecipa al Concorso 50&Più per la dodicesima volta; ha ricevuto cinque Menzioni speciali della giuria per la fotografia. Vive a Monticello Conte Otto (Vi). 74

www.spazio50.org | gennaio 2022

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Sezione Fotografia

Il contatto negato di Annalisa Gatti

Insegnante in pensione con l’hobby della fotografia. Partecipa al Concorso 50&Più per la quarta volta; nel 2018 ha ricevuto la Menzione Speciale della Giuria per la Fotografia e nel 2019 per la Poesia. Vive a Lucca.

Il volto del coronavirus di Giulio Rocco CASTELLO

Docente in pensione, amante dello sport, del ballo e dell’arte, in particolare della poesia. Partecipa al Concorso da diversi anni, nel 2009 e nel 2014 ha ricevuto la Menzione Speciale della Giuria per la Poesia; nel 2016 ha vinto la Farfalla d’Oro, nel 2017 la Superfarfalla e nel 2018 e 2019 la Segnalazione della Giuria sempre per la Poesia. In questa edizione partecipa per la prima volta con un’opera di fotografia. Vive a Salerno.

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Concorso 50&Più

Sezione Fotografia

Frutta in vendita al mercato di Nishiki nel centro di Kyoto di Lucia Stefania D’EGIDIO

Pensionata a cui piace viaggiare e fotografare tutto quello che la colpisce. Partecipa al Concorso 50&Più da qualche anno; nel 2016 ha ricevuto la Menzione Speciale della Giuria per la Fotografia. Vive a Campodipietra (Cb).

Schizzi di nuvole sul Tevere di Salvatore SCARPINO

È nato a Catanzaro, dove vive. Appassionato da sempre di fotografia, partecipa al Concorso 50&Più per la seconda volta. 76

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SCHEDA DI VOTAZIONE PER IL CONCORSO PROSA, POESIA, PITTURA, FOTOGRAFIA È questo il momento più atteso dai finalisti: superare la selezione. I cinque candidati al premio finale per le sezioni Prosa, Poesia, Pittura e Fotografia, attendono ora il giudizio inappellabile dei lettori. Come ogni anno, con la

scheda di votazione qui proposta, sarà scelto il vincitore per ogni disciplina. Dunque, votate secondo le vostre preferenze: quella crocetta che traccerete sul quadratino posto a lato di ogni nome, sarà decisiva.

Da ritagliare e inviare in originale a 50&Più - Via del Melangolo 26 - 00186 Roma entro il 30/04/2022 (eventuali schede fotocopiate/scansionate saranno ritenute nulle). La votazione può essere effettuata anche online, all’indirizzo www.spazio50.org Cognome

Nome

Via Cap.

Città

Telefono

Acconsento al trattamento da parte di Editoriale 50&Più S.r.l. dei dati personali da me forniti. Tale trattamento avverrà nel rispetto di quanto previsto dal Regolamento (UE) 2016/679 e delle disposizioni per l’adeguamento della normativa nazionale, ed ai soli fini della registrazione del voto da me espresso.

Firma

PROSA

POESIA

PITTURA

FOTOGRAFIA

La guerra e i miei occhi di bambina - Maria GOGATO

Sfogo palindromo Simonetta CALIGARA

Vortice Covid Carmine RAIOLA

Le mani che sanno… Armando FESTINI

Della Libertà e dell’Amore Maria Pia CORTELLESSA

Acqua sui fondali Francesca D’ERRICO

Il silenzio del mondo Giuliana CAPOCCHIA

Il contatto negato Annalisa GATTI

Rosso, giallo, arancio e… azzurro - Evelina MAYER

Le sue mani Gemma FERRO

Tra il profumo dei fiori Marco LENCI

Il volto del coronavirus Giulio Rocco CASTELLO

Il pianoforte delle stelle Luciana SALVUCCI

Nascere all’epoca del Coronavirus - Marco LENCI

Castelluccio di Norcia e la sua fioritura - Marcella SABBA

Schizzi di nuvole sul Tevere Salvatore SCARPINO

Occhi Gabriele VALENTE

Il bosco Luigina MARAN

Campo di grano Claudia Alessandra TENANI

Frutti in vendita al mercato di Nishiki nel centro di Kyoto Lucia Stefania D’EGIDIO

Libellula d’Oro per la Prosa: Libellula d’Oro per la Poesia: Libellula d’Oro per la Pittura: Libellula d’Oro per la Fotografia:

Rosa CONTE, di Lucca, con l’opera Il cuore in mano. Bianca Maria RORATO, di Salgareda (Tv), con l’opera Nelle piccole stazioni albergano i sogni. Antonietta PILLA, di Treviso, con l’opera Sponda sul fiume Sile. Cesarina RIGO, di Monticello Conte Otto (Vi), con l’opera Giocando alla pesca. MENZIONI SPECIALI

PROSA: Franca FIORDALICE, Anna PELLIZZARO, Gemma FERRO, Marinella BONGIOLATTI, Giuseppina GATTI, Giuseppe GESANO, Caterina LORENZETTI, Giuliano MARROCCO, Stefano PENDOLA, Massimo ZUBBOLI.

PITTURA: Franca AMBROSI, Maria Teresa FIORATO, Angela GRECO, Mauro OTTAVIANI, Arnaldo PAUSELLI, Santuccia PETRETTI, Deniz TUNCER.

FOTOGRAFIA: Marina CAPOVILLA, Luigi DAVOLI, Roberta MARCONI, Antonietta PIANA, Rossana PIANIGIANI. POESIA: Maria Luisa ANDRIGHETTO, Gabriella BATIGNANI, Patrizio BELEGGIA, Isabella CUNSOLO, Luigi DAVOLI, Gianfranco EPIFANI, Anna Lisa GRITTI, Giuseppe ORLANDI, Ideale PIANTONI, Antonino TROVATO. SEGNALAZIONI Prosa: Ilde ROSATI, Tiziana MICHELINI. Poesia: Giovanni Mario MELOSU, Luciano ZONI. Pittura: Maria BUSATO. Fotografia: Giuseppina RIGHETTI.

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ASSEGNO UNICO Domande dal 1 GENNAIO 2022 L’assegno unico è un sostegno economico per le famiglie con figli a carico che viene attribuito a partire dal settimo mese di gravidanza e fino al 21º anno di età e l'importo varia in base all’ISEE della famiglia e all’età dei figli a carico.

Contatta il Patronato 50&PiùEnasco e verifica i requisiti per la presentazione della domanda e, grazie alla collaborazione con 50&PiùCaf, è a disposizione per la presentazione dell’ISEE, utile ai fini della domanda dell’assegno.

Trova la sede sul nostro sito o chiama il nostro numero unico nazionale

ISTITUTO DI PATRONATO E DI ASSISTENZA SOCIALE

www.50epiuenasco.it


Previdenza

a cura di Luca Giustinelli

ASSEGNO UNICO PER I FIGLI: si parte il 1° Marzo!

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vrebbe dovuto vedere la luce dal 1° luglio 2021, ma fin da subito si era capito che difficilmente entro quella data sarebbe stato possibile costruire l’impianto normativo necessario e che, quindi, quel termine non sarebbe stato rispettato. Poi, un nuovo provvedimento dello scorso 1° aprile (data che poteva far nascere qualche malizioso sospetto) aveva assegnato al Governo un termine di dodici mesi per regolamentare la materia e, nel frattempo, aveva introdotto una misura provvisoria - l’Assegno Temporaneo - per non lasciare a mani vuote chi non poteva beneficiare dell’Assegno al Nucleo Familiare, del quale, nelle more dell’adozione dell’Assegno Unico, gli aventi diritto avrebbero continuato a beneficiare anche per il secondo semestre 2021. E molti - con uno scetticismo ed un disincanto forgiati da decenni di scadenze non rispettate dalla “politica” o dall’attesa di innumerevoli decreti attuativi sulle più svariate materie che non hanno mai visto la luce - erano già pronti a sentenziare che in questo Paese niente è più definitivo dei provvedimenti provvisori, rassegnandosi all’ennesima occasione di semplificazione persa... E invece, nel bel mezzo di un novembre segnato dalle preoccupazioni per nuove varianti del virus, dalle polemiche dei “No Green Pass” e dalla corsa alla terza dose “booster” del vaccino, il Governo ha regolamentato l’ormai attesissimo “Assegno Unico ed Universale per i figli”, in anticipo (evento più unico che raro) sul termine che la legge delega gli aveva concesso. Sì, c’è stato, è vero, un altro piccolo rinvio (l’Assegno Unico decorrerà dal 1° marzo 2022 e non dal primo gennaio) ma, insomma... vai a cercare il pelo nell’uovo!

Quello che conta davvero è che ha visto la luce una misura di tipo universalistico (seppure per importi molto bassi, spetta, infatti, anche a chi ha valori ISEE oltre il limite massimo previsto dalla legge e, addirittura, anche a chi l’ISEE non ce l’ha, magari perché non vuole dichiarare la propria situazione economica, o magari solo perché questa è tale da non dargli accesso ad alcun beneficio, rendendo così superfluo questo adempimento), che razionalizza e riordina, assorbendole ed abrogandole, molte norme (ANF, Assegni familiari, Bonus bebè, Assegno ai nuclei con 3 figli minori) fin qui previste in favore dei figli, dando vita, per una volta, ad una reale semplificazione. In realtà, nel meccanismo di calcolo dell’AU, di semplice c’è ben poco; ma, almeno, va apprezzato lo sforzo di mettere ordine in un sistema di norme - e relativi benefici - spesso caotiche e a rischio di sovrapposizione, come quelle che governavano fino ad oggi le prestazioni in favore dei figli. E, mentre già si intravedono i primi problemi operativi che potrebbe comportare (la prevedibile, potenziale esplosione del numero delle ISEE che sicuramente metterà a dura prova le strutture dei CAF ad inizio anno; il timore che un buon numero di famiglie potrà cominciare a percepire materialmente l’AU solo a partire dal mese di aprile, pur perdendo già da febbraio il diritto alle detrazioni d’imposta per i figli), vediamo in cosa consiste l’Assegno Unico. Beneficiari “L’Assegno unico e universale per i figli a carico” (questo è il nome completo della nuova prestazione) è un beneficio economico mensile concesso ai nuclei familiari, il cui importo è modulato secondo la condizione economica del nu-

cleo indicata dall’ISEE, ed è riconosciuto - per il periodo compreso tra marzo di ciascun anno e febbraio dell’anno successivo - per ciascun figlio: minorenne a carico (per i nuovi nati, l’assegno decorre dal 7° mese di gravidanza); maggiorenne a carico, fino al compimento dei 21 anni di età, per il quale ricorra una delle seguenti condizioni: frequenti un corso di formazione scolastica o professionale, o un corso di laurea; svolga un tirocinio o un’attività lavorativa e possieda un reddito complessivo inferiore a 8.000 euro annui; sia registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego; svolga il servizio civile universale; con disabilità a carico, senza limiti di età. Requisiti L’assegno spetta a condizione che, al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata del beneficio, il richiedente sia in possesso congiuntamente dei seguenti requisiti: essere cittadino italiano o di uno Stato membro dell’Unione Europea, o suo familiare, titolare del diritto di soggiorno o soggiorno permanente, oppure cittadino di uno Stato extra-UE con permesso per soggiornanti di lungo periodo o permesso unico di lavoro autorizzato a svolgere un’attività per almeno sei mesi o permesso di soggiorno per motivi di ricerca autorizzato per almeno sei mesi; essere soggetto al pagamento dell’Imposta sul reddito in Italia; essere residente e domiciliato in Italia; essere o essere stato residente in Italia da almeno due anni, anche non continuativi, oppure essere titolare gennaio 2022 | www.spazio50.org

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Previdenza Valore ISEE

Da € 0 a € 15.000

Ciascun figlio

dal 3° figlio

+ € 85 € 175 (€ 85 se maggiorenne under 21)

Figlio disabile minorenne

+ € 105 in caso di non autosufficienza + € 95 in caso di disabilità grave + € 85 in caso di disabilità media

Da € 15.001 a € 39.999 Pari o superiore a € 40.000 oppure in assenza di ISEE

Figlio disabile maggiorenne under 21 + € 50

€ 85

Madre under 21

+ € 20

2 redditi da lavoro

+ € 30 per ciascun figlio

4 o più figli

Isee non superiore a € 25.000

+ € 100 per nucleo familiare

Criteri Art. 5 del D.lgs.

+ € 100 per nucleo familiare

Criteri Art. 5 del D.Lgs.

Importo variabile in base alla Tabella I allegata al D.lgs. + € 15 € 50 (€ 25 se maggiorenne under 21)

+ € 105 in caso di non autosufficienza + € 95 in caso di disabilità grave + € 85 in caso di disabilità media

+ € 50

di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o determinato di durata almeno semestrale. Importo Come già accennato, l’importo dell’assegno unico è modulato a seconda del valore ISEE in corso di validità del nucleo familiare di appartenenza: per i figli minorenni spettano € 175 mensili, con un ISEE fino a 15.000 euro. All’aumentare dell’ISEE si riduce progressivamente fino a € 50 mensili qualora l’ISEE sia pari o superiore a 40.000 euro; per i figli maggiorenni fino al compimento dei 21 anni di età, è di € 85 mensili, se il valore dell’ISEE in corso di validità è pari o inferiore a 15.000 euro. Si riduce gradualmente con un ISEE superiore, fino a € 25 al mese qualora l’ISEE sia pari o superiore a 40.000 euro; per i figli con disabilità a carico di età pari o superiore a 21 anni, l’importo è di € 85 mensili con un ISEE pari o inferiore a 15.000 euro, e si riduce progressivamente con l’aumentare dell’ISEE, fino a raggiungere il valore di € 25 in corrispondenza di un ISEE pari o superiore a 40.000 euro. Sono previste inoltre specifiche maggiorazioni per: i figli successivi al secondo; le madri di età inferiore a 21 anni; i genitori entrambi titolari di redditi da lavoro; i nuclei con quattro o più figli; ciascun figlio con disabilità minorenne sulla base della condizione di disabilità; ciascun figlio con disabilità maggiorenne fino al compimento del ventunesimo anno di età; nuclei familiari con ISEE non superiore a 25.000 euro (fino al 2024). 80

Figlio disabile di età pari o superiore a 21 anni

€ 25

+ € 20

€0

PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA: TUTTO QUELLO CHE È IMPORTANTE SAPERE La domanda va presentata a decorrere dal 1° gennaio ed è riferita al periodo compreso tra il mese di marzo dell’anno di presentazione della domanda e il mese di febbraio dell’anno successivo. L’assegno è riconosciuto a decorrere dal mese successivo a quello di presentazione della domanda; tuttavia, nel caso in cui sia presentata entro il 30 giugno dell’anno di riferimento, l’assegno è comunque riconosciuto retroattivamente a decorrere dal mese di marzo del medesimo anno. Nel caso di nuove nascite in corso di fruizione dell’assegno, la modifica alla composizione del nucleo familiare deve essere comunicata telematicamente all’INPS entro 120 giorni dalla nascita del nuovo figlio. L’assegno non concorre alla formazione del reddito complessivo e non va computato tra i trattamenti assistenziali che concorrono alla formazione del reddito familiare ai fini del Reddito di cittadinanza. I nuclei familiari che percepiscono il Reddito di cittadinanza non dovranno, peraltro, presentare domanda di Assegno Unico, perché in questo caso la prestazione viene pagata automaticamente dall’INPS. Gli Uffici del Patronato 50&PiùEnasco sono a disposizione per la presentazione della domanda di Assegno Unico e, grazie alla collaborazione con 50&PiùCaf, potranno fornire assistenza anche per la presentazione della DSU ai fini del rilascio dell’attestazione ISEE, necessaria al fine di determinare la misura dell’assegno spettante.

www.spazio50.org | gennaio 2022

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Le sedi 50&Più provinciali Abruzzo Telefono L’Aquila - Viale Corrado IV, 40/F 0862204226 Chieti - Via F. Salomone, 67 087164657 Pescara - Via Aldo Moro, 1/3 0854313623 Teramo - Via Guglielmo Oberdan, 47 0861252057 Basilicata Telefono Matera - Via Don Luigi Sturzo, 16/2 0835385714 Potenza - Via Centomani, 11 097122201 Calabria Telefono Cosenza - Viale degli Alimena, 5 098422041 Catanzaro - Via Milano, 9 0961721246 Crotone - Via Regina Margherita, 28 096221794 Reggio Calabria - Via Tenente Panella, 20 0965891543 Vibo Valentia - Via Spogliatore snc 096343485 Campania Telefono Avellino - Via Salvatore De Renzi, 28 082538549 Benevento - Via delle Puglie, 28 0824313555 Caserta - Via Roma, 90 0823326453 Napoli - Via Cervantes, 55 int. 14 0812514037 Salerno - Via Zammarelli, 12 089227600 Emilia Romagna Telefono Bologna - Strada Maggiore, 23 0516487548 Forlì - Piazzale della Vittoria, 23 054324118 Ferrara - Via Girolamo Baruffaldi, 14/18 0532234211 Modena - Via Begarelli, 31 0597364203 Piacenza - Strada Bobbiese, 2 - c/o Unione Comm.ti 0523/461831-32-61 Parma - Via Abbeveratoia, 61/A 0521944278 Ravenna - Via di Roma, 104 0544515707 Reggio Emilia - Viale Timavo, 43 0522708565-553 Rimini - Viale Italia, 9/11 0541743202 Friuli Venezia Giulia Telefono Gorizia - Via Vittorio Locchi, 22 048132325 Pordenone - Piazzale dei Mutilati, 6 0434549462 Trieste - Via Mazzini, 22 0407707340 Udine - Viale Duodo, 5 0432538707-538705 Lazio Telefono Frosinone - Via Moro, 481 0775855273 Latina - Via dei Volsini, 60 0773611108 Rieti - Largo Cairoli, 4 0746483612 Roma - Via Cola di Rienzo, 240 0668891796 Viterbo - Via Belluno, 39/G 0761341718 Liguria Telefono Genova - Via XX Settembre, 40/5 010543042 Imperia - Via Gian Francesco De Marchi, 81 0183275334 La Spezia - Via del Torretto, 57/1 0187731142 Savona - Corso A. Ricci - Torre Vespucci, 14 019853582 Lombardia Telefono Bergamo - Via Borgo Palazzo, 133 0354120126 Brescia - Via Giuseppe Bertolotti, 1 0303771785 Como - Via Bellini, 14 031265361 Cremona - Via Alessandro Manzoni, 2 037225745-458715 Lecco - Piazza Giuseppe Garibaldi, 4 0341287279 Lodi - Via Giovanni Haussmann, 1 0371432575 Mantova - Via Valsesia, 46 0376288505 Milano - Corso Venezia, 47 0276013399 Pavia - Via Ticinello, 22 038228411 Sondrio - Via del Vecchio Macello, 4/C 0342533311 Varese - Via Valle Venosta, 4 0332342280 Marche Telefono Ancona - Via Alcide De Gasperi, 130 0712075009 Ascoli Piceno - Viale Vittorio Emanuele Orlando, 16 0736051102 Macerata - Via Maffeo Pantaleoni, 48a 0733261393

Indirizzi_1 1

Pesaro - Strada delle Marche, 58 0721698224/5 Molise Telefono Campobasso - Via Giuseppe Garibaldi, 48 0874483194 Isernia - Via XXIV Maggio, 331 0865411713 Piemonte Telefono Alba - Piazza S. Paolo, 3 0173226611 Alessandria - Via Trotti, 46 0131260380 Asti - Corso Felice Cavallotti, 37 0141353494 Biella - Via Trieste, 15 01530789 Cuneo - Via Avogadro, 32 0171604198 Novara - Via Giovanni Battista Paletta, 1 032130232 Torino - Via Andrea Massena, 18 011533806 Verbania - Via Roma, 29 032352350 Vercelli - Via Duchessa Jolanda, 26 0161215344 Puglia Telefono Bari - Piazza Aldo Moro, 33 0805240342 Brindisi - Via Appia, 159/B 0831524187 Foggia - Via Luigi Miranda, 8 0881723151 Lecce - Via Cicolella, 3 0832343923 Taranto - Via Giacomo Lacaita, 5 0997796444 Sardegna Telefono Cagliari - Via Santa Gilla, 6 070280251 Nuoro - Galleria Emanuela Loi, 8 0784232804 Oristano - Via Sebastiano Mele, 7/G 078373612 Sassari - Via Giovanni Pascoli, 59 079243652 Sicilia Telefono Agrigento - Via Imera, 223/C 0922595682 Caltanissetta - Via Messina, 84 0934575798 Catania - Via Mandrà, 8 095239495 Enna - Via Vulturo, 34 093524983 Messina - Via Santa Maria Alemanna, 5 090673914 Palermo - Via Emerico Amari, 11 091334920 Ragusa - Viale del Fante, 10 0932246958 Siracusa - Via Eschilo, 11 093165059-415119 Trapani - Via Marino Torre, 117 0923547829 Toscana Telefono Arezzo - Via XXV Aprile, 12 0575354292 Carrara - Piazza 2 Giugno, 11 058570973-570672 Firenze - Via Costantino Nigra, 23-25 055664795 Grosseto - Via Tevere, 5/7/9 0564410703 Livorno - Via Serristori, 15 0586898276 Lucca - Via Fillungo, 121 - c/o Confcommercio 0583473170 Pisa - Via Chiassatello, 67 05025196-0507846635/30 Prato - Via San Jacopo, 20-22-24 057423896 Pistoia - Viale Adua, 128 0573991500 Siena - Via del Giglio, 10-12-14 0577283914 Trentino Alto Adige Telefono Bolzano - Mitterweg - Via di Mezzo ai Piani, 5 0471978032 Trento - Via Solteri, 78 0461880408 Umbria Telefono Perugia - Via Settevalli, 320 0755067178 Terni - Via Aristide Gabelli, 14/16/18 0744390152 Valle d’Aosta Telefono Aosta - Piazza Arco d’Augusto, 10 016545981 Veneto Telefono Belluno - Piazza Martiri, 16 0437215264 Padova - Via degli Zabarella, 40/42 049655130 Rovigo - Viale del Lavoro, 4 0425404267 Treviso - Via Sebastiano Venier, 55 042256481 Venezia Mestre - Viale Ancona, 9 0415316355 Vicenza - Via Luigi Faccio, 38 0444964300 Verona - Via Sommacampagna, 63/H - Sc. B 045953502

20/12/21 16:34


Fisco

a cura di Alessandra De Feo

BONUS EDILIZI, ALCUNE POSSIBILI VARIAZIONI

Sisma bonus, Ecobonus, Bonus verde… Un aiuto per chi desidera ristrutturare. Anche per i prossimi anni?

L

a Legge di Bilancio, al momento in cui andiamo in stampa, non è stata ancora approvata, ma nel presente articolo mettiamo in evidenza gli interventi su diversi bonus edilizi, che hanno assunto crescente interesse durante le fasi di discussione al Governo. Le proroghe particolareggiate per i vari bonus edilizi (escluso quello del 110%) vengono di seguito riassunte. Si ipotizza una proroga al 31 dicembre 2024 per: Sisma bonus 50%; Ecobonus 65%; Bonus mobili con riduzione della spesa a 5.000 euro (attualmente 16.000); Bonus verde. Inoltre risulterebbe: aumentata dal 36% al 50% la detrazione per interventi di recupero del patrimonio edilizio fino al 31.12.2024 (per poi tornare al 36% dall’1.1.2025); ridotta dal 90% al 60% la percentuale per il Bonus facciate con proroga al 2022. Nello specifico, in merito al Superbonus 110%, ricordiamo che: per gli interventi effettuati dalle persone fisiche - di cui al comma 9, lettera b), articolo 119 del Decreto Legge n. 34/2020 - per i quali, alla data del 30 settembre 2021, risulti 82

effettuata la comunicazione di inizio lavori asseverata (CILA), ovvero per quelli comportanti la demolizione e la ricostruzione degli edifici di cui risultino avviate le relative formalità amministrative per l’acquisizione del titolo abilitativo, la detrazione del 110% spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022; per gli interventi effettuati dai condomini e dalle persone fisiche - di cui al comma 9, lettera a) già citato -, compresi quelli effettuati su edifici oggetto di demolizione e ricostruzione - di cui all’articolo 3, comma 1, lettera d), del Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380 -, la detrazione spetterebbe: nella misura del 110% per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023; del 70% per quelle sostenute nell’anno 2024; del 65% per quelle sostenute nell’anno 2025; per gli interventi effettuati su unità immobiliari adibite ad abitazione principale dalle persone fisiche - di cui al comma 9, lettera b) -, che hanno un valore ISEE non superiore ad un importo ancora in fase di definizione, la detrazione del 110% spetterà anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022. La determinazione del limite ISEE ha infatti creato

non pochi malcontenti, per cui, attualmente, si sta profilando la possibilità di innalzarlo dagli iniziali 25.000 euro a 40.000 euro; per gli interventi effettuati dagli ICIAP - soggetti di cui al comma 9, lettera c) - e dalle cooperative - di cui al comma 9, lettera d) -, per i quali alla data del 30 giugno 2023 siano stati effettuati lavori per almeno il 60% dell’intervento complessivo, la detrazione del 110% spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023. È anche allo studio la proroga del Superbonus per le villette e le case unifamiliari, ma condizionandola al tetto ISEE di 25.000 euro (salvo modifiche per elevarlo, come detto, a 40.000 euro) e solo in caso di abitazione principale. A tale riguardo va evidenziato che, rispetto a quanto stabilito precedentemente, l’articolo 9 della bozza di Legge di Bilancio 2022 prevederebbe nuovamente la possibilità di optare per lo sconto in fattura e/o per la cessione del credito d’imposta prorogandola fino al 2024, per i bonus edilizi ordinari e, solo per il Superbonus 110%, fino al 31 dicembre 2025.

Sono allo studio alcune agevolazioni riguardanti i bonus edilizi. Tra queste, proroghe e aumenti delle percentuali di detrazione.

www.spazio50.org | gennaio 2022

_Fisco_5_m-A 82

20/12/21 16:36


IN VIAGGIO CON 50&PIÙ L’esperienza quarantennale nell’organizzazione di turismo associativo, la professionalità acquisita nella costante ricerca di nuove soluzioni, oltre alla sensibilità di chi conosce a fondo le esigenze e le aspettative dei soci 50&Più, identificano il Tour Operator 50&Più Turismo, l’unico riferimento nazionale per le tue vacanze e i tuoi viaggi di qualità.

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(Aut. Reg. 388/87) Tel. 06 6871108/369 Fax 06 6833135 E-mail: info@50epiuturismo.it Oppure presso le sedi Provinciali 50&Più.

Crociera Fluviale 2022 Navigando la Saona e il Rodano Dal 2 al 9 aprile

Un itinerario straordinario nelle vallate della Saona e del Rodano, attraverso la Borgogna, la Provenza e la Camargue, dove scoprire le meraviglie di un patrimonio storico, architettonico, naturalistico ben conservato e i vigneti dei vini più famosi al mondo.

ITINERARIO 1° giorno

Arrivo a Lione

Imbarco e sistemazione in cabina.

2° giorno

Lione

Al mattino Santa Messa. Pomeriggio visita della città.

3° giorno

Mâcon

Visita all’Abbazia di Cluny (X sec.). Pomeriggio libero. Escursione facoltativa a Chalon-sur-Saone.

4° giorno

Vienne

Visita della città romana: Tempio di Augusto e Cattedrale.

5° giorno

Avignone Escursione a Pont du Gard e ad Uzès. Pomeriggio visita di Avignone.

6° giorno

Avignone Escursione ad Arles e visita dell’anfiteatro romano, la cattedrale, il centro storico. Rientro a bordo. Pomeriggio libero. Escursione facoltativa in Camargue.

7° giorno

Viviers

Escursione nell’Ardèche e visita del Castello di Grignan.

8° giorno

Lione

Arrivo e sbarco.

IMPORTANTE - L’itinerario e le escursioni possono subire variazioni per cause di forza maggiore e condizioni di navigazione.

A bordo della MN VIVA - 4 Stelle Superiore La motonave dispone di tre ponti, un luminoso ristorante, salone panoramico, area benessere, sala di lettura e negozio di bordo. Le cabine ai ponti Diamante e Rubino sono dotate di balcone e ascensore, le cabine al ponte Smeraldo sono con finestra. QUOTA INDIVIDUALE DI PARTECIPAZIONE Ponte

suite

cabina doppia

cabina singola

Superiore Diamante

€ 1.550

€ 1.450

-

Intermedio Rubino

€ 1.480

€ 1.380

-

Inferiore Smeraldo

-

€ 1.280

€ 1.580

Quota supplementare per i non soci: € 50 La quota comprende: Crociera di 8 giorni/7 notti in cabina della categoria prescelta • Trattamento di pensione completa a bordo (dalla cena del 1° giorno alla prima colazione dell’8° giorno) • Cocktail di benvenuto e cena di gala a bordo • Escursioni e visite guidate inserite nel programma (ingressi esclusi) • Tasse portuali • Polizza medico/bagaglio e spese Covid-19 • Polizza annullamento viaggio (fino a € 2.000) • Assistenza di personale medico e staff 50&Più. La quota non comprende: Viaggio per e da Lione • Assicurazione integrativa • Escursioni facoltative (da regolare in loco) • Trasferimenti per e da aeroporti e stazioni ferroviarie • Ingressi dove previsti • Tutte le bevande, mance, extra in genere e tutto quanto non sopra specificato. TRASPORTI in pullman GT: partenza da Milano (Stazione Centrale) per Lione A/R da definire alla chiusura delle prenotazioni. TRASPORTI in aereo: con voli A/R dalle principali città italiane: tariffe migliori disponibili al momento della prenotazione e trasferimenti dall’aeroporto al porto di Lione, da definire alla chiusura delle prenotazioni. gennaio 2022 | www.spazio50.org

_Turismo_gennaio_14-A 83

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20/12/21 16:38


50&PIÙ EVENTI NAZIONALI

DAL 29 MAGGIO AL 26 GIUGNO

2022

Incontri 50&Più è un evento associativo importante, è una grande festa di inizio estate dove circa 2.000 soci 50&Più si ritrovano per condividere il piacere di una vacanza al mare, dove rilassarsi in spiaggia o in piscina, divertirsi con gli amici e fare nuove conoscenze, assistere a convegni e incontri organizzati da 50&Più, agli spettacoli di qualità realizzati nell’anfiteatro del villaggio e, non ultimo, vivere nuove esperienze in serenità. In loco potrete contare sull’assistenza dello staff 50&Più e 50&Più Turismo, e del medico dedicato ai soci 50&Più per un’assistenza H24. Esperienza, organizzazione e rapporto qualità/prezzo sono il vero valore aggiunto che genera il grande successo di partecipazione a questo Evento turistico-associativo di 50&Più. Tutte le proposte saranno confermate a condizione che si possano garantire i più alti standard di sicurezza e tutela dei partecipanti, il tutto nel rispetto delle normative vigenti. Qualora i pacchetti venissero annullati, i pagamenti effettuati dai Soci 50&Più verranno debitamente rimborsati.

84

In SARDEGNA presso il CALASERENA VILLAGE 4 Stelle - MARACALAGONIS/VILLASIMIUS (CA) Gli Incontri 50&Più si svolgeranno nella splendida Sardegna, terra dalle incantevoli meraviglie storiche, culturali, archeologiche e naturalistiche. L’intera costa di Villasimius, con le sue splendide calette, offre un’incredibile vista mare, insieme ai limpidi colori dell’acqua e alle lunghe spiagge di arenaria. Vi aspettiamo nella bella Sardegna! SOGGIORNO AL CALASERENA VILLAGE Un villaggio 4 stelle, posto direttamente su una delle più belle spiagge sabbiose dell’Isola, tra Cagliari e Villasimius, nel comune di Maracalagonis, a 30 km dall’aeroporto del capoluogo sardo. Il villaggio è immerso in una folta vegetazione, in un suggestivo bosco di pioppi, eucalipti e tamerici, che lo congiunge al mare. È un ottimo punto di partenza per ammirare l’architettura dei suggestivi nuraghi (a circa 80 km dal villaggio), le opere artistiche dei musei e delle pinacoteche di Cagliari (a soli 30 km), nonché la bellissima Villasimius (a 20 km) e l’isola di S. Pietro con le sue splendide calette (a 125 km). Inoltre, a 120 km, si può visitare il Parco della Giara, uno dei rari esempi di natura incontaminata in Europa. Le camere sono suddivise in palazzine di 3 piani con ascensore e in villini a due piani, dotate di tutti i comfort. L’ampia spiaggia sabbiosa e privata è attrezzata con ombrelloni, lettini e sdraio, spogliatoi e docce, bar, punto di assistenza e informazioni. A disposizione degli ospiti barche a vela e windsurf, canoe e campo da beach volley.

www.spazio50.org | gennaio 2022

_Turismo_gennaio_15-A 84

21/12/21 15:24


QUOTA INDIVIDUALE DI SOGGIORNO (7 NOTTI/8 GIORNI)

IN CAMERA DOPPIA

IN CAMERA SINGOLA

IN CAMERA TRIPLA

Dal 29 maggio al 5 giugno

€ 545

€ 685

€ 450

Dal 5 al 12 giugno

€ 655

€ 790

€ 535

Dal 12 al 19 giugno

€ 720

€ 840

€ 575

Dal 19 al 26 giugno

€ 785

€ 890

€ 615

SOGGIORNI DI 9, 10 o 14 NOTTI SU RICHIESTA RIDUZIONI 3° e 4° letto bambino (fino a 3 anni n.c.) in camera con 2 adulti, gratuito 3° e 4° letto bambino (da 3 a 8 anni n.c.) in camera con 2 adulti, 70% 3° e 4° letto bambino (da 8 a 12 anni n.c.) in camera con 2 adulti, 50% Quota supplementare per i non soci: € 50 LE QUOTE COMPRENDONO: • Soggiorno presso il Calaserena Village (le camere saranno disponibili a partire dalle ore 16:00 del giorno di arrivo e dovranno essere liberate entro le ore 10:00 del giorno di partenza); • Trattamento di pensione completa a buffet dalla cena del giorno di arrivo al pranzo del giorno di partenza (per arrivi anticipati con il pranzo incluso i servizi terminano con la prima colazione del giorno di partenza); • Bevande ai pasti inclusi acqua minerale, vino e bibite alla spina; • Formula Extra All Inclusive al bar principale, al bar della spiaggia e al ristorante (come di fianco specificato); • Servizi balneari in spiaggia attrezzata (1 ombrellone, 1 lettino e 1 sdraio per camera); • Facchinaggio in arrivo e in partenza; • Animazione diurna e serale con spettacoli, piano bar, giochi e tornei; • Partecipazione ad attività culturali e ricreative organizzate da 50&Più; • Assistenza in loco di personale medico H24; • Assistenza in loco di personale 50&Più e 50&Più Turismo; • Assicurazione bagaglio/sanitaria/copertura Covid-19 e annullamento viaggio, UNIPOL SAI Assicurazioni. LE QUOTE NON COMPRENDONO: • Trasporti da e per il Calaserena Village (quotazioni su richiesta); • Escursioni da prenotare e pagare in loco; • Eventuale pasto extra (adulti: € 26,00 - bambini: € 15,00); • Imposta di soggiorno comunale, da regolare in loco; • Extra in genere e tutto quanto non specificato.

FORMULA EXTRA - L’All Inclusive Bluserena Oltre ai servizi della Pensione Più: al Bar, caffetteria, bibite alla spina da 20 cl, succhi di frutta, sciroppi, birra, granite, vino, prosecco, amari e liquori, aperitivi e vermouth, grappe; Happy Hour dalle 17:30 alle 19:30 con selezione di cocktail; durante i pasti una bevanda da 40 cl. (da 3 anni); due accessi a settimana, a ristorante, presso Il Gusto e BluBeach Restaurant. ESCURSIONI FACOLTATIVE (da regolare in loco) Si ritorna nella splendida Sardegna, con il mare tra i più belli del mondo e terra dalle incantevoli meraviglie storico-culturali: dall’architettura dei suggestivi nuraghi (a circa 80 km dal villaggio) alle opere artistiche dei musei e delle pinacoteche di Cagliari (a soli 30 km), dalla bellissima Villasimius (a soli 20 km) all’isola di S. Pietro con il centro storico (a 125 km).

Richiedi programma dettagliato e quotazioni definitive: - Email: info@50epiuturismo.it - Tel. 066871108/369 - Oppure presso le sedi Provinciali 50&Più ORGANIZZAZIONE TECNICA: 50&PIÙ TURISMO Srl Largo Arenula, 34 - 00186 ROMA Aut. Regionale 388/87

www.50epiuturismo.it gennaio 2022 | www.spazio50.org

_Turismo_gennaio_15-A 85

85

21/12/21 15:24


EXPO DUBAI 2020

Per l’ingresso a Expo Dubai 2020 è richiesta la vaccinazione contro il Covid-19 o test PCR negativo.

Unire le menti, creare il futuro Dal 3 all’8 marzo 2022 (5 notti/6 giorni)

Expo 2020 è un’occasione unica per ammirare il più grande evento mai realizzato prima nel mondo arabo. Accoglie oltre 192 Paesi partecipanti, che espongono innovazioni, risultati e aspirazioni nell’ambito dei tre sottotemi: Opportunità, Mobilità e Sostenibilità.

1° giorno: ITALIA – DUBAI Volo di linea per Dubai, trasferimento e pernottamento in Hotel. 2° giorno: DUBAI Visita guidata di Dubai: il quartiere Bastakiya, i Souk delle Spezie e dell’Oro, l’edificio più alto del mondo “Burj Khalifa”, l’isola Palm Jumeirah e l’Hotel Burj Al Arab, che ricorda una vela. Pranzo libero. Cena in Hotel. 3° giorno: DUBAI EXPO Intera giornata: visita dell’Expo con guida e trasferimento a/r. Pranzo libero. Cena in Hotel. 4° giorno: DUBAI EXPO Intera giornata: visita dell’Expo con guida e trasferimento a/r. Pranzo libero. Cena su un tradizionale vascello Dhow per ammirare lo skyline illuminato. 5° giorno: DUBAI – Escursione DESERTO Mattinata libera per visite e shopping negli incredibili centri commerciali. Pranzo libero. Nel pomeriggio, safari nel Deserto in veicoli 4x4. Cena barbecue sotto le stelle nel campo beduino. 6° giorno: Rientro in Italia. 86

QUOTA INDIVIDUALE DI PARTECIP. IN CAMERA DOPPIA Partenze da Roma e Milano: Minimo 25 partecipanti

€ 1.930

Minimo 20 partecipanti

€ 2.010

Supplemento singola

€ 510

Partenze da Napoli: Minimo 25 partecipanti

€ 1.740

Minimo 20 partecipanti

€ 1.815

Supplemento singola

€ 510

Quota supplementare per i non soci: € 50

La quota comprende: Voli di linea Emirates da Roma/Malpensa e FlyDubai da Napoli a Dubai e ritorno • Tasse aeroportuali (circa € 75 per persona, da riconfermare) • Sistemazione in Hotel 4 stelle • Pasti come da programma • Trasferimenti privati • Escursioni e guide come indicato • Ingressi previsti da programma • Guida durante le visite Expo (2 giornate) • Accompagnatore 50&Più Turismo • Tassa di soggiorno a Dubai di AED 15 per camera per notte • Assicurazione medico–bagaglio. La quota non comprende: Assicurazione “Zero Rischi” (€ 155) • Pasti non menzionati, bevande, extra personale, facchinaggio bagagli, mance, extra di carattere personale e tutto quanto non specificato.

www.spazio50.org | gennaio 2022

_Turismo_gennaio_14-A 86

20/12/21 16:39


Cultura

Libri

I CANI DI GERUSALEMME LUIGI MALERBA FABIO CARPI KAPPALAB 144 PAGINE 15,00 EURO

UNA CROCIATA IMMAGINARIA E PACIFICA

Protagonista di una sceneggiatura e di una pièce teatrale, il romanzo torna ora ad essere un libro. Un viaggio, metafisico e picaresco, che il barone Nicomede intraprende girando intorno al suo castello di Renato Minore Perché andare in guerra, assurda e terribile come tutte quelle sante, se si può tranquillamente inscenare con l’immaginazione un impegno bellico che non vale la pena di intraprendere sul serio? Il barone Nicomede finge di partire con il fido scudiero: in realtà, gira intorno al castello, coprendo gli stessi chilometri che lo separano dalla città difesa dagli infedeli. È la riproduzione pacifica della Crociata, sembra una passeggiata, ma non è una fuga dalla realtà. Diventa un’avventura con risvolti grotteschi e anche drammatici, in un presente storico che immerge i protagonisti in continue avventure e peripezie. La Gerusalemme virtuale risulta ancora più difficile da raggiungere. Dopo aver un po’ vagato nell’universo dei media, come sceneggiatura di un film per la regia di Luigi Malerba e Fabio Carpi (prodotto dalla Tv francese), e come pièce teatrale, “I cani di Gerusalemme” (Kappalab) - quel romanzo visionario e farsesco, di parole e allegorie - torna in libreria in

ATLANTE TASCABILE DELLE ISOLE REMOTE Judith Schalanky Bompiani 240 pagine Prezzo: 25 euro

una nuova versione. Un’autentica gemma, a tutti gli effetti rientra nella narrativa cavalleresca, antieroica e picaresca, che Malerba ha coltivato. Il modello “sublime” è Chisciotte e Sancho, impossibile non tenerne conto. Ma nella storia può capitare che si ribalti il rapporto tra padrone e servo. Quando Nicomede cede alla stanchezza e allo sgomento, è il servo che prende in mano la situazione, si autosuggestiona, aiuta il padrone a portare a termine l’impresa. Ciò che è messo in discussione è l’istinto di sopraffazione dietro le grandi decisioni che coinvolgono la collettività e si presentano sotto l’aspetto di crociate ideali. Un romanzo a suo modo anche “metafisico e filosofico”, secondo il curatore Gino Ruozzi che, attraverso l’uso della ragione o della contestazione paradossale, mette in evidenza il valore dell’indipendenza individuale di fronte alle decisioni dei politici. Il sonno della ragione produce mostri, i più pericolosi sono il fanatismo e la violenza.

“Alle cinquanta isole dove non sono mai stata e mai andrò”, alle storie immaginarie e insieme reali che vi sono legate, Judith Schalanky ha dedicato un fortunato, splendido catalogo che ora torna in una nuova e ampliata versione: è l’Atlante tascabile delle isole remote che, in un’epoca di congestione turistica, quando sono continuamente disintegrati gli spazi e i tempi della lontananza, ci restituisce alla poetica cartografica del viaggio mentale con un libro che tanto sarebbe piaciuto a Calvino o a Borges. Trindade, Howland, Socorro, Deception… È un viaggio alla ricerca di punti sperduti negli spazi bianchi delle cartine, un percorso di comprensione e documentazione. Storia e leggenda per cinquanta fazzoletti di terra, lambiti e schiaffeggiati da uno sterminato mare d’acqua, del tutto inaccessibili, non a portata di telecomando e di Google Earth. gennaio 2022 | www.spazio50.org

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20/12/21 16:50


Cultura

Arte

Importante retrospettiva dell’artista americano, che si muove in un universo iper pop, patinato e luccicante, apoteosi della lezione di Andy Warhol

JEFF KOONS: IL NUOVO MICHELANGELO? di Ersilia Rozza Il commediografo Neil Simon ebbe a scrivere: «Se non si rischiasse nella vita, Michelangelo avrebbe dipinto il pavimento della Cappella Sistina». Jeff Koons, l’artista vivente più “caro” al mondo - il suo Rabbit, un giocattolone di metallo alto un metro, ha realizzato in asta, nel 2019, oltre 91 milioni di dollari -, qualche rischio se l’è preso, a partire dalla fine degli Anni ’70, quando mise in mostra oggetti come aspirapolvere o teiere dentro bacheche illuminate da neon. Da allora la sua escalation è stata inarrestabile, grazie all’ambiguità di opere accattivanti e rassicuranti, immediate e appariscenti, che sono finite esposte nei musei come un indicatore della realtà attuale: superficiale, glamour e spesso infantile. Realizzate sempre con assemblage ai limiti del kitsch, che, partendo dal ready made di Marcel Duchamp e la pop art di Andy Warhol e giocando con l’iperbole iperrealista, arrivano a sfiorare il surreale per catturare la vita, criticare il consumismo e insieme suggerire il sogno e l’introspezione. Ce lo ricorda la bella mostra fiorentina 88

del “nuovo Michelangelo”, parola del curatore Joachim Pissarro, fin dalla Ballon Monkey blu, ingrandimento di quasi 4 metri di una scimmietta fatta con un palloncino gonfiabile posto nel cortile. Si intitola Shine, “lucentezza”, a rammentare l’amore di Koons per le superfici traslucide, il suo utilizzo di metalli, plastiche e ceramiche smaltate, che raffigurano, in un progressivo aumentare delle dimensioni, cuori impacchettati, delfini volanti, passerotti giganti, Hulk urlante che suona una megatuba, e anche ballerine degasiane, Proserpina desnuda e copie di opere classiche, con l’aggiunta di una sfera di vetro. Informazioni sulla mostra: Palazzo Strozzi Piazza Strozzi, Firenze Orario: 10/20 (giovedì 10/23) Biglietti: € 15; ridotto € 12 (over 65, under 30, convenzioni); ridotto € 5 (ragazzi dai 6 ai 18 anni compresi); gratuito per under 6, portatori di handicap con accompagnatore e guide. www.palazzostrozzi.org Fino al 30 gennaio

DA NON PERDERE TORINO

Giovanni Fattori Dalle tele di grande formato alle tavolette e le acqueforti, dalla sperimentazione macchiaiola alle opere dell’età matura, la retrospettiva Fattori. Capolavori e aperture sul ’900 corre cronologicamente, rivelando acutezza e innovazione dell’artista toscano, tra i massimi del nostro ’800. GAM Fino al 20 marzo ALBA (CN)

Alberto Burri Burri. La poesia della materia titola la mostra che Alba dedica al geniale artista umbro. I suoi cicli, “Catrami”, “Muffe”, “Sacchi”, “Combustioni”, “Legni”, “Ferri”, “Plastiche”, “Cretti”, “Cellotex”, “Neri”, mostrano la poesia dell’informe. Fondazione Ferrero Fino al 30 gennaio

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Cultura

Teatro

SU IL SIPARIO! VA IN SCENA L’ENTUSIASMO DELLA RINASCITA Ricca, diversificata e con protagonisti di grande livello, anche internazionali, la nuova stagione annunciata di Mila Sarti dalla Fondazione Teatro della Toscana Fra tradizione e innovazione, ha ripreso completamente vita la stagione teatrale della Pergola di Firenze e del Teatro Era di Pontedera. La grande attenzione al pubblico e la rilevante qualità degli spettacoli confermano la bontà del percorso di approfondimento culturale messo in atto dalla Fondazione Teatro della Toscana. Il teatro, quindi, diventa più che mai un elemento pulsante della società, uno spazio di incontro e arricchimento dove poter seguire corsi di formazione, laboratori, iniziative collaterali, eventi speciali, sperimentazione e ricerca teatrale. Articolati, differenziati e apprezzabili i cartelloni che prevedono quindici spettacoli alla Pergola e otto all’Era, fra classici, nuova drammaturgia, teatro civile con uno sguardo oltre confine. In scena al Teatro della Pergola fino al 2 il testo di

Edoardo Erba, Il marito invisibile, con le divertenti Maria Amelia Monti e Marina Massironi. Dall’11 al 16, Monica Guerritore in una grande prova d’attrice con L’anima buona di Sezuan. Segue, dal 18 al 23, Fabrizio Gifuni in un suo struggente lavoro di drammaturgia, Con il vostro irridente silenzio. Studio sulle lettere dalla prigionia e sul memoriale di Aldo Moro. Il titolo racconta già tutto… Passando al Teatro Era, l’8 e il 9 ritroviamo l’esilarante commedia Il marito invisibile, per poi passare allo spettacolo Marjorie Prime (13-14), con Ivana Monti nei panni dell’ottantenne protagonista. Testo finalista al Premio Pulitzer 2015, tocca il delicato argomento dell’Alzheimer nella vecchiaia, affrontato attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Potrà quest’ultima aiutare davvero l’essere umano?

EVENTI ROMA

Si torna a sognare…

«E a lavorare!» Lo afferma Massimo Romeo Piparo riaprendo il teatro che dirige, il Sistina, e lo fa col suo musical, Mamma Mia! Finalmente… Fino al 9 sogneremo con le canzoni degli Abba e gli amatissimi Luca Ward, Paolo Conticini, Sergio Muniz, Sabrina Marciano. Cast di trenta artisti e orchestra dal vivo. Info: 064200711 NAPOLI

Per non dimenticare

Mario Martone firma la regia al Mercadante de Il filo di Mezzogiorno di Goliarda Sapienza, scrittrice per troppo tempo misconosciuta, considerata oggi fra le principali autrici letterarie del secolo scorso. Scritto nel 1969, racconta il percorso psicanalitico intrapreso. Interpretato da Donatella Finocchiaro e Roberto De Francesco, dal 5 al 16. Info: 0815513396 gennaio 2022 | www.spazio50.org

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Cultura

Musica

ROGER TAYLOR, A 40 ANNI DAL DEBUTTO Il batterista dei Queen, Roger Taylor, è tornato con un nuovo lavoro da solista quarant’anni dopo l’album d’esordio Fun In Space. Outsider, questo il titolo, propone canzoni ispirate dal lockdown, tra cui il singolo con KT Tunstall sulla sopravvivenza, alcuni testi politicizzati, la cover di The Clapping Song, una hit degli Anni ’60. In tour proporrà anche le canzoni della band che gli ha dato la fama.

di Raffaello Carabini

IL K-POP, QUESTO (S)CONOSCIUTO, NON È SOLO BTS

ORCHESTRA JAZZ

La musica pop della Corea del Sud sta invadendo il pianeta. I suoi campioni sono i BTS della hit “Dinamyte”, ma sono numerosi gli artisti pronti a scalare le classifiche mondiali Non sono uno dei fenomeni che l’industria musicale crea ogni anno, destinatari gli adolescenti e abbandonati dopo poco. I coreani BTS, dal 2017 - quando il loro tour statunitense raccolse tutti sold out -, continuano a mietere successi. Sono stati i più premiati agli ultimi MTV Ema Awards e i Coldplay li hanno voluti nella formidabile My Universe. Non solo, i Bangtan Sonyeondan, ovvero “boy scout a prova di proiettile”, contro gli stereotipi negativi che, come proiettili, puntano gli adolescenti per minarne i valori, hanno spostato l’attenzione di molti, non solo giovanissimi, verso il K-Pop, il pop della Corea del Sud. Non la meteora Psy e la sua Gangnam Style, ma uno stile sorretto da discografici che preparano le nuove stelle 90

dai 10/11 anni con stage lontani dalle famiglie a cantare e ballare, per creare nuovi voice oppure rapper o dancer o centro, il più versatile, o semplicemente visual, il più attraente, di band rigorosamente al femminile o al maschile, che propongono show pieni di colori, scenografie computerizzate, folli dress code e luci da luna park. Possono sembrare tutte uguali, ma ognuna sviluppa un suo concept sonoro, discorsivo e visuale. Dai Monsta X, i primi a incidere un cd tutto in inglese, ai tecnologici NCT 127, dai romantici TxT ai bollenti Everglow, dalle multicolori Aespa ai duri EXO, dalle effervescenti Twice alle CLC, che hanno iniziato per strada raccogliendo fondi per bambini disabili, e agli NCT U, con membri variabili a seconda della canzone.

DINO BETTI VAN DER NOOT, NUOVO CD «Ho compiuto 85 anni e sono sopravvissuto a una pandemia che non avrei mai pensato di incontrare. Per mesi non sono riuscito a scrivere neanche una nota, poi improvvisamente ce l’ho fatta. Mi sono ribellato e ho composto questo cd, The Silence Of The Broken Lute, che racconta i miei diversi stati d’animo, le mie reazioni emotive a un’emergenza inimmaginabile. Quattro nuovi brani e una vecchia composizione degli Anni ’80 portatrice di speranza». Ottimo jazz orchestrale da ascoltare con attenzione.

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Cultura

Cinema

FILM IN USCITA COMMEDIA IL CAPO PERFETTO Regia: Fernando Leòn con: Javier Bardem, Almudena Amor, M. Solo

Capelli d’argento e sorriso sornione per Javier Bardem (Blanco), che in questo film è il proprietario di un’azienda in lizza per un premio. Per vincere e mantenere alta la produttività, il boss farà di tutto per accontentare i lavoratori. Ma mentre i giorni dell’ispezione si avvicinano, la tensione di Blanco sale al punto da inanellare una serie di esilaranti disastri.

FANTASY, SCI-FI MATRIX: RESURRECTIONS Regia: Lana Wachowski con: Keanu Reeves e Carrie Ann-Moss

K. Reeves (Neo) e C. Ann-Moss (Trinity) tornano in Matrix per riportare il protagonista nella realtà. Neo, preda di visioni, crede di essere pazzo. In effetti, è l’unico a non essere vittima della tecnologia, che ha trasformato il telefonino in un’estensione del sé. Pillola rossa o pillola blu? A voi la scelta.

di Alessandra Miccinesi

LA BEFANA VIEN DI NOTTE 2 - LE ORIGINI

Monica Bellucci smette i panni dell’icona di bellezza e sensualità, per vestire la palandrana della megera buona nel prequel della briosa commedia campione d’incassi nel 2018 Dare della befana a Monica Bellucci? Succede, ma solo sul grande schermo. La sensuale e carismatica attrice umbra è la protagonista del film di Paola Randi in cui torna a vestire i panni della maga dopo l’esperienza fatta nel film I Fratelli Grimm e l’incantevole strega. La Befana vien di notte 2 - Le origini, prequel della fortunata commedia fantasy del 2018 con Paola Cortellesi, racconta come ebbe inizio la leggenda della vecchina che scende dal camino col sacco in spalla, per lasciare giocattoli o carbone ai bimbi. Siamo nel XVIII secolo. Paola (Zoe Massenti), ragazzina che vive per strada grazie a piccole truffe ed espedienti, si trova a intralciare i piani del perfido barone De Michelis (Fabio De Luigi) il quale, oltre ad essere un uomo avido di potere,

nutre un profondo odio per le streghe. Accanto al cinico barone c’è il sodale Marmotta (Herbert Ballerina), uomo fidato ma costantemente vessato. Quando il perfido De Michelis ordina di mettere al rogo Paola accusandola di stregoneria, la maga bianca Dolores - potentissima e protettrice dei bambini - entra in azione salvando la ragazzina dalle fiamme. Tra le due, entrambe dotate di un cuore buono e potente, s’instaura un sodalizio che prevede un apprendistato fatto di pozioni magiche, trasformazioni e qualche guaio. Ma il destino di Paola sarà leggendario. Nel cast Alessandro Haber e Corrado Guzzanti. Regia: Paola Randi Genere: commedia gennaio 2022 | www.spazio50.org

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Vivere in armonia

seguendo le stagioni

ALLE PORTE DEL NUOVO ANNO «In questo mese perché la temperatura dell’aria si abbassa facendo cadere la neve, per sopportare il freddo, è buono ad usare dei cibi più sostanziosi e non fare abuso di liquori». Almanacco Barbanera 1887 a cura di:

GENNAIO È con l’arrivo di gennaio che speranze, desideri, progetti premono alle porte del nuovo anno. Energie vigorose percorrono l’aria fredda e pungente, indifferenti a quel velo di ghiaccio che sembra tenere il mondo sotto scacco. Certo, le basse temperature, ma anche le calde atmosfere delle festività, ci tengono in casa, pronti per il pranzo del primo dell’anno e i dolci doni dell’Epifania. Poi tutte le feste vanno via. O almeno così sembra. Perché nel calendario si affaccia Sant’Antonio, con i suoi animali e il buonumore che torna in circolo. Il Santo spalanca le porte al Carnevale, scalda il cuore di un lungo inverno, inonda le cucine del buon profumo delle dolci fritture. E anche fuori, nell’orto e nel giardino, non c’è di che oziare. Si pota, si trapianta, si mette mano alle semine in vista della primavera. Poi la tradizione porta i “giorni della merla”, i più gelidi dell’anno, quelli in cui la stagione fredda vuole dare il meglio di sé. 92

A GENNAIO, NELL’ORTO Il cavolo (Brassica oleracea) Ricco di potassio, acido folico, calcio, ferro, fosforo e vitamina C, ha proprietà antitumorali, antinfiammatorie, antibatteriche, antiossidanti, depurative e rimineralizzanti. Per le sue essenze solforate - specie crudo - fa bene a pelle e anemia. Il proverbio Per mandare i malanni al diavolo, ricorda le virtù del cavolo. Fa bene perché I cavoli si adattano ad ogni tipo di terreno purché ricco di humus. L’importante è che abbiano spazio per crescere: sul balcone, scegliere vasi di almeno 40x40 cm e 50 cm di profondità, con terriccio di medio impasto con torba, ghiaia, sabbia. La semina Il cavolo verza si semina in primavera, in Luna crescente, mentre il cavolo cappuccio in Luna calante, da maggio a luglio, in autunno o primavera, a seconda delle varietà. I semi si ricoprono con uno strato di terra di circa 2 cm. Si annaffia quando il terreno è asciutto. Una volta spuntate le piantine, si diradano lasciando una distanza di almeno 20 cm tra l’una e l’altra. Raccolta e conservazione Si fa in vari momenti, dall’autunno all’inverno, scegliendo teste di almeno 12 cm di diametro, in Luna crescente. I cavoli si consumano freschi o si conservano sott’aceto. Il cavolo cappuccio, a striscioline, si fa anche fermentare per preparare i deliziosi “crauti”.

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BUONO A SAPERSI! La lettura fa bene Leggere fa davvero bene alla salute. I libri sono come vitamine per la mente, perché mantengono attiva la memoria e il pensiero analitico, allargano gli orizzonti, rilassano dallo stress e mettono di buonumore. La narrativa, in particolare, ci rende persone più empatiche mettendoci così in condizione di comprendere meglio le emozioni degli altri. Leggere alla sera, inoltre, aiuta a dormire bene perché ogni pagina distrae dalle preoccupazioni e dai pensieri quotidiani.

NEL CESTINO DEL MESE

NELL’ORTO, NEL GIARDINO, SUL BALCONE Quando a gennaio la natura rallenta il suo ritmo, anche nell’orto i lavori diradano. Eppure, a ben guardare, si tratta di una fase di “fermo” soltanto apparente. A parte, infatti, le tante varietà di cavoli e di verdure da taglio che il freddo porta con sé, il momento è ideale per dedicarsi alla sistemazione dell’attrezzatura, alla programmazione delle semine e alla predisposizione delle nuove colture. Ma ci sono da fare anche le raccolte, tuttora generose di cavoli, porri, valerianella, verze: in Luna crescente per il consumo fresco, in calante per la conservazione. Sempre in crescente, invece, seminare in semenzaio cavolfiori, cavolo broccolo, rucola. In giardino è il momento di seminare in semenzaio azalee, begonie, primule, tuberose e bulbi a fioritura primaverile. Seminare piselli odorosi, viole, violacciocche e zinnie. Mettere a dimora e/o trapiantare alberi, arbusti e rampicanti a foglia caduca, e rosai a radice nuda. Piantare anche i bulbi dei gladioli e preparare il terreno per avere le fragole in mezzo ai fiori. In Luna calante mettere a dimora, in piena terra o in vasi capienti sul balcone, i bulbilli di aglio e di cipolla invernale e seminare in semenzaio lattuga, radicchio estivo, ravanello, sedano e valerianella. In giardino lavorare superficialmente il terreno, aggiungendo concimi organici. Eliminare i rami morti, spezzati e inclinati di alberi e arbusti spoglianti.

COLTIVARE CON LA LUNA

PREPARARE LE “MARZE” Se vogliamo davvero tentare qualcosa di più, qualcosa che all’apparenza complicato si rivelerà in realtà semplice, allora è tempo di mettere mano alle marze. Si chiama marza il ramo da frutto usato per gli innesti, che deve essere prelevato da piante in buone condizioni e già capaci di produrre frutti. I rami scelti devono avere un anno e devono essere scelti tra i migliori della parte esterna della chioma. Per gli innesti primaverili occorrono rametti ben lignificati e non troppo spessi. Il taglio si fa in giorni soleggiati, evitando quelli molto freddi. Avvolte con telo di plastica nero, si conservano in cantina o al freddo (3-4°C), coperte con sabbia per mantenere l’umidità costante.

SE HAI ½ GIORNATA

ORTAGGI: aglio, cardi, carote, catalogna, cavolfiori, cavolini di Bruxelles, cavolo broccolo, cavolo cappuccio, cavolo verza, cicorie, cime di rapa, cipolle, finocchi, indivie, lattughe, porri, radicchi rossi, rape, sedano, spinaci e valerianella.

FRUTTA: arance tarocco, cedri, limoni, pompelmi, mandarini, clementine, mele Golden e Deliziose, kiwi e pompelmi.

AROMI: prezzemolo, rosmarino e salvia.

IL SOLE Il 1° sorge alle 07.28 e tramonta alle 16.39. L’11 sorge alle 07.27 e tramonta alle 16.49. Il 21 sorge alle 07.22 e tramonta alle 17.01. Le giornate si allungano. Il 1° gennaio si hanno 9 ore e 11 minuti di luce solare e il 31 se ne hanno 9 e 59 minuti. Si guadagnano 48 minuti di luce solare. LA LUNA Il 1° sorge alle 06.05 e tramonta alle 15.08. Il 12 tramonta alle 01.32 e sorge alle 12.22. Il 21 tramonta alle 09.36 e sorge alle 20.34. Luna calante dal 1° al 3 e dal 19 al 31. Luna crescente dal 3 al 17. Luna Nuova il 2, Luna Piena il 18. gennaio 2022 | www.spazio50.org

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Giochi

Stuzzica Cervello

di Lionello e Favolino

di Enrico Diglio

TEST 1 Osservate attentamente le sottostanti quattro sequenze di numeri (da 0 a 9) e dite quali numeri vanno sostituiti ai tre punti interrogativi, secondo un criterio logico da determinare.

REBUS Lionello 11 14...

REBUS Lionello ...4 8 6 6

TEST 2 In ognuna delle quattro seguenti sequenze c’è una parola “intrusa”. Le quattro “intruse” permettono poi di determinare una sequenza di parole logicamente legate tra loro. Quali sono?

TEST 3 Osservate il sottostante gruppo di figure e andate a pag. 96.

» GIOVANE DI BELLE SPERANZE È un bel fusto, di rigide ascendenze d’alto lignaggio e di belle speranze, che se talora è al verde, tuttavia, non si può dire che spiantato sia. » SCAPOLO MA NON TROPPO Per quella cotta presa ai tempi belli, scapolo impenitente egli è stato, per quanto ben sovente ancor confessi che per amor vorrebbe esser curato. INDOVINELLI Favolino

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bacheca a cura della Redazione

Modalità di invio

Telefonare al 3533700656.

Relazioni personali

74enne, pensionato, solo, libero, residente in provincia di Como, amante del mare e della natura, vorrebbe conoscere signora sola, residente nelle vicinanze, con un bel carattere, simpatica e disponibile. Non guido per un lieve difetto di vista. Solo con requisiti richiesti. Telefonare o sms al 3334276676. 85enne, bella presenza, casa indipendente, amante della vita di coppia, viaggi, camminate nella natura e buoni ristori, conoscerebbe signora ligure, un po’ più giovane, libera da impegni familiari, per piacevole amicizia. Disposto a ospitare. Telefonare al 3394924900. Quasi 51enne, single, di aspetto giovane, capelli castano chiari, occhi verdi. Vivo solo in una grande casa a Pistoia, sono solare, amante della natura, attivo nel lavoro e non fumatore. Cerco una compagna stessa zona, italiana, max 42 anni, single, senza figli, non fumatrice. Telefonare al 3423100720 (ore serali o sms). 68 anni, di Lecce, da qualche tempo sola per la perdita dei miei genitori.

Relazioni | Collezionismo | Occasioni | Proposte | Lavoro Queste pagine sono dedicate a chi cerca un’amicizia, a chi vuole affittare, comprare o vendere immobili. Qui potete assicurarvi un impiego o acquistare oggetti rari e curiosi

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Sono romantica, mi piace passeggiare e parlare. Cerco una persona con cui trascorrere il tempo, in spensieratezza, di cui prendermi cura e che allo stesso tempo si prenda cura di me. Telefonare al 3277379546. Cerco un uomo di 55-60 anni, libero da vincoli e impegni, disponibile a frequentarmi nei week-end nella mia città, per una futura convivenza. No impegnati o sposati, no perditempo. Richiedo onestà e serietà. Sono disposta a trasferirmi. Scrivere a: Casella Postale n. 318, 51100 Pistoia. Signora 65enne, libera, pensionata, amante dei viaggi e di tutte le forme d’arte. Desidero conoscere un uomo 70/72enne, dolce, comprensivo, amorevole e residente a Torino. Telefonare al 3409181597.

Collezionismo Vendesi: fumetti Tex, dal n° 1 al 625, euro 350; romanzo di avventure del 1934 con graffette originali; vagoni, binari, stazioni e accessori per costruire un plastico per trenino; carrozze Rivarossi, 2 cataloghi. Telefonare al 3385318792 (dopo le 19,00).

Occasioni Vendo camera da letto del 1930, completa di: letto matrimoniale, 3 comò con specchio, 2 comodini, 1 armadio a tre ante con specchio. Per informazioni e foto telefonare al 3939203996 (anche WhatsApp).

Proposte Signora 53enne, cerca sincera amicizia con persone amanti dei cani per un aiuto e amicizia. Telefonare al 3347141122.

Lavoro Imprenditore pensionato, della Riviera Ligure, cerca signora italiana, buona cultura, per segreteria personale e piccoli lavori domestici. Offresi vitto e alloggio indipendente. Stipendio adeguato. Telefonare al 3806439039. Biografo esperto offresi per scrivere la storia della vostra vita. Assoluta riservatezza. Telefonare al 3428784501.

TUTTE LE INSERZIONI SONO PUBBLICATE GRATUITAMENTE E NON DEVONO SUPERARE LE 50 PAROLE LA REDAZIONE NON RISPONDE DEL CONTENUTO DELL’INSERZIONE. L’art. 6, comma 8, del D.L. 4/6/2013 n. 63, convertito nella L. 3/8/2013 n. 90, ha imposto di riportare negli annunci di vendita o di locazione di immobili, l’indice di prestazione energetica dell’involucro edilizio globale o dell’unità immobiliare e la classe energetica corrispondente. Lo stesso D.L. ha previsto, inoltre (art. 12), che in caso di violazione di tale obbligo, il responsabile dell’annuncio è punito con una sanzione amministrativa non inferiore a 500 euro e non superiore a 3.000 euro. A tal proposito, evidenziamo che per la pubblicazione accetteremo solo annunci che riportino anche quanto previsto dal suddetto art. 6, comma 8. gennaio 2022 | www.spazio50.org

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Soluzioni GIOCHI INDOVINELLI Giovane di belle speranze = L’albero Scapolo ma non troppo = Il prete

REBUS (11 14...) P arti; cola ReR, I; cono SC; I mento... = Particolare riconoscimento...

REBUS (...4 8 6 6) ...AL la; GeNe rosa; CL asse; medi C A = ...alla generosa classe medica

STUZZICA CERVELLO TEST 1 - I numeri che sostituiscono i tre punti interrogativi nella quarta sequenza sono, partendo da sinistra, 7, 3 e 2. Essi, infatti, permettono di rispettare il criterio logico utilizzato nelle altre tre sequenze fornite: nelle sequenze in cui i primi due numeri sono dispari, questi sono seguiti da due numeri superiori di un’unità, seguiti a loro volta da due numeri inferiori di due unità, seguiti da due numeri superiori di tre unità, quindi da due numeri inferiori di quattro unità, seguiti da due numeri superiori di cinque unità, quindi due

numeri inferiori di sei unità e, infine, due numeri superiori di sette unità. Nelle sequenze che iniziano con due numeri pari, come nel caso in cui compaiono i tre punti interrogativi, ai due numeri pari segue una coppia di numeri inferiori di una unità, poi due numeri superiori di due unità, quindi due numeri inferiori di tre unità, seguiti da due numeri superiori di quattro unità, seguiti da due numeri inferiori di cinque unità, quindi due numeri superiori di sei unità e, infine, due numeri inferiori di sette unità. Quindi:

TEST 2 - Le parole “intruse” sono FANTE, DANTE, SANTE, TANTE. Esse differiscono dalle altre quattro parole della propria sequenza per una, due o tre lettere. Insieme formano un gruppo di parole che differiscono solo per la lettera iniziale evidenziata qui sopra in rosso. TEST 3 - Quale delle seguenti figure non compare nel gruppo di figure prima visto? a) b)

c)

d) 96

e)

f)

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BAZAR

a cura del Centro Studi 50&Più

Questo spazio offre informazioni, curiosità, notizie utili. Come ogni bazar, sarà luogo d’incontro e di scambio. Potete quindi inviarci le vostre segnalazioni e quesiti a: centrostudi@50epiu.it

CAREGIVING

COHOUSING

pre stato attivo e del 27% in chi aveva incrementato le dosi di sport.

SCRIVERE AIUTA I CAREGIVERS CONTRO LO STRESS Essere caregiver può rivelarsi molto difficile: può essere causa di depressione, ansia, stati di stress, pressione arteriosa elevata, ridotta risposta immunitaria. Secondo un’indagine del Royal Alexandra Children’s Hospital di Brighton, riportare per iscritto le proprie emozioni su alcune di queste condizioni potrebbe però avere un effetto positivo su molte persone impegnate nella cura di un familiare. È la Written emotional disclosure, una forma di trattamento psicologico che va realizzata senza preoccuparsi troppo degli aspetti formali, ma abbandonandosi alla libera espressione delle proprie emozioni.

HOMU, IL GIOCO DA TAVOLO SULLA COABITAZIONE Homu è un gioco cooperativo il cui obiettivo è costruire insieme ad amici e vicini di casa un progetto abitativo collaborativo, amalgamando le necessità in un’ottica di condivisione. La meccanica del gioco prevede 6 location, 6 tipologie abitative, 15 famiglie, 30 spazi, servizi condivisi e molto altro. Le regole sono semplici: più spazi e servizi si realizzano, più punti si accumulano. E alla fine della partita si scopre “che tipo di abitante collaborativo sei”. L’idea di realizzarlo è venuta alla Re.Coh Aps, un’associazione di promozione sociale nata per promuovere e creare progetti di abitare collaborativo in Sardegna attraverso il recupero del patrimonio architettonico esistente. https://www.facebook.com/re.coh.aps

CAMMINARE ALLUNGA LA VITA I risultati di una ricerca dell’American Heart Association, condotta su quasi 50mila persone, hanno dimostrato che gli effetti di camminata e corsa si equivalgono dal punto di vista della salute cardiovascolare e metabolica. Rischio di ipertensione, colesterolo alto, diabete e coronaropatie si riducono in modo simile, a parità di calorie consumate. Correre, insomma, allunga la vita, proprio come camminare. La probabilità di morire per cause cardiovascolari e tumori si riduce fino al 50-75% tra chi pratica la corsa. Ma un’opzione ugualmente valida e intermedia per tipo di sforzo è il Nordic Walking, la camminata con le bacchette.

ECONOMIA DALLA SILVER ECONOMY ALLA SILVER ECOLOGY Nel suo recente Green paper on ageing la Commissione europea ha ribadito le grandi opportunità che la silver economy può offrire. L’economia generata dai senior si espande ad un ritmo del 5% annuo. Tanti i settori coinvolti: dal turismo alla domotica, dalla mobilità assistita alla telemedicina sino alla robotica. Anche i consumi culturali e l’impegno sociale, grazie al maggiore peso demografico, hanno un valore sempre più elevato. Tanto che ormai è necessario parlare di “silver ecology”, ovvero riconoscere il ruolo fondamentale che i senior avranno nel favorire uno sviluppo sostenibile. https://ec.europa.eu

SALUTE LO SPORT FA SEMPRE BENE Secondo una ricerca condotta dall’Università di Berna su oltre 30mila persone con patologie cardiache, continuare o avviare un’attività fisica anche in età non più giovane può avere molti effetti positivi. Lo studio ha coinvolto persone con un’età media di 64 anni e mezzo, mettendo in relazione i livelli di attività fisica negli ultimi 7 anni con quelli relativi alla sopravvivenza. Una volta divisi per gruppi, è emerso che il rischio di mortalità cardiovascolare era del 51% inferiore tra chi era sem-

LIBRI I CENT’ANNI DI LENNI E MARGOT di Marianne Cronin Mondadori 2021, 348 pagine A soli 17 anni Lenni Peterson si trova nel reparto malati terminali del Princess Royal Hospital di Glasgow. L’ospedale non ha molto da offrire a un’adolescente curiosa come lei ma Lenni, con il suo pigiama rosa, decide di andare alla ricerca delle risposte alle grandi domande sulla vita e sulla morte. Quando al corso di arteterapia incontra Margot, una signora di 83 anni, ribelle e con un passato difficile, il mondo di entrambe cambia per sempre e la ragazza imparerà presto che non è solo quello che fai della tua vita a contare, ma anche con chi la condividi. gennaio 2022 | www.spazio50.org

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Lettere al direttore

Risponde Giovanna Vecchiotti Direttore responsabile 50&Più

QUEL PICCOLO ESERCITO DI GIOVANI, FIORE ALL’OCCHIELLO DELLA SOCIETÀ Tanti, “silenziosi” e discreti: adolescenti che spesso vivono da eroi inconsapevoli. Un germe di speranza per il futuro Gentile Direttore, ho tante primavere sulle spalle, ma non per questo evito di guardarmi intorno con curiosità, desideroso di imparare cose nuove; ritengo, infatti, che nella vita ci sia sempre qualcosa da apprendere nonostante gli anni vissuti. Ho sempre tenuto in grande considerazione i giovani, le loro idee e quello spirito “donchisciottesco” che spesso anima le loro azioni. Non faccio parte della schiera di anziani che criticano costantemente i ragazzi ma, al contrario, appena ne ho l’occasione cerco di incoraggiarli, di consigliarli, di sostenerli. Perché sono tanti i ragazzi che si adoperano anche per gli altri, e magari lo fanno in silenzio, senza clamore. E poi scopri che alcuni di essi affrontano situazioni anche più grandi di loro e lo fanno con umiltà e dedizione. Le dico questo perché mi ha colpito molto la storia di Mattia, il bambino di appena 12 anni che si è trasformato in caregiver per amore del proprio padre, colpito da una precoce forma di Alzheimer, aiutandolo ad affrontare quotidianamente l’incedere di quella terribile malattia. E sono molto contento che qualcuno si sia reso conto del terribile peso che Mattia ha portato sulle spalle e l’abbia segnalato per ricevere l’onorificenza di Alfiere della Repubblica. Secondo me, sono centinaia, nel mondo, i “Mattia” che meritano tutto il rispetto e l’affetto di noi anziani. Ed è ad essi, e a tutti i giovani, che invio gli auguri di un 2022 pieno di bene, di felicità e di soddisfazioni, ma anche di un futuro radioso. Giovanni Soldati

È vero, signor Giovanni, sono davvero tanti i giovani che si muovono nell’ombra e spargono il seme del bene. Basti pensare che l’onorificenza di Alfiere della Repubblica, a cui lei fa riferimento, è destinata proprio ai ragazzi al di sotto dei 18 anni che - come si legge nel sito della Presidenza della Repubblica -, “per comportamento o attitudini, rappresentano un modello di buon cittadino. I premiati si sono distinti nello studio, in attività culturali, scientifiche, artistiche, sportive, nel volontariato oppure hanno compiuto atti o adottato comportamenti ispirati a senso civico, altruismo e solidarietà”. E quest’anno, insieme a Mattia, hanno ricevuto l’Attestato d’Onore altri 29 adolescenti, tutti ragazzi che si sono distinti per la loro generosità e per le attività svolte, in molti casi, a favore di persone anziane, colpite pesantemente dalla pandemia. Ma sappiamo che, fortunatamente, gli Alfieri della Repubblica sono solo la punta di un piccolo iceberg, un esercito silenzioso che tenta di riparare e raddrizzare le storture di una società spesso ingiusta. E ugualmente sappiamo che abbiamo bisogno di “Alfieri” sì, ma anche di persone anziane che stiano al fianco di quei giovani che si trovano in difficoltà, infondendo loro coraggio, trasmettendo valori ed il senso della vita, perché da soli nessuno vince. E insieme si è più forti.

PARLIAMONE... Chi volesse scrivere a Giovanna Vecchiotti può farlo: per posta - C/O Redazione 50&Più Via del Melangolo, 26 - (RM) per fax - 066872597 per email - g.vecchiotti@50epiu.it 98

www.spazio50.org | gennaio 2022

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21/12/21 14:58


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