palla e psiche
300 AL MINUTO Di ALICE BUFFONI STAFF PSICOSPORT
È il numero di parole che ci diciamo in sessanta secondi. Sembrano tante, a volte non ci accorgiamo nemmeno, eppure il dialogo interno, o Self-Talk, è molto importante: può condizionare le nostre azioni nel bene e nel male. Henry Ford diceva: “Che tu creda di farcela o non farcela, avrai sempre ragione”. E in effetti è proprio così, ciò che pensiamo è in grado di determinare l’esito delle nostre azioni. Per questo motivo essere capaci di controllare e riformulare ciò che ci diciamo in senso positivo e costruttivo può sensibilmente migliorare la nostra prestazione sportiva. In psicologia si definisce Self-Talk il dialogo interno costituito da parole, frasi o immagini mentali positive che si attivano, talvolta in modo inconsapevole, quando si è in azione. E’ una tecnica di concentrazione che gli atleti usano per focalizzare l’attenzione su elementi importanti della propria prestazione oppure quando sono necessari feedback incoraggianti. Il Self-Talk funziona perché fa leva su una caratteristica innata della nostra attenzione: essa è selettiva, ovvero capace di focalizzarsi solo su alcuni elementi eliminando temporaneamente gli altri. Esattamente come una luce di teatro, può stringersi per evidenziare solo elementi “utili” alla prestazione, eliminando tutto ciò che è distraente. In questo modo il Self-Talk aiuterà il giocatore a liberarsi dei pensieri negativi e a concentrarsi sul momento presente (hic et nunc!) solo sul movimento che sta eseguendo, senza pensare all’esito, alla vittoria, alle aspettative esterne. Perché è importante parlarci in positivo? Perché la nostra mente lavora per immagini e non elabora le negazioni in modo immediato. Se per esempio mentre sto difendendo io mi dicessi: “Non stare dritta!” , il mio cervello visualizzerebbe subito l’immagine delle mie gambe proprio in quella posizione, dritte. Subito dopo dovrei compiere uno sforzo per elaborare l’informazione, cancellare quell’immagine e pensare al suo opposto. Nel frattempo il mio avversario mi ha battuto ed è già a canestro. Avrei dovuto dirmi: “piega le gambe!”, un’istruzione diretta e chiara, funzionale al compito che sto eseguendo. Questo vuole essere un messaggio anche per gli allenatori: feedback positivi, sempre! Dando l’istruzione di non fare errori si attiva l’immagine di un errore, ottenendo quindi esattamente l’opposto. Come si allena, dunque il dialogo interno positivo? Un esercizio semplice ma per niente banale è eliminare il non e i suoi derivati dai nostri pensieri. Proviamo: Niente palle perse! Diventa: Passaggi precisi. Non concedere il fondo! Diventa: manda l’avversario verso il centro. Non distrarti! Diventa: rimani concentrato. Il dialogo interno è utile non soltanto per ottimizzare compiti tecnici, ma anche per fermare i pensieri disfunzionali. Possiamo allenarci a volgere al positivo tutte quelle piccole frasi che in automatico ci diciamo di fronte a un compito o una situazione difficile o stressante: non posso sbagliare questi liberi - non ce la farò mai - per me è troppo difficile diventeranno adesso faccio due su due – voglio riuscirci - è una sfida! Attenzione poi a non usare due cosiddetti falsi amici: il DEVO e il POSSO. Il primo implica una imposizione e tende a caricare di ansia l’atleta come se fosse obbligato ad avere successo per non deludere le aspettative sue o di altri; e il secondo indica una possibilità, posso batterlo…ma potrei anche non farcela. Per un buon Self-Talk quindi, dobbiamo per prima cosa riconoscere i pensieri disfunzionali (in questo i mental trainer possono darvi una grossa mano!) e poi trasformarli, svuotandoli dal fattore ansia, cioè riformularli in modo che siano incentivanti e al positivo. Non vi resta che provare, ma fatelo prima in allenamento... È un esercizio che le prime volte richiede parecchia attenzione, potreste ritrovarvi a cercare di pensare intensamente positivo inchiodate alla panca! Questa rubrica è tenuta da Psicosport, una realtà che utilizza la Positive Psychology con atleti e allenatori, dai settori giovanili all’alto livello agonistico, per rispondere alle principali criticità che si incontrano sul campo di gara e di allenamento, per migliorare performance individuali e ottimizzare il rendimento di squadra.
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